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Il Vangelo delle comunità di Luca
La cultura dominante del mondo imperiale greco romano e del conservatorismo giudaico, sempre presente, stavano minando la testimonianza delle comunità urbane dell'Asia Minore e della Grecia, fondate da Paolo e dai suoi collaboratori, tra cui Luca. Era difficile continuare a credere che ""non c'è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo o donna: tutti voi siete uno in Cristo Gesù"""" (Gl 3,28), quando tutta la società considerava persone inferiori o, addirittura, non-persone le donne, gli schiavi, i contadini e i bambini. E, allo stesso tempo, il mondo culturale giudaico escludeva impuri, pagani, peccatori e sognava un futuro messianico solo per i figli di Israele, puri, giusti ed eletti. Le comunità di Luca - """"quelli del cammino"""" come erano chiamate (At 9,2) - andranno con Gesù e, sulla strada, incontreranno gli ultimi, gli ammalati, i peccatori, le donne e i piccolini che saranno sempre il centro dell'attenzione di Gesù. Sapranno che, camminare con lui, vuol dire seguirlo fino a Gerusalemme, fino alla croce. E la meta finale, sarà Betania, la casa dei poveri, dove Gesù ci lascerà. Le comunità di Luca, con Gesù e con le donne, a cominciare da Maria, faranno la memoria delle scritture che ci parlano di un Dio la cui misericordia sarà sempre dalla parte degli ultimi e ci ricordano che il figlio dell'uomo, proprio perchè è un buon samaritano, sarà crocifisso e, come crocifisso, continuerà ad essere il vivente che con noi cammina, siede al tavolo e ci fa ricordare."" -
La via dell'imperfezione. Spigolature biblico-patristiche
Il testo rappresenta un interessante appello ad incedere nel cammino della vita per inoltrarsi fiduciosamente in quella dello Spirito; ad animarne il contenuto è il medesimo spirito che sollecita gli uomini e le donne di ogni tempo ad innalzare tutto il cuore e tutta la mente a Dio per unirsi a Lui. I lettori, coscienti che il culmine della vita in Cristo si realizzerà compiutamente nel secolo futuro, saranno sollecitati a riflettere sul problema di come instaurare un proficuo rapporto con Dio a partire dall'esistenza terrena. Se ci si chiede che cosa significhi in concreto partecipare dello Spirito, e come si possa cooperare con Questo per compiere la volontà del Padre, ci accorgiamo che l'invito assume la sua concretezza nella vita quotidiana, per tale ragione dobbiamo affidarci alle testimonianze di coloro che hanno sperimentato in precedenza la Sua presenza, per questo alludiamo all'esempio dei Padri della Chiesa indivisa. Il libro traccia una parabola patristico-biblica, in cui il punto di partenza è l'ascolto profondo della Parola, per farla penetrare sino alle nostre ""fibre spirituali""""; scopriremo che l'ascolto è spesso disatteso, sappiamo che ciò accadeva fin dai tempi apostolici, Gesù stesso riscontrò la durezza del cuore dei suoi fedeli, per questo motivo, ancora oggi, l'umanità impiega notevoli sforzi nel perfezionare questo tipo di ascolto, purificando il cuore e cercando il silenzio per far riemergere la Parola. L'approccio metodologico dell'autrice desterà sicuro interesse in tutti quei cristiani che forse si trovano infastiditi dai facili spiritualismi, o dalle pratiche che spesso confondono i piani del telos cristiano, che mira alla divinizzazione. La particolare suggestione offerta dall'analisi ha di mira il ridestare la ricettività allo Spirito Santo seguendo l'esempio dei Padri per """"perfezionare l'imperfezione"""" umana, un ossimoro spirituale sul quale meditare."" -
Direzione attimo
"Direzione attimo"""" è il nome di un mio progetto trasmediale. """"Direzione attimo"""" è il nome di un podcast, ma anche di un sito e di vari canali social. Questo nome diventa il titolo del libro che ne completa il percorso. La direzione è la strada più diretta verso l'amore. L'amore in senso generale. L'amore che guida. Il libro contiene un insieme di storie. Storie leggere, affascinanti, sorridenti ma anche riflessioni importanti rispetto ai grandi temi. L'autore del progetto vuole semplicemente aggiungere, dando il suo contributo: un po' come un'addizione. Aggiungere un momento alla giornata, uno di quelli che non pretende troppo, uno di quelli che spesso gettiamo via. Il libro parla di svariati argomenti attraverso la metafora e l'attuazione di percorsi. Mai di arrivi, mai di partenze. Solo percorsi." -
