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Timo Bortolotti 1884-1945. Le sculture, i disegni e il Fondo documentario dell'artista. Ediz. illustrata
Questo secondo volume della Collana Cassero Collezioni è dedicato a Timo Bortolotti (Darfo - BS, 1854; Milano, 1884), scultore apprezzato dai suoi contemporanei e impegnato in eventi espositivi nazionali e internazionali. La Collezione dell'artista, giunta al Museo per donazione privata, è composta da 108 sculture, 192 disegni, oltre 180 documenti fotografici e d'archivio e da un importante fondo emerografico. -
Scuola d'arte a Siena. Duecento anni di istruzione artistica 1816-2016
La scuola d'arte e Siena, un felice connubio che dura da ben duecento anni e che ha contribuito ad arricchire la città rendendola unica e conosciuta in tutto il mondo. Il volume nasce dall'idea di guidare i lettori non soltanto alla riscoperta delle sue vicende storiche e delle sue storie artistiche che al suo interno si sono avvicendate, ma anche alla scoperta di artisti meno noti ma non per questo meno significativi. Prefazione di Sandra Fontani. Introduzione di Pala Giovanni. Testi di Andrea Conti, Leonardo Scelfo, Valentina Manganaro, Marta Batazzi, Anna Maria Romana Pellegrini, Giorgio Montenovo, Monica Giannetti. -
Lo zodiaco di Emanuele Luzzati. Il soffitto dipinto per il Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane di Roma
A dieci anni dalla morte di Emanuele Luzzati la Fondazione Ambron e Castiglioni ha voluto rendere omaggio al grande maestro con questo volumetto sul soffitto ligneo del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’autrice ha ricostruito la genesi, le vicende storiche e critiche di una delle sue opere più singolari. Inaugurato nel 1990 e portato a termine per volontà di Tullia Zevi, la prima donna a guidare quella importante istituzione, coronava il suo sogno di creare una biblioteca che raccogliesse la summa della produzione culturale e letteraria dell’ebraismo italiano, nonché archivi e manoscritti per essere conservati in un luogo che li rendesse disponibili a un pubblico il più vasto possibile. -
Incipit. Rete di esposizioni tra Accademia e territorio. Ediz. a colori
Il catalogo raccoglie la documentazione delle attività svolte nell'ambito del progetto Incipit: un'iniziativa volta a valorizzare la produzione artistica degli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Lecce e a stabilire connessioni con chi si occupa sul territorio di divulgazione e promozione di attività culturali. Il progetto è consistito in una rassegna di esposizioni allestite presso sei gallerie salentine, tra maggio e ottobre 2017. I galleristi sono stati invitati a interagire con i giovani talenti che studiano nelle Scuole di Pittura, Scultura, Scenografia, Decorazione e Grafica e a selezionare le opere da esporre nelle loro gallerie. L'intenzionale assenza di un tema su cui lavorare ha favorito la presentazione, da parte degli allievi, di molteplici soluzioni creative, tutte però accomunate dall'essere espressione di un percorso di formazione e ricerca artistica fondato su solide basi di competenza tecnica. I testi che precedono le sezioni dedicate alle opere sono l'esito di un confronto critico tra i docenti coinvolti e i galleristi. Da tale confronto scaturiscono temi importanti, che rivelano l'esigenza di ulteriore dibattito in virtù della loro ricaduta culturale e sociale, come, ad esempio, il problema della comprensione dei nuovi linguaggi artistici da parte di un pubblico ampio; il ruolo delle Istituzioni pubbliche nel sostegno della formazione e nel processo di sensibilizzazione dei non addetti ai lavori all'arte contemporanea; il ruolo della curatela nella promozione di opere d'arte di qualità; il peso imprescindibile del binomio 'tradizione e innovazione' in un percorso di formazione artistica al passo con i tempi. Incipit diventerà un appuntamento annuale, che mirerà tanto all'incremento dell'offerta formativa dell'Accademia, quanto all'ampliamento di una rete di relazioni tra Istituzione e comunità, attraverso un processo virtuoso di valorizzazione e divulgazione dell'arte contemporanea. -
Paesaggi giardini e alberi. Sei storie intorno alla cultura del verde in Toscana e oltre
I sei interventi sono maturati nell'alveo di percorsi professionali condivisi e sono il risultato corale della sedimentazione di riflessioni sviluppatesi nel tempo, in diverse occasioni. Si parla di ""paesaggi"""", """"giardini"""", """"alberi"""" e """"fiori rari"""" che sono stati, in periodi distinti, descritti, visitati, disegnati per la gloria della casata ma anche con intento collezionistico e scientifico, o semplicemente goduti per la loro intrinseca bellezza e potenza evocativa. Attorno al """"verde"""", nel tempo, si è incentrato uno sforzo speculativo ricco, multidisciplinare e dalle molteplici sfumature, che è entrato a far parte del nostro bagaglio culturale e identitario."" -
