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Brandelli di uno scrittore precario
Forse. La precarietà si nutre di forse. Ma lo scrittore precario ha pure una certezza: quella di essere uno scrittore anche se non vende milioni di copie, anche se non va da Fazio a promuovere la sua ultima fatica, anche se sta fuori da qualsiasi classifica. Lo scrittore precario scrive comunque, e scriverà sempre, al di là di ciò che potrà capitargli, in un caso o nell'altro, perché la sua identità coincide con la scrittura e vive attraverso di essa; scrive perché le viscere esplodono, le mani sanguinano, il cervello è in subbuglio, il cuore grida, e intanto qualcosa - o molto - sopra al foglio compare: scava nel mistero dentro di sé e lo rende materia concreta. -
Colloqui con Guglielmo Ferrero. Seguiti da Due Discorsi di Guglielmo Ferrero
I Colloqui, come osserva Bogdan Raditsa, «racchiudono la quintessenza del pensiero di Ferrero, le prime origini e gli ultimi sviluppi». Del resto si tratta di un'opera oggi rarissima, uscita nel 1939, accompagnata, in chiave antologica, dalle Grandi Pagine di Guglielmo Ferrero. Di qui l'idea di ripubblicare in forma autonoma nella Biblioteca di scienze politiche e sociali l'intervista di Raditsa a Ferrero, unitamente ai soli Discorsi sulla filosofia della storia e su Machiavelli, tra l'altro già presenti nel volume originario. I Colloqui sono particolarmente importanti dal punto di vista della ricostruzione di ciò che si può definire il ruolo della mano invisibile sociologica nel pensiero di Ferrero. Come mai un evento si trasforma nel suo contrario? Come mai una rivoluzione democratica produce il suo opposto, la tirannide? Quali sono le condizioni della libertà? Qual è il ruolo della paura nella vita politica e sociale? Quanto contano le istituzioni? Quanto frenano la libertà umana, soprattutto quando illegittime? Ecco i rovelli cognitivi intorno ai quali Ferrero lavorò fino all'ultimo in modo intenso, addirittura sfibrante, interrogandosi sul grande scenario degli effetti imprevisti delle azioni sociali. Sotto questo aspetto il suo pensiero culmina in una sociologia della libertà. -
I giganti. Storia di basket e acciaio
I Giganti è un racconto sui riscatti e sulle sconfitte, parla di vita e di morte, di libere scelte e di rinunce. Lo sport è il sogno, il lavoro è il dovere. Per Gianni il dovere è rimanere attaccato alle passioni per non uccidere il bambino che ha dentro. Michele invece non può permettersi il lusso di far vivere quel bambino, nella sua vita irrompe il lavoro duro, gli incidenti, la fatica. I giganti sono quei ragazzi altissimi che puoi incontrare in un campo di basket. I giganti sono gli impianti industriali come l'altoforno. I giganti sono quelli che si alzano la mattina presto, fanno un lavoro duro, eppure vanno avanti per guadagnarsi di che vivere anche a rischio della vita stessa. I giganti sono coloro che non smettono di sognare. -
Piombino racconta. Storie di una città di mare
"Da ricordi diventati racconti, alcuni più semplici altri più sapientemente costruiti ma nessuno mai banale, nasce questo piccolo libro nel quale la memoria delle cose diventa voglia di comunicare pezzetti di un mondo ormai scomparso. Un bell'affresco, vivace e variegato, dipinto a più mani, un coro a più voci che si amalgamano a formare un'unica sinfonia. Riemergono dal passato episodi, figure e volti che pensavamo di aver dimenticato, ognuno presentato da un diverso punto di vista, ma tutti necessari a delineare la forma della nostra comunità, a descriverne i pregi e i difetti e, soprattutto, le caratteristiche passate che allungano i loro rami nella nostra comunità di oggi."""" (Lucilla Lazzarini)" -
Le aspirazioni mortali o dei crimini d’autore
Un famoso torneo letterario mette in palio la pubblicazione del romanzo con una prestigiosa casa editrice. Undici scrittrici emergenti assassinate con l’arma apparentemente più innocua. Un terrorista internazionale ricercato dall’Interpol. Un magistrato e un ispettore di polizia giudiziaria indagano. La lotta intestina per emergere in un mondo pieno di ipocrisie e il potere distruttivo delle invidie di persone che potrebbero scoprirsi vittime e carnefici al tempo stesso. Un giallo un po’ nero in cui non esiste pentimento perché l’invidioso finisce di essere tale solo quando cessa la causa della sua ossessione. -
Ukraina. Stranieri amori alle soglie della guerra
