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Abbiate fede nella Romagna. Valori e riflessioni di un confindustriale di provincia
"Negli scritti di Ottolenghi qui riuniti si analizzano le strategie d'uscita dalla Grande Crisi. E si esprime la lucida consapevolezza di come l'affermarsi della centralità dell'""""economia della conoscenza"""" abbia posto oramai da tempo agli attori politici ed economici, al pensiero economico e alle imprese, l'obbligo di riconsiderare radicalmente i paradigmi della produzione e del consumo, della costruzione del profitto (necessario, ma da programmare come sostenibile, nel tempo lungo) e della redistribuzione. E nel ritorno alle ragioni e ai valori dell'economia reale, dopo la sbornia della finanza d'assalto e nel recupero, tutto italiano, del nostro """"orgoglio industriale"""", si afferma la necessità di considerare proprio le risorse umane d'eccellenza, le persone che """"fanno"""" l'impresa come principale leva competitiva."""" (Antonio Calabro)." -
Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di cavalleria
Questo volume raccoglie gli Atti del convegno Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di cavalleria, tenutosi a Zurigo fra il 6 e l'8 maggio 2014. Nelle diverse sezioni si ripercorrono i momenti più significativi della storia della letteratura cavalleresca di materia carolingia in Italia, a partire dalla circolazione nel Medioevo dei testi ispirati alla Chanson de Roland, attraverso i capolavori del Rinascimento - il Morgante, l'Innamorato, il Furioso, la Liberata - e oltre, nei secoli della fiorente produzione in versi e in prosa che ha affascinato non solo il pubblico delle piazze, ma anche i sempre più avidi lettori delle opere a stampa, per raggiungere infine le soglie della contemporaneità. Gli interventi sono firmati dai maggiori specialisti in materia: Ottavio Besomi, Riccardo Bruscagli, Maria Luisa Meneghetti, Maria Grazia Capusso, Marco Infurna, Frej Moretti, Marco Villoresi, Stefano Carrai, Cristina Montagnani, Francesco Ferretti, Paola Casella, Antonia Tissoni Benvenuti, Cristina Dondi e Neil Harris, Luca Degl'Innocenti, Tina Matarrese, Andrea Canova, Gabriele Bucchi, Jane E. Everson, Daniela Delcorno Branca, Leslie Zarker Morgan, Marina Beer. Dedichiamo questo volume alla memoria di Cesare Segre. -
Poesie approvate: L'Endimione-La Dafne-Rime-Sonetti-Sei omelie
In questo volume sono riunite le ""poesie approvate"""" di Alessandro Guidi (1650-1712), e precisamente la favola pastorale Endimione, la cantata Dafne, le Rime, i tredici sonetti e la versione di Sei omelie latine di Clemente XI. Tali opere rappresentano nella maniera più completa il Guidi arcade o, piuttosto, esponente e """"altoparlante"""" ufficiale dell'Arcadia nelle sue tensioni più solenni e grandiose, sul fondamento, evidente anche a livello di poetica, di un caratteristico e caratterizzante pindarismo cristiano e cattolico, in relazione diretta con i presupposti ideologici dell'Accademia romana. Questo pindarismo si manifesta soprattutto nelle Rime, le quali si configurano come dei discorsi alati ed eloquenti, retoricamente ben congegnati e luministicamente risolti in sequenze d'immagini di sicuro effetto sugli uditori: poiché la lirica guidiana è destinata essenzialmente alla declamazione e presuppone la presenza di un determinato pubblico. Le Rime alternano alla celebrazione """"eroica"""" dei potenti dell'epoca il canto mesto e desolato, e poeticamente più intenso, della """"vanità de' pensieri umani"""" (cui si collega il motivo dell' """"illusione"""" d'amore, presente nel migliore e più noto dei sonetti); e hanno una particolare importanza culturale e letteraria, anche perché in parecchie di esse è sperimentato quel nuovo metro della """"canzone libera"""" che sarà poi tanto felicemente usato dal Leopardi nei Canti."" -
L' umana «commedia» di Dante
