Sfoglia il Catalogo feltrinelli029
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1321-1340 di 10000 Articoli:
-
Museo d'arte della città di Ravenna
La canonica della potentissima Abbazia di Porto in Ravenna, che dalla loggia sui giardini prende il nome di Loggetta Lombardesca, è ora sede del Museo d'arte della città. Le collezioni antica e moderna del museo partono con testimonianze che datano all'arrivo dei collaboratori di Giotto e si spingono sino ai giorni nostri, facendo del museo ravennate un unicum nello straordinario panorama nazionale. Le collezioni affondano le radici nella genesi dei musei civici per saldarsi a un nome, quello di Corrado Ricci, che da Ravenna, giungendo ai vertici del ministero, costruisce un moderno sistema di tutela dell'Italia post-unitaria. Il museo accoglie anche una rara raccolta di opere musive contemporanee. -
Felice Nittolo. Tessere. Parole di vetro e di pietra. Ediz. italiana e inglese
La raccolta di opere presentata in questo volume apre un ampio sguardo su una attività artistica di oltre quarant'anni, quella di Felice Nittolo, che condensa in sé alcune tra le più significative possibilità espressive gravitanti intorno al linguaggio del mosaico. La fantasia dell'artista lascia irrompere il mosaico in dimensioni le più eterogenee, pittoriche, scultoree, installative, ambientali, architettoniche, performative, di design, in un gioco, tra profonda serietà e leggera ironia, che si ammanta di concettualismo, astrazione, tradizionalismo, avanguardia e transavanguardia. Si vede come Nittolo non si limiti a rinnovare il vocabolario e la sintassi del mosaico, anche le tessere, unità di base, fonemi e morfemi la cui grafia viene alterata, forzata, subiscono una deriva. Tagliate in forme inedite, triangolari, stondate, irregolari, sviluppano un calligrafismo molto spesso obliquo, regolare ma rotto da tessere lunghe, che occupano due file di andamenti, che si interrompono per lasciare spazio a riverberi di lamine di piombo dalla forma arcuata, ad inserimenti decontestualizzati e fuori scala. Felice Nittolo si muove con naturalezza all'interno di numerose possibilità espressive, al fondo di ognuna rimane immutata la sua personalità artistica, in quella ricerca di sintesi che vede al centro di ogni esperienza, al centro di ogni orbita, il mosaico. -
Naso d'autore. L'odorato nella cultura e nella storia letteraria italiana
Come interagiscono i segni e i significati letterari con i codici antropologici, politici e culturali dell'odorato? Qual è il legame tra le rappresentazioni letterarie dell'olfatto e degli odori e la percezione della società e dell'Altro a livello politico, razziale e sessuale? ""Naso d'autore"""" delinea il codice igienico e morale di un'intera cultura, dal '700 ai giorni nostri, seguendo le tracce olfattive nell'opera di alcuni autori esemplari. La miscela di aromi, macabri fetori e puzze cittadine nell'opera di Parini rivela così un nuovo modo di percepire i termini di un antico dibattito sul corretto uso dei sensi. Gli odori che circondano il mondo femminile, in Matilde Serao, suggeriscono una visione disincantata e problematica della condizione della donna, mentre modernità e antiche tradizioni misogine sul lezzo femminile danno voce, in D'Annunzio, a ossessioni personali e collettive. Primo Levi testimonia dolorosamente la relazione tra il concetto di purezza e il genocidio ebraico, e alcuni testi della recente letteratura della migrazione illustrano il rapporto tra 'sporco' e 'sistema.' In un mondo che, dimenticando la materia, rischia di dimenticare lo spirito, il 'naso ribelle' di Pasolini e le meditazioni di Manganelli, con una sensibilità già postmoderna, rivendicano la forza ancestrale dell'impurezza."" -
Tolomeo Nozzolini poeta sacro del Seicento
