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Le committenze sacre di Cosimo III de' Medici. Episodi poco noti o sconosciuti (1677-1723)
Tratto peculiare del mecenatismo del penultimo granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici (Firenze 1642- 1723), le commissioni sacre ne segnarono l'intera esistenza sostanziandosi in patrocini importanti che portarono il sovrano ad elargire generose elemosine per il restauro di vetusti edifici esistenti o di nuova fondazione, a commissionare preziosi contenitori necessari a conservare e valorizzare rare e ambite reliquie, così come ad ordinare serie di dipinti destinate a primari luoghi di culto, non soltanto toscani. Di tante di queste iniziative (la più parte sconosciute) che ebbero, come esito, la produzione di significative opere d'arte, si dà ragione in questo libretto nella consapevolezza che tali decisioni sovrane furono sì mosse da una religiosità profonda e partecipata, esemplare del carattere del principe ed esternata con la pompa e la 'visibilità' tipiche del periodo, qualificandosi tuttavia anche funzionali ad accreditare, agli occhi del popolo, i propri meriti quale 'primo credente' dello Stato, esempio di virtù e rettitudine morale, e di affezione alla Chiesa, prerogative imprescindibili per un sovrano cattolico della fine del XVII secolo -
Michelangelo e i Medici. Attraverso le carte dell'archivio Buonarroti. Catalogo della mostra (Firenze, 20 novembre 2019-9 marzo 2020). Ediz. a colori
Catalogo della prima mostra che prende le mosse dal patrimonio e dalle ricerche della Fondazione Casa Buonarroti. La mostra si inserisce in una linea metodologica che, attigendo dalle risorse interne del lascito michelangiolesco di opere d'arte, disegno, documenti d'archivio, arricchito nel tempo da altri apporti, ne valorizza aspetti specifici gettando nuova luce su personaggi, periodi storici o circostanze attinenti a Michelangelo e alla famiglia Buonarroti. -
Firenze, architettura e comunità
Il libro sviluppa una riflessione approfondita sullo stato e sul futuro di Firenze, sulle sue vicende architettoniche ed urbanistiche e soprattutto sull'impatto e la positiva evoluzione dei nuovi processi partecipativi, di impegno civico, dedicati al bene comune e al benessere dell'ambiente e della comunità, Una lettura di Firenze - della Firenze metropolitana ma anche del suo cuore storico - come città pienamente coinvolta, nel bene e nel male, nello scenario della globalizzazione e quindi analizzata anche traguardando i fenomeni recenti, che mettono in evidenza una crisi strutturale del modello di sviluppo e delle città. Giacché le esperienze e le contraddizioni che viviamo a Firenze oggi, fatte le dovute proporzioni, sono quelle che vivono la maggior parte delle metropoli del mondo. -
Michelangelo e la «maniera di figure piccole »
Primo volume di una nuova collana della casa editrice in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti. In quest'opera, curata da Marcella Marongiu, le ""opere in piccolo"""" per la prima volta sono protagoniste degli studi e della narrativa, attraverso una scrupolosa ricognizione degli argomenti che configurano questo singolare aspetto della 'fortuna' dell'arte michelangiolesca. Nei densi saggi qui raccolti, il nucleo principale delle opere piccole trova un'opportuna e innovativa sistemazione, con precisazioni e osservazioni inedite che entrano così nel patrimonio delle convinzioni maturate e delle conoscenze condivise."" -
Falchi, girifalchi e astori al tempo di Pisanello e Leonardo. Catalogo della mostra (Cerreto Guidi, 26 ottobre 2019-26 gennaio 2020). Ediz. a colori
Catalogo a corredo dell mostra Falchi, girifalchi e astori al tempo di Pisanello e Leonardo, promossa dal Polo museale della Toscana insieme al Comune di Cerreto Guidi, all'Unione dei Comuni del CircondarioEmpolese Valdelsae al Polo museale dell'Emilia Romagna, in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo. -
Bagni di Petriolo. Restauro e valorizzazione. Vol. 2
«La presente pubblicazione segue quella edita nel 2018 che raccoglieva le ricerche, le indagini, il rilievo, il progetto di restauro e le attività di valorizzazione svolte dal 2016 alla data di stampa. Da allora molte altre attività sono state sviluppate e vengono sintetizzate nel presente volume che raccoglie, in continuità con il primo, quanto realizzato fino al 2019. Tutte le attività sono state commissionate e gestite dal Gruppo UnipolSai e svolte alcune con il supporto altre con la direzione di Italia Nostra» (Adriano Paolella) -
