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Il libro di Ester. Ediz. ebraica e italiana
La Meghillat Estèr (Rotolo di Ester) è un libro della Bibbia ebraica e fa parte dei Ketuvìm (Agiografi). Nella Meghillat Ester si narra un episodio avvenuto tra il V e il IV secolo a.e.v. nell'impero persiano, dove viveva gran parte del popolo ebraico. La Meghillà descrive l'ascesa politica di Hamàn, primo ministro del re Assuero, che voleva sterminare la comunità ebraica il giorno 13 del mese di Adàr. Ester, una giovane ebrea scelta dal sovrano come sua regina in seguito al ripudio della prima moglie Vashtì, riuscì con l'aiuto del cugino Mordekhài a scongiurare la minaccia di sterminio. Alla fine del racconto Hamàn viene giustiziato, e il giorno che doveva essere di tristezza si trasforma in un giorno di gioia per il popolo ebraico. -
Eredità
Tre donne, «tre generazioni distanti legate dal silenzio». Sara è nata a Łódz nel 1926 e il diario che scrive a partire dall’agosto del 1939 inizia come un racconto ingenuo e allegro di un amore adolescenziale, ma pagina dopo pagina diventa la cronistoria dolorosa della vita degli ebrei del Ghetto di Łódz negli anni dell’occupazione nazista. Sopravvissuta ad Auschwitz e andata in Brasile, Sara proverà a ricominciare un’esistenza lontana dall’Europa e dai suoi orrori. Nel 1949 darà alla luce Clara, che fin da piccola dovrà imparare a convivere con le sofferenze abissali e le marmoree reticenze della madre. Le sue sedute di psicoanalisi, puntualmente trascritte, riveleranno come il trauma della Shoah continui a riverberarsi prepotentemente nelle generazioni successive, arrivando a contaminare perfino sua figlia Lola. Toccherà proprio alla nipote di Sara, giovane ricercatrice universitaria, spezzare questa maledizione trasmessa geneticamente: con le sue annotazioni, Lola tenterà di definire e affrontare la propria eredità familiare e i suoi muti dolori. Intrecciando abilmente le pagine del diario di Sara con gli scritti intimi di Clara e di Lola, Jacques Fux disegna un’architettura narrativa intensa e poetica in grado di arrivare alle viscere della psiche e lenire così la sofferenza. ""Eredità"""" è un romanzo che non fa sconti e che scioglie, grazie a tre voci femminili perfettamente orchestrate, i nodi aggrovigliati della memoria."" -
Norme sui fondamenti della Torà. Hilkhot yesodè ha-Torà
Questo piccolo ma denso libro costituisce il testo inaugurale del Mishnè Torà, l'innovativo codice halakhico di Maimonide. Prima di intraprendere la sistematizzazione dei precetti della tradizione ebraica, l'autore vi espone i criteri e le linee guida di questa operazione. Si tratta di impiegare idee della filosofia greco-araba applicandole all'ebraismo, nella profonda convinzione (così come si esprime Averroè, concittadino e contemporaneo del Rambam) che «la verità è una e da tutti i lati concorda con se stessa». In questo modo, però, non è solo Gerusalemme a mutare. La stessa Atene cambia di segno, finendo con il diventare, proprio grazie all'ebraismo, una sorta di amore intellettuale nei confronti del Dio ineffabile. Un libro dunque in cui si esprime la doppia fedeltà di Maimonide verso l'ebraismo e la filosofia e che propone una coesistenza tra queste due dimensioni che – per quanto difficile e precaria – risulta altamente creativa. Postfazione di rav Michael Ascoli. -
Pedagogia e rivoluzione. La «Repubblica dei Ragazzi» di Malachovka (1919-1939)
Le guerre hanno sempre causato vittime, ma, oltre a morti e feriti, un numero altissimo di vittime «invisibili» sono, ancora oggi, i bambini. Bambini abbandonati, orfani dopo la morte dei genitori, senza tetto, cibo o difesa di alcun tipo, a milioni popolavano le strade della Russia postrivoluzionaria fino agli anni trenta. Questo studio si occupa di un aspetto particolare del fenomeno del randagismo infantile: bambini e adolescenti ebrei di lingua yiddish - una minoranza etnica e linguistica nella Russia sovietica - che raccolti nella colonia di Malachovka, alle porte di Mosca, andavano inventando giorno dopo giorno un modo nuovo di vivere. La «Repubblica dei Ragazzi» la chiamava il suo direttore. Un bambino la fotografò, altri due ne scrissero la storia. Questo documento di coraggio e resilienza è anche un tassello della storia dell'ebraismo ashkenazita e un contributo, ancorché breve, alla storia della pedagogia moderna. -
