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Bogia nen! Proverbi piemontesi per resistere con coraggio
Bogia nen!, resisti! Dalle fortificazioni dell'Assietta alla vita di tutti i giorni, è fondamentale la capacità di fronteggiare con coraggio gli eventi: dall'eccezionale al quotidiano. Il coraggio serve sempre e - questa è una bella notizia - si può imparare e allenare. I proverbi piemontesi sono alleati straordinari. Contengono il distillato di una saggezza accumulata nei secoli: insegnamenti pratici, pronti per l'uso, alla portata di chiunque. Possono aiutarci nella sfida cui non ci si può sottrarre: avere più coraggio per vivere meglio. -
Balengo! Imprecazioni, qualche parolaccia, contumelie, epiteti che fra un po’ non saranno più detti
Da più di un anno in qua per noi tutti non è stato un gran bel vivere, ammettiamolo! I giorni si sono susseguiti monotonamente, e solo ora si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. La rabbia accumulata è tanta, per cui ho pensato di rendermi utile ai miei preziosi lettori, con la creazione di questo «piccolo manuale» di pronta consultazione. Qui possono trovare parolacce, contumelie, frasi offensive, improperi (tutti piemontesi DOC) utili per dare sfogo alla frustrazione e liberarsi dalla tensione e dallo stress. Muniti dunque di questo rinforzo lessicale, essi potranno trovare con facilità l’insulto ad personam per ogni situazione. Scherzi a parte, questo «piccolo manuale» non ha certo pretese terapeutiche, ma vuole contribuire a far ritrovare a qualcuno un briciolo di buonumore, il che nella vita non guasta mai. -
Bushcraft avanzato. Guida da campo per diventare esperti nell'arte della sopravvivenza nella natura selvaggia
«Bushcraft» è un termine che indica destrezza e abilità nelle attività utili nel bel mezzo della natura incontaminata e la pratica di sopravvivere e prosperare nel mondo non civilizzato. Per praticare bushcraft in modo efficace dovrete padroneggiare un insieme di capacità unico che comprende orientamento, abilità nell'accensione del fuoco, trappolamenti, creazione di ripari, riconoscimento di tracce animali e utilizzo di attrezzi sia moderni che primitivi. Gli escursionisti saggi, durante i loro viaggi, portano con sé solo l'essenziale insieme ad alcuni strumenti, sostituendo l'equipaggiamento extra con le conoscenze e le abilità pratiche per creare oggetti utili direttamente dal materiale trovato in natura. Per vivere bene nella natura senza i moderni comfort disponibili al giorno d'oggi, bisogna essere molto determinati. Come ogni hobby, questo richiede dedizione e conoscenze, ma in circostanze critiche potrà salvarvi la vita. Questo è il naturale seguito di ""Bushcraft 101"""" ed è un libro che va a completare i concetti esposti nel precedente, mettendo chiunque in condizione di poter ampliare le esperienze all'aria aperta e campeggiare ovunque. È scritto con un linguaggio semplice e immediato, e contiene concetti pratici facilmente assimilabili da chiunque a qualsiasi età."" -
Bushcraft primo soccorso. Guida da campo per curare emergenze nella natura selvaggia
Quando siete nella natura, a volte non ci sono il 112 o il 118 che vi possono aiutare. In questo titolo della serie di libri Bushcraft, gli esperti di sopravvivenza Dave Canterbury e Jason A. Hunt vi insegnano come essere voi gli artefici del primo soccorso. Gli autori vi spiegano come essere preparati per varie emergenze, illustrando le principali abilità necessarie per la sopravvivenza; cosa portare al seguito per le emergenze mediche e come gestire le prime cure per salvare una vita; come sopravvivere con pochi materiali, mostrandovi come ricavare bende e stecche nella natura e come usare le piante per estrarre delle medicazioni. Dai tagli alle scottature, dalle fratture alle lesioni, Bushcraft Primo Soccorso è la guida che vi serve per essere pronti ad affrontare tutte le vostre avventure all'aperto. -
