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Tanto per contâ. Tanto per raccontare
Un’autobiografia moderna, rigorosamente pensata e scritta in lingua genovese con traduzione in italiano. Un testo divertente ed a tratti malinconico, illustrato con foto originali e inframezzato da spartiti e da testi, alcuni di questi composti dall’autore. Un’opera ideale per gli amanti del genovese e - grazie alla traduzione integrale in calce ad ogni pagina - particolarmente adatta alla lettura nelle scuole, per avvicinare i più giovani alle tradizioni del territorio. L’autobiografia ripercorre le tappe della vita dell’autore tra Liguria e Piemonte e rimarca fortemente i drastici cambiamenti negli ultimi cinquant’anni. A far da filo conduttore c’è la musica… -
L' ethos della libertà
Nel volume è tracciato il cammino della libertà cristiana in un costante e serrato raffronto con le concezioni che la filosofia e il mondo occidentale hanno espresso in ordine alla libertà. Tra le articolazioni principali del libro: L'evangelo della libertà in Cristo; Libertà greca e libertà dell'amore; Libertà cristiana e mondo contemporaneo. -
Dialogo sulla tenerezza
«Voglio dire che oggi sono felice perché ho letto questi dialoghi, e mi sono inserito pacificamente nel colloquio. È una grazia: un libro sulla tenerezza, in questi tempi stolti di fanatismi e terrori e armamenti e genocidi; tempi senza poesia» (David M. Turoldo). -
Santi della Chiesa ortodossa serba. Vol. 1: Gennaio-aprile.
Il volume traccia il profilo biografico e spirituale dei santi serbi compresi nel calendario ortodosso tra gennaio e aprile. L'autore inizia ogni biografia con una citazione della Bibbia o dei Padri che corrisponde al carattere o all'azione del santo, e la termina con una preghiera. -
L' era dello spirito. Archetipi, metafore, simboli per un tempo nuovo
Con l'acuta e vasta visione dello spirito contemplativo e con il piglio ""profetico"""" del seminatore, fra Giovanni Vannucci in queste intense lezioni trasmette riflessioni che, accolte e coltivate, possono costituire radici profonde di una religiosità autentica e guidare la crescita personale fino a un soddisfacente grado di maturità. Il cristiano, in particolare, è chiamato a fondare la sua spiritualità e la sua crescita in umanità sulla """"Parola vivente"""" nel tempo e in ogni tempo, Parola che ha rivelato quella Sapienza che sola è in grado di guidare con certezza l'essere umano al raggiungimento della Vita."" -
Ma io vi dico. Commenti alle letture bibliche delle festività. Anno C
P. Camillo prepara sempre per iscritto i discorsi che deve poi tenere in pubblico, siano esse omelie domenicali o interventi di carattere critico. E' anche nota la sua ritrosia a tirar fuori dal cassetto le carte accumulate nel tempo. La più recente tra le pochissime eccezioni è ora offerta da questo volume che raccoglie i commenti alle letture bibliche dell'anno C. Si tratta di scritti ordinati cronologicamente in base al calendario liturgico. Ne viene una sorta di documento storico ricco di osservazioni politiche ed ecclesiastiche dell'Italia del dopoguerra. Ma il vero filo conduttore è la visione spirituale e la sintesi teologica entro cui P. Camillo colloca e sviluppa le letture bibliche domenicali. -
La bellezza
Esiste una stretta relazione tra il concetto di bello e quello di cultura, tra l'estetica e l'uomo. «Sono bella, o mortali, come un sogno di pietra», scrive Baudelaire personificando la bellezza... Ma la bellezza è realmente accessibile? In che modo si esprime nell'universo, sia esso cinese o occidentale? -
Il tempio dello spirito
L'autore, ""seguendo la traccia liturgica dell'antico ordinamento delle domeniche dopo la pentecoste, mette a disposizione di ogni uomo di buon volere pietre vive per la costruzione in sè di un """"tempio dello spirito"""" e per l'edificazione del tempio più vasto che ha in confini di un un'umanità dove cala, creatore e suscitatore di energie dirompenti, lo Spirito. Con queste brevi pagine, l'autore """"ci fa attraversare in modo sicuro l'esperienza della fede, ci porta sulla sogllia dove, tenendo aperto gli occhi contemplativi sull'immensa volta del Tempio risorto, un'onda di ispirazione e di fecondità, un salutare flusso di purificazione ci investe per una novità di vita che anticipi la nostra speranza"""". (dalla Presentazione di E. D'Agostini)"" -
Il rilievo delle cose. Pensieri e aforismi
È una silloge ragionata di pensieri e aforismi tratti dalle opere di Max Picard, in cui appare con grande fascino l'attenzione del filosofo alle cose e al loro linguaggio. Linguaggio delle cose che devono essere come ""liberate"""" dalle infinite relazioni che ne occultano l'essenza, perché sia restituita loro la freschezza di quel messaggio autentico che prelude a un incontro vero e orienta responsabilmente l'uomo."" -
Chi è dunque l'uomo?
