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Elogio della musica del Chisciotte
"Per celebrare il IV centenario della morte di Miguel de Cervantes, l'Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli ha dedicato il settimo concerto della sua stagione concertistica 2016/2017 a """"I viaggi musicali di Don Chisciotte"""" (Teatrino di Corte di Palazzo Reale, 16 novembre 2016) con il seguente programma: chansons e arie di Jacques Ibert, Marcel Delannoy, Maurice Ravel, Giovanni Paisiello, Jules Massenet, Manuel de Falla, Wilhelm Kienzl, interpretate dal baritono Enrico Marrucci e dal pianista Gianni Gambardella. Il giorno 15 novembre l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e l'Instituto Cervantes, in collaborazione con l'Associazione Alessandro Scarlatti, hanno organizzato una conferenza intitolata Don Chisciotte in musica, con interventi di Sánchez García Encarnación (""""La musica del Chisciotte"""") e di Enrico Marrucci (""""La musica sul Chisciotte""""). Le pagine che seguono sono l'ultima stesura del mio intervento.""""" -
Quando Napoli andava a vela. Racconti di mare e di un tempo che fu
«Per definizione Napoli è una delle tre capitali della vela agonistica italiana. Le altre due sono Genova e Trieste. Questo dato, che si ottiene sommando le medaglie e i trofei conquistati con le capacità organizzative e strategiche dimostrate nel corso dei decenni, viene accettato senza discutere. Anche dalle città che restano ai piedi del podio. Il mondo della vela, pur tanto variegato e mai in pace con se stesso, rispetta, insomma, il patto non scritto che scandisce il tempo e le vocazioni di ognuna delle tre capitali; e così Genova è la città degli armatori, Napoli è la culla dei timonieri e Trieste la roccaforte dei marinai. Le differenze, se si scende nel dettaglio, sono minime, ma rispecchiano i caratteri delle persone e le etnie dei luoghi. Questo scenario ha subito modificazioni solo per effetto di eventi straordinari; pochi, per la verità, ma tutti oltremodo significativi. Il più rilevante è all'origine di questo libro. Il cortocircuito avviene quando un guardiamarina di Lussinpiccolo, Agostino Straulino - uno degli eroi della pattuglia di ardimentosi che violarono Gibilterra - viene assegnato alla base navale di Napoli e resta immediatamente folgorato dalla qualità e dall'umanità dei marinai di Santa Lucia con cui divide il sonno e la fatica degli allenamenti, finendo col diventare uno dei più forti timonieri di ogni tempo. A quel punto la storia della vela si fa leggenda. Impastata di sudore e passione popolare, non più solo passerella per vip e luccichio di mondanità. Nord e Sud che si uniscono all'ombra di una vela, cullati dal mare del Golfo più bello del mondo. Non si può chiedere di più al caso, e infatti il sodalizio è durato nel tempo e ancora oggi è una delle pietre miliari della storia della vela sportiva. [...] Napoli aveva le carte in regola per diventare la Newport d'Europa, vale a dire una grande ""città della vela"""", portatrice di un grande progetto sportivo, sociale e occupazionale, ma l'obiettivo non è stato centrato. Ora è finita nelle retrovie della storia e mostra di voler rinunciare a un primato che era - ed è ancora - alla sua portata. Il tempo della resa, però, non è ancora giunto, e Napoli potrebbe di nuovo stupire il mondo: ne sono convinti anche a Genova e a Trieste. Gli amici-nemici di sempre». Quando Napoli andava a vela ripercorre le tappe di questa storia e si fa metafora di una città perennemente in bilico tra bene e male, ma ancora capace di sorprendere per la sua creatività."" -
Derek Dolphyn e l'Enig-mago
