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L'invettiva
Immaginate il recente e sconvolgente film di Ken Loach, Sorry we missed you, accompagnato dal monologo sulla città di Manhattan di Edward Norton davanti allo specchio, prima di costituirsi nel memorabile La 25a ora di Spike Lee. ""L'invettiva"""" (dal latino invectiva), si legge sul vocabolario Treccani, è un """"discorso polemico concitato e violento, di accusa, di oltraggio, di acerbo rimprovero, contro persone o cose"""". Quella di Lucarelli è invece un'amara, più che rabbiosa, invettiva contro il mondo delle cooperative sociali, non immune dall'attuale sfascio del lavoro subordinato e salariato, un tempo neppure troppo lontano, baluardo di lotte e conquiste sociali. Il libro è dedicato appunto ai salariati, che l'autore incita a """"ribellarsi con fermezza"""", a costo di perdere anche quelle poche risorse che a mala pena consentono oggi di sopravvivere in un tempo sempre più spietato, descritto dall'autore in tutta la sua crudezza."" -
Epidemia e potere
Non trovate singolare che per contenere il Covid-19, in un'epoca in cui imprese come Google e Apple conoscono ogni dettaglio delle nostre vite, le tecnologie digitali non siano state attivate? Invece di affidarsi a una comunicazione trasparente e a misure lungimiranti, Europa e Usa hanno preferito riesumare le quarantene medievali, giudicate obsolete già ai primi del Novecento. La gestione della pandemia odierna, insomma, la dice lunga sul tipo di società in cui viviamo. E non è un caso: è infatti impossibile studiare la storia senza occuparsi di malattie. È stato il vaiolo, più di Cortés, a conquistare l'impero azteco, la peste a impedire la restaurazione dell'impero romano sotto Giustiniano, e l'invenzione della quarantena nel Trecento ha posto le basi per la nascita dello Stato moderno, con i suoi dispositivi di controllo e sorveglianza. Cosa ci insegna, dunque, il lockdown del 2020 sulla nostra società? -
Qualcosa d'altro. Racconti 1986-2000
Chi l'ha detto che per scrivere racconti misteriosi o sovrannaturali bisogna attingere a sperdute dimore inglesi o vetusti castelli teutonici tutti catene striscianti e cigolii di porte? I racconti fantastici raccolti in quest'antologia, firmata da uno dei maggiori esperti italiani di letteratura fantastica, hanno come scenario il mare, la macchia mediterranea, terre accarezzate dal vento e martoriate dal sole... Il mistero raccontato da Gianfranco de Turris emana dai profumi inebrianti di piante selvatiche a ridosso di spiagge a perdita d'occhio, si trova sul fondo di calette sferzate dalla calura estiva. Sono tutte vie per accedere a ""Qualcosa d'altro"""", a un'Altra Realtà, ben più interessante di quella prosaica che frequentiamo tutti i santi giorni. Introduzione di Giuseppe O. Longo."" -
M'impresti la vita?
Giacomo, detto Jack, è un trentenne di ricca famiglia, alla ricerca di un posto nel mondo e di uno scopo che dia valore e importanza alla sua vita. Creativo, spirito libero, attratto dal denaro e dal suo potere ammaliatore, si getta a capofitto in rocambolesche avventure amorose, professionali e famigliari nella speranza di trovare la sua strada. Giacomo prende consapevolezza di sé in un percorso tortuoso dove amore, morte, dolore, desiderio ed effimera felicità si confondono nel passaggio da esperienza di crescita a gabbia emotiva. ""M'impresti la vita?"""" è il secondo romanzo di Carla Milesi Di Grésy che, dopo """"Come facevano a vivere nell'Ottocento senza tranquillanti?"""" torna a parlare delle vicissitudini umane e del tormentato cammino che porta ogni individuo alla ricerca della propria autentica identità."" -
E una voce per cantare. La mia musica, la mia vita