Uncensored. Il diario segreto di Adam Kadmon
Lo scrittore Adam Kadmon, popolare autore di saggi dai contenuti incredibili poi rivelatisi straordinariamente profetici, ci presenta per la prima volta dalla sua apparizione online, avvenuta nell'ormai lontano 2005, proseguita in radio nel 2009 e quindi in televisione dal 2011, uno sconvolgente romanzo privo di ogni censura. La genesi segreta della Terra e del genere umano, l'agghiacciante ragione della plurimillenaria cospirazione globale in corso, il micidiale sistema di controllo mentale di massa pianificato ed imposto da poteri occulti, fondati su una strategia del «divide et impera», che provoca, ciclicamente, un apocalittico grande reset della civiltà per poi ricominciare daccapo. Un destino ad oggi inevitabile che ha sempre condannato l'inconsapevole umanità alla sofferenza sotto una eterna feroce schiavitù. Tutto questo vuole forse dire che stiamo per scoprire la ragione per cui Adam Kadmon dimostra di conoscere fin dall'inizio i piani dell'impero esoterico-militare che domina segretamente il nostro pianeta? -
Ma è un miracolo
La storia viene considerata non come lo svolgimento di leggi immanenti, ma come un perpetua creazione di Dio e in alcuni momenti quest'opera si manifesta con maggiore intensità, con un'eccedenza, un sovrappiù di gloria. Sono i miracoli. In questo senso sono fondamentali due fatti dell'Antico e del Nuovo Testamento: l'esodo e la venuta di Gesù. Al primo è connessa la fondazione del popolo di Dio e al secondo la nascita della comunità ecclesiale. -
Alle radici della comunità cristiana. Liturgia, catechesi e carità per una pastorale ecclesiale che faccia vivere
Che cosa è veramente essenziale nella vita della Chiesa di Gesù Cristo e, in particolare, della Chiesa cattolica nelle regioni europee italofone? Le varie vicende e conseguenze legate alla pandemia Covid-19 hanno reso urgente tentare di rispondere a questo interrogativo, che molti già si erano posti, in molte forme, in particolare a partire da molte sollecitazioni provenienti dal ministero di Jorge Mario Bergoglio. Quanto abbiamo vissuto e viviamo in questi mesi chiama in causa, a diverso titolo, la responsabilità dei credenti, dai pastori a tutti coloro che frequentano parrocchie, gruppi e movimenti e sta incidendo seriamente nelle scelte formative e nei comportamenti religiosi. Come cercare di cogliere al meglio le sollecitazioni che sono venute e vengono da questa inedita condizione andando alle radici della vita ecclesiale? Tramite una serie di riflessioni su quelle che appaiono vere priorità in vista di un'azione pastorale che faccia entrare sempre più e sempre meglio nella logica del Vangelo del Dio di Gesù Cristo. -
Che battito ha il mio cuore?
Perché parlare del cuore e con il cuore? Perché chi conosce il proprio cuore è signore di sé stesso e della vita. Dedicare quindi tempo per conoscere cosa attraversa il nostro cuore, riflettere su cosa lo abita e di quali stati emotivi, ansie, passioni, tristezze, debolezze, è più frequentemente soggetto vuol dire prendersi cura dell'uomo e della donna che è in ciascuno di noi. Ci sono situazioni in cui il battito cardiaco non è regolare a causa appunto degli stati interiori ed esteriori che ne alterano il ritmo. Possiamo vedere come la tristezza e l'accidia provocano un ritmo del cuore bradicardico, un cuore che batte lentamente, e a tratti pare si fermi. E ci si ritrova con l'anima impermeabile a tutto, da non desiderare più nulla e soprattutto da non commuoversi più di nulla, da non riconoscere Dio nel volto degli uomini, non più capace di stupirsi, da non avere pietà… un cuore che non batte per nessuno e per niente. Oppure le passioni che accelerano il ritmo del cuore, o invece i sensi di colpa che mi accompagnano, la paura della morte, ferite che la vita non mi ha risparmiato che possono arrivare ad arrestare il battito cardiaco tanto il dolore lo comprime. Eppure da tutte queste ""patologie"""" può passare la nostra guarigione, può passare il Signore che le lenisce con il balsamo della sua Presenza. E infine che battito ha il cuore di Dio? Solo attingendo al Suo cuore inizia la guarigione che a volte può durare anni ma che porta al riconoscimento non solo della nostra malattia, ma ci dona la terapia che consiste in un cammino di libertà, di purificazione della memoria, di riconciliazione con noi stessi per aprirci al Signore e ai fratelli e soprattutto assaporare la vita."" -