Solo qualche ora prima di trovarsi al cospetto del ""Varco"""", Josh McIvoy si sarebbe detto un comune sessantacinquenne, destinato a consumare i suoi ultimi anni nella malinconia, dopo la perdita dell'amatissima moglie e lontano dall'affetto dei suoi familiari. Ma la scoperta della sua vera identità lo ha messo spalle al muro: ha sempre vissuto nella menzogna e tutte le sue precedenti convinzioni sono ormai svanite. Costretto, suo malgrado, a osservare sotto nuova luce quanti gli hanno vissuto accanto con l'unico scopo di proteggerlo, proiettato d'un tratto in un altro mondo - un mondo incantato, popolato di efferati maghi, disposti a tutto per raggiungere i propri obiettivi - Josh incontrerà misteriosi personaggi e creature bizzarre dotate di poteri straordinari. Un'ardua missione lo attende: sconfiggere un temutissimo nemico, che ama agire nell'ombra. Per farlo, dovrà mettersi sulle tracce del più grande dei maghi, l'Enig-Mago: un uomo geniale, che si esprime in maniera singolare e che, scomparso da tempo, sembra aver lasciato dietro di sé mille briciole di pane. Josh, tuttavia, scoprirà di non essere solo in questa nuova avventura. E che, per riuscire nel suo intento, potrebbe essere necessario agire con le sembianze di qualcun altro..."" -
Giordano Bruno torna a casa
"L'anelito alla pace, di Dio e dell'uomo, ci riporta in noi superando le derive e le frammentarietà alle quali l'esistenza sovente è esposta. I prati erbosi della pace divina, le sorgenti alle quali ci abbeveriamo sono sostanza ed essenza della vita divina dell'essere che dinamicamente e continuamente si evolve e nella quale siamo immessi. Di fronte alla cieca violenza del potere riluce la testimonianza di Giordano Bruno, che nel suo coraggio saldo proclama la co-appartenenza dell'umanità all'immenso della vita infinita. II suo tornare a casa è quello di ogni uomo che, nella ricerca inesauribile del senso dell'esistenza e nel trovarlo, annuncia l'unione inscindibile del divino e dell'umano. Antonio Maione proietta unitari i fili dell'esperienza nella novità permanente del presente-futuro, nella morbidezza dell'ascolto e nella proposta di un'esistenza altra, alimentata dal soffio dello Spirito che riprende in sé la fenomenicità e la installa nell'eterno."""" (Giuseppe D'Alessandro)" -
Manso, Lemos, Cervantes. Letteratura, arti e scienza nella Napoli del primo Seicento
Gli anni del viceregno di Pedro Fernàndez de Castro, VII conte di Lemos, rappresentano uno dei momenti di maggior splendore artistico e letterario della Napoli spagnola. Dal 1610 al 1616 si dispiega l'azione di governo, caratterizzata da una politica di forte dirigismo culturale del Viceré, in una città plurilingue in cui vivono e compongono alcune delle loro più celebri opere intellettuali come i fratelli Argensola, Villamediana, Della Porta e, ovviamente, Giovan Battista Manso, fondatore, nel maggio del 1611, di quel grande sodalizio culturale che fu l'Accademia degli Oziosi. Dedicatario delle principali opere del Cervantes maturo (le Novelas ejemplares nel 1613, la Seconda Parte del Chisciotte nel 1615, il volume Ocho comedias y ocho entremeses nel 1615 e il postumo Persiles nel 1617) e di testi di autori napoletani tra cui spicca Giovan Battista Della Porta, il VII conte di Lemos è, assieme a sua moglie Catalina de la Cerda y Sandoval, illustre mecenate, nonché fulcro di un poderoso circolo attorno al quale gravita l'attività culturale e letteraria napoletana, marcata dalla riforma universitaria e dalla costituzione di una imponente biblioteca pubblica che il Viceré volle lasciare in eredità alla città. Nato dall'intento di celebrare il legame tra la Spagna e Napoli in occasione del IV centenario della morte di Cervantes, il volume presenta saggi di ambiti diversi: alcuni sono eruditi commenti di passaggi testuali del romanzo di Cervantes, altri sono incentrati sul rapporto che il grande scrittore ebbe con Napoli e con colui che ne fu viceré negli anni che vanno dal 1610 al 1616; altri ancora affrontano momenti essenziali della parabola mecenatesca di Pedro Fernàndez de Castro, gettando nuova luce sulle correnti ideologiche, le teorie filosofico-scientifiche e gli orientamenti letterari che animarono la Napoli delle prime decadi del Seicento: una straordinaria stagione politica e culturale, in cui la città partenopea assurse a grande capitale italiana ed europea. -