Chiamala febbre
Se la poesia è fare qualcosa di intimo in pubblico, come è stato scritto, qui il poeta, fin dalla potente quanto disarmante ""Dichiarazione"""" iniziale, si assume pienamente la responsabilità di ciò che scrive e prende atto dello stato delle cose senza alcun falso pudore, dichiarando: """"la mia vita oggi è un fascio di fradicie sterpi / e le vespe ci fan nido / che la mia vita è tasche sfondate, letti sfatti / giorni dal respiro troppo corto / o smagato"""". E sa """"di non essere atteso, neppure spiato"""". Eppure i suoi versi, che ben sanno di non poter salvare il mondo, né di doverlo fare, da un lato assorbono magneticamente il ritmo della migliore poesia italiana di oggi, dall'altra non dimenticano la cronaca e il cicaleccio dei media sempre più invadenti e strumentali, della loro narrazione politica e sociale assordante e incomprensibile. No, non sta bene, il poeta. Non può. E non sta bene il mondo vociante che il poeta si porta faticosamente sulle spalle. """"La gioia sempre si annuncia / poi non viene""""."" -
«Fratelli tutti». Tracce di interpretazione
Le tracce di interpretazione di questo libro non intendono esaurire la ricchezza del testo dell'Enciclica Fratelli tutti: il loro intento è quello di individuare possibilmente gli antecedenti dell'Enciclica, la sua struttura e le tematiche fondamentali affrontate. Il richiamo ad alcune prospettive per il domani offre essenziali indicazioni non tanto di conclusione, bensì di invito alla lettura e all'approfondimento. Non va disatteso il fatto che la Lettera Enciclica si colloca nel contesto storico attuale caratterizzato dalla situazione creatasi a causa della pandemia mondiale da Covid-19, che ha evidenziato la criticità sostanziale di un pragmatismo tecnocratico assolutista, accentuato da una deriva di onnipotenza delirante. In questa prospettiva, l'Enciclica Fratelli tutti, ben più delle risposte, offre la possibilità di interrogativi decisivi, che fanno appello all'intelligenza, alla maturità e alla fatica della ricerca della verità di senso dell'esistenza degli umani, nello stile della fraternità che caratterizza ogni relazione -
Quale Chiesa?
Quale Chiesa? È questa la domanda che spesso si pongono coloro che partecipano alla vita della comunità e che percepiscono la velocità dei cambiamenti socio-culturali in atto. C'è un patrimonio ecclesiologico di grande portata emerso dal Concilio Vaticano II, che non è stato ancora vissuto e forse capito a sufficienza. Quando parliamo di ministerialità, di principio di uguaglianza nella comunità, di centralità della Parola di Dio nel cammino dei fedeli, del ruolo della donna, sembra di nominare aspetti di un modello di comunità - la Chiesa come popolo di Dio – che non è riuscito a penetrare in profondità il tessuto ecclesiale. Del resto, non è facile elaborare una proposta ecclesiale, che riesca a trovare concordi le diverse sensibilità di una comunità. Ne sa qualcosa chi, come il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, deve riuscire a conciliare i tanti cammini diversi di una diocesi nell'unica proposta del Signore. Oppure, un prete di campagna come Paolo Cugini, chiamato, come tanti suoi confratelli, ad accompagnare il cammino di comunità con una lunga tradizione ecclesiale, in un percorso di comunione. Quale Chiesa, appunto, per il contesto socioculturale che è in continua evoluzione? Si percepisce, nel mondo cattolico, la necessità di sedersi attorno ad un tavolo per ripensare, in modo sinodale, ad uno stile di comunità il più aderente possibile al Vangelo, senza perdere di vista le grandi sfide dell'attualità. Per questo il libro desidera offrire un materiale di qualità al dibattitto ecclesiale, riproponendo, in modo semplice e non accademico, i temi cruciali che furono al centro del dibattito ecclesiologico del Concilio Vaticano II, ripresi in modo originale da papa Francesco ed attualizzati dal cardinale Matteo Maria Zuppi. -
