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L' impegno e il desiderio. Donne e politica a Parma (1946-1994)
In questo volume - esito di un pluriennale lavoro di ricerca d'archivio e di raccolta di testimonianze -, partendo dalla Resistenza e dall'immediato dopoguerra, e concentrandosi soprattutto sull'arco temporale dal 1946 (anno del primo voto femminile) al 1994 (elezione diretta del sindaco), Malice, Nizzoli e Sandei procedono dalle esperienze, politiche ed esistenziali, delle protagoniste della politica a Parma per arrivare a narrare una grande, e ancora inedita, biografia collettiva. L'impegno e il desiderio: sono queste le due dimensioni scelte per catturare l'essenza di una lunga stagione, che comprende l'emancipazionismo e il femminismo, le associazioni femminili del dopoguerra e i gruppi dell'autocoscienza, nonché le battaglie per il welfare locale e i diritti civili. Come evidenziato da Maria Grazia Suriano nella sua introduzione, nel libro ""le ricercatrici restituiscono le voci delle protagoniste; sarà facile riconoscervi quel sentimento di empatia nel ricostruirne le esperienze, individuali certo, la cui risonanza definisce il loro stesso lavoro di ricerca, descrivendo una storia più grande, dove in ogni punto è possibile riconoscere un gesto di donna, altrimenti non detto""""."" -
Un nido di terremoti. Mille anni di storia sismica in Alta Val Taro e Val Ceno
La peculiare conformazione geologica dell'Alta Val Taro e Val Ceno, dove coesistono due tendenze tettoniche, compressiva e distensiva, rappresenta un caso di studio della sismologia foriero di interessanti teorie e interpretazioni. Il volume raccoglie e commenta dati storici, conoscenze geologiche e geofisiche, ma anche tracce nelle tessiture murarie di edifici e cronache dei numerosi terremoti che si sono abbattuti, talvolta in modo violento, su questo territorio del Parmense a partire dal 1100 fino ad arrivare ai giorni nostri. I ripetuti eventi sismici che hanno scosso questa zona, dove da millenni le potenti forze della terra sono alla ricerca incessante di un equilibrio irraggiungibile, hanno sollecitato scienza e cultura popolare a formulare ipotesi sulla loro origine e a proporre diversi approcci di previsione, nel tentativo di arginare la paura e il mistero che da sempre accompagnano l'arrivo improvviso del ""duro flagello"""". Le pagine propongono infine una rassegna di santi invocati dagli abitanti delle valli a protezione contro il terremoto, rappresentazione ancora vivace di una devozione popolare che sopravvive nel tempo. Una inedita lettura delle """"pagine di pietra [dove] sono impressi i caratteri degli eventi blandi, ordinari e talora cruenti che si originarono in un antico ambiente oceanico"""", che mette a confronto scienza, storia e cultura popolare. Un ulteriore tassello per comprendere la storia del Parmense, a conferma del lungo impegno dell'autore a valorizzarne i molteplici aspetti e, al contempo, affermare il suo profondo legame con il territorio."" -
Ugo il duro
Ugo è un cosiddetto emarginato, ma non si piange mai addosso. Del suo passato si sa solo che un tempo aveva una vita normale e lavorava come commesso di sala in una grande banca, da cui è scappato su consiglio del medico curante. Pur professandosi agnostico, sotto sotto a Ugo non dispiacerebbe poter credere in un dio, ma non saprebbe dire quale. Per il momento va a messa varie volte al giorno solo per difendersi dal freddo dell'inverno. Uscendo da una celebrazione, ""trova"""" un cane di gran razza e se lo porta con sé: da quel momento la sua vita cambia totalmente, difficile dire se in meglio o in peggio."" -
L' Italia smemorata. Pagine per salvare dall'oblio 150 anni di storia