Il silenzio che urla. L'attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982
Roma, 9 ottobre 1982. Dal Tempio Maggiore, la principale sinagoga della Capitale, sta uscendo una piccola folla di persone. È una bella giornata di sole e si è appena conclusa la funzione per la festa ebraica di Sheminì 'Atzeret. All'improvviso un'esplosione scuote l'aria. «Ci stanno tirando i sassi!» grida qualcuno. Ma non sono sassi. Sono bombe a mano che un commando di terroristi palestinesi sta scagliando su donne, uomini e bambini. Il piccolo Stefano Gaj Taché, di due anni, viene colpito mortalmente alla testa. Quel giorno del 1982, Gadiel Gaj Taché, il fratello di Stefano, aveva solo quattro anni e anche lui, come molti, fu gravemente ferito e la sua vita stravolta per sempre. Ecco perché queste pagine non sono la semplice ricostruzione di uno degli atti terroristici più feroci della storia italiana del Novecento. Tutt'altro. ""Il silenzio che urla"""" è un atto d'accusa nei confronti di chi in quegli anni ignorò o addirittura fomentò l'odio contro gli ebrei, ma è anche - e soprattutto - un diario intimo di dolore, rabbia e speranza: dolore per una tragedia che ha segnato irrimediabilmente le esistenze di una famiglia e di un'intera Comunità, rabbia per una verità che - dopo quarant'anni! - tarda ancora ad affiorare, e speranza che il ricordo di quanto avvenuto il 9 ottobre 1982 diventi una memoria collettiva in grado di proteggerci dai germi dell'antisemitismo."" -
Talmud babilonese. Trattato Sukkà
Il tema di questo trattato è la festa di Sukkòt. Questa festa, delle ""capanne"""" o dei """"tabernacoli"""", come veniva chiamata anticamente in italiano, è la terza, dopo Pèsach e Shavu'òt, delle tre feste di pellegrinaggio prescritte dalla Torà. È una festa che dura sette giorni, iniziando il 15 del mese di tishrì, cinque giorni dopo il giorno di Kippùr, con una appendice di un ottavo giorno finale di festa, Sheminì 'Atzèret. Nella sua istituzione biblica questa festa si caratterizza per due regole principali. La prima è quella della sukkà, la capanna: Nelle capanne (sukkòt) risiederete per sette giorni, ogni cittadino in Israele risiederà nelle capanne. Affinché le vostre generazioni sappiano che ho fatto dimorare i figli d'Israele nelle capanne quando li feci uscire dalla Terra d'Egitto (Lev. 23:42). La regola della capanna consiste nell'obbligo di trasferirsi nei giorni della festa dalla propria abitazione in una abitazione temporanea, il cui elemento distintivo è un tetto, che deve essere di materiale vegetale staccato dal terreno dove è cresciuto, che non sia stato ancora trasformato in un kelì, ossia in un recipiente o oggetto lavorato. Il motivo di questa regola è specificato nella Torà, e è quello di ricordare che quando gli ebrei uscirono dall'Egitto dimorarono in capanne, abitazioni precarie, e vi rimasero per i quaranta anni di peregrinazioni nel deserto prima dell'ingresso nella Terra promessa. L'altra regola, quella degli arba'à minìm, le quattro specie, è semplicemente prescritta ma non motivata: E prenderete per voi nel primo giorno il frutto dell'albero di bell'aspetto, rami di palma, ramo dell'albero dal fogliame fitto e salici di fiume, e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni (Lev. 23:40). La regola consiste nel prendere quattro specie vegetali, che la tradizione specificherà essere un cedro, un ramo di palma, due di salice e tre di mirto, e agitarle nelle giornate festive. Un'ampia tradizione successiva ha cercato di interpretare il senso di questa regola, che