Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9321-9340 di 10000 Articoli:
-
Gli ultimi guelfi. Linguaggi e identità politiche in Italia nella seconda metà del Quattrocento
Chi erano i guelfi nel Quattrocento? Questo libro esplora reti, linguaggi e identità di parte in Italia nei decenni tra medioevo ed età moderna. Quattro contesti geografici e politici - Milano, Firenze, Genova, L'Aquila - e quattro momenti di crisi, diversi ma tra loro collegati, nei quali si muovono uomini (e qualche donna) abituati alla politica, che scrivono lettere intense e incalzanti come gli avvenimenti di cui sono protagonisti. Le loro storie illuminano le ragioni e le passioni del ""prendere partito"""" e invitano a riflettere sul peso e il ruolo di ideologie e interessi nel motivare l'azione. Questo libro offre una nuova interpretazione della faziosità apparentemente irriducibile della società medievale, esplorando i rapporti tra autonomia politica e conflitto di parte e ragionando sull'esistenza di uno spazio politico """"italiano"""" nell'era dell'ascesa degli stati regionali. Un libro di storia che si legge come un romanzo."" -
«Melior ut est florenus». Note di storia monetaria veneziana
Percorso invero intricato e tortuoso quello della storia monetaria veneziana, seguendo il quale è molto facile perdersi, soprattutto se non ci si libera per tempo delle moderne convinzioni intorno al denaro e a tutto ciò che questo sta a significare in termini di emissione, circolazione, potere d'acquisto, spendibilità, inflazione, deflazione, corso forzoso. Percorso millenario tale da sovrapporsi perfettamente, salvo trascurabili scostamenti, alla vicenda statuale, anch'essa millenaria, di quella che a suo tempo era stata la regina dell'Adriatico e del Mediterraneo orientale, riproposto in chiave istituzionale piuttosto che numismatica in senso stretto. In estrema sintesi, monete e istituzioni: fattori esclusivi di quel binomio pressoché inscindibile che è stato, alla resa dei conti, la ragione prima della grandezza di Venezia. -
Una gentildonna irrequieta. Giulia Gonzaga fra reti familiari e relazioni eterodosse
La biografia di Giulia Gonzaga, protagonista di un delicato passaggio della storia politica, culturale e religiosa del Cinquecento italiano, permette di cogliere con vivezza un'epoca ed i suoi drammatici snodi. Discepola prediletta di Juan de Valdés e al centro del gruppo degli spirituali valdesiani, amica fedelissima di Pietro Carnesecchi (che, condannato per eresia, salirà al patibolo), Giulia Gonzaga fu donna profondamente legata al suo ceto, al suo potente casato e alle strategie familiari e politiche. Il libro racconta come il mutare degli equilibri politici in Italia, all'inizio del dominio spagnolo, si intrecciò con il dissenso religioso e con lo sforzo di imprimere un diverso corso alla Chiesa di Roma. Racconta anche le relazioni, le amicizie, le solidarietà di un'aristocrazia soprattutto femminile, che tentò di giocare un ruolo nell'aspro conflitto apertosi nella società italiana, durante il dilagare della Riforma in Europa, intorno al problema dell'ortodossia e dell'eterodossia. -
G. F. Händel. Aufbruch nach Italien-In viaggio verso l'Italia
Oggetto dei saggi qui presentati sono le esperienze del giovane Händel in ambito culturale italiano, con particolare riferimento al territorio veneziano, oggetto finora di scarse ricerche. I contributi sono tratti dal convegno internazionale ""Georg Friedrich Händel. Aufbruch nach Italien. In viaggio verso l'Italia"""", tenutosi nel 2009 presso il Centro Tedesco di Studi Veneziani, in occasione del 250° anniversario della morte di Händel."" -
Graffiti templari. Scritture e simboli medievali in una tomba etrusca di Tarquinia
