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Torino anni di piombo (1973-1982)
1973-1982: dieci anni che segnano in maniera indelebile la storia recente del nostro Paese. Gli anni in cui Torino, più ancora delle altri grandi città italiane, diventa la protagonista assoluta della lotta armata fra il terrorismo di sinistra e lo Stato. Come ha scritto Diego Novelli, sindaco in quel decennio terribile, «i terroristi non a caso scelsero Torino come città particolare. Qui c'era la concentrazione della più grande forza industriale ed economica e la più grande forza organizzata del movimento dei lavoratori. Mettere in crisi una città come Torino significava mettere in crisi un sistema, lo Stato». E infatti la città, in quel decennio, paga un prezzo altissimo, in termini di conflittualità quotidiana, di paura collettiva e soprattutto di vittime della follia omicida dei brigatisti. Con stile rigoroso, e partendo a ritroso dall'assassinio di Carlo Casalegno, Gianni Oliva ricostruisce il clima dell'epoca e la cronaca quotidiana della città dal 1969 al 1982: dagli atti iniziali delle Brigate Rosse alla progressiva escalation della violenza, dalla nascita di altri gruppi terroristici come Prima Linea al ruolo delle amministrazioni locali, dalla riorganizzazione delle forze dell'ordine alla reazione dello Stato e di quella che oggi chiameremmo «società civile». Fino alla sconfitta del terrore. Luoghi, eventi, protagonisti, immagini e parole degli anni di piombo a Torino. -
Il destino dell'avvoltoio
Fabio Montrucchio, torinese, avvocato, ha un grande futuro dietro le spalle e un presente vissuto sul confine incerto tra legalità e illegalità. Un matrimonio fallito, qualche deriva alcolica e psicotropa di troppo. E, soprattutto, niente più illusioni sulla vita, l'amore, la carriera. Perché Montrucchio non è un principe del foro. Anzi. Campa di piccole truffe ai danni delle assicurazioni, e per questo bazzica i pronto soccorso degli ospedali cittadini facendo balenare alle vittime degli incidenti stradali e ai loro parenti il miraggio di risarcimenti a sei zeri, approfittando della loro precaria situazione emotiva. Mica per niente, nell'ambiente, l'hanno soprannominato l'Avvoltoio. Una vita di moderata disperazione e amori senza futuro, di rimpianti, di espedienti. Piccolo cabotaggio. Poi, un giorno, l'Avvoltoio, già coinvolto in una pericolosa vicenda di debiti di gioco, resta invischiato in una faccenda più grande di lui. Un lavoretto facile facile, in apparenza, un tamponamento fittizio, solo che dietro, stavolta, c'è l'ombra lunga della 'ndrangheta. E Montrucchio cade nella trappola, trascinato a sua insaputa in una faida tra cosche. Un meccanismo inesorabile si mette in moto, cui l'Avvoltoio tenta di sottrarsi anche sfruttando la scoperta d'insospettabili connessioni tra il mondo della giustizia e la malavita calabrese. Ma la trappola si richiude su di lui, feroce e progressiva, fino alla resa dei conti finale. Una Torino notturna, livida e vitale, personaggi falsi e spietati, un mondo in cui la giustizia è una pratica per difetto, esposta al vento di interessi opachi, inconfessabili. -
Morte a Torino. Uno sbirro napoletano sotto la Mole
Autunno 1994. Il vicequestore Giuseppe Pedante, nativo di Torre Annunziata, capo della Squadra Mobile di Torino, è alle prese con un inafferrabile omicida, che agisce con la feroce determinazione e il piacere di provocare sofferenza e d'uccidere, di sentirsi padrone non della vita, ma della morte, un modo per sottrarre se stesso alla condizione di mortale, o almeno di vendicarsene. Di fronte a un simile abominio, i componenti la squadra si sentono invasi dalla profonda tristezza per la sorte delle vittime e dalla volontà d'assicurare alla giustizia un criminale tanto brutale, che rappresenta un reale pericolo di reiterazione di gravi delitti. La caccia si presenta ardua e intricata, il colpevole sfugge con diabolica abilità. Si concluderà in concomitanza con la catastrofica alluvione che il 4 e 5 novembre colpisce Piemonte e Liguria, quasi per un intervento del cielo a favorire l'azione dell'irriducibile vicequestore. Un Maigret napoletano nella piccola Parigi italiana. E, per finire in dolcezza, una breve carta di dolciumi partenopei. -