Le cronache quotidiane denunciano spesso la mancanza di memoria della storia nazionale nella popolazione italiana. Molti hanno dimenticato o rimosso le gioie e i dolori, le vittorie e le sconfitte del passato, condannandosi così a non comprendere appieno il presente, che del passato si nutre. In questo libro l'autore accompagna i lettori in un processo di recupero della loro memoria storica, ripercorrendo i grandi temi della storia nazionale, dal Risorgimento all'Unità, dalla Grande Guerra alla Resistenza, dalla costruzione della Repubblica alla conquista del diritto di voto per le donne. Le pagine dedicate alla Resistenza e al terrorismo allargano l'orizzonte verso l'Europa: la Resistenza è qui studiata sia come fonte originale del sogno dell'unità europea sia come una delle culle dell'ecumenismo; quanto al terrorismo, esso è inquadrato in una prospettiva di più ampio respiro. Si riscoprono, infine, le vicende di tre importanti personalità, accomunate dall'anticonformismo e dalla passione sociale e politica: don Primo Mazzolari, anticipatore del Concilio Vaticano II e dello stesso pontificato di papa Francesco; Ida D'Este, una donna coraggiosa e sempre resistente, contro il fascismo e contro i compromessi dell'Italia repubblicana, e Nilde lotti, il cui ossequio per le istituzioni parlamentari merita di essere ricordato soprattutto ai giorni nostri. -
Parma, anima(li) di una città
Nella città degli uomini vivono animali graditi, odiati o più spesso ignorati, ai quali sono state dedicate numerose ricerche. Sembra invece trascurato lo studio del rapporto delle popolazioni con gli animali, in particolare nelle varie culture: ben diverso è vedere una mucca nelle vie di una città indiana o in un paese occidentale, o dei cavalli nella comunità del Settecento o del Duemila. Nell'attuale società in evoluzione e che tende a una multicultura anche nei legami degli uomini con gli animali, si inserisce la presente esposizione, che indaga il ruolo identitario degli animali nella città di Parma, dalle sue origini a oggi, divenendo partecipe di un'anima cittadina. ""Nuovo bestiario parmigiano"""", il volume analizza gli aspetti che nei diversi periodi storici hanno contribuito a dare un'identità alle culture umane e a quelle azioni delle culture stesse sugli animali che hanno portato Parma a indubbie eccellenze alimentari, come il prosciutto e il formaggio Parmigiano. Specificità identitarie e originalità che nel corso dei tempi testimoniano una parmigianità del rapporto con gli animali e come questo da sempre influisca sulla costruzione del territorio e del suo paesaggio. Prefazione di Danilo Mainardi."" -
Cultura, tempesta di parole. Premio La Quara 2020
Terzo Millennio, dieci voci, cento pagine ingombre di parole. Parole che preservano dalla solitudine e che esorcizzano la morte, parole che edificano mondi in cui ritrovare il senso della vita o mondi in fiamme in cui bruciare le esistenze altrui o, infine, mondi terrificanti perché non compresi. Parole sussurrate o urlate, pensate lungamente o per un attimo fugace. Sospesi su un filo che unisce un passato avido di senso ad un futuro vibrante di speranza, come impavidi funamboli giochiamo perfino con le parole, in modo irriverente, e ridiamo di noi, di tutto. Dieci racconti che celebrano la forza portentosa delle parole, da maneggiare con cautela, soppesando suffissi e prefissi, dittonghi e sinonimi. Parole, quindi, da coltivare con dedizione, per tentare di domare la tempesta del nostro tempo, del nostro mondo, dentro o fuori da noi e uscirne, magari, più forti e giusti. -
La cura della città