Questo libro non ha tesi da dimostrare, ma testimonianze storiche inedite da presentare. Si tratta di graffiti, una fonte assai poco frequentata dagli specialisti del medioevo, ma che, in virtù della sua immediatezza, se esaminata con la necessaria prudenza, può aprire inaspettati squarci sulla vita di uomini e società del passato. Nel caso in esame i graffiti, testi ed elementi figurativi, furono realizzati sulle pareti dipinte di una tomba etrusca di Tarquinia entro il primo trentennio del Duecento; i testi, quasi tutti in volgare, riferiscono che un gruppo di individui, alcuni dei quali qualificati come appartenenti all'Ordine del Tempio, utilizzarono l'ipogeo, sacralizzandolo, per compiervi atti sessuali e pronunciarvi un giuramento. Il compito che specialisti di diversa estrazione si sono dati, in un lavoro autenticamente interdisciplinare, è stato quello di far parlare le testimonianze, attraverso la meticolosa decifrazione dei segni alfabetici e figurativi e un'attenta contestualizzazione archeologica, storica, linguistica, paleografica e storico-artistica. -
Il ghetto di Roma nel Cinquecento. Storia di un'acculturazione
Nel luglio 1555, con la bolla ""Cum nimis absurdum"""" papa Paolo IV limitò i diritti della comunità ebraica dello Stato della Chiesa e impose l'istituzione del ghetto. Da quel momento in poi, gli ebrei a Roma avrebbero dovuto vivere in una o più strade contigue, separate dalle abitazioni dei cristiani. Questa imposizione fu accompagnata da varie clausole, quali il divieto di avere servitù cristiana, la possibilità di commercio solo di stracci e vestiti usati e l'obbligo di portare il cappello o il fazzoletto giallo per uomini e donne. Lo scopo primario del ghetto doveva essere quello di accelerare la conversione degli ebrei e la dissoluzione della loro cultura, ma - come qui mostra Kenneth Stow, uno dei massimi esperti di storia degli ebrei italiani - già prima del 1555 gli ebrei romani avevano sviluppato modelli di comportamento individuali e comunitari in grado di poterli sostenere anche nei periodi più duri. Dopo la creazione del ghetto riuscirono a rafforzare ulteriormente le proprie strategie di acculturazione e a sviluppare quindi una microcultura che ne salvaguardò l'identità attraverso i secoli. Grazie ad un sapiente gioco delle parti, gli ebrei romani misero in scena un """"teatro sociale"""" in grado di farli sopravvivere, restando ebrei e romani, all'interno di un ambiente cristiano che le gerarchie ecclesiastiche avrebbero voluto dominante e oppressivo."" -
La corte estense nel primo Seicento. Diplomazia e mecenatismo artistico
Dalla perdita di Ferrara (1598) alla pace dei Pirenei (1659), la dinastia estense vive una fase particolarmente significativa e tumultuosa della sua storia, che culmina nelle imprese militari di Francesco I. Sono i decenni segnati dalla necessità di dare a Modena la veste di capitale e di stabilire un saldo controllo sul territorio, dalla volontà di affermare l'antica grandezza e rivendicare i propri interessi presso le corti italiane ed europee. La trama dei rapporti politici e culturali passa in primo luogo attraverso la diplomazia, e implica relazioni di uomini, circolazione di esperienze, scambi di opere d'arte e oggetti preziosi. Un gruppo di studiosi di diversa provenienza, storici e storici dell'arte, ha approfondito le vicende del primo Seicento facendo luce su questa trama complessa attraverso una ricerca intensiva su una fonte di inesauribile ricchezza quale la corrispondenza diplomatica. -
L' uomo dei tre mondi. Storia di Samuel Pallache, ebreo marocchino nell'Europa del Seicento
Tre fedi, due continenti, cinque paesi. Ebreo di origini spagnole nato a Fez, Samuel Pallache fu ambasciatore del re del Marocco, poi spia e agente segreto a servizio degli spagnoli, mercante e agente doppio ad Amsterdam e infine prigioniero a Londra, accusato di pirateria. Ebreo ma anche ""barbaro"""" e africano e cattolico in Spagna, Samuel seguì le strade della diaspora sefardita senza mai integrarsi davvero nella comunità ebraica olandese, e attraversò più volte i confini di un'Europa in guerra, divisa tra cattolici e protestanti, cambiando fede lingua e identità con la stessa facilità con cui cambiò abiti e protettori. Acclamato dal pubblico e dalla critica spagnola e americana, """"L'uomo dei tre mondi"""" è un riuscito esperimento di """"microstoria globale"""", un'appassionante biografia individuale che si apre ai grandi temi della """"global"""" e """"connected history"""", restituendoci un'immagine vivace e sorprendentemente cosmopolita dell'Europa del Seicento, dei suoi scontri di potere e delle sue alleanze. Sullo sfondo il Marocco dei sultanati, nel punto più alto della sua ricchezza e influenza in Europa, la Spagna di Filippo III, le comunità ebraiche di Fez e di Amsterdam, l'Inghilterra che si scopre potenza mercantile e tutto un mondo di mercanti, spie, contrabbandieri che si muove lungo l'asse atlantico dall'Africa all'Europa."" -