La grande guerra dei piemontesi
La prima guerra mondiale raccontata dal punto di vista dei piemontesi, che pagarono un pesante tributo di sangue alla causa bellica. Il volume descrive la situazione socioeconomica piemontese allo scoppio del conflitto, le classi richiamate a combattere, la terribile vita di trincea e il supporto dei religiosi cattolici e protestanti, la posta dei soldati e la censura di guerra, la difficile riabilitazione dei mutilati, il fenomeno della diserzione, le fucilazioni e i tribunali di guerra. E poi, il conflitto nella prospettiva delle popolazioni rimaste in Piemonte: le durissime condizioni di lavoro delle maestranze militarizzate, i profughi, le iniziative di beneficenza per i soldati e le loro famiglie. Infine, quel che resta dopo la guerra, la memoria: gli eroi piemontesi chesLsono distinti in combattimento, i monumenti ai caduti,! canti della guerra, gli ex voto disseminati nelle chiese di tutta la regione. Uno straordinario apparato iconografico, in gran parte inedito, proveniente da archivi nazionali e privati, testimonianze, diari di guerra e cronache dell'epoca: un dettagliato affresco della vita quotidiana dei terribili anni 1915-1918, per portare il lettore al centro della storia. -
Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile. Torino e le sue TV. Una storia semiseria
Nella Torino degli anni Settanta, tra fabbriche e lotte sociali, un gruppo di giovani dà vita a un sogno destinato a rivoluzionare profondamente le abitudini degli italiani: la tv privata. Riccardo Humbert, che fu uno di quei pionieri, rievoca in questo libro la nascita delle emittenti torinesi, dipingendo con lucida ironia un grande affresco fatto di situazioni paradossali, personaggi surreali e trasmissioni diventate icone di un'epoca: dallo spogliarello delle casalinghe agli esordi di Piero Chiambretti, dal «pinotismo» del Mago Gabriel ai programmi di cucina. Un'opera dedicata a quella rivoluzione televisiva che cambiò per sempre il costume degli italiani. -
Erdogan il nuovo sultano
La Turchia è destinata a rivestire un ruolo geopolitico decisivo nella regione mediorientale. Dopo il fallito golpe del luglio 2016, il leader turco Recep Tayyip Erdogan è tornato protagonista della scena politica esercitando un governo sempre più autoritario che ha contribuito a inasprire le tensioni, sia sul fronte interno sia sul fronte internazionale. L'opposizione accusa l'AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) di governare il Paese con pugno di ferro, mentre il leader turco promette di ripristinare ordine e stabilità presentandosi come l'uomo forte al comando. L'autorevole studioso turco Soner Cagaptay inquadra l'ascesa politica di Erdogan in una panoramica della storia della Turchia moderna, illustrando come il leader turco abbia consolidato il suo potere e quale sia la sua visione del Paese. Un libro che racconta come Erdogan ha plasmato una Turchia sempre più islamica e s'interroga sulla stabilità della sua leadership presentando le varie anime del fronte del dissenso, tra cui i giovani liberali, il movimento gùlenista, le forze armate e la comunità curda. Prefazione di Daniele Santoro. -
Putin segreto
Secondo la rivista statunitense Forbes, Vladimir Putin è «l'uomo più potente del pianeta». Di sicuro, si tratta di una delle personalità politiche più influenti degli ultimi decenni, e sulla scena internazionale continuerà a svolgere un ruolo fondamentale anche nei prossimi anni (e la nuova Russia con lui). Ma chi è davvero Putin? Uno zar autoritario? Un James Bond manipolatore addestrato dal KGB, capace di mettere in serio pericolo la pace internazionale? Oppure un leader lungimirante, antitesi del politicamente corretto, che difende gli interessi del proprio Paese e gli equilibri geopolitici mondiali? Forse è tutto questo, e anche il suo contrario. In questo libro, Vladimir Fédorovski ne racconta la storia segreta, tracciando un ritratto in grado di dare molte risposte a questi interrogativi: dagli esordi come agente del KGB nel decennio 1970-1980 agli anni del postcomunismo, dall'ascesa come capo dell'Intelligence di Eltsin sino alla nomina a primo ministro negli anni più caldi del conflitto ceceno, in un clima crepuscolare di fine impero, dominato dalla pesante influenza degli oligarchi e dai clan della vecchia nomenklatura. Un viaggio per conoscere e capire meglio l'ideologia, i metodi e la personalità dell'uomo che da quindici anni è il padrone incontrastato della Russia e uno dei protagonisti assoluti dello scacchiere geopolitico internazionale. -
