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Strabismi. Dove si racconta del carcere e del senso delle cose
"Chi frequenta il proprio ovile sa quanto valore può avere una cosa da niente. Anch'essa è stata creata perché c.è posto per tutti"""". Così l'autore inizia la sua narrazione e ci accompagna con mano leggera fra i boschi e le lande solitarie della sua latitanza come fra le mura delle carceri in cui è ristretto. Là dove """"Franco, in un angolo della cella, appendeva bottiglie vuote. Vuoti di plastica del Coccolino, della Coca-cola, insomma tutto quello che gli capitava. Con un filo appendeva queste bottiglie al soffitto. Lo chiamava l'angolo degli impiccati"""". Narrazione sul filo dell'ironia e dell'amarezza, questo libro richiama i lettori ad una riflessione non superficiale sulle questioni sociali sollevate dalla cronaca quotidiana, come la droga, la scuola, il rapporto con l'ambiente, e chiede attenzione per il mondo carcerario. Un mondo che rischia sempre più di essere seppellito, con tutti i suoi abitanti, in una terra di nessuno ai margini non soltanto delle città ma anche della coscienza civile." -
Il carcere discarica e il tramonto del servizio sociale della giustizia
La sicurezza è il valore che ha aperto la strada allo smantellamento dello stato sociale. Ed è anche il valore che ha contribuito alla formazione della stato social-penale, basato sulla tolleranza zero. Le strategie di quest'ultima hanno generato sentimenti di odio, di rancore e di violenza nei confronti dei diversi con il conseguente effetto dell'incarcerazione di massa. Uno degli elementi peculiari dell'incarcerazione di massa consiste nel fatto che il carcere è diventato un'istituzione deputata alla gestione dei rifiuti sociali. Questo tipo di carcere non promette alcuna trasformazione dei detenuti mediante l'aiuto sociale, il trattamento rieducativo o la terapia. Accanto alle carceri, le quali continuano a svolgere il controllo social-penale, vi sono istituzioni più repressive: i campi d'internamento per immigrati clandestini. In questi ultimi regna il dominio totalitario in quanto l'ordinamento giuridico dei diritti è integralmente sospeso. Ne consegue che nei campi, i quali non sono altro che spazi di eccezione, ""tutto è possibile"""", tutto è permesso. Nello stato sicuritario e di eccezione l'intervento del lavoro sociale, dei servizi della psico-pedagogia penitenziaria, dei servizi socio-assistenziali territoriali, basato sull'ideale del reinserimento, non ha più senso. Nel contempo le professioni di aiuto corrono il rischio di diventare """"un'antenna dei servizi di polizia e un'appendice dell'istituzione giudiziaria""""."" -
Il diario di esplorazione
Lo scopo principale di questo libro è quello di presentare il diario e la scrittura diaristica nelle loro differenti forme, ma anche di invitare il lettore all'esercizio di questa pratica. Scrivere un diario è alla portata di tutti quelli che ""sanno"""" scrivere e chiede pochi mezzi. La cosa principale è, come sempre, che questa pratica possa avviarsi a partire da un progetto. Questo libro potrà aiutare il lettore a costruire il suo. La scrittura diaristica si adatta ad affrontare numerosi temi. Il diario può essere un utile strumento di ricerca, ma anche di analisi della vita quotidiana, nelle pratiche di riflessione su di sé e su ciò che si incontra vivendo. Attraverso una panoramica sulle diverse discipline che studiano l'uomo - dal razionalismo classico, passando per Durkheim e Freud, all'etnologia moderna; dalla fenomenologia alla sociologia comprensiva di Max Weber, dall'interazionismo simbolico all'etnometodologia - l'autore espone la validità della pratica del diario sul piano metodologico ed epistemologico."" -
Il perpetuo principiante. Scritti sullo zen e l'arte della psicoterapia esistenziale
"La ormai ricca mole di studi, mappe e ricerche neurofisiologiche, rischia di offuscare quella che, nella tradizione Zen, viene detta la grave questione della vita e della morte: la questione cruciale. Rimanere un perpetuo principiante è senza dubbio la sfida più difficile perché innumerevoli sono le sirene lungo il cammino: anche l'aula di meditazione o perfino un ritiro di strada possono trasformarsi in luoghi ovattati dove il senso di un sé separato, irriducibile soggetto, trova rifugio. Rendere testimonianza alla vita nella sua interezza e affidarsi alla mente che non sa sono forse espressioni che aiutano a indicare la dimensione dell'intimità, dove fiorisce la speranza non più gravata da alcun complemento oggetto. L'esperienza raccolta in questo testo è particolarmente preziosa perché permette al lettore di confrontarsi in maniera non generica con che cosa stia avvenendo nell'incontro degli insegnamenti buddhisti con il mondo globalizzato e in particolare nel campo della psicoterapia."""" (dalla prefazione di Roberto Mander)" -
Non solo badanti