"Ukraina. Stranieri amori alle soglie della guerra"""" è un romanzo che si riferisce a personaggi e ad eventi reali, di cui l'autore ha fatto esperienza e su cui si è scrupolosamente documentato, relativi all'epoca che intercorre tra la Rivoluzione arancione del 2004 e i fatti che hanno interessato il paese fino agli inizi della guerra nel Donbass e la Strage di Odessa del 2 Maggio 2014. L'intreccio è basato su una contrastata vicenda erotica che ha a protagonisti Luigi Perlini, un albergatore riminese che si avventura in terra ucraina alla ricerca di una compagna, e due giovani donne che egli conosce in un'agenzia matrimoniale di Odessa tramite la titolare, sua cara amica." -
Stelle cannibali
Un libro di racconti sociali che inducono a riflettere; obbligano a riflettere. Ognuno ha un filo conduttore: la prepotenza. Ecco perché sono legati. Ogni racconto è attinto da fatti realmente accaduti; una sorta di libro neorealista. Per dirla alla Joyce: ""Il racconto ha per natura un ottanta per cento di verità e un venti di fantasia; se la percentuale cambia possiamo parlare di cronaca o fiaba, non più di racconto""""."" -
Senza tono né suono-Sin ton ni son. Ediz. bilingue
"Versi spezzati, alla ricerca continua di un dialogo, che vogliono farsi notare. Anche se è soltanto l’eco, l’illusione di essere ascoltati. La caratteristica peculiare delle poesie di Félix Luis Viera va ricercata in un atteggiamento romantico tra il desiderio di avventura e la necessità di un sostegno spirituale, di un interlocutore esplicito. Le ferite della sua lirica mettono in evidenza quello che un tempo ha rappresentato la forza della nazione, l’armatura della patria, la base delle speranze sociali, dopo una rivoluzione frustrata e un esilio sopportato per decenni. Sono versi spezzati esternamente, contestualizzati agli eventi cubani, ma anche al loro interno perché si sente che trasmettono con intensità verbale le esperienze che sono servite da motivazione. Per questo – e perché l’autore è stato molto duro con se stesso, quando ha deciso nel 2002 di non scrivere più poesie – la sua antologia definitiva (Sin ton ni son) è diventata un corpus lirico importante che va affrontato con adeguata preparazione. La prima domanda che ci facciamo è perché il titolo definitivo di Sin ton ni son. Prima di tutto perché il primo libro di Viera aveva il suggestivo titolo – uno dei migliori nella poesia cubana – di Una melodía sin ton ni son bajo la lluvia; poi perché la ben nota frase popolare indica che Félix Luis Viera non teme assolutamente chi disprezza la creazione artistica, né chi cerca in essa qualche utilità pratica. La locuzione Sin ton ni son serve al poeta per dire ai lettori che lui scrive per il puro e semplice gusto di scrivere, perché da buon amante della poesia colloquiale utilizza senza alcuna leziosità sia un modo di dire che una parola volgare, un grido popolare come le conversazioni a tavola di un gruppo di operai o di dottori, cercando soltanto una totale spontaneità. La selezione delle poesie è stata compiuta in maniera rigorosa dallo stesso autore. Affrontare la lettura di Sin ton ni son – lo ripeto – pretende preparazione. Felix Luis Viera si tiene lontano dal modo ordinario di antologicizzare e non si limita a disporre le poesie in ordine cronologico. Una simile routine è distante mille miglia dalle sovversive intenzioni dell’autore, che comincia con Mi coronel, poesia composta nel 1969, ma non termina con una lirica del 2002 – anno in cui dice di aver smesso di scrivere poesie – quanto con l’emblematica Esquema de los amantes clandestinos, composta nel 1991. (...) Sono molte le poesie nelle quali il paradosso acquista progressivamente rilievo, trasformandosi in un vero e proprio leitmotiv. Il paradosso, figura retorica costruita usando grande ironia, indica rottura degli schemi logici, come ne La más hermosa primavera o nel deliziosamente allegro e armonioso Prefiero los que cantan. La poesia A veces, invece, è un vero e proprio antidoto a base di paradosso contro la trivialità della routine, per contrasto, contro quel che attendiamo che accada sempre nello stesso modo, contro il grigiore della ripetitività e dei luoghi comuni. In Elegía para este hombre perfecto – satira sul cosiddetto uomo... -
Aspettami con uno spritz
Ho incrociato lo sguardo di Tania per la prima volta quando avevo 16 anni, nel corridoio del liceo artistico. È diventata la mia migliore amica grazie ad un piatto di penne con i gamberetti, quando di anni ne avevo 19, durante gli anni dell’Accademia di Belle Arti. Credevo di averla persa per sempre intorno ai 25 anni, quando le nostre strade si sono divise per colpa di un amore finito. Oggi, che di anni ne ho quasi 50, so con assoluta certezza che non perderò mai: lei sarà per sempre la mia migliore amica, anche se in modo diverso da quello che avevo immaginato. La persona a cui avrei affidato la mia stessa vita. -