«Io sono un uomo di mondo...». Incroci di linguaggi e culture nell'arte comica di Totò
Immaginare l'uscita di un nuovo titolo su Antonio de Curtis, in arte Totò, può essere un'operazione affascinante, ma al tempo stesso rischiosa. La bibliografia fino a oggi prodotta per investigare i molteplici tratti del suo profilo umano e artistico - la vita privata, le sue ascendenze nobiliari, le sue caratteristiche di attore teatrale e cinematografico, le sue funamboliche acrobazie linguistiche, le sue apparizioni televisive, il suo talento comico, la sua produzione poetica e le sue composizioni in veste di autore e interprete di canzoni - è talmente vasta che diventerebbe impresa ardua individuare aspetti e dimensioni di questa popolare icona della comicità non ancora attraversati da uno sguardo critico. Il volume curato da Paolo Sommaiolo, però, non si sottrae a questa sfida, proponendo i contributi di due Giornate di Studio, tenutesi il 28 e il 29 aprile 2017 all'Università degli Studi di Napoli ""L'Orientale"""", nel corso delle quali alcuni docenti hanno dato vita a un vivace e stimolante dibattito da cui sono emerse interessanti prospettive per esplorare il """"fenomeno Totò"""" da inconsuete angolature. L'intento era quello di sollecitare uno sguardo plurimo e una varietà di approcci tra la vocazione multiculturale degli insegnamenti impartiti all'""""Orientale"""" e la multiforme vena umoristica della maschera di Totò, anch'essa connotata da una forte impronta multiculturale. Nelle tre sezioni di """"Io sono un uomo di mondo..."""" si scopriranno insoliti intrecci, seguendo le tracce di Totò in contatto con modelli di culture straniere, in versioni della sua comicità doppiate o sottotitolate per la circolazione all'estero dei suoi film, in rapporto con gli eventi cruciali della storia del Novecento. La prospettiva d'indagine si allarga alle implicazioni filosofiche e di natura etico-politica che si possono trarre dalle sue interpretazioni attoriche e alle sue prove di scrittura, provando a rintracciare le dinamiche della sua recitazione e le prerogative che hanno determinato il successo della sua maschera comica."" -
Verso la felicità. Prospettive ermeneutiche e antropologiche
L'idea di raccogliere questi dodici scritti incentrati sulla riflessione intorno al concetto di felicità nasce da alcuni interrogativi sulla particolare congiuntura storica che stiamo vivendo: le guerre, le violenze, le disuguaglianze sociali, la precarietà, il terrorismo, le violazioni dei diritti umani e, non ultima, l'incapacità delle politiche nazionali e sovra-nazionali di fornire risposte o intraprendere cammini virtuosi, costituiscono il punto di partenza di alcune considerazioni sulla legittima aspirazione dell'individuo a raggiungere la felicità personale. Ogni epoca della storia umana è segnata dal tentativo di definire l'idea di felicità, individuata ora nella buona sorte, nella prosperità, nell'accumulo di beni, ora nella libertà, nella pienezza dell'anima e nell'armonia tra lo spirito e il corpo, così come tra l'io e il mondo. Il soggetto contemporaneo appare quanto mai intrappolato in una dimensione labirintica in cui la consapevolezza della vulnerabilità umana non trova conforto in alcuna certezza riparatrice; né tantomeno sfocia in una netta determinazione a porre fine a comportamenti egoistici che tendono a perpetuare uno statu quo che, difendendo interessi particolari, ignora il benessere collettivo. È proprio il conflitto tra la dimensione individuale e quella collettiva della felicità che qui si vuole indagare: c'è ancora spazio per la felicità dell'io in un mondo che sembra reggersi sulla sopraffazione e l'ingiustizia? -
Si regalavano infamie. Antonina e Teodora le potenti di Bisanzio
