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Viaggio in Francia di un francese
"Non è difficile, aprendo a caso questo volumetto postumo di Verlaine, pubblicato per la prima volta poco più di un secolo fa, nel 1907, e in realtà composto intorno agli anni Ottanta del XIX secolo, ritrovare lo stesso clima, incandescente ed enfatico - degno più dell'apocalittico Commodiano che di un indignato Giovenale (un """"Giovenale cristiano"""", come ebbe a scrivere Jacques Borel nel volume della Plèiade) -, che aveva dato vita ai componimenti di """"Sagesse"""" (1881). Fin dall'esordio, Verlaine svela la sua unica Musa: la mistica Francia, monarchica e cattolica, la Francia di Luigi IX e di Giovanna d'Arco, alla quale si sono abbeverati tanti dei più impetuosi, e generosi, scrittori francesi del suo secolo, da Chateaubriand a Joseph de Maistre, da Barbey d'Aurevilly a Leon Bloy. Una Francia, nondimeno, che pare ai suoi occhi non esistere più, e per questo - confessa subito l'autore - ormai """"quasi impossibile da amare"""", spazzata via dai colpi di troppe Rivoluzioni, tutte fondate (non pare già di sprofondare in una pagina febbrile, frastornante, apocalittica, di un Céline?) su un unico principio: organizzare il caos e regolarizzare l'anarchia. Eccola, la Francia che Verlaine denuncia, nel capitolo iniziale di questo libro, con la prosa irruente e tumultuosa di chi ha ritrovato, dopo i traviamenti della giovinezza, enfin, una fede: empietà, scetticismo, demagogia, opportunismo."""" (Giancarlo Pontiggia)" -
Ipotiposi. Vagabondare per immagini
Ci sono vocaboli che piacciono molto agli scrittori di razza. Non perché s'innamorano delle cose strane o dei termini ricercati, ma perché sentono - con una percezione quasi fisica - che in quelle parole si celano secoli e millenni di esperienza umana. Ma accade che le parole, quelle più dense di significato, scompaiano dalla scena pubblica, dal linguaggio comune, ed entrino in una sfera per palati sensibili al sapore intenso che spesso hanno queste parole. Per esempio: Ipotiposi. Questo libro di Mario Porro è un omaggio a Carlo Emilio Gadda che dell'ipotiposi ha fatto un emblema del suo stile. Un pensare per immagini che Italo Calvino chiamò ""dubitosa sapienza"""". E non ha spazio solo in letteratura l'ipotiposi ma anche nella scienza e la filosofia... Una serie di saggi anticipati sulla rivista """"Doppiozero"""" trovano in questo libro la loro naturale coronazione. La figura retorica dell'ipotiposi consiste nel rappresentare in modo vivido e immediato un oggetto, un gesto o una situazione: la forza plastica della descrizione ri sveglia nell'animo di chi ascolta visiones, phantasiae, rende presente agli occhi quel che la parola esprime, quasi mettendolo in scena. I capitoli del libro costituiscono una sorta di vagabondaggio fra le metafore che si rincorrono nella storia del pensiero. Il libro è l'esito di scorribande nella storia delle scienze naturali ed umane, fra le pagine della letteratura e nelle arti figurative. Seguendo l'invito alla filosofia di Michel Serres: praticare l'erranza fra i saperi, percorrere gli spazi dove transita Ermes, dio degli incroci e delle ibridazioni. Le ipotiposi qui schizzate - la rete e la nuvola, l'acqua e l'ombra, il mare e la foresta - sono le cose stesse a cui dobbiamo tornare per cercare di comprendere quell'oggetto-soggetto che è il mondo."" -
Cantafavole e cantafiori da cantare su non importa che aria. Ediz. illustrata
Dopo aver riscoperto Robert Desnos come poeta e critico d'arte, ora il lettore italiano scoprirà anche la sua vena di scrittore di filastrocche e storielle per grandi e piccini. Una piccola strenna per bambini e per adulti che non hanno perduto il dono della leggerezza, per sorridere e cantare insieme ""su non importa che aria"""". Età di lettura: da 5 anni."" -
Teologia dell'elettricità