Joan Baez, leggenda vivente della musica folk e attivista per i diritti civili, si racconta in questa autobiografia, narrandoci una vita vissuta all'insegna della musica e immersa nell'appassionata ricerca della giustizia sociale. Se la sua importanza come musicista è fuori discussione - ha letteralmente dettato i canoni della folk music -, l'autrice, oltre ai numerosi retroscena del mondo musicale, svela ai lettori ciò che la ferma aderenza ai propri valori - il pacifismo, la non violenza, l'uguaglianza - ha comportato nella sua vita pubblica e privata. Dalle marce di protesta a fianco di Martin Luther King, all'impegno in favore di Amnesty International; dalla controversa relazione con Bob Dylan, alla memorabile avventura di Woodstock; dai bombardamenti di Hanoi, in Vietnam, vissuti in prima persona in un bunker antiaereo, fino ai grandi tour americani ed europei. Tra un incontro e l'altro con i protagonisti della cultura pop e della storia del Novecento (Marlon Brando, Janis Joplin, François Mitterand, Nelson Mandela e molti, molti altri), la cantautrice ci dona la testimonianza di un'esperienza umana unica e sempre attuale, come attuali sono le lotte per i diritti umani di cui è stata pioniera e che anche oggi la vedono in prima linea. In occasione dell'ottantesimo compleanno di Joan Baez (9 gennaio 2021), Edizioni Bietti pubblica la nuova edizione dell'autobiografia, sincera e commovente, di un'icona internazionale fra le più influenti e importanti del nostro tempo, ammessa, nel 2017, nel prestigioso Rock & Roll Hall of Fame. -
A Italia '90 avevo otto anni
Questa è la storia di un amore indissolubile, inseparabile. Claudio ha otto anni e un’immensa passione per il calcio: trascorre giornate intere a leggere la Gazzetta, studiare almanacchi, collezionare figurine. Dev’essere pronto: pronto per ITALIA ’90, il mondiale dei mondiali, il suo mondiale. Lăcătuş, Francescoli, Gullit, Leighton, Völler, Maradona… E “Occhietti” Schillaci, “il Principe” Giannini, “Spiderman” Zenga. Donadoni… Il rosario di (sopran)nomi è snocciolato partita dopo partita, minuto per minuto. Poi ci sono la scaramanzia, i rituali, le pagelle, i pronostici, la condivisione con genitori, nonni, migliore amico, parrucchieri e assistenti dentisti: ognuno dice la propria e un intero Paese spinge la sua nazionale verso il più grande dei traguardi. Fino al gol gelido di Caniggia che da solo frantuma l’incanto. Trentuno anni dopo il bambino diventato uomo riapre una ferita mai sanata e cerca di suturarla attraverso un romanzo autobiografico che è insieme una cronaca ricca di aneddoti, retroscena e resoconti di quella beffarda, atroce, magnifica sconfitta; e una vera e propria bibbia per appassionati di calcio e di Nineties, ricostruzione filologica minuziosa (impreziosita da consigli di lettura e visione, illustrazioni realizzate ad hoc di alcuni dei giocatori più significativi e “pagelle” dei calciatori protagonisti) dell’intero microcosmo calcistico, storico, sociopolitico che è stato il mondiale ITALIA ’90. -
La seconda guerra civile americana. I Diari di Turner
America, primi anni Novanta di un Novecento reinventato. Un manipolo di suprematisti bianchi, razzisti e antisemiti, noti come ""l'Organizzazione"""", decide di muovere guerra al Governo Federale. Partendo da una serie di attentati terroristici, il crescendo di violenze volte a destabilizzare l'ordine costituito sfocia in una guerra aperta contro le altre etnie e i fiancheggiatori di quello che viene definito il """"Sistema"""", culminando in un inquietante epilogo atomico su scala globale. Fatti, personaggi e ideologie si succedono in maniera concitata, senza compromessi, nelle pagine dei diari dell'autoproclamato """"patriota"""" bianco Earl Turner, trasformando questo testo in uno dei più controversi e """"maledetti"""" della cultura americana, simbolo ambiguo e minaccioso di una modernità che reclama e merita, con urgenza, attenzione e analisi. Saggio introduttivo di Giorgio Galli."" -
Memoria viva. Un cammino intellettuale