The players. Magazine. Fashion style, contemporary art, design, travel, lifestyle. Vol. 11
Il magazine della casa editrice che da anni collabora con Pitti Immagine Uomo. Pulito, essenziale, moderno, artigianale. Il magazine presenta delle storie di apertura sui protagonisti, moderni ""players"""" nei settori della moda, dell'arte contemporanea, del design del lifestyle, con approfondimenti e taglio trasversale. Materie, tendenze, sulle collezioni e sulle aziende protagoniste della moda e del lifestyle, ma anche la storia dei capi """"iconici"""" e la costruzione del guardaroba perfetto, con indicazioni sugli outfit del lavoro e del tempo libero. Un noto disegnatore reinterpreta le tavole illustrate delle storiche riviste USA come """"Apparel arts e Esquire"""". Poi arte contemporanea, design, architettura, viaggi completano le rubriche essenziali ma approfondite del moderno """"player"""" contemporaneo. Infine un occhio di riguardo ai futuri protagonisti del design, della moda attraverso le più importanti scuole di formazione."" -
Prints, drawings, and the museum. Gabinetti disegni e stampe in Italy, 1861-1909. Ediz. illustrata
Che i musei esibissero stampe e disegni, e solo per un periodo di tempo limitato per ragioni di conservazione, non era un fatto ovvio nell’Italia del Diciannovesimo secolo. Le teorie riguardo depositi appropriati e pratiche di tutela cambiarono fondamentalmente tra il 1861 e il 1909 con la fondazione dei gabinetti disegni e stampe. Due fattori guidarono questa trasformazione. Come prima cosa, l’accresciuto valore estetico e intellettuale attribuito a disegni e stampe alimentò l’autonomia delle collezioni di grafica all’interno del loro contesto istituzionale. Secondo, il riconoscimento del danno causato da un’esposizione prolungata alla luce portò ad abbandonare le mostre permanenti, a scopo di conservazione. Facendo ricorso a materiale d’archivio per lo più inedito, questo libro ripercorre la fondazione dei gabinetti disegni e stampe ponendo l’attenzione a nove musei statali in Italia (Bologna, Firenze, Milano, Modena, Napoli, Parma, Roma, Torino e Venezia). Le loro collezioni vengono analizzate in rapporto ai più ampi mutamenti nella valutazione di stampe e disegni e all’evoluzione della missione dei musei d’arte. Inoltre, il libro indaga il ruolo degli storici dell’arte Paul James Kristeller, Adolfo Venturi e Corrado Ricci, le forze motrici dietro alla trasformazione delle pratiche di curatela della grafica. -
Firenze 1815. Il ritorno di Venere. Riflessioni sul recupero toscano delle opere d'arte trafugate da Napoleone
Il volume affronta un tema dela requisizione delle opere d'arte in Toscana durante il periodo napoleoico. Gli atti di questo volume sono realizzati dall'Accademia delle arti e del disegno di Firenze. Presentazione di Cristina Acidini. Introduzioni di Carlo Francini ed Ettore Spalletti. -
Niccolò di Segna e suo fratello Francesco. Pittori nella Siena di Duccio, di Simone e dei Lorenzetti
La cospicua produzione del pittore senese Niccolò di Segna si dispiega, nel corso del secondo quarto del Trecento, nel solco della tradizione di Duccio di Buoninsegna, mediata dal padre Segna di Bonaventura e da Ugolino di Nerio e arricchita dagli esempi di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti, di cui Niccolò sa cogliere e interpretare spunti e novità. L'analisi del corpus delle sue opere, che dimostrano una qualità sostenuta e costante lungo le varie fasi della sua carriera, è preceduta da un saggio che ne ripercorre l'attività e la complessa vicenda critica. Una sezione è dedicata al meno noto fratello Francesco, anch'egli pittore. -
Segni dei tempi
"Gli uomini sono diventati meccanici di spirito, di cuore, come di mano. Hanno perduto la fede nello sforzo individuale e nella forza naturale, di qualunque sorta essa sia. Non è più alla perfezione interiore, ma alle combinazioni e agli accomodamenti esteriori, alle istituzioni, alle costituzioni, al meccanismo sotto questa o quella forma, che va la loro speranza, il loro sforzo. Tutte le loro lotte, tutti i loro affetti, tutte le loro opinioni, finiscono sul meccanismo ed hanno un carattere meccanico""""." -
Catechismo per la tutela dei monumenti. Ediz. illustrata
In edizione italiana con l'intero apparato illustrativo il testo che è stato definito la ""Marsigliese della tutela""""."" -
Comentario della vita di messere Giannozzo Manetti. Ediz. critica