Pier Paolo Pasolini. Il cinema, l'amore & Roma
“Pensiamo un momento solo alla fondamentale importanza che ha sempre avuto nella cultura occidentale l’amore; come dall’amore siano venute le grandi costruzioni dello spirito, i grandi sistemi conoscitivi; e vedremo che l’omosessualità ha avuto nella vita di Pasolini a Roma lo stesso ruolo che ha avuto l’eterosessualità in quella di tante vite non meno intense e creative della sua. Forse una simile operazione era riuscita in passato soltanto a Rimbaud a Paris”. Alberto Moravia -
Le immaginate
“I sei personaggi” di Pirandello erano “in cerca di autore”. Immaginiamo, al contrario, personaggi femminili della letteratura, del cinema, delle opere musicali, delle arti, ormai autonomi dai loro autori, che scalpitano, vivono di vita propria, reclamando libertà di parola. Un po’ come Pinocchio che, appena presa vita attraverso le mani di Geppetto, scappa per andare incontro al mondo. Con questa antologia abbiamo voluto raccontare, in forma di monologo, donne non reali, ma nate dalla fantasia dei loro autori. Per noi, però, altrettanto vive. Quante eroine ci sembra quasi di conoscere oltre le pagine che le racchiudono. Ormai fanno parte del bagaglio culturale di ciascuno di noi, sono diventate vecchie conoscenze, talvolta care amiche. E in grado di dirci ancora tante cose. Questa raccolta di racconti vuole, ancora una volta, valorizzare l'opera delle donne nel corso della storia, anche quelle immaginate da altri nella scrittura, nella musica, nelle arti. Ognuna di queste 52 eroine, acquista una vita propria attraverso il monologo che ogni autore ha scritto per lei e che, pur rifacendosi alla storia del personaggio, si colora di un tono del tutto personale e fantasioso. -
Ucraina, appunto una guerra. La vita scorre fuori dai margini
Cracovia, febbraio 2022. Un esodo biblico invade la città. Un triste fiume di gente in fuga dalla guerra, che vaga senza meta, dorme allo stadio o in stazione, tra la ricerca di un alloggio e di un'offerta di lavoro. Un fiume che si agita alla ricerca di documenti, passaporti e soldi, euro, zloty e dollari. Un moto continuo da Est verso Ovest alla ricerca della salvezza, alla mercé di approfittatori e burocrati che nel disfacimento globale riescono a trovare sempre nuove procedure per etichettare, classificare, registrare, tradire e sfruttare per poi dimenticare e abbandonare queste persone al loro destino. Il testo si presenta come il racconto in prima persona di un giovane, che, dopo essere fuggito dall'Ucraina cerca di iniziare una nuova vita, raccogliendo le storie di Mila, Margot e altre per evitare che vadano perdute. Il protagonista troverà un impiego notturno in albergo, dove sarà dimenticato dalla storia. -
Il cielo prima di tutto
Carta d'identità: Poeta. Maneggiare con cura. Si può cadere, per poi volare. -
Io sono vita!
"Non avevo mai pensato che la vita mi dovesse qualcosa. Io che porto questo nome da quando sono nata, ho sempre combattuto perché almeno il diritto di sopravvivenza mi fosse garantito. Io, Vita Fiorenza Clara Giacosa, quel diritto me lo guadagnai col sudore e con il sangue, ricevendo e dispensando violenza e morte. Non ho scelto di nascere in un mondo senza luce e senza speranza, dilaniato dalla fame e dalla povertà, dalla guerra e dalla barbarie. Ho solo fatto ciò che dovevo per salvarmi la pelle. Ho imparato a essere cane di strada o lupo, spesso solitario, ma sempre famelico, poiché mangiare è fondamentale per sopravvivere, e rispondere colpo su colpo a chi vuole sopraffarti è l’unico modo per non soccombere.""""" -
Un arcipelago di voci. Poeti delle isole toscane per l’ecologia integrale
Questa antologia nasce da una proposta del Circolo Laudato Si' Elba, una realtà che si ispira all'ecologia integrale della “Laudato Si'”, l'enciclica sociale di papa Francesco (2015) sulla cura del pianeta e dei suoi abitanti. Hanno risposto trentasette poeti delle isole toscane, con 87 poesie: un atto di amore per questo mare, queste terre e l'intero creato nel tempo dell'emergenza climatica. Il volume si chiude con gli interventi di Nunzio Marotti, Animatore Laudato Si' e referente del Circolo, di Claudio Damiani, poeta e scrittore, e di Giampiero Sammuri, Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. -
L'inconsistenza dei giorni
