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Il male e l'essere. Atti del Convegno internazionale (Roma, 17-19 marzo 2009)
Il problema del Male ha sempre preoccupato la filosofia, eppure, da quando è stata proclamata, con Nietzsche, la «morte di Dio», la filosofia contemporanea si pone la domanda se sia ancora possibile formulare un’interrogazione sul male. In effetti, quali possono essere oggi le motivazioni che spingono l’etica a riflettere su tale questione? E, soprattutto, questa riflessione sul male può e deve essere ancora condotta in riferimento alla “domanda sull’essere”? Nel tentativo di offrire una prospettiva pluritematica alla questione del male, i testi raccolti nel presente volume, riferendosi ad un arco temporale che va da Platone a S. Agostino, da Leibniz a Hegel sino a Heidegger, Levinas, Arendt e Ricoeur, gettano una luce sottile e piena su questa discussione, che, proprio per la sua natura inesauribile, appare destinata ad essere presente nella riflessione filosofica di ogni tempo. -
Luoghi del visibile. Realtà sguardo e parola in Rohmen, Resnais, Marker e Greenaway
Il cinema moderno, in alcuni suoi grandi momenti, ha saputo porre, in forme originali e problematiche, il rapporto tra sguardo, realtà e parola. Attraverso il percorso di alcuni grandi nomi del cinema d’autore (Eric Rohmer, Alain Resnais, Chris Marker e Peter Greenaway), il libro affronta certe modalità espressive tipiche di un’arte che non smette di interrogarsi circa i suoi presupposti e le sue straordinarie possibilità in senso estetico. Proprio per questo le forme cinematografiche incrociano il loro percorso con alcune delle domande più importanti del recente dibattito filosofico, rivelando la ricchezza e la complessità del film e del suo modo di costituirsi in forma discorsiva complessa. Risulta allora possibile individuare la produttività del concetto di visibile moderno, che sembra presentarsi in occasione di determinate ricerche e scelte di regia, tutte volte all’esplorazione di un sapere per immagini. -
Carteggio Beltrami-Chelini (1863-1873)
Il volume raccoglie 65 lettere di Eugenio Beltrami a Domenico Chelini e 4 minute di risposta di Chelini spedite negli anni che vanno dal 1863 al 1873. Le lettere permettono di soffermarsi non solo su alcuni aspetti della loro produzione scientifica, come il ruolo giocato dai parametri differenziali o l’uso dei “principi di composizione e decomposizione delle linee e delle aree’’ nello studio della geometria sopra una superficie, ma anche su tanti momenti della vita matematica italiana ed europea di quel periodo, come la rifondazione a Milano degli Annali di Matematica Pura e Applicata o la pubblicazione della Dinamica di Jacobi, del trattato sulle funzioni di variabile complessa del Casorati o del trattato di Pluecker sui sistemi di rette. Le lettere forniscono inoltre elementi poco noti della vita privata dei due mate-matici, per esempio sull’epurazione di Chelini dall’Università di Bologna o sulla vita familiare di Beltrami. -
Il soggetto debole. Sulla filosofia di Pier Aldo Rovatti
Questo volume rappresenta la prima esposizione completa del “pensiero debole” del filosofo Pier Aldo Rovatti. Il pensiero debole, titolo della raccolta di saggi curata da Rovatti insieme a Gianni Vattimo nel 1983, ottenne in breve tempo valore programmatico in Italia e all’estero. Abbandonando i sentieri fin troppo battuti del postmodernismo, Rovatti propone un soggetto dai tratti paradossali che attinge la propria forza dalla propria debolezza. Rileggendo Edmund Husserl, Enzo Paci, Martin Heidegger e i testi del poststrutturalismo francese, Rovatti rivela l’originalità del suo pensiero e apre al tempo stesso nuove prospettive all’interno della filosofia contemporanea continentale. Prefazione di Gianni Vattimo -
Rileggere il capitale. La lezione di Louis Althusser. Quaderni althusseriani. Vol. 3
