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Nel corso del tempo. Una lettera
"Una piccola storia nella grande Storia"""". Con queste semplici parole l'autrice, figura complessa e combattiva, definisce la sua movimentata esistenza tutta imperniata sulla volontà di opporsi al decadimento culturale e spirituale in epoche e in terre segnate ininterrottamente dalle guerre e dall'abbrutimento. Scritto in forma di lettera, il libro ricostruisce le fasi più significative di questa """"piccola storia"""" costellata di incontri avvincenti: dalla spensierata infanzia nella multiculturale e martoriata Czernowitz all'umiliante seppure feconda esperienza del ghetto e dell'esilio in Palestina, dal faticoso avvio nel nuovo Stato d'Israele all'intenso cammino umano e intellettuale a fianco del marito Herzl Shmueli. Un percorso emblematico per molti ebrei originari dell'Europa orientale, vittime dirette o indirette della Shoah, che induce a ripensare alle radici della nostra tradizione e alla necessità di credere nuovamente nella cultura, intesa come unica soluzione all'atrofia morale e intellettuale di oggi. Prefazione di Rob Riemen." -
Gli ebrei del Veneto orientale. Conegliano, Ceneda e insediamenti minori
Il saggio offre la storia documentata dei piccoli insediamenti ebraici del Veneto orientale, dal tardo Trecento al Novecento, dispersi nella parte orientale delle odierne Province di Belluno, Treviso e Venezia. Per prime sono studiate le due comunità maggiori, cioè quella di Conegliano e di Ceneda di Vittorio Veneto e poi i nuclei di banchieri, artigiani o mercanti sparsi in tutto il territorio. Si tratta degli attuali comuni di Belluno, che nel 1386 ebbe il primo banco di prestito ebraico in questa zona e la cui condotta risulta sinora la più antica ancora conservata nel Veneto, poi di Cison di Valmarino, Cordignano, Lentiai, Meduna, Motta di Livenza, Oderzo, Portobuffolè, Portogruaro, S. Lucia di Piave, S. Polo di Piave, Serravalle di Vittorio Veneto, Susegana, e infine anche Caneva e Sacile in Friuli. Si viene così a colmare un vuoto bibliografico, alcuni di questi insediamenti erano infatti già stati oggetto di brevi monografie specialistiche, ma di altri si trovavano solo casuali tracce nella pubblicistica e la metà erano totalmente ignoti, non si sapeva neppure che fossero mai esistiti. Di questi insediamenti ebraici vengono studiati i rapporti con le autorità locali e la maggioranza cristiana, le attività economiche e infine la loro vita, privata e sociale, con le strutture comunitarie e i complessi legami, famigliari e di lavoro, che li unirono ai confratelli dispersi nel Veneto, in Friuli ed in Istria, terre che per secoli furono sotto il dominio della Serenissima. -
Salta, corri, canta!
Tel Aviv, fine anni '50. I reduci dai campi di sterminio costruiscono coraggiosamente nuove famiglie, mettono ancora una volta al mondo bambini ebrei. E pensano di proteggerli nascondendo loro con il silenzio le atrocità vissute. Anche la piccola Aliza (Lizzie) appartiene a questa generazione nata dopo la guerra e cresciuta tra i fantasmi di un passato rimosso. Ma il mistero più grande riguarda il suo presente: ""Dov'è mio padre? Chi è mio padre?"""" sono le domande che pone continuamente, a cui fa eco solo il mutismo della madre. Attraversare quel deserto, ascoltare il non detto, scandagliare la propria memoria: questo è l'arduo percorso che Aliza affronterà da adulta per dare risposta a quelle domande. In un crescendo di emozioni e di scoperte, con l'acume e la perseveranza di un detective, cercherà una spiegazione al silenzio ostinato della madre e alla complicità di tutti gli altri. Saranno le amiche d'infanzia, come lei cresciute all'ombra della Shoah, a fornirle il filo di Arianna che la porterà finalmente a sapere."" -
Il fantasma del ghetto