Civiltà della crisi. Cultura e politica in Italia tra Otto e Novecento
Una delle maggiori studiose della storia italiana contemporanea mette a fuoco momenti salienti della cultura del nostro Paese per cogliere legami e connessioni, continuità e rotture, e infine la perdurante memoria di un passato con cui, al di là delle intenzioni, non si erano fatti completamente i conti. Alcune figure ne sono testimoni esemplari: Delio Cantimori e la sua inquieta e tormentata esperienza degli anni Trenta; Leone Ginzburg con il suo intransigente antifascismo che non gli impediva tuttavia di capire anche se non giustificare; Carlo Levi nel suo passare tra due tempi con apparente distacco e sguardo acuto; Emilio Sereni che del suo significativo percorso porta intero il carico di contraddittorie e irrisolte esperienze. -
Venezia e i turchi
La storiografia veneziana dell'età moderna e poi quella europea dell'Ottocento e Novecento hanno rappresentato per lo più il rapporto secolare tra Venezia e i turchi nel segno del conflitto di ""civiltà"""" e di """"fede"""", oltreché di interessi economico-politico-territoriali. La realtà storica, quale risulta da innumerevoli fonti archivistiche, cronachistiche, letterarie è altra, più articolata, complessa, per lo meno contraddittoria. Guerre ricorrenti, certo, anche dure e traumatiche, ma anche alleanze più o meno, lunghi periodi di proficue relazioni commerciali e un interscambio culturale che solo il velo della dichiarata, perenne inconciliabilità tra cristianesimo e islam ha negato o minimizzato. La riedizione di """"Venezia e i turchi"""" è dettata da una semplice considerazione: si tratta di un'opera fondamentale, da molto tempo esaurita, e che tuttavia appare ancora oggi di grande interesse, per nulla superata. Riproporla oggi in veste semplicemente emendata e corretta costituisce un'opportunità di poter nuovamente disporre di un classico della storiografia di argomento veneziano e dunque riguardante l'Italia moderna."" -
Acque e territorio nel Veneto medievale
Tra Padova, Verona, Vicenza e Treviso si distende oggi una grande pianura segnata da un reticolo fittissimo di insediamenti. Nel Medioevo, però, accanto alle città e a molti nascenti villaggi, grandi spazi erano occupati da paludi, boschi, fiumi e fossi. Gli uomini dell'epoca intervennero vigorosamente in quell'ambiente, nel tentativo non solo di guadagnare spazio alle colture, ma anche di ordinare il territorio per agevolare le comunicazioni e gli scambi, difendersi dagli eventi catastrofici, sfruttare meglio le risorse che l'incolto forniva in abbondanza, rimarcare i caratteri di un dominio politico. Non sempre ci riuscirono, e qualche volta i rimedi furono peggiori dei mali. Le trasformazioni del paesaggio, poi, non furono irreversibili e talvolta l'acqua e i boschi ripresero le terre faticosamente conquistate. Ma le tracce di quell'azione restano in parte riconoscibili anche ai giorni nostri, per quanto cancellate dagli stravolgimenti urbanistici degli ultimi decenni. I saggi qui raccolti ricostruiscono a campione quella vicenda, che è parte di un fenomeno che riguarda tutta l'Europa, e che si presta ad essere studiato pure sotto il profilo della storia culturale, dell'antropologia, delle scienze. Per questo si troveranno qui anche contributi che esulano dai confini della storia medievale veneta, per fornire di questo tema complesso una visione più sfaccettata. -
Il mestiere di storico (2012). Vol. 2
In questo numero della rivista della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea articoli di: Giuliano Amato, Maddalena Carli, Michele Alacevich, Marc Frey, Sara Lorenzini, Brad Simpson e Nick Cullather, Massimo Baioni, Pier Angelo Toninelli, Piero Craveri, Francesca Sofia, Germano Maifreda, Paolo Borruso, Leopoldo Nuti, Giacomo Parrinello, Asher Salah. -
Il vodu in Africa. Metamorfosi di un culto