Tolomeo Nozzolini nacque a Pisa nel 1569 da nobile famiglia, insegnò nella locale Università e fu poi nominato dai Medici, agli inizi del Seicento, pievano di Sant'Agata di Mugello. Nozzolini conobbe fama ai suoi tempi e fu in contatto con importanti ambienti culturali (è nota ad esempio una sua corrispondenza con Galileo Galilei). Fu autore di diversi poemi in ottava rima. Questi poemi risultano interessanti quale intenzionale reazione a quella poesia sensuale ed edonistica del primo Seicento che aveva trovato il suo rappresentante di maggiore rilevo in Giambattista Marino. Nozzolini si contraddistingue in questo panorama per l'intento di coniugare un messaggio morale controriformistico con gli espedienti poetici più spericolati e più in voga dell'epoca. Si tratta quindi di un ""minore"""" che ancora oggi merita una maggiore attenzione per ricostruire il clima culturale e letterario dell'epoca. Il volume contiene un'ampia e ragionata antologia di testi che sono stati confrontati dal curatore con tutte le edizioni esistenti delle opere di Nozzolini e basati sullo studio dei manoscritti dell'autore conservati a Sant'Agata del Mugello."" -
Lettere di un garibaldino. Lettere dal collegio dei cadetti nobili in Roma e dalla spedizione dei Mille 1858-1860
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia sono state rinvenute le lettere scritte da Dario Busmanti durante la sua partecipazione alla spedizione dei Mille. Queste lettere costituiscono a tutt'oggi l'unica fonte scritta conosciuta della partecipazione ravennate a questa impresa risorgimentale. Dario Busmani a soli sedici anni fu nominato Ufficiale e cadde eroicamente in battaglia, combattendo assieme a Garibaldi. Gli venne conferita la medaglia d'argento al valor militare. Insieme alle lettere dalla Sicilia e dalla Campania sono pubblicate numerose lettere dal Collegio militare di Roma, che forniscono una descrizione vivace di una scuola negli ultimi anni del dominio temporale del Papa. Completano l'epistolario due saggi: il primo di Eugenio Busmanti, discendente diretto dell'autore delle lettere e il secondo di Giovanni Fanti, studioso di storia del Risorgimento. -
Boccaccio in America
Dopo quasi quarant'anni dalla sua fondazione, l'American Boccaccio Association continua ad essere luogo privilegiato di raccolta e irradiazione degli studi su Giovanni Boccaccio, come in questa raccolta di saggi, che offre cinque diverse prospettive sul grande autore trecentesco. In ""Boccaccio e i sensi"""" si evidenziano gli elementi sinestetici della scrittura de-cameroniana; nella seconda parte, """"Boccaccio e Dante"""", l'autore di Certaldo è presentato come geniale editore e divulgatore dell'Alighieri; """"Boccaccio e la filosofia"""" esplora l'interesse boccacciano per la nozione di 'honestum', la teologia e la mitografia; """"Boccaccio e il Decameron"""", la quarta sezione, si concentra sull'intramontabile capolavoro narrativo; infine, con """"Boccaccio e la tradizione letteraria"""" il volume chiude delineando un panorama delle trame intertestuali che sorreggono la scrittura boccacciana. Il Certaldese, dopo sette secoli, si conferma fra i classici in grado di suscitare un vivo interesse per la tradizione letteraria italiana, anche nel Nuovo Mondo."" -
La scrittura romanzesca nella letteratura inglese
Nei suoi aspetti formali o narratologici, nella varietà degli approcci tematici e dei rapporti che collegano l'area del romanzo ad altri processi narrativi - inerenti alla poesia e al teatro, alla cronaca storica e ai linguaggi della modernità, della postmodernità e del postcoloniale - la scrittura romanzesca si pone al centro del percorso della letteratura inglese, consentendo di articolare una molteplicità di dinamiche e di riflessioni critiche. Nei contributi inclusi in questo volume si va dalla presenza concreta e simbolica del Mediterraneo nelle sue rappresentazioni storiche e immaginative, al dibattito sull'art of fiction, sul conflitto tra novel e romance, e sul romanzo come forma d'arte e narrazione 'popolare', o di consumo; dalle contaminazioni narrative che investono il linguaggio teatrale alle ramificazioni intertestuali della nostra contemporaneità. Il materiale critico qui raccolto testimonia l'impegno degli studiosi dell'Associazione Nazionale Docenti di Anglistica e di tutta l'anglistica italiana. Da esso emergono i contorni di una 'storia del romanzo inglese' necessariamente in fieri, a macchie di leopardo, talvolta affrontata per vie trasversali, ma pur sempre ricca di suggerimenti di lettura e capace di dare un contributo a quel dibattito che l'ANDA intende promuovere. -