Il Quaderno raccoglie la seconda parte degli atti del convegno internazionale tenuto nei giorni 9, 10, 11 novembre 2006, e che si è svolto presso il Dipartimento di Studi Storici dell'Università ""Ca' Foscari"""" di Venezia (la prima parte è stata pubblicata in Althusseriana Quaderni n. 2, Mimesis 2007). Qui si trovano i lavori presentati nei workshop dedicati rispettivamente ai temi Althusser tra filosofia e politica e Althusser e la contemporaneità. Le due sezioni fanno il punto sulla portata filosofica della riflessione althusseriana, tra passato e presente. Da un lato vengono riprese e interrogate le """"letture"""" che Althusser diede dei suoi autori di riferimento: Spinoza (Vittorio Morfino, con riferimento alla questione della temporalità), Machiavelli (Filippo Del Lucchese, sul significato politico del vuoto e dell'incontro, Yoschi Ichida sulla questione del soggetto), Lenin (Fabio Frosini, a proposito della nozione di surdeterminazione), Montesquieu (Eric Méchlouan, per una storia dell'anacronico), Gramsci (Peter Thomas, sulla non-contemporaneità del presente) ed Epicuro (Luca Pinzolo, con un confronto tra l'Althusser di Leggere il Capitale e l'Althusser del materialismo aleatorio). Dall'altro lato, il pensiero di Althusser viene messo a confronto con alcune voci particolarmente significative della filosofia contemporanea, in particolare Derrida (Etienne Balibar, Aldo Pardi, Jason Smith), Deleuze (Warren Montag, ancora sui temi del vuoto e dell'incontro), mentre Aurelio Sainz Pezoaga propone una complessa ricostruzione della nozione di rottura. Interventi di Etienne Balibar, Filippo Del Lucchese, Fabio Frosini, Yoschihiko Ichida, Eric Méchoulan, Warren Montag, Vittorio Morfino, Aldo Pardi, Luca Pinzolo, Aurelio Sainz Pezonaga, Jason Smith, Peter Thomas."" -
Scienze, epistemologia, società. La lezione di Louis Althusser. Quaderni althusseriani. Vol. 4
Interventi di Charles Alunni, Françoise Balibar, Marcello Buiatti, Enrico Castelli Gattinara, Andrea Cavazzini, Antonella Cutro, Giuseppe Longo, Maria Turchetto. -
Post. Vol. 1: Progresso: se si vada da qualche parte (ed eventualmente dove).
"Quando pensiamo al futuro del mondo, lo immaginiamo sempre nel posto in cui sarebbe, se avesse continuato a procedere come lo vediamo procedere adesso, e non teniamo conto del fatto che la sua strada non è dritta, ma curva e che la direzione cambia costantemente"""". Ludwig Wittgenstein Perché parlare ancora di progresso? Perché rispolverarne le conclamate illusioni? Perché indulgiare su un'idea di cui il pensiero post-moderno avrebbe fatalmente svelato i contorni mistici e i falsi presupposti? Forse perché, vera o falsa poco importa, quella di progresso è un'idea di cui, nell'immaginazione e progettazione politica come nella riflessione scientifico-filosofica, difficilmente possiamo fare a meno. Ragionare su che cosa intendiamo per """"progresso"""", sui criteri che lo definiscono e sui modelli e le immagini che lo rappresentano; sondare e battere le vie per cui la riflessione contemporanea ha reagito agli scacchi di una concezione che riteneva ingenua; ripensare lo spazio del passato e del futuro e delle trame che li uniscono tra storia, scienza ed epistemologia: queste, alcune delle varie cose che di proponiamo di fare con, e attorno a, la parola """"progresso""""." -
Unicità e relazione. Intersoggettività, genesi e io puro in Husserl
Quali sono i processi intenzionali che mi autorizzano a distinguere l’esperienza dell’altro dall’esperienza in cui mi si dà una cosa? Quali sono le condizioni necessarie di tale esperienza? Queste domande caratterizzano le analisi husserliane come analisi trascendentali e si offrono come filo conduttore per questo studio dei manoscritti dedicati al problema dell’intersoggettività. Tenendo fermo questo filo e seguendolo attraverso le molte articolazioni dei materiali inediti – dal 1905 fino alla metà degli anni Trenta – il libro tocca i temi centrali della fenomenologia. La varietà di descrizioni del fenomeno intersoggettivo testimoniata dal Nachlass husserliano rivela così, pur nella sua asistematicità, un progetto comune: render conto dell’irriducibilità dell’esperienza, descriverla nelle sue molteplici stratificazioni e rintracciare in essa delle strutture permanenti. Per rispondere al problema del solipsismo si devono ripensare allora le condizioni dell’individuazione dell’io, rintracciandone la