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Tecnoluddismo. Perché odi il tuo lavoro
I luddisti, sin dalle rivolte del diciannovesimo secolo, sono stati raccontati come un movimento contrario alla tecnologia. La distruzione dei telai e dei macchinari di più recente introduzione, che mettevano a rischio il lavoro e la vita stessa dei rivoltosi, è stata a più riprese analizzata come una pratica volta a riportare lo sviluppo tecnologico a una fase precedente, ma Gavin Mueller in questo libro ci spiega come non sia effettivamente così. Tecnoluddismo racconta di come le tecnologie non siano mai neutrali, ma definiscono, attraverso il loro funzionamento, inedite modalità di produzione e di socialità - ogni macchinario ha un duplice fine, pratico e politico, e l'obiettivo del movimento luddista non è mai stato quello di farne a meno in maniera assoluta, ma di dirigere lo sviluppo delle tecnologie verso una società egalitaria e giusta. Di lì si dipana un filo rosso che dalle rivolte contro i telai arriva alla società contemporanea, immersa in un sistema infrastrutturale fatto di reti internet e modalità di produzione che è sempre più urgente ripensare. Dal dark web ai sistemi operativi considerati obsoleti, dall'autoassemblaggio ai linguaggi di codice autoprodotti, Tecnoluddismo imposta le basi per una nuova pratica hacker che sappia ricombinare le tecnologie esistenti, al fine di modellare una società finalmente libera dai sistemi di controllo contemporanei. -
Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo)
I roghi, le alluvioni, l'aria intossicata, le estinzioni di massa, la pandemia. L'emergenza climatica ci sta abituando a disastri ecologici che sono sintomi di una catastrofe già in atto. Mentre l'universo politico discute di green economy e capitalismo sostenibile occorre iniziare a misurarsi con dubbi finora impensabili: siamo davvero sull'orlo dell'estinzione? Com'è possibile sopravvivere su un pianeta che sta esaurendo le sue risorse? Quali legami si possono ancora tessere nel pieno di uno stravolgimento che non è solo ambientale, ma anche filosofico, sociale e morale? Nato dall'omonima newsletter bisettimanale che in quattro anni ha raccolto migliaia di iscritti, ""Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo)"""" è un viaggio che dalla cima del Pirellone vi porterà alla Gola di Xiling, e poi ancora lungo le rive del Mississippi e nelle grotte di Tora Bora, nel verde amazzonico e nel petrolio nigeriano, tentando l'ultimo rito che resta di fronte al disastro: raccontarlo."" -
Cruising Utopia. L'altrove e l'allora della futurità queer
L'arte anticipatoria di Andy Warhol, la poesia di Frank O'Hara e di Elizabeth Bishop, la drammaturgia tragico-erotica di LeRoi Jones, la finzione autobiografica di John Giorno e la cultura del sesso in pubblico, i concerti punk e l'intimità fuorilegge di un gay bar del Queens, l'attivismo guerrilla anonimo contro la «Disneyficazione» di New York, il voguing di Kevin Aviance e i palchi dei locali underground di Los Angeles nelle fotografie di Kevin McCarthy, la mail art di Ray Johnson e la New York Correspondence School, le coreografie del Judson Memorial Theatre e la performance della vita di Fred Herko, il lavoro estetico di John Smith e l'eroismo controculturale di Dinasty Handbag. José Esteban Muñoz attraversa questi e altri luoghi della storia e della cultura queer per tracciare i contorni di un'utopia concreta e ridefinire l'orizzonte del mondo LGBT, che quarant'anni dopo i moti di Stonewall sembra costretto tra due sole alternative: abbracciare il pragmatismo delle politiche normalizzanti inseguendo il matrimonio, la famiglia o una carriera nell'esercito, o abbandonarsi al pessimismo e alla pulsione di morte delle teorie antisociali rinunciando all'idea di futuro e confinando -
Cambio. Ediz. illustrata