Hogg. Testo inglese a fronte
Hogg, misterioso pellegrino tra Gerusalemme e Leningrado, è il protagonista di un viaggio dantesco, una sorta di Divina Commedia alla rovescia, scritta da uno dei più grandi poeti canadesi contemporanei, Barry Callaghan. Chi è Hogg? Un eremita sotto il sole del deserto, un vagabondo malmenato e intrappolato nel gelo di una luce artica, un antieroe sospeso fra tradimento e redenzione, vite stroncate e pane spezzato? Come ebbe a dire Margaret Atwood, questo straordinario personaggio è ""un esploratore dagli occhi invasati, che sfida gli abissi del mondo sotterraneo della passione e della rabbia, delle emozioni vulcaniche, dove ripararono gli angeli cacciati dal Paradiso""""."" -
L' impresa della cooperazione. Sessant'anni di storia di Legacoop Ravenna 1950-2010
Nata nel giugno 1950, in piena Guerra Fredda, la Lega Provinciale delle Cooperative e Mutue di Ravenna (oggi Legacoop), ha accompagnato, e non di rado determinato, la crescita e le trasformazioni del movimento cooperativo provinciale, passato da movimento di massa ancora strettamente legato al mondo agricolo-bracciantile a moderno e diversificato sistema di imprese. Un lento processo evolutivo, in cui la Lega Provinciale stessa ha progressivamente mutato fisionomia, da organismo di rappresentanza politico-sindacale a strumento d'indirizzo e di orientamento imprenditoriale. Questo volume, basato su un rigoroso lavoro di ricerca su più fonti, ne ripercorre la complessa vicenda storica, nei suoi molteplici aspetti, politici, sociali ed economici, in relazione alla storia di Ravenna e del suo territorio e a quella più generale del movimento cooperativo locale e nazionale, con inoltre un saggio sulla rappresentazione pubblica della cooperazione corredato di numerose immagini, in buona parte inedite. -
Il canto capovolto-The upside-down song
È possibile uno sguardo diverso, esemplare, sul mondo? Su questo mondo? Ritrovare d'incanto i riferimenti vitali: l'alto, il basso, la scansione corretta degli spazi ordinati nei pressi di una linea verticale e dei radi movimenti, armonici, sorprendenti nella loro ovvietà? Pare difficile, in un tempo di ideali insicuri, cogliere i principi della vita e ancor più arduo tentare della vita la sua perfetta rappresentazione in un componimento poetico o in una immagine. Occorre semplicità. Ildo Cigarini percorre la via della rapidità e dell'intensità e l'emozione che lasciano all'animo i suoi componimenti e i suoi toni semplici può prodursi solo nel vuoto che spetta al lettore colmare. D'altronde non è altro che questo il fascino della forma tradizionale dell'haiku: un rimando sottile di suggestioni tra l'autore e il suo pubblico. Gianni Neri non è l'illustratore. Lo sguardo suo o quello più casuale dell'obiettivo fotografico posano indifferentemente sul microcosmo della periferia degradata, di una campagna sospesa o di una umanità metropolitana con la medesima sensibilità. Colpisce l'immediatezza con cui è stabilita la relazione col mondo e come persino l'elemento più materiale tenda ad una dimensione che è propria del sogno e della memoria. Per queste vie, a tratti persino coincidenti, i due racconti paralleli si fanno canto singolare di un mondo infine capovolto. Un battito di ciglia: una nuova possibile realtà. -
TAMO. Tutta l'avventura del mosaico di Ravenna
