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Ricette e precetti
«Passi biblici, racconti, tradizioni, aneddoti personali in un tripudio di cibi, per il corpo e per l'anima, mischiati con le immaginifiche illustrazioni di Jean Blanchaert e dozzine di ghiotti piatti da preparare firmati dai creatori del popolare blog di cucina labna.it, Benedetta Jasmine Guetta e Manuel Kanah» - Paolo RumizrnLa storia biblica inizia con un morso di troppo: Adamo ed Eva sono in scena da pochi versi quando Dio vieta di mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male, che loro prontamente assaggiano. Da quel momento in poi la nostra alimentazione è caratterizzata da divieti e obblighi, tradizioni e usanze, devozione e ribellione. Quarantacinque storie e ricette raccontano del rapporto intricato fra cibo e norme religiose ebraiche, cristiane e islamiche. -
L' eredità di Salomone. La magia ebraica in Italia e nel Mediterraneo
Dio gli concesse la conoscenza dell’arte da usare contro i demoni a sollievo e vantaggio degli uomini; compose formule magiche per curare le infermità, e lasciò varie forme di esorcismi con i quali si scacciano i demoni da coloro che ne sono posseduti, e non ritornano più. (Ant. Iud. VIII, 45-48).rnrnrnCon queste parole Flavio Giuseppe (I sec. e.v.) ritrae re Salomone quale depositario per definizione dei segreti delle arti occulte: formule apotropaiche ed esorcistiche, tecniche taumaturgiche, terapeutiche e anti-demoniche sono le forme peculiari del lascito della saggezza salomonica all’umanità. Il volume illustra le alterne fortune (divieti, reticenze, tabù) che hanno accompagnato la pratica della magia nella società ebraica dall’antichità e fino all’età moderna, con particolare riguardo per il contesto italiano e mediterraneo. Le ricerche qui raccolte mostrano la continuità di riti, formule e leggende (in molti casi di origine molto antica) e la vitalità e la ricchezza di dibattiti e dispute mai sopiti sulla segretezza e sull’efficacia dei testi magici, la loro liceità e ammissibilità nell’ebraismo e le articolate risposte alle insinuazioni di una parte del mondo cristiano che descriveva la cultura ebraica come intrisa di elementi superstiziosi. Questi studi si completano a vicenda, dimostrando nell’insieme come ciò che rubrichiamo con sempre maggiore insoddisfazione nell’unica categoria di “magia ebraica” sia il prodotto paradossale dell’incontro e della commistione di più fattori eterogenei: un complesso multiforme che abbina saperi pratici e conoscenze segrete a costumi tradizionali e che si presenta secondo modelli sorprendentemente stabili attraverso i secoli. Come traspare dalla lettura di queste pagine, le arti magiche – diffuse nella cultura ebraica in maniera trasversale nel tempo e nello spazio – non erano finalizzate ad altro che al recupero dei privilegi della condizione edenica, a provocare l’invidia degli angeli o a strappare un po’ del loro potere ai demoni, dei quali, si sa, gli uomini hanno sempre cercato di imitare le gesta. -
La cucina nella tradizione ebraica. Nuova ediz.
