Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1141-1160 di 10000 Articoli:
-
Leggere la Torà
Le letture fondamentaliste dei testi sacri proiettano sul nostro tempo un grave pericolo per la libertà. Gli studi scientifici, da parte loro, omettono il richiamo spirituale che tali testi esercitano. Questo saggio propone una lettura spirituale della Torà secondo la tradizione ebraica che si rivela altrettanto scrupolosa della lettura scientifica e che ne rende eterna la parola perché il suo senso è eternamente rinnovato. Leggere la Torà è un lavoro di interpretazione e nello stesso tempo un coinvolgimento del sé. Si tratta di elevarsi ed elevare il mondo. La Torà ci parla del nostro presente e non offre soluzioni preconfezionate: i versetti parlano al lettore qui e ora, sollecitano la sua intelligenza e il suo cuore a trovare risposte al cui centro vi sia sempre il volto dell'altro. -
Ricami su ferro
Scrivere poesia è, per Agi Mishol, «trovare le parole tra cui scocchi una scintilla elettrica». Scintille che illuminano con il loro bagliore improvviso frammenti di vita quotidiana, il profilo di un oggetto, l'emozione di un incontro, la tenerezza di un contatto o di un ricordo. Figlia di una tradizione poetica millenaria, Mishol si muove nella realtà che la circonda trasfigurando la banalità del quotidiano, conferendo significati inattesi a gesti, momenti e paesaggi che credevamo di conoscere. Allo stesso modo il suo sguardo ora dolente e compassionevole, ora graffiante, ma sempre alieno da ogni retorica, si posa su squarci di storia recente e contemporanea sollecitando nuovi interrogativi e nuove risposte. -
Temporalità e umanità. La diacronia in Emmanuel Levinas
Riflettere sulla nozione di «diacronia» in Emmanuel Lévinas significa sforzarsi di portare a datità il senso che da essa scaturisce nella nuova accezione che il filosofo ebreo lituano le conferisce: ovvero intendendola tutt'altrimenti che nella mera accezione linguistica di Ferdinand de Saussure. In un'era segnata dallo scacco della sincronia ci pare quanto mai centrale sostare sullo stretto rapporto che si dà tra temporalità e umanità. Al tempo degli orologi si contrappone il ""frattempo"""" o """"lasso di tempo"""" diacronico che è. innanzitutto, un tempo che """"eviene"""" tra me e l'altro. Di qui le implicazioni con il linguaggio, il paradosso di un """"allora insegnato"""" che si fonda sul sapere d'angelo di un """"io sono"""" di carne e di sangue che, suo malgrado, è chiamato a farsi responsabile prendendo sul serio il tempo e l'altro."" -
Le lettere del cielo. Da Alef a Tav, dall'Infinito al cielo
Frutto di un'approfondita ricerca tra le fonti della Cabbalà, compresi testi difficilmente accessibili e mai tradotti, questo nuovo libro di Yarona Pinhas si presenta come una raccolta di insegnamenti e suggestioni legati alla tradizione spirituale che ruota attorno all'alfabeto ebraico. Citando Gershom Scholem, le lettere ebraiche sono nella tradizione mistica le configurazioni della forza creatrice di Dio e non esiste un mondo spirituale se non a partire dal linguaggio e dai segni potenti che gli danno voce. La comprensione della Creazione e delle sue energie passa necessariamente dai misteri che si celano nelle lettere; al tempo stesso la nostra presenza nel mondo, il saper vivere pienamente ed eticamente passa dalla consapevolezza della forza insita nella singola lettera e dell'importanza di un uso corretto del linguaggio. Questo libro vuole essere uno strumento per lo studioso di Cabbalà ma anche una porta d'ingresso, fatta di allusioni e fascinazioni, per chiunque percepisca il richiamo della mistica e la potenza delle lettere con cui l'universo è stato creato. -
Presidenti. Le storie scomode dei fondatori delle squadre di calcio di Casale, Napoli e Roma