Lettere ad un santo. Karol Wojtyla, amico mio
«La storia della mia corrispondenza con Karol Wojtyla è quasi incredibile, io avevo quindici anni, ero una ragazzina e mai prima di allora avrei pensato di intrattenere un dialogo epistolare con un papa. Ma a volte nella vita capitano cose davvero strane, a me ne sono accadute molte e la mia ""amicizia"""" con un grande pontefice è una di queste. Quello che mi spinse a scrivere la prima lettera all'allora Santo Padre Giovanni Paolo II, fu il desiderio di comunicargli la mia guarigione spirituale avvenuta a Lourdes pochi mesi prima. Davanti alla grotta di Massabielle avevo capito che la mia condizione di disabile che mi costringeva a stare sulla sedia a rotelle non era una maledizione come avevo sempre pensato, o un segno dell'abbandono di Dio, ma al contrario era un'opportunità per fare al meglio la Sua volontà. Capii in modo chiaro che i progetti del Signore quasi sempre non sono quelli degli uomini e hanno il potere si stravolgere le vite e portarle a diventare migliori, anche quando sembra inconcepibile. Avevo molta voglia di annunciare a tutti che il Signore aveva operato in me meraviglie, avevo capito che la mia sofferenza poteva servire, se offerta, a tante persone, ai peccatori ma anche ai credenti, a chi soffriva come me e più di me, e soprattutto alla Santa Madre Chiesa. Papa Giovanni Paolo II era già molto malato e provato dalla malattia che lo stava letteralmente consumando, però andava avanti comunque. Mi chiedevo perché doveva interessarsi a una ragazza come tante altre quando lui era un uomo tanto importante che aveva il peso della chiesa universale sulle spalle...» (Dall'introduzione dell'autrice)"" -
Nei giardini di Adone. Deve il filosofo scrivere oppure no?
I giardini di Adone erano vasi in cui si facevano crescere piante a rapida fioritura per la festa del giovane amato da Afrodite. Adone era stato ucciso da un cinghiale istigato da Marte (ma forse il cinghiale era Marte...), l'amante storico della dea. Dal pianto della dea era nato il fiore dell'anemone. Socrate adopera i giardini di Adone come metafora della scrittura filosofica. Poiché la filosofia è, per definizione, una ricerca aperta, una ricerca incessante e inquieta, senza fine, nessun testo scritto può essere un punto fermo, un punto d'arrivo. La scrittura filosofica quindi non è che un gioco e chi si fermasse nella contemplazione dei propri risultati non sarebbe un filosofo ma, al più, un professore o un erudito. Però attenzione: perché, se la scrittura filosofica è un gioco, questo gioco, se praticato, deve essere preso seriamente: ogni improvvisazione, superficialità e sciatteria è improponibile; se si scrive, bisogna scrivere bene. Il tema affrontato da Platone nel Fedro è ancora d'attualità: anzi è più che mai d'attualità. Jean-Francois Lyotard ha scritto (ne La condizione post-moderna) che la nostra non è più l'epoca delle grandi narrazioni ma delle piccole narrazioni (che sono, per definizione, più attente alla scrittura). Jacques Derrida - sulla scia di Nietzsche e di Heidegger - ha concentrato l'attenzione sulla genesi dell'opera e sulla scrittura. Infine Richard Rorty ha distinto i filosofi rivoluzionari (quelli che hanno davvero qualcosa da dire) in sistematici ed edificanti. Questi ultimi si esprimono con una scrittura più frammentaria - spesso un commento o una contro-scrittura. Insomma, l'interesse per l'argomento scrittura dei