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Per me, Dante. Incontri e riflessioni con alcuni canti della «Commedia»
I saggi presentati da questo volume, sotto il comune denominatore dantesco, hanno strutture e finalità assai diverse: gli ultimi due, originariamente prefazioni alle edizioni critiche di due importanti commenti danteschi dell'Otto e del Novecento, quelli di Tommaseo e di Torraca, indagano sui modi, gli elementi e i fini con cui gli autori presentano e spiegano Dante al loro pubblico, quel che pensano della ""Commedia"""" e quel che vogliono far pensare alle masse crescenti dei suoi lettori: tappe decisive della fortuna di Dante negli ultimi due secoli. I primi cinque saggi, quasi tutti affidati alla forma della """"Lectura Dantis"""", sono invece il frutto di una ricerca, naturalmente inconclusa, sugli interessi di Dante, razionalista di formazione tomistica e complessivamente rispettoso della interpretazione del mondo fornita dal grande filosofo aquinate, per la formazione, lo sviluppo e il ruolo dei desideri umani, l'influenza della volontà e del piacere, le forme arazionali o prerazionali del conoscere - intuizioni, predizioni, sogni, visioni -, il ruolo insomma della corporeità, della fisicità """"naturale"""" nel prendere decisioni, nel fare le necessarie scelte esistenziali. Se, con la maggior parte dei suoi critici, possiamo tranquillamente affermare che la sua guida, finale e vincente, è sempre la ragione, specie se illuminata dalla Grazia, la poesia della """"Commedia"""" nasce spesso dalla descrizione della battaglia fra sensi e ragione, fra dovere e volere..."" -
La prima guerra mondiale nel cinema italiano. Filmografia 1915-2013
Tutta la produzione cinematografica italiana sul primo conflitto mondiale riunita in un unico volume, contenente una scheda per ognuno degli oltre 200 titoli reperiti. I due autori hanno analizzato la storia ed i generi del cinema italiano per creare una filmografia ricca ed accurata, arricchita da un saggio in cui viene presentata l'evoluzione dell'immagine della grande guerra nel cinema italiano. Dalla filmografia emerge la rilevanza quantitativa dei film di fiction nel primo anno del conflitto e lo scarso numero di questo tipodi pellicole nel primo dopoguerra (compreso il lungo ventennio fascista). Particolare importanza nell'evoluzione dell'immagine della prima guerra mondiale è legata alla questione Trieste (che ritorna all'Italia nel 1954), capace di favorire la produzione di pellicole con un forte sapore irredentista. Il volume è corredato da dettagliati indici analitici: il primo, tematico, relativo agli eventi storici, il secondo riguardante i personaggi e il terzo (con le parole chiave) che riporta i vari temi rilevabili nei film. Nel volume, oltre ai film di fiction italiani, sono analizzati anche le coproduzioni e i film per la televisione dedicati al tema. Presentazione di Alessandro Faccioli. -
La ferita. Dentro il teatro di Maurizio Lupinelli
Non un'impresa facile quella di restituire, in poche pagine, l'itinerario biografico ed artistico di Maurizio Lupinelli, sintetizzare tutta la varietà di incontri che lo hanno contrassegnato e raccontare soprattutto la sua formazione di attore e regista. Una formazione lontana da sentieri diretti e conosciuti, fuori da qualsiasi forma di percorso accademico, compiuta attraverso un ""viaggio"""" guidato da istinto, sete di vita e bisogno continuo e mai appagato di nuovi incontri. Un itinerario che mescola autobiografia, scarti improvvisi, improvvise fughe ed esperienze sul palco (fondamentale quella col Teatro delle Albe), che nel corso del tempo, a partire dai lontani anni ' 80, trova in tempi recenti una vocazione e una direzione individuabili nell'intreccio di due linee ben definite: l'esperienza con la disabilità e il disagio e il percorso iniziato e portato avanti, una volta uscito da Le Albe, con la creazione nel 2006 della compagnia Nerval Teatro, assieme alla giovane Elisa Poi. Il volume si apre con l'autobiografia di Maurizio Lupinelli e procede per tappe geografiche, partendo da Ravenna sino ad arrivare a Castiglioncello, passando per La Spezia e Milano. Raccoglie gli interventi di Renato Bandoli, Tiziana Cavallini, Thomas Emmenegger, Gerardo Guccini, Maurizio Iacono, Massimo Marino, Marco Martinelli, Antonio Moresco, Andrea Nanni, Massimo Paganelli."" -
