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Gocce
"Gocce"""" è la prima raccolta poetica di Lavinia Alberti. Si tratta di un lavoro che nasce da una profonda esigenza interiore, dal desiderio di dar sfogo a sentimenti contrastanti, dal bisogno di purificare certi “graffi” della propria anima. Questa silloge è frutto di un percorso tortuoso, che ha permesso all'autrice di ritrovare se stessa, con una nuova consapevolezza." -
Konenki
Il volume esplora la necessità di accettare il tempo che passa, attraverso la rigenerazione e il rinnovamento di sé. ""Konenki"""", parola giapponese che definisce il passaggio da un'età all'altra dell'esistenza umana, diviene così la “parola contenitore” ideale per questa raccolta dove passato, presente e desiderio di un altro futuro sembrano malinconicamente intrecciarsi e fluttuare in una dimensione atemporale."" -
In giardino
La raccolta si articola in tre sezioni, tre diverse ""intonazioni"""" di una voce che racconta il dolore - esistenziale e sociale - e il suo relativizzarsi, il male che accompagna la nostra vita e la necessità di una coscienza civile e sociale come risposta. Esperienze personali e civili confluiscono, infatti, quando si crea quel nesso tra luoghi e memorie. È allora che la poesia restituisce le stesse rappresentazioni e fondazioni della nostra società: memoria, socialità, enigma, senso del sacro e della bellezza."" -
Moti moventi. Il linguaggio del corpo
Silloge in versi dedicata all'espressività del corpo. Le creazioni fluiscono in un lungo poema costituito da sequenze che, sviluppandosi attraverso una rigorosa ricerca linguistica, formano un itinerario essenziale di ritmi e slanci corporei. -
Corteccia
Questa silloge poetica raccoglie trenta testi divisi in due sezioni: ""Corteccia"""" e """"Periderma"""". Il tema è forse uno dei più abusati, l'amore, ma ogni poesia, come la corteccia degli alberi, strato dopo strato mostra – a chi ha il cuore di denudare l'animo del poeta – i sentimenti più puri e più profondi dell'essere umano."" -
La resurrezione necessaria
“Madre, conservami le parole dentro la tasca sacra dove hai sempre un testo vuoto per spiegare le cose che come noi non hanno metro. Madre, contienimi la paura di non sapermi davvero guardare indietro mentre tu piangi ed io non so come farti andare avanti. Sono sempre io la stessa bambina con il viso felice nascosto dal tuo velo. Non so perché per sopravvivere ho imparato tutta sola ad amare la rima che più presto ci avvicina a quella nostra primissima idea di cielo”. -
Ciclo vitale
"Ciclo vitale"""" è un’opera poetica con la quale, attraverso rime e versi, si viaggia per le varie fasi della vita, dall’infanzia alla morte, passando per l’adolescenza, la gioventù, l’età adulta e la vecchiaia, con tutti i sentimenti che ogni fase porta con sé." -
Il dopo è solo per gli dei
“Io, quando non ne posso più, lascio che parlino i morti, poi loro mi spiegano che non è tanto difficile morire e lo fanno con racconti di silenzio, perché nel vuoto il suono è niente, un lessico famigliare degli assenti. Non mi dicono altro e nella loro dimenticanza una verità d’oblio e oscurità. Io, quando non ne posso più, lascio che parlino i morti: il loro alfabeto d’abisso mi cheta, perché di nulla avrò bisogno”. -
Frammenti di baseball. Fantasie sensazioni ricordi
Accadde a Greenville, in South Carolina. Le scarpe nuove gli stavano veramente scomode. No, no, proprio non ce la poteva fare a giocare con quelle calzature chiodate. Si trovava in battuta e sentiva che con quelle cosacce ai piedi non poteva concentrarsi. Fu allora che lo fece e tra lo sbalordimento generale se le tolse e decise di battere scalzo. Da quel giorno tutti lo ricordano come Shoeless Joe Jackson, il “senza scarpe del Baseball”. -
Anidramnios. Canto a due voci
"Madre-Itaca, ti cerco nelle luci traballanti nel biancore d'ospedale, io, Ulisse senza patria, getto reti su miraggi che mi portano lontano, nell'aurora dove i morti mi carezzano le mani.""""" -
Industriale