filosofi (una volta trascurato dagli storici come ininfluente e irrilevante) sta diventando decisamente centrale nella riflessione post-moderna. In questo libro si affronta il tema della scrittura filosofica: e se Malatrasi e Petrucci si immergono in profondità nel testi platonici, cogliendone l'andamento narrativo e rivelandone aspetti inediti, Ramploud esplora la differenza fra l'alfabeto cinese e quello greco (il primo iconico e immanente, il secondo simbolico e trascendente) e Moietta sottolinea l'importanza che ha avuto la lingua greca nella nascita e nello sviluppo della filosofia: La Filosofia conosce... nella scrittura alfabetica la propria condizione trascendentale. Rimane da ricordare il contributo di Casalboni che - partendo dal Fedro - ci conduce alla scoperta di un libro, I Neoplatonici, scritto nell'Ottocento e rimasto inedito per cento anni. -
Il quarto Vangelo. La testimonianza del «discepolo che Gesù amava»
Il volume offre la trascrizione di diciotto relazioni che don Maurizio ha tenute sul Vangelo secondo Giovanni e che spaziano dal Prologo fino ai capitoli sulla Risurrezione. Davvero apprezzabile è il modo in cui l’Autore, in ogni relazione, riesce a unire la serietà e l’intelligenza dello studioso esperto con una semplicità e una chiarezza di linguaggio che permettono a tutti di capire l’animo dell’evangelista Giovanni. -
I sentieri dell'altro
Il testo racchiude l'esperienza viva condotta giorno dopo giorno da una decina di anni, da un frate minore cappuccino e da una operatrice didattica storica dell'arte con bambini e giovani appartenenti a parrocchie, centri di aggregazione di varia estrazione ideologica, ma soprattutto con gli alunni e gli insegnanti delle scuole primarie della città e della provincia di Reggio Emilia. L'arte, la narrazione, la creatività e la realizzazione di piccoli manufatti, sono i linguaggi che ci hanno permesso (e speriamo che lo permettano anche al lettore) di crescere insieme agli utenti sul rispetto del punto di vista altrui, sulla molteplicità dei valori e dei doni è per se e per gli altri e sulla dimensione della fede vista come incontro e relazione, come una modalità che ci permette di passare dall'io al tu e dal tu al Tu. Nella prima parte del testo vengono raccontati quattro laboratori didattici (scelti tra i quindici che gli autori propongono ad insegnanti ed operatori pastorali) e soprattutto la modalità con vengono costruiti. Nella seconda parte viene narrato un focus sulla figura di Don Lorenzo Milani (figura molto studiata, vissuta ed amata tramite i rapporti con i primi allievi del priore da parte di fr. Antonello) e la concretizzazione del suo messaggio di fede attraverso percorsi didattici particolari legati alla sua concezione di scuola e di radicalismo evangelico; percorsi che han dato vita a rappresentazioni teatrali condivise, costruzione di presepi ecc..Concludendo: un percorso creativo perché il nostro vivere ed il nostro essere cristiani e Chiesa scopra quei linguaggi (apparentemente ritenuti inutili o scontati o banali) che ci portano a stringere la mano di altri e dell'Altro. I have a dream scriveva Martin Luther King; anche noi ne abbiamo uno: che questo strumento possa diventare un sentiero che ne suggerisca altri per camminare insieme verso la soglia della casa della Verità. -
Nelle braccia del mistero. Itinerario non religioso di ricerca spirituale