Ernst Benz, grazie a un'onnivora erudizione e non senza una certa spregiudicatezza intellettuale che sfocia talvolta nell'audacia, riscrive in sintesi la storia della scienza e dei suoi rapporti con Dio e il trascendente, prendendo come termine di confronto l'elettricità. Prima di Benz, i rapporti tra teologia e scienza si erano limitati per lo più alla riflessione sulla forza gravitazionale, relegando elettricità e magnetismo in un capitolo marginale del sapere e della cultura, una sorta di bizzarria, quando non proprio una ciarlataneria, che nel nome del famigerato Mesmer, l'ideatore del magnetismo animale, aveva trovato il suo campione e nel ""mesmerismo"""" la sua pseudoscienza. Da Keplero a Newton, fino agli illuministi, l'energia elettrica è reinterpretata come forza di Dio: il creatore non è più soltanto l'animatore di un'azione a distanza; l'elettricità e il magnetismo diventano un capitolo decisivo per interpretare teologicamente il mondo naturale. Prefazione Guido Vitiello."" -
Il nostro sistema solare
Makarie incorpora ""il nostro sistema solare"""", si dice negli Anni di viaggio di Goethe. Il genere di assolutezza per cui Makarie è una stella, plasma il pensiero di Rosita Copioli. Intorno al sole dell'immaginazione, ruotano i pianeti del mito, della letteratura, dell'arte, con i nomi della poesia dell'autrice. Elena e le Aurore, con la bellezza e il suo velo-nube-crepuscolo, ispirano Saffo, che anticipa Platone, e toccano Ildegarda di Bingen. Il loro desiderio, l'amore che muove le stelle e il cuore dell'uomo più semplice, determinano storie e figure: Teti madre di Achille, che applica il battesimo del fuoco, anticipando quello cristiano e Maria madre di Cristo; Goethe e il destino di separazione e specializzazione dell'uomo moderno; il sogno di Nerval; la nostalgia di Leopardi per la """"divina scintilla"""" della natura e la più bella difesa della poesia che sia stata scritta; la struggente fissazione erotica di Yeats, che elabora una nuova visione del mondo immaginale. In questo libro l'immaginazione induce ogni azione. Ispira il sogno """"guidato"""" di Cristina Campo. Apre gli spazi tragici della Ortese. """"Il nostro sistema solare"""" è un libro mobile e insieme unitario, perché il sistema di pensiero, che è anche una filosofia delle forme simboliche, riprende e approfondisce dalla prima all'ultima pagina la fitta rete di corrispondenze, echi e riflessi su temi centrali della poesia e dell'arte, che sono prima di tutto i problemi di fondo della nostra vita."" -
Dostoevskij
"Acconsentire alla sofferenza e al peccato; abnegare alla pura diversità: accettare dunque la 'lingua', la revoca dentro ogni parola scritta e letta, sapendo che ogni parola, ogni sillaba, sono vere e assolute, il bene e il male, l'estraneità terribile e insieme innocente, come quel suggello che stringe in un abbraccio senza respiro Fédor ad André, Dostoevskij alla nuova modernità: Stavrogin. Quelle sere qualcuno assistette a una malattia che, attimo dopo attimo, creava il pensiero, rilanciando la letteratura nella assoluta profondità dell'uomo. Al Vieux-Colombier andò in scena il doppio dell'umanità; ma un doppio come fosse visto per la prima volta e con compassione, senza esotismo o esoterismo, nemmeno più terrore, nel vuoto della stenografia recitata. Come fosse stato un discorso epilettico: la malattia, la curva d'ombra che riporta l'uomo dentro l'uomo, oltre le convenienze e le bugie. 'Myskin è epilettico - conclude Gide -Kirillov è epilettico, Smerdiakov lo è. C'è un epilettico in ciascuno dei grandi libri di Dostoevskij'. L'epilessia è il male sacro; così come dichiara un proverbio di Blake: 'Se altri non fossero stati pazzi, ci toccherebbe a noi di esserlo'. Il Dostoevskij di Gide non significa altro che l'esaltazione di se stessi attraverso un colpo secco che non spiega eppure decide l'identità come alterità da tutto, quanto un segreto paradossale di rassomiglianza"""". (Arnaldo Colasanti)" -