Alain de Benoist è tra le figure più importanti e discusse della contemporaneità. Ha all’attivo oltre cento volumi, per non parlare dei suoi articoli e saggi, tradotti in tutto il mondo. Viene considerato il “maestro” della Nuova Destra francese, da cui da tempo si è staccato, seguendo un personalissimo percorso intellettuale. Studioso di filosofia e di storia della cultura, con particolare attenzione al pensiero politico, si è occupato di ecologismo, comunitarismo e populismo, valorizzando numerosi pensatori eretici del Novecento. Pubblicata per la prima volta in italiano, la sua è un’autobiografia fatta di idee e libri, viaggi e incontri con i giganti della cultura odierna. Un cammino spesso controcorrente, che ha anticipato tutte le tematiche di oggi, proiettandosi sul XXI secolo. -
Divi duci guitti papi caimani. L'immaginario del potere nel cinema italiano, da Rossellini a The Young Pope
Perché a Hollywood quando si mettono in scena le vicende di o legate a uomini politici si usano nomi e cognomi (da JFK. Un caso ancora aperto di Oliver Stone a Frost/Nixon. Il duello di Ron Howard, passando per Lincoln di Steven Spielberg e Jackie di Pablo Larraìn) e in Italia invece i registi scelgono sempre di nascondere l’uomo dietro una maschera (grottesca)? Nanni Moretti non parla di Berlusconi ma del Caimano, il Giulio Andreotti di Paolo Sorrentino è prima di tutto un Divo. Da questa suggestione prende il via il libro di Gianni Canova, tra i massimi critici cinematografici odierni: un pamphlet denso che approfitta dell’urgenza di affrontare il “caso” The Young Pope per dipanare la matassa attorno al tema “come si parla quando si parla di politica e di potere nel cinema e nella società italiani”. -
Thank you for playing! 1983-1999. Storie, trionfi e drammi dall'età d'oro dei videogiochi
"Thank You for Playing!"""" è la summa di un sapere organico costruito in anni di ricerca ed esperienza diretta in materia di retrogaming, termine che indica la passione per i videogiochi del passato. Questo volume è un saggio documentato, ma si può leggere come un racconto fatto di ricordi ed emozioni, legato a una dimensione intima e informale, e ben lontano dalla freddezza delle comuni trattazioni tecniche. Alla fine di ciascun capitolo, ognuno dedicato a una console storica, l'autore coinvolgerà in prima persona i lettori, suggerendo loro un percorso nei videogame più significativi dell'epoca di riferimento. Titoli reperibili anche oggi su tutti i maggiori shop online, sia in quelli correlati ai sistemi d'intrattenimento odierni (come il PlayStation Store) che sulle piattaforme generiche, perché il retrogaming non è semplice dietrologia, bensì la libertà di avvicinarsi a un passato che è sempre più presente." -
Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano
Il cinema criminale è un incrocio di letteratura (Gadda, Pasolini, Albinati), storia (Piazza Fontana, i “golpi bianchi”, la P2), cronaca nera (“la Banda della Magliana”, il massacro del Circeo). Matura e prende forma nel conflitto tra cittadini e delinquenti che squarcia la società italiana dal Secondo dopoguerra e genera sperequazione, fame, delatori, profittatori e parassiti. Lo stato criminale di Sciascia, il sentire mafioso, la dimensione occulta del Potere imbrattano la celluloide e travolgono il Belpaese a suon di complotti, intrighi, logge massoniche, raffiche di mitra, “stragi di Stato”, stupri collettivi, rapine a mano armata, pallottole vaganti e vittime innocenti: da tutto questo il cinema italiano trae linfa vitale per oltre mezzo secolo mostrando sullo schermo la psicologia di massa di un Paese che agisce come una belva… con la rabbia agli occhi. Accumulando trame, battute di sceneggiatura, stralci di romanzi o verbali della polizia, resoconti psicanalitici, dichiarazioni di giudici e commissari (veri e finzionali) Fogliato assembla un tomo definitivo e caleidoscopico sulla Storia del nostro Paese, così come si è originato da una “scena primaria” felice e insidiosa: il boom del benessere ha creato mostri che ancora imperversano. -
Ingiustizia!