certamente si basa sul rapporto con il mondo vegetale e rappresenta l'unione di realtà differenti (che nelle varie interpretazioni simboliche possono essere le parti anatomiche di un essere umano, o le componenti di una comunità, o gli aspetti delle manifestazioni della realtà divina). La festa di Sukkòt si colloca in un momento particolare dell'anno, anticipando l'arrivo della attesa stagione delle piogge, e chiude il ciclo agricolo annuale; nel suo simbolismo comprende un legame con la terra e l'agricoltura, e un richiamo storico generico al periodo della permanenza nel deserto. Quindi, per molti aspetti, sottolineati proprio dal simbolo della capanna, è il momento in cui si riflette sulla debolezza e sulla precarietà dell'esistenza. Su questi temi, il trattato presenta numerose storie e leggende, suggestive e pregne di significato."" -
La matta di piazza Giudia. Storia e memoria dell'ebrea romana Elena Di Porto
Elena Di Porto non era affatto matta. Nata nel 1912 nell'antico Ghetto di Roma da un'umile famiglia ebraica, Elena era una donna dal carattere singolare e ribelle, profondamente anticonformista. Separata dal marito, indipendente, femminista ante litteram, antifascista convinta e temeraria, poco disposta ad accettare passivamente ogni forma di sopruso, nei suoi confronti ma anche - e soprattutto - nei confronti degli altri. Gaetano Petraglia, attraverso documenti d'archivio inediti e testimonianze orali, ricostruisce con precisione la vita di questa donna straordinaria, protagonista di una solitaria battaglia di resistenza personale contro l'emarginazione sociale, le angherie del regime e la persecuzione razziale: dalla giovinezza nel Ghetto, dove divenne presto figura nota e quasi mitica, ai reiterati ricoveri nell'Ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà; dagli scontri con le squadracce fasciste nel tentativo di difendere gli ebrei dall'ennesima violenza, all'esperienza alienante del confino in varie località della Basilicata; dal ruolo, divenuto presto leggendario, giocato da Elena durante l'occupazione nazista della Capitale e il rastrellamento del 16 ottobre 1943, fino all'ultimo disperato atto d'amore che le costerà la deportazione ad Auschwitz, e quindi la morte. ""La matta di piazza Giudia"""" è una biografia necessaria e commovente che restituisce alla nostra memoria collettiva una figura eroica, una donna che merita di essere inserita tra i grandi protagonisti dell'antifascismo italiano e tra le pioniere del femminismo, un archetipo di indipendenza, coraggio e infinita umanità."" -
L'albero del ghetto. Repertorio ragionato dello stato civile nella Comunità ebraica veneziana negli anni difficili dalla Grande Guerra alla Shoah. Vol. 2: 1915-1945
Il doveroso seguito di un resoconto anagrafico della Fraterna Israelitica iniziato con l'Unità d'Italia e che in questo libro raccoglie i dati dalla Grande Guerra alla Shoah. Anni difficili e dolorosi che hanno visto sconvolgimenti profondi per gli ebrei italiani. Il repertorio è inserito nel flusso della grande Storia e si snoda attraverso le generazioni in sincronia con il silenzioso susseguirsi di drammatici eventi, ma nel contempo anche di epocali avvenimenti nell'ambito della scienza. Vengono richiamate le problematiche che hanno condotto una fiorente e vitale Comunità a un irreversibile declino, ma anche curiosità e notizie poco note al grande pubblico. Completa il volume una raccolta di immagini che oltre a rappresentare una preziosa eredità culturale contribuisce in modo determinante a condurre il lettore in una realtà unica che fornisce talvolta spunti di ampio respiro emozionale. -
Memorie di famiglia. Piccole storie all'interno della grande Storia