Le riflessioni che, nei mesi della pandemia, si sono sviluppate circa la natura e il progetto della città sono state condizionate profondamente dall'emergenza sanitaria vissuta e dall'esigenza che ne è emersa di individuare gli strumenti necessari a configurare una politica e una prassi di costante attenzione e manutenzione della città esistente. L'esperienza epocale che ancora stiamo attraversando ha messo in crisi alcune certezze a cui si era affidata l'urbanistica agli albori del terzo millennio; ma, ancora di più, ha evidenziato la necessità di ripensare a fondo i modi delle relazioni sociali e la qualità dei luoghi entro i quali esse si verranno a esplicare. Tutto ciò significa ripensare la città nei suoi modi di essere, nei suoi tempi, ma anche rispetto alla qualità degli strumenti e degli interventi che ne assicurino la manutenzione e la cura costante. Si è ritenuto di dedicare a questi interrogativi un volume della collana ""Esperienze Urbane"""", con la consapevolezza che l'indagine e l'approfondimento di questi temi rappresentano un cammino importante che dovrà coinvolgere progettisti, amministratori pubblici e cittadini per disegnare un futuro che non sia la banale riproposizione del passato che abbiamo conosciuto."" -
Parma e il suo territorio. Il racconto del patrimonio nelle guide a stampa tra Ottocento e primo Novecento
Il volume prende in esame, da un punto di vista strettamente storico-geografico, le guide a stampa della città e della provincia di Parma edite nel periodo compreso fra la Restaurazione e la Grande Guerra. L'obiettivo principale è quello di mettere in evidenza continuità e svolte, rotture e passaggi attraverso i quali un campionario piuttosto eterogeneo di attori (editori, eruditi, scienziati, amministratori pubblici, militari ecc.) ha rappresentato gli spazi considerati. Dalle guide emerge una lunga narrazione del territorio parmense e del suo patrimonio materiale e immateriale: una realtà complessa e originale che comprende grandi monumenti e spazi modesti della vita quotidiana; paesaggi diversi (urbano, rurale, montano); fattori ambientali (forme geologiche, aspetti della vegetazione spontanea, fauna ecc.) e fattori culturali (dialetto, tradizioni, curiosità locali); l'orgoglio degli abitanti di fronte alla modernità che avanza e la loro nostalgia per un passato illustre. Una ulteriore conferma di come l'equilibrio dei luoghi sia fragile, la loro identità mutevole nel tempo, e di come ogni testimonianza storica sia preziosa per decifrarne i valori da custodire. -
Prigionieri in Italia. Militari alleati e campi di prigionia (1940-1945)
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale il regime fascista si trova impreparato ad affrontare il problema della gestione dei prigionieri di guerra nemici. Un ritardo che non viene più recuperato nel corso dei tre anni di guerra e che segna l'esistenza delle centinaia di migliaia di militari rinchiusi nei campi di prigionia distribuiti lungo la penisola. La storia dei prigionieri in Italia tra il 1940 e il 1943 si interrompe bruscamente quando viene annunciata la firma dell'armistizio e si frantuma in migliaia di storie individuali di militari che tentano di raggiungere le linee amiche; molti finiranno nuovamente in the bag e inviati nei campi di prigionia in Germania. Attraverso un rigoroso metodo storico, il volume indaga l'evolversi della realtà concentrazionaria in Italia nel corso della prima fase della guerra e le sorti nonché le scelte dei prigionieri in fuga dopo gli eventi dell'8 settembre 1943. Uno sguardo complesso che si arricchisce con l'analisi delle vicende personali e collettive dei protagonisti, prima e dopo il crollo del regime fascista. I diversi contributi focalizzano l'attenzione sulle tematiche che narrano la realtà nei campi di prigionia per militari Alleati, dall'organizzazione delle strutture detentive alle violazioni della Convenzione di Ginevra e alle violenze praticate a danno dei prigionieri, dall'assistenza e dalla solidarietà in favore dei prigionieri anglo-americani nell'Italia ai rapporti degli ex prigionieri con la Resistenza, dalla realtà del campo di lavoro a Cinecittà alle pratiche e alle politiche della memoria pubblica. -