«La ricerca di un modo di vivere sostenibile, nel superamento dell'erronea dicotomia natura/cultura che ha storicamente prodotto così tanti errori, riguarda in maniera più urgente che mai il nostro pianeta. E davvero con grande piacere che il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci presenta il progetto Cambio del duo italiano di base ad Amsterdam Formafantasma, in qualità di seconda sede della mostra dopo la Serpentine di Londra ma con un ruolo attivo nell'integrazione e nell'ampliamento dei temi affrontati. Il progetto si inserisce in modo organico all'interno della programmazione del museo: tra le linee di ricerca grande centralità ha infatti il tema del pensiero ecologico, trattato da diversi punti di vista e da varie discipline: arte, architettura, design, urbanistica, danza. A cominciare da Verde Prato. Sperimentazioni urbane tra ecologia e riuso, la mostra che ha avuto luogo nella primavera del 2019 presentando il Piano Operativo della Città di Prato, uno strumento sperimentale e innovativo di indirizzo delle politiche urbane della nostra città, che ha avuto il contributo di esperti della «rivoluzione ambientale» come l'architetto Stefano Boeri e lo scienziato Stefano Mancuso. Prato, in questo senso, sta fungendo da laboratorio sperimentale per le politiche ecologiche a livello italiano e internazionale: l'intera città viene osservata nella sua dimensione metropolitana e portata a riequilibrare e superare la dicotomia tra spazio urbano e spazio agricolo, da una parte rilanciando il patrimonio manifatturiero (riuso) e dall'altra rivalutando il patrimonio naturale (ambiente). Anche il progetto Urban Jungle, vincitore nel 2019 della quarta edizione del bando europeo UIA Urban Innovative Action, in cui il museo è coinvolto attivamente, punta a trasformare Prato nella «prima giungla urbana del mondo» attraverso la riqualificazione di aree abbandonate o degradate, la messa a dimora di alberi e piante in aree strategiche, la creazione di orti produttivi, la riconversione di superfici minerali in pareti vegetali e la fitodepurazione di aree contaminate, oltre a progetti di sensibilizzazione, divulgazione e co-progettazione finalizzati al coinvolgimento dei cittadini. Il progetto di Formafantasma approfondisce e analizza queste tematiche da altri punti di vista, arricchendo di tasselli importanti la ricerca del Centro Pecci e dell'intero territorio su cui sorge il museo. La sede toscana della mostra è stata l'occasione di aggiungere a Cambio un ulteriore capitolo di ricerca, che è appunto quello dedicato al territorio, grazie agli interventi di Mauro Agnoletti, esperto di sistemi agricoli e forestali, e di Marco Fioravanti, esperto di tecnologia del legno, oltre che ai prestiti in mostra provenienti dal Centro Studi Erbario Tropicale dell'Università degli Studi di Firenze, dal Museo dell'Opera del Duomo, dal Silvomuseo di Vallombrosa a cui si è aggiunta una magnifica opera di Giuseppe Penone. Partendo da istanze che lo riguardano da vicino, il Centro Pecci si pone così in dialogo con il dibattito internazionale, in una formula orientata alla sintesi di globale e locale che per noi è imprescindibile.» (Dalla Premessa di Cristiana Perrella) -
Gancio cielo. DNA Clepsydra
Un capitolo della saga di Gancio Cielo, un'esplorazione in prima persona dei miti, paesaggi e personaggi che animano l'universo fantastico creato da Francesco Cavaliere. Questo libro è una guida all'immaginario dell'artista, un racconto tra fantascienza e realismo magico che deve tanto ai Cristalli sognanti di Theodore Sturgeon e alle invenzioni surrealiste di Raymond Roussel quanto alle idiosincrasie gergali di Tommaso Landolfi. Ispirato dai bestiari e dalla criptobotanica medievale, ma anche dai libri-game di franchise pop come Pokémon, DNA Clepsydra segue come una tie-in o novellizzazione i precedenti due LP e numerose performance dal vivo già dedicate a Gancio Cielo. Insieme a Idioletta, che ne ha curato l'edizione, Francesco Cavaliere ha lavorato a questa ""traduzione"""" della sua pratica orale eccentrica, che ne mantiene la natura sonora. Il risultato, accompagnato dalle illustrazioni a matita di Viola Leddi, è un libro d'artista, un travelogue che richiede la partecipazione attiva di chi legge."" -