Forni e le pratiche del colorire. Alle radici della scuola fiorentina del restauro
Il volume raccoglie gli Atti della giornata di studio dedicata ad Ulisse Forni in occasione dei iso anni della sua morte (1867-2017) che si è tenuta presso l'Opificio delle Pietre Dure. I motivi di tale iniziativa sono direttamente collegati con l'attività di restauro dell'Istituto che l'ha ospitata. Non si può svolgere bene l'attività odierna di conservazione e restauro senza una approfondita conoscenza della storia di questa disciplina che può fornire informazioni utilissime sulle ragioni e le tecniche dei trattamenti precedentemente subiti dalle opere d'arte. Ulisse Forni, restauratore ufficiale delle Gallerie fiorentine nel trapasso dal Granducato all'Italia unita, nel suo celebre ""Manuale del pittore restauratore"""" del 1866 (ripubblicato in questa collana nel 2004) ci informa precisamente delle pratiche in uso per il restauro delle opere delle Gallerie pubbliche fiorentine. Si tratta quindi di conoscere le radici di quella """"scuola""""fiorentina di restauro stratificatasi nei secoli e che vede nella gestione delle opere della collezione medicea il suo centro propulsore. In """"Forni e le pratiche del colorire. Alle radici della scuola fiorentina del restauro"""" vengono affrontati gli aspetti meno noti del Forni, e cioè la sua passione per la ricerca sui materiali, in particolare i colori, e la sua attività in tal senso."" -
Storia e teoria del restauro dei mosaici. Un itinerario dall'antichità al XX secolo
Il volume ripercorre i più significativi interventi condotti sul patrimonio musivo italiano, dalle prime manomissioni eseguite già durante le più antiche fasi d'uso ai restauri più recenti, attraverso un itinerario avvincente che si snoda fra differenti contesti geografici. Questa prospettiva consente di seguire l'evoluzione metodologica da un approccio prevalentemente di tipo estetico ad una più consapevole salvaguardia dei valori storici, cogliendo le tappe fondamentali del contrastato passaggio dalle prassi di rifacimento e di uso indiscriminato del distacco alla conservazione in situ. A tal fine ""Storia e teoria del restauro dei mosaici. Un itinerario dall'antichità al XX secolo"""" affronta i principali temi del dibattito critico sul restauro musivo, dall'integrazione ai vari metodi di consolidamento, dal trattamento di strati sovrapposti allo studio delle sinopie e dei sostrati, fino alle diverse soluzioni fruitive e di valorizzazione."" -
Rovistare la cioccolata
"L'inizio di qualcosa di nuovo si verifica quando ci riscopriamo vivi, quando ci riscopriamo capaci di sentire il calore delle emozioni, quando il nostro cuore e la nostra mente si fondono generando gesti e parole armoniosi. Chi legge il libro di Camilla compie il primo passo verso qualcosa di nuovo e, al contrario di quello che può immaginare, quel passo non lo fa nello spazio davanti a sé ma lo fa verso una meta dentro di sé. Compie quel cammino verso il cuore attraversando gli ostacoli delle proprie sofferenze e delle rigidità del proprio ego"""". In questo testo sono stati utilizzati Simboli Widgit." -
Bellezza e nobili ornamenti nella moda e nell'arredo del Seicento. Catalogo della mostra (Firenze, 7 dicembre 2019-13 aprile 2020). Ediz. illustrata
"Nel dicembre 2018 i Musei del Bargello hanno acquistato all'asta un raro gruppo di centocinque disegni di merletti e ricami attribuiti a Giovanni Alfonso Samarco, artista di origine barese attivo nella prima metà del Seicento. È stato il primo acquisto realizzato con fondi derivanti dell'autonomia dei Musei, a seguito della riforma del 2014, e destinato alla collezione di Palazzo Davanzati che oggi, con il Museo Nazionale del Bargello, istituto capofila, il Museo delle Cappelle Medicee, la Chiesa e il Museo di Orsanmichele e Casa Martelli costituiscono il gruppo dei Musei del Bargello. Il Davanzati è noto ai fiorentini e ai turisti italiani e stranieri soprattutto per la suggestiva evocazione dell'antica dimora fiorentina nell'allestimento e negli ambienti dell'antico Palazzo, dove sopravvivono rare pitture