Il '68 a Torino
27 novembre 1967: un gruppo di studenti si barrica nell'aula magna di Giurisprudenza, a palazzo Campana, sede delle facoltà umanistiche. Protestano contro un'università elitaria e baronale, contro una società che esclude ampi strati della popolazione dal diritto a studi superiori, ma discutono anche di ""condizione operaia nella città del benessere"""". E la scintilla che innesca il '68 italiano. Sei mesi prima del Maggio francese. Come si è arrivati a quell'atto di ribellione destinato a mutare in maniera irreversibile i fondamenti della società italiana? E perché proprio a Torino? Gian Vittorio Avondo ricostruisce il contesto storico di una città che in tutto il Novecento ha conosciuto una forte continuità di proteste operaie, anche sotto l'occupazione tedesca, fino agli scontri di piazza Statuto del 1962. Il libro narra la cronaca del '68 torinese e analizza le peculiarità di un movimento che vedrà uniti studenti e operai, per tutto l'anno seguente protagonisti nelle vie e nelle piazze della """"città-fabbrica"""". Un anno di manifestazioni, picchetti e cortei, raccontati attraverso i documenti dell'epoca e le ricostruzioni dei protagonisti. E poi l'eredità del movimento: l'""""autunno caldo"""" e la galassia dei gruppi della sinistra extraparlamentare, le grandi battaglie civili che hanno modernizzato il Paese, le avvisaglie degli anni di piombo. Con uno straordinario apparato iconografico, in parte inedito, proveniente da archivi cittadini pubblici e privati."" -
35 borghi imperdibili. Toscana Nord
Un libro per conoscere una Toscana diversa dal solito, nelle province di Massa-Carrara, Lucca, Prato, Pistoia e Pisa. Canyon, grotte e così tanti castelli da far invidia a Scozia e Irlanda, con borghi di pietra battuti in ogni tempo da eserciti e pellegrini, pastori, banditi e carovane di mercanti. Una Toscana che nasconde preziosi giardini e orti segreti che richiamano appassionati da tutta Italia e dall'estero, intrisa di Medioevo, ricordato da tantissime rievocazioni storiche, sfilate con cavalieri, arcieri, giullari, maestri di falconeria. Dal biancore delle Alpi Apuane, dove si estrae il marmo più pregiato del mondo, alla Lunigiana, culla di una misteriosa e affascinante civiltà preistorica; dall'eleganza delle ville medicee sulle colline di Prato all'aspra bellezza della montagna pistoiese; dalla Garfagnana all'entroterra pisano: non c'è uno di questi 35 borghi che non abbia una storia da raccontare, un segreto da svelare, un delizioso piatto tipico da offrire al visitatore attento e curioso. Per ogni borgo, una scheda con itinerari d'accesso, informazioni pratiche per la visita, approfondimenti su storia, arte, natura, prodotti tipici, tradizioni culturali ed enogastronomiche. L'altra Toscana: da scoprire con lentezza. In ogni stagione. -
35 borghi imperdibili. Toscana Centro Sud
Nelle province di Firenze, Siena, Livorno, Arezzo e Grosseto, come in nessun altro luogo al mondo, si è conservata l'antica organizzazione urbana del borgo: piccoli centri raggruppati intorno a un castello e all'interno di mura fortificate. L'autrice ne ha selezionati alcuni tra i più noti, ma anche altri inattesi, lontani dai soliti itinerari, per guidare il lettore alla scoperta di una Toscana inedita. Ci sono i centri che hanno dato i natali a personaggi come Leonardo Da Vinci, Giovanni Boccaccio, Roberto Benigni; borghi che conservano alte torri da cui ammirare le dolci campagne toscane; altri nascosti oltre i vigneti e gli ulivi, raggiunti da antiche vie di comunicazione, strade bianche e lunghi viali di cipressi. Villaggi che dominano la costa da alte scogliere, altri arroccati su massi o abbarbicati ai piedi di una montagna. Ognuno ha la propria storia, la propria leggenda. Il modo migliore per scoprirla è sedersi al tavolo di una trattoria, ordinare un calice di vino, poi percorrere le antiche vie lastricate e andare alla ricerca delle opere d'arte antica o contemporanea all'interno di castelli, palazzi storici, pievi, piccoli musei. Per ciascun borgo: itinerari d'accesso, informazioni pratiche per la visita, approfondimenti su storia, arte, natura, prodotti tipici, tradizioni culturali ed enogastronomiche. Un viaggio straordinario nel cuore della civiltà toscana. -