Inizia in questo modo Ingiustizia!, un percorso nei boschi fisici e interiori, lungo il crinale della solitudine, dell’amarezza e della disperazione di un professore ingiustamente accusato di “molestie sessuali” nei confronti dei suoi alunni, un dialogo con un interlocutore attento e paziente – il narratore – che, nel tentativo di lenire la sofferenza dell’insegnante, scopre la sua stessa solitudine, il senso di appartenere a un mondo che ha ormai bandito un modo di essere con l’altro, una comunità che ha ormai paura anche dei più elementari gesti di affetto, una mano sulla spalla, una carezza, un abbraccio… Un libro che trasmette in pieno l’angoscia e il senso di impotenza che coglie chi si trova improvvisamente quanto ingiustamente additato all’opinione pubblica come “mostro” perché spesso ci si dimentica che tra le vittime da tutelare ci dovrebbero essere anche i calunniati da una falsa accusa, tanto ignominiosa quanto incancellabile. -
Fantozzi, ragionier Ugo
Esiste nella commedia italiana un personaggio più iconico del ragionier Fantozzi? Emblema tragicomico e grottesco di una generazione d’italiani, Fantozzi deve la propria esistenza al genio di Paolo Villaggio, ma la sua genesi è stata tutt’altro che lineare. Questo libro, attraverso testimonianze dirette e un’ampia documentazione fotografica, ricostruisce le vere origini del ragioniere più sfortunato d’Italia, ripercorrendo in parallelo la vita del suo creatore e facendo luce sui suoi natali letterari. Fantozzi, infatti, nasce come protagonista dell’omonimo libro pubblicato da Rizzoli cinquant’anni fa, per poi incarnarsi, al cinema, nel corpo del suo scrittore, intellettuale politicamente scorretto, cinico e acuto osservatore della società a lui contemporanea. Gli autori del volume ne scandagliano il ciclo letterario, rovesciando il luogo comune che vuole Fantozzi soltanto un personaggio cinematografico e portando alla luce gli aspetti nuovi e sbalorditivi di una saga ricca di contenuti profondi e stratificati. Fantozzi, ragionier Ugo si qualifica, dunque, come uno strumento indispensabile e unico per i critici severi, i lettori fedeli e gli affezionati spettatori di Fantozzi, perdente nato. Prefazione di Sara Tongiani. -
Un profeta dell'Apocalisse. Scritti, interviste, lettere e testimonianze
Maestro di stile e ""medico dei poveri"""", pacifista e sferzante fustigatore dell'uomo occidentale, autore di capolavori della letteratura mondiale e di quei pamphlet che gli valsero in vita l'emarginazione letteraria: questo e altro fu Louis-Ferdinand Céline, disincantato testimone del Novecento, di cui conobbe, visse e a volte subì tutte le maschere. Curato da uno dei maggiori studiosi italiani dello scrittore francese, questo libro raccoglie un'enorme mole di documenti céliniani inediti, tasselli ideali di una biografia travagliata e """"maledetta"""". Lettere, interviste e scritti, dalle trincee della Grande Guerra alla Parigi dell'occupazione, dalla prigionia all'esilio degli ultimi anni. Un viaggio nel cuore di tenebra del XX secolo, fino al termine della notte. E più oltre ancora."" -
Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava
I Manetti Bros. hanno dovuto aspettare un anno per vedere al cinema il loro Diabolik, con il magnetico Luca Marinelli nei panni del ladro mascherato e l’esplosiva Miriam Leone in quelli della bionda Eva Kant (in sala a metà dicembre). Ma l’impresa di trasformare il celebre fumetto delle sorelle Giussani in pellicola era già stata compiuta da Mario Bava nel 1968. Il risultato? Un manifesto pop della visionarietà plastica di Bava, che aveva acceso di cromatismi estremi una trama da “007 all’amatriciana”, la splendida Marisa Mell (insieme a lei nel cast anche Michel Piccoli e Adolfo Celi) e le musiche di Ennio Morricone. Per l’occasione ripubblichiamo il libro cult di Gabriele Acerbo (Sky Cinema) e Roberto Pisoni (Sky Arte) arricchito da nuove interviste, tra cui una proprio ai Manetti Bros. Kill Baby Kill! ripercorre la carriera del geniale effettista e innovatore dei generi più disparati (dall’horror al giallo, dal peplum alla fantascienza) attraverso le testimonianze dirette dei registi da lui influenzati. Le interviste a Tarantino, Raimi, Dante (che scrive la prefazione), Del Toro, Argento, i compianti Christopher Lee, Daria Nicolodi, Mario Monicelli si intrecciano agli interventi di autorevoli critici e ai ricordi dei familiari di Bava, tra cui il figlio Lamberto, per comporre il ritratto appassionante del “papà” di Reazione a catena e La maschera del demonio. -
Senza romanticismo. Robert Brasilliach, il cinema e la fine della Francia