Raffaele Jaffe, l'uomo che regalò a Casale un incredibile scudetto alla vigilia della Grande Guerra. Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una stagione contraddistinta da tante felici intuizioni. Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Tre protagonisti del nostro calcio, oggi quasi del tutto dimenticati. Fu il fascismo, e più precisamente furono le leggi razziali, a renderli degli indesiderati. Ascarelli era già morto da tempo quando le leggi entrarono in vigore. Ma ciò non gli evitò una feroce ritorsione postuma. Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo da tempo, furono messi ai margini della società. Il preludio a quello che sarebbe successo di lì a poco. Il fascistissimo Sacerdoti, in clandestinità, riuscì a scamparla. Jaffe invece, arrestato da militi in camicia nera, terminò la sua vita ad Auschwitz. Questo libro vuole ricostruire le loro storie, non accontentandosi di ripercorrere cronologicamente fatti e situazioni. È uno sguardo d'insieme a una stagione di scelte e responsabilità, in ogni senso. Perché l'orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista riguarda un po' tutti. Rileggerla attraverso lo sport, linguaggio universale per eccellenza, può forse aiutare a fare chiarezza. E al tempo stesso contribuire ad aprire nuove strade, a rafforzare la sfida di una memoria realmente consapevole. -
Rete! 11 racconti sul calcio
Le città parlano, basta ascoltarne le voci, i suoni, i rumori. Ma le città comunicano anche tra loro, se le fai raccontare dagli scrittori. Quelli con la passione per il calcio, per esempio: hanno una lingua in comune, con cui dribblare le distanze e smarcarsi da confini e incomprensioni. Perché condividono una piccola ma preziosa prospettiva fatta di gioco e di parole, che parte da un rettangolo di prato con le porte e finisce chissà dove. Magari sul palco di un teatro, in mezzo agli studenti oppure tra le pagine di un libro. E oltre ancora. """"""Roma-Tel Aviv: Letteratura Football Club"""" è una partita giocata prima al Maxxi, cinque racconti per parte, poi sul campo di Cinecittà, 11 contro 11. Nel mezzo, l'incontro con le ragazze e i ragazzi di una scuola media superiore del Prenestino, coinvolta per sensibilità e affinità, perché qualcosa rimanga e possa essere anche declinato al futuro. Oltre i gol e le letture, gli applausi e i sorrisi. Fino a questo libro, con le città che si parlano, Roma e Tel Aviv, usando la lingua del calcio"""". (Dalla premessa di Marco Mathieu)."" -
Gli otto capitoli. La dottrina etica
In quest'opera Maimonide enuncia la dottrina etica dell'ebraismo. Sentendo l'intimo legame fra l'uomo e Dio e respingendo il concetto di una morale autonoma e utilitaristica, egli rivolge la sua attenzione ai moventi spirituali che determinano l'azione morale, arrivando ad affermare che la vera moralità si attua nel fare il bene per il bene, senza attendersi da ciò altra conseguenza che non sia quella derivante dalla stessa esecuzione dell'azione morale. Attraverso vere e proprie dissertazioni sui diversi temi di etica che danno il titolo agli otto capitoli, Maimonide sottolinea la necessità che l'uomo conosca il proprio io più intimo per poter accedere alla vera dimensione etica, in cui le azioni sono strumenti di elevazione spirituale. In questo sforzo di innalzamento, l'uomo, armonizzando le proprie energie spirituali, sarà in grado di vivere lontano da qualsiasi eccesso e riuscirà ad acquisire una percezione di Dio adeguata al proprio potenziale spirituale. -
Da Primo Levi alla generazione dei «salvati». Incursioni critiche nella letteratura italiana della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri
Come si evince sin dal titolo - ""Da Primo Levi alla generazione dei «salvati». Incursioni critiche nella letteratura italiana della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri"""" - il presente volume si propone di esplorare il tema della deportazione italiana in un'ottica il più possibile inclusiva, che permetta di offrire una lettura critica dell'insieme delle testimonianze della letteratura genocidiaria a firma maschile e femminile, entro e oltre la memorialistica. Dal corpus testimoniale, composto degli scritti degli uomini e delle donne sopravvissuti alla Shoah, passando dalle rappresentazioni dei grandi poeti del novecento e arrivando, infine, alle """"disseminazioni"""" cinematografiche e musicali della Shoah nella cultura di massa del nuovo millennio, il volume ambisce a fornire una panoramica delle modalità di rappresentazione e di indagine critica di un evento che scardina i presupposti etici, politici e antropologici dell'Europa moderna, e le cui ombre si allungano fino alla contemporaneità più vicina. Premessa di Tatiana Crivelli."" -