Se i figli d'Israele sono sopravvissuti per più di quattromila anni non c'è dubbio che le madri di Israele hanno saputo cucinare come si deve! Le ricette tramandate di generazione in generazione hanno contribuito alla trasmissione delle identità specifiche. Ogni comunità - aschenazita, sefardita, italiana - ha elaborato nei secoli tradizioni culinarie in cui le ricette dei paesi di accoglienza venivano rivisitate in funzione delle leggi alimentari ebraiche e dei sapori e dei gusti portati con sé nel continuo pellegrinare diasporico. Il risultato quasi sempre è eccellente! -
Lettere a Milena. Ediz. critica
Le lettere di Franz Kafka a Milena Jesenská vengono presentate qui per la prima volta integralmente e in una nuova traduzione.rn«Quella che Kafka compone con le Lettere a Milena è una vera confessione, un esercizio di verità condotto con il rigore richiesto dalle occasioni irripetibili» – La LetturarnLa cronaca di un intenso amore. L’incontro tra mondi diversi sullo sfondo dell’«epoca ebraico-occidentale» di cui Kafka è l’estremo rappresentante. L’ultima grande testimonianza della koinè praghese, ceca-tedesca-ebraica. Le lettere di Franz Kafka a Milena Jesenská vengono presentate qui per la prima volta integralmente e in una nuova traduzione. L’edizione restituisce la complessità del testo originale facendo emergere l’assoluto valore letterario e riscoprendo le fonti segrete che ispirano l’autore: da Dostoevskij a Dante, da Kierkegaard a Nietzsche, dal Tao al Vangelo di Giovanni, alla Cabbalà. Si dipana così un percorso attraverso differenti gradi della scrittura in cui il vissuto si intreccia all’elaborazione visionaria di Kafka e si proietta su molteplici piani di senso in un dialogo con le grandi voci antiche e moderne del pensiero e della letteratura. Un itinerario ai limiti della parola e del dicibile, senza approdi definitivi perché, scrive Kafka a Milena, «siamo in ogni caso in viaggio, più che partire non si può». -
Aspetti di teologia rabbinica
«Prima traduzione italiana dei saggi del rabbino Salomon Schechter dove emerge tutta la peculiare diversità rispetto alla teologia cristiana. Pochi concetti universali e sistematici, piuttosto una molteplicità di immagini e di azioni che ritraggono Dio in familiare interazione con l'uomo: per i maestri di Israele è l'unico discorso su Dio accettabile.» - Discutere con Dio o meglio ascoltarlo? - Massimo Giuliani - AvvenirernScritto cento anni fa, Aspetti di teologia rabbinica rimane ancora oggi un’opera unica per la chiarezza e la sintesi con cui svela al lettore il pensiero dei Maestri d’Israele. Il rapporto tra Dio, mondo e uomo, la Torà e i precetti, la santità e la devozione, l’impulso del male, il perdono e la riconciliazione: sono solo alcuni dei temi affrontati per comporre il mosaico di una “teologia ebraica” che rimane sempre saldamente ancorata al mondo terreno e ad una visione fortemente unitaria di Dio che i Maestri non esitano a far intervenire nelle loro discussioni. Essi non parlano su Dio, ma di Dio, o meglio ancora, lo lasciano parlare. -
Olocaustico
Romanzo satirico antiretorico e dissacrante, Olocaustico si presenta come uno specchio dei tempi, tra fake news e perdita dei valori. È una storia originale e divertente che ha il merito di farci riflettere sul nostro futuro partendo da un’idea di fondo: se neghiamo la Shoah, tutto il resto crollerà. Ma proprio tutto.rnrnDavid Piperno è un giovane ebreo romano che si è trasferito in Israele per coronare il suo sogno: diventare un grande regista di fantascienza. La sua sceneggiatura La lucertola mutante però non interessa a nessuno e per mantenersi è costretto a intervistare gli ultimi sopravvissuti alla Shoah per il Museo di Yad Vashem. David è immaturo, inaffidabile e con un senso dell’umorismo del tutto particolare. Lo sanno bene i suoi amici, lo sa Sara, la madre ansiogena e iperprotettiva, e lo sa fin troppo bene Sharona, la sua esasperata ragazza. Nessuno di loro però può prevedere che per realizzare le sue ambizioni David darà inizio a una catastrofe di proporzioni planetarie. E non basteranno i consigli dei suoi amici immaginari, Philip Roth e Itzhak Rabin, per riparare al danno imponderabile che affliggerà l’umanità intera. -