"Come osservatore del nostro tempo e anche come padre di una figlia adolescente e tre giovani, mi sento continuamente provocato a pensare sulla relazione tra religione e spiritualità, quando vedo tanti giovani e meno giovani che non capiscono il senso e l'importanza della religione, ma, nello stesso tempo, non possono non affrontare la sfida costante che viene dal Mistero della nostra vita nel mondo. Che senso ha il dolore, la gioia, l'amore, la vita, la morte...? Sono domande a cui nessuno sfugge e che, mettendoci a confronto con il Mistero della nostra esistenza, ci provocano a prendere una posizione. Di fronte alla sfida del Mistero, possiamo assumere essenzialmente tre tipi diversi di atteggiamento. Un primo atteggiamento è quello di una religiosità sacrale, che pensa di trovare le risposte della vita già tutte pronte e sicure nei riti, nelle tradizioni, nelle dottrine della propria religione. Un secondo tipo di atteggiamento di fronte al Mistero è la sua negazione, cioè l'ateismo. Si nega l'esistenza di qualunque Mistero e si pensa che possiamo spiegare tutto con la ragione e con la scienza, per cui è soltanto in noi che dobbiamo cercare e trovare tutte le risposte.""""" -
Tra sorrisi e lotte. Appunti di vita
Testimonianza. Raccontare e raccontarsi. Ricordare piccoli momenti di vita vissuta, frammenti di emozioni, visi conosciuti, attimi di gioia, crepe di sconforto. La vita di un uomo, l'esperienza costante e continua del cristiano, l'evoluzione di una scelta. La Missione nella gioia e nel turbamento. Il fare dono di sé agli altri nella quotidianità, senza sosta e con il faro della modestia. Racconti, pensieri sparsi, certezze e dubbi. Francesco uomo e Francesco sacerdote. La Chiesa come grande casa che tutti accoglie. Il racconto di una vita spesa per gli altri e con gli altri tra lotte per raggiungere gli obiettivi e sorrisi per il bene raggiunto. Nonostante le critiche, i commenti ingenui e a volte malevoli di chi non sa o fa finta di non sapere, l'ignoranza e il perbenismo esagerato. Lotte e sorrisi perché ogni sorriso si conquista con fatica e la fatica si dimentica o si ignora. Il desiderio di fare del proprio meglio per una società giusta, solidale, consapevole, non condizionata dalla mentalità mafiosa e dalla corruzione. Alla fine una grande certezza: ""tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno."""" (Rm 8, 28)"" -
Fango
Il libro è un fluire di immagini e parole, dove queste due dimensioni si mescolano e alimentano a vicenda e, volontariamente, non sono scindibili: l'arte delle parole e il linguaggio delle illustrazioni danzano e si sostengono armoniosamente. L'autore, che nasce come artista-illustratore, dà voce, in questo volume, alle opere che ama dipingere con atmosfere avvolgenti e cura dei dettagli. Una saggio di riflessioni meditate e interiorizzate, dove il sacro e il profano si abbracciano in un'unica dimensione e il cui scopo è suscitare interrogativi nel lettore e infondere quella speranza di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Il testo parte da alcuni temi approfonditi negli anni quali: la quotidianità come luogo dello stupore, la fragilità come fonte di ricchezza, la bellezza come spazio irrinunciabile di crescita. La seconda parte è una rilettura di alcune figure evangeliche con un linguaggio diretto e concreto, dove i personaggi tratteggiati ispirano e provocano il lettore proprio perché colti nella loro umanità e vicinanza. Nella terza parte emergono le persone, gli affetti e gli ambienti che circondano il mondo dell'autore. Una suddivisione che in realtà è solo apparente perché chi scrive ama e non riesce a scindere queste tre dimensioni. Proprio per questo il vangelo, qui, profuma di realtà e il reale si incarna nella buona novella. Il testo trova la sua continuità a partire dalle illustrazioni finemente curate e da un linguaggio diretto e poetico allo stesso tempo. Il filo conduttore sta proprio nel titolo ""Fango"""", dove ogni capitolo, ogni persona, risultano l'impasto di acqua e terra vivificato dal soffio divino. Sporco ma benedetto. Prefazione di don Luigi Verdi."" -
I Salmi. Pregherò con lo spirito ma pregherò anche con l'intelligenza