Dante offre nel suo poema una visione dinamica dell'essere umano, che trova la sua forma ideale nella poetica nel viaggio e nell'apertura della terzina. Tale dinamica deriva dalla concezione della vita come tensione continua verso la perfezione dell'individuo, tensione causata da un desiderio che non può essere soddisfatto se non nella sua ragione ultima, che è la ""base"""" o il """"fine di tutt'i disii"""". Da questo istinto, che implica libertà assoluta e si alimenta di speranza, nasce l'agire, che attua il divenire nella storia, secondo forme molteplici, di cui una delle più rappresentative è l'amore. L'immaginazione e la poesia con la loro visionarietà concorrono a mostrarne la direzione e la fattibilità. Offrendo inedite interpretazioni, il saggio discute alcuni aspetti dell'antropologia dantesca come appare nella Commedia, oggetto privilegiato dell'analisi. Ogni argomento è discusso anche con opportuni riferimenti alle altre opere, soprattutto al trattato filosofico e al libello giovanile. L'avvio è dato da alcuni riusi della poesia di Dante nella contemporaneità, che provano come la Commedia sia un affascinante e straordinario specchio della condizione umana."" -
Opere poetiche. Poemetti, poesie liriche. Alessandro e Timoteo
Questo volume propone una scelta di opere di Carlo Castone della Torre di Rezzonico (1742-1796), nobile parmense, viaggiatore, indagatore erudito, sperimentatore di generi letterari di moda ai suoi tempi, attento alla tematica scientifica e filosofica contemporanea, a ciò sollecitato dal clima vivace di Parma degli anni Sessanta e Settanta in cui avvenne la sua formazione e dove la politica del ministro Du Tillot aveva richiamato scienziati e filosofi di fama internazionale tra cui il Condillac. Le opere qui pubblicate testimoniano le sollecitazioni e le influenze che a questo letterato, ammiratore del Frugoni, vennero dalla tradizione classicistica come anche le diverse suggestioni recepite dalla cultura razionalistica, empiristica e soprattutto sensistica oltreché dalle tendenze della poesia sentimentale e dal gusto e sensibilità neoclassici. Sicché i poemetti di argomento scientifico, filosofico e storico, le poesie liriche, il dramma per musica Alessandro e Timoteo e il Ragionamento su la volgar poesia documentano non solo i diversi campi di impegno intellettuale e artistico di questo scrittore soprattutto nel periodo di maggiore sforzo di apertura alla nuova cultura ma anche le tensioni e le contraddizioni presenti in un'opera eclettica che tendeva a recepire il nuovo senza rinunciare ai connotati e all'eredità della tradizione. -
Il teatro in lingua e in dialetto bolognese
L'iniziativa di dare alle stampe il repertorio teatrale, in gran parte inedito o introvabile, di Antonio Fiacchi, giornalista e commediografo petroniano, riveste un'importanza non trascurabile sul piano storico-culturale; infatti consente un approccio meno aneddotico alla fisionomia artistica di uno dei maggiori protagonisti del rinnovamento del teatro dialettale bolognese nella seconda metà dell'Ottocento. In effetti, se la popolarità del Fiacchi è ancora oggi indissolubilmente legata al personaggio del Sgner Pirein, dall'inconfondibile estro espressivo, anche la produzione teatrale rivela un'identica e costante attitudine plurilinguistica. Oggetto finora di una colpevole dimenticanza, il teatro fiacchiano evidenzia, nel vario intrecciarsi dei temi, i costumi, le tradizioni, le istanze piccolo-borghesi di un'epoca; inoltre i lavori teatrali in vernacolo si segnalano per l'impiego di un linguaggio mescidato che è pittura d'ambiente e insieme connotazione espressiva. -
Le satire
Nella tradizione culturale romana è agevolmente individuabile un ""genere"""" dalle caratteristiche non solo d'assoluta originalità ma anche radicalmente autoctono e tale da trovare soltanto in Roma le ragioni storiche della sua produzione e del suo consumo: la pasquinata. Nella sua storia di durata plurisecolare, dalla fondazione aretiniana sino agli epigoni sette-ottocenteschi, difficilmente si colgono modificazioni rilevanti, sia di statuto specifico che di riferimenti: in questa tradizione istituzionalmente ripetitiva l'esperienza del Sergardi provoca una brusca modificazione della satira """"romana"""", ne fa strumento di polemica intellettuale, e quindi di deformazione in grottesco delle manie e delle abitudini della società romana, nelle sue fondamentali componenti aristocratica e nobiliare. Il punto di vista del Sergardi (uomo di Curia, uno dei più autorevoli quadri dirigenti tra Sei e Settecento) resta tutto all'interno della classe dominante, lo spirito corrosivo che anima le sue Satire non proviene da una esigenza del diverso, di trasformazione dei rapporti sociali: le Satire sono la deformazione in grottesco di un sistema di vita sociale e intellettuale che non solo è quello del Sergardi, e nel quale egli si riconosce, ma è anche l'unico sistema possibile, perché ontologicamente immodificabile, essendo il sistema, di lunga durata per volere divino, della Chiesa romana. E allora la carica aggressiva di queste Satire si trasforma in una sorta d'istinto cannibalesco."" -