La luce dell'ambra
«Quando si tessono i fili rimasti nascosti nella grande Storia facendone un racconto intimo, la scrittura acquista un timbro tutto suo.» – RobinsonrnrnDiscendente da un'antica famiglia sefardita, la giovane Micol raggiunge i nonni a Istanbul per completare la sua tesi sul marranesimo. La ricca biblioteca di famiglia e le indicazioni del nonno Victor, ex docente di storia medievale, sembrano essere le uniche cose che le occorrono per completare il suo lavoro. Ma ancora non sa che il ritratto di una misteriosa fanciulla e una pergamena riccamente miniata saranno le vere chiavi d'accesso a un mondo antico e segreto, quello dell'ebraismo iberico del XVI secolo. Per i conversos, gli ebrei costretti a convertirsi al cattolicesimo, furono anni bui di vessazioni, diffidenza e torture. Ma alcuni di loro non si arresero alla minaccia dei roghi e tentarono coraggiosamente di salvaguardare in segreto la religione dei padri. Diventarono così giudaizzanti, marrani, criptogiudei. Una cultura parallela, chiusa e diffidente, che riuscì a custodire, di generazione in generazione, pochi, fragili, eppur preziosissimi elementi di ebraismo. Sarà la giovane Micol a riportare in vita questo mondo dimenticato e a ripristinare l'equilibrio incrinatosi secoli prima per una crudele delazione. E così dall'Istanbul del 1992 ci ritroviamo nel Portogallo di fine Cinquecento, all'interno di uno spaurito gruppo giudaizzante costantemente sorvegliato dall'Inquisizione, i cui membri sono disposti a tutto pur di salvare la loro identità, la loro storia, ma ancor di più se stessi. -
Libro della vaganza
"Il nome della Vaganza bussò alla mia porta come uno straniero venuto da un posto lontano in un giorno inatteso. Anziché allontanarlo - pur senza comprenderlo - lo accettai nella mia dimora, cercando di capirlo e di rispettarlo. Mi domandavano: che significa? Rispondevo: ora vediamo. A distanza posso scrivere che in quel nome si trova una ipotesi che rappresenta l'Evento come bussola della direzione umana. Dal sangue alle idee, dagli oggetti al Tempo: la Vaganza come una sorta di statuto invisibile e non prevedibile dove intuizione poetica e costanza dell'ignoto si incontrano."""" (D.A.M.)" -
Come si crea l'antisemitismo. La stampa cattolica italiana fra Otto e Novecento: Mantova, Milano, Venezia
L'antisemitismo non è un fenomeno autonomo che cresce e alza la testa all'improvviso, non è un fatto sociale che emerge indipendentemente dalle persone. L'antisemitismo non è neppure la conseguenza necessaria di un eterno odio cristiano contro gli ebrei. Piuttosto, l'antisemitismo è un fenomeno sociale la cui formazione è direttamente collegata ai grandi sconvolgimenti del XIX secolo e dell'industrializzazione. Il risentimento verso gli ebrei assume allora un carattere laico e nasce ad opera di protagonisti concreti. In Italia, uno di questi attori fu la Chiesa cattolica. Tuttavia, il rapporto tra antigiudaismo cristiano e antisemitismo laico è controverso nell'Europa del XIX secolo. Alcuni osservatori di quel tempo sottolinearono la novità del fenomeno e le sue cause sociali, mentre altri lo consideravano un ritorno dell'antico odio religioso medievale nei confronti degli ebrei. Per chiarire il rapporto tra radici cristiane e motivi laici nella configurazione che assume l'antisemitismo fra Otto e Novecento è quindi necessario tornare alle fonti. Sulla base della stampa cattolica di tre città, l'autore evidenzia quanto il clero cattolico abbia influenzato il linguaggio laico dell'antisemitismo. -
Questioni bioetiche e diritto ebraico
La bioetica è divenuta ormai il luogo di aspre controversie, ideali e di carattere pratico. Per offrire una adeguata conoscenza, quando non una vera epistemologia, ai problemi etici trattati, noti esponenti ebrei da un lato e illustri giuristi dall'altro si sono confrontati nel Convegno ""Questioni bioetiche e diritto ebraico"""" organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con il MEIS e tenutosi presso l'Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza il 9 novembre 2017. Nel Convegno si è soprattutto cercato il dialogo, si è altresì tenuto presente quanto incisivo sia stato l'apporto del pensiero giuridico e della