Il primo ritratto della Luna e le incisioni impossibili di Claude Mellan
Tra tutti i corpi celesti che ruotano sopra le nostre teste la Luna è quello che ha raccolto il maggior numero di sguardi, lungo la storia dell'umanità. Eppure, malgrado i milioni d'anni che la Luna vanta, il ruolo riservatole nei riti di ogni cultura, i suoi ritratti sono per lo più ricondotti a una sintesi simbolica, a una banale riduzione geometrica. Si dovette attendere Galileo Galilei e il suo cannone occhiale per riuscire a scoprire i dettagli di quel volto di sfinge, ma solo nel 1635 venne compiuta un'impresa che permise la realizzazione di tre meravigliose e profetiche immagini a stampa. Il più grande incisore del secolo XVII, il francese Claude Mellan, venne chiamato da due studiosi e amici di Galileo a trascorrere due mesi in cima a un monte della Provenza per osservare al telescopio il nostro satellite. Da quel suggestivo soggiorno e dal confronto con due luminari del mondo scientifico dell'epoca nascono tre splendide incisioni che, nel risolvere quesiti di ordine tecnico, giungono a un risultato di straordinaria modernità. Chi era Claude Mellan il pigmalione della Luna che le carpì il ritratto e poi si dedicò a svelare anche quello di Cristo? Questo saggio ne svela la figura e i segreti artistici. Massimo Pulini, grande conoscitore della pittura del Seicento e amico di Denis Mahon, porta alla luce la singolare corrispondenza fra le più antiche incisioni che documentano le fasi della Luna al tempo di Galileo, e un misterioso ritratto di Cristo realizzato con un unico segno a spirale continua. Un enigma che gli storici dell'incisione non sapevano spiegare, di cui lo studioso romagnolo presenta gli aspetti più oscuri e la soluzione. -
Dentro il pensiero selvaggio. L'antropologo e i filosofi
Lévi-Strauss rilegge Marcel Mauss e interpreta il suo saggio sul dono come occasione per spiegare il fondamento ""scambista"""" delle società. La proibizione dell'incesto si basa sulla necessità di scambiare doni, donne, risorse. Questo dà alle strutture di parentela una forza esplicativa sorprendente. L'umanità si """"imparenta"""" perché il principio unificatore è una sorta di scambio economico di beni. Sarà questo uno dei punti più contrastati e contestati del pensiero di Lévi-Strauss ed in qualche modo in questa intervista il maestro lo ammette e cerca di aggiustare il tiro ma è vero che a questo punto saranno i suoi discepoli a mettere un po' in dubbio le invenzioni del maestro. E avverrà negli Stati Uniti o comunque nel mondo anglosassone più che in Francia. Se ne accorgeranno i più geniali discepoli, come Marshall Sahlins che rileggerà le strutture di parentela all'interno del legame mutuale che tiene insieme le società. Sarà un po' l'antropologia delle emozioni, l'antropologia del corpo e della sessualità, saranno le stesse conquiste dell'antropologia di """"genere"""" di Unni Wikan, Janet Carsten, Susan Carol Rogers, George Lakoff a mettere in dubbio che il sistema delle emozioni possa essere ridotto a una struttura linguistica. Non che il maestro non volesse prendere in considerazioni queste dimensioni, ma la sua lettura """"mentalistica"""" delle società offriva il fianco ad un riduzionismo che poi è quello da cui pericolosamente sono nate le neurolinguistiche."" -
In difesa di padre Damiano