35 borghi imperdibili lungo il Po
Nei suoi oltre 650 chilometri, il Po bagna quattro grandi regioni, ascolta tanti dialetti, annusa i profumi di cucine antiche e diverse, sfiora borghi e monumenti che hanno storie disparate. Ma ovunque chi vive il Po ha un rapporto con il fiume, un legame comune dal Monviso al Delta. Il Po è un orizzonte sicuro. Il Po è storie da raccontare, è tradizioni di popoli e famiglie, il Po è cascine, castelli e palazzi, è l'amico di quasi tutti i giorni e il nemico pericoloso, torbido e indomabile dei giorni peggiori. Sulle sue sponde si muovono viaggiatori curiosi e lenti, attenti al buon cibo, all'ambiente, ai racconti che vai la pena ascoltare. Le piene, le guerre, gli spostamenti del letto del fiume, la modernità miope hanno segnato il tessuto urbano dei centri lungo il fiume e il paesaggio agricolo. Ma anche in borghi a prima vista meno appetibili di altri più celebrati, si possono trovare bellezze straordinarie e poco note, piatti della tradizione frutto di un sapere contadino tramandato per secoli, oasi di pace e biodiversità dentro campagne troppo antropizzate, storie incredibili e personaggi memorabili da scoprire. 35 borghi lungo il corso del grande fiume: itinerari d'accesso, musei, informazioni pratiche per la visita, approfondimenti su storia, arte, natura, prodotti tipici, tradizioni culturali ed enogastronomiche. Un viaggio straordinario alla scoperta della civiltà del Po. -
Vezzolano. Guida alla canonica regolare di Santa Maria
Una guida completa e aggiornata per conoscere tutti gli aspetti della canonica regolare di Santa Maria di Vezzolano. Un testo documentato che si avvale del contributo di esperti, ma dallo stile agile e scorrevole, adatto a tutti, per una visita informata e consapevole di uno dei più insigni edifici del romanico piemontese. Con un ricchissimo apparato iconografico realizzato ad hoc. -
La ragazza della Crocetta
La giustizia è come un palloncino sgonfio che si deforma di continuo, passando dalla mano di chi vuole punire a quella di chi pensa a sottrarsi e a sfuggire. Le leggi si accavallano a favore degli uni e degli altri a seconda delle urla di piazza. Chi non ha voce per farsi sentire è dimenticato. ""La ragazza della Crocetta"""" è la storia di un piccolo caso: il presunto suicidio di Lucia, una studentessa di 16 anni. Un fatto che in apparenza non merita le fatiche di un'indagine giudiziaria. Ma il pm Silvia Matteis non sembra pensarla così. Lei, alla giustizia, continua a crederci, e non accetta l'andazzo scontato del tentacolare palazzo di Giustizia di Torino. I colleghi la ostacolano. L'agente di pubblica sicurezza che fa parte della sua équipe va troppo per le spicce con la procedura. Solo il vecchio procuratore capo la osserva in silenzio, e le affida un dossier scottante, da trattare con le pinze: un caso di tangenti pagate per favorire un'azienda che lavora sul passante ferroviario. Nessuna connessione con il caso di Lucia. O almeno così sembra. Ma che cos'è davvero successo in quel palazzo della Crocetta? Pagina dopo pagina, il suicidio di una ragazzina diventa la chiave per qualcos'altro..."" -
Le colpe del nero. Un pomeriggio di paura a Torino