Il vodu è un culto religioso praticato da secoli in Africa occidentale e giunto nelle Americhe con gli schiavi (dove ha assunto caratteristiche proprie e il nome di voodoo). In questo volume, frutto di una ricerca sul campo durata diversi anni, si analizzano le forme di vodu ancora esistenti nella regione costiera di Togo e Bénin, sia nelle aree rurali che nelle principali città, dove i culti vodu rivestono un ruolo molto importante nella vita religiosa locale. Si tratta di un complesso sistema di credenze che si fonda su un'intensa pratica rituale: le danze, i movimenti e le decorazioni del corpo, i fenomeni di possessione, i colori, i suoni, gli odori, gli animali sacrificati e gli oggetti dei santuari sono gli attori essenziali delle cerimonie rituali, attraverso le quali gli adepti costruiscono un senso di appartenenza sociale e tracciano un dialogo con il mondo del non visibile. I vodu sono entità che incarnano al contempo il bene e il male, la speranza di prosperità e di successo e una costante minaccia di morte, sovente espressa attraverso il linguaggio della stregoneria. Gli interlocutori e protagonisti del libro sono i praticanti, i sacerdoti e le sacerdotesse vodu, ma anche l'insieme della cultura materiale che per la sua intensa capacità espressiva ha da sempre attratto e respinto i viaggiatori, i missionari, i mercanti e gli studiosi. -
I monasteri femminili a Roma tra XVI e XVII secolo
Tra il Cinquecento e il Seicento la città di Roma fu teatro di una notevole espansione numerica delle istituzioni monastiche femminili, che si concretizzò sia nella rifondazione di antichi chiostri sia nella fondazione di insediamenti completamente nuovi. A ciò si accompagnarono gli effetti della riforma della vita regolare decretata dal Concilio di Trento, che ribadì per le monache l'obbligo della stretta clausura, estendendola anche alle comunità religiose che non l'avevano mai prevista. Questo libro non intende però ricostruire la storia dei singoli chiostri presenti sul territorio romano quanto piuttosto la loro realtà complessiva, concentrandosi soprattutto sul ruolo che essi svolsero all'interno del tessuto sociale, politico, religioso e urbanistico della città. Sono evidenziati l'influenza della clausura sulla vita religiosa, la provenienza sociale e il numero delle donne che vestirono l'abito monastico, i riti e le pratiche che scandirono la loro quotidianità, e gli eventi soprannaturali o i disordini che la turbarono. Emerge come la vita monastica venisse influenzata non solo dalle decisioni delle gerarchie ecclesiastiche ma anche dalle relazioni di patronage e matronage, intessute dall'aristocrazia dentro e fuori i chiostri. In questo quadro complesso e articolato, le monache dimostrarono intraprendenza e consapevolezza, non esitando a far sentire la propria voce nelle questioni che le riguardavano. -
Dal cantiere dei SS. quattro coronati a Roma. Note di storia e restauro per Giovanni Carbonara
Il volume raccoglie alcuni saggi nati nell'ambito del Programma di restauro del chiostro del complesso monumentale dei Ss. Quattro Coronati a Roma, portato avanti dal 1999 con la supervisione scientifica di Giovanni Carbonara e la direzione scientifica di Lia Barelli. L'occasione della pubblicazione è il settantesimo compleanno di Giovanni Carbonara, per tutti gli autori guida insostituibile e sprone all'attività di ricerca. L'aspetto interdisciplinare del Programma e la natura stessa del monumento, che raccoglie in sé testimonianze dall'antichità romana ai giorni nostri, spiegano la differente e specialistica natura dei saggi che spaziano dalla storia dell'architettura e dell'arte al restauro, dall'archeologia alla paleobotanica, all'archeozoologia e alla ceramologia. Obiettivo comune è, però, una ricostruzione della storia complessiva e complessa che il monumento sia documenta in sé sia sottende attraverso le fonti materiali in esso sedimentate. E questo non solo per una acquisizione di conoscenza da parte della coscienza collettiva, che impone dunque la conservazione, ma anche come imprescindibile base per un'azione corretta di restauro. -
L' inventario delle carte di Nicolò Licata. Etica e politica di un consigliere comunale (1915-1983)