murali risalenti al XV secolo. Dagli anni ottanta del Novecento, grazie alla sapienza e alla lungimiranza museale di Maria Fossi Todorov, conserva anche una rara e nutrita collezione di merletti e ricami, databili dal XVI al XX secolo, la cui storia espositiva è ripercorsa nel saggio di Benedetta Matucci e Daniele Rapino. Il nucleo di disegni di Samarco, eccezionale per numero di fogli, condizioni conservative e varietà di repertori illustrati, ha trovato quindi destinazione naturale a Palazzo Davanzati che conserva anche diversi rari model-lari e volumi dedicati a questa raffinata arte."""" Subito dopo l'acquisto, Daniele Rapino e Benedetta Matucci, funzionari storici dell'arte che curano il Davan-zati e le sue collezioni hanno iniziato a lavorare con Costantino Ceccanti, funzionario architetto del Museo, al progetto di una mostra che animasse questi raffinati disegni inserendoli nel contesto della produzione figurativa del tempo, mettendone in luce le caratteristiche peculiari e il tratto disegnativo e illustrando l'uso che questi leggeri e raffinatissimi ornamenti avevano come accessorio di lusso. Insieme con studiosi esperti del settore, invitati a fare parte del Comitato Scientifico, i curatori della mostra hanno lavorato con rara sintonia alla selezione delle opere in esposizione e molti di loro anche alla redazione del catalogo che presenta i disegni di Samarco attraverso una serie di saggi che in modo particolarmente godibile ne ripercorrono le vicende collezionistiche e di produzione."""" (Dalla Presentazione di Paola D'Agostino, Direttore Musei del Bargello)" -
Architettura tra le due guerre. La casa del mutilato di Ancona. Ediz. illustrata
Il volume descrive la Casa del Mutilato di Ancona, edificio di considerevole valore storico ed artistico. Costituisce una testimonianza tangibile e preziosa di un momento tragico della nostra storia, un momento che non va dimenticato. -
Ricettario n.1. Ricette speciali per tipi elettrici
"L'Italia è indubbiamente un'eccellenza nel settore agro-alimentare, che nel nostro paese è sinonimo di cultura rintracciabile in ogni borgo e città. Tale caratteristica si esprime e si coniuga anche con la cura delle persone con epilessia. Questo piccolo ricettario ne è una conferma, espressa attraverso la necessaria competenza scientifica, la squisita sapienza culinaria e non ultima un'eccellente narrazione grafica. L'unico contributo che posso aggiungere sono le mie considerazioni frutto dell'esperienza trentennale di attività di volontariato a favore delle persone con epilessia. La prima è riferita al quadro generale delle terapie antiepilettiche che determina per il Servizio Sanitario Nazionale, una spesa di oltre 410 milioni di E. annui, dei quali 'solo', un 30% per il 'controllo' delle crisi epilettiche. Farmaci non 'curativi' ma solo sedanti le crisi e con il quasi 40% dei casi di farmaco-resistenza. Nel corso del tempo quindi, alle cure terapeutiche tese alla riduzione dell'intensità e della frequenza delle crisi epilettiche, non alla loro guarigione, si sono aggiunte nuove opportunità, quali la neuro-stimolazione vagale, la resezione subtotale delle zone epilettogena e appunto, la dieta chetogenica. Se nella cucina, sino alle singole ricette, la qualità si coniuga con la quantità, così pure nella cura delle epilessie la qualità della vita si coniuga con le quantità dei dati relativi. Colgo l'occasione per rinnovare e rafforzare la necessità che la presa in cura, sanitaria e sociale delle persone con epilessia, sia non solo fonte di dati certi e comparabili ma anche osservatorio che faciliti l'indirizzo della stessa Ricerca. Da qui, un invito ed un impegno che da questa occasione si promuova un incontro nazionale per definire una 'ricetta' per un'omogenea raccolta dei dati sulla 'terapia/dieta chetogena' che ci offra nuovi spunti di sviluppo e fornisca opportunità alla ricerca di sconfiggere la persistente farmaco-resistenza. Ringrazio quindi gli autori di questo 'Artusi chetogenico' poiché con leggerezza e passione forniscono l'occasione e l'opportunità di migliorare, in tutti i sensi, soprattutto quello del gusto, la qualità della nostra vita"""". Presentazione Giovanni Battista Pesce. Presentazione Piccioli Giulietta." -
Momenti di carità sociale in età moderna
