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Comprendere le monarchie iberiche. Risorse materiali e rappresentazioni del potere
I saggi raccolti in questo volume si propongono di avviare una rilettura della parabola delle monarchie portoghese e spagnola nella prima età moderna, partendo dal profondo rinnovamento che ha consentito di superare la prospettiva tradizionale delle storiografie nazionali e insistendo sulla missione universalistica delle corone iberiche e sul carattere ultramarino dei loro imperi. -
Otto marzo. La giornata internazionale delle donne in Italia
L'otto marzo, Giornata internazionale delle donne e data simbolo delle lotte femminili, ha ormai un secolo di storia alle spalle e, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra, è divenuto un appuntamento fisso per migliaia di italiane. Attraverso i rituali e le forme espressive e creative che ne hanno accompagnato le celebrazioni nel corso del tempo è possibile richiamare temi e parole d'ordine, cogliere il loro diversificarsi negli anni, nei luoghi, nelle generazioni e descrivere il mutamento di priorità e rilevanza che ha interessato contenuti, discorsi e rivendicazioni. Al di là della vaghezza che ancora avvolge la storia delle sue origini - e che si cerca qui di chiarire e interpretare - scopriamo così che la forma di ritualità pubblica che ha fortemente contribuito a strutturare i caratteri profondi della cultura nazionale e, al suo interno, a segnare le linee normative dei rapporti tra i generi. -
Genesis. Rivista della Società italiana delle storiche (2009). Vol. 1: Il mestiere di storica.
La sezione monografica di questo numero della rivista della Società Italiana delle Storiche è dedicato al tema ""Il mestiere di storica"""", con saggi di Pilar Pérez Cantó, Carmen de la Guardia Herrero, Pilar Toboso Sánchez, Renata Ago, Andreina De Clementi, Anna Bellavitis, Nicole Edelman, Margareth Lanzinger."" -
Nino Visconti di Gallura. Il dantesco «Giudice nin gentil» tra Pisa e Sardegna, guelfi e ghibellini, faide cittadine e lotte isolane
Amico di Dante, che ne rievoca gli affetti familiari nel canto VIII del Purgatorio, nipote del conte Ugolino della Gherardesca, esponente di punta della schiatta pisana dei Visconti che dagli albori del XIII secolo esercitò poteri sovrani su parte della Sardegna, Nino ""giudice"""" di Gallura si colloca nel mezzo di molte delle crude vicende e delle sanguinose tensioni che animarono la seconda metà di quel secolo. Testimone ancora bambino dell'ostilità verso Carlo I d'Angiò; provato, poco più che ragazzo, dall'infausta disfatta della Meloria, causa prima della decadenza pisana; incautamente prestatosi ad affiancare suo nonno nel governo della città, e travolto dalla congiura culminata nella tragedia della Muda; costretto all'esilio e a guerreggiare contro la madrepatria, fino a rivestire il ruolo di capitano della taglia guelfa di Toscana; spirato in terra sarda nella disperata difesa del Regnum Gallurie. Il libro ne ricostruisce la breve vita tumultuosa ed estende l'indagine alla toccante umana ventura dell'unica figlia Giovanna, vedova a vent'anni del trevigiano Rizzardo da Camino e vittima incolpevole dei non sopiti rancori ghibellini contro l'ormai decaduta casata, ed alla più fortunata sorte di Beatrice d'Este sua sposa, rimaritata al milanese Galeazzo Visconti figlio di Matteo Magno."" -
Stringere la pace. Teorie e pratiche della conciliazione nell'Europa moderna (secoli XV-XVIII)
