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Modalità e mondi possibili
Negli ultimi quarant’anni, le nozioni di possibilità, necessità e contingenza sono state al centro di un vivace dibattito in filosofia analitica. In un grande numero di settori, infatti, dalla metafisica alla filosofia del linguaggio, dalla filosofia della mente e della scienza alla filosofia morale, le argomentazioni basate essenzialmente sulle nozioni modali sono state numerose. Questo volume mira a chiarire quali siano i rapporti tra le nozioni modali e gli strumenti utilizzati nella loro analisi, quali la logica modale e la nozione di “mondo possibile”. In particolare, l’autore intende criticare due idee: che sia inevitabile accettare le conseguenze metafisicamente problematiche della logica modale “più semplice” e che per interpretare la logica modale sia necessaria una concezione “metafisicamente robusta” di mondo possibile. -
I dialoghi del mercoledì
"I Dialoghi del mercoledì"""" nascono all'interno del Corso di Studi in Architettura nell'ottobre del 2006. Essi sono una pausa nell'attività dei corsi, che permette ai docenti di dibattere sui temi che coinvolgono più discipline, ed ai discenti di costruirsi un'immagine più organica della loro formazione culturale. All'inizio di ogni anno accademico la scuola di architettura esordisce con un dialogo dal titolo """"Praeludium"""", dialogo che abbraccia l'intero arco degli studi, il quale si configura come una vera e propria introduzione all'arte di costruire per principianti ed iniziati. Ai Dialoghi partecipano relatori di discipline diverse che sono chiamati a confrontarsi su un tema di particolare rilievo rispetto ai confini raggiunti dalla ricerca, o agli estremi toccati dalle prassi delle professioni che fanno capo all'architettura. Per questo motivo ai Dialoghi del mercoledì sono invitati docenti delle facoltà italiane e straniere, ed almeno un operatore esterno che con la sua professione agisce sulla trasformazione della città e del suo territorio. La forma del dialogo è la più pertinente a coinvolgere i discenti nei temi che riguardano il loro futuro di architetti e di critici del reale. Se l'insegnamento separa chi sa da chi non sa, chi insegna da chi impara, chi indica valori da chi vi si orienta, il dialogo invece ricongiunge discenti e docenti sui fini comuni che l'istituzione si è data, disvelando i territori ancora non consolidati del sapere." -
Quinto: uccidi il padre e la madre
Ironico e sconvolgente, sovversivo e provocatorio, questo testo di commiato del guru della controcultura americana, in procinto di trasformarsi in Yuppy, giocatore di Borsa e protagonista della nuova stagione economica di Wall Street, è uno degli esiti possibili, ma non scontati, della contestazione radicale degli anni sessanta. Finito il movimento, archiviata la stagione del libero amore e della sovversione, l'autore, superati i trent'anni, doveva confrontarsi ironicamente e dolorosamente con le contraddizioni dell'età adulta. Senza per questo lasciare le armi della critica, questa volta rivolte contro il proprio ego. Introduzione di Toni Negri. -
Per una critica dell'economia politica del segno
Per una critica dell'economia politica del segno è uno dei lavori più significativi di Jean Baudrillard, nonché un capolavoro del pensiero radicale degli anni Settanta. Un libro del 1972, ma sotto l'influsso del maggio Sessantotto, cui l'autore partecipò attivamente e che segnò la sua riflessione negli anni seguenti. Baudrillard prende le mosse da una lettura ""eretica"""" del Capitale e di altri testi marxiani. Il suo è un tentativo di coglierne il portato più innovativo, mostrandone al contempo i limiti nell'interpretazione dello stadio più avanzato della società capitalistica. Già Marx sottolineava l'avvenuta sussunzione del valore d'uso delle merci, nell'economia mercantile, da parte del valore di scambio. Oltrepassando lo stesso marxismo, Baudrillard postula la preminenza di una economia del desiderio. La produzione, nella sua ottica, non è basata su una supposta utilità naturale degli oggetti, né il valore delle merci può esser determinato dal lavoro umano. Piuttosto, Baudrillard si richiama al sistema di scambio delle società primitive, basato sul potlàch, l'economia del dono. Il segreto dell'economia, il suo non detto, non andrebbe cercato nella produzione, ma nella dépense, nella distruzione e dispersione a titolo gratuito di beni, legato a guerre, feste e orge."" -