Il volume raccoglie saggi di indagine storica e archivistica su alcune forme di carità e assistenza in età moderna. Si tratta di considerazioni e descrizioni di uomini di pensiero, storici, apologeti, viaggiatori. A queste si aggiungono indagini archivistiche sul governo dell'Ospedale degli Innocenti e sui problemi educativi e sociali riguardanti specialmente le ospiti femminili. La ricerca ,basata soprattutto sulla documentazione fornita dagli archivi fiorentini, si estende anche alla congregazione dei Buon Uomini di San Martino e alle iniziative attraverso i secoli dei granduchi Medici per favorire il matrimonio, ciò ha dato l'occasione per reperire dati demografici significativi nella Toscana del XVII-XVIII secolo. È parso opportuno in quest'ottica analizzare il sinodo fiorentino del 1517 che particolarmente si sofferma sulla disciplina cattolica del matrimonio, evidente richiamo all'ordinamento sociale della popolazione. Conclude il volume l'analisi dello scritto di Ludovico Antonio Muratori sulla carità cristiana. L'insieme delle ricerche delinea la precisa iniziativa dello stato moderno a intervenire nel complesso delle organizzazioni che si occupano dell'assistenza ai bisognosi nell'evidente necessità di governo di una società sempre più complessa. -
Michelangelo oltre l'umano. Ediz. a colori
«'La gloria di Dio è l'uomo vivente'. È il versetto biblico che potrebbe definire il percorso artistico e spirituale di Michelangelo. Il quale inizia con l'indagine sull'uomo, riflesso nei David, nell'umanità della volta Sistina, e in quella della Cappella Medicea. E, in contemporanea, in linea con l'Umanesimo fiorentino, sull'Uomo incarnato, cioè il Cristo, attingendo ai modelli classici e interpretandoli come figure di eternità. Dall'inizio alla fine questo è il percorso dell'artista, attraverso diversificate fasi, le quali sono comunque sempre frutto di riflessioni approfondite lungo il corso di una vicenda personale inquieta, fra estasi e tormenti. Nel tempo del kronos che si intreccia con quello della Grazia. Un cammino anche aspro, tuttavia mai fermo. Michelangelo infatti non cessa mai di indagare, ponendosi nella storia del suo tempo ed anche oltre il suo tempo. L'Uomo ne è il protagonista: solo (David), sintesi dell'umanità nella storia (volta Sistina), del cosmo intero (Giudizio finale), dell'anima umana (Cappella Paolina). Ne esce un'arte giocata principalmente sul concetto della libertà: di raffigurazione e di espressione, di indagine a tutto tondo sulla realtà umana - dal dolore alla morte, dalla tenebra alla luce, dall'inferno al paradiso -, e di ricerca religiosa e spirituale incessante, vista come ascesa sofferta e penetrazione del Mistero. Michelangelo vuole renderlo visibile nella sua forza luminosa, desidera fare della figura umana l'esplicitazione del mistero che è Dio, eterno Spazio creativo (la volta), Luogo lucente che dà corpo, dimensioni e luce (Tombe Medicee), Voce chinata su di noi dall'eternità a sollevarci e illuminarci (Cappella Paolina). Di qui in pittura l'uso cangiante del colore ed elettrico della luce, in scultura la bellezza che tende al gigantesco come espressione di una dilatazione dell'anima per poi assottigliarsi nell'indicibile (la Pietà Rondanini, gli ultimi disegni), in architettura la realizzazione del «come in cielo così in terra», nella tensione a manifestare in forme monumentali e terrene l'architettura del cielo, del cosmo, con il sentimento dell'infinito. Del paradiso. Cioè Dio.» (dall'introduzione) -
Il restauro del sipario istoriato di Antonino Calcagnadoro. La resa di Gerusalemme. Teatro Flavio Vespasiano Rieti
«Rieti è una città ricca di tesori nascosti e la storia del sipario del Teatro Flavio Vespasiano sta lì a dimostrarlo. Dipinto dal grande Antonino Calcagnadoro nel 1910, il sipario ebbe vita travagliata prima e dopo la sua realizzazione. Nel secondo dopoguerra incappò nel giudizio di coloro ai quali - specie dopo l'orrore dell'Olocausto - non era parso politicamente corretto celebrare la presa di Gerusalemme da parte di Vespasiano, che tanta distruzione e tanti lutti arrecò al popolo ebraico. Ma ad oscurare l'imperatore trionfante davanti alle mura della città ci avrebbe pensato il tempo, con tutto il suo corredo di ""agenti"""": l'umidità, l'usura provocata dal ripetuto utilizzo, la scarsa cura e manutenzione, fino