Due femmes fatales, amiche per la pelle e potenti, fascinose e sfrontate, perfide e magnanime, uscite dai bassifondi e ascese ai vertici della società nella Bisanzio del VI secolo d. C., groviglio di congiure, rivalità, conflitti religiosi, scontri fra Oriente e Occidente. Vedova di un mercante antiocheno e madre di una nidiata di figli, Antonina non è né bella né giovane quando sposa il generale bizantino Belisario (che fu fermato dalle possenti mura di Napoli, e la conquistò nel 536 penetrandovi attraverso l'acquedotto sotterraneo). Antonina subito diventa un personaggio di spicco, rivelandosi capace come nessun'altra donna di rendere possibile l'impossibile. Depone un pontefice e lo fa imprigionare. Manovra perché un altro papa abbandoni Roma, il soglio pontificio, e vada a Bisanzio a misurarsi con la sovrana che al credo da lui promulgato si oppone. Tende un micidiale tranello a uno dei più potenti ministri e lo porta alla rovina. Si innamora di un giovane che insieme con il marito aveva adottato, lo esibisce e nello stesso tempo difende con le unghie e coi denti il suo matrimonio. Tra l'amante e un figlio che ha rivelato a Belisario l'adulterio di cui si è macchiata, sceglie l'amante e perseguita il figlio che verrà imprigionato, torturato. Degli schiavi che hanno messo il generale al corrente della sua tresca amorosa fa sparire persino i resti. Manipolare la verità e uscire indenne dalle situazioni a rischio fra cui si muove le è possibile grazie al sostegno della sovrana di cui è ormai una sorta di alter ego. Si sono conosciute quando Teodora, poco più che ventenne, viene cacciata dal governatore della Pentapoli, di cui era stata l'amante, e torna a casa impiegandoci tre anni, incontrando via via i maestri di dottrina e teologia da cui non si distaccherà mai e che la metteranno in conflitto persino con il marito imperatore, Giustiniano. Una volta a Bisanzio, e diventate mogli dei due uomini ai vertici della società, ricominciano la loro vita. Hanno entrambe assaporato le umiliazioni, le rabbie degli emarginati, e la loro sete di potere, di onori, di ricchezza è inesausta. Con Antonina al fianco, la sovrana si concede piaceri come l'umiliazione di venerabili seniores, di matrone altezzose, di aristocratici schizzinosi davanti alla prospettiva di sposare fanciulle provenienti dal mondo vituperato dello spettacolo. Di lei si serve per accusare, imprigionare, ridurre al lastrico chi non le tributa i dovuti onori. Con lei vigila perché siano efficienti le istituzioni che ha fatto nascere in difesa delle prostitute, a tutela delle vedove, delle attrici ""pentite"""", delle donne in difficoltà. Antonina, amata, protetta, consultata dal generale è sempre al fianco del marito sui fronti di guerra in Africa, in Italia, in Oriente, e in perenne collegamento con l'amica del cuore. Fino al giorno in cui Teodora muore, nel 548, lasciando - sul tappeto - un suo desiderio da realizzare. Ad Antonina spetta l'ultima parola? E lei la pronuncia. Nel modo più provocatorio che conosca. Con effetti che saranno clamorosi ....."" -
Le fave di Babilonia
L'integrazione in un paese straniero richiede un processo lento e faticoso. L'impulso alla sopravvivenza, il desiderio di andare avanti ad ogni costo e ricominciare cozzano spesso contro il richiamo d'un passato che non muore. Tutto quello che si è lasciato dietro di sé, famiglie e amicizie, urla e desidera essere ascoltato. La scrittura, come qualunque altra forma creativa, permette di dipanare i fili d'una memoria con cui il presente s'intreccia inestricabilmente. ""Le fave di Babilonia"""" nasce da questo doppio bisogno: andare avanti e allo stesso tempo dare una voce ai propri cari. Sono brevi schizzi, che, come abbozzi d'una scultura, tratteggiano un ricordo, un episodio che testimoniano non solo del destino ancora vivo e sanguinante di chi l'ha vissuto in prima persona, ma della difficile vita d'un popolo, quello iracheno, piegato ed umiliato dalla dittatura, dalle guerre intestine e dall'occupazione. Chi scrive è un'intellettuale, un'artista, una donna ch'è stata a contatto con le menti più brillanti del proprio paese e non solo. Nel quotidiano, sempre sul filo del rasoio, la gioia semplice per un piatto di fave o per un tè iracheno assume allora un