I testi qui raccolti sono frutto delle narrazioni sulle vicende degli ebrei italiani dal 1938 al 1945 realizzate da undici anni dai figli e nipoti dei protagonisti al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani di Roma, in occasione del Giorno della Memoria. Importante mezzo di trasmissione della memoria famigliare, esse sono anche un pezzo della grande storia, e aprono finestre spesso inedite sui fatti drammatici di quegli anni e sul modo con cui questi fatti sono stati percepiti, vissuti e trasformati in memoria collettiva. Il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, inaugurato il 29 giugno 1902, nasce come orfanotrofio per accogliere bambini ebrei e offrire sostegno alle famiglie disagiate; funzione svolta massicciamente dopo le due guerre mondiali. Nel corso della sua storia è diventato anche un centro di prima accoglienza e dimora temporanea per gli ebrei profughi dalla Libia nel 1967 e dall'Iran nel 1979-80. Dal 1987 al 1997 il Pitigliani è diventato Bait Bet, una ""seconda casa"""", dove crescere all'insegna dell'educazione ebraica. Oggi, il Centro è un Ente Ebraico civilmente riconosciuto in base alla Legge n. 101 dell'8 marzo 1989 e svolge principalmente attività educative e assistenziali per i giovani della Comunità, con particolare riguardo alle famiglie più bisognose. L'assistenza, l'educazione, la diffusione della storia, delle tradizioni e dei principi dell'etica ebraica sono gli obiettivi che motivano l'opera quotidiana del Pitigliani. L'attività educativa è ispirata al Metodo Feuerstein per la cui formazione il Centro è accreditato presso il MIUR. Il Centro è aperto al pubblico e dedica un ampio spazio alle attività culturali organizzando, nel corso dell'anno, numerosi eventi finalizzati a diffondere la conoscenza della cultura ebraica, a promuovere il confronto su tematiche culturali e sociali nella convinzione che la conoscenza sia lo strumento attraverso il quale abbattere le barriere, superare i pregiudizi, promuovere la convivenza e il dialogo interculturale. La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali. Prefazione di Mario Venezia. Introduzione di Nando Tagliacozzo."" -
Lo sterminio degli ebrei. Tra storia e memoria
In che modo può essere interpretata e rappresentata la Shoah, lo sterminio di milioni di persone nel cuore stesso dell'Europa? Qual è il rapporto tra storia e memoria nella ricostruzione di quell'evento? Che ruolo devono avere lo sguardo e la voce delle vittime, accanto alla ricostruzione dell'ideologia, delle azioni politiche e burocratiche della distruzione di massa messe in moto dai nazisti? Questo volume, curato da Simon Levis Sullam, raccoglie i principali saggi di metodo di uno dei più importanti storici della Shoah. Friedländer si interroga sul funzionamento della memoria individuale e collettiva, sugli elementi di ambigua fascinazione con cui talora è rappresentato il nazismo, su quale sia la funzione dello storico nella narrazione dei drammatici eventi della ""Soluzione finale"""". Lo studioso mette in luce anche il proprio atteggiamento personale verso lo sterminio degli ebrei: tra una memoria traumatica, la capacità di integrarla nella narrazione senza prevaricare l'interpretazione storica, la possibilità di rielaborare assieme storia e memoria. In vista di una più profonda comprensione di una tragedia apparentemente incommensurabile."" -
Nuovi responsi di Torà dagli anni dell'ira
Dov'era Dio quando gli ebrei venivano bruciati? È a questa apparente assenza di Dio che la raccolta di omelie di Rabbi Kalonymus Shapira, tradotte per la prima volta in italiano, offre una risposta, profonda e affascinante. È una risposta saldamente radicata nel mondo spirituale di un Rabbi, che negli anni tragici del ghetto di Varsavia, nell'anticamera dello sterminio nazista, seppe far risuonare in modo straordinario la voce della Torà e con essa rinsaldare la speranza e la fiducia di tanti fratelli e sorelle con i quali si trovò a condividere l'ora più buia della storia. Midrash e Talmud, Rashi e cabbalà, l'intera tradizione d'Israele è compendiata nell'insegnamento di Shapira, che sa offrire ""nuovi responsi"""", cioè luci nuove e inaspettate sulla Torà, perché Dio non ha abbandonato il suo popolo, anzi soffre con esso, e attira i suoi fedeli nelle """"stanze segrete"""". Ed è lì, dove Egli piange per il dolore d'Israele, che l'uomo può incontrare l'assoluto del mistero di Dio e accoglierne la consolazione vera. Introduzione di Daniela Leoni."" -