La tragedia della lavoratrice. L'alba del Proletarocene
Il cambiamento climatico è ormai irreversibile, il pianeta corre dritto verso l'apocalisse. La piena coscienza della portata di quel che ci aspetta e degli effetti che produrrà su ogni ambito delle nostre vite non può che accompagnarsi allo stupore per non aver ancora fatto niente. Perché non c'è una riunione di emergenza a settimana in ogni città, in ogni paese o quartiere? Perché non ammettiamo che il disastro climatico e ambientale è una diretta conseguenza dei processi di accumulazione infinita che perpetuano il capitalismo? È possibile creare un orizzonte comunista che offra una nuova alba al crepuscolo planetario? ""La tragedia della lavoratrice"""" è un pamphlet brillante e rigoroso che riflette sulla pulsione di morte del capitalismo, sui complicati legami della sinistra con i combustibili fossili e le false promesse del «capitalismo verde», e sull'ondata «ecofascista» che avanza pericolosamente all'aumentare delle migrazioni climatiche. In risposta alla crisi planetaria, gli autori propongono un «Comunismo Salvage», un programma di ristrutturazione e riparazione che deve precedere qualsiasi comunismo di lusso. Mobilitando esplicitamente il pessimismo politico come spinta rivoluzionaria e antidoto alle derive ecomoderniste della sinistra, """"La tragedia della lavoratrice"""" chiama a immaginare un futuro alternativo capace di rimediare alle devastazioni del capitalismo e rigenerare il mondo. Prima che sia troppo tardi."" -
Interregno. Iconografie del XXI secolo
Governi nazionali che si combattono a suon di meme, colpi di Stato in diretta YouTube, diplomazia dello shitposting, estremisti stragisti che trollano su Reddit, bovini a cui vengono applicati visori VR per aumentare la produzione di latte, disastri ambientali che diventano virali su Instagram e TikTok, «covfefe»... L'era in cui viviamo è diventata talmente assurda, grottesca, incomprensibile, da non poter più essere reale: l'unica spiegazione possibile è che siamo entrati in una «timeline sbagliata» - una sorta di linea temporale alternativa a quella «giusta» in cui le cose vanno come devono andare. E invece la timeline sbagliata è proprio la realtà nella quale siamo immersi: nessuna allucinazione, nessun brutto sogno da cui un giorno finalmente ci sveglieremo. In questo saggio al contempo surreale e terrificante, nato dal progetto di culto Iconografie del XXI secolo, Mattia Salvia spazia tra geopolitica e internet studies, filosofia dell'estetica e cronaca internazionale, per restituirci il ritratto di un mondo oramai fuori di senno, in cui persino le peggiori crisi globali vengono seppellite da un sinistro LOL. -
Adamo non ha peccato. Note su Documenta 14
È il 2013 e Adam Szymczyk, uno dei curatori più radicali della scena internazionale, è chiamato a dirigere documenta, la mostra d'arte contemporanea più importante al mondo. Szymczyk e il suo team portano l'esposizione al di là dei confini di Kassel, ad Atene, soprattutto in virtù del suo chiaro antagonismo rispetto alle politiche neoliberali della Germania (e di tutta l'Europa occidentale, nonché degli Stati Uniti). Inizia a delinearsi così un approccio curatoriale che porta la mostra a un punto di rottura senza precedenti, soprattutto a livello istituzionale e politico. Con questo libro, che esce a cinque anni dalla mostra, Pierre Bal-Blanc rilegge finalmente quella congiuntura storica alla luce dello scandalo che ha prodotto, in maniera lucida e completa, dalla