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Elogio di Cristiano Ronaldo
Essere Cristiano Ronaldo nelle varie tappe della vita: esserlo da ragazzino per poter calciare come lui; esserlo da grande per avere tutte le donne ai propri piedi; esserlo in casa per non attendere il proprio turno all'accesso nell'unico bagno disponibile; esserlo al supermercato per avere tessere e punti gratis. Ironizzando sulla vita quotidiana dell'uomo comune, sulle sue bassezze e desideri imbarazzanti, l'autore ci descrive l'eccezionalità del calciatore, l'unicità di una vita al massimo. O esattamente il contrario? E allora basta essere Cristiano Ronaldo anche solo ""...per essere veloce, anche senza la palla al piede, e fare i cento metri in undici secondi alla velocità di 33,6 chilometri orari per riuscire, almeno una volta, a prendere al volo in Piazza Vittoria un autobus della linea 151 da Piazza Garibaldi a Piazzale Tecchio senza arrivare fuori tempo davanti alle porte che mi si chiudono in faccia mentre l'autobus già mette la freccia per la Riviera di Chiaia""""."" -
Elogio di De Laurentiis
"Ma chi credete di essere in questa città inconcludente che io saprei come organizzare, non solo il calcio. Qui si può costruire l'Eldorado. Napoli ha tutto e in quindici anni potrebbe diventare una locomotiva. Facciamo un'isola artificiale a forma di palma in mezzo al golfo, come ce n'è una a Dubai, e la chiamiamo Palma e ci facciamo un casinò, un albergo, villette a schiera e un approdo per 300 barche. Facciamo di via Caracciolo una promenade, come ce l'ha Nizza, come la Croisette di Cannes. Facciamo un tunnel sotterraneo dagli alberghi del lungomare a Mergellina e sopra facciamo 17 stabilimenti balneari. Creiamo 40mila posti barca da Bagnoli a Pozzuoli.""""" -
Una quotidiana dedizione al futuro. Nuove sfide per il sindacato riformatore
La crisi economica con cui l'Italia è ancora alle prese impone al sindacato di rispondere a problemi e temi nuovi. Il sindacato riformatore, secondo la tesi dell'autore, deve affrontare in particolare tre sfide. La sfida per un nuovo welfare efficace, efficiente e realmente includente di tutte le generazioni. Un sistema basato sempre più su due pilastri, pubblico e complementare, che rafforzi e tuteli la previdenza pubblica sottoposta in questi anni a giganteschi prelievi di risorse e che sviluppi la previdenza completare e sanitaria, strutture che in questi anni hanno dato buona prova di sé. La sfida per un nuovo fisco, fondato su un robusto taglio delle tasse a lavoratori, pensionati e imprese, unica via per far tornare a crescere l'economia italiana con benefici per il sistema produttivo e per riassorbire i drammatici livelli di disoccupazione attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro. Un sistema fiscale equo che sappia meglio distribuire la ricchezza tra i cittadini è condizione decisiva per la crescita economica e sociale. La sfida per una nuova politica, finalmente, bonificata dagli sprechi, dagli eccessivi costi, e che restituisca capacità di governo alle istituzioni attraverso una loro riorganizzazione e riduzione. Dalla buona politica passa la tutela dei diritti dei più deboli e il sindacato, da posizione di indipendenza, deve dare un forte contributo per affermare una politica nuova. Introduzione di Mimmo Carrieri. -
Dici tu... Titolo provvisorio