Mentre il carnevale impazza a Venezia, Alexandre de Feltes, un nobile francese mascherato da cardinale, e discendente dall'inquisitore Bernardino da Feltre, viene ucciso in piazza San Marco. Il silenzio raccolto del ghetto viene turbato dalla presenza inquietante di una maschera in mantello nero e tricorno nero che scompare nel nulla come un fantasma lasciando su un muro una scritta che promette vendetta per i discendenti di Bernardino da Feltre. Lascia anche la sua firma: Beniamino Da Costa. Nel vecchio cimitero degli ebrei, la sua tomba, risalente al XVI secolo, viene ritrovata scoperchiata. Tutto sembra indicare che il fantasma vendicatore è l'autore del delitto in piazza San Marco. La polizia italiana si affretta ad archiviare il caso. L'arrivo del nuovo commissario rimetterà tutto in discussione: convinto che l'assassino sia venuto dalla Francia, attiva i suoi canali e convince la polizia francese a riaprire le indagini. Gli indizi sono scarni e criptici, solo l'acume e la conoscenza delle tecniche di indagine talmudiche del rabbino Fix - al quale erano stati chieste informazioni sulle usanze ebraiche - riuscirà a risolvere il caso. -
1948
"Non sono sicuro di cosa ricordo per davvero, perché non mi fido della memoria. La memoria è furba e non possiede un'unica ed esclusiva verità. E poi che cosa conta sul serio? Una bugia che viene dalla ricerca della verità può essere più vera della verità. Tu pensi e un attimo dopo ricordi solo quello che vuoi. Avevo diciassette anni e mezzo, ero un bravo ragazzo di Tel Aviv finito in mezzo a un bagno di sangue. Sto cercando di pescare me stesso da dentro quel che mi pare siano ricordi"""". """"1948"""" non è soltanto la cronaca della nascita di uno Stato, ma è un romanzo sulla crudeltà della guerra, sull'incoscienza della gioventù, sui paradossi della storia e su quella labile eppure fondamentale ancora di salvezza dell'uomo chiamata memoria." -
Qabbalessico
"Questo libro sicuramente non è un libro di Qabbala. L'ho voluto più vicino a un soffio che alza nell'aria spore sfuggevoli, da trattenerne a stento qualcuna in mano. Tuttavia ho cercato di non stemperare, di non scendere a miti compromessi. Spero risulti consapevolezza di una ritrosia della trascendenza. Piccole scintille da braccare per metterle - perché no - in sorriso."""" (Haim Baharier)" -
Le confessioni di Noa Weber
Noa Weber è una donna di successo, una scrittrice celebre e un personaggio di spicco nell'ambiente culturale di Gerusalemme. È una donna desiderabile e quando ha voglia di fare l'amore si sceglie un uomo, anche per una notte soltanto. Apparentemente è libera e rifugge da ogni legame del cuore. Eppure vive in schiavitù di un unico amore: Alek, lo studente anarchico immigrato dalla Russia che l'ha sposata poco più che adolescente solo per evitarle il servizio militare. Da questa unione nascerà anche una figlia, ma Alek se ne andrà lontano per vivere la sua vita. Noa aspetta il suo ritorno, aspetta che lui la chiami. E tutte le volte che lui la vorrà, lei correrà, ovunque lui sia, senza chiedere di più. -
Scintille dell'anima. Un viaggio spirituale nella Cabbalà
In questo nuovo libro, Yarona Pinhas si confronta con lo Zohar, il Libro dello Splendore, che le si rivela non solo come testo base della mistica ebraica, ma come una raccolta di bagliori e illuminazioni. Questo testo, a suo modo, aspira a essere un'altra fonte di stupore poetico e d'intuizioni che nascono dalle esperienze di vita e di studio dell'autrice. Al tempo stesso vuole essere una grammatica sintetica dei principali concetti e riferimenti spirituali della Cabbalà. -
Un arabo buono