genesi nell’autocostituzione dell’io stesso, ma anche nei suoi scambi intersoggettivi. Emerge così una correlazione inesausta e necessaria tra coscienza, mondo e alterità in cui si esprime la peculiare individuazione di ciascun soggetto. Da qui prendono le mosse, a partire dagli anni Venti, le ricerche della fenomenologia genetica che mettono a tema la genesi collettiva della storia, del mondo della vita, della socializzazione degli istinti, oggetto della seconda parte del libro. La questione chiave della fenomenologia, la correlazione vivente e costitutiva tra la coscienza e il mondo, si amplia qui nell’interrogazione dei fenomeni dell’istinto e della socialità originaria e concreta. -
La bellezza tautosemica. Riflessioni sul simbolo e sull'allegoria a partire dall'opera di Karl Philip Moritz
Ciò che significa se stesso è la bellezza come totalità autocompiuta, come perfezione della forma ripiegata su di sé. Come può però questa bellezza essere significativa, condivisibile, comunicabile? Che rapporto vi è tra la bellezza autotelica e il simbolo autoreferenziale? Non si produrrà una frattura allegorica in questa identità di significante e significato che è il simbolo classico, quanto più tale simbolo tenderà a rinchiudersi su se stesso, escludendo ogni alterità ontologico-semantica? Per rispondere a questi interrogativi abbiamo ripercorso lo straordinario itinerario intellettuale di Karl Philipp Moritz, sollecitandolo a confrontarsi con le contemporanee teorie sul simbolo e sull’allegoria. -
Sulle ali del sogno
Argomento sconfinato, il sogno si presta a molteplici chiavi di lettura, ad ogni tipo di analisi o di suggestioni artistiche, perché parlare del sogno è parlare dell’uomo, dei suoi desideri, delle sue paure, del suo ambiguo seppur ammaliante rapporto con la realtà. Con questo volume si è voluto, appunto, aprire alcune finestre sull’universo onirico, tenendo sempre presente, però, che un argomento così magmatico e sfuggente male si presta ad essere imbrigliato all’interno di un qualsiasi tipo di schema: spetta al lettore dotarsi di un magico filo d’Arianna per volare sulle ali del sogno. -
Amore e amicizia. Un percorso attraverso la storia dell'etica
«Chi priva la vita dell’amicizia è come se privasse l’universo del sole: e niente di più bello, niente di più gradito dell’amicizia abbiamo ricevuto dagli dèi immortali», afferma Cicerone nel Lelio, uno dei suoi dialoghi più affascinanti. Per molti secoli l’amicizia è stata uno degli argomenti di meditazione più importanti dell’etica filosofica. Non è questo a stupire. Stupisce piuttosto il fatto che ad un certo punto della storia i filosofi abbiano smesso di occuparsi dell’amicizia. La presente raccolta di «frammenti dalla storia dell’etica» vuole offrire un contributo alla riscoperta del volto originario dell’amicizia. Non potendosi fare filosofia senza entrare in dialogo con i grandi pensatori dell’umanità, ogni capitolo del libro offre un excursus nel campo della storia della filosofia. In questo itinerario il lettore incontrerà le figure di Agostino, Tommaso d’Aquino, René Descartes, Immanuel Kant, Karol Wojtya, Joseph Ratzinger e molti altri. L’auspicio è che la lettura di queste pagine possa stimolare il desiderio di una vita più piena. -
La pneumatologia teologico-estetica di Vincenzo Gioberti
L’endiade verità-bellezza rivive nell’ermeneutica estetica del linguaggio. Il cammino verso la dimensione dell’Assoluto, o dimensione palingenesiaca, è una rivelazione del sovra-intellegibile. L’intuito, come straordinario istinto sovrannaturale, o Primo ontologico diviene una percezione virtuale. -
La filosofia non lascia indifferenti. Gli «umori» del pastore nel pensiero di Heidegger