Alberto Locatelli, discusso leader del Fronte Indipendentista Padano, decide di inaugurare il suo tour elettorale in vista delle vicine elezioni politiche con una visita al Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino, dove sono rinchiusi gli immigrati che attendono il rimpatrio forzato. Durante la visita, però, qualcosa va storto: un immigrato lo rapisce e si rinchiude con lui all'interno della propria cella. Ben presto si capirà che l'operazione non è casuale, ma è stata organizzata fin nei minimi dettagli dall'anima autonoma e anarchica della città. A complicare la situazione, ci si mettono anche gli interessi politici che ruotano attorno al sistema dell'immigrazione in Italia, gli intrecci di potere che condizionano le scelte di chi dovrebbe assumersi la responsabilità di risolvere quel brutto pasticcio e la presenza dei movimenti di estrema destra davanti al CIE. Al commissario Riccardo Montelupo viene affidata la gestione della crisi; ben presto si renderà conto che la situazione è più complessa di quel che si sarebbe immaginato. E mentre Torino brucia, il corpo di una giovane donna di colore viene trovato ai giardini Ginzburg di corso Moncalieri. -
La seconda guerra mondiale in Val di Susa
Lo storico ed esperto di architettura militare Pier Giorgio Corino racconta la seconda guerra mondiale in vai di Susa. Con un apparato iconografico d'epoca, in parte inedito, proveniente da importanti archivi storici e privati, il libro descrive le linee di fortificazione sul confine con la Francia, fa il racconto puntuale e documentato delle battaglie del giugno 1940, dell'armistizio e degli anni di presidio alla frontiera, poi l'8 settembre e la nascita della Resistenza in valle, la Repubblica Sociale e gli ultimi, drammatici mesi del conflitto, segnati dalla guerra civile. Ma anche la vita quotidiana dei militari e dei civili in quei terribili anni, attraverso i diari dei protagonisti. Un ritratto vivido del più importante e delicato teatro di guerra piemontese durante il secondo conflitto mondiale. -
Sui sentieri della libertà. Escursioni sui percorsi partigiani in Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia
Una selezione di itinerari escursionistici sui sentieri che hanno fatto la storia della Resistenza nel Nordovest. Dalla val Maira all'incredibile vallone degli Invincibili in vai Pellice, terra di lotta contro l'oppressore sin dai tempi delle persecuzioni dei Valdesi; dalla valle Angrogna al monte Genevris, dove operava la Divisione Autonoma Val Chisone; dalla vai Sangone al colle del Lys, teatro di uno dei più drammatici eccidi partigiani; e poi ancora le valli di Lanzo, la valle di Gressoney nella bassa Val d'Aosta, l'Ossola e il Varesotto. Per ogni itinerario, una dettagliata scheda tecnica con cartina e tutte le informazioni utili per il lettore, approfondimenti sulle battaglie partigiane combattute nei luoghi toccati dall'escursione e sui protagonisti di quei venti mesi di lotta contro il nazifascismo. Luoghi, personaggi, storie, eventi della lotta partigiana. Per camminare sui sentieri della storia. -
Le grandi battaglie della linea gotica
Agosto 1944 - aprile 1945: venti mesi di durissimi combattimenti sulla Linea Gotica, un fronte di oltre 300 chilometri che dalle Alpi Apuane raggiunge la costa adriatica tra Rimini e Pesaro, passando per le colline della Garfagnana, i monti dell'Appennino modenese, pistoiese e bolognese, l'alta valle dell'Arno e l'Appennino forlivese. Una linea di difesa che Kesserling utilizzò con maestria per contrastare l'offensiva angloamericana di Alexander e di Clark verso la pianura padana. Uno scontro spietato, combattuto con ogni mezzo e astuzia militare, che coinvolse centinaia di migliaia di soldati, ma anche i partigiani e le popolazioni locali nella ricerca di sopravvivenza e riscatto. E se le diverse battaglie che si svolsero da un capo all'altro delle sponde tosco-emiliane con ogni probabilità non furono determinanti per l'esito finale della guerra in Europa, è indubbio che rappresentarono straordinari esempi di determinazione operativa sia in attacco sia in difesa, coinvolgenti scontri tra diverse tattiche di combattimento che non lasciarono nulla al caso. Un moderno confronto multinazionale tra uomini di svariate origini, mentalità, ideologie e formazione sociale e militare che in molti aspetti prefigurarono gli sviluppi futuri delle operazioni militari. Luoghi, personaggi, reparti, armi e mezzi di combattimento. -
Inferno in Church Street