Di racconto in racconto, si snodano microstorie in cui sono trattati, con tono scherzoso, i temi cari all'autore: l'amore, la morte, la famiglia e una magnifica ossessione, la moglie, a confermare, nell'eterna guerra dei sessi, il primato del pragmatismo femminile sull'idealismo maschile. Un variegato compendio di tipi umani, quello che ci presenta Imperiali, sempre osservati con sguardo vagamente disincantato, in un gioco ironico senza soluzione di continuità con l'eterno dilemma del vivere, sempre alle prese con la fugacità dell'esistenza umana. Con stile snello e realistico nel descrivere eventi, pensieri e stati d'animo rappresentativi della vita e del suo imprevedibile fluire e una scrittura torrenziale e affabulatoria, ""Dici tu..."""" rappresenta quasi un manifesto filosofico dei fatalismo esistenziale in salsa partenopea."" -
La verità sulla previdenza italiana. Dalla storia alla cronaca: un disastro organizzato
Cosa c'è di ""malato"""" nel nostro sistema pensionistico? Per quale enigma matematico i lavoratori italiani pagano più contributi di tutti e hanno le pensioni tra le più basse d'Europa? Perché, nonostante la legge, non si riesce a separare l'assistenza dalla previdenza? Questo libro, tra storia, cifre e dati economici, fa luce sui misteri della previdenza italiana e offre alcune soluzioni ad alcuni atavici problemi."" -
Il tempo e la storia. Il Sud e l'identità perduta
Un'indagine sulle cause della mancata autonomia del Mezzogiorno d'Italia e sulla deficitaria identità statuale, ricercate in un passato che affonda le sue radici nel periodo delle monarchie medievali. Nel tratteggiare le vicende dei regni normanno, svevo, angioino, aragonese, gli autori descrivono il lungo conflitto tra accentramento regio e autonomia-anarchia feudale. Indicano gli effetti delle ""fratture"""" storiche e ambientali entro cui si è svolta la vicenda dell'economia e della società meridionale: dalla ipertrofia delle sue capitali, Napoli e Palermo, alla debolezza della rete urbana, alla """"scioltezza"""" degli abitanti. Il volume, anche attraverso l'analisi delle forme di governo, del sistema fiscale, degli apparati burocratici, dell'ambiente e della natura dei luoghi, propone una lettura """"senza pregiudizi"""" del Sud e delle sue identità."" -
La meravigliosa storia del trapianto di cuore a Napoli
"Quella mattina si doveva andare a Positano con il tuo gozzo. Eravamo tutti pronti per partire quando arrivò la telefonata dal 'Monaldi'. C'era il cuore pronto per il trapianto. Fu una corsa a cambiarsi, lasciare il costume e infilarsi gli abiti d'ordinanza. Giacca in pieno agosto e borsa da lavoro; quella borsa che per il pittore diventa scrigno di cuori in mano al professore, sotto il sole cocente della banchina del porto di Capri in attesa dell'aliscafo. Una tempera a cui sono molto affezionato [...]. Era il 1988 e stavano chiamando dall'ospedale. C'era il cuore... 'C'è il cuore, c'è il cuore, c'è il cuore', questa era la frase sussurrata che ci passavamo l'un l'altro, dopo averla appresa. Maurizio doveva partire. Ciao Maurizio, buona fortuna [...]."""" (dalla Prefazione di Gianni Pisani)" -
Grillo nella rete
"Questo libro racconta una storia che parte da lontano. Circa un anno fa Antonello Di Mario e Anna Martini hanno iniziato a ricostruire la metamorfosi di Beppe Grillo, che dopo il successo artistico è diventato il punto di riferimento dell'opposizione politico-sociale in questo Paese. I due sono partiti dal decennio scorso fino ad arrivare ai giorni nostri. In questo percorso, partendo dalla suggestiva immagine dell'ex attore comico che dalla poltrona di casa commenta i risultati delle elezioni politiche a fine febbraio del 2013, gli autori compiono una ricostruzione analitica del passaggio di Grillo dalla fase dello spettacolo a quella prepolitica, fino all'entrata nel """"Palazzo"""" con una corposa rappresentanza di deputati e senatori nei due rami del Parlamento. Di Mario e Martini si sono serviti di fonti aperte, old e new media: agenzie di