Himmo re di Gerusalemme
Mentre fuori infuria la battaglia, nella quiete del monastero adibito a ospedale i soldati feriti affrontano il proprio destino, a volte con sarcasmo altre con sconforto. Tra loro c'è Himmo, che era così bello da essere chiamato ""re di Gerusalemme"""". Dal suo magnifico corpo è rimasta intatta solo la bocca, una bocca sensuale, carnosa, perfetta. Basterà per far innamorare Hamotal, giovane infermiera appena entrata in servizio. Himmo implora di essere ucciso e nessuno comprende come possa essere ancora in vita nonostante le ferite mortali. Solo Hamotal continua a curarlo; poi si dedicherà soltanto a lui, ma la dedizione e il sentimento che prova per il giovane soldato le consentiranno di accettare l'unico desiderio di Himmo? Tra le parole di scherno degli altri soldati, quelle indifferenti dei medici e quelle consolatorie di Clara, ultima suora rimasta nel monastero, Hamotal cerca la soluzione a quel dramma affrontando una crisi interiore che tocca le radici del mistero dell'esistenza. E intanto suonano le campane del monastero come cupi avvertimenti e i tamburi della guerra continuano a battere incuranti delle vite che pulsano tra le mura dell'antico monastero."" -
Grandangolo
Vincitore Premio Viareggio Rèpaci Opera Prima 2018rnrnPer crescere bisogna cambiare, ma per cambiare ci vuole coraggio, soprattutto se sei nato in una comunità ultraortodossa come Ezra Kramer, il protagonista di questo romanzo, un ragazzo con un'innata passione per la fotografia che sente potente il richiamo del mondo - che è là fuori e chiede solo di essere vissuto. La sua storia è un percorso di scoperta ed emancipazione - religiosa e sessuale - attraverso mondi diversi e lontani, dalla comunità ultraortodossa di Brighton alla New York dell'alta moda, dalla primavera araba in Bahrein alla trasgressiva e libera Tel Aviv. E lungo la via Ezra incontrerà altri giovani, ognuno con la sua storia e le sue lotte alla ricerca della propria realizzazione. Alcuni lasceranno in lui una labile traccia, altri invece li sentirà fratelli perché come lui hanno dovuto affrontare la prova più dura, abbandonare la famiglia per guadagnare la propria libertà. -
La mia Torah. Bereshìt, Genesi per ragazzi
viene letta una parte, parashàh. Bereshìt - Genesi: il racconto della creazione del mondo e le vicende che si susseguono da questo evento fino alla morte di Yosef. Il volume propone a bambini e ragazzi la lettura del testo biblico con un riadattamento che resta rigorosamente fedele al testo originale. Con il metodo dell'ipertesto si sono inseriti note, chiarimenti, glosse. Al termine di ogni parashàh sono riportati approfondimenti tratti dai commenti degli antichi maestri, dalle interpretazioni dei saggi e dalla letteratura midrashica. A seguire viene proposta ai lettori una serie di attività e giochi che servono ad arricchire la materia trattata, invitando alla rilettura, alla rielaborazione e all'interpretazione personale. I richiami all'interno del testo, nelle loro varie forme, gli approfondimenti, i giochi, le attività, sono tesi a raggiungere l'obiettivo di far sentire il lettore soggetto attivo nel racconto biblico, orientandosi nello spazio e nel tempo della narrazione, di stimolarne lo spirito critico, di indirizzarlo a cercare più risposte possibili per la spiegazione di un evento o di un comportamento, guardando gli eventi da vari punti di vista. L'intento è quello non solo di insegnare la storia biblica, ma di educare al gusto di saperne di più, scoprendo i valori universali della Torah. Età di lettura: da 9 anni. -
Oh ghetto amore mio
Il nonno polacco di Eduardo Halfon arrivò in Guatemala nel 1946 dopo essere sopravvissuto alla Shoah e non tornò mai in Polonia. Aveva sempre proibito alla sua famiglia di andarci. I polacchi, diceva, ci hanno tradito. Ma poco prima della sua morte Eduardo disse ancora una volta al nonno che voleva visitare Lodz, la sua città natale. Ma lui ancora una volta si arrabbiò e sbatté la porta. Però, poco dopo, tornò con un foglietto dove c'era scritto l'indirizzo della sua casa a Lodz e lo dette al nipote come un ordine o un'eredità. Questo racconto è la storia di dove quel foglietto ha finalmente portato Eduardo: in Polonia, nelle vecchie strade di Lodz. -