I Padri della Filocalia. Storia di un libro
Renato D'Antiga nel saggio ricostruisce, nei primi due capitoli, la storia della presenza greca a Venezia dalla sua formazione, dovuta alla caduta in mano ottomana di Costantinopoli (1453), al suo stabilizzarsi istituzionale e alla sua collocazione nelle istituzioni della Repubblica. Si evidenzia poi l'attività teologica della comunità ellenica attraverso alcune personalità, quella educativa con il Collegio Flangini e quella religiosa. L'autore si sofferma sulle relazioni editoriali tenute dai greci veneziani con i monasteri dell'Athos, dalle quali nacque la pubblicazione della Filocalia. Viene esaminata nei capitoli seguenti la formazione dell'opera filocalica e le finalità che Macario di Corinto e Nicodemo l'Aghiorita le attribuivano. Vengono esaminati gli scritti collazionati più o meno cronologicamente, conservando l'ordine dei curatori, che possono essere divisi in tre periodi: quello tardo-antico (Antonio il Grande, Evagrio, Giovanni Cassiano, Massimo il Confessore, Giovanni Damasceno, ecc.) quello medio-bizantino (Simeone il Nuovo Teologo e altri) e l'ultimo, quello paleologo, che riguarda in particolare la rinascenza esicasta (Gregorio il Sinaita e Gregorio Palamas) avvenuta prima della fine di Costantinopoli. L'autore evidenzia in particolare tre temi comuni a tutti i testi collazionati: la lotta contro le passioni, la pratica della preghiera di Gesù e la via per il conseguimento della deificazione. -
Parlare ai piccoli e farsi dire da loro. Don Alberto Altana a cento anni dalla nascita. Atti del convegno della comunità del diaconato in Italia
Questo libro racconta di lui, il ""parroco delle periferie"""", come si legge nei siti ufficiali, e ciascuno porta le proprie parole di amore ricevuto, dato e messo in circolo. Si propone, si """"ripropone"""" - quasi lo si sentisse sempre pensiero mai 'fatto' abbastanza in se stessi - la memoria di un uomo teso alla propria conformazione piena alla Parola. E così fluisce (da sacerdoti: don Daniele Simonazzi, collaboratori: Vittorio Cenini, figli spirituali come Maria Leuratti, diaconi come Giorgio De Benedittis e Fabrizio Fusari) l'essere sulle sue orme dove """"non si sceglie chi servire, ma si è scelti"""", dove """"obbedienza reciproca"""", """"bisogno come padrone del servizio"""", """"compresenza, complementarietà, corresponsabilità"""" sono state luci e tali ancora si propongono - si intrecciano? - al sogno di un popolo in uscita come abbiamo la grazia di ascoltare anche oggi da papa Francesco. È certo che l'indifferenza non fa parte di questo narrare, né per chi ha detto di sé né per chi leggerà."" -
Sulla via di Damasco. Una riflessione biblica sulla conversione-chiamata di Paolo
È stimolante e straordinario sapere che, dopo 2000 anni, Paolo, figura appartenente ai tre mondi diversi degli Ebrei, dei Greci e dei Romani, sollevi ancora discussioni su alcuni temi come la superiorità di Pietro o Paolo, la sua conversione o chiamata, il suo essere ebreo o cristiano, la sua continuità con il Cristianesimo o la sua discontinuità con l'Ebraismo. Nel presente testo si discute di quanto è successo a Paolo sulla via di Damasco. Lo scopo di questo modesto studio è sondare la relazione intercorrente tra Paolo e Luca nella prospettiva di Luca. Il nocciolo della ricerca è la constatazione del fatto che Paolo sia rimasto un ebreo e abbia influenzato le comunità cristiane per mezzo della sua missione. In termini più ampi, l'obiettivo del suddetto studio è dare risalto all'universalità della missione paolina e alla testimonianza della persona di Gesù Cristo offerta dal santo. Qual è il pensiero di Paolo? Perché tace così tanto? Infine, si tratta di una conversione o di una chiamata? -