I romanzi
Alessandro Verri, più noto come protagonista della rivolta illuministica della milanese Accademia dei Pugni e come collaboratore del "" Caffè """", fu anche autore di tre romanzi (qui per la prima volta pubblicati insieme), che egli concepì e redasse dopo essersi trasferito, per amore della marchesa Margherita Spampani Boccapadule, da Milano a Roma. Il clima di chiusura e d'inerzia culturale dello Stato Pontifìcio agi su di lui, facendolo allontanare gradualmente dall'impegno e dagl'ideali giovanili e portandolo ad adattarsi a un compromesso tra vecchio e nuovo, tra orizzonti conoscitivi definitivamente acquisiti e volontà politica di una strumentalizzazione conservatrice. Di qui l'esemplarità della sua opera narrativa, che rivela la conflittualità in atto nella nostra cultura settecentesca. Nella dolorosa e tragica passione di Saffo per Faone (Le avventure di Saffo, 1782) è evidente infatti come l'adesione dell'autore alla nuova, rivoluzionaria valutazione del sentimento si sottoponga all'acquisita ideologia della convenienza moralistica e del rispetto delle istituzioni. In questa direzione si muove il secondo e per certi aspetti più interessante romanzo, Le Notti romane (1792-1804), in cui il senso tragico della storia, la pessimistica e dolente contemplazione del destino umano, dell'ineluttabile caducità del tutto, conducono al riconoscimento di un imperscrutabile disegno divino. Sullo stesso registro si mantiene l'ultimo romanzo, La vita di Erostrato (1793, ma pubblicato nel 1815)."" -
La poetica dell'affetto. Estetica religiosa nella «Divina commedia»
«Tu mi seguirai con l'affezione», chiede San Bernardo a Dante alle soglie dell'ultimo canto del ""Paradiso"""". Che significa seguire qualcuno con l'affezione? Questa è la domanda alla quale """"La poetica dell'affetto"""" cerca di rispondere. L'affetto è una conoscenza di natura particolare che mira a trasmettere non solo un contenuto astratto ma un'intera condizione esistenziale. Il fine della conoscenza affettiva è infatti arrivare a condividere la stessa esperienza nella quale la guida, il maestro e l'amante vivono. Si intraprende allora il viaggio nella """"Divina Commedia"""" insieme al pellegrino dantesco perché, come lui, ci si sente incompleti e smarriti, alla ricerca di un incontro che possa generare quella trasformazione interiore della quale si va in cerca con tutto il cuore. """"La poetica dell'affetto"""" è uno studio dell'affectus medievale nei termini pratici e vitali che la """"Commedia"""" insegna, ma che ha le sue radici nelle due grandi guide spirituali di Dante, San Tommaso e San Bernardo. Attraverso uno studio del significato dell'affetto nei due dottori della Chiesa, il viaggio dantesco si rivelerà come un viaggio dagli affetti carnali a quelli spirituali. Dante ci insegna che il significato di una vita si decide nella misura in cui si dà e si riceve affetto, e questo è possibile solo a contatto diretto con le anime dalle quali imparare o rifiutare il modo giusto di vivere e sentire. L'affetto è così un principio di scrittura e di azione, e la """"Commedia"""" un'opera di pratica morale e spirituale che consente di arrivare alla formulazione di una poetica: la poetica dell'affetto. Prefazione di Domenico Pietropaolo."" -
Bindo Giacomo Caletti e il suo tempo. Cooperazione