speculazione ebraica in particolare e di come i problemi bioetici, che trovano certamente il loro luogo specifico nell'interiorità della coscienza dell'uomo, non possano ridursi alla sola problematica privata, ma riguardino, come afferma il giurista e filosofo Francesco D'Agostino """"le esigenze imprescindibili dell''etica pubblica', su cui si fonda la possibilità di una vita sociale ordinata"""". Sono pertanto importanti e molto suggestive le riflessioni dei Relatori al Convegno, perché il loro contributo approfondito, chiaro e preciso, ha saputo aprire un ulteriore e significativo spiraglio nell'incerto statuto epistemologico della bioetica: sia quello dell'imprescindibile pensiero ebraico, sia quello, logico e indispensabile, del pensiero teologico, letto in chiave rigorosamente giuridica."" -
Emarginati. Una storia d'amore
Hedy Weisz, ebrea, e Tibor Schroeder, cristiano, si innamorano, ma in un mondo dove è proibito il matrimonio tra cristiani ed ebrei la realtà non può che spezzare il loro legame d'amore. La famiglia Weisz sarà trasferita nel ghetto di Nagyszollos e da là deportata ad Auschwitz. Anche la famiglia di Tibor verrà sradicata dalla propria terra d'origine e, per non soccombere, sarà costretta a vagare e disperdersi. Con grande sensibilità Susan M. Papp ci racconta una storia vera di amore e perdita, di coraggio e sacrificio, riportando in vita un mondo che, prima della barbarie, è vissuto con le sue speranze e i suoi amori, nel cuore dell'Europa. -
L' albero di Sara
Un racconto poetico sul legame tra le generazioni e sulla forza della natura. Un nonno e una bambina attraversano una foresta rigogliosa di ricordi e sogni da coltivare... Età di lettura: da 4 anni. -
Il Libro dei morti della Comunità Ebraica di Lugo di Romagna per gli anni 1658-1825
«Il presente volume fornisce il testo ebraico annotato e una versione italiana di ampie parti del 'Pinqas ha-niftarim' o Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo di Romagna, oggi conservato presso la Biblioteca del 'Jewish Theological Seminary di New York'. Il prezioso manoscritto, oltre a comprendere gli atti di morte degli ebrei della comunità lughese per quasi due secoli, dal 1658 al 1825, nelle prime pagine contiene anche gli statuti e le deliberazioni emanate dalla 'Hevrat Gemilut Hasadim' o Confraternita della Misericordia, chiamata anche 'Hevrah Qaddisa' o Santa Compagnia, l'associazione caritativa incaricata di occuparsi della sepoltura dei membri della compagine israelitica. Questo documento, sopravvissuto, grazie alla sua acquisizione dall'università americana prima della devastazione nazi-fascista che probabilmente l'avrebbe bruciato, è senza dubbio di estrema importanza e unico nel suo genere, all'interno del patrimonio archivistico ebraico. Questo registro, infatti, compilato in ebraico, è di eccezionale interesse dal punto di vista storico, sociale, culturale, demografico e genealogico, senza dimenticare la ricercatezza letteraria dei contenuti, impreziositi da poemi in rima e ritmo, dal raffinato gusto barocco. Il manoscritto sembra non avere esemplari comparabili per la ricchezza di narrazioni, di dettagli biografici e a volte bibliografici relativi all'attività di defunti illustri, rabbini, intellettuali o banchieri - e spesso anche alle loro mogli, - ai quali lo scriba dedica delle vere e proprie schede biografiche che occupano quasi un'intera pagina. Ancora colpisce la descrizione puntuale dei riti e delle preghiere, delle veglie notturne, celebrate presso l'abitazione del trapassato, la descrizione dei suoi interessi culturali, delle opere da lui scritte, del suo carattere e dei suoi meriti e la processione che l'ha accompagnato al cimitero o 'Bet 'olamim', casa dell'eternità, con davanti un gruppo di ragazzi con un cero acceso in mano. Dalla lettura dei dati sulla vita dei singoli membri, donne comprese, è possibile evidenziare con certezza professioni e caratteristiche sociali, che aiutano a chiarire le dinamiche dell'integrazione di un nucleo ebraico dell'Italia settentrionale, ben radicato nel territorio dove vive e interagisce con la maggioranza cristiana di cui numericamente raggiunge il dieci per cento. La comunità ebraica di Lugo si