La filosofia heideggeriana non lascia indifferenti. Perché? Felix Duque, a partire dagli “umori” che suscita nel lettore l’opera di Heidegger, indaga la sua teoria delle Stimmungen, sottolineando la disseminazione dispersiva delle tonalità emotive e il raccoglimento delle passioni come l’odio e l’amore, descrivendo i passaggi dal poter-essere al volere, lasciando vibrare l’eco della voce (Stimme) dell’essere che apre l’esserci alla tonalità emotiva fondamentale. Pensando la nostra epoca come mala tempora dell’umanismo, l’autore discute il darsi dell’uomo come “pastore” dell’essere e evidenzia il ruolo fondamentale del pensiero heideggeriano nelle concezioni che si attengono alla finitezza dell’uomo e che insistono sui limiti dell’intervento umano sulla terra. Si confronta per questo con un erede di Heidegger come Sloterdijk e con la sua concezione dell’Homötechnik.Felix Duque insegna all’Universidad Autónoma de Madrid, studioso dell’idealismo e del romanticismo tedesco, si è interessato dei temi della modernità, della filosofia della tecnica e della cultura religiosa. Le sue pubblicazioni in italiano: Il fiore nero (1995), Genî Dee e Guardiani (1996), Terrore oltre il postmoderno (2006), La fresca rovina della terra (2007), Abitare la terra (2007). Il tema delle Stimmungen è presente in tutta la sua opera, indichiamo qui però alcuni articoli in italiano più vicini all’argomento: I rifiuti del desiderio (“Iride”, 1998/3), La contrada dello straniero (“aut aut”, 1992/248-249), La fine della metafisica e il compito di Internet, (“Iride” 2001/32), Il dolore infinito. Schopenhauer, Hegel, Hölderlin (“Il Pensiero”, 2003/1-2). -
Ladyboy
Ladyboy racconta l’amore tra un prete e un giovanissimo trans, una sorta di Lolita dei nostri tempi, rappresentando i risvolti più intimi dell’emarginazione e denunciando la fabbrica e la tratta degli uomini-donna. -
La libertà si chiama Jaipur. Dalle leggi razziali alla corte del Maharaja. Le vicende di un ebreo italiano nella II guerra mondiale
Gabor Dessau, esperto di mineralogia ed ebreo, si trova nella surreale condizione di ""impiegato"""" per l'esercito italiano in Eritrea: abbastanza italiano per essere aggregato all'esercito, ma non abbastanza, considerate le leggi razziali, per fare il soldato. Gabor opera in una specie di deserto dei Tartari, facendo i conti con gli ordini contraddittori delle autorità militari, che nel momento più drammatico lo lasciano solo. Tanto è assurda la situazione quanto è ammirevole la dedizione con la quale egli s'impegna nella cura degli strumenti del proprio lavoro, sino all'ultimo. Inevitabile la cattura: non abbastanza italiano per essere soldato, lo sarà a sufficienza per essere prigioniero degli Inglesi. Gabor sarà salvato dalla propria scienza e dal lavoro e, come sempre accade, dall'incontro con qualcuno che crede in lui. Diventa l'esperto minerario del Maharaja di Jaipur. In questi avvenimenti echeggia qualcosa di molto antico, raccontato nella Torah, cioè l'episodio di Giuseppe figlio del patriarca Giacobbe, venduto come schiavo dai fratelli e poi assurto agli onori della Corte egizia. La vicenda narrata non è frutto di fantasia, bensì vita vissuta. L'autrice ha potuto ricostruire questa storia attraverso i diari, le lettere e altri documenti che ha trovato nella casa dei nonni a Perugia. I fatti esposti sono stati verificati alla luce di fascicoli già """"top secret"""" e di testi scoperti in Biblioteche e Archivi: a Londra e a Richmond, a New Delhi e a Jaipur, e anche a Gerusalemme."" -
Non ero il solo
L’adolescenza difficile e turbolenta di un giovane cresciuto a Roma negli anni ’70. Le esperienze sessuali, l’irrequietezza, le angosce, la malattia e la morte prematura della madre, la vita nel quartiere dove è cresciuto, il liceo che ha frequentato, gli amici morti in circostanze violente, la militanza politica. Sullo sfondo la Roma di quegli anni, i suoi rioni, le sue ombre, gli angoli nascosti della città, le sue contraddizioni, la violenza di cui era permeata. Non ero il solo è un romanzo solo in parte autobiografico; è il ritratto disincantato e disilluso, ma anche ironico, di un’epoca e di una generazione bruciata e cresciuta troppo in fretta raccontato attraverso gli occhi e il linguaggio di un ragazzo che gli eventi hanno reso prematuramente adulto. -
Laicità e filosofia