Bindo Giacomo Caletti, un cooperatore e un socialista non sempre tenuto nella dovuta considerazione dalla storiografia, eppure grande protagonista del suo tempo. Con la rivisitazione del suo ruolo di dirigente, che prende avvio nel 1899 per concludersi nel 1965, il testo ripercorre oltre sessant'anni di storia del movimento cooperativo e del partito socialista ravennati: lo stretto rapporto di Caletti con Nullo Baldini, la ricerca di un incontro unitario e i contrasti che egli ebbe con il movimento repubblicano; quindi l'avvento del fascismo e il suo ritrarsi temporaneo dalla vita politica, poi la sua partecipazione diretta al movimento di liberazione e alla rinascita del Psi, il ruolo di protagonista che esercitò nella ricostruzione della vita democratica ravennate, la collaborazione e le divergenze con il partito comunista, infine la sua elezione a presidente della provincia di Ravenna. Attraverso la sua vicenda personale si entra dentro la vita stessa delle classi lavoratrici e nel loro percorso di crescita ed emancipazione, per i quali Caletti spese la propria esistenza. Uno studio su più registri, offerto a quanti desiderano comprendere la complessità della vita politica e sociale in provincia di Ravenna nel corso del XX secolo. Nota introduttiva di Lorenzo Cottignoli e Alessandro Luparini. -
In verticale sull'antenna del cuore
Dopo un pluriennale silenzio la voce di Rita Scala, in realtà mai sommersa ma solo custodita nel cuore, ritorna per offrirci, come sempre quasi in punta di piedi, il suo sommesso fabulare in una scrittura verticale di straordinaria maturità. -
La Bibbia dei Goti, Ravenna e Tedorico. Un antico manoscritto il «Codex Argenteus»
Il ""Codex Argenteus"""" della Biblioteca Universitaria di Uppsala è forse il più completo manoscritto gotico ancora esistente. Il codice è quanto rimane di uno splendido evangeliario di lusso redatto nella Ravenna del re goto Teoderico il Grande (493-526), mentre il testo al suo interno contiene parte della prima traduzione della Bibbia dal greco al gotico, opera del vescovo ariano Wulfila nel IV secolo. La storia del manoscritto è avvolta nel mistero finché nel XVI secolo non fu scoperto nel monastero di Werden. Poi se ne persero nuovamente le tracce e ricomparve a Praga nel 1648, quando le truppe svedesi presero la città. Attraversò il Nord Europa e infine giunse all'Università di Uppsala nel 1669, prezioso dono del cancelliere Magnus Gabriel De la Gardie all'università più importante del regno. Questo libro ricostruisce la storia del Codex Argenteus, oggetto misterioso e affascinante che, da lussuoso codice purpureo, nei secoli diventò di volta in volta santa reliquia, volume dimenticato, bottino di guerra, brama di ladri o collezionisti e molto altro ancora."" -
Lectura Dantis Lupiensis (2015). Vol. 4
Il catalogo della quarta edizione della Lupiensis è questo, di spettro vario e mosso. Diego Sfmini, ispanista dell'Università del Salente, ha individuato il drammatico rapporto, più che formale, fra la Commedia e il romanzo (o reportage immaginario?) del perseguitato politico Martinez Moreno. Giuseppe Chiecchi ha recuperato nuove possibilità interpretative nel canto celebre di Brunetto Latini, ridiscutendo con finezza, anche decostruttiva, il giuoco delle parti fra il maestro sodomita e il pellegrino poeta. Tatiana Crivelli ha illuminato il mondo ancora poco conosciuto delle poetesse d'ambiente tardoarcadico, rivelandone l'attento e mai banale dantismo. Mauro Ronzani ha ricostruito, con inediti accertamenti storiografici, le motivazioni e le peripezie del confronto politico e personale fra i due grandi nemici del canto XXXIII dell' Inferno, il Conte Ugolino della Gherardesca e l'Arcivescovo Ruggieri. Infine, Pasquale Porro ha chiarito un tema arduo, di Dante e di tutto il pensiero cristiano, come quello della predestinazione, muovendo dall'analisi di Paradiso XX e fornendo un'ipotesi ermeneutica da ponderare anche per altri luoghi del poema dantesco. -
Dante. Dalla «mirabile visione» a «l'altro viaggio». Tra «Vita nova» e «Divina commedia»