Il professor Camillo è perdutamente innamorato della baronessa Elvira degli Archi Cervi ma il suo è un amore impossibile poiché non è un aristocratico, e in realtà questo è il problema minore, la baronessa infatti è deceduta, diciassettenne, ormai da centotrentatré anni. Incantato davanti alla fotografia apposta sulla sua lapide non si avvede dell’orario e resta chiuso nel cimitero dove incontra un fantasma. Suo figlio Jonathan nasconde un angosciante segreto; la relazione con sua moglie Virginia non funziona; Camillo decide di attraversare una finestra spazio temporale per tornare nel passato e sistemare alcune faccende. Esiste un luogo a Trani, sotto il Belvedere, procedendo da via Venezia in direzione del Lungomare Cristoforo Colombo, scendendo verso la città e contando sei panchine, è quella ingrottata nello speco più profondo, dove questa finestra si può attraversare. -
Come un nomade metropolitano
Nell’aceto della penombra tossisco visioni squarciato da lance di luce. Un cane abbaia lontano il rauco abbandono. Appena nato il giorno muore. van Gogh mi guarda da un manifestino sotto vetro: il nodo azzurro della cravatta, lo sguardo di nuvola, il rosso del cuore nei capelli. Quasi prosciugato il Naviglio Grande; il letto piatto, ghiacciato. Algide scintille trae il sole. I gabbiani come cauti pattinatori. Striscia nel cuore il perlaceo serpente dell’alba. -
Il prezzo da pagare. Storie di donne e uomini ribelli, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili
Non c’è solo l’orgoglio contro il pregiudizio, perché sarebbe fin troppo semplice se in qualche modo, alla fine, non arrivasse un conto, un prezzo da pagare. Spesso, anzi quasi sempre, molto alto. Perché non ci sono mai autostrade nella corsa verso il progresso, non ci sono quasi mai porte aperte quando c’è da chiedere rispetto, eguaglianza, giustizia e libertà. Anche nei Paesi cosiddetti dei “giusti”, quelli dove si va a votare e si sceglie chi governa, non sempre è tutto scontato, tutto “gratis”. E dunque c’è sempre un obolo, un pedaggio che diventa gabella per chi decide di combattere per diritti fondamentali, quelli umani, quelli della civiltà. In questo libro ci sono 30 storie di ribelli, in gran parte poco conosciute. Non è solo un modo per dire grazie a queste persone, è un recupero di avventure per elevare i ricordi a testimonianza. Vivere “con” i ricordi e non “di” ricordi aiuta a preservare il futuro dagli errori del passato. Appunto, a tramutare gli esempi in memoria. E la memoria conta, dobbiamo farne buon uso. Tutti quanti. -
Alle corti dei re
Alfio e Irma abitano in una tipica corte lucchese e, da quello spazio comune che unisce le case e, come un filo sottile ma indistruttibile, anche le vite, commentano l'evolversi della pandemia, le storie vicine e lontane, le gioie e le catastrofi comuni e meno comuni. Uno sguardo semplice e popolare, che tocca tutte le sfumature della generosità e della malignità, della comicità e della sofferenza, dell'ignoranza e della condivisione. La realtà quotidiana della corte si pone come una sorta di cornice e di collegamento invisibile tra i racconti, due per ogni capitolo, che rappresentano i diversi e talvolta persino opposti punti di vista in gioco. Tutto è umano e, in quanto tale, se non giusto per i dettami della vetusta morale, senz'altro comprensibile per chi guarda con il cuore. I testi in prosa sono intervallati da poesie che sanciscono come una cerimonia solenne la verità di ogni storia, la credibilità e l'autorevolezza che risiede in ogni dolore, in ogni passione, in ogni tormento, in ogni emozione. -
Blade runner
“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…” Chi di noi non conosce questa frase pronunciata dal replicante Roy Batt un attimo prima di morire? Sono passati 41 anni e Blade Runner mantiene ancora oggi intatto il suo immutabile fascino. In questo volume, il più completo mai realizzato su questo capolavoro della fantascienza, l’Autore analizza i punti di contatto tra il film e il volume di Philip K. Dick Cacciatori di androidi, al quale è ispirato. Sono riportate le dichiarazioni del regista, dello sceneggiatore e dei componenti del cast e grande spazio è dato alla genesi del film, alle difficoltà nate durante la lavorazione e ai cambiamenti apportati dalla produzione dopo il flop delle due anteprime. Un film che deve il successo alla visionaria regia di Ridley Scott, alle folgorazioni visive le cui radici affondano nel noir e nell’hard boiled school, alla scenografia futuribile di Syd Mead, alle stampe di Hogart e alla magica musica di Vangelis. Pietra miliare del cyberpunk, Blade runner ha ispirato serie tv, videogiochi e decine di pellicole ed è considerato ancora oggi uno dei “cult movie” più osannati della storia del cinema.