I perpetratori della Shoah nella letteratura, nel cinema e in altri media
Almeno a partire dall'inizio degli anni Sessanta, la riflessione e le indagini sulla Shoah si sono giustamente concentrate soprattutto sulle vittime e quindi sui testimoni delle persecuzioni e dello sterminio. L'ottantesima ricorrenza il 20 gennaio 2022 del famoso e famigerato incontro presso la villa sul Wannsee, a sud-ovest di Berlino, in cui venne deliberata la Soluzione finale, suggerisce tuttavia un cambio almeno parziale di prospettiva, che metta a fuoco anche gli autori, vale a dire i perpetratori di quel crimine. Nella storiografia, un simile mutamento di paradigma ha avuto inizio già a partire dagli anni Novanta, quando una serie di importanti ricerche hanno cominciato a indagare non solo o non tanto le figure dei principali gerarchi e criminali nazisti, bensì anche le centinaia di migliaia di 'uomini qualunque', di giuristi, funzionari, burocrati, di semplici cittadini, studenti, lavoratori e buoni padri di famiglia che in diversi ruoli e con diverse modalità hanno preso parte attiva al più grande crimine dell'umanità. I contributi contenuti in questo volume intendono portare avanti queste ricerche e approfondire, in particolare, le diverse rappresentazioni dei perpetratori presenti nella letteratura, nel cinema o in altri media, per interrogarsi anche sull'evoluzione di tali raffigurazioni, che costituiscono l'espressione più immediata di quell'immaginario collettivo che esse stesse contribuiscono a formare. Saggi di G. Corni, La biografia di Hitler: una lunga storia; A. Goggio, Ridere del male? Rappresentazioni parodistiche e satiriche del Führer fra ieri e oggi; N. Brazzelli, ""Things are never as they seem"""": il giovane Adolf secondo Beryl Bainbridge; L. Fontana Fourel, Schöne Zeiten (Bei tempi): Sobibór e Auschwitz negli album ricordo di Johann Niemann e Karl Höcker; A. Costazza, Il paradosso del mentitore: Rudolf Höss in letteratura e al cinema; L. Bernardini, Un boia loquace: Jürgen Stroop nella cultura polacca; C. Flinz, Il discorso di Goebbels allo Sportpalast di Berlino: Un'analisi linguistica; V. Pobbe, """"In piedi! Entra la Corte"""". La rappresentazione dei criminali nazisti all'interno delle aule di tribunale; D. Manera, Francisco Boix e El triángulo azul; F. Haas, Il peso della Storia tedesca: carnefici e vittime della Shoah nel romanzo Jahrestage di Uwe Johnson; S. Apostolo, Tra 'Täterforschung' e 'Familienforschung'. Christian Kracht, il nazismo e l'analisi della colpa in Eurotrash; F. Prina, L'enigma della Shoah in Fatherland di Robert Harris; G. Franczak, L'irrappresentabile. I perpetratori polacchi, Jedwabne e il caso di Aftermath (2012), un """"Holocaust horror film""""."" -
L'ebraismo vien mangiando
L’ebraismo è una cosa che si mangia? Sembrerebbe di sì, a giudicare da queste esilaranti storielle di cucina e tradizioni giudaico-romanesche. Dai carciofi alla giudìa alle pizzarelle col miele, emerge una serie di divertenti quanto credibili bozzetti di riunioni familiari che ruotano attorno alla tavola, di tradizioni che si trasmettono (o si perdono) in cucina di madre in figlia, culminando in un “Glossario” che si candida a diventare un sarcastico Tommaseo della riunione di famiglia. Questo libro ci offre la risposta made in Italy al mito della Yiddishe Mame, completato dalle illustrazioni di Monica Incisa che interpretano egregiamente lo spirito pungente del testo. -
Gli ebrei di Firenze. Dalle origini ai giorni nostri