Le questioni della laicità e del laicismo rappresentano da sempre il terreno di una controversia giuridica, politica e ideologica. Tali questioni costituiscono però, in ultima istanza, anche una decisiva sfida per il pensiero. Se oggi della laicità si parla in tanti modi, luoghi, e nelle accezioni più varie, almeno nel nostro Paese, dove forte è l'influenza politica della Chiesa cattolica, si registra paradossalmente la mancanza di una vera riflessione critica che metta a fuoco le diverse dimensioni e i princìpi teorici della laicità stessa: a colmare questa lacuna sono rivolti i contributi di questo volume. -
L'oblio del corpo e del mondo nella filosofia contemporanea
Nella filosofia contemporanea la realtà dei corpi, del mondo e del rapporto organismo-ambiente è stata eclissata dalle rappresentazioni, dalle immagini, dai simulacri. Ma la complessità del cosmo non è tutta nella nostra testa, nella nostra mente, nel nostro linguaggio. Da qui partono le ricerche di questo libro che attraversano diversi ambiti disciplinari nei quali la materialità del mondo e la carnalità della mente sono trattate con il dovuto rispetto: l’antropologia filosofica di Feuerbach, la filosofia della biologia e del corpo vissuto (da Jonas e Morin a Merleau-Ponty e Deleuze), le neuroscienze dell’affettività e la neuropsicoanalisi, il pensiero femminile di Irigaray e la critica della “politica senza passioni” e del “diritto senza soggetti”. -
Oltre l'uno ed i molti. Bene ed essere nella filosofia di Platone
Ogni riflessione sulla filosofia platonica del Principio si scontra, prima o poi, con un dato in apparenza aporetico: da un lato, nella Repubblica, Platone rinvia al Bene come all’unico Principio di tutte le cose; dall’altro le fonti relative all’insegnamento orale di Platone rimandano a due Principi dimoranti oltre ogni forma di essere, all’Uno e alla Dualità Indeterminata. Piuttosto che tradire una qualche contraddizione, tale dato sembra in realtà presupporre una filosofia che trascende ogni approccio univocamente monistico o dualistico all’esperienza del Principio. Questo libro vuole mostrare come, intuendo nel Bene la radice dell’Essere, la filosofia platonica voglia orientare verso un Principio che, oltre ogni forma di gerarchia, pone in se stesso e a partire da se stesso la radice tanto dell’Uno quanto dei Molti (la Dualità Indeterminata). In questa prospettiva perde ogni legittimità l’immagine vulgata di un supposto dualismo platonico, e la filosofia di Platone torna a manifestarsi come un pensiero della non dualità fra Bene ed Essere, fra Assoluto e Manifestazione, fra Archetipo ed Icona.Salvatore Lavecchia (1971) è docente di Storia della Filosofia Antica presso l’Università degli Studi di Udine. Ha pubblicato studi sulla lirica greca di età arcaica e classica (Pindari Dithyramborum Fragmenta, Roma 2000), sulla storia della religione greca, su Platone (Una via che conduce al divino. La «homoiosis theo» nella filosofia di Platone). -
L'iconauta e l'artesto. Configurazioni della scrittura iconica
Un artesto non si legge, non si fissa, non si commenta, non si studia: si ascolta. Questa disposizione all’ascolto viene qui analizzata e descritta dal punto di vista della semiotica e della filosofia del linguaggio, riflettendo sui percorsi di scrittura intrapresi da “iconauti”, scrittori “visuali”, che con linguaggi verbali e non-verbali riflettono sul punto di vista, attraverso un “metapuntodivista” di ordine semiotico, in cerca di una scrittura come rivoluzione permanente, come forma d’azione nella configurazione propria dell’artesto. Questo genere di testo si configura come tentativo impossibile di rovesciamento senza sosta, operato nel continuo rinnovamento dei mezzi, dei modi, degli stili con cui l’artista parla con una voce che non è più quella di autore ma quella di un visionario dal futuro inimmaginabile, in un linguaggio profetico disegnato e non ancora identificato dal mondo d’oggi, un linguaggio costellato di congetture, abduzioni audaci e raffigurazioni. Una riflessione dunque che si inoltra per questi percorsi di scrittura e che ha questi nomi propri come segnavia: Artaud, Bachtin, Barthes, Balzac, Bataille, Baudrillard, Bene, Benjamin, Blanchot, Borges, Bradbury, Cage, Calvino, Chagall, Chlebnikov, Deleuze, Derrida, Duchamp, Foucault, Magritte, Malevic, Pasolini, Peirce, Picasso, Poe, Proust, Sebeok, Stevenson, Truffaut, Valéry.