Tra realismo e utopia liberale. Scritti 1949-1956
“Le idee, una volta entrate in circolazione, si sviluppano senza tener conto dell’influenza personale dell’autore, e anche se forse il politico deve sempre pensare a ciò che è praticabile oggi, tuttavia è un privilegio e un dovere del teorico dire apertamente quello che ritiene giusto.” Friedrich August von Hayek. -
Democrazia criminale. Il governo e l'accumulazione nel tempo della globalizzazione dei prodotti immateriali e delle moltitudini
La globalizzazione ha distrutto ogni confine e travolto gli stati nazionali; per contrasto ha nel tempo stesso creato, in ambiti territorialmente ristretti, nuove forme di esercizio del potere che vanno a riempire il vuoto di governance. La crisi strutturale di questi mesi esalta il fenomeno ed accelera la trasformazione. Dopo la democrazia liberale dell’occidente industrializzato e la democrazia popolare dei regimi staliniani si va consolidando una sorta di democrazia criminale per assicurare il controllo del territorio e la continuità del profitto: partecipano alla costruzione l’apparato temporale delle diverse religioni e la rete organizzativa delle mafie diffuse nel pianeta. Entrambe sono radicate nelle piccole comunità e al tempo stesso globali. Dunque entrambe sopravvivono al crollo delle nazioni e si rinnovano. Il concetto ottocentesco di democrazia riacquista a sua volta il significato primigenio, senza aggettivi che la limitino e la stravolgano. Il cammino che conduce all’affrancamento delle moltitudini coincide dunque con il contrasto della criminalità organizzata, con la sconfitta del relativismo scettico quale espressione filosofica dell’autoritarismo, con la cancellazione e la liberazione dal debito globale collegato alla mera rappresentazione della moneta. -
Movimento, percezione ed empatia
Quando si pensa al concetto di empatia, non sempre si riesce a farsene un’idea precisa. Concetto dai contorni sfrangiati e non ben definiti dalla storia del pensiero, l’empatia richiama indistintamente un vissuto soggettivo, una relazione interpersonale o un rapporto oggettuale. Senza pretese di esaustività, il percorso che si propone in questo breve volume si colloca dalla prospettiva di autori e testi che dell’empatia hanno offerto una concettualizzazione teorica orientata in modo abbastanza omogeneo. La teoria dell’empatia appare nelle pagine seguenti nella veste di una dottrina dell’esperienza, nella quale, sollecitata dal sentimento, l’immaginazione si fa tramite attivo di un rapporto con il mondo, arricchito di tratti antropomorfici e valori personali. Cresciuta nel grembo dello psicologismo di fine Ottocento e inizio Novecento, la dottrina dell’empatia come sentimento motorio dell’imitazione interna, lungi dal rappresentare un relitto della storia del pensiero, riecheggia in moderni approcci al problema, quali ad esempio la teoria del mindreading e della simulazione. -
Non ho avuto il tempo di finire. Poesie sopravvissute alla Shoah. Testo tedesco a fronte
Cinquantasette poesie sono il lascito della poetessa Selma Meerbaum-Eisinger, una lontana cugina di Paul Celan. Poesie che parlano della sua voglia di vivere e della paura di morire. Con passo accelerato la giovane Selma attraversa le varie tappe della vita umana per testimoniare non solo la sua esistenza individuale, ma quella di un mondo scomparso: la Bucovina, quella zona agli estremi confini dell'ex- impero asburgico, luogo di nascita di un impressionante numero di autori e poeti di lingua tedesca. Sopravvissute alla guerra e giunte, prima in Israele, poi in Germania, le poesie di Selma Meerbaum-Eisinger nel mondo di lingua tedesca sono considerate una importante testimonianza della fertile convivenza di due culture, l'ebraica e la tedesca. Tradotte nelle maggiori lingue del mondo, ora appaiono per la prima volta in traduzione italiana. -