Yosef, il protagonista del romanzo, è arabo da parte di padre ed ebreo da parte di madre. Nel suo desiderio di appartenenza e nella sua anima sensibile d'artista si rispecchiano la storia e le ambizioni di due popoli irrequieti: un'eredità eccessiva e non sostenibile. In una lunga confessione, Yosef scandaglia la storia della sua famiglia ripercorrendo con commozione gli amori e i rapporti di amicizia che si sono intessuti nel tempo e che hanno dato vita a quel frutto ibrido e sofferente che egli sente di essere. Sullo sfondo, scorre inarrestabile e paradossale la storia d'Europa e del Medio Oriente, e a Yosef non servirà dipingere il deserto di rosso né portare la pioggia al Caffé Kassit per modificare il corso degli eventi. Yoram Kaniuk scava in profondità nelle radici della lotta tra due popoli per la stessa terra, e le contraddizioni, narrate senza filtri ideologici, danno al romanzo un timbro di favola stravagante e commovente che rispecchia la dissacrante filosofia e l'originalità dell'autore. -
Musica e canto nella mistica ebraica
I testi medievali della mistica ebraica dedicano molte pagine alla musica e al canto, ma non è agevole ricostruire dai numerosi passi che trattano questo tema una concezione rigorosa e coerente. Tuttavia dalle affascinanti e spesso fantasiose osservazioni sulla funzione del canto nell'ebraismo si possono ricostruire le idee portanti su ciò che la musica ha rappresentato nel corso dei secoli. Se è vero che esiste un ebraismo più volto verso una concezione razionalistica e un ebraismo più volto verso il misticismo, indubbiamente quest'ultima corrente ha privilegiato la musica e il canto, sino a identificarli con la preghiera. Lo Zohar, il grande testo medievale della mistica ebraica, ha rappresentato una fonte inesauribile di osservazioni su questo tema: questa ricerca ha puntato soprattutto a una lettura, spesso tra le pieghe di questo affascinante libro esoterico, delle pagine dedicate alla musica. Ne emerge una concezione ovviamente molto lontana da ciò che nella cultura occidentale si è inteso per l'arte dei suoni. Ma l'interesse nasce proprio dal confronto tra due tradizioni culturali molto diverse tra loro ma che in qualche modo hanno entrambe portato il loro contributo allo sviluppo della civiltà musicale in cui viviamo. -
Il piccolo cielo
Molti sono i temi che compaiono in questa nuova raccolta di liriche di Rossella Tedeschi Fubini: il disagio di vivere in una società senz'anima, dove ""turpi maestri"""" spargono veleni, dimentichi del """"piccolo cielo"""" che abita in ogni uomo; il tentativo impossibile di preservare la memoria da un inevitabile oblio; la meditazione sul senso religioso della vita e della morte; l'amore tormentato per una terra aspra e difficile. Le figure dei familiari si affiancano a quelle di personaggi biblici e alle voci di anonimi protagonisti delle tante tragedie dei nostri giorni. La cadenza dei versi - talora dolenti e colmi di struggimento, talaltra ironici e taglienti - è sempre personale e raffinata, rigorosa e musicale. Prefazione di Ariel Rathaus."" -
Il libro di Tamàr
Tamàr è ancora bambina quando Giuda la sottrae alla sua tribù per darla in sposa a Er, il suo primogenito. Ma questa unione non sarà benedetta dal cielo e Tamàr non troverà pace tra gli uomini e le donne della sua nuova tribù. Ambizioni, gelosie, segreti impronunciabili ed efferati delitti accompagnano i giorni di Tamàr tra quella gente tormentata, fino all'inaspettato epilogo: memore dell'insegnamento della saggia nonna Tabita, solita dire che il destino, come un cane, segue le nostre orme, Tamàr, con spregiudicatezza e intelligenza, donerà a se stessa e ai propri sogni una nuova possibilità di rinascita. -
La città della fortuna
Perché Michael, sopravvissuto miracolosamente agli orrori della guerra, ha attraversato la cortina di ferro per rivedere la sua città natale? È quello che vorrebbero scoprire i poliziotti incaricati di estorcergli una confessione. Ma Michael, deciso a non cedere, si rifugia nella propria interiorità e come in un sogno ricostruisce il mondo scomparso della sua infanzia. In un viaggio ai limiti della follia, con commozione trattenuta e purezza, Michael ci narra le vicende della sua vita tormentata, ma al tempo stesso cerca faticosamente di ricomporre quel rapporto che aveva visto tragicamente spezzarsi nel mondo e in se stesso, il rapporto tra l'uomo e Dio e tra l'uomo e il suo prossimo. -
