Sfoglia il Catalogo feltrinelli031
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 801-820 di 10000 Articoli:
-
In corso d'opera. Ricerche dei dottorandi in storia dell'arte della Sapienza. Vol. 3
In Corso d'opera 3 raccoglie i risultati delle ricerche degli allievi del Corso di Dottorato in Storia dell'Arte della Sapienza Università di Roma, presentati in occasione dell'omonimo convegno organizzato dall'Ateneo romano. Il volume, terzo della collana con cadenza biennale, si presenta come un lavoro in itinere, composto da trentacinque saggi, e volto a destare l'interesse della comunità scientifica per le novità che propone. Seguendo coordinate temporali e geografiche molto vaste, a partire dal Medioevo fino ai nostri giorni e da Roma per arrivare al Medio Oriente, gli interventi si focalizzano su materiali inediti e argomenti poco noti, affrontati con un saldo impianto metodologico in continuità con la tradizione accademica della scuola di Dottorato della Sapienza. Il risultato è un libro corale che attraverso lo sguardo di studiosi in esordio dà un contributo dinamico e insieme rigoroso alla disciplina della Storia dell'Arte. -
Reinventing Pompeii. From wall painting to iron construction in the industrial revolution
Pompei non esiste solo nella sua materialità concreta in-situ ed ex-situ, ma anche in innumerevoli adattamenti e reinterpretazioni che danno forma alle nostre città e influenzano profondamente il mondo moderno. Questo libro esamina l'impatto dei dipinti murali pompeiani sulla progettazione architettonica e sul discorso europeo durante la Rivoluzione Industriale, con particolare attenzione al ruolo della città vesuviana come un laboratorio per la creazione di un nuovo 'stile di ferro'. Quando la ghisa è apparsa per la prima volta come materiale da costruzione, gli architetti si sono trovati di fronte ad una situazione senza precedenti sfide dopo millenni di costruzione in pietra: la ghisa richiedeva un nuovo linguaggio, una nuova sintassi, nuove proporzioni e ornamentali modelli adatti alle caratteristiche del materiale e in linea con gli standard funzionali ed estetici del moderno città. In questo contesto, le strutture immaginarie dipinte sulle pareti degli edifici pompeiani, interpretate come prefigurazione di un ordine architettonico leggero, arioso, smaterializzato, sono stati adattati alle esigenze del tempo attraverso un processo di trasferimento da un unico mezzo (superficie dipinta) ad un altro (struttura tridimensionale). Una selezione di casi di studio - tra cui opere di Karl Friedrich Schinkel, Henri Labrouste, Jakob Ignaz Hittorff e Gottfried Semper - illustrano come i cosiddetti arabeschi pompeiani, vale a dire gli arabeschi. Modelli, motivi e idee che si trovano nei dipinti ad affresco, sono stati trasformati in elementi in ferro a varie scale, che vanno dal dettaglio decorativo al supporto strutturale. Questo studio esplora anche altre forme di dialogo con la città antica, sia teorico che applicata, così come le questioni archeologiche, storico-artistiche e filosofiche legate ai dipinti e alla loro vita dopo la morte. -
Leo Steinberg now. Il pensiero attraverso gli occhi
Pochi storici dell’arte hanno scosso il corso tranquillo della nostra disciplina accademica quanto Leo Steinberg (1920-2011). Dagli affreschi del Rinascimento (Leonardo, Michelangelo), fino all’arte americana del dopoguerra (De Kooning, Rauschenberg), passando per l’architettura barocca (Borromini), per la scultura di Rodin e per l’arte di Picasso, non c’è stato artista noto, o movimento artistico, che non sia stato posto sotto una nuova luce dalle ricerche di Steinberg. Che lo si associ a Other Criteria, a Leonardo’s Incessant Last Supper, oppure a La sessualita di Cristo nell’arte rinascimentale e il suo oblio nell’epoca moderna, ogni suo libro colpisce per la sua originalità, per l’erudizione, per il modo in cui le opere sono restituite in tutta la loro