posizione privilegiata di membro del team curatoriale che ha accompagnato Adam Szymczyk nella direzione artistica. Questo saggio denso e articolato fornisce una riflessione ex-post, ripercorrendo gli eventi da una prospettiva critica. Come in un diario, Bal-Blanc ci racconta della sua esperienza diretta, ribaltando la prospettiva dominante e offrendo una visione nuova e personale non solo delle scelte artistiche, ma anche delle conseguenti dinamiche sociali e politiche. A conclusione del libro, una lunga conversazione tra il direttore artistico di documenta 14, Adam Szymczyk, e Dorota Sajewska fornisce ulteriori spunti di riflessione sul caso. Con una prefazione di Andrea Bellini, direttore del Centre d'Art Contemporain Genève, Adamo non ha peccato offre la possibilità di analizzare e comprendere lo straordinario fenomeno che è documenta attraverso le voci di coloro che per lungo tempo sono rimasti in silenzio nel caos mediatico che ha accompagnato questi eventi. Il libro è dunque un invito a rileggerli in chiave differente, e a riflettere sui meriti e sui limiti di una delle edizioni più stimolanti e controverse di documenta. Prefazione di Andrea Bellini. -
Pleasure activism. La politica dello stare bene. Vol. 1
Per cambiare il mondo abbiamo bisogno di godere, risvegliare desideri, smetterla di accontentarci di una vita a malapena soddisfacente... In due parole: stare bene. È questa la strategia che adrienne maree brown affronta in Pleasure Activism, per distruggere il falso mito secondo il quale l’impegno politico è un compito triste, sfiancante e faticoso. In questa sorta di vero e proprio manuale di anti-mindfulness, brown si accompagna alle riflessioni di pensatrici come Audre Lorde, Toni Cade Bambara, Joan Morgan e Ingrid LaFleur, per attingere alla tradizione del Femminismo Nero e dispiegare una varietà di argomenti – lavoro sessuale, genere, trauma, politiche del corpo, scrittura, sex toys – capaci di dare forma a una nuova narrazione della politica come strumento di piacere, e del piacere come dimensione fondamentale dell’esistenza. E in questo modo, coltivare il binomio gioia & rivoluzione come principio guida delle nostre vite di tutti i giorni. -
Le paludi della piattaforma. Riprendiamoci internet
Quando ci svegliamo controlliamo la mail e i social network già prima di fare colazione. Poi iniziamo a lavorare su G Suite mentre chiacchieriamo con gli amici su WhatsApp tra una riunione e l'altra su Zoom. Le nostre case sono diventate i nostri uffici, e somigliano sempre più a call center. Sembra di essere in trappola. Condannati a uno scroll infinito di fake news, teorie cospirazioniste, meme cringe e risse virtuali, sentiamo crescere la noia e la frustrazione. Internet è diventato asfissiante: siamo impantanati nelle piattaforme. Se l'obiettivo era usare la pandemia per fare un bel reset e ripartire, abbiamo fallito. Allora «come riemergere dalla palude e depiattaformare le piattaforme?» Partendo da questa domanda, Lovink si addentra nei meccanismi con cui le big tech intrappolano l'individuo, possiedono e modellano i mercati, acuiscono le disuguaglianze sociali ed economiche. E traccia una rotta per uscire dalla stagnazione: uno slancio di immaginazione collettiva che ci aiuti a sfuggire al potere delle piattaforme e a riprenderci internet. -
Hagoromo