I quindici gradini. Un commento ai Salmi 120-134
Il libro affronta da un punto di vista esegetico e spirituale l'analisi dei quindici Salmi che, dal Salmo 120 al 134, portano il titolo di ""Canti dei gradini"""". L'analisi è condotta utilizzando i metodi interpretativi della Scrittura propri della tradizione ebraica e privilegia un approccio al testo che mira a fare emergere quei sensi che la Parola in sé contiene ma che, per essere svelati, hanno bisogno di un lavoro di ricerca umile, continuo e pronto ad affidarsi solo alle parole del testo, alla loro leggerezza e alla loro pesantezza, alla loro semplice e piana voce di preghiera e alle loro complesse risonanze spirituali. Se è vero, come insegna la tradizione rabbinica, che nella Torà non c'è un prima e un dopo, ogni parola della Scrittura può essere una porta che si apre su infiniti microcosmi che solo l'interpretazione è capace di svelare e di compiere. Fra le parole contenute nella Scrittura quelle dei quindici Canti dei gradini hanno una forza particolare perché ci inducono alla elevazione del cuore e perché ci confortano nel cammino dell'attesa in quanto proclamano la fedeltà di Dio alle promesse. I quindici Salmi sono, quindi, quindici gradini di un percorso spirituale che consente all'uomo di cercare Dio là dove si lascia trovare e di procedere, gradino dopo gradino, lungo la scala che dall'abisso, in cui ad ogni passo rischia di cadere, lo eleva al bene che può essere compiuto in ogni momento e in ogni luogo quando si affida completamente a Dio e compie la sua Parola."" -
Storia della Shoah
"Tra il 1939 e il 1945, la Germania nazista, assecondata da molteplici complicità, ha sterminato circa 6 milioni di ebrei europei nel silenzio pressoché totale del mondo. Le è mancato solo il tempo per distruggere l'intero popolo ebraico come aveva deciso. Questa è la realtà cruda del genocidio ebraico, Shoah nella lingua ebraica. La decisione di """"far scomparire"""" il popolo ebraico dalla terra, la determinazione di decidere chi deve e chi non deve abitare il pianeta, spinta alle sue ultime conseguenze, segna la specificità di un'impresa, unica a tutt'oggi, tesa a modificare la configurazione stessa dell'umanità.""""" -
Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (1944). Testo ebraico a fronte
"Scrissi la prima poesia quando ancora ci trovavamo nel nostro nascondiglio, nella parte polacca di Varsavia. È rimasta là. Quando il campo (di concentramento) fu ridotto, cosi come il numero dei bambini, ripresi a comporre poesie. Scrivevo la prima stesura su un'asse che avevo staccato dal mio tavolaccio e la ricopiavo sul taccuino solo quando mi soddisfaceva completamente"""". Rinchiuso a Bergen-Belsen, il giovanissimo ebreo polacco Jurek Orlowski affidò alla poesia le proprie angosce di tredicenne colpito dalla barbarie nazista. Nel 2005 lo stesso autore, divenuto nel frattempo Uri Orlev, ha tradotto queste liriche in ebraico. È una testimonianza pura, reale, la voce autentica di un bambino nella Shoah." -
Voce di silenzio sottile. Letture bibliche