«E, preso un asciugatoio...». Quando un'esperienza pastorale di ascolto, relazione e accoglienza racconta la vita
Valerio Corghi dialoga con: Cardinale Matteo Maria Zuppi Matteo Gandini, Chiara Panciroli, Maurizio Ambrosini, Valerio Quercia, Enrico Barchi. Un libro a più voci. Un dialogo aperto e schietto tra varie figure che si occupano di relazione in ambiti professionali tra i più diversi. Partendo dalle domande di Valerio Corghi, Referente del Coordinamento regionale Immigrazione Caritas Emilia Romagna, il volume cerca la potenziale descrizione di una contemporanea ""Lavanda dei Piedi""""."" -
La seconda Lettera ai Corinzi. Noi fungiamo da ambasciatori di Cristo
Ecco che la debolezza diventa un elemento utile e prezioso. L'applicazione alla vita pastorale è da inventare, secondo quello che il Signore e lo Spirito ci suggerirà. Però questo ci aiuta a non lasciarsi prendere sempre dall'avvilimento quando ci si rende conto che le forze fisiche, economiche, di riconoscimento sociale... sono scarse. Quando comprendiamo che tutte queste cose sono a un livello basso, non deve venir meno la fiducia e la confidenza nel valore del Vangelo che, anzi, può e deve diventare ancora più grande. Questo libro è una riflessione sulla Seconda lettera ai Corinzi, nella quale Paolo è costretto a difendere il proprio apostolato da critiche che gli sono state rivolte e, pertanto, è costretto a riflettere sulla sua esperienza di apostolo. Tale riflessione paolina può diventare ricchissima dal punto di vista della comprensione della nostra vocazione e del significato della pastorale che viviamo oggi. -
Quel divino che si incarna e respira tra donne di diverse religioni
Questo libro è una presa di parola pubblica da parte di donne consapevoli della loro differenza, soggetto politico femminile che sempre più si affaccia nella sfera simbolica e sociale. Ma la produzione delle riflessioni in tale campo quasi mai si allarga per coinvolgere la sfera del religioso; e ancor meno si inoltra in un registro interreligioso. Sia nella opinione pubblica, sia negli studi specialistici, le parole patriarcato e androcentrismo sono state considerate dai più come categorie estranee o addirittura confliggenti con l'orizzonte delle fedi, e a maggior ragione con quello delle istituzioni storiche - a monopolio maschile- che delle fedi si sono fatte interpreti legittime e depositarie di ortodossia. Ma donne di fede - che sanno leggere criticamente tali fenomeni e che non si lasciano depredare da quel tesoro d'oro puro che è la fede - esistono, serbano dentro di sé i doni del divino, li condividono in pratiche sinodali, vivono con consapevolezza la dimensione spirituale - maturata con gioia e con fatica- e non tacciono. Si può arrivare a riconoscere la piena dignità delle donne, che prelude al riconoscimento della dignità di ogni persona, superando i pregiudizi di razza, etnia, classe? A cura di Paola Cavallari Con saggi di Paola Cavallari, Franca Eckert Coen, Mariangela Fala', Svamini Hamsananda Ghiri, Susanna Giovannini, Marisa Iannucci, Gabriela Lio Prefazione di Raffaella Di Marzio In copertina: Michal Rovner, Venus (2008). Per gentile concessione dell'artista. -
Ontologie relazionali e trinità. Saggi complementari
La questione dello statuto ontologico delle relazioni è tornata in auge nella discussione filosofica e teologica più recente, in particolare in ambito analitico. Nei diversi contesti e discipline si tratta di indagare in che termini sia possibile formulare, sul versante filosofico, un'ontologia relazionale nella quale le relazioni siano fondamentali quanto la sostanza e, sul versante teologico, una corrispondente visione trinitaria che integri nel divino la dimensione relazionale. Questi saggi ampliano un percorso di ricerca che va in questa direzione già avviato dall'autore, fornendo degli approfondimenti su questioni come l'ontologia delle relazioni, i caratteri fondamentali dell'ontologia relazionale-processuale e la corrispettiva teologia processuale (nella forma della divinità relazionale), alcuni modelli trinitari, l'ontologia relazionale gunk. -