Nel teatro Nö giapponese, Hagoromo è il titolo di una pièce che ha come protagonisti il pescatore Hakuryo, un magico manto di piume di fenice e una Tennin, uno spirito danzante. Una storia che dà il nome sia a quella che Massimo Bartolini considera la sua prima opera matura che a questa pubblicazione, volta a ripercorrere in ordine cronologico le tappe della sua carriera artistica più che trentennale. Il libro è una monografia omnicomprensiva sull’artista dai suoi esordi a oggi ed è inteso come una guida per orientarsi in una ricerca sfaccettata, fatta di un’incredibile varietà di linguaggi e materiali: dalle opere performative ai disegni; dalle grandi installazioni pubbliche alle piccole opere-bozzetto assemblate in studio; dalle sculture sonore alle fotografie e ai video. Il volume, che accompagna la mostra presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (a cura di Luca Cerizza con Elena Magini), è diviso in quattro parti: la prima raccoglie i testi curatoriali e saggi di autori internazionali che approfondiscono i temi e il linguaggio di Massimo Bartolini; la seconda ospita una ricca sezione iconografica ordinata cronologicamente; la terza è un approfondimento sull’installazione sonora In là (2021-2022), realizzata in occasione della mostra appositamente per gli spazi del museo e accompagnata dalla partitura polifonica del musicista Gavin Bryars; l’ultima ospita i più completi materiali bio-bibliografici finora raccolti sull’artista. Il volume è a cura di Luca Cerizza e Cristiana Perrella, ed è stato realizzato in occasione della mostra Hagoromo. Massimo Bartolini presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (16 settembre 2022 – 1 maggio 2023). La pubblicazione riunisce i contributi di A.TITOLO / Francesca Comisso e Luisa Perlo, Massimo Bartolini, Fiona Bradley, Gavin Bryars, Luca Cerizza, Laura Cherubini, Carlo Falciani, Chus Martínez, Jeremy Millar, Cristiana Perrella, Marco Scotini, David Toop, Andrea Viliani. I materiali bio-bibliografici sono stati redatti da Gabriella Valente. Il libro è stato realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (X Edizione, 2021), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. -
Omenana. Racconti fantastici dal continente africano
Nata nel 2014 come rivista dedicata alla fantascienza di origine perlopiù nigeriana, Omenana si è presto trasformata in una piattaforma di riferimento per gli appassionati di narrativa speculativa proveniente tanto dall'Africa quanto dalla diaspora africana. In questa raccolta, i curatori hanno selezionato sedici tra i migliori racconti apparsi sulla rivista negli ultimi anni: storie di creature mitiche, vendicatori bionici, terre desertificate, città sotterranee, improvvisi superpoteri e maledizioni, in una tensione continua e rivitalizzante tra lontananze, assenze e ritorni. A uscirne è un caleidoscopio di voci provenienti da luoghi tra loro distanti come — oltre alla stessa Nigeria — il Kenya e il Sudafrica, il Gabon e lo Zimbabwe, in un viaggio tra futuri alternativi e mondi paralleli che attraversa fantascienza e realismo magico, orrore soprannaturale e leggende urbane, mitologie antiche e afrofuturismi prossimi venturi. IIntoduzione di Mazi Nwonwu. -
L' abisso personale di Abn Al-Farabi e altri racconti dell'orrore astratto
Cosa accadrebbe se, al cuore del mondo, vi fosse qualcos'altro, qualcosa di oscuro, minaccioso e indefinibile? Cosa ne sarebbe della specie umana se l'intelligenza e la coscienza non fossero che un prodotto del caso e dell'evoluzione? Se l'lo fosse un noi, e noi un lo? Se la morte si rifiutasse di accoglierci, lasciandoci ostaggio di un limbo senza fine? Questi sono alcuni degli interrogativi che animano i racconti e le novelle contenuti in questa raccolta. Al bivio tra horror astratto, fiction speculativa e riflessione metafisica, i personaggi di queste storie precipitano e si dissolvono in un nulla positivo, oltrepassando l'oscuro confine che ci separa da ciò che più temiamo: l'ignoto e l'inconoscibile. -
Auto-tune theory. Trap, drill, bashment e il futuro della musica