complessità storica, plastica, formale e spaziale, e per un certo modo, alquanto singolare, inatteso e ironico, di esporre le sue osservazioni e interpretazioni. Se Steinberg gode oggigiorno di un’innegabile reputazione, i suoi scritti e la sua concezione della storia dell’arte, al contrario, sono stati poco indagati dal punto di vista della storia della Storia dell’arte. Nonostante il suo ruolo nella storia artistica, culturale e intellettuale del XX secolo, la sua vita, la sua formazione, il suo percorso accademico, la sua posizione storica, la sua scrittura e la sua pratica storico-artistica sono ancora scarsamente considerati. È questo l’obiettivo del presente libro che tenta di riattivare l’eredità intellettuale di Leo Steinberg per smuovere una pratica storico-artistica solitamente monotona, troppo poco audace e poco irriverente. Leo Steinberg Now! Un invito che ci auspichiamo possa condurre a pensare, leggere e osservare le opere d’arte in un modo diverso grazie a Leo Steinberg. -
Da Forum Novum a Vescovio. Per uno stato degli studi sulla «maior ecclesia Sabinensis»
Fondata nei primi secoli della cristianità e ricca di pregevoli testimonianze storico-artistiche, la cattedrale di Santa Maria a Vescovio nel comune di Torri in Sabina (RI) è il fulcro dell'antica diocesi di Forum Novum e rappresenta tuttora uno dei principali luoghi identitari dell'attuale circoscrizione ecclesiastica suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, che ha unito in sé anche le Chiese particolari di Cures Sabini (Passo Corese) e Nomentum (Mentana). I lavori svolti da oltre un secolo dalle varie Soprintendenze, a partire dal 1969 affiancati dalle scoperte archeologiche sui monumenti pubblici e privati del municipio romano di Forum Novum, trovano in questo volume - che raccoglie gli atti della giornata di studi promossa dalla Soprintendenza ABAP per le province di Frosinone, Latina e Rieti il 27ottobre 2018 - i contributi di archeologi, storici dell'arte, architetti, restauratori, fisici e storici, riuniti per la prima volta insieme in una sorta di ""sugello"""" a preludio di una rinnovata azione di tutela che non prescinde dalla valorizzazione culturale e turistica del sito."" -
«Perché egli è Tagliacantone». Borromini, un architetto spigoloso
Un motteggio proferito da Gian Lorenzo Bernini sul suo antagonista Borromini fornisce un promettente incentivo per un'analisi morfologica atta a rintracciare alcuni aspetti essenziali della poetica dell'architetto più ermetico e ammaliante del barocco romano. L'appellativo ""tagliacantone"""" riservato al rivale - epiteto arguto, benché beffardo - mira alla pratica quasi ossessiva, con la quale l'architetto risolve in modo coerente ma spesso insolito l'articolazione degli angoli. Per mezzo di smussamenti obliqui, arrotondamenti e strascicamenti vari cerca di eluderli per garantire continuità della scansione parietale, oppure propende a enfatizzarne la potenziale funzione di cerniera della struttura spaziale. Borromini si basa sul concetto che un edificio vada inteso come un corpo organico, nel quale ogni particolare contribuisce al funzionamento vitale dell'insieme. Incardinate su una simile tesi mimetica, le sue invenzioni acquisiscono un'eloquenza prettamente concettuale e, a volte, addirittura metaforica."" -
«Vous en viendrez à bout avec l'intelligence de la geometrie». Angoli e prospettiva nella poietiers del Rinascimento
La città di Poitiers dei primi decenni del XVI secolo spicca in territorio transalpino come capitale intellettuale e appare ricettiva alle tendenze artistiche rinascimentali. In questo contesto vengono eretti complessi residenziali che accolgono i modelli architettonici italiani, mediati dall'esperienza dei cantieri reali francesi, e che si distinguono grazie alle finestre d'angolo inquadrate dagli ordini architettonici. Muovendo da alcuni paradigmatici esempi locali, la trattazione evidenzia nelle soluzioni angolari rilevanti tematiche quali la continuità con il sistema gotico, il pragmatismo spaziale tipico del primo Rinascimento francese, la deformazione prospettica fondata sui principi dell'anamorfosi, le leggi della stereotomia tanto care a Philibert De L'Orme. Nelle fabbriche francesi analizzate l'angolo può essere interpretato quale elemento cardine di tutta la composizione, capace di rappresentare la storia e le trasformazioni dell'edificio medesimo. -
