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Geremia
Il libro si articola in tre grandi capitoli, introdotti da una Introduzione in cui il libro biblico di Geremia viene interpretato come una testimonianza di ""un condannato a morte"""" che ha lasciato le sue memorie, incomplete e interrotte, negli interstizi della cella di detenzione. Si tratta, per l'Autore, di un libro incompiuto a causa di un incidente tragico che interviene a spezzare il filo del racconto. Geremia, il profeta, è allora presentato al lettore come un superstite e un sopravvissuto ad una catastrofe, ed il libro a lui dedicato come un'avventurosa esplorazione nella ricostruzione di una vita e di un pensiero."" -
Kelippòt. Poesie
Questa raccolta di Laura Voghera Luzzatto è scaturita in tempi abbastanza brevi sotto il segno della memoria, snodandosi in forma diaristica, anche se con intermittenze. L'autrice attinge a numerosi motivi, tutti necessari nel rispecchiare una situazione etnica e culturale che accoglie nelle sue modalità più profonde sia la complessità ebraica sia una realtà di vissuto profondamente legata all'ambiente italiano e veneto, al punto che appaiono veri e ben riusciti componimenti in dialetto. Laura Voghera Luzzatto, insegnante, è nata e vive a Venezia. È autrice di libri e saggi storici. Alcune sue poesie sono state pubblicate su giornali e riviste. -
Tutto un secolo. Due donne ebree del '900 si raccontano
Giorgina Arian Levi è nata a Torino nel 1910 dove tuttora vive. Saggista e storica delle fonti orali, per sfuggire alle persecuzioni razziali emigrò nel 1939 in Bolivia, dove rimase fino al 1946. Al suo rientro in Italia, ha svolto un'intensa attività politica nelle file del Partito Comunista Italiano, prima come Consigliere Comunale a Torino, poi come Deputato al Parlamento. In questo libro riunisce memorie di infanzia e di vecchiaia, momenti fondamentali nella lunga vita dell'autrice, un osservatorio per uno sguardo distaccato, ma mai lontano dalla realtà. Un punto di vista ebraico di una figura esemplare di donna impegnata tutta la sua vita tra storia e politica. -
La sposa e lo sposo. Il matrimonio nella tradizione ebraica
Partendo dalla Genesi, questo libro percorre la storia del matrimonio e della cerimonia nuziale in maniera semplice e lineare, mostrando come essa conservi inalterati da millenni atti e parole che incarnano la continuità ideale del pensiero ebraico tradizionale, dal dono dell'anello con cui l'uomo dichiara di ""consacrare a sé"""" la sposa ai vari riti di partecipazione delle famiglie e della comunità intera. Il lettore scoprirà (forse con una certa sorpresa) che il richiamo a una tradizione millenaria non esclude affatto, per l'ebraismo, il riconoscimento della centralità della donna, da sempre chiamata a svolgere un ruolo di primo piano nella famiglia. Enrica Orvieto è la moglie di Elia Richetti, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Venezia."" -
Come in un film egiziano
Yosef Alfandari non conosce mezze misure: è un sionista esaltato e un amante di musica araba raffinata, un accanito giocatore di poker e un lavoratore indomito, marito di una moglie che non sopporta e padre di due figli che maltratta senza pietà. Odia ferocemente arabi e comunisti perché colpevoli di minare la stabilità della società e mettere in pericolo il suo sogno sionista. Appassionato di politica, si vede direttamente coinvolto nella vita del paese e al futuro dello Stato offre i suoi piccoli contributi, spesso e volentieri crudeli iniziative contro arabi (i nemici), comunisti (i traditori) e contro i suoi figli che non vogliono in nessun modo seguire le sue direttive. Un padre padrone ebreo in cui risuona assordante la sofferenza che nasce dall'impossibilità di capire l'altro, di abbandonare il rancore, di concepire l'amore per il prossimo. -
Guerra santa, guerra e pace dal Vicino Oriente antico alle tradizioni ebraica, cristiana e islamica. Atti del Convegno (Ravenna e Bertinoro, 11-13 maggio 2004)
Il volume presenta gli atti del convegno internazionale sul tema ""Guerra santa, guerra e pace dal Vicino Oriente antico alle tradizioni ebraica, cristiana e islamica"""", tenutosi a Ravenna e Bertinoro nei giorni 11-13 maggio 2004. Il tema è certamente di grande attualità, ma si è voluto evitare esplicitamente ogni approccio diverso da quello di una rigorosa indagine scientifica sulle fonti per interrogare che cosa esse ci dicono sul concetto di """"guerra santa"""" o """"giusta"""" e su quello di """"pace"""", partendo dalle radici antiche della civiltà occidentale che affondano nelle culture del Vicino Oriente antico, per giungere, attraverso la mediazione iranica, alle tre grandi tradizioni ebraica, cristiana e islamica."" -
Una tromba nello uadi