Chi è dunque l'uomo? Domanda antica che nel Salmo 8 suona così: «Cosa è mai questo figlio dell'uomo / che tu abbia di lui tale cura?». L'autore ripercorre i tentativi della modernità e, alla luce di autori come Claudio Napoleoni e Franco Rodano, coglie gli elementi necessari del superamento delle antropologie dell'autosufficienza e del privilegio. Dell'attuale mondo, dominato dalla logica dell'esclusione, individua l'esito di morte che attanaglia l'umanità e segna l'esigenza di un impegno che le restituisca dignità. Allora la domanda iniziale si trasforma nell'interrogativo: qual è il tuo Dio? -
Laicità e profezia. La vicenda di David Maria Turoldo
La figura di padre David Maria Turoldo è una tra le più significative per comprendere la storia della Chiesa e della società italiana della seconda metà del 900. Si è parlato in questi anni del poeta, del predicatore, del liturgista, del traduttore, ma raramente si è avviata una ricerca storica su di lui. Ci sembra, invece, questo, un compito importante per non disperdere una memoria preziosa. I cinque saggi storici qui pubblicati sono nati in occasione del convegno, organizzato a Milano il 23 novembre del 2002 dalla comunità del Priorato di S. Egidio e dalle ACLI milanesi, sotto il titolo che figura anche nel presente volume. -
La notte di Zaccheo
«Se m'avessi detto che dovevi venire stasera, maestro, avrei fatto preparare un pasto degno di te, un festino regale, con molti invitati, come piace a te. E noi ti avremmo ascoltato, sospesi alle tue labbra, abbagliati dalla tua saggezza. Ma tu arrivi così, da solo e senza preavviso. Hai la faccia stanca. Oh, capisco che sei stanco, stanco delle folle, dei discepoli, di tutto!» Attraverso la riproposta drammatizzata della narrazione evangelica, Bellet ci offre la lettura avvincente di un incontro che inquieta e segna in profondità l'uomo Zaccheo, pubblicano, peccatore disprezzato. -
La rosa senza perché. Poesia e vita
Un giornalista propone a uno dei migliori poeti italiani contemporanei alcune domande decisive sulla vocazione del poeta e sull'esistenza in quanto essenzialmente poetica. Amore e solitudine, silenzio e parola, poesia e filosofia, vocazione poetica e impegno etico, Dio e il male, la gioia e il nulla: il libro si spalanca su questi temi come un'esperienza che - per dirla con le parole di Heidegger - ha il profilo di un «tranquillo abbandono a ciò che è degno di essere domandato». -
Come i primi trovadori. «In amore di nostra donna»
È noto il ""debito"""" che David M. Turoldo sentiva per le radici culturali e spirituali che gli provenivano dalla tradizione dell'Ordine cui apparteneva: i frati Servi di santa Maria. Radici che si sposavano con la sua natura, ma che hanno alimentato la sua genialità, la sua poesia e la sua avventura umana."" -
La lunga veglia 1934-2002
Un'autobiografia ""ragionata"""", ricca di tutto il travaglio umano e intellettuale di un autore sempre attento a ciò che accade in sé e fuori di sé per arrivare all'essenziale, a ciò che fa la vita, l'uomo uomo, l'amore amore, ecc. Perché, se questo avviene in sé, anche la città diviene tale, e la società, le relazioni, le amicizie, i conflitti, le strutture, la cultura escono finalmente dall'ipocrisia, perdono il potere asfissiante, si liberano della grettezza, della paura, della banalità e divengono libere, costruttive, si aprono alla """"carità"""", all'agápe."" -