L'autore si propone di favorire l'uso dei Salmi come preghiera, accogliendo le sollecitazioni del magistero della Chiesa, dai tempi antichi fino ai nostri giorni. I Salmi, sorti come preghiera all'interno del popolo d'Israele e pronunciati da Gesù stesso, in seguito furono ripresi anche dalla Chiesa. Da una parte continuò a pregarli nello stesso senso (letterale) che aveva dato loro l'antico popolo di Dio, dall'altra parte li considerò come profezia del Cristo. Questo rappresenta il punto di vista normale della liturgia. L'autore si propone di spiegare il senso letterale sopratutto là dove il significato storico è più incerto e la comprensione più difficile, ma sopratutto cerca di trarre dei suggerimenti per la loro l'attualizzazione, suggerendo spunti di vita per la maturazione della fede. Per ottenere quest'obiettivo, si è valso del commento di autori della Chiesa antica (Origene, Basilio, Teodoreto, Eusebio, Ambrogio, Agostino) e di alcuni autori medievali (Cassiodoro, Bruno di Segni, Gero di Reichersberg). I salmi, prima di essere recitati, vengono meditati perché, prima di essere una parola nostra a Dio, sono una Parola di Dio rivolta a noi. La recitazione frequente dei Salmi non si limita soltanto a migliorare la nostra preghiera ma diventa apertura ad una vera esperienza di Dio. Per questo san Romualdo, fondatore della Congregazione camaldolese aveva suggerito ai suoi monaci: Unica via in psalmis. -
Il libro di Giobbe. L'indagine esistenziale del giusto
Sull'inserto culturale de ""Il sole 24 ore"""" di domenica 15 agosto all'interno dell'illuminante articolo """"Dio nascosto fra le pieghe della vita. Sacre Scritture. Tre studi su Rut, Giobbe e Qohelet rivelano come il Padre sia capace di ribaltare le sorti umane senza suscitare alcun clamore"""" il cardinale Gianfranco Ravasi scrive del libro della San Lorenzo: """"(...) Il nostro obiettivo passa, poi, dall'atmosfera paesana e contadina di Betlemme, con una storia familiare tormentata ma alla fine placata in un sereno happy end, a una vera e propria cattedrale poetica. Essa si leva imponente - pur con le lesioni che il tempo le ha inflitto - con le sue 8343 parole ebraiche, affidate a un lessico mutevole, teso fino all'estremo delle sue potenzialità, come lo è il suo progetto tematico, impressionante ma difficile da stanare. Stiamo parlando del libro di Giobbe, un capolavoro assoluto di tenebra, di urla, di silenzi, di parole estreme e supreme. Con coraggio un altro studioso - tra i tanti commentatori che si sono arrischiati a inoltrarsi sul crinale tagliente tra fede e negazione disegnato dal protagonista, lo «sceicco» straniero 'Jiôb di Uz - si è confrontato con questo testo dalla complessa stratificazione letteraria e teologica. È Benedetto Piacentini, che ha alle spalle una vasta esperienza di studi ma anche di vita nella terra della Bibbia. Il suo approccio a quest'opera dalla redazione piuttosto travagliata è minuzioso nell'analisi, minuto nei caratteri tipografici e minore nella tonalità che esclude una netta definizione del messaggio, affidandone la scoperta all'accurato spoglio del testo stesso, condotto versetto per versetto ma anche con uno sguardo sintetico su ogni sua tappa. Alla fine irrompe il Dio contestato e chiamato in causa incessantemente dal grande sofferente. Ed è qui che si raggruma, nel gomitolo delle domande (e non delle risposte) divine, il filo del significato ultimo del libro che riesce a far prevalere la teologia, cioè il discorso su Dio, rispetto all'antropologia, ossia lo scandalo della sofferenza, spazzando via i teoremi «razionali» degli amici teologi di Giobbe. Testo di crisi, quindi, nel senso genuino del termine, di discriminante tra «il dire cose rette» su Dio oppure solo stereotipi. (...) Gianfranco Ravasi. Presentazione di Roberto Vignolo."" -
Squarci di Pasqua