La storia sociale e politica dell'Europa del tardo medioevo e della prima età moderna fu caratterizzata da dinamiche conflittuali, cui le comunità erano spesso in grado di porre rimedio senza l'intervento dei poteri giudiziari, attraverso strategie di tipo mediatorio e informale. Nell'ambito di questa ""giustizia negoziata"""" un ruolo a sé fu svolto dal ceto nobiliare il quale difendeva la propria prerogativa di farsi giustizia attraverso la vendetta e il duello. Obiettivo del volume è di analizzare la complessità di tali fenomeni, sia attraverso la comparazione tra distinti contesti europei sia cercando di cogliere i diversi ambiti in cui il concetto di """"pace"""" si è inserito e ha prodotto i suoi effetti: le pratiche di giustizia nelle loro interazioni con le negoziazioni informali; l'idea di nobiltà e la sua armonizzazione con le esigenze del nascente assolutismo e dei processi di confessionalizzazione; l'evoluzione del concetto di uso delle armi in relazione all'idea di onore; il contributo dottrinale, nei suoi diversi campi, alla definizione della pace e all'opera di progressiva delimitazione del ricorso alla vendetta privata."" -
Immigrazione e cittadinanza nella Venezia medievale
Immigrazione e cittadinanza nella Venezia medievale esamina come un immigrato poteva per naturalizzarsi veneziano nel tardo Medioevo. Il saggio introduttivo cita esempi, tratti da corrispondenze e dalla letteratura, di personaggi che aspiravano allo status di civis venetus. Si trattava di uno status sociale ambìto per i privilegi concreti e per le esenzioni fiscali che comportava, dapprima per persone dedite ad attività locali, poi per coloro che producevano beni destinati all’esportazione. Nella parte documentaria si riportano le edizioni critiche di tutta la normativa - tratta dalle delibere del Maggior consiglio e del Senato della Repubblica veneta - riguardante sia Venezia sia i domini da Terra e da Mar. Nei commenti che accompagnano le edizioni si mette in luce come ciascuna legge rifletta situazioni che cambiavano a seconda delle pressioni demografiche e degli umori politici di accoglienza e di rifiuto dell’altro, anche se questo “altro” apparteneva, per lo più, al ceto medio alto. -
Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno
Nell'interpretazione di Gennaro Sasso, Ulisse è, in Dante, l'eroe e insieme la vittima della necessità che, per il tramite del desiderio intrinseco all'uomo, lo spinge ad andare oltre, senza che questo possa mai essere adeguato e un altro ""oltre"""" non si profili come una mèta da raggiungere. Ulisse è, infatti, il grande personaggio che racconta la storia della sua corsa verso la morte. Ma, nell'esserlo, è anche il luogo ideale in cui, attraverso il racconto della sua avventura, Dante prese contatto con quel che aveva pensato in una stagione determinata della sua vita, con quel che di quelle esperienze ancora condivideva e con quel che, seguitando a sentirne il fascino, non poteva tuttavia condividere più."" -
Chelidonia. Storia di un'eremita medievale
Alla fine del secolo XI una donna scelse di vivere una vita di solitudine, penitenza, preghiera, in una grotta sui monti sopra Subiaco, in una località chiamata Morra Feronia, ove rimase per 59 anni. Venerata dalle popolazioni locali, alla sua morte lo splendore sprigionatosi dalla grotta ne rese manifesta la santità al pontefice e alla sua corte residenti a Segni. La figura apparentemente evanescente di Chelidonia divenne così protagonista di una lunga storia fatta di rapporti con la natura: il monte, la roccia, la pioggia, il vento, gli animali selvatici; con gli uomini: i pastori, i contadini, gli abitanti di Subiaco; con le istituzioni: i monasteri di Santa Scolastica e del Sacro Speco, gli abati, i vescovi, i cardinali, i pontefici. Sofia Boesch Gajano affronta i problemi dell’identità biografica dell’eremita e ricostruisce il suo culto dalla morte al secolo XVI, cioè fino alla traslazione definitiva delle reliquie dalla montagna all’interno della chiesa di Santa Scolastica, dove tuttora sono conservate. La vicenda di Chelidonia così ripercorsa assume un valore esemplare per la storia della vita religiosa, sociale e istituzionale del medioevo e non solo. -
Cesare Baronio tra santità e scrittura storica