San Valentino. Il profilo e l'immagine
San Valentino è uno dei santi più citati ma anche il più sconosciuto. Il suo profilo originario, infatti, è stato offuscato nel corso dei secoli da improbabili ricostruzioni leggendarie, che hanno creato solo confusione, trasformandolo in una figura globale, senza volto, senza biografia e senza patria: il Valentine fatato anglosassone, ""patrono"""" degli innamorati. Un'immagine dunque sempre più commerciale e mediatica, che ha visto sviluppare intorno a sé quella perfetta autonomia del marketing che caratterizza oggi il suo """"nome"""". Ma da circa un ventennio a questa parte, la ripresa degli studi ha permesso di ricostruire scientificamente il profilo del santo, che si mosse tra Roma e Terni - città dell'Umbria (Italia) che lo venera come vescovo e lo pone tra i primi """"costruttori"""" della Chiesa locale -, per definirne con maggior rigore la vicenda terrena, la rappresentazione artistica e il culto. Il presente volume, pertanto, intende offrire un contributo per restituire a san Valentino il profilo di evangelizzatore e taumaturgo caduto come martire in età postcostantiniana nel vortice dell'ultimo scontro tra cristianesimo e paganesimo resiliente, deciso a opporsi fino all'ultimo alla conversione alla nuova religione delle classi intellettuali dell'impero romano. Una parte preponderante del libro è riservata all'evoluzione iconografica di san Valentino, tra identità e mescolanza con altri profili agiografici, che hanno finito per svilire lo spessore del personaggio reale, al quale viene riconsegnata un'immagine rinnovata e contemporanea, ma rispettosa dell'essenza stessa del soggetto di cui è destinata a trasmetterne la memoria."" -
Donato Bramante. «Luce & inventor de la buona & vera architettura»
Lo storico Plutarco, riferendosi nella Vita di Pericle ai monumenti dell'acropoli di Atene, afferma che per la loro bellezza, via via che venivano costruiti erano già classici. Lo stesso dovevano aver pensato i contemporanei nei riguardi di Donato Bramante, tanto che Sebastiano Serlio non esitò a includere le sue architetture fra le antichità del Terzo Libro: una riprova del carattere esemplare, anzi normativo, che esse avevano immediatamente assunto. Bramante era stato davvero «luce & inventor de la buona & vera Architettura». Questo libro rende conto della sua creatività e dei non pochi problemi che le sue opere ancora pongono, segno della loro perenne vitalità. Il disegno architettonico, i rilievi eseguiti con i più moderni strumenti di rilevamento laser-scanner, le tecniche costruttive, i modi della progettazione, la statica, l'indagine diagnostica su pietre e inchiostri impiegati nei fogli autografi di Bramante, effettuata con metodi non invasivi e con l'impiego di una strumentazione all'avanguardia, sono alcuni dei soggetti dei saggi che caratterizzano il libro. I contenuti del volume, e in particolare il notevole nucleo di studi sulla basilica di San Pietro, costituiscono pertanto un contributo determinante all'analisi critica del Bramante romano. -
Architettura e museologia liquida