stampa, quotidiani, settimanali, trascrizioni di registrazioni radiotelevisive; poi, siti telematici, post da Facebook, cinguettii di Twitter, riferimenti a dirette in streaming. Insomma, un vero e proprio monitoraggio degli avvenimenti, diffusi attraverso le molteplici tecniche di stampa, un'azione specifica e capillare. Dottrina sulla comunicazione digitale e cronaca politica, che interagiscono in modo sinergico e complementare, rappresentate da più di 300 note esplicative e da una bibliografia di quasi 50 testi, di cui almeno un paio di difficile reperibilità."""" (Antonio Signorini). Prefazione di Pippo Baudo." -
La compagnia dei naufraghi
Forte di un'ambientazione originale, se non unica, il romanzo racconta la fine di un'era, quella della classicità, che si spegne lentamente, cedendo il passo all'oscurità del Medioevo. Sullo sfondo della Napoli bizantina, un giovane e talentuoso rampollo di una nobile famiglia di giureconsulti, Malarico dei Griffi, in arte Ricuccio, viene introdotto dal nonno, già consigliere della famiglia dinastica dei Sergi, presso Atanasio II, duca e vescovo della città, al fine di farlo desistere dalla sua passione per il teatro. Costretto a fuggire a seguito di uno scontro violento con il suo signore, a causa del rapimento di una bella longobarda di cui è innamorato, Ricuccio e la sua Compagnia si troveranno catapultati nel turbine della Storia. Attraverso una rabberciata e variegatissima troupe di sedicenti attori e saltimbanchi dalle etnie più varie e dalle diverse fedi religiose, si dipanano le vicende della Compagnia dei Naufraghi; naufraghi, per l'appunto, nel cuore di un'Europa percorsa dalla violenza e dalla durezza della vita, in cui la lotta quotidiana per la sopravvivenza non conosce quartiere e il teatro è fieramente avversato dalla Chiesa. Tra viaggi, intrighi, battaglie, persecuzioni, minacce di roghi e incomprensioni di ogni genere, la vita dei Commedianti, stremati dalla fame e dal freddo e circondati dalla ignoranza degli spettatori, si rivela ben presto assai grama, e il tentativo di far vivere e circolare il teatro una catastrofe. -
Il muschio nasce a Sud
Matteo ha due anime. Ama la Storia e ama la danza, vive di entrambe. Non può farne a meno, lo legittimano e gli consentono di esistere. Ma proprio per questo si sente un paradosso, come il muschio che nasce a Sud. Matteo ha occhi neri e profondi come il mare. Ci scappa spesso lì. Quando ha paura, perché non sa cosa fare. Quando le strade che gli si parano davanti sembrano sabbie mobili e il domani ha colori scuri. Guarda quell'immensa distesa d'acqua e la respira. Si abbandona a essa e al suo vento. Si acceca di brezza. A un certo punto il contrasto fra le due anime diventa insopportabile e il commiato da un'adolescenza che sembrava poter procrastinare a oltranza diviene improrogabile. ""Il muschio nasce a Sud"""" è un romanzo di formazione atipico e doloroso. Ma anche il romanzo della scelta e della paura di scegliere. È la storia di chi deve imparare a ritrovare se stesso e ciò che è."" -
Articolo 5
"Articolo 5"""" è la storia di Toni, un giovane sacerdote campano assai amato dalla sua comunità che, negli anni terribili della Seconda guerra mondiale, pur afflitto da mille paure e insicurezze, decide di svestire gli abiti religiosi per andare incontro a un destino diverso, un destino che - come ci rivela il libro fin dalla sua prima pagina - ha la forma di un amore sincero e appassionato per una donna. La Grande Guerra però, che nel 1940 si fa, nel sud Italia, ogni giorno più cruenta e tragica, non farà che accentuare le difficoltà e i sensi di colpa di Toni che, sospeso fra cielo e terra, non smetterà mai di lottare per la sua fede e per il suo amore." -