La formazione catechistica dei presbiteri. Criteri e cenni di metodologia
Il libro vuole allargare i confini della questione ponendo la domanda sullo stato attuale della formazione catechistica dei presbiteri. Questo testo si presenta, pur senza alcuna pretesa di esaustività, come tentativo di richiamare l'attenzione di quanti hanno a cuore la formazione integrale dei presbiteri e del servizio da essi svolto nella comunità cristiana, su una questione che riteniamo ormai ineludibile per l'effettiva riuscita del servizio catechistico: la formazione dei presbiteri nella catechesi. Dopo aver presentato l'attuale panorama socio-culturale con i conseguenti cambiamenti antropologici che stanno caratterizzando la nostra epoca, si passa ad affrontare frontalmente la questione della formazione catechistica dei presbiteri. La presentazione delle dimensioni della formazione catechistica rappresenta l'orizzonte entro cui la proposta si inserisce. Essa non può essere immaginata unicamente come formazione ""intellettuale"""" che diverrebbe semplicisticamente erudizione o trasmissione di nozioni, forse anche rilevanti, ma poco incisive per il cambiamento di stile del presbitero. Si passa, quindi, benché a grandi linee, ad affrontare il tema della formazione catechistica del presbitero nel mondo digitale, ultima frontiera verso cui orientare l'annuncio del Vangelo. Si giunge così, nell'ultima parte del lavoro, alla descrizione, nelle sue fasi, della proposta formativa laboratoriale, scandendo i vari momenti che la strutturano ed indicando i «luoghi» ove tale proposta può realizzarsi concretamente."" -
L' amore che nutre la vita. Il Vangelo a piedi: don Giustino Russolillo
Il libro, accoglie l'invito di papa Francesco di fermare il ""naufragio di civiltà"""" a cui stiamo assistendo e """"ridestarci dalla dimenticanza di chi soffre"""" (Discorso a Lesbo, 5 dicembre 2021). L'autore presenta i passi del lieto annuncio, quello che fa la differenza e invita a fare i conti con sé stessi, praticato dal nuovo """"Santo"""" della Chiesa, don Giustino Maria Russolillo (Canonizzazione il 15 maggio 2022). Un figlio della periferia occidentale partenopea, nato a Pianura di Napoli (1891-1954), terra ricca di frutti, tra le colline e il mare, di antica presenza cristiana. Don Giustino vive pienamente il suo tempo, contrassegnato dalla tragedia delle due guerre mondiali, dalla grande crisi economica degli anni trenta, la bonifica delle terre, dai nuovi sviluppi commerciali e industriali. Che tuttavia, per quanto garantiscono una migliore condizione di vita anche per le classi medio-basse, riflettono una situazione precaria per tanta parte delle masse contadine e operaie, e i loro figli. Il """"santo prete"""", come veniva chiamato dai suoi concittadini, non ha mai trascurato il prossimo, le famiglie, i giovani ed in particolare il povero. Nonostante risenta del contesto sociale e religioso del suo tempo, può essere annoverato tra gli operai del comandamento nuovo di Gesù, quello che il teologo tedesco Karl Rahner, ha definito essere l'""""umanesimo radicale"""", che trova nel Cristo crocifisso la forma più alta dell'amore, perché giunge a donare la vita per il prossimo, fino a dare la vita anche per i nemici (cfr. Saggi di Cristologia). Ciò che il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, ha descritto nei termini di """"amore assoluto"""" e si rivela come """"esperienza di bellezza"""" che si realizza nel Dio crocifisso, Colui che muore d'amore: dove la dimensione di gratuità costituisce l'unica difesa, la custodia e la cura della libertà dell'uomo fragile (cfr. Solo l'amore è credibile). Prefazione di mons. José Ionilton Lisboa di Oliveira. Postfazione di don Giuseppe Surace."" -
La cena di Gesù. Il problema cronologico