L'Architettura Liquida rompe gli schemi simmetrici dell'Architettura Classica introducendo asimmetria, finestre disassate, pianta a zig zag, mancanza di una facciata propriamente intesa, corpi di fabbrica in aggetto e inversione degli spazî, dove i vuoti sono al piano terra invece che nei piani superiori, e si ispira alle geometrie non euclidee, ai frattali, allo specchio, al labirinto e anche a temi biblici del mostro, come nel caso di Giona e la balena reinterpretati in chiave laica. Il primo a ideare l'etichetta di Architettura Liquida è stato Marcos Novak nel 1991, ma Giulio Carlo Argan già nel 1930, in un importante articolo apparso nella rivista L'Arte, interpreta come ""germi"""" del cosiddetto codice Anti-classico i presunti """"errori"""" di Andrea Palladio evidenziati da Francesco Milizia nel Settecento. Seguiranno altri due libri di Argan e di Bruno Zevi, dedicati al codice Anti-classico, dove si evidenzia anche il carattere politico dell'Anti-classico in opposizione alla """"dittatura della linea retta"""" usata dai regimi. Partendo dunque dalla consapevolezza che l'Anti-classico è precursore del liquido, il volume offre alla pubblica discussione saggi teorici, interpretazione analitica di alcuni edifici e musei liquidi particolarmente rappresentativi e un'Antologia di opere di Architettura e Museologia Liquida a partire dal 1989 (prima Architettura Liquida), con antecedenti dal 1906, disponendole in ordine cronologico per una migliore storicizzazione di questo importante movimento architettonico e culturale internazionale i cui edifici sono ancora in fieri."" -
La storia dell'arte illustrata e la stampa di traduzione tra XVIII e XIX secolo
"Un coup d'oeil sur l'objet ou sur sa représentation en dit plus qu'une page de discours"""" (Diderot, Encyclopédie, 1751). Un concetto rivoluzionario per la storia dell'arte, in cui l'immagine prende il sopravvento sulla sua evocazione ekphrastica. Nel Settecento si assiste infatti alla """"difficile nascita del libro d'arte"""" (Haskell): fino all'avvento della fotografia, è la stampa di traduzione, spesso al semplice contorno ed eseguita rigorosamente al cospetto dell'opera, a essere la protagonista indiscussa della nuova storia dell'arte. Nel volume, che approfondisce gli spunti emersi durante il Convegno internazionale di studi La stampa di traduzione e la storia dell'arte illustrata (Università degli Studi di Chieti """"G. D'Annunzio"""", Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze sociali, 10-11 giugno 2021), attraverso una pluralità di voci e di temi, si è tentato di fare il punto sulle ricerche in corso su quel particolare momento aureo della stampa di traduzione come parte integrante della produzione storico-artistica. Il volume è suddiviso in varie sezioni: I. La stampa di traduzione tra riflessione e dibattito; II. Storiografie e imprese editoriali; III. La stampa di traduzione oltre i confini storiografici, IV. Musei e collezionismo; V. Riprodurre le glorie locali tra Medioevo e Primo Rinascimento; VI. Le stampe che imitano i disegni; VII. Tradurre i grandi maestri; VIII. Le tecniche e il colore." -
Pittura e soggetto. Il caso della tempesta di Giorgione
Conosciamo poco della vita e dell'opera di Giorgione, ma soprattutto non sappiamo cosa rappresentano i suoi dipinti più importanti, tra cui la celebre Tempesta. Questo libro cerca di dimostrare che per interpretare la Tempesta occorre indagare il soggetto come un problema storico e di metodo, che riguarda la storia dell'arte più che la pittura di Giorgione. Se nel discorso sull'arte, che ha origine negli scritti di Leon Battista Alberti e Giorgio Vasari, il soggetto e l'arte sono valori distinti e autonomi (il soggetto è considerato separatamente dal modo in cui è raffigurato), nell'opera degli artisti norditaliani della prima età moderna, e nella pittura di Giorgione in particolare, sono invece inscindibili e reciproci (il soggetto è letteralmente espressivo di un modo di dipingere). Solo a partire dalla comprensione di questa discrasia, che rende possibile considerare il soggetto liberamente rispetto alla tradizione letteraria e figurativa da cui deriva, ma in stretto rapporto alle qualità formali dell'opera che lo raffigura, si possono capire, oltre al soggetto della Tempesta, la qualità peculiare della pittura di Giorgione e le sue alterne fortune nella letteratura artistica. -