Haifa, 1982. Sul tetto Alex suona la tromba e affida al mare la sua nostalgia. Sotto, Huda ascolta quella melodia straniera e abbandona alla musica il suo corpo dolente. Mary, la sorella bella e trasgressiva, nasconde un segreto scandaloso per la gente del quartiere arabo. Nonno Elias sorride con i suoi occhi verdi mentre fuma il narghilè sull'ottomana. La mamma siede in cucina con Jamilla, la vecchia vicina golosa di caffè, nei cui occhi è riflessa la storia del suo popolo. In un paese minato dalle divisioni e dalla guerra, si fa strada una storia d'amore toccante e poetica tra una giovane donna araba e un ebreo immigrato dalla Russia. -
Giovanni-Ovadiah da Oppido, proselito, viaggiatore e musicista dell'età normanna. Atti del convegno internazionale (Oppido Lucano, 2004). Ediz. italiana e inglese
Fu Leo Levi a restituire a Oppido Lucano negli anni Sessanta del Novecento Giovanni-Ovadiah, il quale in quella città era nato novecento anni prima (intorno al 1070 e.v.), e di là, a quel tempo roccaforte normanna, egli era partito verso l'Oriente.. Alla storia del Levi, racconto della vita e delle avventure di un viaggiatore nelle terre del vicino Oriente (Aleppo, Bagdad, Damasco, Tiro, Fustat...), autore di una cronaca-autobiografia e di fogli contenenti i più antichi testi liturgici ebraici con notazione musicale neumatica, credette Benedetto De Rosa, allora Sindaco di Oppido, e ciò portò al Convegno di Studi Antiche Civiltà Lucane, tenutosi nel 1970 proprio a Oppido. -
Il colore madreperla. Un romanzo per ragazzi e per quasi tutti gli adulti
Scritto quando l'autrice era poco più che adolescente, il libro ha la freschezza e la spontaneità proprie dell'età giovanile, accompagnate tuttavia da una mano già sicura nel tratteggiare le situazioni e nel delineare i personaggi. Il successo riscosso in pari misura presso i ragazzi e gli adulti si spiega anche con il fatto che il romanzo presenta due chiavi di lettura: è il ritratto, vivace e psicologicamente convincente, di un microcosmo scolastico, ma è anche il paradigma della cupa realtà che stava imponendosi nella Germania nazista. Accattivante per la vivacità delle situazioni e dei dialoghi e per la caratterizzazione dei personaggi, al lettore di oggi offre numerosi spunti di riflessione. -
Gli ebrei del Finale nel Cinquecento e nel Seicento
Maria Pia Balboni, nata a Finale Emilia nel 1938, è una studiosa di storia locale, in particolare di quella riguardante la piccola comunità ebraica che ha soggiornato nella sua città. ""Con il resoconto della sua esplorazione degli archivi degli Stati Estensi, alla ricerca di tutte le notizie che consentissero di costruire un quadro il più possibile completo della vita degli Ebrei del Finale nel Cinquecento e nel Seicento, Maria Pia Balboni fa compiere al lettore un balzo indietro nel tempo di alcuni secoli..."""" (dalla prefazione di Arrigo Levi)."" -
La parlata degli ebrei di Venezia e le parlate giudeo-italiane
Il volume offre una vasta introduzione storico-critica, alcune centinaia di voci della parlata giudeoveneziana, il confronto con le testimonianze di altre parlate dei ghetti italiani. Il corredo di ampie informazioni etnologiche e liturgiche mira a fornire una profonda conoscenza dello spirito del hasèr lagunare, il più antico ghetto d'Italia. -
Tagebuch. Il diario del ritorno dal lager
Nell'autunno del 1944 Liana Millu fu trasportata da Birkenau al campo di concentramento di Malchow nel Meclemburgo. Liberata nel maggio del 1945, trovò, in un fattoria abbandonata, un Tagebuch (diario) e una matita. Con quest'ultima riempì, giorno dopo giorno, tutte le 112 facciate che aveva a disposizione. Lo fece in un arco di tempo che va da maggio al 1° settembre del 1945, data nella quale varcò il confine italiano. La Millu era familiare con lo scrivere: prima delle leggi razziali aveva collaborato con alcuni giornali. Le pagine del diario, stese innanzitutto per se stessa al fine di recuperare la propria dignità umana, manifestano qualità di scrittura non comuni nell'osservazione dei propri stati d'animo, nelle descrizioni dei compagni, nei mirabili ritratti di due soldati tedeschi dopo la sconfitta, nel balenare dei ricordi del Lager, nei progetti per i racconti che confluiranno nelle opere successive. Per volontà dell'autrice il diario poteva essere letto e pubblicato solo dopo la sua morte. -
Esercizi di lingua. Tre racconti: Ediz. italiana e ebraica
Il libro (che costituisce la prima prova dell'autore nel campo della narrativa) contiene tre brevi racconti che sono in qualche modo frutto delle riflessioni originate dalla permanenza in varie riprese e dal lavoro in Palestina e in Israele nel quadro di accordi di collaborazione interuniversitaria negli anni del processo di Oslo. La traduzione in ebraico è dell'autore (sia pure corposamente assistito da una persona competente: Alon Dunitza). -