Vespasiano da Bisticci (1422-1498), noto editore e commerciante di manoscritti, dopo aver cessato la propria attività libraria nel 1479, si dedicò alla scrittura di biografie di personaggi eminenti del suo tempo, le cosidette Vite. Tra di esse si distingue quella di Giannozzo Manetti (1396-1459) intitolata Comentario della vita di messere Giannozo Manetti e tramandata in sei manoscritti diversi. Qui se ne propone una nuova edizione critica corredata di commenti storico-culturali e di una introduzione che mette in rilievo aspetti inediti sull'autore e sull'opera. Sollevando alcune questioni, quali: perché e quando Vespasiano avrebbe composto il Comentario della vita di messere Giannozo Manetti e quale risonanza ebbe all'epoca, l'autrice formula l'ipotesi che l'opera, intesa come un mezzo di diffusione pubblicistica, sia stata redatta nella stagione politica successiva alla congiura dei Pazzi per mettere in cattiva luce il regime vigente. -
Galileo Chini in Siam. Un incontro tra Oriente e Occidente: la Commissione per gli affreschi dell'artista italiano Galileo Chini nella Sala del Trono Ananta Samakhom per il re Chulalongkorn del Siam
All’inizio del XX secolo il desiderio del re siamese Chulalogkorn di modernizzare il suo regno culminò con l’incarico all’artista fiorentino Galileo Chini di decorare la Sala del Trono Ananta Samakhom a Bangkok nel periodo che va dal 1911 al 1913. Affreschi eclettici in Stile Liberty italiano, finora largamente trascurati, che sanciscono l’incontro tra Oriente e Occidente e in particolare tra l’ambiente culturale e artistico fiorentino da cui è nata l’arte di Galileo Chini e la colonia italiana a Bangkok. In questo periodo gli influssi dell’arte orientale ebbero un profondo effetto anche sulla cultura fiorentina. Le influenze interculturali di Chini, che impiegavano elementi decorativi sia dell’arte orientale che di quella europea, interpretarono e reinventarono la nozione di modernità per la monarchia siamese. Così, la Sala del Trono Ananta Samakhom con il suo interno ha sfumato i confini tra arti e mestieri, decorazione e belle arti, tra Oriente e Occidente. Il significato artistico e culturale del lavoro di Chini nella Sala del Trono Ananta Samakhom si sviluppa in uno stile ibrido che arriva a identificare il periodo in Siam. -
Leto Fratini. Anima e materia. Catalogo della mostra (Barberino Val d'Elsa, 21 aprile-26 agosto 2018). Ediz. illustrata
"Quando giovanissimo, in cerca di spazi e occasioni dove esprimere il proprio talento, si trasferì a Milano nello studio dello scultore Cirillo Bagozzi, Leto Fratini parlava di un sogno avverato, """"la gioia di essere in uno studio grande, contornato di opere d'arte a disposizione creta, arnesi e marmo, cosa vuoi di più?"""". In pieno clima fascista, nel passaggio tra due mondi, sospesi tra l'avanguardia e la tradizione, in bilico tra le sperimentazioni futuriste e le riflessioni sui nuovi ideali artistici e politici affini al gruppo di Corrente, un giovane dalle umili origini ma dalle evidenti doti artistiche, poteva coltivare l'illusione di essere felice. Anche da scultore. Leto lo era. Quel ragazzo, minuto e cagionevole di salute, che entrò all'Accademia di Belle Arti di Milano con un sei in scultura, fu capace di uscirne quattro anni dopo, nell'anno scolastico 1939-1940, con il massimo dei voti e l'assegnazione del primo premio di scultura """"Premio Bozzi Caimi"""". Un dieci, frutto della tenacia che lo contraddistinse e della passione per lo studio dell'arte plastica che presto si tramutò in talento, accolto con entusiasmo e apprezzato nell'ambiente culturale milanese. Ne aveva fatta di strada quel ragazzo ambizioso e sognatore che voleva esprimere e rappresentare attraverso l'arte l'essenza interiore, lo spirito delle cose e non limitarsi alla raffigurazione meccanica ed esteriore dei soggetti. Voleva cogliere l'emotività, i tratti psicologici e morali..."""" (Dalla Presentazione)" -
Arti e lettere in Europa. Unità nella diversità
"Dov'è l'Europa? È in noi. Noi le apparteniamo perché abbiamo scelto di pensarla come un insieme misurabile, coerente, delicatamente articolato, al quale aderiamo, a nostra volta, come a una seconda patria attraverso la prima, quella che non abbiamo dovuto scegliere. Siamo diventati tutti cittadini del mondo, tecnicamente; ma essa è la nostra patria spirituale""""." -
Bagni di Petriolo. Restauro e valorizzazione. Ediz. illustrata
Con testi di Elisabetta Arena, Andrea Arrighetti, Stefano Bertocci, Alessandra Biondi, Susanna Bortolotto, Massimo Bottini, Giuseppina Clausi, Maurizio Colozza, Anna Di Bene, Erika Fammartino, Piero Favino, Omar Filippi, Andrea Garzulino, Barbara Gelli, Gisella Giaimo, Anna Guarducci, Giuseppe Lobalsamo, Raniero Maggini, Francesco Mariani, Serena Massa, Liliana Mauriello, Giovanni Minutoli, Giovanni Pancani, Adriano Paolella (a cura di), Oreste Rutigliano, Mariarita Signorini, Lucilla Tozzi. -