Mario Giacomelli pittore. Ediz. illustrata
Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) è stato uno dei maggiori fotografi italiani del secolo scorso. Di professione tipografo, fin da ragazzo dipinge e scrive poesie, e solo nel 1953 acquista la prima macchina fotografica. Nel 1969 in una mostra personale alla Galleria Il Diaframma di Milano, Giacomelli espone, insieme alle fotografie, anche una quindicina di dipinti. Da questo dettaglio è partito il progetto di ricerca qui raccontato, con l'obiettivo di riscoprire la produzione pittorica del grande fotografo e ripercorrere la fitta rete di relazioni che egli coltivava nel mondo culturale e artistico senigalliese. I disegni, i dipinti e i collage di Giacomelli vengono così ricollocati accanto alla sua fotografia, restituendo una sfumatura in più alla sua complessa personalità, e permettendone una visione più tonda. -
«Uno contone de marmoro». Angoli del Rinascimento a Ferrara
L'edilizia storica di Ferrara è caratterizzata da murature in mattoni con decorazioni di terracotta e rari elementi in pietra. Tra questi ultimi sono spesso presenti, all'incrocio delle strade, soluzioni d'angolo ottenute con l'impiego di colonnine e pilastri, conformemente ad una tradizione dell'architettura altomedioevale, non solo padana, che a Ferrara ebbe seguito anche nei secoli successivi assumendo il carattere di una significativa peculiarità ambientale. Pertanto, tra i valori urbanistici del tessuto storico della città, trovano oggi speciale evidenza proprio i cantonali del Rinascimento che nell'Addizione di Ercole I d'Este, a partire dal quadrivio dell'antica via degli Angeli con via dei Prioni, dove si attesta il Palazzo dei Diamanti, configurano angoli di notevole interesse. -
1932. L'elefante e il colle perduto. Ediz. illustrata
La realizzazione di via dell’Impero, oggi via dei Fori Imperiali, e la contestuale eliminazione della collina della Velia, non erano stati pianificati. Nel Piano Regolatore del 1926 non era previsto un rettifilo che collegasse piazza Venezia con il Colosseo e solo nel 1931 partì il progetto di un’arteria utilizzabile per le parate celebrative. La volontà di Mussolini era di inaugurarne l’apertura il 28 ottobre del 1932, per celebrare il decennale della Marcia su Roma. Gli sterri portarono alla luce resti di epoca medievale e rinascimentale, al di sotto dei quali emerse un’importante domus romana, con pitture e stucchi pertinenti almeno a due epoche differenti: la prima di fine I secolo d.C. e la seconda di fine II-inizio III secolo d.C. Il 20 maggio 1932, all’improvviso, dieci metri al di sotto della collina della Velia, comparvero i resti di un cranio di Elephas antiquus, con una delle zanne. Il ritrovamento fu spettacolare, ma il distacco e il trasporto dei resti all’Antiquarium non avvenne nel modo più consono dal punto di vista conservativo. L’Antiquarium, costruito nel 1893 come magazzino archeologico, era stato aperto al pubblico nel 1900. Qui i resti fossili rimasero per molti anni, non visibili al pubblico. Dal 2007 è iniziato il riordino sistematico dei reperti conservati nell’Antiquarium, che ha portato alle mostre archeologiche capitoline degli ultimi anni. L’intervento sull’elephas, di notevole complessità dato lo stato critico dei resti fossili e degli apparati di supporto in gesso e legno, è stato realizzato dal Laboratorio di Restauro del Museo Paleontologico dell’Accademia Valdarnese del Poggio. La sua prima presentazione è avvenuta alla mostra La Scienza di Roma allestita al Palazzo delle Esposizioni nel 2021. Il percorso della mostra si articola in quattro sezioni, che seguono una linea del tempo a partire dallo scavo del 1931-1932. Nella prima sezione sono illustrati gli aspetti relativi alla progettazione architettonica ed è evocata, con una vetrina colma di materiali, la modalità casuale del rinvenimento. La seconda sezione è dedicata alla storia della villa Silvestri-Rivaldi, la cui struttura monumentale è ancora oggi conservata, mentre fu totalmente cancellata la parte del giardino con i suoi muri di terrazzamento, i portali e le prospettive monumentali. La terza sezione riguarda la domus romana rinvenuta sotto villa Silvestri-Rivaldi, con documenti archeologici finora mai visti, come importanti resti di affreschi e stucchi dipinti di epoca romana. Nell’ultima sezione, infine, sono esposti i resti del cranio con la zanna appartenenti all’elefante fossile. -