Trap, drill, mumble rap, bashment dancehall, afrobeats… Eccoli, i generi mutanti che hanno rivoluzionato il panorama musicale dell'ultimo decennio. In questo libro Kit Mackintosh dismette i panni del semplice fan per indossare le vesti del sacerdote di un culto nuovo: quello di un Futurismo Psichedelico che, sospinto dal potenziale distopico/dissociativo dell'autotune, si incarna nelle vicende di musicisti come Future, Young Thug, Migos e Vybz Kartel. Stabilendo un inedito pantheon di pionieri e innovatori, Auto-Tune Theory è un'arma concettuale pronta a fare piazza pulita di chiunque, ad anni Venti ormai inoltrati, ancora si ostina a ripetere l'esausto ritornello secondo il quale «la musica non è più come quella di una volta». Prefazione di Simon Reynolds. -
Memestetica. Il settembre eterno dell'arte
Nel XXI secolo l'arte è diventata una faccenda strana, persino più strana di quanto lo fosse nel Novecento. L'avvento di Internet, la diffusione delle nuove tecnologie e l'ascesa dei social network hanno stravolto il nostro universo visivo a furia di gif animate, ritocchi su Photoshop e pratiche appropriazioniste di ogni genere e grado. Troll, youtuber e instagrammer fai-da-te ci stanno lasciando in eredità un insieme di pratiche e di estetiche che richiamano alla memoria i precetti delle avanguardie storiche, allegramente distorti in una chiave weird, selvaggia e disinibita. E allora in che modo l'arte che ancora troviamo nei musei e nelle gallerie è stata capace di rispondere a un tale contrappasso? Ma soprattutto: e se in futuro i manuali di storia dell'arte riportassero non le opere di qualche artista-genio ottocentesco, ma i meme di anonimi user nascosti dietro pseudonimi improbabili? In questo libro, Valentina Tanni ripercorre la strada che ci ha portato «da Marcel Duchamp a TikTok», tratteggiando i contorni di un sentiero tra i più affascinanti, e a tratti disturbanti, del tempo presente. -
Incantagioni. Storie di veggenti, sibille, sonnambule e altre fantasmagoriche liberazioni
Negli spettacoli di illusionismo, le donne vengono segate, schiacciate, torturate tra gli applausi: il loro corpo è un oggetto passivo su cui infierire. Ma è così da sempre? In cerca di scenari alternativi, Mariano Tomatis lo chiede a sei donne vissute tra Sette e Ottocento. ""Incantagioni"""" è la vera storia di sei veggenti che hanno trovato nel mentalismo e nella magia uno strumento di emancipazione. Sei artiste le cui vite rocambolesche hanno lasciato tracce sui giornali, sui manifesti e nelle cronache giudiziarie. """"Incantagioni"""" è il diario di viaggio di un illusionista alla ricerca di sei donne dimenticate, ribalde e sfacciate che hanno piegato il paranormale a proprio vantaggio. La Sibilla moderna vende oracoli nella Torino di metà Ottocento. La cuoca necromante fa apparire i fantasmi davanti a re Carlo Alberto. La psiconauta di Lione accompagna nell'aldilà i massoni di fine Settecento. La piccola chiaroveggente di Montpellier legge con una benda sugli occhi. La sonnambula di Tolosa è applaudita nei teatri di tutta Europa per i suoi numeri di trasmissione del pensiero. La donna invisibile di Orléans si libera dal manicomio inventando una fake news che nel nostro secolo ispirerà i complotti di QAnon. """"Incantagioni"""" è la storia epica e gaglioffa di sei donne che hanno rifiutato di finire sotto la sega del mago, hanno ribaltato il tavolo e usato il potere della magia nell'ottica di un originale femminismo psichico."" -
Capitalismo gore. Violenza, necropotere, mercato della morte
«Ormai la storia contemporanea non si scrive più pensando alle esperienze dei sopravvissuti, ma contando il numero dei morti.» I corpi smembrati e torturati, il sangue e i cadaveri sono un elemento della realtà quotidiana del Messico e dei luoghi di confine tra Nord e Sud del mondo, ma sono anche una merce di scambio e un prodotto brutale del capitalismo globale e della cultura iper-consumista che ha diffuso. Mentre il prodotto criminale lordo è giunto a sfiorare il 15% del PIL mondiale, è evidente che a circolare liberamente nell'epoca della globalizzazione neoliberista non sono le persone, bensì la droga, le armi, la violenza e il capitale