Il popolo ebraico è spesso chiamato ""il popolo del Libro"""", ma è soprattutto il popolo dell'interpretazione del Libro. I rabbini insegnano infatti: """" Girala e rigirala, perché tutto è in essa"""". La luce della Torà è in effetti davvero ricca di mille sfumature: solo studiandola da molte prospettive diverse è possibile comprendere un minimo della sua ricchezza e profondità. Haim Fabrizio Cipriani propone una lettura della Torà alla luce della modernità. Come scrive nell'introduzione, """"l'incontro con la modernità ha cambiato definitivamente il nostro rapporto con la spiritualità, e un commentatore moderno non può non tenerne conto. La Torà, e la spiritualità del popolo ebraico, hanno tutta la solidità necessaria per tollerare l'incontro con le nuove scoperte scientifiche, con la critica biblica, con le nuove concezioni del rapporto fra uomo e donna, fra il popolo ebraico e le altre nazioni e religioni. La forza dell'ebraismo è tale da permettergli di uscire rafforzato, e non indebolito, da tali confronti, a condizione però di misurarsi con queste sfide con totale integrità""""."" -
I farisei. Un capitolo di storia ebraica
"La risposta alla domanda di quali siano le condizioni che danno all'ebraismo il diritto di esistere indipendentemente dal cristianesimo si trova nell'evidenza stessa dei suoi valori e dei suoi contenuti eterni trasmessi dalla tradizione. Il fariseismo e il rabbinismo si presentarono per Baeck come una forza rinnovatrice dell'etica dei profeti. Sarebbe, quindi, del tutto riduttivo attendersi da queste pagine una replica diretta alle accuse di ipocrisia che tanto hanno pesato sia sulla sorte linguistica del termine """"farisei"""" sia su quella effettiva del popolo ebraico. La confutazione di un simile atteggiamento sta tutta nel fatto che l'ebraismo si presenta come una religione che prolunga fino al tempo presente la morale universale dei profeti. Ciò è avvenuto solo grazie al rinnovamento della tradizione compiuto dai Farisei. La loro etica vale, dunque, anche nell'ambito della cultura moderna; essa è infatti ancora in grado di rispondere agli interrogativi sollevati dall'età contemporanea."""" (dalla prefazione di Piero Stefani)" -
Traducendo Hannah
Max Kutner, un povero calzolaio ebreo polacco, emigra a Rio de Janeiro negli anni '30. Un giorno, casualmente, viene convocato dalla polizia per tradurre lettere e documenti scritti in yiddish da sottoporre agli addetti alla censura. Entra così nell'intimità di tante vite, scopre sentimenti a volte banali, ma anche profondi e commoventi. Fra tutte le lettere, sono quelle scritte da Hannah alla sorella che vive a Buenos Aires che lo colpiscono di più per la saggezza e la sensibilità che racchiudono. Mosso da un sentimento di curiosità e di crescente amore per questa sconosciuta, Kutner non potrà fare a meno di cercarla, ma Hannah si rivelerà però assai diversa dalla donna che lui aveva romanticamente immaginato. Il suo amore lo spingerà a seguirla in un susseguirsi di avventure che lo porteranno in mondi sconosciuti pieni di un'umanità disperata e assetata di vita dove imparerà che la realtà non è così semplice da poter essere tradotta in desideri avverati. -
Gli ebrei di San Nicandro
Non sono molti a conoscere gli straordinari eventi accaduti a San Nicandro Garganico nella prima metà del XX secolo. Tutto iniziò quando Donato Manduzio, un invalido reduce della Grande Guerra, ebbe alla fine degli anni '20 una visione nella quale Dio gli comandava di portare la fede ebraica nella sua terra, e questo nonostante che Manduzio non avesse mai avuto contatti con l'ebraismo. Anzi, egli credeva che non vi fossero più ebrei al mondo. Pochi anni dopo, Manduzio aveva già i suoi seguaci e una piccola ma appassionata comunità di aspiranti ebrei. La loro definitiva conversione passerà attraverso la storia dell'Italia di quegli anni, incontrando l'opposizione del fascismo e della Chiesa cattolica che tuttavia non riusciranno a spezzare la volontà granitica della comunità di San Nicandro di appartenere al popolo ebraico e in seguito di emigrare in Israele. John A. Davis ripercorre una delle vicende più incredibili della storia contemporanea e, narrando l'epopea degli ebrei di San Nicandro, dipinge un ritratto assai accurato della società contadina del Sud Italia, del rapporto tra Chiesa, fascismo e mondo ebraico e della rete clandestina per l'emigrazione ebraica in Israele.