Stevenson era arrivato sull'isola hawaiana di Molokai nel 1889, qualche mese dopo la morte di Damiano de Veuster, il sacerdote cattolico, di origine belga, ""apostolo dei lebbrosi"""", fatto santo nel 2009. A spingere l'autore dell'Isola del tesoro a scrivere questa """"lettera aperta"""" per difendere l'onore di padre Damiano fu l'indignazione per la lettera che il reverendo Hyde aveva pubblicato su un giornale di Sydney con l'intento di gettare un'ombra d'immoralità sul prete cattolico già venerato come santo ancora in vita. Arrivato nel 1873 a Molokai, padre Damiano visse fino in fondo, con la sua tempra e il suo carattere non sempre accomodante e buono, la condizione dei lebbrosi, morendo anch'egli di quel morbo. Stevenson non nega i limiti dell'uomo, ma il suo cuore puro sa intuire la verità di quella testimonianza, difendendola dalla calunnia in una polemica che mette a rischio la sua stessa immagine. Una storia esemplare. Introduzione di Roberto Beretta."" -
Musei. Le nuove cattedrali
I musei spettacolari di oggi sono le cattedrali del nostro tempo? Il dibattito a distanza fra l'architetto e critico Charles Jencks e lo scrittore e polemista Tom Wolfe spiega perché il museo nasce in età illuminista proprio come sostituto della cattedrale. In Francia durante la Rivoluzione si insiste sulla necessità di creare spazi dove conservare le opere tolte dai ""luoghi tenebrosi"""" nei quali erano state tenute, per restituirle al popolo in una specie di biblioteca dove andare a istruirsi. Jacques-Louis David insiste che il neonato museo del Louvre debba costituire una scuola dove """"i maestri condurranno gli allievi, il padre vi accompagnerà il figlio. II giovane vedendo le produzioni del genio, sentirà nascere in lui quel germe d'arte o di scienza al quale la natura lo chiama"""". La natura, non Dio. I musei sono dunque istituzioni laiche che nascono come negazione del sacro, nascono dunque come templi della capacità umana, dove Cristo è sostituito con Prometeo. Una nuova religione secolarizzata di cui le opere sono le reliquie e i testi sacri. Se per Wolfe i sacerdoti sono i critici, Jencks recupera le teorie di Saint-Simon secondo cui gli artisti sono chiamati a """"esercitare un'influenza positiva sulla società, una vera funzione sacerdotale""""."" -
Libertà per la storia. Inquisizioni postmoderne e altre aberrazioni
I testi presenti in questo libro che sono stati scritti e pubblicati nel 2008 dagli studiosi Pierre Nora e Françoise Chandernagor, costituivano all'epoca una sorta di risposta ufficiale dell'associazione ""Liberté pour l'histoire"""" alle azioni legislative allora in corso in Francia, divenute note come """"leggi memoriali"""", dove per legge memoriale si può definire una legge che dichiari, persino imponga, il punto di vista ufficiale dello Stato su alcuni avvenimenti storici. La storia di queste leggi particolari ha avuto inizio con la legge del 13 luglio 1990, detta Legge Gayssot, che prevedeva sanzioni per chi contestava l'esistenza di alcuni crimini contro l'umanità. Grazie all'azione dirompente esercitata da questa legge, che molti hanno considerato lesiva del """"delitto d'opinione"""", si è giunti alla decisione quadro 2008/913/GAI per gli stati membri dell'Unione Europea che ricorre nello stesso anno in cui vedeva la luce in Francia questo libro, che pubblichiamo con un'accurata riflessione dello storico Franco Cardini dal titolo più che eloquente: """"Inquisizioni postmoderne e altre aberrazioni. Il tema in discussione è attualissimo e costituisce una minaccia per la libertà di espressione di chi lavora sui documenti e sulle nuove informazioni che se ne possono trarre. La direttiva, che suggerisce sanzioni per l'apologia, la negazione o la minimizzazione dei crimini contro l'umanità, compare sulla """"Gazzetta ufficiale dell'Unione europea"""" di 23 paesi per lo più dell'Unione Europea. Il 28 febbraio 2012 il Consiglio costituzionale francese ha dichiarato la decisione quadro contraria alla Costituzione della Repubblica francese."" -
Amo il tuo corpo imperfetto. Poesie scelte 1986-2011. Testo spagnolo afronte