Senza alcuna soggezione per la complessità dell'argomento l'autore, con un approccio volutamente canonico, esamina il versetto di Gv 18:28 caposaldo della cronologia alternativa cosiddetta giovannea, proposta ed affermata a partire dalla prima metà del secolo scorso: ""era l'alba ed essi non vollero entrare nel Pretorio per non contaminarsi e (poter) mangiare la Pasqua"""" - dal quale risulterebbe la cena di Gesù precedente il banchetto pasquale - mostrandone l'incoerenza: gli accusatori di Gesù avrebbero avuto tutto il tempo ed il modo di purificarsi. Infatti, per la legge di purità, la tradizione ebraica e la prassi in uso al tempo di Gesù, la contaminazione sarebbe durata solo un giorno, cioè fino al tramonto, e tolta con le abluzioni precedenti la cena pasquale. Argomentazione rafforzata dall'ulteriore incongruenza con la spiegazione del fatto che fornisce lo stesso evangelista: prima dell'alba o dopo non importava affatto, perché i giorni venivano computati a partire dalla sera. Il versetto deve perciò avere un significato differente da quello di consueto attribuito, tutto da scoprire."" -
Compagni di viaggio
Un disco che è frutto dell'incontro tra due autori e scrittori appassionati di musica evangelicamente orientata. Dodici nuove canzoni che partono dall'originalità dell'amicizia tra cristiani, da cui il titolo dell'album, ispirato alla lettera a Diogneto: ""Compagni di viaggio"""". All'interno, brani che raccontano il tempo della pandemia (""""Non avete ancora fede?"""", """"Una nuova umanità"""") e altri che presentano esempi di santità antichi e nuovi, da Giuseppe d'Arimatea al beato seminarista Rolando Rivi, martire """"in odium fidei"""". C'è spazio anche per episodi più esperienziali, che indagano il tema del rapporto di coppia, della solitudine e della conversione, fino al brano che chiude la raccolta, dedicato a """"Reggio Emilia"""", la città in cui vivono gli autori. Nel progetto multimediale sono disponibili tutti i testi, le foto dei giovani musicisti coinvolti nel progetto e le basi strumentali. Tracklist: Fiume che vai, Non avete ancora fede?, Cambiare la mia vita, Io sono di Gesù, Una nuova umanità, Solo che il tempo, Compagni di viaggio, L'ultima Parasceve, L'isola del vento, L'uomo giusto, Noi due, Reggio Emilia."" -
Le religioni e le sfide economiche per il futuro
La IX rassegna di Interreligious «Le religioni di fronte alle sfide economiche per il futuro» ha messo al centro il tema del rapporto tra le religioni e l'economia. È questo, crediamo, un tema cruciale per il nostro tempo perché pone all'attenzione un grande interrogativo: dare la precedenza al profitto e al liberismo economico equivale necessariamente a minacciare il benessere, l'ambiente e la giustizia sociale per molta parte della popolazione mondiale? Lo spunto di partenza per affrontare l'argomento ci è stato offerto da molti dei documenti magisteriali di questo pontificato, che richiamano l'attenzione sul dovere di guida che ciascuna religione ha nei confronti dei propri fedeli. In particolare nei documenti sulla Fratellanza umana (04-02-2019) e nell'Enciclica Fratelli Tutti (03-10-2020) viene sottolineato l'impegno e il dovere morale che hanno -- in primis, le due grandi religioni cristiana ed islamica, visto il maggior numero di aderenti a livello mondiale -- nel dover affrontare i problemi e nell'orientare i fedeli ad una presa di coscienza e ad un'azione concreta di contrasto verso ogni deriva provocata dal liberismo economico. Ma è a tutte le religioni che l'invito è rivolto, al fine di operare un discernimento condiviso sulle possibili alternative al globalismo economico del profitto e sulla concreta messa in opera di quel principio universale di fraternità e solidarietà umana che da tutte le religioni viene richiamato. Dalla sapienza delle diverse tradizioni, quali insegnamenti possiamo recuperare per migliorare gli attuali modelli economici in vista di un aumento del benessere di tutti? Ogni giorno assistiamo alle ferite che la povertà, la fame, l'ingiustizia, il mancato accesso alle risorse, la guerra, la sperequazione, producono in molte parti del mondo e, ugualmente, vediamo quali profonde riduzioni dell'umano provochino l'avidità, l'egoismo, il profitto ad ogni costo, il consumismo, avviando quel processo che porta alle disuguaglianze sociali, al degrado morale, all'insoddisfazione sempre più profonda e diffusa. Parlare di economia non è quindi aprire gli occhi solo su dei modelli di scambio, ma, in ultima analisi, significa far emergere ""un nuovo ordine delle cose"""" mettendo al centro le condizioni di vita e la felicità degli individui."" -