L' abbazia laica. Giovanni Cavina educatore visionario
Giovanni Cavina (Faenza, 27 marzo 1924 - Roma, 4 aprile 2009) si è occupato per 38 anni di formazione e orientamento dei giovani attraverso le iniziative da lui realizzate e sviluppate (e che in larga parte ha contribuito a ideare) della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro e dell'Ente Palazzo della Civiltà del lavoro: dagli ""Incontri dei giovani con il mondo del lavoro"""" al Premio """"Alfieri del lavoro"""", alla direzione di """"Panorama per i giovani"""" e della Residenza Universitaria """"Lamaro Pozzani"""". Ha promosso la concezione interdisciplinare della conoscenza e lo sviluppo del """"personalismo comunitario"""" attraverso la circolazione delle informazioni, il confronto delle idee, la consapevolezza e la responsabilità, il senso del dovere trasformato in senso del volere dalla passione con la quale affrontare la vita. La sua concezione meritocratica era molto articolata (e """"costituzionalmente"""" ispirata): il riconoscimento dei talenti e la formazione delle nuove classi dirigenti trovano il loro fondamento nella più larga diffusione dell'offerta formativa e delle opportunità per il maggior numero possibile di persone. Uomo di grandi valori e intensa spiritualità, di formazione classica e vaste letture, ha """"prodotto"""" più opere che testi. Ma gli oltre??? editoriali scritti in quasi trent'anni su """"Panorama per i giovani"""" consentono una ricostruzione organica del suo pensiero, della visione europeista e della cura per le nuove generazioni, prima di qualsiasi Next Generation proclamata o attuata. È quanto si propone di fare questa antologia, curata da alcuni laureati della prima ora riuniti nel gruppo Saredosettantaquattro e realizzata grazie al sostegno della Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro in occasione del mezzo secolo di attività del Collegio """"Lamaro Pozzani""""."" -
Giuseppe Barberi. Le caricature 1775-1796. Ediz. illustrata
I disegni analizzati in questo volume appartengono a uno dei fondi più interessanti conservati al Museo di Roma, costituito da centinaia di caricature, realizzate tra il XVIII e il XX secolo, che entrano a far parte del vasto ed eterogeneo patrimonio museale a partire dall'anno di fondazione (1930), in linea con l'ambizioso intento di creare una raccolta di opere d'arte in grado di documentare la secolare storia cittadina dal punto di vista urbanistico, architettonico e sociale. Giuseppe Barberi realizza i ritratti caricati, parallelamente alla sua produzione ufficiale di architetto, in un arco cronologico di oltre vent'anni, dal 1775 al 1796, corredandoli di puntuali commenti relativi ai personaggi raffigurati, ad avvenimenti coevi nonché a circostanze personali; un vero e proprio diario figurato di memorie pubbliche e private che ha come protagonisti i membri della propria famiglia, i pochi amici fidati, i presunti nemici, i nobili, i prelati, gli intellettuali, i diplomatici, gli artisti, i collezionisti, i restauratori e il variopinto mondo degli artigiani e dei venditori ambulanti con i quali l'architetto convive quotidianamente e dunque sua principale fonte di ispirazione. In linea con la vocazione enciclopedica settecentesca egli realizza, dunque, un vero e proprio testo illustrato di storia sociale, prezioso spaccato della società romana della seconda metà del Settecento, dove parole e ritratti permettono di recuperare una fitta rete di microstorie appartenenti alla complessa Storia di questo secolo che, con i suoi avvenimenti politici e culturali, sancisce il definitivo superamento dell'Ancien Régime. -