Questo excursus sulle vicende degli ebrei di Firenze, per quanto breve, ne tocca tutti gli aspetti essenziali: dalle prime presenze al costituirsi, nel XV secolo, di una comunità vera e propria; dal rapporto fecondo, anche se complesso, tra Rinascimento fiorentino e cultura ebraica alla durissima esperienza del ghetto protrattasi per duecento anni e accompagnata da reiterati tentativi di portare quanti più ebrei fosse possibile alla fede religiosa della maggioranza; dalla prima, provvisoria emancipazione, frutto del riformismo leopoldino e ancor più della Rivoluzione francese, alla seconda e più stabile affermazione di libertà e di parità di diritti realizzatasi attraverso la partecipazione degli ebrei al Risorgimento; dal contributo che gli ebrei, divenuti italiani, seppero dare allo sviluppo di ogni settore della cultura fino all'imprevedibile emanazione, nel 1938, delle infami leggi razziali; dal biennio tragico del 1943-44, in cui anche gli ebrei di Firenze (tanto originari del luogo che stranieri) furono travolti dalla Shoah, agli ultimi decenni che vivono ancora in quella memoria. Tutto ciò viene trattato in forma piana e discorsiva, ma tutt'altro che ignara della documentazione storiografica sull'argomento e dei suoi sviluppi: alle spalle c'è la lezione di rigore che ha alle sue origini l'esemplare saggio di Umberto Cassuto ""Gli ebrei a Firenze nell'età del Rinascimento""""."" -
Le confraternite della Comunità ebraica di Modena in età moderna
Il presente contributo intende ricostruire le vicende storiche delle associazioni caritative ebraiche attive a Modena durante l'età moderna. Attraverso l'analisi dei registri appartenuti alle diverse compagnie o confraternite modenesi, si è tentato di ricostruire non solo la storia di questi istituti, ma parte della storia della società ebraica rinchiusa all'interno del ghetto. La Comunità modenese era popolata da più di quindici confraternite, attive nello stesso periodo storico, e ospitava una confraternita tutta al femminile che è risultata essere un unicum in Europa, poiché la sua documentazione, contrariamente ad altre confraternite femminili, si è conservata per intero. Partendo dal concetto misnaico di Sedaqah, fino ad arrivare al concetto filantropico di beneficenza, attraverso il fondamentale paragone con le confraternite cristiane e l'analisi delle confraternite di altre città italiane, lo studio di questi registri, conservati nei più svariati archivi e rimasti fino ad oggi per la maggior parte inesplorati, ha permesso di ricostruire aspetti rilevanti della vita materiale e culturale che hanno caratterizzato la collettività ebraica di Modena durante l'età moderna. -
L'espulsione e il ritorno degli ebrei a Mantova nel 1630. Nuove fonti di storia e poesia
Attraverso la scoperta e lo studio di manoscritti inediti di grande importanza, il presente volume intende arricchire le informazioni storiche sino ad ora note riguardanti l’unica espulsione degli ebrei da Mantova, avvenuta nell’anno 1630 a seguito di una serie di tragici eventi. Dopo aver ripercorso gli sviluppi che hanno portato alla formazione della ricca e fiorente comunità ebraica, vengono analizzati gli antefatti e gli episodi che hanno caratterizzato la Guerra di Successione, il Sacco della città e le personalità coinvolte. Seguendo la cronaca coeva di Abramo Massarani e altre fonti archivistiche di rilievo, si ricostruiscono poi tutti gli avvenimenti alla base dell’esilio e si delineano le dinamiche e i protagonisti che consentirono ai superstiti il ritorno a Mantova, grazie anche all’intercessione di Ferdinando II, imperatore del Sacro Romano Impero. L’opera analizza infine il ricollocamento degli ebrei all’interno degli spazi del ghetto e la ripartenza delle attività, dovuta in special modo alle cospicue donazioni ricevute da comunità ebraiche vicine e lontane. Tra le nuove e preziose fonti si pubblicano, per la prima volta tradotti in italiano, i poemi e le elegie composte da Massarani, sconvolto dalla tragedia che colpì il suo popolo. Si documentano inoltre le missive originali inviate da Ferdinando II e il manoscritto inerente agli aiuti elargiti da decine di comunità ebraiche, conservati presso la Collezione Fornasa. Si menziona, infine, il registro del Talmud Torah della Comunità ebraica di Mantova per gli anni 1631-1633, prodotto nel periodo immediatamente successivo al ritorno e riguardante le difficoltà legate alla ripresa. Con la collaborazione di Mauro Perani. -