"La poesia è una proposta di fuga. Propone un'evasione dalla falsificazione dell'esistenza, verso una comunione con la realtà. È implacabile, ha poca pazienza, si compromette, non accetta compromessi"""", ha scritto Jorge Riechmann. Filosofo dell'Università Autonoma di Madrid e autore di numerosi saggi sui temi del pensiero ecologico, è una delle voci più importanti nel panorama della poesia spagnola contemporanea. I suoi versi ci parlano delle sfide del nostro tempo, della crisi economica che stiamo vivendo, del degrado ambientale e del pericolo che incombe sulla sopravvivenza stessa della nostra specie, della miseria dei molti e del dominio concentrato nelle mani di pochissimi, dell'orrore della guerra e della necessità di limitare le nostre esigenze di consumo, spesso indotte artificiosamente; ma ci mostrano anche la meraviglia davanti alla bellezza del mondo, e la volontà di resistere, di non lasciarsi vincere dal pessimismo. Riechmann è autore di poesie d'amore nelle quali erotismo e tenerezza si fondono con grande intensità. L'antologia che qui presentiamo include testi appartenenti a tutta la sua traiettoria poetica dalla metà degli anni Ottanta a oggi. Una poesia, quella di Riechmann, che attribuisce al dialogo col lettore, sollecitato a guardare il mondo """"con gli occhi aperti"""", un'importanza decisiva." -
William Blake
Il più ortodosso degli scrittori e il più eterodosso degli artisti, ovvero il cattolico Gilbert Keith Chesterton e il visionario William Blake: un incontro apparentemente impossibile e che invece prende corpo in questo piccolo capolavoro dimenticato. Apparsa originariamente nel 1910 e finora mai tradotta in italiano, la rapida biografia che Chesterton dedica all'autore dei ""Canti dell'Innocenza e dell'Esperienza"""" è molto più che una semplice ricognizione nella vita di un personaggio eccentrico, inclassificabile e geniale. Pittore mancato e occasionale frequentatore dello spiritismo in gioventù, Chesterton riconosce in Blake gli elementi di un'intesa profonda, fondata anzitutto sulla virtù - universale, eppure tipicamente inglese - dell'immaginazione, da intendersi non come costruzione fantastica ma come capacità di cogliere con un colpo d'occhio la reale sostanza delle cose. Il risultato è un pamphlet paradossale e pungente, nel quale le considerazioni di natura artistica si mescolano a fulminanti notazioni di politica e di costume (una fra tutte: l'Inghilterra del passato grandioso come nazione di bottegai e dunque di poeti, contrapposta al presente nel quale prosperano solo i """"proprietari di negozi""""). Paradossale e ispirato, Chesterton scorge nell'isolamento di Blake rispetto al suo secolo, il Settecento, un'anticipazione della propria irriducibilità alle categorie novecentesche..."" -
La cattedrale offesa. Moravia Ottieri Testori
Alle origini del termine ""osceno"""", gli antichi romani mettevano la pratica divinatoria degli aruspici: vivisezionare la carne consente di formulare profezie sui destini della città. Ma è compito sacerdotale al quale l'occhio profano non deve mescolarsi. Il romanzo - genere impuro - pone a se stesso sempre questa domanda: """"Che cosa è davvero osceno, dunque irrappresentabile?"""". Al centro di questo libro campeggiano tre grandi scrittori del Novecento italiano: il """"laico"""" Alberto Moravia, il """"socialista"""" Ottiero Ottieri, il """"cattolico"""" Giovanni Testori. Come dire tre funzioni del romanzo nell'epoca della sua morte e della sua paradossale resurrezione: Moravia, l'ufficialità rifiutata in quanto occhio del vero; Ottieri, la marginalità autocoatta, in quanto refrattaria alla finzione; Testori, la devianza """"sacra"""", in quanto intrasmissibile per il suo stesso eccesso. Che cosa cercano, parlando all'infinito dei propri solitari fantasmi? Ma a essere pornografica (per visione diretta, per cecità prediletta, per autocondanna allo strazio) è soprattutto la vita."" -
Una ecologia per l'uomo. La Chiesa, il creato l'ambiente