formò, infatti, come effetto della Devoluzione del Ducato di Ferrara al Papa, avvenuta nel 1598, quando il nuovo sovrano obbligò gli ebrei a concentrarsi solo in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Attraverso l'analisi paleografica delle diverse mani che in due secoli hanno compilato il manoscritto e grazie alla versione italiana delle parti più significative in esso contenute, si ricostruisce la vita quotidiana di una piccola ma importante comunità ebraica della pianura padana che nell'era del ghetto, fra Sei e Settecento, fu una delle più importanti 'Yesivot'. I suoi rabbini, maestri e intellettuali ci hanno lasciato, anche se sparsi per il mondo, da Israele, all'Europa e agli Stati Uniti, una quantità incredibile di testi ebraici manoscritti, di registri con i verbali delle sedute del Consiglio e delle confraternite di carità, da intere opere di commento al Talmud a trattati vari, da quesiti e responsi a testi e preghiere in ebraico. Arricchiscono il libro dati statistici... -
Spie di nessun paese. Le vite segrete alle origini di Israele
Spie di nessun paese rende omaggio a quattro vite straordinarie e ci fornisce un punto di osservazione privilegiato per comprendere la complessità della società israeliana contemporanea e l'evoluzione dei suoi famosi servizi d'intelligence.«Una narrazione sul destino e sulle scelte degli uomini» - Wlodek Goldkorn, RobinsonrnrnIl 14 maggio 1948 la nave Euryalus lascia il porto di Haifa. A bordo c'è l'ultimo Alto Commissario britannico per la Palestina. È la fine del dominio coloniale inglese in Medio Oriente. Da questo momento la tensione tra ebrei e arabi diventa incontenibile, abbandonando le forme più clandestine della guerra civile e trasformandosi in vero e proprio conflitto armato. Sul fronte ebraico, a svolgere un ruolo fondamentale in questa nuova fase furono le operazioni dell'Alba , meglio nota come «Sezione araba», un'unità formata da giovani ebrei provenienti dal mondo arabo e cresciuti a stretto contatto con la cultura islamica. I membri della Sezione «si distinguevano dagli ebrei europei per la tonalità sbagliata della pelle e per l'accento», e potevano così facilmente infiltrarsi nei paesi nemici e svolgere attività di spionaggio, raccolta di informazioni e sabotaggio. Erano i Mista?arvim , «quelli che diventano come arabi». Erano i primi agenti segreti di Israele, le radici dimenticate del Mossad. Tra azioni spericolate e vicende profondamente umane, nei vicoli di Haifa o sui tetti di Beirut, Matti Friedman segue quattro di queste giovani spie dal gennaio 1948 all'estate 1949. Venti mesi cruciali per la nascita e la futura identità dello Stato ebraico. -
Bibbia ebraica. Profeti posteriori. Testo ebraico a fronte
Terzo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Il presente volume presenta: Isaia, Geremia, Ezechiele e i dodici profeti. -
Bibbia ebraica. Agiografi. Testo ebraico a fronte
Quarto e ultimo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Menachem Emanuele Artom (Salmi), Paolo Nissim (Proverbi), Dario Disegni (Giobbe; Daniele), Aldo Luzzatto (Meghilloth), Samuele Avisar (Ezra-Nehemia), Giuseppe Laras (Indici). -
Bibbia ebraica. Pentateuco e Haftaroth. Testo ebraico a fronte
Primo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Alfredo Sabato Toaff (Genesi), Dario Disegni (Esodo), Menachem Emanuele Artom (Levitico), Ermanno Friedenthal (Numeri), Elio Toaff (Deuteronomio), Elia Samuele Artom (Haftaroth), Alfredo Ravenna (Indici). -
Bibbia ebraica. Profeti anteriori. Testo ebraico a fronte
Secondo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Il presente volume contiene in particolare: Giosuè, Giudici, 1 Samuele, 2 Samuele, 1 Re, 2 Re. -
Lettere a Hans Rosenkrantz-Briefe an Hans Rosenkrantz