I saggi riuniti in questo volume indagano il rapporto tra santità e scrittura storica nella produzione di Cesare Baronio (1538-1607), prete oratoriano e successivamente cardinale, proponendosi di rispondere a due interrogativi collocati sul crinale che unisce e separa, all'inizio dell'età moderna, la storia e la teologia. Il primo riguarda i parametri utilizzati per stabilire la verità storica nel periodo oggetto della sua attenzione, dalla Chiesa antica a quella medievale. Il secondo riguarda la sua attività diplomatica e gli effetti concreti sulla sua scrittura storica. Nel complesso, dai saggi emerge il superamento della polemica storiografica odierna sulla Controriforma, tra denigrazione ed esaltazione del Baronio, per ricollocare il suo lavoro nel cantiere della ricerca storica tra i secoli XV e XVIII. -
San Francesco d'Italia. Santità e identità nazionale
Nell'ottobre 1926 le celebrazioni del settimo centenario della morte di san Francesco d'Assisi mettevano in moto il processo che portò alla ""conciliazione"""" del 1929. A dieci anni di distanza, il 18 giugno 1939 Pio XII proclamava patroni d'Italia santa Caterina da Siena e san Francesco d'Assisi, che definiva """"il più Santo degli italiani, il più italiano dei Santi"""". Nel nesso sempre più stretto che si instaurava in Italia fra patria e nazione, la figura del santo di Assisi assumeva, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, un volto alquanto diverso dalla sua riscoperta romantica ottocentesca, e il francescanesimo si inseriva all'interno dei nuovi orientamenti del cattolicesimo. La storiografia, l'arte, il cinema, la radio, in Italia come all'estero, esploravano nuovi volti del Poverello."" -
La meccanica dell'errore. Studi di letteratura medievale
«In effetti, mi sembra più vantaggioso - prima di effettuare qualsiasi intervento su un testo medievale - cercare di capire la meccanica dell'errore, il perché quel segmento si è trasformato in un locus criticus, sforzarsi di ricostruire le condizioni contestuali che hanno indotto il copista all'equivoco». Con questo spirito Giulia Lanciani, consapevole dei danni che il tempo, la precarietà dei materiali, l'incuria degli uomini e il mutare delle mode e dei gusti provocano alle opere letterarie, esplora la letteratura medievale galega e portoghese, proponendone un'interpretazione ampia e raffinata che dalle prime manifestazioni della produzione trobadorica si estende sino alle propaggini cinquecentesche di una tradizione ancora ricca e fertile. -
Capitolare dei Consoli dei Mercanti (seconda metà del sec. XIV)
Questa nuova pubblicazione della collana si incentra sulla regolamentazione dell’attività mercantile che stava a fondamento della fortuna economica e politica della Repubblica di Venezia. Tra le varie magistrature che nel corso di più di un millennio si sono occupate della disciplina del commercio internazionale spicca, già dai primordi del XIII secolo, quella dei Consoli dei Mercanti, di cui viene proposto con questo volume il Capitolare, vale a dire lo Statuto che ne determina le competenze, detta le norme operative per la sua azione e ne regola i rapporti con le altre magistrature. Sorti con il compito di decidere le contese giudiziarie relative all’attività mercantile, di tutelare il commercio nazionale e di assicurare la sicurezza delle navi, i Consoli assunsero via via altre funzioni fino a quando nel XV secolo la magistratura dei Savi alla Mercanzia ne assorbì gran parte delle competenze. Nel ripercorrere l’evoluzione di queste norme e regolamenti si vede confermata ancora una volta la capacità della Serenissima di regolare con saggezza, lungimiranza e pragmatismo le attività economiche che la sostenevano. Furono proprio queste qualità intrinsecamente politiche nel senso alto del termine, che per misero l’affermazione di Venezia come potenza mercantile egemone nel Mediterraneo orientale del tardo medioevo e che costituiscono oggi materia di studio e riflessione per gli studiosi di storia economica e non solo, cui è dedicata la pubblicazione di questo Capitolare. -
Libertà e dominio. Il sistema politico genovese: le relazioni esterne e il controllo del territorio