Tempo che fu di Scioscia
Undici racconti, undici punti di vista sulle Quattro Giornate di Napoli. Ne emerge, attraverso una lingua arcaica e modernissima al tempo stesso, con il plurilinguismo che è cifra stilistica propria di Enzo Moscato - e che lo ha imposto all'attenzione della critica e del pubblico, non soltanto italiani una vivida e vivace descrizione dell'inquieta Partenope. Per dirla con Moscato: ""[...] un piccolo affresco, senza la solita separazione dicotomica, in bianco e nero, delle cose e le persone, con i Napoletani, puri e buoni, da una parte, e i Tedeschi, bruti e bestie, da quell'altra. Con i martiri e gli eroi, da un canto, e i vigliacchi e gli assassini, simmetricamente opposti a quelli"""". Il tutto nel """"Tempo che fu di Scioscia"""": """"[...] proverbialmente riferito a una figura, un personaggio antico, di cui tutti sentono dire, sentono parlare, ma che nessuno ha mai conosciuto o visto, concretamente, nella vita. Le gesta di Scioscia sono, di fatto, temporalmente come relegate dentro una distanza siderale. Come ammantate di un fiabesco, leggendario alone. Ma sono anche - e sempre di più, al giorno d'oggi - come circonfuse dalla malinconia di un progressivo, inarrestabile cader nell'oblio""""."" -
Pizzo della Monaca
Un eccidio in concomitanza con il funerale di un capobastone della mafia. Un picco roccioso più simile a un labirinto sotterraneo che a una vetta aerea. Un professore tignoso, intenzionato a non concedere un solo iota a quella che chiama ""Cosa Loro"""". Una caserma-presidio contro il malaffare. Un povero demente dall'intelligenza vivida e un prete incattivito dalla gratuita ottusità del male. Una ragazza innamorata, contro ogni logica culturale e sociale, del nemico più appetibile. Una lotta implacabile, che investe due continenti, senza risparmiare il luminoso Mare nostrum, più vorace dell'antico Moloch, e la perla in esso incastonata, Lampedusa. Donne audaci e umanissime o dall'anima votata all'inferno. Ma soprattutto lui, il maresciallo di colore dagli occhi incredibilmente azzurri, deciso a condurre sino in fondo una lotta senza quartiere all'acaro della società. Ignaro che da soggetto di un'inchiesta poliziesca si trasformerà, ben presto e suo malgrado, in oggetto di un'investigazione umana dai risvolti sconvolgenti."" -
Il mistero di Piazza Mercato
In una Napoli assolata, nella chiassosa Piazza Mercato - che aveva già visto l'esecuzione capitale di Corradino di Svevia e i germi della rivoluzione di Masaniello - fra ambulanti, pizzicagnoli, scarti di verdure, casse di legno marce e immancabili tarantelle, un importante esponente dell'aristocrazia napoletana, il conte Guglielmo Cavalcanti de Perlos, scompare nel nulla. Si vocifera che nell'ultimo periodo il ""giovin signore"""" - incallito donnaiolo, con dimora in Palazzo Cavalcanti di Chiaja - abbia perso la testa per Maria La Malva, moglie di Vincenzo il pescatore, con cui nei giorni precedenti la sparizione aveva intrattenuto una equivoca corrispondenza... Un amore ostacolato dalla differenza di classi; una feroce e spietata banda di briganti; mercanti e nobili in combutta per un posto al sole; un enigma da risolvere: sono questi gli ingredienti di un interessante romanzo storico tinto di giallo, rigoroso tanto nell'acuta ricostruzione e interpretazione degli eventi narrati che nella disamina intimista degli animi dei protagonisti."" -
Sono apparso alla mia donna