Gli ebrei italiani nella Grande Guerra /1915-1918). Atti del convegno (Museo Ebraico, Bologna, 11 novembre 2015)
Presentata dagli interventisti come quarta guerra d'indipendenza, la prima guerra mondiale viene interpretata dalla maggior parte degli ebrei italiani come un'occasione per portare a compimento il processo di emancipazione iniziato in età napoleonica e portato avanti con il risorgimento. Riviste come «Il Vessillo Israelitico» si fanno promotrici dell'intervento armato, chiamando i correligionari a prendere le armi per dimostrare la loro fedeltà alla patria che ha riconosciuto il loro pieno diritto alla cittadinanza e la loro uguaglianza di fronte alla legge. In proporzione, rispetto all'esiguità numerica delle comunità ebraiche, la partecipazione dei cittadini di fede israelita alla guerra è quanto mai ampia, e sorprendentemente elevato è tra essi il numero dei graduati rispetto ai soldati semplici, dato che si può forse spiegare con il livello di istruzione mediamente più elevato tra gli ebrei che tra i non ebrei. Parecchie donne, portando avanti la tradizione filantropica radicata nella tzedakah, si adoperano per portare aiuto alle vedove e agli orfani dei caduti o alle famiglie rimaste senza sostentamento durante la permanenza al fronte degli uomini. Sono donne che, lavorando in prima persona e prodigandosi per gli altri senza fare distinzione di censo o di religione, danno un contributo notevole al paese negli anni critici del conflitto. Voci di perplessità o di aperto dissenso, nel dilemma se fosse preferibile combattere da italiani a fianco degli italiani, o astenersi dal rischio di spargere il sangue dei confratelli arruolati negli eserciti avversi come cittadini dei paesi nemici, si fanno per contro sentire tra gli ebrei come nel resto della società italiana. Non mancano, infine, le riflessioni sulle ripercussioni che la partecipazione o meno alla guerra può avere sul movimento sionistico in atto nel mondo ebraico italiano ed europeo. In occasione del centenario della Grande Guerra anche il Museo Ebraico di Bologna ha voluto dare il suo contributo all'approfondimento degli studi su questo avvenimento storico organizzando un convegno sulla partecipazione degli ebrei al primo conflitto mondiale. Del convegno, articolato in due sessioni - una generale e una specifica sull'Emilia-Romagna - il presente volume raccoglie gli interventi di Bruno Di Porto, Anna Foa, Mario Toscano, Antonino Zarcone, Gabriele Rigano, Massimo Cultraro, Monica Miniati, Mirtide Gavelli, Ines Miriam Marach, Luigi Davide Mantovani, Gabriele Fabbrici. -
Come i rabbini fanno i bambini. Sessualità, trasmissione, identità nell'ebraismo
In un'epoca di crisi, cosa significa appartenere e trasmettere? Contrariamente a ciò che affermano i fondamentalismi, la trasmissione di un retaggio non deve essere una replica dell'identico. Oggi come ieri, per far emergere l'inedito essa dipende da una parziale infedeltà. Coniugando filiazione e rottura, la tradizione ebraica si rinnova nutrita dal suo incontro con gli altri. Ciò implica l'apertura allo straniero, così come l'apertura al femminile. Questo libro è dunque prima di tutto un'esortazione a fertilizzare i testi sacri con letture inedite. Con questa visione aperta della religione, Delphine Horvilleur rivisita alcuni episodi della Genesi, in particolare quelli di Adamo ed Eva, Caino e Abele: la storia biblica dei primi genitori e dei primi figli dell'umanità. Tre sono poi i temi affrontati: come si forma, secondo l'ebraismo, un genitore, una identità e un desiderio, ossia la possibilità di generare il futuro. Con chiarezza e humour, citando la Torà e II Talmud, ma anche Romain Gary e Amos Oz, la Horvilleur conclude il suo libro con una analogia tra il testo sacro e il femminile, dotati entrambi della capacità di crescere e moltiplicare. -
Ma cos'è una... mitzvà? Ediz. a colori