Confessioni di una mente pericolosa: Dante Alighieri
La vita di Dante Alighieri è un tema tanto affascinante quanto relativamente poco conosciuto. Poco conosciuto dagli storici, messi in difficoltà dalla scarsità di documenti. Poco conosciuto dai letterati, concentrati sulla bellezza e sulla complessità delle opere. Poco conosciuto dal grande pubblico, ingannato dalle sovrapposizioni tra Dante personaggio e Dante autore. Alberto Puoti, autore e regista televisivo, ha viaggiato per luoghi danteschi e ha intervistato studiosi di molteplici discipline per servizi, reportage e documentari. Ne sono nate queste ""Confessioni di una mente pericolosa: Dante Alighieri"""" che sono andate in scena per il festival ravennate """"Dante2021. L'indagine in forma di spettacolo"""", pur densa di attenti riferimenti testuali e critici sull'autore della """"Divina Commedia"""", risulta anche un leggero volo di fantasia sorprendente per le originali prospettive."" -
L' artefice aggiunto. Riflessioni sulla traduzione in Italia 1900-1975
I Translation Studies, nati come disciplina accademica negli anni Settanta, hanno richiamato l'attenzione su un'attività umana spesso trascurata eppure tra le più complesse, importanti e decisive per il dialogo fra civiltà, la comprensione dell'altro e la conoscenza di sé. Questi studi hanno di frequente dimenticato l'apporto fondamentale dato alla teoria della traduzione dalla cultura italiana nel Novecento, con filosofi, linguisti, critici, filologi, storici della lingua, poeti, traduttori professionisti, traduttori-scrittori, editori. II volume intende colmare questa lacuna proponendo alcune delle voci più rilevanti che hanno riflettuto sulla traduzione letteraria in Italia tra il 1900 e il 1975. Accanto a pagine di filosofi (Croce, Gentile, Pareyson, Betti, Della Volpe, Anceschi, Mattioli), si potranno leggere quelle di critici (Praz, Cecchi, Contini, Fortini, Poggioli), linguisti (Terracini, Devoto, Simone), filologi (Sabbadini, Folena), storici della letteratura (Flora, Fubini), poeti-traduttori (Quasimodo, Solmi, Dal Fabbro, Valeri), traduttori-traduttori (Fertonani, Pocar), scrittori (Pirandello, Bianciardi, Calvino, Ginzburg), ma anche intellettuali che si sono occupati in particolare della ricezione dei testi stranieri e di problemi di editoria (Gobetti, Borgese, Fabietti, Poliedro, Padellare), di versioni teatrali (Chinol, Pasolini), di lingue classiche (Romagnoli, Valgimigli) e di letterature moderne (Errante, Izzo, Baldini, Pivano). -
Stecchetti, Corrado Ricci e Giobbe. Storia di una burla in salsa romagnola
Estate 1882, Olindo Guerrini (famoso per i suoi versi scandalosi con il nome di Lorenzo Stecchetti), e Corrado Ricci, suo giovane collega alla Biblioteca Universitaria di Bologna, si trovano insieme al mare a Fano, dove, nell'ozio beato della vacanza, compongono un libello in versi dedicato al personaggio biblico di Giobbe: Giobbe - Serena concezione di Marco Balossardi. Marco Balossardi altri non è che l'ennesima maschera poetica di Olindo Guerrini (che in misura prevalente mise mano al poema), e il libro è pretesto per una burla, come sempre ben architettata secondo il costume dello Stecchetti, nei confronti del poeta catanese Rapisardi, ""reo"""" di avere offeso il vate Carducci in una polemica che infiammò la penisola letteraria di fine Ottocento. I dodici capitoli di questo agile volume ripercorrono le vicende di quei giorni, le amicizie, gli sdegni e gli ideali che animarono il cenacolo poetico bolognese di quegli anni. Ritrae un mondo di galantuomini del Risorgimento in possesso del gusto della burla salace ma senza cattiveria, unita, anzi, alla capacità di ridere di se stessi. Virtù filosofica che li faceva in qualche modo più vicini al personaggio biblico di Giobbe che non al tanto esaltato Satana dell'inno omonimo del Carducci; prossimi al """"Nudo sono venuto al mondo e nudo me ne andrò"""" del patriarca, le cui eterne umane vicende percorrono come una traccia segreta i versi del poema satirico dei due amici al mare."" -