Vengono qui pubblicate, con il testo originale tedesco, le ventiquattro lettere e sei cartoline che Stefan Zweig (1881-1942) inviò al giovane Hans Rosenkranz (1905-1956) tra il 1921 e il 1933. Il carteggio documenta un'amicizia inconsueta, che si esprime tramite la partecipazione di Zweig alla vita e alla carriera dell'altro, attraverso una solerte e affettuosa attività di mentorato. Accomunati dalle loro radici ebraiche, dal loro talento e da progetti editoriali, fitto è nell'epistolario lo scambio di opinioni su questioni letterarie, politiche, identitarie e sioniste, in costante riferimento alle coeve pubblicazioni di Zweig. Chi ha dimestichezza con la pagina dello scrittore austriaco riconoscerà, in queste lettere, una personalità che, di fronte all'imminente nazionalsocialismo, vi contrappone i propri ideali cosmopoliti ed europeisti. Al lettore del carteggio si offre, pertanto, un ampio panorama della società e della cultura nei concitati anni della Repubblica di Weimar attraverso una serie di testimonianze vergate in prima persona, di rara sincerità e di stringente attualità. Introduzione di Susan Baumert. Trascrizione di Susan Baumert e Francesco Ferrari. -
Talmud babilonese. Trattato Chaghigà. Testo ebraico a fronte
Chaghigà significa letteralmente ""festività"""", """"festeggiamento"""". La Torà (Es. 23,16-17 e Deut. 16,16-17) prescrive che, in tre occasioni all'anno (Pèsach, Shavu'òt e Sukkòt), tutto il popolo debba recarsi in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme. La Torà regolamenta con precisione i sacrifici pubblici da compiersi in queste occasioni. Aggiunge anche che il pellegrino, singolarmente, non doveva presentarsi a mani vuote, ma doveva portare delle offerte; non dice però chiaramente quali fossero queste offerte. Il primo argomento affrontato in questo trattato è appunto la definizione dei tipi di offerte da portare, essenzialmente dei sacrifici. Nel primo capitolo del trattato si discute sulla natura di questi sacrifici, sull'estensione del loro obbligo alle varie categorie di persone e sul tempo in cui essi dovevano essere offerti; su come regolarsi in base alle proprie condizioni economiche e al numero dei commensali; sui tempi in cui i vari sacrifici dovevano essere presentati nel corso della festa. Alla fine, si svolgono importanti considerazioni sui rapporti tra le regole consolidate e le loro fonti bibliche, che in alcuni casi possono essere molto limitate. I vari argomenti trattati, essenzialmente giuridici, offrono l'occasione a ampie e notevoli divagazioni aggadiche, racconti e aneddoti. La particolarità che rende famoso questo trattato è però nel secondo capitolo, in cui, prendendo spunto da argomenti delicati che è bene siano insegnati a un pubblico selezionato, si apre una parentesi fondamentale che raccoglie una serie di insegnamenti sulla mistica ebraica e rappresenta uno dei nuclei più antichi a nostra disposizione su questo argomento. Proprio in ossequio al principio che certi argomenti debbano essere trattati con discrezione, gli insegnamenti sono solo in apparenza comprensibili ed è molto più ciò che si nasconde di ciò che viene rivelato. Vi sono comunque delle storie affascinanti come quelle che riguardano i destini drammatici dei Maestri entrati nel Pardès (il """"giardino"""" della mistica), da rabbì Aqivà uscito indenne, a Elishà ben Avuyà, detto Achèr, """"l'Altro"""". Si passa quindi all'introduzione di un problema che occuperà tutto il terzo capitolo. La presentazione al Tempio e il consumo della carne sacrificale richiedeva l'attenta osservanza delle regole di purità. Nell'ambito delle famiglie rabbiniche e di un pubblico ristretto a esse collegate si era consolidata una tradizione di rigorosa osservanza delle regole di purità, da applicare anche nell'alimentazione profana. Coloro che seguivano queste regole (tra di loro si chiamavano chaverìm, """"colleghi"""") dovevano necessariamente staccarsi dal popolo che, benché non disattento, non era puntigliosamente scrupoloso rispetto a tutti i dettagli e non dava totali garanzie di affidabilità. Durante i pellegrinaggi, quando tutto il popolo si riuniva insieme e circolavano merci e recipienti, questi problemi diventavano comuni e urgenti. Di tutto questo si occupa l'ultimo capitolo, con un esame attento di alcune regole speciali di purità e con una casistica su oggetti e beni. In sostanza, il trattato Chaghigà, malgrado le sue ridotte dimensioni, è molto vario per gli argomenti trattati e per diversi livelli di difficoltà. Piuttosto difficile sia per la materia trattata che per la finezza delle discussioni nell'ultimo capitolo, eminentemente giuridico; seducente per le divagazioni aggadiche...