Il dono del creato e la sua custodia sarà il tema della nuova annunciata enciclica di Papa Francesco. Quello del creato e dell 'agire dell 'uomo in esso è un tema ad ampio raggio che la Chiesa, dagli anni del Concilio in poi, ha affrontato più volte con larga visione degli aspetti e dei problemi che si intersecano e interagiscono nel discorso sull 'ambiente. In questo tema ad ampio raggio, l'etica della responsabilità e della giustizia, non meno che lo slancio della carità, non potranno non essere il lievito che farà sviluppare interventi decisivi per un equilibrio generale della terra, a cominciare dall'eliminazione dello scandalo della fame, dalla distribuzione universale dei beni, dall'inclusione sociale dei poveri. Questo libro è una antologia ragionata dei testi che i Papi - da Giovanni XXIII a Francesco - hanno dedicato a questo tema e vuole offrire al lettore un percorso preparatorio alla prossima enciclica di Papa Francesco, che darà nuovo impulso alla riflessione di credenti e non credenti su una delle questioni più rilevanti del nostro tempo. -
Il settimo movimento. Conversazioni con Henri matisse
Il fil-rouge di queste conversazioni di Matisse con critici, letterati e religiosi, è il tema della danza. Dal 1909, quando dipinse il quadro oggi al MoMa di New York, che ha come pendant la tela della Musica dell'Ermitage, Matisse non ha mai sospeso la sua riflessione sulla danza, la musica e la ricerca - fino agli ultimi papiers découpés - del segno che fa danzare lo spirito dello spettatore. Il quadro di New York inscena un girotondo di cinque figure femminili e si regge su tre colori densi e profondi: blu per il cielo, rosa per i corpi delle danzatrici, verde per la terra. È una immagine dell'Eden, si chiedeva Pierre Reverdy, cogliendo in questo quadro tutta la ""felicità"""" di Matisse, la joie de vivre? L'artista era convinto che la pittura dovesse dare serenità allo spettatore gravato dalle tante fatiche di vivere. Ma, come nota Maurizio Cecchetti nell'introduzione, questo balsamo della pittura leniva anzitutto il sentimento tragico che Matisse aveva della bruttezza che l'uomo del XX secolo ha portato nel mondo: orrori e morte che hanno sconciato quell'armonia che lega tra loro gli esseri viventi nella Creazione."" -
traversata con Don Chisciotte
Traversata con Don Chisciotte ha come origine e sfondo il primo viaggio di Thomas Mann negli Stati Uniti nel 1934. Il 17 maggio prende il treno in direzione di Parigi e il 18 s'imbarca a Boulogne sul Volendam, una nave passeggeri olandese. Arriva a New York il 29 maggio. II 1O giugno tiene una conferenza su Goethe all'Università di Yale. Il sindaco di New York organizza in suo onore un banchetto con 300 invitati, per festeggiarne il cinquantanovesimo compleanno. Il 9 giugno torna verso l'Europa sul Rotterdam. Come deve occupare il suo tempo uno scrittore che dispone di dieci giorni di riposo forzato? Osserva il suo entourage, legge, prende appunti. La sua posizione è la stessa che nella sua attività ordinaria: integrato alla comunità sociale, ne rispetta gli usi, e si isola esclusivamente per esercitare le facoltà proprie dello scrittore. Traversata con Don Chisciotte è così un esercizio di alto stile che mescola i generi: diario di viaggio, autobiografia, estetica, meditazione filosofica, osservazione sociale, politica, psicologica. Perché il Don Chisciotte, tra decine di libri possibili? Ciò che spinge Thomas Mann a investire in quest'opera, è anche il fatto che rappresenta un testo fondamentale della civiltà cristiana. L'umanesimo cristiano è ai suoi occhi uno dei pilastri della moralità occidentale. Rinnegarlo comporta uno scadimento dci valori umani in generale. A questo mirano i nazisti. Prefazione di Lionel Richard. -
Dante e Beatrice. Saggi danteschi