Psicologia clinica in età evolutiva. Incontri e conflitti
Un volume completo, che offre un’approfondita esposizione nell’ambito della psicologia clinica nell’infanzia e nell’adolescenza. Spazia dagli approcci teorici, agli strumenti per la valutazione diagnostica, alla descrizione delle organizzazioni e delle classificazioni psicopatologiche con dovizia di casi clinici e si conclude con tre contributi di possibile applicazione della psicologia clinica nei servizi. Questo testo rappresenta un efficace e articolato momento di sintesi nel panorama della letteratura psicopatologica, ma anche un utile strumento concreto per tutti coloro che, in una prospettiva psicoanalitico/relazionale, si occupano della cura e della prevenzione del disagio psichico in età evolutiva. -
La via della verità
"'Abd al-Qadir nacque nel mese di Ramadan e per quanto sua madre si sforzasse di farlo poppare egli rifiutava il cibo durante tutto il giorno. Mai nel corso della sua infanzia ingerì cibo nel mese del digiuno. Quando era ancora piccolo, l’inizio del mese del Ramadan cadde in un giorno nuvoloso per cui era difficoltoso scorgere la luna nuova che segna l’inizio del mese. Un gran numero di persone si recarono da Umm al-Hayr per sapere se il piccolo ‘Abd al-Qadir avesse mangiato in quel giorno, dato che egli aveva rifiutato il cibo per l’intera giornata si apprese che il mese di Ramadan era iniziato”. Questo episodio, ai limiti della credibilità, mette in evidenza uno degli aspetti più caratteristici del nostro autore. La sua grande forza comunicativa, la sua figura carismatica, attraverso la quale riusciva a raccogliere attorno a sé un gran numero di discepoli, era oggetto di tale popolarità e venerazione che, nel corso degli ultimi anni della sua vita, la crescente considerazione di cui godeva si tramutò in una fanatica esaltazione, quasi una forma di divinizzazione. Il risultato di questo processo appare scontato, infatti sono stati attribuiti allo šayh numerosi miracoli e per molti anni è stato identificato solo attraverso episodi agiografici. Questo libro ha la pretesa di dar voce alle notizie storiche, spesso inquinate dai racconti fantastici della sua vita che limitano ingiustamente il diffondersi dei suoi studi che sono paragonabili, per importanza e orientamento, a quelli condotti dal più famoso Gazal . Nelle pagine che seguono il lettore si confronterà con il percorso del fedele musulmano sulla Via verso Dio che l’autore ha descritto nella sua voluminosa opera “Il libro della soddisfazione di colui che è alla ricerca della Via della Verità”." -
Ágalma. Vol. 17: L'arte senza opere.
Editoriale Scrivere, scrivere perché? -
Trattato sul destino
Il tema di questo libro è il destino, un argomento che appartiene alla dimensione interiore di ognuno di noi, a volte invocato, altre accolto, anche rifiutato ma al quale si ricorre spesso confidando nella sua misteriosità. È la storia dell’intreccio tra fede e ragione, che anima e tormenta i nostri cuori al pari dei grandi filosofi e teologi. La tematica del destino è analizzata attraverso lo studio del famoso teologo musulmano, che si presenta per la prima volta inlingua italiana. Il testo è un eccellente punto di avvio nello studio del nostro autore,in quanto ripercorre le parole del Profeta Muhammad riguardo i principi fondamentalidell’Islam, a cui tutti i fedeli devono attenersi. ha scelto quaranta detti del Profetache intendono abbracciare completamente il credo musulmano. L’opera, suddivisain quaranta capitoli, rispecchia il precedente scritto,a sua voltastrutturato in quaranta libri, sebbene in realtà sia un commento esplicativo al quartotomo. Tutto è già scritto, ma è bene posare la penna sulla carta e riempireil foglio, è bene aprire la porta del cuore ed uscire, è bene comunicare con gli altriattraverso il sorriso, il destino è dietro quella finestra, basta spostare la tenda e guardare con occhi diversi. Se qualcuno ci guarda non vorrebbe certo vederci in quiete, ma agire in qualsiasi direzione. Non si lascia un assetato senza acqua perché quello è il destino scelto per lui, ma si cerca dell’acqua per aiutarlo perché questo è il nostro destino. -