Storia del pensiero ebraico nell'età antica
Nel libro viene esposto a grandi linee il pensiero di Israele così come è venuto manifestandosi ed esprimendosi in un arco di tempo che va dal periodo biblico al IX secolo. Un pensiero, mai esclusivamente teoretico, che, partendo dall'idea monoteistica e attraverso l'esperienza della profezia, conosce momenti di contatto con realtà culturali esterne che, anziché snaturarlo, lo arricchiscono di spunti e contenuti senza mutarne l'originalità e l'identità di fondo. Vengono analizzati ed esposti, in sequenza cronologica, i contenuti del pensiero biblico, ellenistico, apocalittico, talmudico, mistico in un arco temporale di oltre duemila anni. -
Il sangue del cielo
"Quelli che potremmo definire i topoi della letteratura della Shoà e che oggi sono diventati topoi letterari tout court erano all'epoca in divenire. Nel romanzo di Rawicz li ritroviamo tutti; non enunciati programmaticamente, né descritti, ma trasposti, per così dire, """"in atto"""", in atto letterario [...] Non ci sono accuse, non ci sono rivolte, se non quella potente e sotterranea contro l'Essere; non ci sono due campi a disputarsi il primato del bene e del male e non c'è neppure relativismo. C'è uno sguardo svelto e poetico che abbraccia tutto in una volta sola e una voce potente in cui derisione, disprezzo, pietà, disincanto e lirismo, mistica e rozzezza si adattano, più che alle situazioni descritte, agli stati d'animo evocati."""" (Guia Risari)" -
Voci di muto amore
La signora Moskovitch e Paula la smemorata, il pittore Dagan e Fichman il pazzo sono alcuni tra i protagonisti di questo romanzo, tutti anziani ospiti di una casa di cura nei pressi di Tel Aviv. Qui, tra i corridoi e le camere, si rispecchiano con grande potenza i disagi e le paure di persone vecchie e malate, abbandonate alla propria solitudine, alla mercé di qualunque sfruttatore, costrette a una nervosa attesa dell'ultima chiamata. Il tempo è dilatato in uno spazio infinito di ricordi e di rimorsi, rapporti umani segnati dalla condizione insostenibile di non essere più indipendenti, i desideri personali relegati a particolari insignificanti, ultimi simbolici resti di vite ormai spese. -
Sinaitica. Ebrei e gentili tra teologia e storia
La portata teologica del Sinai costituisce la trama delle pagine di questo libro. Se, per l'autore, il Sinai si erge al centro della sua visione teologica, è perché la sua voce oggi ancora si può udire nella testimonianza di Israele. La centralità del Sinai altro non è, allora, che la centralità di Israele; un Israele vivo, da ascoltare prima ancora che da interpretare. È infatti l'ascolto d'Israele la condizione prima per poter eventualmente accedere a quella conversazione comune che ha origine al Sinai. Sono questi temi sui quali l'autore, che non per caso vive a Gerusalemme, riflette da anni. -
La canzone dimenticata. Racconti yiddish
I racconti di Burg parlano dell'amore per la vita e della memoria degli Ebrei dell'Europa orientale, del mondo sommerso dello ""shtetl"""" e dell'ebraismo dell'Est ai tempi dei grandi totalitarismi. L'autore descrive piccole storie di """"kleine mentshele"""", piccoli uomini sommersi dalle bufere storicopolitiche che hanno cancellato il paesaggio umano dell'Ostjudentum, l'ebraismo orientale. Burg dipinge le esistenze di uomini e donne coraggiosi che hanno vissuto storie d'amore ed epoche di violenza che riaffiorano nei racconti dei loro magici incontri sulle strade della storia del XX secolo."" -
Zakhor. Rivista di storia degli ebrei d'Italia (2006). Vol. 9: Ebrei in Italia: arti e mestieri.
Il nono numero di ""Zakhor"""" è un percorso tra le attività degli ebrei in Italia dal Medioevo all'Ottocento, tra interdizione e necessità di adattamento sociale ed economico alle realtà locali, tra le limitazioni imposte già prima dei ghetti, fino all'espressione di professioni nel contesto ebraico italiano in epoca di emancipazione. Il volume contiene saggi di: A. Toaff, G. Todeschini, A. Esposito, A. Spagnoletto, R. Scuro, L. Funaro, S. Di Nepi, G. Rigano."" -
Nietzsche e Sion. Motivi nietzschiani nella cultura ebraica di fine Ottocento
Il libro è un viaggio nell'Europa ebraica di fine Ottocento in compagnia del grande distruttore di tutti gli idoli e del teorico dell'oltre-uomo. Golomb testimonia la profondità intellettuale del dialogo che alcune figure ebraiche di rilievo poi approdate al sionismo instaurarono con Nietzsche. Alla ricerca della propria autenticità e privi di una propria identità, uomini come Herzl, Nordau, Buber e Berdichevski si immersero nell'abisso nietzschiano. Cosa vi trovarono e come vi riemersero lo racconta Golomb in questo libro sulle origini del progetto sionista.