Raccolta poetica di Alexandra Censi, che torna a guardare la sua città e la sua periferia con uno sguardo attento, disilluso, onestamente cattivo. Personaggi senza volto e capannoni industriali creano lo sfondo di una poetica quotidiana, viva di corrispondenze tra uomini e cose. Chiude la raccolta una sezione commovente e straniante dedicata al caso Billy Milligan e alle sue ventiquattro personalità. -
Semplicemente poesie
Un piccolo libro sulla poesia e di poesia. Dove vengono messe in versi la musica e le stagioni, il mare e gli umori. Nostalgie del passato si mescolano a sensazioni di un presente in continuo movimento, un oggi di cambiamento. Autobiografia e ascolto di voci vicine e lontane, in poche righe piccole storie di vite vissute. Ci si può ritrovare o, semplicemente, pensare. -
La pazienza dei melograni
La spinta che muove i desideri dell’autrice è la ricerca costante di una risposta alla domanda: “Qual è la vera portata della libertà?”. Uno sguardo delicato e al contempo severo che indaga molteplici declinazioni dell’esistenza: il tempo della cura e della pazienza, la durezza della quotidianità, la menzogna e l’amore che custodisce e monda. Un lirismo intenso, attento a chi ha avuto esperienza del dolore e lo ha poi trasmutato in speranza. -
Quando il caso forma
Una raccolta di poesie assolute, senza accordo: d'autonomia efficace. Poesie adeguate a chi, in circostanze degradate e d'ambizione indecorosa, ancòra non esausto si riconosce nel decoro e con pudore si dedica alla discrezione, alla devozione. Di conseguenza non occorre scrivere nulla che possa favorire una lettura corretta, non vi è condizione o prassi da comprendere. Lontano da qualsiasi emozionalità e suggestione tutto è estremamente familiare, limpido. -
Canzoniere privato
Questi scritti, canzoni senza voce, vogliono essere cantati. Nel leggerli, ciascuno può trovare la sua personale melodia per accompagnarli, il suo ritmo, il suo arrangiamento. A fior di labbra o in silenzio, può cantare d'amore insieme a chi li ha composti. -
In più direzioni senza tregua. Per tratti brevi dello stesso mare
Giuseppe Cerbino, nella prefazione alla raccolta, afferma che «Le poesie di questa silloge di Luca Arturi sono piccoli affreschi che raccolgono quasi trent'anni di vita quotidiana; il filo rosso che le unisce è un uso leggero della parola con il ricorso a giochi linguistici che in un “andare e venire” hanno la funzione di sfiorare i drammi senza parlarne davvero poiché le forme allusive sono più potenti dei racconti espliciti». -
Nel corpo della voce. Antologia poetica
La voce è quella dei poeti, nella varietà dei toni, del ritmo, degli effetti più o meno evidenti e afferrabili a una lettura non esperta. Per non lasciare la poesia in balìa di impressioni e suggestioni epidermiche, che non le renderebbero ragione o per non trascurare il rilievo di elementi significativi troppo impliciti, interviene il commento con la funzione di delineare “il corpo” della poesia, nel rispetto del testo. -
Love & fury
"Love & Fury"""" è un libro che nasce dal bisogno di raccogliere in forma organica tutte le poesie composte nell'arco di molti anni. L'opera si compone di quattro sezioni: """"Love (I)"""", """"Sotto un cielo scheggiato"""", """"Alla deriva tra l'azzurro e il verde"""", """"Love (II)""""." -
Sapore rosso
"Sapore rosso"""" è il sapore del tempo che passa. Il sapore di una fede evanescente come il volto anemico della luna quando incontra il sole. L’impalpabile gusto amaro della consapevolezza lo portiamo sulla lingua, a ridosso dell’animo, ma, mentre il corpo si ossida nel suo involucro gassoso, il cuore fluttua, come al riparo in una bolla salvifica, disconoscendo le leggi sferzanti in cui è immerso." -
Dove non splendi
«Dopo aver scritto 'Tu mi abbandoni' credevo di esserci riuscito, di aver messo un punto a un capitolo della mia vita. Credevo di dover raccontare qualcosa e di aver fatto pace con i miei mostri interiori. Poi però anche se il passato non ritorna, ritornano le persone, e il più delle volte tornano per andarsene, per dirti addio una volta per tutte. 'Dove non splendi' è il punto di una storia d’abbandono, quel punto necessario per poter ritrovare la gioia». (L'autore)