Glenn
Glenn Gould è il più grande musicista che il Canada abbia mai prodotto a livello internazionale. È diventato fin da giovanissimo una celebrità per la sua originale interpretazione di Bach e per il suo eccentrico stile di esecuzione. Usando come cornice drammatica la prima e l'ultima registrazione delle Variazioni Goldberg, Glenn esplora la musica, il pensiero e la straordinaria vita di questo pianista mitico e iconoclasta. Il dramma è finalmente pubblicato in Italia a quasi vent'anni dalla prima messa in scena in Nord America. -
Spettri d'Italia. Scenari del fantastico nella pubblicistica postunitaria milanese
Nelle prime due decadi postunitarie, con grande ritardo sul resto d'Europa, il fantastico si diffonde in Italia grazie ad autori come Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo e Camillo Boito, Emilio Praga. Questa letteratura riveste un ruolo di primo piano nelle appendici di molti giornali degli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento. La stessa pubblicistica testimonia la presenza di topoi e suggestioni del fantastico nel dibattito politico e nella letteratura di costume, anche grazie all'influenza di fenomeni quali il magnetismo e lo spiritismo che raggiungono un'enorme popolarità nel periodo in questione. Questo lavoro indaga le declinazioni del fantastico nel contesto della pubblicistica postunitaria, in particolare nel vivace panorama milanese, attraverso lo studio di diverse tipologie testuali, dal racconto alla satira politica agli articoli di argomento scientifico e di costume, con l'intento di mostrare come questo modo letterario dia forma ad ansie, ossessioni, aspirazioni, al confine tra naturale e soprannaturale, razionale e irrazionale, reale e illusorio. -
Lectura Dantis Lupiensis (2014). Vol. 3
La terza serie delle Lupienses offre nuovo combustibile allo studio dell'opera di Dante e della sua tradizione, in alcuni casi sparigliando i dati critici ricevuti da una lunga esegesi di settore: Andrea Mazzucchi propone correzioni, aggiustamenti e nuove aperture critiche sulle possibilità espressive del Convivio; Francesco Bausi, rileggendo il canto I dell'Inferno, scoraggia l'eccesso interpretativo e sovraletterale della tradizione mostrando le aporie della critica tradizionale; Domenico Cofano illustra con abbondanza di dati la formazione e lo sviluppo del mito di Francesca da Rimini nell'Ottocento, romantico e non; Elisa Brilli svela nel XXVI canto del Purgatorio la presenza intertestuale di luoghi determinanti delle Confessioni di S. Agostino, che riportano la materia dantesca alla tematica della ""conversione"""" e ai suoi modi; infine, Fabio Moliterni porta alla luce gli elusivi rapporti di Vittorio Sereni con l'opera dantesca, contributo importante per la definizione di un """"dantismo"""" contemporaneo tutt'altro che esaltatorio e banale."" -
La melomania nelle carte. Giuseppe Verdi nell'iconografia e nel collezionismo di immagini musicali. Ediz. illustrata
Il volume propone l'iconografia verdiana mediante 1200 immagini tratte da periodici, biografie, enciclopedie storiche, cartoline, albi di figurine, calendarietti ed altre curiosità, tra cui scatole di fiammiferi e di tarocchi. È inoltre presente un'accurata, amplissima selezione di fotografie, dipinti e caricature e oltre che elaborazioni provenienti dal mondo del fumetto e dell'arte contemporanea a dimostrazione del perdurare rinnovato, di un racconto ormai lungo oltre centocinquant'anni, sull'attualità della figura e dell'opera di Giuseppe Verdi. -
Dante e la sua eredità a Ravenna nel Trecento
