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Il ventre della balena
Daniele Donati, imprenditore di successo, esperto di energia nucleare, nel 2010 decide di fare il colpo grosso, lasciandosi convincere da un politico corrotto a pagare una tangente per farsi assegnare l'incarico per la riattivazione di una centrale atomica sul lago artificiale del Brasimone. Contratto alla mano, ottiene dalla banca un prestito faraonico e pochi mesi dopo il lavoro può partire a vele spiegate. Nel 2011, però, il caso della centrale atomica di Fukushima getta il mondo nel panico e in Italia, il referendum contro il nucleare annienta i sogni, la famiglia e la vita di Daniele, che deve interrompere la costruzione della centrale e restituire il colossale prestito, ormai già speso. Daniele, piombato in un incubo, sfoga la sua rabbia cercando di distruggere il politico colpevole delle sue disgrazie. Questi, a sua volta, usa tutto il suo potere per difendersi e cercare di affondare definitivamente l'imprenditore. Entrambi non si fanno scrupoli a sferrare colpi bassi. In gioco la sopravvivenza di migliaia di persone e di un fotografo che da semplice spettatore diventerà protagonista... -
Il geopoeta. Avventure nelle terre della percezione
“Il geopoeta vede l’orizzonte oltre la mappa perché la geografia parla una lingua libera che ci conduce dalla percezione alla conoscenza.” Il Geopoeta. Avventure nelle terre della percezioneè il primo libro di Davide Sapienza da Camminando (2014). Intervallato dai racconti editi da Bolis (La vera storia di Gottardo Archie L’Uomo del Moschel), questo testo è il completamento del lavoro di riflessione ed esplorazione di tutte le tematiche che hanno distinto l’originale cammino editoriale dell’autore. Le “boe” della sua narrativa vengono definite da quindici anni di viaggi, riflessioni, saggi, conferenze, reportage, attività in pubblico (incontri e soprattutto cammini geopoetici) che hanno originato quel percorso narrativo capace di prendere vita nelle storie che nascono tra il territorio e la presenza umana, soprattutto, sviscerando ancora più a fondo l’idea di una poetica della geografia, intesa come materia omnicomprensiva, inclusiva di tutto. Per tale ragione, il lungo capitolo 1 (“La geografia è poetica”) è una vera dichiarazione programmatica, politica e soprattutto poetica: creatività ispirata ed espressa con intenzione, alla ricerca di storie sempre nuove e viste da angolazioni non convenzionali. É la sfida dell’autore in cammino, nel viaggio come essenza per trovare “linguaggi e non parole”. -
Le torte dolci e salate nella cucina della tradizione regionale
Torta è una parola magica, che riporta immediatamente a dolci fragranze e a occasioni festive. Tuttavia, la torta, come prodotto da forno, è anche un involucro di pasta salato, che può racchiudere verdure, formaggi, carni. Questo quinto volume della Biblioteca di Cultura Gastronomica percorre l'Italia alla ricerca delle ricette che ancora rappresentano una ricca e preziosa tradizione. Sono numerosissime le farce delle torte salate che utilizzano i prodotti d'eccellenza del territorio, ma anche quelle delle torte dolci non sono da meno: specialità inimitabili, dalla pastiera napoletana, al parrozzo abruzzese, alla cassata siciliana. Un tripudio di frutta - mirtilli, arance, castagne, mele limoncelle, mandorle, nocciole - guarnisce o costituisce l'amalgama dei dolci della festa. Al lettore scoprire quanto sia vasto questo mondo goloso. -
Bianchi. Una storia italiana
Bianchi uguale bicicletta, uguale ciclismo. Nome, marchio, colori inconfondibili: Bianchi ha tracciato la strada della bicicletta, ha fatto la storia del ciclismo. Una strada e una storia tutte da raccontare, come una lunga appassionante corsa iniziata che era ancora Ottocento e che oggi nel Duemila continua a far battere il cuore di milioni di appassionati. Di grande attualità contemporanea, le biciclette Bianchi sono strumento quotidiano e allo stesso tempo oggetto di culto sportivo: la garanzia della qualità, di durata e di eleganza, con in più il fascino dei grandi campioni e delle vittorie sulle strade di tutto il mondo. -
Case da sogno