Il libro perduto di Adana Moreau
Lei che non aveva mai imparato a leggere e a scrivere era diventata una lettrice vorace, e aveva perfino pubblicato un libro, !Città perduta!, un romanzo di fantascienza visionario e geniale. Anche un secondo libro era pronto per la pubblicazione – un libro dirompente ""in cui esistevano innumerevoli Terre in universi paralleli"""" –, ma, gravemente ammalata, aveva deciso di interromperne la diffusione e bruciare il manoscritto. Era il 1930 e lentamente il nome di Adana Moreau e la sua eclettica produzione erano scivolati nell'oblio. Finché nel 2005, a Chicago, l'anziano professor Benjamin Drower, ormai prossimo alla morte, affida a suo nipote Saul un pacco da recapitare a un certo Maxwell Moreau: all'interno c'è """"Una Terra modello"""", il libro perduto di Adana. Saul, in compagnia dell'amico Javier, decide allora di partire alla volta di New Orleans per tener fede alla promessa fatta al nonno e soprattutto per risolvere il mistero del manoscritto. Lì, tra i detriti e la disperazione lasciati dall'uragano Katrina, troveranno più di quanto potessero immaginare. """"Il libro perduto di Adana Moreau"""" è il tentativo titanico – e riuscito – di tenere insieme l'incredibilmente lontano e l'incredibilmente vicino: il passato, con i suoi esili e i suoi silenzi, e il presente, con le sue urgenze e le sue rivelazioni."" -
Manuale di ematologia veterinaria e medicina trasfusionale
Questo manuale di ematologia veterinaria è stato creato per essere usato dagli studenti e dai veterinari nella pratica quotidiana. Ogni capitolo è indipendente in modo da poter essere consultato separatamente dal resto del libro. I primi due capitoli sono dedicati alle nozioni di base e forniscono informazioni molto pratiche e concrete per quello che riguarda i prelievi del sangue, l'allestimento e la corretta lettura del vetrino e tutto quello che è necessario sapere sulle trasfusioni. L'interpretazione dell'eritrogramma, leucogramma e siderogramma viene illustrata dettagliatamente nel capitolo seguente. Successivamente vengono trattate le patologie più spesso riscontrate dei globuli rossi, bianchi e delle piastrine. Il capitolo successivo è dedicato alla coagulazione, un argomento spesso difficile da comprendere e da applicare. In esso si illustrano i vari test, quando e come eseguirli ed interpretarli. Il penultimo capitolo è dedicato all'interpretazione dell'esame del midollo, mentre l'ultimo capitolo contiene esempi pratici di casi clinici. -
Provenza e Costa Azzurra
La guida, pratica e completa, è utile a quanti desiderano conoscere a fondo la storia, la cultura, l'arte di una delle regioni più pittoresche della Francia. Il volume propone diversi itinerari: la bassa Valle del Rodano, la Vaucluse orientale, Marsiglia e la Provenza, la Costa Azzurra, la Riviera da Cannes a Mentone. La sezione iniziale riporta informazioni e notizie utili per il viaggio ed il soggiorno. -
Scozia
In questa guida: informazioni aggiornate su due città tanto diverse e dinamiche come Edimburgo e Glasgow, con tutti i particolari sui nuovi musei e sui festival; descrizioni di tutti i luoghi da vedere, le coste selvagge delle Higlands, Skye e le isole, i Trossachs e molto altro, dai castelli alle distillerie di wisky e ai siti preistorici; consigli pratici per esplorare l'affascinante paesaggio scozzese, dalle camminate nella brughiera e in montagna ai giri in mountain bike nelle valli, dal bird-watching alle scalate dei Cuillin; indicazioni sui migliori alberghi, ristoranti e pub, in tutte le regioni e per tutte le tasche; una trattazione della turbolenta storia scozzese fino alla politica contemporanea.