All'inizio del Trecento Ravenna offrì a Dante l'ultimo rifugio, secondo la felice formulazione del celebre libro di Corrado Ricci, e a Ravenna, dopo il fatale 14 settembre 132f, il poeta trovò la sua ultima dimora. Sotto le ali della signoria di Guido Novello da Polenta, dunque, Dante passò gli anni estremi della sua vita: in città compose le egloghe indirizzate al maestro bolognese Giovanni del Virgilio, estremo lascito letterario della sua arte e della sua cultura. Intorno a Dante si creò prestissimo un nucleo di devoti e ammiratori, alcuni dei quali ricordati nelle egloghe dietro lo schermo bucolico: Dino Perini, Fiduccio de' Milotti, Guido Vacchetta. Ma il sacro fuoco delle lettere non si spense a Ravenna con la morte del sommo poeta: lì agirono maestri e letterati che, ereditando il testimone di una tradizione illustre, fecero della città romagnola un centro non indifferente del primo Umanesimo fiorito nel corso del Trecento. Altre figure, soltanto apparentemente minori, come quelle di Donato Albanzani, caro amico di Petrarca, e di Giovanni Conversini, maestro rinomato ai suoi tempi, illustrarono con il loro magistero la vita culturale di Ravenna nel solco dei gloriosi esempi offerti dal passato remoto e più recente. Il volume, affidato a diversi specialisti dell'argomento, intende presentare l'impatto culturale che Dante Alighieri ebbe sulla cultura ravennate del Trecento. -
Chitarra romantica. Luigi (Rinaldo) Legnani e il virtuosismo strumentale nell'Ottocento
Il miglior chitarrista del mondo; un talento prodigioso che trasforma la chitarra nel violino di Paganini; stupefacente, meraviglioso, miracoloso; quando si assiste a un suo concerto non si riesce a credere ai propri occhi e alle proprie orecchie: questi erano i giudizi che nella prima metà dell'Ottocento la stampa musicale dava delle esecuzioni di Luigi Legnani, uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi. Fenomeno sconcertante che impressionò il pubblico di tutta Europa per abilità tecnica e forza interpretativa, prolifico compositore, innovatore e sperimentatore che contribuì in collaborazione con i più importanti liutai dell'epoca a dare la forma moderna allo strumento, Legnani va considerato come uno dei principali esponenti del virtuosismo strumentale romantico e un'autentica pietra miliare nella storia della chitarra. -
Rime. Ediz. critica con commento
Tra i romagnoli che, nel De vulgari eloquentia, ""a proprio poetando divertisse audivimus"""", tra coloro cioè che con merito poetico si allontanarono dal proprio volgare, Dante individua Tomaso da Faenza, giudice in attività dagli anni Sessanta del Duecento sino, probabilmente, ai primissimi del Trecento, autore di quattro canzoni e nove sonetti secondo le testimonianze dei canzonieri delle origini e del ms. 4 della Società Dantesca Italiana. Nel corpus spiccano i non facili componimenti in tenzone, con Monte Andrea, Giovanni dall'Orto (contro i quali la specializzazione tomasiana si fisserà sulla difesa di Amore), Cino da Pistoia e Onesto da Bologna (coinvolti in una celebre, ma fumosa, tenzone politica), che delineano il faentino come rilevante, benché non principale, rimatore centro-settentrionale. La nuova edizione critica che qui si propone raccoglie per la prima volta tutta la produzione di Tomaso, comprendendo altresì le rime dei corrispondenti, e presenta un ampio apparato esegetico vòlto al commento puntuale dei testi sinora imperfettamente editi o interpretati. Presentazione di Furio Brugnolo."" -
Boccaccio (1313-2013)
In occasione del settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio, studiosi dai due lati dell'Atlantico contribuiscono a questa raccolta di atti del convegno ""Boccaccio in Washington, DC"""", tenutosi dal 4 al 6 Ottobre 2013 presso la Georgetown University e l'Istituto Italiano di Cultura di Washington. Si tratta della seconda edizione della conferenza triennale sul Certaldese, promossa dall'American Boccaccio Association. La molteplicità di approcci critici, e la varietà dei temi trattati, fanno di questa collettanea un volume imperdibile nella biblioteca di quanti amano il Boccaccio. Gli interventi qui proposti, infatti, offrono nuove prospettive storiche e biografiche su messer Giovanni, affrontano il tema dell'amicizia, si interessano delle opere ingiustamente considerate """"minori"""" e, grazie all'analisi delle relazioni intertestuali, gettano nuova luce sulle dinamiche decameroniane. Il grande scrittore medievale è, inoltre, considerato sia come autore che come copista e letto attraverso i suoi rapporti con i preumanisti. La sezione """"Performative Boccaccio"""", centrata sulle ballate del Decameron e sulla sua influenza nel teatro napoletano, chiude l'antologia."" -
Il lettore di provincia. Vol. 144: Novellizzare il cinema.