Nerone e dintorni. Arrigo Boito e il culto dell'antichità romana tra XIX e XX secolo
In occasione del centesimo anniversario della scomparsa di Arrigo Boito (1842-1918) - intellettuale anomalo nel panorama italiano: letterato, musicista, amministratore e uomo politico -, la sua ultima opera musicale Nerone è stata il felice pretesto che ha ispirato una iniziativa di studio interdisciplinare dedicata dall'Università di Parma alla presenza di Roma antica nella cultura e nella vita politica e sociale, in campo nazionale e internazionale, nell'epoca in cui ha preso corpo la tragedia neroniana. La scelta del soggetto da parte di Boito nasce quando l'idea di Roma antica è ancora un termine di riferimento ineludibile, in senso positivo o negativo secondo i casi, nella cultura occidentale. Da quando, appena ventenne, matura l'idea di mettere in musica i caratteri, le vicende e l'essenza stessa del tempo di Nerone, egli inizia a raccogliere una mole vastissima di appunti sui più vari aspetti della vita dell'epoca; di annotazioni iconografiche e musicali, metriche e lessicali; di schede su personaggi e situazioni drammatiche. La ricerca durata per più di cinquant'anni terminerà solo con la morte di Boito e con l'opera incompiuta. Per volontà di Arturo Toscanini, essa sarà poi completata e messa in scena, con grande successo e clamore mediatico, al Teatro alla Scala di Milano il 1° maggio 1924. Il volume restituisce alcune delle molteplici suggestioni culturali che un'opera come il Nerone condensa e rilancia nelle direzioni che si dipartono dal nodo centrale della ripresa della romanità, disegnando intrecci tra cultura alta e popolare, storia antica e otto-novecentesca, palcoscenici teatrali, scaffali delle librerie e aule scolastiche. -
Solitudine. I dieci racconti vincitori del Premio La Quara 2021
La solitudine non fa sconti: è sincera, sempre. Che sia il sussurro dei nostri desideri o l'urlo dei nostri incubi. Ha una doppia faccia, la solitudine. Può essere la nostra consigliera più fidata, capace di indicarci la via giusta, di spingerci ad afferrare le occasioni da non perdere, che siano abbracci o sguardi, o l'aereo che ci condurrà finalmente nel nostro posto, quello giusto. Arancione come l'amicizia allegra e semplice tra due bambine che imparano a crescere insieme, al di là e al di sopra delle brutture del mondo adulto. La solitudine può lottare contro di noi, esserci ostile, blandirci con le vertigini del silenzio e costringerci tra i suoi lacci impietosi e ingannatori; fino a sfiancarci, schiacciati dalla consapevolezza di essere fuori tempo, in ritardo e stonati. Nera come la notte, la solitudine, o bianca di una luce che ci abbaglia nell'estremo e goffo passo di una esistenza interrotta, di una vita derubata dei ricordi. La solitudine ingombra le stanze di case ben arredate ma prive di affetto, stride malinconica ai bordi delle strade caotiche e affollate di gente indifferente; strade dove i sogni si infrangono e si rinnovano, forse per farsi ogni volta più belli, mentre suona, dolce, un violino Stradivari. -
I corali miniati di San Giovanni Evangelista in Parma
Un ruolo particolarmente importante ricoprono, all'interno della folta schiera dei libri liturgici, i grandi corali in uso durante l'officiatura quotidiana del coro. Così come reliquie del passato sono giunti fino a noi gli undici corali quattrocenteschi e i cinque più recenti del monastero di San Giovanni Evangelista di Parma, certo in numero ridotto rispetto alla doppia serie, di circa trenta manoscritti, che doveva esistere all'inizio del Cinquecento, quando inizia la grande impresa di ricostruzione prima della chiesa abbaziale e poi del monastero, impresa che impegnerà i maggiori artisti del