Signori e castelli nel Val di Pesa medievale
Il volume raccoglie i testi di sei conferenze tenute tra marzo e giugno 2017 in occasione di un ciclo di incontri dedicato alla scoperta della storia del territorio della Val di Pesa. I contributi di Franco Cardini, Anna Guarducci, Italo Moretti, Giuliano Pinto, Paolo Pirillo e Claudia Tripodi analizzano da angolazioni storiche, geografiche e storico-architettoniche il territorio della valle concentrandosi sull’età medievale. Il volume illustra le dinamiche che, nel corso di buona parte dell’età medievale, inserirono la valle, i suoi signori e la sua popolazione all’interno del sistema territoriale del nascente Stato fiorentino. In questo contesto vengono esaminate le vicende di famiglie e castelli, gli interventi del Comune fiorentino e dei vescovi cittadini, inquadrandoli nella storia del territorio vista anche attraverso le sue emergenze architettoniche, le scelte politiche che dettero vita all’abitato di San Casciano, le strategie di grandi e piccole famiglie originarie della valle in un costante equilibrio tra i luoghi e i castelli di origine e il contesto sociale, politico ed economico cittadino. -
Guida al Museo Archeologico di Gonfienti. Dall'età del Bronzo all'insediamento etrusco e romano. Ediz. illustrata
Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, è situato il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata nel 1997 una città etrusca di grandi dimensioni, che costituiva il baricentro dell’importante via di comunicazione tra l’Etruria centrale e l’Etruria padana. Risalente alla fine del VII secolo a.C, è riconosciuta come una delle principali città etrusche dell’epoca arcaica. Qui è stata trovata una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq), la più grande domus etrusca conosciuta sinora, al cui interno sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto “la coppa, o kylix di Douris” famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti. Questa Guida descrive i ritrovamenti fatti durante gli scavi, scoperte che vanno dall’Età del Bronzo all’insediamento Etrusco e Romano, di cui sono conservati reperti e documenti nel nuovo Museo archeologico di Gonfienti, allestito nei locali della Rocca Strozzi, nel centro storico di Campi Bisenzio. -
Gonfienti. L'insediamento etrusco e romano. I materiali
Questo volume presenta un accurato studio scientifico dedicato ai materiali rinvenuti negli ultimi venti anni nell'area archeologica di Gonfienti. Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, è situato il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata nel 1997 una città etrusca di grandi dimensioni, che costituiva il baricentro dell'importante via di comunicazione tra l'Etruria centrale e l'Etruria padana. Risalente alla fine del VII secolo a.C, è riconosciuta come una delle principali città etrusche dell'epoca arcaica. Qui è stata trovata una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq), la più grande domus etrusca conosciuta sinora, al cui interno sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto ""la coppa, o kylix di Douris"""" famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti. I numerosi reperti recuperati in occasione dei recenti scavi hanno offerto un'importante occasione per conoscere come, e eventualmente dove, questi venivano realizzati. È stato così avviato uno studio archeometrico dei più importanti ritrovamenti finalizzato ad ottenere informazioni sulle caratteristiche composizionali e tecnologiche dei relativi manufatti. Il volume presenta le analisi svolte sui materiali metallici (terrecotte architettoniche, contenitori in bucchero, ceramica depurate e di impasto) e metallici (fibule, ansa ad anello, aes rude) ottenute con tecniche analitiche diverse, scelte in relazione alle problematiche tecnologiche e conservative dei diversi manufatti esaminati."" -
Ridere. Storia della comicità fiorentina da prima di Boccaccio a dopo Pieraccioni
Ridere, irridere e far ridere sono un'arte unica che Firenze ha insegnato dai tempi del Decameron e de Il Trecentonovelle fino a quelli di Amici miei e de Il ciclone. Il Gonnella e l'Arlotto, il Burchiello e il Berni, il Lasca, il Del Buono e il Lachera, Poli e Marasco, i Giancattivi, Monni e Benigni sono solo alcuni dei maestri della comicità fiorentina, sottile o scurrile, sempre geniale, espressa nei secoli attraverso le burle dei buffoni e i canti di carnasciale, la poesia, la caricatura, la stampa satirica e il teatro in vernacolo, il cinema e la tivù.