"Case da sogno"""" è il racconto di un'idea di abitare che va oltre la natura specialistica dell'architettura d'interni e del design. Narra di un'aspirazione che ogni epoca ha inseguito con la propria sensibilità e cultura, affidandosi ai più diversi sistemi di comunicazione: letteratura, manuali, riviste, mostre e cataloghi di vendita prima, televisione poi, ed ora internet. Dal XIX secolo all'attuale rivoluzione digitale, si sono elaborate molte proposte in forma di manifesto o di consigli per migliorare l'estetica e la funzionalità del paesaggio domestico: """"Case da sogno"""" ne rilegge alcune, mettendo in luce nuove fonti e percorsi di ricerca; scorrono le ambizioni della """"House Beautiful"""" di Oscar Wilde e della """"casa che vorrei"""" di Lidia Morelli, la """"casa all'italiana"""" di Gio Ponti, il do it yourself americano sino alle proposte abitative di IKEA. Se persiste una visione """"ideale"""" della casa, è però accompagnata dalla descrizione di come questi """"ideali"""" mutino seguendo le trasformazioni culturali e sociali: alla crisi del concetto di """"tipo"""" che ha distinto l'epoca industriale, corrisponde oggi un cambiamento radicale della cultura dell'abitare, dispersa nei rivoli di molte tribù, quasi una metafora di quella """"società liquida"""" che ha disgregato i solidi concetti della prima Modernità." -
Trilogia della penombra
Nove anni di lavoro, di esperienza e di scrittura dell’autore racchiusi nel cofanetto “La Trilogia della Penombra” in edizione limitata. -
Nel silenzio c'era il vento
Il chiostro del monastero di Astino è un rifugio per Emanuele, quarantasette anni e l’inferno alle spalle. Un rifugio di ombra, sole e quiete, dove ama passare il tempo a fissare l’intarsio delle pietre millenarie, il campanile incorniciato dai boschi della collina. È la sua muta, disperata preghiera. Un giorno incontra Giulia, che lavora al bookshop del monastero e che di quel luogo conosce tutto. Sarà lei a portarlo dentro una storia che lega l’antico monastero alla figura, grande e terribile, di Bartolomeo Colleoni. Così, attraverso il racconto, si incontrano le aspirazioni del grande condottiero e le ferite dell’uomo comune, i desideri piú sconfinati e le lacrime nascoste. Nel silenzio di Astino le parole di Giulia si intrecciano con il mormorio del vento: un dialogo intenso e misterioso fra passato e presente. -
Le strade di Adele
Metà degli anni Cinquanta. Adele è una giovane prostituta, di famiglia contadina, che fa la vita sulla Paullese. Un giorno, per spezzare la monotonia invernale e la solitudine, in un momento di ""pausa lavorativa"""", si fa accompagnare da un cliente nel centro di Milano. Della grande città sa pochissimo e quel poco che sa la turba, la sconcerta, l'attrae e la respinge. Nel centro di Milano, ancora ferita dalle memorie della guerra, Adele si perde in un labirinto di strade e sfugge per puro caso a una retata notturna della polizia. Lei, e le sue occasionali compagne di strada, trovano riparo in via Rovello, dentro il Piccolo Teatro, dove si stanno svolgendo le prove dell'Opera da tre soldi, alla presenza di Bertold Brecht. Adele entra in un mondo parallelo, fatto di memorie partigiane e suggestioni teatrali, di miserie e nobiltà che l'accompagnano verso un finale a sorpresa..."" -
Il giardino in salita
Protagonista del racconto è un giardino a terrazze digradanti come ve ne sono nelle colline attorno a Verona. Nelle sue alterne vicende con le persone che lo animano, e con la città scaligera che fa da fondale prospettico - la ""bella Verona"""" shakespeariana -, il luogo agisce da ambientazione scenica, ma anche da sensibile, espressiva cassa armonica che fa risuonare il racconto. Barricato in una solitudine affollata di piante, Pietro lavorava nell'orto dalla mattina alla sera e chissà quali pensieri ruminava sotto il basco color caffè calzato sopra le orecchie: """"Nel giardino forse pensava il giardino, modellandolo nel pensiero come un'opera d'arte. E ne immaginava forse i sentimenti e i desideri, persuaso che la natura sia simile a noi più di quanto possiamo credere"""". Passato nelle mani di tre sorelle, il giardino precipita nel silenzio della non comunicazione, in un'insignificante freddezza che niente può consolare. Sembra quasi non rappresentare un'eredità desiderabile. """"Che ne sarà quando sarò morto?"""" sussurra Pietro ormai vecchio, in un sospiro appena udibile, quasi presentendo l'abbandono della creatura che gli era vegetata tra le mani. """"Nella forma in cui lo vedi adesso, non durerà neanche un mese..."""" dice alla minore delle tre figlie, l'unica contagiata dall'esperienza del giardino, irretita in un desiderio ossessivo e in un'irriducibile nostalgia, che la fa sentire in esilio da se stessa."" -