tempo; pur così ridimensionata, la serie resta una testimonianza che costituisce una tessera insostituibile per ricostruire non solo la storia religiosa e spirituale della comunità, ma anche le sue nobili tradizioni musicali. Tra le mura dell'augusto monastero hanno condotto infatti i loro studi e composto le loro opere illustri musicologi e musicisti. L'intento di questo studio è quello di comprendere la cultura di questi affascinanti manoscritti, ricostruendo le fasi della loro produzione e trasformazione; anche se il campo specifico dell'indagine concerne il loro apparato illustrativo, che è uno degli aspetti del codice, si è dato conto di altre problematiche, che emergono insistentemente dalle loro scelte testuali e iconografiche, ma anche dalla accurata selezione degli artefici e dal dibattito che attorno a loro si è sviluppato nel tempo. Arricchisce il volume un corposo apparato fotografico. -
I profughi della grande guerra nel parmense
A seguito dell'entrata in guerra dell'Italia (1915), le operazioni militari sul confine orientale portarono allo sfollamento di diverse migliaia di civili, un fenomeno che si trasformò in un vero e proprio esodo dopo la rotta di Caporetto (1917), coinvolgendo veneti, trentini e friulani. Questa ricerca ricostruisce - attraverso una ricca e diversificata documentazione archivistica e a stampa e una inedita analisi quantitativa dei dati raccolti - le vicende relative alle migliaia di profughi che giunsero nel Parmense, con l'occhio rivolto ai problemi connessi all'accoglienza, all'organizzazione di una rete territoriale di ""colonie"""", alla non semplice integrazione tra i nuovi arrivati e la società ospitante, alla """"questione del ritorno"""", che in molti casi si prolungò ben oltre la fine della guerra. Particolare attenzione viene, inoltre, riservata al tema della rappresentazione e autorappresentazione dei profughi nella narrazione della stampa locale, in relazione alla propaganda patriottica e alle esigenze di tenuta del fronte interno."" -
Fuochi oltre il ponte. Rivolte e conflitti sociali a Parma (1868-1915)
A separare Parma nuova e l'Oltretorrente non stavano solo il torrente e le divergenti condizioni urbane ma, si può dire, un intero mondo che rendeva i loro abitanti diversi e lontani in tutto, nello stile di vita e nelle abitudini, nel linguaggio e nei gesti, nel viso, negli abiti e negli ideali. Qualcuno dice vi si parlassero anche due dialetti diversi. I ponti univano e al contempo dividevano due città profondamente diverse. Questo volume ricostruisce la vita quotidiana in Oltretorrente e la tumultuante sequenza di episodi di ribellione di cui i suoi abitanti furono protagonisti dall'unità d'Italia alla vigilia della Grande guerra. Proteste così vigorose da far guadagnar loro la fama di gente rissosa e ribelle. -
ACI Parma 100. 1921-2021 cento anni dell'Automobile Club Parma
«Con questa pubblicazione andremo a ripercorrere in larga parte la storia e le vicende sportive, spesso intrecciate con quelle umane, dei nostri Soci, vero cuore pulsante dell'Automobile Club Parma - di cui condividono princìpi ispiratori e finalità -, ambasciatori, con le loro gesta di illuminante esempio, dei più alti e nobili valori di lealtà, correttezza, non violenza, fair-play. Lo sport dell'automobile viene genericamente annoverato tra gli sport individuali, dimenticando che dietro ai risultati sportivi di un conduttore, di un equipaggio o di un costruttore si cela in realtà un grande lavoro di squadra, fatto sì di sacrifici e rinunce, ma anche e soprattutto di visione e condivisione di un progetto comune, da realizzarsi in amicizia e con professionalità. È dal lavoro di squadra che nascono l'intuizione e il guizzo vincente, è dalla serenità originata dalla fiducia nel team che si ottiene la performance migliore. È