Il mosaico è teoria e pratica: ""theoria"""" cioè conoscenza e """"tecnhnai"""" le meccaniche del fare. Questo il viaggio che TAMO offre, attraverso un excursus dalle origini, fino all'epoca moderna e contemporanea. I mosaici provenienti da siti archeologici di rilievo e le copie dall'antico concorrono ad offrire una panoramica delle tecniche e delle tipologie storiche del mosaico pavimentale; le opere di artisti contemporanei testimoniano lo studio dei materiali e delle superfici in funzione del loro rapporto con la luce, che è tipico del mosaico parietale. Accanto ai mosaici trovano spazio i cartoni, i calchi, le riproduzioni fotografiche e digitali: strumenti fondamentali per il lavoro di mosaicisti e restauratori. Gli esemplari esposti documentano restauri di rilevanza storica, travalicano la loro funzione e si fanno ammirare quali opere d'arte. I sistemi multimediali interattivi completano il percorso didattico di TAMO, danno accesso a banche dati tematiche e iconografiche che illustrano la pratica dell'arte musiva."" -
I chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. Restauri, scoperte e rinvenimenti
Nei restauri compiuti dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, nel 2004-2009, diretti da Antonella Ranaldi, autentici capolavori sono tornati alla luce. Di alcuni non si aveva alcuna conoscenza, di altri solo scarne tracce. L'attenzione va alle superfici decorate e all'architettura della prima fase cinquecentesca. Dai documenti erano noti i nomi degli artisti che lavorarono al chiostro piccolo, lo scultore Bartolomeo Spani, l'architetto Leonardo Pacchioni e il pittore Simone Fornari. Ma tutt'altra cosa è apprezzarne la qualità, dopo il rinvenimento e il restauro delle scene affrescate e delle preziose finiture picte. Nei documenti e negli esiti dell'opera si dimostra l'unità delle arti, ad un livello qualitativo che supera le aspettative, dove l'architettura sconfina nella pittura impreziosita nella sua speculare rappresentazione sulle pareti e sulle volte. Espressione di concezioni artistiche maturate sullo scorcio del primo quarto del Cinquecento. Le architetture claustrali sono state liberate dalle incongrue aggiunte, successive alla sua destinazione post unitaria a caserma; affreschi e apparati decorativi sono stati scoperti al di sotto delle ridipinture moderne, qui illustrati per la prima volta in modo completo (dopo l'anticipazione di Ranaldi 2009) nel ricco apparato di immagini che seguono il corso dei lavori e gli esiti finali nelle fotografie di Andrea Santucci. -
Il lettore di provincia. Vol. 138: I dilemmi del traduttore di nonsense.
Testi di: F. Nasi, J.-J. Lecercle, S. Mambrini, S. Cacchiani, C. Sinibaldi, A. Sezzi, A. Albanese, D. Sorrentino, E. Kretschmer, M. Cipolloni, E. Rolla, R. Duranti. -
Folengo in America
Negli ultimi decenni Teofilo Folengo (1491-1544) è venuto sempre più affermandosi quale figura centrale del Rinascimento. L'autore del Baldus (e di altri capolavori macaronici, latini e volgari) ci appare oggi non solo come nodo decisivo della tradizione dell'espressionismo letterario e del comico; nel suo contaminare lingue, stili e culture, l'opera folenghiana è anche l'emblema di un Rinascimento profondamente inquieto: caratterizzato da scambi fruttuosi e da conflitti laceranti fra mondo antico e moderno, orizzonte locale e globale, sfera aristocratica e popolare. Questo volume raccoglie, per la prima volta, saggi su Folengo elaborati in un contesto accademico, quello nordamericano, particolarmente sensibile agli incontri e ai conflitti di culture e votato all'analisi comparatistica e multidisciplinare. Riletta da questo osservatorio, l'opera folenghiana rivela una dimensione poetica e culturale che assume piena evidenza solo in una prospettiva genealogica di lunga durata, da Virgilio a Erasmo a Rabelais al romanzo picaresco, o nel contesto dell'intenso dialogo rinascimentale tra letteratura, filosofia, musica e arti figurative. -