Non la si può toccare e non ha un odore (a meno che non si tratti di una minestrina di pollo fatta in casa). Non la si può comprare e la si riconosce dalla calda sensazione di felicità che proviamo nei nostri cuori quando facciamo delle buone azioni. Ma cos'è? Età di lettura: da 5 anni. -
Gli occhiali del sentimento. Ida Bonfiglioli: un secolo di storia nella memoria di un'ebrea ferrarese
Ida Bonfiglioli, ebrea antifascista ferrarese, a novantanove anni festeggia la visita del nipote con un gesto guascone: una gita a tutta velocità sulla sua spider. Ha ancora lo stesso spirito anticonformista e battagliero della gioventù quando il 21 settembre 1941 corre al tempio israelitico della sua città per fotografare lo scempio operato dai fascisti che distruggono arredi e oggetti sacri. Suo marito è già stato mandato al confino per la sua opposizione al regime e i due figli cacciati dalla scuola. In un racconto-intervista, la protagonista, ripercorrendo le vicende drammatiche della sua famiglia, narra un secolo di storia italiana, dal padre irredentista che si lascia morire a Vienna pur di non combattere per l'Austria, alle leggi razziali, alla strage della lunga notte del '43 e alla fuga in Svizzera durante la quale la madre viene catturata dalle SS. E lo fa infilando gli occhiali nelle cui stanghette è celato l'apparecchio acustico, gli ""occhiali del sentimento"""" come li chiama, giocando sul doppio senso fra udito e cuore. Ne emerge il ritratto di una donna lucida e dalla grande umanità che sopporta lutti e dolori con un'arma formidabile: quella dell'ironia. Profonda conoscitrice della musica classica, lettrice vorace di gialli, Ida accanto al ricordo dei parenti mai più tornati dai lager descrive i giorni spensierati delle partite di tennis in casa dello zio Silvio Finzi-Magrini, alla cui figura si ispira Giorgio Bassani nel romanzo """"II giardino dei Finzi-Contini"""". E ancora rievoca la ricostruzione postbellica attraverso aneddoti e curiosità sui concerti organizzati a palazzo Bonfiglioli con grandi pianisti come Benedetti Michelangeli e Dallapiccola. Un libro che parla di passione politica e coraggio, di processi della vergogna e gesti di altruismo. E del piccolo segreto che Ida nella sua lunga vita non ha mai svelato."" -
Melodie ebraiche
Le ""Melodìe ebraiche"""", scritte da Heinrich Heine (1797-1856) quando era ormai prostrato dalla malattia, concludono il """"Romanzero"""", la sua ultima raccolta poetica, e rappresentano per certi versi il suo testamento spirituale nonché l'omaggio alla religione dei padri. In quest'opera il poeta cerca di far rivivere il mondo, che tanto lo affascinava, degli ebrei spagnoli nell'epoca aurea della cultura ebraica entro la sfera intellettuale araba. Le """"Melodie ebraiche"""" rappresentano pertanto una sorta di approdo spirituale dopo i tentativi di sganciarsi, attraverso la conversione, dal mondo ebraico, sentito come ostacolo alla piena integrazione nella società e nella cultura tedesca. Cantando i poeti ebrei di Spagna Heine riesce a ridare voce a una tradizione millenaria. Sarà dunque proprio il linguaggio della poesia il luogo privilegiato in cui l'ebraismo di Heine troverà una """"patria"""" e un rifugio. Il saggio introduttivo di Liliana Giacoponi si sofferma in particolare su un'identità scissa tra ebraismo e germanesimo, mostrando come il rapporto complesso con l'ebraismo, a partire dall'opera giovanile """"Almansor"""" del 1820 e dal """"Rabbi di Bacharach"""" (già iniziato negli anni fra il 1824 e il 1826 ma pubblicato solo nel 1840), caratterizzi comunque l'opera di Heine. La traduzione di Giorgio Calabresi qui utilizzata è accompagnata da un apparato di note che permette di ricostruire, in maniera meticolosa, il contesto in cui si muove l'autore."" -
Lombardia judaica. I secoli aurei di Mantova e un caso emblematico della Shoah milanese