valore eroico, di resistenza alla crudeltà, alla barbarie. L'esilio diventa più sopportabile, la memoria ha un potere salvifico. I ricordi sono incisi non solo nell'anima, ma anche nel corpo, nella carne. La sofferenza finisce per travolgere l'intero essere. Una malattia devastante colpisce l'autrice e la lotta ricomincia, un nuovo fronte si apre e lei viene chiamata alla resistenza. Ne viene fuori il ritratto d'una figura coraggiosa, una donna indomita, che non s'arrende di fronte a nulla e a nessuno, nemmeno al Na'ib Saddam Hussein, il Dittatore. Fino al punto da telefonargli e dirgli apertamente in faccia quello che pensa."" -
Elogio del giudice
Salvatore Maria Sergio, è Avvocato cassazionista, vincitore del Premio di Diritto penale ""Ettore Botti"""", del Premio di eloquenza """"Nicola Amore"""" e del Premio internazionale """"Sebetia-ter per il diritto"""". Medaglia d'oro al merito forense. Co-fondatore ed ex segretario nazionale dell'Unione delle Camere penali italiane. Socio onorario della Camera penale di Salerno."" -
In onore di Pallade. La Propalladia di Torres Naharro per Ferrante D'Avalos e Vittoria Colonna. Ediz. bilingue
Uscita dai torchi di Ioam Pasqueto de Sallo nel marzo del 1517 e dedicata a una delle più celebri ed eroiche figure dell'Italia dei primi decenni del Cinquecento, Ferdinando Francesco d'Avalos, II marchese di Pescara, la Propalladia è un insieme di opere teatrali e poetiche di Bartolomé de Torres Naharro e vanta il primato di essere stato il primo libro a stampa pubblicato a Napoli in lingua spagnola. Insigne monumento del teatro profano del Rinascimento europeo, il volume rappresenta una testimonianza tangibile delle sensibilità letterarie e performative della nobiltà ispano-napoletana del primo Cinquecento così come del dinamico e fruttifero plurilinguismo che, in continuità con l'epoca aragonese, caratterizza la Napoli spagnola di Carlo, il futuro imperatore. La Propalladia, nella lunga e feconda stagione dell'editoria partenopea in lingua castigliana durante i due secoli in cui il Regno di Napoli formò parte della Corona di Spagna (1503-1707), è, indiscutibilmente, uno dei capolavori della serie (oltre 200 opere di diversi generi e consistenza fino ad ora identificati), sia per la novità e forza delle commedie che la costituiscono, sia per la straordinaria ricchezza e creatività espressiva che caratterizza la lingua del poeta di Extremadura. Abbracciando prospettive scientifiche plurali, i saggi che costituiscono il volume In onore di Pallade perlustrano, con sguardi incrociati, da una parte, il nuovo contesto politico-culturale, artistico ed editoriale partenopeo che generò la Propalladia, (quello dell'avvento del regno di Carlo) dall'altra, aspetti della poetica di Torres Naharro in rapporto con la tradizione lirica e teatrale del primo Rinascimento ispanico; altri contributi gettano nuova luce sulle relazioni tra il poeta e i suoi mecenati tra Roma e Napoli, sulla complessa tradizione testuale della Propalladia, sui suoi legami con gli ambienti dell'umanesimo partenopeo, romano e parigino del primo Cinquecento, sui suoi rapporti con la musica. Le illustrazioni che corredano il presente volume appoggiano le varie ricerche, mostrando la forza propulsiva dei primi decenni del Cinquecento partenopeo, il ruolo politico-culturale internazionale di Napoli, lo splendore della nobiltà protagonista di questa prima stagione della Napoli carolina (Ferdinando Francesco d'Avalos, sua moglie Vittoria Colonna, il viceré Raimundo Cardona, i feudatari Fabrizio Colonna e Belisario Acquaviva). -
Forme di attesa