Davvero grande è il mistero di pasqua! Inesauribile, provocante, sorprendente. La pasqua è evento eternamente presente, profumo di ogni istate, senso autentico di ogni giorno della vita del credente. Il mistero che essa racchiude e disvela invita a piegare le ginocchia; a lasciarsi invadere dallo stupore che solo la contemplazione genera; ad inebriare sensi, mente, e cuore della drammatica bellezza, della graziosa condiscendenza, della inguaribile amorosa follia di cui è intriso, narrando ciò che dell'eterno amore è apparso nel tempo. Seduce la pasqua, e chiede di fissare lo sguardo sul volto sfigurato e trasfigurato di un Dio che si mostra vulnerabile nello splendore delle sue piaghe, innamorato nel canto che intona per la sua sposa. E' un invito, la pasqua, a gustare in estasi l'arcobaleno che incornicia il Golgota e il giardino, la croce e la tomba vuota, le tenebre del venerdì e lo splendore dell'alba della risurrezione. Al mistero di pasqua ci si può accostare in due modi, o considerandolo nel suo insieme, oppure scrutandolo nei suoi particolari, che sorprendentemente aprono scenari spesso inediti. L'autore fa sua questa seconda modalità. Il mistero pasquale viene di volta in volta gustato a partire da un elemento particolare: le vesti, lo squarcio, l'unguento, il canto, le donne, le folle, il grembiule, il catino, il velo del tempio, il sangue, la memoria, il presente, il futuro. L'immersione nel frammento permette il racconto di una esperienza mai detta fino in fondo, impossibile da dirsi per intero, che si può solo evocare con pudore e pur con audacia. -
Con gli occhi di Francesco e Chiara. Lettura pastorale del carisma francescano alla luce del magistero di papa Francesco
Un francescanesimo come azione pastorale intraecclesiale. A partire dalla testimonianza di Francesco d'Assisi e dal carisma che tutt'oggi si tramanda, il francescanesimo si qualifica come agire pastorale. Fraternità, povertà, missionarietà, pace, dialogo, obbedienza, ecologia, minorità, sono tra i temi che vengono affrontati in questo volume, per mettere in risalto i contenuti dell'azione teologico pastorale incarnato dallo stesso carisma francescano. Papa Francesco, con un magistero dal sapore tutto francescano, a partire dal suo nome, e in modo del tutto speciale dalla sua profetica azione, ha ridato al carisma francescano la possibilità di riscoprire i suoi intrinsechi valori, per riproporli in maniera rinnovata e affascinante. In tal modo, il carisma e l'azione francescana non sono un carisma e una proposta spirituale e pastorale di parte, ma un patrimonio ecclesiale e universale, riconosciuto da tutti, ma, soprattutto, da tutte le parti, dentro e fuori la Chiesa, e additate come modello da recuperare per «nuovi stili di vita» (Laudato si', 202) e generare una «fraternità e amicizia sociale» (Fratelli tutti, 2). -
Educare con il teatro. Strumenti di didattica ermeneutica esistenziale
Nella grave pandemia del Covid-19 il contesto europeo e nazionale ha dovuto fare i conti con una radicale crisi di senso e di relazionalità. La dimensione relazionale e comunicativa ha subito con la pandemia, in seguito agli obblighi del distanziamento, dei lockdown e dello smart working, ecc., un colpo durissimo. Il Centro di ricerca educativa CeRFEE Zelindo Trenti per rispondere alla grave condizione dell'educazione ha deciso di avviare una collana di sussidi pedagogico didattici denominata ""Strumenti di didattica ermeneutica esistenziale"""". Il sussidio affronta anche le altre aree problematiche che in questa emergenza educativa richiedono un accompagnamento per la costruzione di una risposta. Ci riferiamo in particolare: all'area di senso, a quella dell'identità, della relazione e dell'orientamento. Aree che accompagnano da sempre i processi educativi, ma che nelle diverse contingenze storiche assumono connotazioni particolari e diversificate. Il teatro, per sua natura, a di là delle differenze temporali, geografiche e culturali investe queste aree con una modalità caratteristica che può risultare molto efficace. La capacità di percepire le profondità di sé stessi in un contesto di relazione che il teatro offre e il suo naturale collegamento con l'area di senso e la sfera religiosa, rendono il fenomeno teatrale una esperienza educativa particolarmente indicata per l'oggi.""