Questo fascicolo monografico del ""Lettore di provincia"""" è dedicato alla novellizzazione cinematografica. All'interno di questo megatema rientrano svariati sottogeneri: il film raccontato con o senza l'ausilio di foto da un critico, da uno spettatore, da un autore, da un attore; la recensione romanzata; la """"riduzione"""" a testo letterario partendo dal film realizzato; la scrittura simultanea alla realizzazione del film del testo letterario, entrambi generati da un soggetto comune; la """"vita"""" del set a di una sala cinematografica raccontata in forma letteraria; la biografia a l'autobiografia di attori e autori cinematografici, ecc. Insomma rendere racconto ciò che abbiamo visto sullo schermo attraverso i codici dell'audio e del sonoro. Naturalmente, il presente numero non poteva esaurire tutte le tipologie di novellizzazione e i suoi sottogeneri, ma, per questioni oggettive, ha preso in esame solo quelle forme di racconto che gli autori hanno ritenuto, in questo momento del loro percorso di ricerca, più vicine ai nostri interessi."" -
Il richiamo di Ravenna. La città e i suoi dintorni secondo i visitatori stranieri (1800-1960)
Ravenna, in virtù della sua importanza storica, delle sue valenze artistiche e del suo indubbio fascino, è stata meta di innumerevoli visitatori stranieri. Molti di questi hanno lasciato resoconti nei quali descrivono la città e i suoi dintorni nei loro aspetti architettonici, urbanistici, storico-artistici, sociali, paesaggistici, ambientali. Non solo: diversi viaggiatori hanno cercato di coglierne aspetti particolari e ""segreti"""", o più profondi e più intimi, di scoprirne l'anima, il genius loci, di capirne gli abitanti e i loro caratteri. E spesso questi """"forestieri"""" avevano nomi illustri: si può dire anzi che pochi dei grandi personaggi della cultura europea e mondiale, negli ultimi secoli, abbiano rinunciato a una visita a Ravenna, tanto che il repertorio dei loro rapporti di viaggio, delle loro lettere, delle loro testimonianze riguardo a questa vecchia capitale assume un interesse, un peso e un pregio indiscutibili. Una parte (in realtà assai piccola) di tali resoconti, di tali testi, è già stata proposta e riproposta. Mancava però, per il periodo che va dai primi anni dell'Ottocento a quelli dell'industrializzazione, cioè al 1960 circa, un'opera che raccogliesse tutti i brani rintracciabili e lo facesse con adeguato respiro. In questo lungo arco di tempo firmano descrizioni e impressioni sulla città personaggi quali George Byron, Henry James, Oscar Wilde, Sigmund Freud, Aleksandr Blok, Hermann Hesse, Carl Gustav Jung, Marguerite Yourcenar, William Butler Yeats..."" -
Enrico VII, Dante e Pisa
Buonconvento (Siena), 24 agosto 1313: la morte inaspettata di Enrico VII di Lussemburgo infrange per sempre i sogni ghib llini di chi, come Dante, aveva intravisto nell'imperatore la speranza più concreta di una risoluzione politica, l'incarnazione di quel secondo 'astro' teorizzato dal Poeta nella Monarchia. In quello stesso anno il trattato politico dantesco veniva ultimato a Pisa, la città scelta da Enrico VII c me sede della sua corte imperiale in Italia. È a Pisa che Dante apprenderà la tragica fine dell'imperatore, ammantata dal sospetto di un vero e proprio delitto politico; è qui che assisterà alle solenni esequie e alla sepoltura dell'""alto Arrigo"""" all'ombra della Torre, nel Duomo pisano. Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale dedicato a """"Enrico VII, Dante e Pisa"""", svoltosi in occasione del settimo centenario della morte dell'imperatore e della stesura della Monarchia. I ventitré saggi, a firma di storici del Medioevo e studiosi di Dante, offrono un quadro completo delle connessioni tra l'imperatore, il poeta e la città toscana, con molte novità, dossier e documenti inediti."" -