La storia della Repubblica di Genova nel tardo medioevo e nella prima età moderna ha riscosso negli ultimi anni un interesse crescente sia in Italia che a livello internazionale. Questo volume, con l'apporto di studiosi francesi, inglesi, italiani e tedeschi, dà conto di alcuni recenti indirizzi di studio, proponendo una riflessione su due aspetti di storia politica: i rapporti con le potenze esterne, della penisola e dell'Europa, e il dominio interno del territorio. -
Cipro veneziana (1473-1571). Istituzioni e culture nel regno della Serenissima
Il libro ripercorre, attraverso l'analisi delle fonti custodite negli archivi di Venezia, le tappe più importanti nel processo di consolidamento della presenza veneziana a Cipro. Il governo instaurato sull'isola da parte della Repubblica di Venezia fu partecipato in larga misura dagli stessi ciprioti: un'attenzione specifica è quindi dedicata all'analisi delle interazioni tra i veneziani e la popolazione locale fortemente commista con gruppi etnico-religiosi provenienti dalle coste del Mediterraneo orientale e occidentale. Si rileva così il profilo di una società multiculturale in cui gli episodi di mutua influenza alimentano un dialogo quotidiano tra le comunità. -
Il popolo ama il duca? Rivolta e consenso nella Ferrara estense
La domanda posta nel titolo rimanda direttamente al rapporto tra governanti e governati in un laboratorio circoscritto e precoce: la Ferrara governata dalla signoria feudale degli Este tra tardo medioevo e prima età moderna. L'indagine è condotta da una parte analizzando episodi di rivolta popolare nel corso di due secoli; dall'altra attraverso l'interpretazione delle impercettibili conflittualità quotidiane tra Casa d'Este e cittadinanza. Il quadro, così composto, prova a scavare il potere nelle sue componenti culturali ed emotive, mettendo in primo piano i linguaggi, le percezioni, le atmosfere e i nessi psicologici che definiscono il patto politico tra signori e sudditi. -
1664. Un anno della Chiesa universale. Saggio sull'attività italiana del papato in età moderna
La quasi totalità degli interventi delle Congregazioni pontificie che nel Seicento si occuparono del governo effettivo della Chiesa universale riguardò l'Italia, e soprattutto l'Italia meridionale. Perché si verificava questo? Perché il resto del mondo cattolico per tante, rilevanti istanze non faceva riferimento all'istituzione papale? Nel tentativo di rispondere a tali domande, si vengono a delineare i contorni di una Chiesa cattolica che appare essenzialmente una federazione, una sorta di Commonwealth di Chiese nazionali, tutt'altro che compatte attorno al papa e agli organismi curiali. Il libro, sulla scorta di una ricca documentazione d'archivio traccia un'immagine sostanzialmente inedita dell'Italia religiosa in età moderna. -
L' abside di S. Giovanni in Laterano. Una vicenda controversa
Nell’estate del 1880 il governo pontificio perpetrò uno dei più gravi scempi del patrimonio architettonico della città eterna e di quello dell’intera cristianità, decapitando quella che, per antico titolo, di tutte le chiese era la caput mater: l’antica abside della basilica lateranense e il suo deambulatorio, il cosiddetto Portico leoniano, vennero demoliti allo scopo di ampliare l’area presbiterale.L’architetto Andrea Busiri fu inizialmente incaricato dei progetti e dei lavori, sostituito poi nel 1877 da Virginio Vespignani. Nell’acceso dibattito che accompagnò il processo di gestazione e realizzazione del progetto né le ragioni storiche o artistiche, né tanto meno le preoccupazioni sulla stabilità della struttura, volutamente sopravvalutate, furono determinanti. Forti condizionamenti politici agirono sulle scelte programmatiche e architettoniche. La questione raggiunse momenti critici, con interpellanze parlamentari che arrivarono a mettere in discussione sia la legge sulla tutela dei monumenti, in via di definizione, sia la «legge delle guarentigie», che regolava i rapporti tra Stato e Chiesa prima del Concordato. Il monumento fu quindi sacrificato da Pio IX e Leone XIII per riaffermare il potere temporale del papato. -