Nicolò Licata (1901-1983), dopo aver partecipato attivamente alla lotta partigiana a Roma nelle formazioni del Partito d'Azione, aderì nel 1944 al Partito Socialista Italiano di cui fu esponente della corrente di sinistra. Venne eletto per la prima volta consigliere comunale nelle elezioni amministrative del 1947 a Roma nella lista del Blocco del Popolo, nel collegio elettorale di Torpignattara nel quale esercitava la professione di medico ginecologo. Riconfermato nelle amministrative del 1952 nella lista Cittadina e in quella del P.S.I nel 1956 e 1962, si adoperò soprattutto per la tutela delle categorie sociali più deboli: lavoratori, malati, donne, bambini, abitanti delle borgate. Tale impegno politico e sociale trova ampia testimonianza nelle carte del suo archivio, qui presentato diviso in quattro sezioni: Documenti personali, Attività politica, Attività istituzionale e Allegati. -
La storia della storia patria. Società, deputazioni e istituti storici nazionali nella costruzione dell'Italia
Dalla Deputazione di storia patria, voluta da Carlo Alberto nel 1833, alla Giunta centrale per gli studi storici del 1934, passando per l’Istituto storico italiano creato nel 1883, diverse istituzioni storiche sia locali sia nazionali sono state preposte dallo Stato alla raccolta, interpretazione e tutela delle fonti storiche, finendo per svolgere un ruolo centrale nel processo di unificazione della Penisola. Questi istituti hanno infatti costituito un momento fondamentale nella cultura del nostro Paese, costantemente animati dalla tensione fra libertà della ricerca e uso politico della storia. I contributi qui presentati illustrano e riflettono su tale vicenda, tanto più interessante in un momento come l’attuale, in cui il rapporto fra storia e politica sembra aver perso gran parte dell’importanza sinora rivestita, ma dove, in realtà, la messa in discussione della storia patria così come di quella nazionale va letta come parte della più ampia revoca in dubbio del processo unitario. -
Ebrei, minoranze e Risorgimento. Storia, cultura e letteratura
Il Risorgimento si apre nel 1848 con l'emancipazione delle due minoranze, quella ebraica e quella valdese, da parte del Regno di Sardegna. Il nuovo Stato italiano nasce come uno Stato liberale, fondato sulla libertà religiosa e la pluralità dei culti. I saggi qui raccolti analizzano molti aspetti, alcuni ancora inesplorati, di questo processo: dalla vivace partecipazione degli ebrei e delle minoranze al processo risorgimentale al ricco apporto di studiosi ebrei e protestanti alla costruzione della cultura della nuova Italia, alla netta opposizione all'emancipazione degli ebrei e degli altri culti da parte della Chiesa, schierata in un'ostilità senza aperture ai principi liberali fondanti del nuovo Stato italiano. Emergono così, da una parte, gli aspetti del pensiero cattolico antigiudaico e i suoi rapporti con l'antisemitismo moderno, dall'altra, i rapporti intensi tra il pensiero mazziniano e in genere quello risorgimentale e l'ebraismo, la costruzione di una storia letteraria italiana ad opera di studiosi ebrei come D'Ancona e Ascoli, le letture riformate di Dante e la ricezione di Heine nell'Italia del Risorgimento, l'influsso del modello risorgimentale sul progetto nazionale sionista. Completano il quadro alcuni saggi che analizzano i percorsi interni del mondo ebraico, dalle trasformazioni della ""religione degli ebrei"""" al conflitto gravido di conseguenze tra assimilazione e separazione."" -
Psicologia della personalità. Un approccio centrato sullo studente
Dalla penna di un docente anglosassone, tutto ciò che c'è da sapere su questa disciplina, per tutti coloro che ne vogliono sapere di più. -
La mente inventata. Le basi biologiche dell'identità e della coscienza
L'""io"""" è un'invenzione. La coscienza, uno straordinario artificio architettato dalle nostre cellule grigie. Questa è la provocatoria tesi del neurobiologo autore del libro, che vuole dimostrare come la maggioranza del lavoro del cervello si svolga mentre noi non ce ne accorgiamo; e come i meccanismi innati, selezionati tramite l'evoluzione, siano i veri responsabili delle nostre azioni.""