Che succede se la donna che ami più della tua stessa vita ti chiede di uccidere tuo padre? Brasile. Villaggio del nord-est, motel in riva al mare del Ceará. Presunto, un cinquantenne stempiato, in carne, con una marcata vocazione alla non azione, soffre di ""amore vertiginoso"""" nei confronti di Maria. Lui e il cialtronissimo socio Macio Pende fanno di mestiere gli impresari musicali. Importano vecchie e improbabili glorie canore italiane nella terra del samba. Maria è la sua donna. Molto più giovane di lui, gli è necessaria come l'aria che respira. Lei nasconde un segreto atroce: da bambina è stata violentata dal padre di Presunto, Vanni, ex showman televisivo italiano, già marito senza scrupoli della madre di Presunto e turpe amante della madre di Maria, una ballerina brasiliana. Entrambe le donne, morte di crepacuore. Maria chiede vendetta. Supplica Presunto di vendicarle, lei e le sue donne. Suo padre le ha umiliate e ferite a morte. Loro e chissà quante altre. Presunto sa di non avere scampo. Non può perdere Maria. Il solo pensiero lo annienta. Uccidere il padre diventerà la sua missione, ma anche la sua maledizione. Un viaggio andata e ritorno, tra mare, cielo e terra, tra spiagge brasiliane e strade italiane, attraverso motel, case e conventi, vedove, cantanti, preti, puttane e camionisti, tigri finte che sembrano vere e maiale spaventate, patologiche passioni e insanabili apatie, l'incombenza del tragico e il puntuale incidente della farsa."" -
Durruti è solo. Due racconti urbani
Secondo decennio del ventunesimo secolo. Un posto qualsiasi. Una città fatta di solitudini sconosciute. In cui tutto scorre, trasformando il microcosmo delle vite che la attraversano in sintesi di speranze, illusioni, tragedie e sconfitte collettive. Questa consapevolezza accomuna Bonaventura e Antonio, detto ""Dazebao"""", solitarie creature del nostro tempo, sospese tra Roth, Beckett e Svevo, inesorabilmente prigioniere nella ragnatela del disagio metropolitano. La metropoli narrata da Casaburi, forse Napoli, è in realtà un luogo indefinito nel quale il lettore può riconoscere la sua città, senza limitazioni geografiche."" -
Pane al PAN. Il mio pane quotidiano. Catalogo della mostra (Napoli, 15-30 novembre 2014)
"Molti sono gli artisti dello spettacolo che o per puro diletto o con dedizione professionale si dedicano alla pittura quasi come se la creatività espressa sul set o sul palcoscenico non bastasse a esaurire la propria fantasia e a colmare il proprio desiderio di esprimersi. È allora, non con sorpresa ma con rinnovata stima, che mi ritrovo a scrivere queste righe per un artista della nostra terra, Francesco Paolantoni, che quasi in linea con la sua vis comica, ha ideato e realizzato una serie di opere composte da molliche di pane, che è diventata, grazie alla partecipazione attiva di UNIPAN, anche un intervento di sensibilizzazione al consumo critico del nostro alimento principe, troppo spesso incautamente, o addirittura criminosamente, prodotto e distribuito in modo illegale, e quindi con potenziali rischi per la salute dei cittadini. Una scelta che racchiude, quindi, in sé un omaggio all'alimento per antonomasia e, al tempo stesso, nei soggetti raffigurati, al cinema, al teatro, a Napoli. I lavori esposti al PAN (e come altro potrebbe, allora, intitolarsi la mostra, se non Pane al Pan), composti con perizia e pazienza certosina, sembrano quasi rivelare ciò che di Paolantoni ci è caro e ci fa sorridere, la sua ironia, la """"tracciabilità"""" dei suoi riferimenti culturali, la sua inesauribile abilità nel """"giocare"""" con le cose serie per restituirne il lato più divertente; insomma, la capacità di """"vedere"""" oltre la realtà per apprezzare ciò che è dietro di essa..."""" (Nino Daniele)" -
Elogio dell'eros