Il Progetto ""Rimon - Percorsi ebraici e comunità locali in Lombardia"""", cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, ha preso l'avvio nel 2013 con il coordinamento della Comunità Ebraica di Milano. Il risultato più evidente è la realizzazione del sito www.itinerariebraici.it, - prima rete dedicata all'ebraismo lombardo, in particolare per le province di Mantova, Cremona, Brescia e Milano -, che individua le risorse culturali di un territorio significativo per estensione e per rilevanza storica. L'analisi delle dinamiche storiche che hanno condotto alla nascita, al consolidamento e alla mobilità delle comunità ebraiche lombarde è alla base di Rimon, che prevedeva interventi strutturali per il recupero o la valorizzazione di luoghi storici della memoria ebraica, attività di formazione in merito alla cultura ebraica in Lombardia e iniziative di animazione territoriale, soprattutto con riferimento all'enogastronomia e alla fruizione dei beni storico-architettonici ebraici. La Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus si è occupata del planning di eventi, materia in cui vanta una lunga tradizione. Una prima iniziativa ha riguardato, nel maggio 2015, l'organizzazione a Viadana e Mantova di un convegno dedicato alla figura dell'importante rabbino Marco Mortara, che ha prodotto la pubblicazione della monografia """"Nuovi studi in onore di Marco Mortara nel secondo centenario della nascita"""", a cura di Mauro Perani ed Ermanno Finzi, «Quaderni di Materia Giudaica» 5, Editrice Giuntina, Firenze 2016. Il presente volume illustra le proposte culturali della Fondazione Sanguanini, in partnership con la Fondazione Bondoni Pastorio di Castiglione delle Stiviere, concretizzatesi in tre incontri su fatti e figure dell'ebraismo lombardo fra Rinascimento ed età moderna (Mantova e Castiglione delle Stiviere, ottobre-dicembre 2015). L'auspicio dei curatori è che altri capitoli si aggiungano in futuro a questo primo volume di """"Lombardia judaica"""", nel quale si è mirato a focalizzare l'età aurea di Mantova, la stagione d'idee, invenzioni e progetti intellettuali, che si stende tra il Quattro e il Seicento, i secoli del dominio gonzaghesco. In antitesi a tale periodo aureo, è la narrazione del fato della milanese Liliana Segre nel quadro della Shoah."" -
I paradigmi della mobilità e delle relazioni: gli ebrei in Italia. In ricordo di Michele Luzzati
Questo volume nasce dalla raccolta delle relazioni presentate al convegno organizzato dal MEIS a Ferrara nei giorni 27-28 aprile 2015 secondo un progetto elaborato da Marina Caffiero, Serena di Nepi, Anna Esposito e Bice Migliau per rendere omaggio allo storico dell'ebraismo italiano Michele Luzzati recentemente scomparso. L'idea era quella di sottolineare e analizzare i temi e le interpretazioni che gli erano cari e che in molti casi hanno rovesciato luoghi comuni consolidati: da essi infatti ha preso le mosse gran parte della storiografia più recente e più originale sulla storia degli ebrei in Italia. Nei saggi che compongono il volume studiosi affermati e giovani ricercatori ragionano nel lungo periodo e sulla base di fonti inedite sulla mobilità e le relazioni ebraico-cristiane in Italia, i due pilastri del lavoro ancora attuale di Michele Luzzati. Con i contributi di: Luca Andreoni, Miriam Davide, Laura Graziani Secchieri, Giancarlo Lacerenza, Dora Liscia Bemporad, Arturo Marzano, Paolo Pellegrini, Rossella Rinaldi, Mafalda Toniazzi, Elisabetta Traniello. -
Adamo risorto
Un libro rivoluzionario, un’opera che ha cambiato il modo in cui la Shoah poteva essere rappresentata nella letteratura israelianarnrnIl protagonista Adam Stein è sopravvissuto alla guerra grazie al suo talento di clown: il suo ruolo nel campo di concentramento era quello di ingannare le persone che andavano incontro alla morte e di fare la parte del cane per il comandante. Un testo duro, che ha come scenario un avveniristico Centro di riabilitazione e terapia situato nel cuore del deserto del Neghev e che alterna momenti tragici ad altri comici, un testo che può apparire sconcertante per il suo anticonformismo. Eppure, a dimostrazione del suo valore, Adamo risorto è stato tradotto in numerose lingue, ristampato più volte in tutto il mondo, e ridotto in versioni teatrali e cinematografiche. Kaniuk compie in questo romanzo un difficile esperimento, quello di raggiungere, anche attraverso il grottesco e l’assurdo, la radice della follia che incombe su chi ha vissuto l’esperienza della Shoah, raccontando la perdita, il crollo delle prospettive e della lucidità, il terrore e lo sradicamento, come anche gli ultimi barlumi di luce che tengono a galla i sopravvissuti.