Nell'attuale fase degli studi danteschi, in cui è quanto mai fervido l'interesse alla produzione lirica, sia vitanovistica che postvitanovistica, può essere utile riesaminare e ricostruire complessivamente, sia pur sinteticamente, la storia culturale e creativa di Dante prima della ""Commedia"""", tra chiusura della """"Vita Nova"""" e """"Inferno"""", con i necessari e inevitabili e particolareggiati riferimenti biografici e storici. Un tempo in cui si inscrivono organicamente liriche in volgare di capitale significato, quattro, forse cinque, epistole latine e i grandi trattati, incompiuti, in prosa volgare e latina: """"Convivio"""" e """"De vulgari eloquentia"""". Sullo sfondo rimane la """"Vita Nova"""". Tornare su questo percorso vuol dire riproporsi un'indagine su punti cruciali e centrali della problematica relativa all'opera dantesca, decisivi per la sua comprensione complessiva. Un tempo fatto di intuizioni, sondaggi, ricerche, scoperte, conquiste, insegnamenti e apprendimenti, sul piano del pensiero e del sentire, e, sul piano degli eventi biografici, fatto di intenso impegno civile e politico, sino ai momenti culminanti del priorato, dei primi anni dell'esilio e infine della scelta di «far parte per se stesso». Un tempo che ci appare travagliato da una ricerca sempre rinnovata e in fondo inappagata. La ricerca di un centro, dopo i giovanili ancoraggi alla poesia e ai suggerimenti evangelico-mistici e in attesa dell'approdo alla cultura e alla prospettiva della conoscenza e del messaggio che ormai si possono chiamare - purché con un uso corretto della nozione - profetistici. Un percorso che va riconosciuto senza apriorismi e a una corretta distanza da certe invalse schematizzazioni."" -
La poesia in italia prima di Dante
Ogni anno si tengono in Italia e nel mondo molti incontri di materia dantesca o petrarchesca, ma rare sono le occasioni in cui gli italianisti si confrontano sul periodo che precede. Ciò è dovuto a vari fenomeni, alcuni anche di natura molto banale: la carenza di personalità grandissime, malgrado l'importanza complessiva dei movimenti letterari (basta pensare a fenomeni come la poesia giullaresca, quella di tipo politico, lo Stil Novo, la poesia religiosa dell'Italia centrale); la carenza di notizie biografiche, o di identificazioni sicure, che affligge spesso anche autori importanti, e che ha come risultato la difficoltà di celebrare centenari e di organizzare quelle manifestazioni che di solito ravvivano l'interesse per gli autori. Ne deriva una carenza di attenzione nei confronti di un periodo decisivo di storia letteraria, che è quello in cui si pongono i fondamenti di tutto lo sviluppo successivo della nostra tradizione. L'esito di questo stato di cose si riflette perfino nei manuali, dove questa parte della materia e sbrigata spesso in modo sommario. Questo volume, come prima il Convegno che lo ha originato, offre un contributo a porre rimedio a questa situazione, proponendosi come un'occasione di ripensamento e di discussione di alcuni importanti problemi posti dalla lirica italiana delle Origini. Si tratta della proposta di nuovi profili di rimatori, di contributi di natura documentaria, di studi su centri di attività poetica, su temi letterari caratteristici o rapporti con le arti figurative, e altro ancora. -
Cripta Rasponi e giardini pensili della provincia di Ravenna
Nel cuore di Ravenna, a pochi passi dalla Tomba di Dante, tesori d'arte e natura si fondono dando vita a un meraviglioso luogo. Al centro del giardino si erge una torretta neogotica con la cripta, il nucleo più antico conservatosi del complesso di Palazzo Rasponi, dimora gentilizia del XVIII secolo, distrutta nel 1922 e riedificata come Palazzo della Provincia su progetto di Giulio Arata. La cripta conserva splendidi pavimenti a mosaico provenienti dalla Basilica di San Severo a Classe (VI secolo). La visita prosegue nei suggestivi giardini pensili e al belvedere. La guida racconta la storia di questo luogo e delle sue trasformazioni fino alla musealizzazione. La sezione finale illustra il progetto Mosaici Contemporanei in Antichi Contesti, che ha visto Maestri mosaicisti ravennati e stranieri creare opere ed installazioni contemporanee in dialogo con il mosaico antico. -
IdDante. Il volto di Dante per una traduzione contemporanea. Ediz. italiana e inglese