I mammiferi e gli uccelli della vena del Gesso romagnola
Moltissime specie di mammiferi e uccelli popolano la Vena del Gesso romagnola. Questa straordinaria formazione rocciosa, vera e propria ""mini catena montuosa"""" esclusivamente costituita di selenite, presenta un grande interesse geologico e speleologico, ospita alcune specie di piante rare o, addirittura, uniche e racchiude nel silenzio e nel buio delle grotte notevolissime colonie di pipistrelli e, sulle rupi e nei boschi, importanti specie di uccelli rapaci."" -
Lectura dantis bononiensis
Nell'Italia del Trecento la diffusa Commedia di Dante Alighieri divenne presto un cult che tutti avevano a portata d'orecchio e di memoria, ma non potè fare a meno di tenersi dietro una ridda naturale di difficoltà di comprensione: arduo per scelta, il poema dell'arrabbiato esule fiorentino si presentava all'attenzione del mondo bisognoso di chiarificazioni che ne illustrassero i contesti, i significati e gli indecifrabili sottintesi, appassionante nella sua carica ma depotenziato senza una spiegazione esauriente. Era nato un classico, ma dovevano entrare in azione i promotori di una sua effettiva valorizzazione, gli uomini in grado di soddisfare le esigenze indicate. Dopo mezzo secolo di esperimenti interpretativi giunse l'intervento di un grande esperto di classici, Giovanni Boccaccio, il primo a parlare di Dante a un pubblico, e subito dopo l'analoga iniziativa di un professionista di classici, il docente per mestiere Benvenuto Rambaldi da Imola, che inserisce fra le sue attività un ciclo di lezioni sulla Commedia. L'istituzione del classico diventava cosi ufficiale: era la scuola a legittimarne il ruolo, l'impegno della didattica lo faceva diventare un sapere. Benvenuto fece cosi ciò che faceva sempre con un testo, leggere e spiegare, ossia una lectura. La sua prima esperienza con il nuovo classico fiorentino si tenne nella sede abitualmente utilizzata per la sua attività di insegnante, un'aula nella contrada di Porta Nuova a Bologna; di quanto disse il professore restano gli appunti di un allievo presente al corso, le cui note vengono a costituire ciò che può essere definita come la benvenutiana Lectura Dantis Bononiensis. -
Gli eterni affetti. Il sentimento dipinto tra Bisanzio e Ravenna
Nonostante l'immaginario comune assegni alla civiltà bizantina l'etichetta di ""arte algida e astratta"""", la tendenza a rappresentare compiutamente gli affetti sembra essere nata nella seconda metà del XII secolo proprio in territorio bizantino (serbo-macedone), grazie alla concomitanza di due fattori: la radicata tradizione ellenistica presente a Salonicco e la forte matrice folcloristica, di cui l'arte balcanica fu sempre impregnata. In Romagna, la scuola riminese giottesca, favorita dalle committenze francescane, parve accogliere e ben metabolizzare la lezione d'Oriente, sintonizzandola sul patetismo di Giotto a Padova e sulla drammaticità del senese Pietro Lorenzetti ad Assisi. Tra gli esempi oggi superstiti, quello ravennate di Santa Chiara primeggia su tutti, per la squisita armonia tra il pietismo devozionale di indiretta derivazione balcanica, il patetismo espressionistico nordico e il laico umanesimo comunale di cui Giotto si fece mediatore. Mentre l'Oriente greco mirò sempre ad applicare una rappresentazione affettiva dei sentimenti, ovvero addomesticata dalla ragione, l'Occidente latino predilesse una resa più emotiva e passionale, laddove il sentimento, per sua natura indomito, riuscì a liberarsi e a circolare indisturbato, segnando il passo al definitivo trionfo dell'uomo e della sua individualità e spalancando così le porte all'arte del futuro Rinascimento italiano.""