Lettere a C. K. Ogden. Sulla traduzione del «Tractatus logico-philosophicus»
Le lettere che Wittgenstein scrisse a C. K. Ogden, il quale gli aveva sottoposto la traduzione inglese del ""Tractatus"""", costituiscono un documento essenziale per chiunque voglia capire meglio alcuni dei passi più controversi di quella che è unanimemente considerata una delle grandi opere filosofiche del Novecento. Nelle sue lettere, infatti, Wittgenstein commenta la traduzione di Ogden e F. R Ramsey, correggendola in alcuni casi, proponendo soluzioni alternative in altri, indicando, dove riteneva di essere stato frainteso, la sua propria interpretazione. L'introduzione e i commenti del curatore inglese, G. H. Von Wright, forniscono tutti gli elementi necessari per comprendere lo sfondo e la portata delle osservazioni di Wittgenstein. Nell'introduzione all'edizione italiana Luigi Perissinotto mette invece in luce la rilevanza di queste lettere nell'attuale dibattito critico sul """"Tractatus""""."" -
Blue lit stage. Realtà e rappresentazione mediatica della tortura
Nel 2004 la circolazione mondiale delle foto di Abu Ghraib ha mostrato una inedita relazione tra spettacolarità e tortura. Emersa dalle segrete delle prigioni, la tortura diviene nella storia moderna una pratica che non attiene più solo al silenzio disciplinante del potere, ma alla visione indisciplinata dei consumi. Tutto si confonde nella rete: le umiliazioni del carcere iracheno con le pubblicità sado-chic di Vogue, le raccapriccianti immagini catturate con i videofonini dai soldati americani con la pornografia amatoriale, i corpi straziati delle vittime di torture con le sperimentazioni estreme della body art. I contributi presenti in questo volume, arricchito da un’ampia scelta di immagini, tracciano nuove prospettive d’analisi sul complesso fenomeno della tortura e sul modo in cui i media occidentali l’hanno mostrata. Saggi e interventi di: Alberto Abruzzese, Gianni Canova, Michel Maffesoli, Franco Rella, Antonio Scurati, Ugo Volli. -
La scienza del dubbio. Volti e temi di sociologia del diritto
Le profonde trasformazioni culturali, che lo sviluppo tecnologico ha imposto negli ultimi decenni alle società industriali e postindustriali, costringono a un profondo ripensamento intorno ai principi ispiratori e ai modelli concettuali posti alla base del diritto e dello Stato. In particolare, l’ormai imprescindibile e costante richiamo al fondamento individuale delle democrazie occidentali, alla non rinunziabile autonomia del singolo essere umano e al conseguente relativismo valoriale impone una radicale revisione istituzionale, che non può che prendere le mosse anche da una rinnovata visione giuridica, sempre più estetica e sempre meno etica. La Sociologia del diritto, in questa sede rivisitata attraverso l’opera di alcuni dei suoi principali autori, si presenta come un potente strumento critico, animato dal dubbio, di trasformazione sociale. -
Il disgusto del tempo. La noia come tonalità affettiva
La noia come tonalità affettiva fondamentale, legata al sentimento del tempo, è posta da questo studio al centro di un ripensamento etico dei problemi dell’antropologia filosofica. L’approccio interdisciplinare a questo tema, difficile e sfuggente, ha dovuto tener conto sia delle classiche impostazioni della psicologia fenomenologica e della psicoanalisi esistenzialista, sia degli studi dell’antropologia storica e della storia dei concetti. Nei tre capitoli, in cui è articolato il volume, viene analizzata la struttura ontologica della noia, in quanto sentimento vitale; la sua specifica intenzionalità, rivolta al sentire temporale; la sua tipicità storica e antropologica, come tonalità minore della melanconia. Il confronto con le interpretazioni di Heidegger, Sartre e Jankélévitch, così come le suggestioni ricavate dalle ricerche di Kolnai, Minkowski e Binswanger, hanno consentito un’esauriente chiarificazione fenomenologica del tema. Il percorso storico, attraverso l’acedia di Petrarca, l’ennui di Pascal, la melanconia di Leopardi, introduce il lettore a una stimolante disamina della modernità del sentimento, che si apre su nuove indagini. -