Los juegos paganos en la Roma cristiana
El siglo IV contempló la cristianización del Imperio Romano. Paradójicamente, este período tam bién supuso el momento de máximo esplendor de los espectáculos romanos de tradición pagana. Los ludi circenses y scaenici, junto con los munera y las venationes, despertaban auténticas pasiones entre hombres y mujeres de toda edad y condición. Sus protagonistas gozaban de una gran popularidad y aparecían representados en pinturas, mosaicos y contorniatos. Pese a las críticas que las autoridades eclesiásticas formularon contra los espectáculos debido a sus connotaciones idolátricas y de corrupción moral, el poder imperial los protegió siempre porque vio en ellos uno de los medios de propaganda política más eficaz a la par que una poderosa arma de distracción de masas. Los monarcas de los reinos germánicos se preocuparon también de la preservación de los espectáculos, signo inequívoco de la importancia que concedieron a estas manifestaciones lúdicas.Nel corso del IV secolo d. C. si compì la cristianizzazione dell’Impero romano. Paradossalmente, quest’epoca rappresentò anche il momento di maggior splendore degli spettacoli di tradizione pagana. I ludi circenses e scaenici, così come i munera e le venationes, suscitavano autentiche passioni tra uomini e donne di ogni età e condizione. I loro protagonisti godevano di enorme popolarità e venivano raffigurati in pitture, mosaici, medaglioni. Nonostante le critiche delle autorità ecclesiastiche agli spettacoli per i loro aspetti di idolatria e corruzione morale, il potere imperiale continuò a patrocinarli, vedendo in essi un efficace mezzo di propaganda e un potente strumento di controllo delle masse. Anche i monarchi dei regni germanici si preoccuparono di conservare questi spettacoli, segno indubbio dell’importanza che attribuivano alle manifestazioni ludiche. -
Critica del testo. Vol. 133: Cercando l'Europa.
Il fascicolo monografico ""Cercando l'Europa"""" affronta due tematiche (""""Alle origini dell'identità europea"""" e """"La strategia delle emozioni"""") strettamente connesse con le ricerche relative al canone letterario europeo e al lessico europeo dell'affettività che hanno rappresentato un momento d'incontro e di discussione interdisciplinare perseguito dalla rivista """"Critica del testo"""" attraverso i suoi numeri tematici fin dalla fondazione. Contributi di T. De Mauro, F. Gui, P. Matthiae, L.E. Rossi, F. Cocchini, L. Gatto, B. Scarcia Amoretti, A. Portelli, R. Nicolai, L. Capezzone, G. Desideri, C. Cieri Via, D. Gambelli, A.M. Scaiola, R. Colombo, C. Falletti, C. Subrizi, G. Mazzoleni."" -
«La puerta a la mar». Il marchesato del Finale nel sistema imperiale spagnolo (1571-1713)
Una prima volta nel 1571, e poi in maniera definitiva nel 1602, le truppe dei re di Spagna entrano nel Borgo del Finale e pongono fine alla dominazione medievale dei marchesi Del Carretto. Il Marchesato, subito approntato a presidio militare, diventa una pedina strategicamente importante del sistema imperiale asburgico, l'anello ""ligure"""" della strada spagnola che collega la Catalogna ai teatri di guerra europei; e va ad occupare il ruolo che per quasi un secolo è stato esclusivo di Genova, quello di porta del Ducato milanese. Di lì iniziano a passare migliaia di soldati, il cui alloggiamento va a gravare principalmente sui ceti medio-bassi, ma che rappresentano una lucrosa fonte di investimento per i maggiori notabili, che provvedono ad equipaggiarli; mentre intorno al Finale prende avvio una delicata """"partita"""" per gli equilibri di forza internazionali fra i governanti iberici, interessati a tutelare questo loro utile possedimento, e la Repubblica di Genova, che intravede nell'enclave spagnola un pericoloso vulnus territoriale, e una potenziale fonte di danno fiscale, giurisdizionale ed economico. Prefazione di Giovanni Muto.""