"Tessere un elogio dell'eros, ai giorni nostri, è roba da dinosauri (nel senso di creature estinte). Con l'invasione di rotocalchi e televisioni che esibiscono tette e culi indifferentemente maschili e femminili, con chat e siti web d'ogni genere che favoriscono il soddisfacimento di senili pruderie e pulsioni adolescenziali, questa potenza magica e terrifica, un tempo connaturata all'essere umano, ha perso tutta la sua aura di mistero e di pathos, e da sacra che era è diventata laica"""". Con divertita ironia, l'autrice osserva i mutamenti di questa divinità, una e doppia, maschile e femminile, attraverso l'evolversi dei costumi e delle ere: dal mito eroico alle attuali mitologie virtuali. Passando per la storia, la filosofia, la letteratura, l'arte figurativa, i fumetti, i cartoon, Maria Roccasalva ci riprova e, dopo l'Elogio dell'adulterio, intende dimostrare che il desiderio erotico del sangue, nell'uomo, non è che un mezzo per raggiungere sì l'infinito, ma non quello platonico della carne divenuta spirito; semplicemente l'infinito della sua potenza di uomo. Ma poiché a ostacolarlo in questa sua aspirazione c'è il desiderio erotico della donna - che mira alla procreazione e conservazione della specie - l'eterna guerra tra i due sessi non si è mai risolta. Sennonché oggi, mentre su tutto il pianeta infuriano guerre spaventose, qualche mutamento sta accadendo anche all'eros... Ma, per saperlo, bisogna leggere l'Elogio." -
Dentro la vita
"Il profumo del giallo oro del frumento; quello rosso delle ciliegie e quello ocra delle albicocche; il profumo verde chiaro, con il profumo verde scuro, interrotto a tratti dal bianco profumato delle praticelle e, lì dove c'era la villetta del commendatore, il profumo rosso spinoso delle rose..."""". È il mondo a colori che racconta Flora, la cui infanzia felice sarà brutalmente interrotta dal sopraggiungere nefasto e inesorabile della cecità - una grave retinopatia congenita, che riempirà gradualmente la sua vita di ombre - e da una violenza sessuale subita nel corso dell'adolescenza, che la farà scivolare in un baratro fatto di una doppia oscurità. Flora, consapevole del progressivo declino verso il buio, inizia così una spasmodica corsa contro il tempo, che la porterà ad accumulare quante più esperienze possibili prima di perdere completamente la vista: due figli, tre mariti, tante amiche, viaggi, sport, attività nel sociale, ma anche conviventi violenti e truffatori. Tutto in meno di venti anni. Un'ubriacatura di vita, che la porterà finanche a sfiorare la farmacodipendenza, in un viaggio - dall'eccesso alla redenzione - destinato a farsi ricordare. Prefazione di Esther Basile." -
Hölderlin
Con quei suoi tratti delicati, gentili e miti, i biondi capelli e la pulizia accurata delle vesti, lo Hölderlin ritratto da Zweig è la figura in cui più violentemente contrasta l'oscurità del suo dèmone interiore, quell'irrequieto slancio poetico che, come una necessità, un ineluttabile destino, lo conduce via con sé, sempre più lontano dalla vita e dalla realtà, dalla loro dimensione umana. ""La legge della vita [...] non tollera che si resti al di fuori dei suoi eterni giri: chi si rifiuta di tuffarsi in quel caldo flutto, muore di sete a riva; la vita di colui che non partecipa è destinata a rimanere eternamente fuori, in solitudine tragica"""", scrive Stefan Zweig che, con un'appassionata e poetica analisi, traccia la parabola della """"caduta nell'infinito"""" di quest'eroe, grandiosamente tragico e triste. Ma la poesia sopravvive anche al disfacimento e alla dispersione della ragione, e Zweig pietosamente lo coglie, lui che fu profeta inquieto presso gli uomini delle idealità dell'umanesimo non meno di Hölderlin, e che ha fatto del biografismo e della follia gli ambiti di uno scandaglio profondo, sempre illuminando il valore dell'uomo in quanto tale.""