Dipinti del Seicento e del Settecento. Ediz. illustrata
Il Museo di Roma possiede un'importante collezione di pittura sei-settecentesca, formatasi attraverso acquisti e doni nell'arco di novant'anni. Coerentemente con la missione del Museo la raccolta è costituita soprattutto da vedute, ritratti e scene di genere, che documentano l'aspetto della città e gli usi dei suoi abitanti, ma vi si trovano anche pale d'altare, quadri di canonizzazione, stendardi processionali: una galleria di immagini che rievoca feste, cortei, processioni, papi, cardinali, nobili e popolani, scene di vita quotidiana e monumenti famosi in tutto il mondo. Le opere di grandi artisti, come Van Wittel, Cigoli, Tassi, Reni, Maratti, Batoni e Subleyras si affiancano a dipinti anonimi ma di grande interesse storico-documentario, restituendo un'affascinante spaccato di Roma nei secoli in cui fu la capitale internazionale delle arti e la meta prediletta dai viaggiatori del Grand Tour. -
La monocromia nella teoria e nella pratica pittorica dal Trecento al Seicento
Rappresentazioni pittoriche realizzate impiegando un unico colore o – meglio – le tonalità chiare e scure di uno spettro cromatico ridotto, si rinvengono in ogni epoca e luogo. La scelta drastica di realizzare un’immagine monocroma, segnando una differenza netta rispetto alla consuetudine artistica, è stata dettata nei secoli dalla necessità di trovare un mezzo attraverso il quale veicolare un significato che poteva nascere dalle più disparate istanze. Questo volume ha l’obiettivo di mettere in discussione alcuni paradigmi consolidati dalla critica e dalla storiografia artistica, per lasciare spazio a un’interpretazione più ampia, in grado di mettere in luce la complessità del fenomeno della pittura a monocromo dal Trecento al Seicento. La pittura a chiaroscuro sarà così letta in rapporto all’Antico, al bisogno religioso di morigeratezza, alla necessità di creare un ambiente atto alla riflessione e alla meditazione, ma anche all’implicito confronto con le altre tecniche dell’arte, ovvero in sostanza con il contemporaneo dibattito teorico sulla pittura. -
Donne protagoniste. La società che cresce anche nell'esperienza di alternanza scuola-lavoro
Spunti dall'evento di premiazione del Bando di benemerenza al lavoro rivolto alle imprenditrici e professioniste lecchesi per comprovata attività venticinquennale. Iniziativa promossa dal Comitato per l'Imprenditoria Femminile di Lecco. -
Danse macabre: Le vampire di Praga-Sangue freddo. Vol. 1-2
Da secoli tra noi si cela una razza superiore di predatori che usano la violenza o la seduzione nella caccia di prede umane: vampiri! L'affascinante Rhona lo è diventata nel 1890 e oggi è tra i pochi a potersi muovere alla luce del sole. Ma non è facile nascondersi quando il prezzo dell'immortalità è uccidere per sopravvivere. «Le vampire di Praga»: Nelle notti di Praga, al Danse Macabre, Rhona Stirling si esibisce in veste di vampira. In realtà lo è davvero, anche se finora è riuscita a passare inosservata alla Lex, organizzazione privata che intende eliminare la sua razza. Quando trova Hana, una ragazza in fin di vita, l'unico modo per salvarla è farla diventare come lei. Ora ha una compagna, un'allieva, un'amante. Ma creare una nuova vampira è sempre un rischio. A volte può essere un suicidio. «Sangue freddo»: Torna Rhona la vampira in una nuova avventura. Durante la Guerra Fredda il KGB creò un'unità composta unicamente da vampiri. Con le sue capacità di seduzione e il suo istinto per la caccia, Rhona Stirling fu una delle sue spie migliori, finché il gruppo non venne chiuso. Ma, quarant'anni dopo, a Berlino qualcuno scopre i pericolosi segreti del progetto.