«Nella poesia di Enzo Ragone il transito dell'arte nasce dalla lucida e stoica consapevolezza della irriducibilità del frammento, dell'impossibilità di riportare unità, di ritotalizzare ciò che si può soltanto sospettare e mai più raggiungere. Ma il frammento non significa poetica del frammento e perdita della visione, bensì coscienza di operare attraverso la pratica poetica, del linguaggio che costituisce l'opera. In questo senso l'opera ""forme di attesa"""" è indispensabile, in quanto ristabilisce concretamente rotture e squilibri del sistema sociale che invece tende ottimisticamente a rendere sintomatico il quotidiano, per riconvertire il frammento in termini di totalità. La poesia di Ragone è sensibilità armata di un'esperienza intransitiva che rivolge le proprie armi dentro il proprio ambito, che affonda i propri utensili all'interno di una produzione che rimuove la piramide del pensiero logocentrico partendo dalla posizione del frammento e approdando infine a quella nomade che coincide con l'atteggiamento dell'errare, dello spostamento metonimico del desiderio costituito dall'opera d'arte. Cioè la poesia. Sulla parola vigila la pittura, in questo caso di Nicola De Maria che mette in evidenza il valore dell'autonomia di un linguaggio che evita di identificarsi con la vita ed esalta, anche esso, attraverso il frammento il confine che separa l'arte e la vita». (Dalla Prefazione di Achille Bonito Oliva). Con opere di Nicola De Maria."" -
Elogio di Maradona
Diego Armando Maradona (Buenos Aires 30 ottobre 1960 - Buenos Aires 25 novembre 2020). La sua prima frase a Napoli: ""Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli perché loro sono come ero io a Buenos Aires"""". E ancora: """"Tutti dicono questo è stato il miglior giocatore del Barcellona, questo è stato il migliore del Real Madrid, questo è stato il migliore del Chelsea. Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli"""". """"Che cos'è Napoli per me? È la mia casa"""". """"Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello"""". """"Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione"""". """"Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla, per divertire la gente""""."" -
Nir pur. Ediz. a colori
Nir Pur è un mito. È il racconto illustrato di una leggenda dal sapore orientale che, come se risalisse dalla notte dei tempi, rivive simile ad un reperto archeologico da poco venuto alla luce. È il mito di un fiume, il Nir Pur, che è il fiume nutritore, il punto di riferimento atavico del percorso dell'evoluzione storica della civiltà. È un fiume che si sviluppa nell'interezza del territorio umano, dagli albori ai tempi recenti, tagliandolo in due, da costa a costa, da mare a mare; dalla coda, che è la foce del fiume, alla testa che è la fonte di questo immaginario e immenso corso d'acqua. Il Nir Pur ha la forma di una lucertola, con le zampe avvinghiate alle montagne e il capo gigantesco e fisso tra le nebbie delle sue cascate, in attesa della preda: una mitica falena che sarà il suo ultimo pasto. ""Quando sarà, il pianeta intero sarà sconvolto ed ogni cosa cambierà sotto il sole!"""". Il mito è narrato in prima persona dalla Falena, più esattamente dall'Uomo-Falena che, ricordando come la sua vita fosse stata una brezza leggera che sfiorava le stelle, racconta di come, carezzando il mondo, fu generato e prese forma, rallentato nella sua corsa aerea dalle acque in tempesta della foce del Nir Pur. La sua forma è incompleta, come è incompleta o rimossa la coscienza del suo destino. Il suo corpo è ricoperto di polvere d'oro fino alle carni ed il suo viso mascherato. Nasce e assiste, tra le paludi che lo circondano, alla loro bonifica per opera di un'umanità primitiva e inizia la risalita che è coscienza di un brulichio di anime nel contesto di una natura lussureggiante che si autodivora. Vive ed è partecipe dolorosamente di questa realtà. Ed è la cognizione del dolore, in ultima analisi, il motore primo del suo andare avanti, del suo procedere, nello spazio e nel tempo, risalendo la corrente fino alla vetta altissima di un vulcano dove, tra le nebbie delle immense cascate, il mostro lo attende con le fauci spalancate."" -
Un angelo del piano di sopra. Messaggi d'amore e di speranza da un mondo di luce