che queste generano. In Capitalismo gore, l'attivista e intellettuale messicana Sayak Valencia ricorre alla categoria cinematografica del gore per analizzare quello che definisce il lato B dell'economia globale, ovvero l'intreccio tra criminalità organizzata, narcotraffico e uso legittimato della violenza per ottenere status e potere. L'erosione dello Stato come organo che provvede al benessere della cittadinanza, la precarizzazione del lavoro e dell'esistenza unite al desiderio di partecipare al banchetto del consumo, la spettacolarizzazione della violenza operata dai media e una cultura machista fortemente ancorata all'identità nazionale, hanno generato una nuova classe sociale e un modello di vita che sembra rappresentare l'unica alternativa alla povertà e alla migrazione. Mettendo a nudo le radici storiche, economiche, geopolitiche e culturali di questo modello, Sayak Valencia invita a sovvertirlo da una prospettiva postcoloniale e transfemminista, per opporsi al suo regime di morte e resistere al divenire gore del mondo. -
Civitonia
Civitonia è un festival di arti performative immaginato per Civita di Bagnoregio da Giovanni Attili e Silvia Calderoni, per riscrivere la fine del borgo minacciato dalla strutturale fragilità del suo territorio e dalla violenta turistificazione in atto. Per documentare e per alimentare gli esercizi creativi di Chiara Bersani e Marta Montanini, CHEAP, fratelli D’Innocenzo, Daria Deflorian, Francesca Marciano e Valia Santella, Eva Geatti, Francesca Pennini e Vasco Brondi, Alice Rohrwacher, Simona Pampallona, Anagoor, Alessandro Sciarroni, Michele Di Stefano, Giorgiomaria Cornelio, Pietro Gaglianò, Extragarbo, Emanuele Coccia, Annalisa Sacchi, che dal 13 al 16 ottobre hanno attraversato Civita di Bagnoregio, questo box raccoglie un catalogo del Festival e un volume segreto che svela i meccanismi del suo controverso accadere. -
Raving
In Raving, McKenzie Wark tratteggia un ritratto intimo e collettivo della scena rave trans e queer di New York. Nel suo racconto il rave è dipendenza, rituale, performance, catarsi; un’esperienza sublime, piena di grazia, ma anche un atto di resistenza. Soprattutto, il rave è «una pratica collaborativa che rende sopportabile questa vita», a prescindere dai bisogni e dalle motivazioni individuali. Nel rave la techno apre uno spazio di nuove possibilità sonore e temporali, delinea un’arte fatta per chiunque si lasci trasportare dal ritmo. Muovendosi tra autofiction e autotheory, Wark imprime sulla pagina il fumo, le luci, le droghe, il sesso, i corpi aggrovigliati e la musica martellante, per individuare nella materia caotica, pulsante, del rave un’estetica e una politica: una via per ballare tra le rovine del capitale al collasso. -
Io sono Salvo. Opere e scritti 1961-2015
"Io sono Salvo"""" è una monografia pensata come un autoritratto: un racconto del lavoro dell’artista attraverso opere e scritti raccolti in ordine cronologico, per presentare la produzione di Salvo nella sua organicità e nella sua evoluzione, in costante dialogo con la storia dell’arte. Il volume raccoglie la più completa selezione di opere dell’artista pubblicata finora e un’ampia selezione dei suoi scritti, tra cui Sette incisioni e sette poesie, il trattato Della pittura, testi inediti e varie interviste rilasciate nel corso degli anni. Per aprire a nuove letture l’opera di Salvo, due saggi critici di Bob Nickas ed Elena Volpato introducono questo racconto autobiografico. La cronologia delle mostre a cura di Sara De Chiara, in appendice, ricostruisce poi il percorso dell’artista, risultandone anche una biografia approfondita, frutto della consultazione di documenti conservati nell’Archivio Salvo e in varie biblioteche. Questa pubblicazione è stata realizzata grazie al sostegno dell’Italian Council (X edizione, 2021) e delle gallerie Gladstone e Mehdi Chouakri."