a quando, per evitare che la tela andasse distrutta, semplicemente si smise di usarla. Il tempo è continuato a scorrere, sbiadendo del sipario anche il ricordo tra i reatini, pure legatissimi al loro teatro. Perciò il 21 settembre vedere il Flavio pieno di gente accorsa ad ammirare la grande tela finalmente restaurata è stato commovente. Raramente si percepisce in città tanto orgoglio per le proprie cose e la propria storia e invece è successo. E a ragione. Per la Fondazione Varrone, che sin dal 2017 aveva deciso di finanziare quel restauro, è stata la dimostrazione di aver fatto la scelta giusta, onorando una volta di più il lascito anche morale della Cassa di Risparmio di Rieti, che a suo tempo tanto contribuì all'edificazione del teatro. Ugualmente azzeccata si è rivelata la decisione di affidare il cantiere ai docenti e agli allievi dell'Accademia delle Belle Arti de L'Aquila, anche per rinsaldare i rapporti di vicinanza e di scambio con la nostra città. Di quell'emozionante pomeriggio al Flavio ci resta il ricordo del lungo, appassionato applauso con cui il pubblico ha salutato il ritorno del sipario sulla scena e le parole della professoressa Grazia De Cesare sul valore dell'opera del Calca-gnadoro e sulla sua intrinseca fragilità. E adesso che la città ha ritrovato questo suo tesoro siamo certi che farà del tutto per non perderlo di nuovo.» (Dalla Premessa di Antonio D'Onofrio)"" -
L' esperienza dell'arte pubblica e ambientale tra storia e conservazione
«Una delle maggiori soddisfazioni per chi ha lavorato da molti anni nell'Opificio delle Pietre Dure consiste nel rapporto con i giovani che frequentano l'istituto per í vari tipi di formazione che esso eroga: la Scuola di Alta Formazione e Studio, gli stagisti ed i tirocinanti, i corsi dell'International Training Project ed anche il Master in Conservazione e restauro delle opere d'arte contemporanee. Lo scambio e gli stimoli che si costruiscono reciprocamente in queste occasioni sono una fonte preziosa per una crescita comune. Il confronto poi con le più giovani generazioni di addetti ai lavori consente a chi è sul campo da lungo tempo di non fermarsi a quanto ha già sperimentato e applicato, ma aprirsi a nuovi problemi e idee. L'Opificio e lo scrivente hanno perciò ben volentieri accolto l'invito da parte delle amiche di CONl'Arte APS. Associazione per la conservazione dell'arte contemporanea, costituita proprio da un bel gruppo di storiche dell'arte e restauratrici che avevano frequentato il Master del 2011-12, a partecipare a due convegni sul tema dell'arte ambientale, il primo tenuto al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2015 e il secondo svoltosi a Poggibonsi e a San Gimignano nel 2016. L'Opificio delle Pietre Dure, pur essendo universalmente noto per la conservazione e il restauro dell'arte del passato, ha già da tempo deciso programmaticamente di interessarsi anche ai complessi temi che le opere d'arte contemporanee pongono a chi ritenga importante con servarle e tramandarle al futuro. Il motivo di questa scelta risiede nella natura pubblica dell'Opificio che deve fornire una risposta alle esigenze della società, alla pari di ogni ""servizio pubblico"""". Ed è innegabile che oggi l'apprezzamento verso le opere d'arte contemporanee ed il formarsi di molte raccolte, pubbliche e private, ponga ai conservatori una pressante richiesta di nuove linee guida e di competenze, così come tutto il sistema della tutela costruitosi a partire dagli inizi del Novecento ha saputo assicurare. Per questo l'Opificio ha stretto accordi per collaborare per gli aspetti conservativi con alcune importanti realtà quali la Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana - Museo Pecci di Prato, la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia e ha organizzato un secondo Master, questa volta dedicato alla """"Conservazione e gestione delle opere d'arte contemporanee"""", in collaborazione con i centri suddetti e con il Museo Marino Marini, la Collezione Gori / Fattoria dí Celle e la Galleria Continua di San Gimignano...» (Dall'Introduzione di Marco Gatti)"" -
Dario Viterbo un'artista tra Firenze, Parigi e New York. Opere e documenti. Ediz. illustrata