Memorie di un giovane garibaldino (1866-1867)
Spinto da ""quella febbre frenetica, quell'unico desiderio di far(si) garibaldino a tutti i costi"""", Valentino Stoppa (Lugo 1848-1924) appena diciottenne si arruola volontario, affascinato dalla figura dell'Eroe, e combatte valorosamente nella Terza guerra di indipendenza (1866) e nella Campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma (1867). Fu uno dei tanti giovani che seguirono quello che avevano riconosciuto come loro leader carismatico: Giuseppe Garibaldi. Valentino rimase garibaldino per tutta la vita e trasferì nella società gli ideali in cui credeva. Volle narrare i suoi ricordi, per evitare che quell'epopea cadesse nell'oblio, e lo fece in due """"quaderni"""" che fanno rivivere quelle vicende con naturalezza e passione. Questo volume contiene la trascrizione completa, annotata da Viviana Bravi, di queste memorie in camicia rossa. Unite a questi ricordi si possono leggere anche pagine relative alla moglie di Valentino, Ernesta Galletti Stoppa, donna all'avanguardia per quei tempi, che si spese per l'emancipazione e il mutualismo femminile, nonché per l'educazione dell'infanzia."" -
La casa delle marionette. Museo della collezione Monticelli di Ravenna
Questo piccolo museo conserva un'importante collezione che testimonia - da metà Ottocento ai giorni nostri - il passaggio dall'originaria compagnia marionettistica fondata da Ariodante Monticelli al teatro dei burattini, per arrivare all'attuale compagnia ""Teatro del Drago"""". La singolarità del patrimonio della famiglia Monticelli sta proprio nell'essere un insieme di materiali """"vivi"""", realizzati, usati e tramandati da ben cinque generazioni, che hanno intrecciato tra l'altro il proprio percorso artistico altre compagnie storiche quali i """"Piccoli"""" di Vittorio Podrecca e i """"Fantocci Lirici Yambo"""". Il volume illustra, con agili e puntuali riferimenti storici, corredati da un ricco apparato iconografico, le collezioni e la storia artistica lunga quasi due secoli della famiglia d'Arte Monticelli."" -
L' inizio e la fine. I confini del romanzo nel canone occidentale
"Il volume consiste di cinque capitoli, organizzati cronologicamente, dall'antichità classica (I), al medio evo romanzo (II), al Cinquecento (III), all'età moderna (IV), al Novecento (V). La trattazione si concentra sugli inizi e sulle fini dei romanzi (nel senso che il termine assume nei vari periodi), indicando sia le implicazioni filosofiche delle categorie di 'inizio' e di 'fine', sia i loro risvolti semiotici. L'esposizione teorica è luminosa, ma l'aspetto più accattivante del libro consiste nelle ammirevoli analisi dedicate a singole opere, che chiariscono, in profili di una decina di pagine ciascuno, i tratti salienti e rivelatori degli incipit e degli explicit di grandi testi classici. Citerò, fra quelle che ho trovato più illuminanti e attraenti, le pagine dedicate a Boiardo, Ariosto, Tasso, Rabelais, nel capitolo III, ai Promessi Sposi, a Moby Dick, ai Malavoglia, nel capitolo IV, a Proust, Joyce, Flann O'Brien, Calvino, nel capitolo V. """"Il tema affrontato in questo libro è inesauribile"""", conclude l'autrice, con una frase adatta all'inizio, oltre che alla fine dell'opera, e poco dopo cita l'espressione in medias res, in medias sententias, osservando che è stata coniata da Anthony Nuttall esclusivamente per gli inizi letterari, ma che lei non può non estenderla anche alle fini. Si tratta di un motivo con cui è sembrato appropriato cominciare e finire anche questa breve prefazione."""" (Giulio Lepschy)" -
The art of remembering-L'arte del ricordare