Arbogrammaticus
Arborgrammaticusoffre allo spettatore una selezione di scatti realizzati nelle lunghe campagne di alberografia/dendrosofia che Tiziano Fratus ha condotto nei boschi d’Italia e del mondo. Si tratta di fotografie cucite in un rigoroso bianco e nero, manifesto d’una personale lettura luterana dell’immagine. Arborgrammaticusè un neologismo, è parte di quel dizionario per “uomini e donne radice” che Tiziano Fratus è andato a imbastire nel corso delle sue ricerche. Dettagli di cortecce, cicatrici imposte dal Signore dei fulmini, alberi precipitati, disfatti, erosi, boschi di conifera trionfali, solitari segni bianchi in un magmatico respiro notturno, malinconiche foglie rapite dalla dissipazione autunnale, l’esplorazione degli umani e la meraviglia: dal silenzio e dal canto emergono gli scatti di un unico vasto bosco grande quanto il mondo. Tiziano Fratus medita in questi luoghi, accanto ai patriarchi del tempo, e ce li consegna col suo obiettivo. Il volume ospita un saggio introduttivo di Giuseppe Mendicino (Arezzo, 1960), storico e appassionato conoscitore delle culture della montagna. -
Ragazzi del Rio
Giovanni è un ragazzino alle soglie dell’adolescenza che, all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, vive nel quadrilatero di vie delimitato da vicolo Sottoriva, vicolo Chiavichette, un pezzetto di via XX Settembre e vicolo Terziario, che un tempo definivano l’antica contrada del Cavallo, a Mantova. I ragazzi del Rio è la storia di un’iniziazione, individuale e collettiva, alla vita dei grandi attraverso le relazioni famigliari e la vita per strada con gli amici e gli adulti. Un microromanzo di formazione, un po’ Ragazzi della via Pal e un po’ Giovane Holden, tre le vie acciottolate e le acque dei canali nel cuore di Mantova. -
Uno di troppo. 10 giugno 1869: carcere di Sant'Agata
Nell’antico carcere di Sant’Agata, nel cuore di Bergamo Alta, è successa una cosa mai vista. Qualcuno ha scavato una galleria sotto le mura, ma non per evadere: per entrare. L’enigma sconcerta tutti, dall’esasperante direttore al burocratico capo dei secondini fino alle guardie e all’imponente e inutile Procuratore del re. Inutile indagare fra i detenuti e le suore del reparto femminile: nessuno sa niente. Ma all’improvviso tra i detenuti si verifica un omicidio, poi un secondo. L’indagine si allarga tra filande, assassini e portinaie fino a scoprire una brutta vicenda rimasta sepolta da anni. E a risolverla toccherà all’improbabile coppia di investigatori.de “L’impronta del male”. -
Rincòn de la Perla
In un villaggio remoto dell’America Latina, un padre si consuma nell’angoscia per l’attesa dell’esecuzione del figlio prevista all’alba. Nella notte, cercando di ingannare il tempo, ripercorre tutta la sua vita attraverso i ricordi legati alla monotonia di Rincón de la Perla, alla voglia di evadere, all’ammirazione per un rivoluzionario e la sua rivoluzione… -
L'ultima lezione
Un preside in pensione, già molto anziano, e un professore in crisi, a metà del percorso professionale. È giugno ed è sera: i due, seduti ai tavolini di un caffè, su una delle più belle piazze d’Italia, quella di Lodi, intrecciano una conversazione che parte dai ricordi dell’esperienza scolastica condivisa decenni prima, quando l’uno era in servizio e l’altro era un allievo del suo liceo, per approdare all’oggi, alla scuola di questi anni e alle sue incerte prospettive. Ben presto, però, il dialogo assume una direzione e una tinta del tutto inattese dal più giovane, che pure ha sollecitato l’incontro e si aspettava semplicemente un tranquillo scambio di opinioni convergenti. Perché il confronto con chi è più vecchio e più saggio di noi, e ci abbia a cuore, può offrire risposte spesso preziose, ma raramente comode. Specie se si materiano della lettura acuta e innovativa di un classico e di un suo testo vertiginoso. -