Perché Dante ha scritto la ""Commedia""""? Per amore. Mantenere una promessa d'amore, fatta nell'ultimo capitolo della """"Vita Nuova"""", è la ragione per cui, secondo Etienne Gilson, l'altissimo Poeta di Firenze ha deciso di impegnarsi nell'impresa del suo capolavoro. Ed è anche, indirettamente, la ragione per cui ha scritto il """"Convivio"""", documento incompiuto del periodo di """"trenta mesi"""" dedicato da Dante allo studio della filosofia. Dunque, l'obiettivo era dire di Beatrice quello che mai non file detto d'alcuna, cioè fare della donna amata un'anima del cielo in grado di disporre del poeta latino Virgilio e del mistico cristiano Bernardo di Chiaravalle, entrambi inviati in aiuto di Dante nel suo viaggio nell'aldilà. Il poeta perciò studia come vivono angeli e beati nell'oltremondo, nel regno di Dio dove ormai la sua donna è per l'eternità. Divenuto così esperto di filosofia e teologia, dopo i canonici studi letterari di grammatica, Dante assume il ruolo di pacificatore fra le due grandi culture """"nemiche"""" del Medioevo, quella retorico-letteraria e quella della filosofia Scolastica, che aveva il suo fulcro nell'Università di Parigi. E così diventa anche il più originale, straordinario poeta del suo tempo. studioso di cultura filosofica medievale, Etienne Gilson dedicò a Dante nel settimo centenario della nascita, il 1965, questi nove saggi, mostrandone il legame indissolubile, vitale sorgente d'ispirazione, con la """"bambina di Firenze""""."" -
Inchiesta sul neorealismo
"L'inchiesta sul neorealismo condotta da Bo tra gli intellettuali italiani andò in onda sul 'Terzo programma' radiofonico della Rai tra l'ottobre del 1950 e il marzo del 1951, cinque anni dopo la liberazione, e già nel pieno di una restaurazione imposta in Italia dalla guerra fredda, dalla divisione del mondo nei due grandi blocchi d'influenza capitalista, quello a cui noi appartenevamo dopo Yalta e a cui si riferiva la Democrazia cristiana che con le elezioni del 1948 era il cardine del nuovo potere politico (""""l'America""""), e quello a cui si riferiva il maggior partito dell'opposizione, il Partito comunista (""""la Russia""""). In mezzo, un variegato arcipelago """"laico"""", di sinistra, di centro, di destra. Di queste distinzioni Carlo Bo tiene il dovuto conto, non le esplicita ma sembra conoscere molto bene le propensioni, le simpatie di ciascuno degli intervistati. Cerca, nei limiti del possibile, di tenere il discorso lontano dalle loro opzioni politiche, e riconduce la questione nell'ambito di un discorso più stretto - le opere letterarie, il dibattito letterario - o di un discorso più vasto - la reazione alle passate strettoie, il bisogno di una nuova narrazione del paese e delle sue diversità e contraddizioni, i modi in cui gli scrittori hanno creduto di interpretare questa novità, un obbligo che è avvertito come anzitutto morale, a cui anche la letteratura è chiamata a rispondere..."""" (Dalla prefazione di Goffredo Fofi)" -
Sull'amicizia
Nella Parigi d'inizio Settecento, mondana e raffinata, il tema tradizionale dell'amicizia che occupò i filosofi antichi (da Aristotele a Cicerone) trovò due interpreti che ne fecero l'oggetto di due brevi scritti, nei quali si respira ancora lo spirito dei moralisti del Grand Siècle e già si lascia presagire quello, non meno penetrante, dei grandi autori del Settecento francese, da Montesquieu a Diderot. Madame de Lambert, che presiedeva a uno dei più esclusivi salotti della capitale, e Louis de Sacy, che ne era uno dei più assidui frequentatori (insieme ai più bei nomi della letteratura e dell'aristocrazia), composero i due trattatelli qui tradotti per la prima volta in italiano. Per la gran dama, rimasta prematuramente vedova, e il brillante avvocato, l'amicizia non fu il mero pretesto per un esercizio retorico, ma, in primo luogo, un'esperienza vissuta: l'amicizia di cui essi illustrano i doveri e i diletti, con dovizia di frasi sentenziose, aneddoti memorabili e casi esemplari, fu, in primo luogo, la loro. Letti congiuntamente, i due scritti costituiscono essi stessi un dialogo ideale tra due amici sull amicizia.