"L'arte del ricordare"""" di Giovan Battista della Porta, uno dei maggiori pensatori del Rinascimento, è un interessante ed originale esempio di trattato rinascimentale dell'arte della memoria, che nel Cinquecento ebbe numerose e variegate manifestazioni. Pubblicato per la prima volta nel 1566, """"L'arte del ricordare"""" venne ristampato nel 1583 ed ebbe una seconda edizione in latino intitolata """"Ars reminiscendi"""" (1602), in molti punti significativamente diversa da quella italiana. Questo breve trattato enfatizza l'importanza delle arti figurative nella costruzione del privato paesaggio mentale del praticante dell'arte della memoria, ma sottolinea anche la centralità delle emozioni legate ai ricordi del praticante stesso, creando quindi un sottile dialogo mentale tra memoria e immaginazione nel quale passato e futuro interagiscono sul palcoscenico interiore della mente. Per questo, """"L'arte del ricordare"""" è anche un metodo per rivisitare e interpretare la propria biografia. L'arte della memoria, Della Porta suggerisce, è anche autobiografia. Questa ristampa dell'edizione italiana del 1566 è preceduta dalla prima traduzione inglese. Lo scopo di questo volume è essenzialmente didattico, poiché molti testi rinascimentali sull'arte della memoria attendono ancora di essere resi accessibili ad un pubblico di lingua inglese. Con un saggio di Frederick A. De Armas." -
Dante barocco. L'influenza della Divina Commedia su letteratura e cultura del Seicento italiano
Questo volume si propone di colmare una lacuna negli studi sul Seicento come anche in quelli su Dante, dimostrando l'importanza della ""Divina commedia"""" come testo di influenza sulla cultura del Barocco in Italia. E cultura intesa in senso ampio: letterario certo, con ramificazioni che toccano il poema epico, la lirica, la satira, la poesia religiosa e quella burlesca, ma anche ambiti molto diversi, quali la nascente scienza, la linguistica, la didattica, la manualistica, e la cultura orale e popolare. Si viene così a riscoprire la vitalità e varietà di interazioni che gli ammiratori secenteschi di Dante seppero operare a partire dal testo della """"Commedia"""", e questo a lato e anzi a dispetto di pur significative posizioni contrarie, quali l'ostilità della cultura controriformata e il gusto dominante per il """"moderno"""". Eppure anche le voci dell'opposizione, a ben vedere, non fanno che dimostrare in altra maniera come Dante restasse nel Seicento una figura di rilievo, con la quale perfino i suoi detrattori sentivano di doversi continuamente confrontare. Il che si fa solo per un nemico che si teme, e di cui si riconosce il potere."" -
Adespoti, prosimetri e filigrane. Ricerche di filologia dantesca
Nessuno è profeta in patria. La circostanza dell'esilio non semplificò questo problema a Dante Alighieri. Chi è egli per i suoi contemporanei, e perché scrive? La prima risposta la cercò e la dette nelle cose che scrisse e nei modelli, illustri e lontani, che si scelse. Ma il problema era scottante ancora quando, ad un anno dalla morte egli reinventò il genere bucolico per un certo Giovanni, professore riconosciuto e stipendiato, che si faceva chiamare Giovanni del Virgilio e che gli bocciava Inferno e Purgatorio. Ancora di più a Firenze, agli inizi, non fu profeta quando compose quel singolare libretto, la Vita nova, e lo dedicò allo sdegnoso Guido Cavalcanti. La ricerca filologica trova traccia nei testi e nei loro testimoni antichi di questa fatica di inventarsi un compito di scrittore: la vigile consapevolezza del proprio valore a un certo punto darà vita a un Oltretomba universale con un maestro elettivo, Virgilio, con un viaggio profetico, nuovo Paolo e nuovo Enea, e una prospettiva di giudizio su opere e pensieri di tutti. Ma prima di questo salto deificante, che si è miracolosamente realizzato, la Vita nova e alcune opere rimaste incompiute (il De vulgari eloquentia), contengono racconti e tentativi di un percorso intellettuale, cui non era garantito il successo. Restano poi i due poemetti, senza nome di autore e senza titolo (Fiore e Detto d'Amore), che accorciano e traducono un grande testo oitanico, il Roman de la Rose.