Messaggi d'amore da un mondo di luce. Con la collaborazione di Maria Bonilli. Nuccia Ghezzi è una sensitiva la quale, tramite la scrittura automatica, è in grado di porsi in contatto con il mondo ultrasensibile, con quello che viene comunemente definito « aldilà ». Nel 1985, si rivolse a lei Maria Bonilli, che da circa due anni aveva perduto una giovane figlia, Luisa, della cui scomparsa non riusciva a rassegnarsi. Stabilito un primo contatto medianico, da allora gli incontri » si susseguirono con una certa frequenza, non solo per conforto alla madre, ma quali messaggi di amore e di speranza per tutti. « Contornata da Spiriti di Luce », afferma Luisa, « io vivo una Realtà fatta nostra dopo le esperienze della carne. Siamo noi che veramente viviamo, perché nostra è la verità, e non quella che voi, nascosti ancora nell'involucro terreno, potete solo vagamente percepire... ». E circa il presente libro: «Amica cara, desidererei che quello che tu scrivi venisse pubblicato, ma non vorrei che fosse una storia troppo triste, perché ora la tristezza è bandita dal mio essere... potrei dire che sono fatta di gioia. Ogni mia vibrazione è un canto melodioso di vita intensa e felice ». E più avanti: « II nostro viaggio non è senza ritorno. Noi siamo collegati a voi, vi sentiamo, vi seguiamo. La legge non permette un contatto palese ai sensi umani, ma noi ci sforziamo, oggi più che mai, di portare in voi la sicurezza di una vera rinascita ». Non solo a questo incontro particolare è dedicato il libro, ma a tutto il fenomeno medianico di Nuccia Ghezzi, alle varie e numerose entità manifestatesi attraverso di lei, alle sue guide e a non pochi eventi paranormali di cui è stata tramite. Un libro di grande interesse, che apre a tutti le porte dell'altra dimensione. -
Esperienze medianiche. Fenomeni, incontri, testimonianze
Fenomeni, incontri, testimonianze. La vita di Angela Simonelli è costellata di avvenimenti straordinari, esperienze medianiche di ogni tipo che talvolta ampliano e integrano la stessa casistica a disposizione degli studiosi. Infatti, come già largamente testimoniato nel suo primo volume, le sue facoltà paranormali vanno dalla chiaroveggenza alla telepatia, dalla bilocazione o viaggio astrale alla visione a distanza, dalla bilocazione o viaggio astrale alla visione a distanza, dalla possibilità di entrare in contatto con entità di trapassati a quella di comunicare con alte guide spirituali (Sai Baba, Santa Rita, ed altri) che l'aiutano nello svolgimento della sua ""missione"""". E' in grado inoltre, in modo veramente straordinario, di individuare e neutralizzare """"fatture"""" e operazioni magiche negative. Questo secondo volume aggiunge numerosi nuovi casi ed eventi a quelli già esposti in """"Medianità Vissuta"""", dando al lettore un più ampio e affascinante quadro della sua personalità. Inutile dire che nella maggior parte dei casi neppure la stessa Angela è in grado di spiegare """"come"""" e """"perché"""" tali fenomeni possano avvenire, particolarmente nei casi di guarigione, anche a distanza; il fatto è che diverse alte entità la aiutano nel compito che ella stessa si è dato di lottare per il bene, impegnandosi con tutte le sue forze per aiutare il prossimo."" -
La magia. Rituali e poteri magici
Il fine dell'autentico mago è quello di scoprire il suo vero Sé, di cui la personalità terrena non è che la maschera. In questo libro è contenuta una spiegazione completa e concisa degli antichi usi, rituali e scopi della magia tradizionale. L'autore, dopo aver diradato le nebbie della confusione causate da numerosi errori e preconcetti, traccia un ampio panorama del pensiero magico di ogni tempo, fino alle scoperte della moderna parapsicologia. Poiché l'opera si rivolge all'uomo occidentale, non approfondisce i sistemi magici orientali, ma ne tratta a grandi linee, evidenziandone la teoria e la pratica, che si rifanno principalmente al mondo mistico e magico della Cabala. La Magia, lungi dall'identificarsi con irrazionali superstizioni, è basata su leggi precise e profonde, e su particolari tecniche tramandate dalle notte dei tempi. Questo volume è pertanto un utilissimo manuale introduttivo alle scienze magiche e alla magia cerimoniale. I suoi capitoli trattano, tra l'altro, della personalità umana e degli scopi della magia, invocazioni ed evocazioni, la magia magnetica, le immagini magiche e la magia iniziatica. -