Jung parlava con i pesci
La Torre di Bollingen fu pensata e fatta costruire da Carl Gustav Jung. Si tratta di un piccolo castello con quattro torri, situato nel villaggio di Bollingen ( Lago di Zurigo). Carl Gustav Jung acquistò il terreno nel 1922 dopo la morte della madre. Una prima parte fu costruita nel 1923, una seconda nel 1955 dopo la morte della moglie. Per gran parte della sua vita Carl Gustav Jung trascorse ogni anno diversi mesi a Bollingen. L'autore, mosso dalla fantasia e dall'immaginazione, ci propone un Carl Guastav Jung diviso fra amore per le donne e amore per la natura. -
Sempre settembre. Romanzo di collina
Nella caldissima estate del 2017, si sta facendo strada il progetto di costruire una grossa centrale a biomasse in mezzo alle colline. Nel territorio comunale che dovrebbe ospitare l’impianto, due amici, Italo, corpulento vignaiolo di successo, e Luca, scostante ma geniale rivenditore di auto usate, vogliono vederci chiaro e si mettono alla guida dei comitati che si oppongono al progetto. Italo e Luca si conoscono da quando era ragazzi e insieme a un terzo amico, Francesco, avevano costituito la Banda Tundra. Facendo i conti coi fantasmi del passato e i desideri del presente, i due amici si rendono conto però che per contrastare la centrale bisogna avere un progetto alternativo. Alla fine, oltre a una giusta soluzione, Italo e Luca troveranno uno l’amore e l’altro l’equilibrio che cercava da tempo. -
Sotto gli occhi di tutti. 3 aprile 1875, i segreti della Quinta Porta
Bergamo, fine Ottocento. L’uomo più potente della città viene trovato ucciso, ma due tutori dell’ordine Nino e Fendo, gli stessi delle Impronte del male e di Uno di troppo vengono incaricati di trovare la calotta cranica di Gaetano Donizetti, che qualcuno ha fatto sparire durante l’autopsia. Due storie che si intrecceranno tra il manicomio di Astino e i sotterranei delle Mura Venete fino a scoprire molti segreti della città e dei suoi abitanti. -
Se ti perdo vienimi a cercare
È la notte del 30 dicembre e Giovanni Nardi capisce che è il momento di partire. Per dove non lo sa, ma sente che ha bisogno di uscire da quella casa vuota e imboccare l’autostrada. Ed è quando alla prima area di sosta gli capita un incontro inatteso che comincia a intuire che cosa sta cercando. Inizia così un viaggio pieno di imprevisti, un percorso che, mentre scorre la notte, lo porta verso il mare, verso la scoperta di ciò di cui veramente ha bisogno. Un nuovo capitolo della trilogia della penombra, una storia autonoma che contribuisce a tracciare un affresco commosso dell’umano. -
Borgo Santa Caterina. Tra il ponte e la ferrovia
Affresco appassionato del Borgo d’Oro negli anni ‘50: i personaggi, la vita, le contraddizioni e le evoluzioni di uno dei Borghi ‘onorari’ più belli d’Italia. C’è ancora il gusto di ritrovarsi sul sagrato del Santuario a fare quattro chiacchiere, di darsi appuntamento davanti alla storica Colonna, di fare la spesa nei negozi e negozietti di passare la domenica mattina dopo la Messa alla Pasticceria Camponuovo per portare a casa il cabaret di paste con cui chiudere il pranzo del giorno di festa. E ci sono ancora i nostri “Parioli”, rappresentati dal raffinato Quartiere Finardi. Il famoso Ponte e il passaggio a livello di via Corridoni, che in quei lontani anni erano le Colonne d’Ercole del quartiere, non ci sono più, ma per gli abitanti di oggi il Borgo d’Oro comincia e finisce ancora lì. -
Carulì si m'amave. Napoli 1799. Storia di una rivoluzione senza popolo
Il romanzo offre la ricostruzione storicamente attenta e documentata della Napoli di fine Settecento, affollata di personaggi che convergono da mondi diversi per intrecciare vicende dapprima gioiose e galanti, poi sempre più drammatiche, culminanti nei tre giorni del gennaio 1799, quando i lazzari napoletani si contrapposero all’invasione della città da parte dell’esercito francese appoggiato da intellettuali e aristocratici. Fu un fratricidio che per Napoli segnò la fine della “età dell’innocenza” e che qui viene sottratto ai silenzi della storiografia ufficiale.