Pacem in terris. Lo stupore di una generazione. Atti del 3° Colloquio organizzato dal gruppo «Oggi la parola» (Camaldoli, 31 ottobre-2 novembre 2003)
Lo scopo del Colloquio, svoltosi a Camaldoli dal 31 ottobre al 2 novembre 2003, non è stato quello di commemorare l'enciclica Pacem in terris del beato papa Giovanni XXIII, ma di mettere in relazione il documento con l'oggi. L'enciclica segnò un modo di considerare il mondo e le cose del mondo con occhio buono, libero da pregiudizi e da ripulse con cui la chiesa l'aveva fino ad allora guardato. Per questo, non solo destò stupore, ma soprattutto registrò lo stupore del papa stesso, che affidava a tutti gli uomini ""di buona volontà"""" un compito possibile e urgente: costruire e favorire la pace, come metodo e fine dell'esistere singolo e collettivo nella storia."" -
Il distacco dal mondo
Il ""distacco dal mondo"""" è espressione della tradizione spirituale, ascetica, cui spesso è stata data una connotazione negativa. Bobin ne recupera in questo libretto tutta l'essenzialità vitale, liberatoria e costruttiva per l'uomo. Il distacco infatti è vera azione amorosa. """"L'amore è distacco, oblio di sé. Non possiamo arrivarci con le nostre forze, perché tutte le nostre forze sono costantemente impiegate nell'ammassare il mondo alla superficie del nostro """"io""""."""""" -
Il museo diffuso
Anni addietro mons. Crispino Valenziano ebbe l'intuizione del ""museo diffuso"""" come tipologia museale che rispondesse alle specifiche esigenze di valorizzazione e di godimento dei beni culturali ecclesiali. Il """"museo diffuso"""" consente, appunto, che le comunità locali non siano depauperate del loro patrimonio culturale ecclesiale, con il rischio di perdere le proprie radici storiche e l'identità culturale e religiosa."" -
Il viaggio di Maria
"Ha fatto un lungo viaggio Maria da quella casa di Nazaret alla casa di Gerusalemme. Anche lei, come tutti noi, al momento non capiva, anche lei ci ha messo tempo per capire"""". Poche righe per dire il fascino di una scrittura limpida, intrecciata a poesia, con cui la penna di don Angelo Casati percorre """"il viaggio di Maria"""" dentro l'avventura del Figlio di Dio sulla terra, evidenziandone stupore, fatiche e presenze, rappresentandone, quasi iconograficamente, quei significati che confortano la fede e aprono gli occhi alla rivelazione." -
Pasqua e Pasque in La Pira, Dossetti e Quinzio
«La risurrezione è una forza, una dynamis che tutto trascina, irresistibilmente, pur tra immense fatiche. Il corpo umano ha dunque un valore eterno? Risorgerà come è risorto il corpo di Cristo e come è stato assunto in cielo quello di Maria? Ma allora le costruzioni politiche e le costruzioni economiche devono lasciarsi misurare da questo metro così visibile, così determinato, costituito dall'uomo.» Le parole di La Pira esprimono la forza spirituale che percorre queste piccole pagine che, raccogliendo frammenti di scritti di La Pira, Dossetti e Quinzio, ci rendono con efficacia quanto il mistero della risurrezione ha dato forma al pensiero e all'azione di tre grandi figure del nostro Novecento.