Vita, politica e cinema: un’equazione pericolosa, emersa a più riprese nei momenti cruciali del Novecento, quando la Settima Arte si è incaricata di registrare le grandi svolte della Storia. È questa la chiave per comprendere la ricca produzione di Robert Brasillach, “collaborazionista” fucilato nel 1945 e autore di una tra le più brillanti Storie del Cinema di tutti i tempi, ad oggi inedita in italiano. Rapide come fotogrammi, le pagine di Claudio Siniscalchi evocano uomini e luoghi, dalla Russia di Ejzenštejn all’America di Charlie Chaplin, dalla Rive Gauche alla guerra civile spagnola. A fare da sfondo c’è la fine della Francia e dell’Europa, in un inesorabile conto alla rovescia, prima della tragedia finale. -
I quattro elementi del vino italiano. La montagna
La montagna è il primo volume della serie I quattro elementi del vino italiano: dalle Alpi Graie valdostane a quelle Retiche valtellinesi, dalle Dolomiti, fra Trentino e Alto Adige, alle pendici dell'Etna, il libro si sviluppa come un intenso, trasversale, emozionante on the road lungo le strade del vino di montagna, fra luoghi estremi e scenari mozzafiato. L'autore ha viaggiato per tre anni percorrendo territori e vigneti, scattando fotografie, dialogando con i produttori, assaggiandone i vini, interrogandosi sull'essenza dell'enologia montana nelle sue varie forme, per dare vita a un racconto emozionale suddiviso per tappe, lungo le vette del vino italiano d'altura. A complemento dell'opera, un corposo inserto fotografico a colori che documenta e impreziosisce la narrazione. -
L'italien
Una storia di amicizia, di amore, di esistenze: il viaggio di Marcello, amante e cultore del gusto, relegato però al ruolo di mero gestore di un localino nel dedalo più turistico della Capitale, straniero in patria, l’Italien in Francia, è un cammino alla ricerca di nuove possibilità di espressione. Una notizia inaspettata dà al protagonista la spinta necessaria a stravolgere la propria esistenza, fino a quel momento sospesa in bilico nell’esercizio di un costante bilancio tra aspettative e realtà, tra obblighi e desideri, tra vincoli e sopite velleità autarchiche. Un percorso di vita, una fuga verso la libertà e la leggerezza, dal sole e gli schiamazzi di piazza Navona ai caldi colori e alla quiete dei paesini della Provenza. Un itinerario tra antichi sapori, spezie e aromi, al termine del quale l’organizzazione di una grande cena diventa finalmente occasione di rinascita, del protagonista e di una comunità intera. -
La conoscenza è un'avventura
Lucio Rossi, fisico di fama internazionale, ci conduce attraverso il vasto mondo della ricerca scientifica. Partendo dalla sua esperienza al CERN con l'acceleratore LHC, culminata con la rivelazione del bosone di Higgs, l'autore ci racconta di come ogni scoperta abbia, prima o poi, applicazioni concrete nella vita di ogni abitante del pianeta, non solo fra una ristretta élite di studiosi. Si tratta di conquiste che possono incidere profondamente sullo scacchiere geopolitico, come quelle legate alla superconduttività, uno dei grandi settori d'indagine nel campo degli acceleratori di particelle, che presenta forti connessioni con il problema energetico. Con questa consapevolezza, ripercorrendo la propria vicenda professionale - i successi, gli errori, le ripartenze -, l'autore suggerisce che i binomi scienza e tecnica, teoria e pratica, avventura e razionalità rappresentano solo in apparenza strade alternative. In realtà, i veri scienziati operano sapendo che ogni ricerca è un tassello nella costruzione di un grande mosaico a più dimensioni: quello del futuro di tutta l'umanità. -
De Sica, io e il giardino dei Finzi Contini. Diario inedito del protagonista
Lino Capolicchio è cresciuto con la volitiva mamma Eufemia – stesso sguardo celeste, stessa pelle algida e lucente – e l’adorata nonna Anna, che «era una contadina abbiente, e ha sempre creduto in me; all’Oscar il mio pensiero è volato a lei, con cui andavo al cinema da bambino, senza mai pensare che un giorno su quello schermo ci sarei stato io». L’Oscar che rievoca Lino è quello vinto nel 1972 come Miglior film straniero da Il giardino dei Finzi Contini, diretto da Vittorio De Sica e tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani, che di Lino era stato docente all’Accademia Silvio D’Amico. Le pagine di questo diario finora inedito – Capolicchio ne ha compilato uno per la maggior parte della propria esistenza – raccontano di quel capolavoro prima, durante e dopo la lavorazione. A intercalare la “presa diretta” di allora, l’ampia intervista raccolta negli ultimi due anni da Nicole Bianchi per Cinecittà SpA, a ripercorrere con sguardo fresco le tappe e i retroscena, privati e pubblici, di un’opera cinematografica che per Capolicchio – scomparso durante la lavorazione, seguita con cura gioiosa fino all’ultimo – rimane «un miracolo. Un film di una bellezza in cui ancora ti rispecchi». Dalle pagine che il grande attore (anche regista e sceneggiatore) scriveva con penne di diversi colori, prendono vita la vivace dialettica tra set e quotidianità, la lievità insaziabile degli amori (con annessi sensi di colpa tardivi), la passione per la musica, la pittura e il cinema (anche da spettatore), la dedizione a un mestiere intrapreso per talento naturale, sempre coltivato con umiltà e reverenza.