L'opera di Dario Viterbo (Firenze 1890 - New York 1961) è caratterizzata da un segno peculiare che lo distingue dalla tradizione naturalistica europea e, in generale, dal contesto artistico coevo, connettendolo piuttosto alla tradizione orientale. La particolare tecnica di bassorilievo, detta ""rilievo schiacciatissimo"""", vicina al graffito, trova molti punti di contatto con l'arte dell'incisione, ambito in cui Dario Viterbo ottiene risultati molto personali, approfondendo in particolare quella """"a cesello"""", genere che trae origine dalla tradizione orafa."" -
Poesie 1957-1970
«Francesco Iachello nasce a Francofonte (Siracusa) nel 1942. Le sue poesie inedite documentano il percorso poetico dagli anni della prima giovinezza alle soglie della maturità. Sono accorpate in tre raccolte per una loro precisa collocazione spazio-temporale. La prima è riferibile al periodo 1957-59 quando l'autore, sedicenne, frequentava gli studi liceali in Sicilia. La seconda s'innesta nel periodo universitario a Torino, 1960-64, e il ricordo della Sicilia è ancora vivo e struggente. Nella terza l'autore, a Boston per il dottorato al MIT 1966-70, vede la Sicilia nel desiderio della memoria. Il tema fondamentale è, per tutte, la Sicilia. Mare di solitudine infinita. Piane arse dal sole eterno. Verde di aranceti dal profumo morbido e sensuale. È la madre ancestrale, la radice dell'essere, il fulcro intorno al quale l'universo si contorce. È il silenzio in cui fioriscono i sogni della giovinezza. È l'amore, dapprima timido, mitizzato, incompiuto, finalmente cosi pieno, totale da diventare tema dominante. Madre, silenzio, amore rapportati alla morte. Morte desiderata e carezzata come pace. Morte aborrita come oblio. Leggendo queste poesie stupisce la sensibilità perforante, la duttilità lapidaria del periodo breve e scarno, la padronanza del linguaggio, l'uso maturo della sintassi». (dalla Prefazione) -
Nel palazzo di Cosimo. I simboli del potere-In Cosimo's palace. The symbols of power. Catalogo della mostra (Firenze, 13 dicembre 2019-15 marzo 2020). Ediz. illustrata
Il volume, catalogo dell'omonima mostra al Museo di Palazzo Vecchio, ripercorre sala dopo sala la vita della Reggia medicea arrivando nella sala delle Udienze dove sono esposti il Collare del Toson d'oro, lo Scettro e la Corona granducale, tre preziosi manufatti ricreati grazie all'eccellenza dell'artigianato artistico fiorentino, realizzati dal maestro orafo Paolo Penko e presentati su cuscini di velluto di seta tessuti a mano grazie alla collaborazione con Fondazione Arte della Seta Lisio. Un progetto speciale, che intreccia linguaggi diversi, per evidenziare lo strettissimo legame che Cosimo I de' Medici ebbe con Palazzo Vecchio, il ""suo"""" palazzo ducale."" -
Firenze in grande. Sguardi sulla città possibile
Il volume, frutto delle ricerche multidisciplinari di un gruppo di autori appartenenti alla Unità di Ricerca Paesaggio, Patrimonio culturale, Progetto - PPcP del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze, propone un articolato panorama di possibilità verso cui il capoluogo toscano dovrebbe orientare la governance della propria area urbana per costruirsi un futuro sostenibile. La crisi della città pubblica, l'asservimento dei suoi spazi alle logiche del consumo e l'ingiustizia sociale sono i problemi che affliggono la dimensione urbana della città neoliberista globale, ai quali nemmeno una capitale dell'arte come Firenze sembra sfuggire. Essa oggi si mostra, purtroppo, come una città quasi sopraffatta dal turismo e musealizzata fino alla perdita dei suoi valori identitari. Il recupero di valori come identità e inclusione, la gestione e la cura diretta dei beni comuni, le dinamiche progettuali partecipative per la rigenerazione degli spazi inattivi e per la libera riappropriazione dello spazio pubblico, sono le scelte che gli amministratori della città dovrebbero intraprendere, unitamente a politiche non più procrastinabili orientate alla riduzione dell'impatto ambientale e alla resilienza. È dunque auspicabile un decisivo cambio di paradigma culturale affinché queste linee di programma si trasformino in realtà per l'area metropolitana fiorentina, avviata ad un degrado sociale e urbano che, pur non raggiungendo i livelli limite di altre realtà portate ad esempio del fallimento della gestione dei territori metropolitani del belpaese, è da più parti avvertito comunque come allarmante.