Geoffrey Webb viene rapinato nel parcheggio di una sperduta stazione di servizio in Oklahoma. E questa situazione gli sta benissimo. Anzi, all'aggressore propone un affare: intascarsi i tremila dollari che ha nel portafoglio in cambio di cinque ore di automobile fino a Little Rock, Arkansas. Ha bisogno di confessarsi. E comincia a raccontare al rapinatore la sua strana, terribile storia. Qualche anno prima ha avuto un'illuminazione: «La religione è il lavoro più geniale mai inventato, perché nessuno perde soldi fingendo di parlare all'uomo invisibile che sta lassù». E dunque diventa cappellano di una chiesa battista di Little Rock, dove s'integra benissimo in un gruppo di giovani credenti ai quali propina i suoi sermoni. Tutto sembra filare liscio, ma poi incrocia Angela, la figlia del pastore, un'adolescente grassoccia, priva di fascino, il cui sguardo azzurro, vuoto, gli fa un effetto istantaneo. E quando lo sceriffo corrotto della città scopre la tresca clandestina, comincia una storia d'amore e di morte in cui Dio non c'entra proprio nulla, un inferno di violenze a catena. Perché il Male esiste e segue il suo corso casuale e implacabile, impossibile da fermare. Fino all'inevitabile, espiatoria conclusione. Una scrittura irriverente e diretta. Un'atmosfera singolare, un ritratto spietato dell'America profonda e della violenza iscritta nel suo codice genetico, una cruda riflessione sul male e sulla colpa. -
Le api dei cappuccini
All'inizio è la tragedia. Irrimediabile, casuale. Come spesso è una tragedia. Dopo, niente è più lo stesso. Avvelena la vita, la tragedia, cambia gli orizzonti, le prospettive, gli obiettivi. Trasforma il pensiero, i suoi meccanismi consolidati. E impone la ricerca d'una spiegazione - inutile quasi sempre, condizionante spesso, consolatoria talvolta. Per qualcuno che, come Lola, sta sul confine mobile tra il giusto e l'ingiusto, tra legalità e illegalità, tra coscienza individuale e norma collettiva, poi, non è raro che la tragedia invochi vendetta. E la vita, allora, diventa ossessione. Non ti diremo qui e ora, lettore, qual è la tragedia (l'ossessione) di Lola. Ma sappi che, se affronterai questa nuova, inquietante, straordinaria avventura, non potrai non avvertire uno scarto, un cambiamento. Forse un punto di non ritorno. Lola reagisce alla tragedia com'è nel suo carattere, e cerca vendetta. Insieme agli amici e compagni di sempre e con l'aiuto di un nuovo alleato, indaga, insegue responsabilità e moventi, persegue con ostinazione il disvelamento dell'unica verità che per lei conta, in una caccia all'uomo (alla donna?) che non accetta sconti né teme lo scorrere del tempo. Perché la ricerca della vendetta inquina e infine diventa il tempo della vita. Lola sa bene che, alla fine della ricerca, per lei non resterà nulla da fare, da desiderare, da amare. Ma non importa. Poi, certo, le cose non sono sefnpre come appaiono, e anche Lola sarà costretta ad accettare una verità diversa (ma non meno dolorosa) rispetto a quella per cui ha combattuto. E sarà allora che Lola deciderà di allontanarsi, di stare alla larga dal mondo. Lola sa che deve diventare invisibile. Lola sparisce alla vista. Lola parte. Lola... -
Dal Piave a Vittorio Veneto. Una storia diversa
«Resistere! Resistere!» era stata la parola d'ordine del governo e del re all'indomani della catastrofe di Caporetto, nel tardo autunno del 1917. E infatti, sulla linea del Piave, si organizza una disperata resistenza contro le dilaganti forze austrotedesche. Dopo le sanguinose battaglie d'arresto e l'epica resistenza sul monte Grappa, con la fine dell'inverno le sorti della guerra cominciano a cambiare. Si combatte senza tregua nelle paludi del basso Piave, dove la Marina dà un contributo fondamentale, e sui cieli del Nordest, dove gli assi dell'Aviazione riescono a garantire una copertura essenziale alle truppe di terra, fino alla battaglia del Solstizio, ultimo imponente tentativo offensivo austrotedesco, vanificato da un esercito italiano ormai riorganizzato, ricostruito nel morale e nei mezzi bellici, capace di straordinari sacrifici, ma anche, questa volta, di un'impeccabile dimostrazione di capacità tattiche e strategiche. Infine, l'offensiva finale di Vittorio Veneto, con il trionfale passaggio del Piave, la rotta disordinata del nemico e l'armistizio di villa Giusti. Con un apparato iconografico e le testimonianze dei protagonisti e dei cronisti dell'epoca. Per portare il lettore al centro della grande storia.