Mondo moderno e religione. Introduzione al pensiero di Charles Péguy
In un clima culturale di transizione, com'è il nostro, si tende a rovistare nel passato per trovare quei barlumi di luce che possono contribuire a portare un po' di chiarezza. La post-modernità intesa sia come momento conclusivo del moderno, sia come dissoluzione interna dei valori della modernità, chiama sul banco degli imputati il moderno. Non è allora un caso se, a partire da questo sfondo culturale, vengano alla ribalta nel dibattito filosofico odierno, autori che offrono spunti critici nei confronti della modernità. Péguy è certamente un autore che si presta ad una tale operazione critica. La sua opera è, infatti, contrassegnata da una puntuale disamina nei confronti di ogni simbolo del mondo moderno. Sfogliando le pagine soprattutto della sua opera filosofica, si ritrovano anticipate le critiche alla modernità che hanno caratterizzato il dibattito filosofico sulla post modernità degli ultimi decenni. La pluralità delle visioni, dei modi di dire e di narrare la realtà, è spesso stata identificata come apertura alle derive relativiste e, di conseguenze, un ostacolo per la comprensione della verità. Abituati da millenni a leggere la realtà con gli schemi della logica aristotelica, del principio di non contraddizione, facciamo ancora oggi molta fatica a vedere nella posizione differente dalla nostra, nel punto di vista altro, non un limite, una limitazione, una contraddizione, ma un valore, un aspetto di verità da porre a lato del nostro, senza voler a tutti i costi produrre una sintesi. L'opera di Péguy offre notevoli spinti di riflessione in questa direzione. Il libro che presentiamo tenta di offrire una modalità nuova nell'interpretazione del pensiero di Péguy. Si vuole, infatti, mostrare come la sua impostazione filosofica, che ha nel metodo intuitivo di Bergson il punto di riferimento fondamentale, sia la chiave di lettura per comprendere la sua poetica e, soprattutto, la sua densa produzione spirituale ricca di richiami evangelici. -
«Il Vangelo delle Beatitudini». La via per la felicità
Il volume, curato dalla teologa Lorella Parente, raccoglie gli interventi tenuti da diversi biblisti in occasione delle Giornate Matteane di Salerno, un evento culturale annuale, legato alle celebrazioni in onore di San Matteo, le cui reliquie riposano nella cripta della cattedrale cittadina. Il tema trattato è quello delle Beatitudini matteane (Mt 5,3-12), dette anche ""il manifesto del cristianesimo"""", come suggerisce il titolo del primo contributo, a opera del biblista don Paolo Mascilongo, il quale analizza i macarismi nel loro contesto di riferimento, ossia il """"discorso della montagna"""" (Mt 5-7), tratteggiandone i principali contenuti dal punto di vista esegetico e teologico. Nel secondo intervento, Don Antonio Landi, biblista, va ad esaminare, in particolare, la relazione tra Gesù e la Legge (Mt 5,17-19), prendendo in considerazione le interpretazioni che Cristo offre di alcune norme legali (5,21-48) nella prospettiva di una giustizia chiamata a superare quella degli scribi e dei farisei (5,20). Nel successivo contributo, don Nicola Rotundo, moralista, offre una riflessione sull'essenza delle Beatitudini, tematizzandone l'aspetto etico per giungere a capire che cosa comporti viverle per un credente in Cristo. Nel quarto e ultimo saggio, don Matteo Crimella, biblista, offre un approfondimento sul testo del Padre nostro, la preghiera presente all'interno del Discorso della montagna (Mt 6,9-13), spiegandone il contenuto, lo stile e il messaggio universale.""