proprio a chi lavora dietro le quinte, in ombra, prezioso ingranaggio della complessa macchina organizzativa, che va per primo il nostro sentimento di gratitudine; insieme a loro, i conduttori e i meccanici che partecipano alle competizioni senza velleità di vittoria, ma con il desiderio di condividere con altri amici e appassionati le emozioni e l'adrenalina che solo il nostro sport può dare. Ma a cosa serve il nostro sport? È una domanda che tanti si pongono o si sono posti, alla quale non si riesce a dare una risposta, in quanto lo sport motoristico non è un'attività prettamente muscolare ed è ritenuto da alcuni ancora troppo rischioso, nonostante il grande progresso ottenuto nel campo della sicurezza. La risposta più bella a questo quesito ci è stata donata dal grande giornalista e scrittore Dino Buzzati nel 1955 in un editoriale pubblicato sul ""Nuovo Corriere della Sera"""", in occasione della scomparsa del pilota Alberto Ascari durante la prova di una vettura da corsa sul circuito di Monza, e di cui trascriviamo, a mo' di dedica, un breve ed emozionante passaggio.» (Dall'Introduzione)"" -
Raccontami... Sette novelle buone
Nata nel silenzio del confinamento pandemico, la raccolta di novelle rielabora il vissuto, fatto di paure e di domande, che ha attraversato piccoli e grandi. Il linguaggio curioso e stupito dei personaggi - in carne ed ossa o in rame, stucco, colori o pelo! - conduce il lettore a divenire attore, sceneggiatore, impresario di un mondo che popola il cuore di tanti, ma non trova parole per raccontarsi. Riferimenti a fatti e persone del Vangelo, liberamente interpretati, collocano alcune novelle nell'humus palestinese. -
Amedeo Bocchi: l'arte dell'eleganza. Le donne, lo stile, la moda. Ediz. illustrata
Promuovere la conoscenza e valorizzare la figura e la produzione artistica di Amedeo Bocchi è un impegno che Fondazione Monteparma persegue da oltre vent'anni, da quando nel 1999 le eredi dell'artista effettuarono il primo e generoso atto di donazione. Ad esso seguirono altri gesti munifici e successive acquisizioni che hanno costantemente arricchito l'ampia collezione oggi fruibile presso APE Parma Museo, nelle Sale-Museo espressamente intitolate al Maestro come pure nell'ambito di altre proposte espositive. Con l'intento di rinnovare l'offerta culturale e di proporre nuovi spunti interpretativi delle sue opere, Fondazione Monteparma ha dato vita alla mostra ""Amedeo Bocchi: l'arte dell'eleganza. Le donne, lo stile, la moda"""" (APE PARMA MUSEO, 5 dicembre 2021 - 27 marzo 2022) che propone una rilettura inedita dell'universo femminile di Bocchi attraverso il confronto dialettico con creazioni e materiali diversi, approfondendo i temi dell'eleganza, dello stile e della moda presenti nei ritratti del pittore parmigiano. Accanto all'affascinante selezione di opere provenienti da prestigiosi enti pubblici e da collezioni private, la moda trova una presenza tangibile in alcuni raffinati abiti e accessori della Collezione Tirelli Trappetti di Roma che affiancano i quadri di Amedeo Bocchi lungo tutto il percorso espositivo. Il catalogo della mostra raccoglie i testi critici di Gloria Bianchino, Carla Dini e Stefano Spagnoli e ripropone in maniera esaustiva tutte le opere di Amedeo Bocchi e gli abiti della collezione Tirelli Trappetti scelti per la mostra, con una selezione mirata di riviste di moda d'epoca."" -
Io tu io. Renato e Luca Vernizzi: 1 secolo di ritratti. Ediz. illustrata
«Riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale locale grazie al confronto inedito tra artisti al dialogo creativo tra molteplici discipline e forme di sapere rappresenta per Fondazione onteparma una sfida sempre avvincente e appagante. Con la mostra ""IO TU IO. Renato Vernizzi e Luca Vernizzi: un secolo di ritratti"""", Fondazione Monteparma persegue tale intento presentando, in una sorta di dialogo intergenerazionale che attraversa un secolo di storia, le opere dell'illustre pittore di origini parmigiane Renato Vernizzi accanto a quelle del figlio Luca, artista affermato che ha saputo crescere nel solco familiare mantenendo sempre una forte originalità espressiva. Protagonisti sono, insieme ai due pittori, anche i numerosi personaggi che popolano i loro intensi ritratti. Oltre ai componenti della famiglia, sono tanti i volti noti del mondo culturale e artistico, alcuni dei quali fortemente legati a Parma, che rendono questa esposizione particolarmente accattivante: Arturo Toscanini, Giulietta Masina, Giorgio Torelli, Baldassarre Molossi, Giulio Trasanna, Giovanni Testori, Mariuccia Mandelli (Krizia), Umberto Veronesi, Paolo Crepet e Giuseppe Sgarbi sono solo alcuni dei nomi celebri presenti in mostra. Il percorso espositivo, composto da un centinaio di opere, consente di ricostruire i momenti salienti della produzione di Renato e Luca, favorendone il raffronto alla scoperta delle assonanze e delle divergenze che caratterizzano la loro ricerca. Nel catalogo della mostra, l'ampia sezione iconografica è accompagnata da alcuni interessanti contributi testuali. Il saggio critico, affidato ad Angelo Crespi, è preceduto da una riflessione di Carla Dini sull'arte del ritratto. Segue una commossa memoria di Renato Vernizzi da parte di Stefano Spagnoli, che è stato suo allievo. Luca Vernizzi, infine, condivide alcune interessanti notazioni scaturite dallo scambio artistico con il padre. Un sentito ringraziamento va ai collezionisti privati e a tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra.» (Mario Bonati)"" -
Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti figurative. Ediz. illustrata
Remo Gaibazzi (Stagno di Roccabianca-PR, 1915-Parma, 1994) è stato un pittore che ha respinto le sirene del mercato e che ha scelto di vivere in provincia, seppure in una città come Parma ricca di ambizioni culturali: proprio per questo la sua opera è rimasta relativamente poco conosciuta, anche se non è stata affatto intellettualmente isolata e provinciale, com'è testimoniato dalla sua straordinaria carriera artistica, che lo ha visto passare dalla giovanile attività di caricaturista, amico di Guareschi e di Zavattini, a una pittura originale, ma sintonizzata sulle ricerche pittoriche più avanzate della fine del Novecento. Questo volume, catalogo della mostra Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti figurative. Variazioni nella ripetizione: 1979-1994 (Parma, Palazzo del Governatore, 20 maggio-15 luglio 2022), è incentrato sugli ultimi quindici anni dalla vita dell'artista, periodo durante il quale egli utilizzò sistematicamente, e in modo personale, la scrittura. Nella seconda sezione le opere del parmigiano dialogano con quelle di artisti affini, come Roman Opalka, Dadamaino, Alighiero Boetti etc. Il volume, particolarmente curato anche per quel che riguarda le immagini (i lavori di Gaibazzi sono difficilissimi da fotografare), oltre ai saggi di Francesco Tedeschi e Giorgio Zanchetti, presenta un testo di Andrea Calzolari che ripercorre cronologicamente la vicenda intellettuale degli ultimi anni del pittore. -
I dieci comandamenti
Il protagonista è il ""tra-vestito"""" ossia l'individuo che ha perso una certa identità. Vive con angoscia una situazione non scelta, non cercata, non voluta. È vittima di una condizione umana, di cui non trova una spiegazione. Egli interroga, pertanto, l'oracolo, ma il sacro è scomparso dall'orizzonte della contemporaneità, un mondo in preda alla «bestia selvaggia»: i dieci comandamenti promanano solo un messaggio """"opaco"""", quasi una maledizione per i difficili giorni che l'uomo è costretto a vivere, da straniero sulla propria terra.""