Pranoterapia. Guarire con le mani
Manuale completo per praticare la pranoterapia. Il magnetismo è un antichissimo metodo curativo, e la possibilità di farne uso è presente, in maniera più o meno forte, in ogni individuo. Questo volume insegna come sia possibile capire a fondo questa tecnica e svilupparla al massimo grado. Sono tre i metodi di base: lo sfioramento con la mano, l'imposizione delle mani, e la pressione della mano su un punto determinato. In questo libro il metodo maggiormente trattato è quello dell'imposizione delle mani. Dove e come farne uso e per quanto tempo è cosa strettamente individuale, e non si può definire con esattezza. Ciascuno può prendere delle idee dalle linee generali di questo libro, per provare la propria predisposizione, quando non l'avesse già scoperta da sé. Un sentimento d'amore sincero e una grande disponibilità ad aiutare gli altri sono la base indispensabile di questa terapia. -
Cura del cancro con terapie naturali
Cancro, tumori e leucemia sono curabili con particolari terapie alimentari e naturali Da oltre mezzo secolo il medico olandese Moerman ha dato un contributo fondamentale alla soluzione del problema cancro, elaborando una terapia basata su un particolare regime alimentare. Il nostro sistema immunitario non dovrebbe venire ostacolato con antibiotici, ormoni, radioterapia e interventi chirurgici. Un'alimentazione adeguata è già da sola in grado stimolare la nostra resistenza alle malattie: persino in casi considerati disperati, una dieta sana può portare alla guarigione completa. I risultati di questa terapia sono sorprendenti. Solo oggi, dopo essere stato denigrato per anni, il dottor Moerman comincia ad avere i dovuti riconoscimenti scientifici. Dalle ricerche condotte in tutto il mondo risulta che la crescente incidenza del cancro va di pari passo con il maggior consumo di alimenti prodotti industrialmente, di carne e grassi animali, di cereali e zucchero denaturati. Al contrario, dove l'alimentazione si basa principalmente su cibi crudi e ad alto contenuto di fibre, su cereali integrali, frutta e verdure fresche (contenenti vitamine A, del complesso B, E e D, acido citrico, iodio, zolfo e ferro) l'insorgenza di molte forme tumorali risulta impossibile, dal momento che queste sostanze fondamentali contribuiscono a mantenere sempre alta la guardia difensiva dell'organismo. Pertanto, mentre sconsiglia alimenti quali carne, pesce, caffè, tè, patate, acqua, zuccheri e lassativi, al contrario consiglia una dieta costituita da succhi di frutta, verdure, pane integrale, vegetali e insalate in genere, frutta, burro, formaggi, olio d'oliva, cereali e latte magro. Questa dieta, che nel volume è ampiamente illustrata, può prevenire ed evitare numerose malattie e sofferenze, diventando anzi la formula della buona salute. -
Introduzione ai chakra. L'anatomia occulta e l'espansione della coscienza
L'anatomia occulta e l'espansione della coscienza. I chakra sono i centri della forza vitale che esistono, a diversi livelli della coscienza, nell'organismo umano. Questa forza, presente in differenti manifestazioni ma nella stessa essenza in tutto l'universo, è quella che governa ogni forma di vita, materiale e spirituale. Conoscere tale energia interna a noi e imparare a controllarla equivale a entrare in sintonia con la forza universale, raggiungere quell'identificazione con il principio spirituale supremo che è il fine perseguito dalla pratica dello Yoga. Questo volume presenta una serie di esercizi fisici e mentali e una chiara spiegazione delle diverse pratiche dello Yoga. Attraverso lo studio, l'applicazione e la profonda comprensione di quanto qui suggerito, ciascuno può raggiungere l'espansione della propria coscienza e la conoscenza dell'Io Eterno e Universale.