Contro di sé. Potere e misconoscimento
Il libro considera il potere nelle relazioni quotidiane – in famiglia, fra amici, sul lavoro – dove tutti lo soffriamo e lo infliggiamo vicendevolmente, senza tuttavia prenderne consapevolezza, e tantomeno responsabilità: per il senso comune il potere è sempre in alto, distante, estraneo. L’inconsapevolezza del potere è legata a un’altra rimozione, il misconoscimento dell’individualità, che pesa sulla relazione con gli altri e in particolare con se stessi; in definitiva il tema del libro è l’autoaggressività e l’autonegazione che stanno all’origine della violenza nei confronti altrui. La persona comune si nasconde il potere con cui grava sugli altri e su se stessa. -
Il mito del dato
Mente e mondo, il libro che raccoglie le tanto celebrate quanto discusse John Locke Lectures di John McDowell, appartiene ad un genere filosofico classico, quello dell’“indagine sui poteri della mente umana”. Secondo McDowell, un’indagine di questo tipo è necessaria alla risoluzione di alcuni fra i principali problemi epistemologici e semantici. Attraverso una dettagliata analisi dei lavori di McDowell ed un’approfondita discussione del problema del “seguire una regola” e del connesso paradosso di Kripke-Wittgenstein, questo volume cerca di dimostrare che la posizione di McDowell è la conseguenza di una concezione errata delle nozioni normative ed una forma di quello che Sellars chiamava “Il Mito del Dato”. -
Coscienza e potere. Narrazioni attraverso il mito
Questo libro prende spunto dal seminario Il mito come evento ciclico nella cronaca del quotidiano. Coscienza e potere svoltosi a Palermo nell’ottobre del 2008. Intorno a questioni di centrale rilevanza, quesiti e situazioni che chiamano in gioco l’uomo nella sua essenza, interrogativi che dividono perché mettono a confronto posizioni radicali, il testo interroga i drammaturghi del passato cercando di individuare, nei miti da loro messi in scena, forme di attualizzazione e/o elementi di radicale alterità con la nostra esperienza quotidiana. I personaggi di Antigone ed Ecuba rappresentano, in tal senso, figure emblematiche per esplorare, attraverso una prospettiva letteraria, socio-giuridica e comunicativa, il nesso che lega sapere e potere, il conflitto tra dimensione individuale e assetto giuridico, il rapporto tra soggettività e coscienza collettiva. Un cammino a ritroso, per rilanciare nel dibattito contemporaneo questioni etiche fondamentali, spesso trascurate dai nostri modelli imperfetti di democrazia. -
Ornamento. Il sistema dell'arte nell'epoca della megalopoli
L’ornamento e la riflessione sull’ornamento, dagli ultimi decenni dell’Ottocento, in particolare, dall’Art Nouveau, fino ai nostri giorni, nell’epoca della megalopoli. L’intreccio di postmodernità e globalizzazione hanno segnato con intensità i percorsi dell’arte e della teoria dell’arte. Il volume disegna una cartografia di dispositivi, luoghi, figure e nomi che ne hanno scandito il ritmo. Analizza i profondi mutamenti avvenuti nel sistema dell’arte, a partire dalla questione posta da Van de Velde e criticata con asprezza da Loos, l’ornamento è delitto. L’intenzione è quella di mostrare come il dibattito che ne è seguito, da Hermann Broch a Siegfried Kracauer, a Benjamin ha segnato il passaggio dall’ornamento all’ornamento di massa: un passaggio che, in Benjamin, ha segnato la messa in questione radicale dell’essenza dell’opera d’arte. Il dopo Benjamin, attraverso la via obbligata di Warhol, conduce a riflettere, appunto, sul sistema dell’arte nell’epoca della megalopoli. Di questa latitudine il volume è attento a mettere a fuoco anche il ruolo della critica che, oggi, svolge un ruolo sempre più ridotto. Al tempo stesso si interroga sul posto del pubblico che illanguidisce nell’inerzia. Pur ponendo al centro del discorso le lacerazioni del sistema dell’arte, oggi, il libro non condivide la tesi che propone la luttuosa sequenza avanguardia-fine dell’avanguardia-fine dell’arte.