Chiunque di noi si interroghi sulla fisionomia di Dante Alighieri, con ogni probabilità si concentrerà - assecondando una tradizione fin troppo codificata - sul naso aquilino e sull'aspetto malinconico e pensoso che da sempre lo contraddistingue. Tuttavia, la ricca e dinamica iconografia dantesca, dopo circa sette secoli dalla sua definizione compie all'interno di questo volume un importante passo approdando alla definizione di una nuova figura dell'Alighieri. 35 artisti, essenza della mostra II Volto di Dante, per una traduzione contemporanea hanno donato al sommo poeta un volto nuovo, attuale e contemporaneo. Dalla grafica al fumetto, dall'illustrazione al pane, attraverso l'uso dell'oro, della penna 3D e di photoshop, il plurilinguismo dantesco e il suo autore tornano a far parlare di sé e a dialogare con noi. E cosa ne avrebbe pensato dunque, il Padre Alighieri della Street art, del nastro adesivo, del technogel e di questa compagine di materiali e tecniche all'avanguardia soprattutto se poste in relazione al suo volto?! -
Sonetti romagnoli
È tempo di riconoscere nei ""Sonetti romagnoli"""" di Olindo Guerrini (1845-1916) un'opera di non comune originalità e qualità nel panorama generale della poesia italiana, in lingua e in dialetto, a cavallo fra Otto e Novecento. Fino ad oggi tutti hanno letto i """"Sonetti romagnoli"""" nell'edizione postuma, procurata nel 1920 dal figlio Guido e a lungo ristampata. Un'edizione di grande merito, perché faceva conoscere una produzione poetica nella massima parte inedita, ma anche priva, di là da poche note sparse, di due indispensabili strumenti di lettura come la traduzione e il commento. Di qui l'opportunità di una nuova edizione, alla quale ha atteso con impegno e perizia Renzo Cremante dell'Università di Pavia, filologo e studioso da sempre attento ai casi letterari di Romagna (mentre si deve a Giuseppe Bellosi la traduzione italiana)."" -
Paolo Costa. Letterato, poeta, educatore, filosofo, patriota (Ravenna, 1771-Bologna 1836)
Questo volume si apre con una introduzione di oltre 100 pagine, divisa in tre capitoli, perché tali sono le stagioni della vita del ravennate Paolo Costa. L'autore ha posto nel primo capitolo la stagione giacobina e poi napoleonica. Nel secondo viene descritta la partecipazione di Costa ai moti del 1831 e il suo esilio a Corfù. Nel terzo, infine, troviamo la vita di Costa a Bologna, la sua scuola privata, i suoi importanti studenti tra i quali Marco Minghetti, Alessandro Guiccioli, il nipote di quell'altro Alessandro Guiccioli che sposò Teresa Gamba, Antonio Papadopoli ecc. Il volume contiene un'ampia scelta di scritti di Paolo Costa: poesie, scritti filosofici, commedie, le sue correzioni al Dizionario della Crusca, la biografia di Dante, le sue edizioni della Divina Commedia, le polemiche filosofiche e i rapporti con Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Giulio Perticari e tanti altri suoi illustri contemporanei. Nel volume sono presenti sedici biografie di Paolo Costa, in ordine cronologico di comparsa, che consentono la maggiore documentazione biografica possibile. Infine al lettore è offerta una corposa sezione di lettere (oltre 280) tratte dal suo epistolario: lettere da lui scritte e a lui indirizzate che documentano l'instancabile attività di studioso, educatore e patriota. Completano l'opera una bibliografia di tutti gli scritti di Paolo Costa e di chi ha scritto su di lui e un utilissimo indice dei nomi. -
Lucia Nanni. Lacrime
Sul filo della memoria, discreto e potente, emerge il lavoro artistico di Lucia Nanni. Lo spunto: una passeggiata al cimitero e una sosta all'ossario, luogo per eccellenza della memoria collettiva, spazio affidato all'intera comunità. Qualora cessassero le lacrime e inaridisse la sorgente del cuore - vi sono legami così profondi da sopravvivere agli anni e alla stessa morte - siano gli uomini di domani a compiere il gesto misericordioso della memoria. Una responsabilità sociale, dunque, della quale l'artista in prima persona si fa carico, con coraggio e sensibilità, cura e determinazione. Il suo operoso lavoro di tessitrice di ricordi, trasmesso al tulle o alla canapa, permette il riaffiorare di volti, uomini e donne, giovani e anziani. Bambini. La vita di intere generazioni. Lunghi fili neri, fragili filigrane, riannodano quegli affetti e relazioni tra il mondo dei vivi e quello dei morti, spostando l'attenzione su un piano che supera l'orizzonte familiare per aprirsi ad una esperienza comune. Da ultimo i testimoni, uomini e donne di oggi che, fotografati con i ritratti creati da Lucia, hanno accettato la sfida di confrontarsi con questa umanità antica e impalpabile, perché la memoria di chi ci ha preceduti sia più che mai concreta e attuale.