"Tra mutamenti economici, processi di emancipazione, migrazioni globali e grandi e piccole violenze, stiamo parlando di donne in carne ed ossa. Anzi, stiamo parlando con donne in carne ed ossa, perché è la loro voce, molto poco mediata, che emerge da questi racconti. Una voce che supera l'imbarazzo e le incertezze di una lingua a volte zoppicante, non ancora fatta propria, perché è più forte l'urgenza di parlare, di farsi ascoltare, di farsi capire. Accanto alla parola, le immagini. Attraverso le fotografie mettiamo insieme qualche tassello di una vita divisa tra una famiglia lasciata in stand-by al proprio paese e una quotidianità fatta di un lavoro che assorbe il tempo e i sentimenti. Per una volta le possiamo vedere nella loro individualità, e non come ausilio dei nostri anziani. Per una volta abbiamo la possibilità di conoscerle come donne: forti, determinate e consapevoli delle loro scelte. Attraverso queste storie private e individuali possiamo comprendere meglio un fenomeno complesso come quello dell'immigrazione."""" Prefazione di Andrea Panizza." -
Libro primo. Acqua
"Avevano viaggiato per tre giorni e tre notti, sorvolando alture, pianure, deserti e mari. L'impazienza di Aang era cresciuta man mano che si avvicinavano a casa sua. E infine erano atterrati in una radura immersa nel verde. Non c'era alcun punto di riferimento visibile a Katara e Sokka, ma il bambino aveva imboccato con sicurezza una stradina seminascosta dai rampicanti e aveva preso il comando della spedizione. I due fratelli lo seguivano, incerti"""". Aang si risveglia cento anni dopo il suo tempo e si trova a dover salvare il mondo. Egli è infatti l'ultimo Avatared è suo dovere riportare la pace. Età di lettura: da 12 anni." -
Stand by. Stati vegetativi e dintorni
Il tema degli stati vegetativi è di grande attualità e mette ciascuno di noi di fronte a se stesso. Questo libro offre il punto di vista dei familiari che vivono direttamente questa esperienza. I dieci racconti proposti sono infatti il frutto di un laboratorio di scrittura, in cui i familiari narrano il loro vissuto in quanto persone ""sospese"""" come i loro cari. Ogni storia si sviluppa a partire dal giorno in cui è accaduto l'evento traumatico e narra dunque il momento della rianimazione, i passaggi successivi alla ricerca di luoghi e strutture, fino a giungere alla realtà attuale per dare un'idea della vita di oggi, dopo anni di stato vegetativo del proprio caro. Sono figli, coniugi, genitori di ogni età e ceto sociale, che si aprono per farci dono della loro esperienza. Una breve appendice di carattere tecnico-scientifico consente di approfondire la conoscenza di questa realtà anche da un punto di vista clinico."" -
Libro secondo. Terra
"Da una parte del palco entrò una ragazzina dell'età di Aang. Era bassa, con i capelli castani raccolti in una coda di cavallo. Il viso era pallido e ben curato. I suoi occhi erano grigioazzurri, ciechi. Indossava una tenuta verde e un mantello dello stesso colore. Con un movimento fluido lo slacciò e lo lanciò a terra, poi si voltò a fronteggiare il suo avversario"""". Aang è l'ultimo della sua gente, i Nomadi dell'Aria, nonché l'Avatar. È, al contempo, poco più di un bambino, che si trova a dover affrontare le numerose insidie del suo incerto destino. Accompagnato dai suoi coraggiosi amici Sokka e Katara, intraprende un nuovo viaggio alla ricerca di un insegnante del Dominio della Terra. Nel Regno, però, le cose non vanno come speratoe le sfide si fanno via via più ardue. La battaglia contro il Signore del Fuoco si fa giornodopo giorno più vicina e il giovane Avatar comincia a guardarsi intorno in cerca di alleati. Aangsi confronta con grandi potenze del presente e del passato, ma anche con la parte più oscuradi sé, che minaccia di schiacciarlo, prendendo il sopravvento sul suo animo gentile. Età di lettura: da 12 anni." -
La testa dell'Idra
La cronaca narra che una bambina di dodici anni venne rapita ""per sbaglio"""" da un balordo, il quale supponeva la famiglia molto più facoltosa di quanto in realtà fosse. Egli trovò ugualmente il modo di """"far fruttare"""" il rapimento: chiuse la bambina in un cunicolo oscuro e la """"vendette"""" a giovani e vecchi, poveri e ricchi, potenti e meno potenti, notabili e mediocri. Nessuno o quasi poté dirsi innocente: chi abusò della bambina, chi seppe e rimase in silenzio. L'omertà non cessò nemmeno quando l'uomo che aveva rapito la bimba e che gestiva il turpe commercio venne ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri mentre forzava un posto di blocco. Silvia rimase prigioniera in quella che già da viva era stata la sua tomba e morì di fame, di sete, di freddo, abbandonata in quel luogo che decine di uomini conoscevano e laddove avevano approfittato della sua infanzia. Tutti sapevano, tutti avrebbero potuto salvarla. Basato su una storia vera, benché qui romanzata, questo libro racconta come l'indifferenza sociale nasconda spesso interessi indicibili e invita tutti a riflettere sull'ambigua e impalpabile frontiera che la congiunge al crimine, rendendola complice di atroci violenze."" -
Ce la farò a sopravvivere. Racconti autobiografici per una terapia narrativa
Questo libro propone sette racconti autobiografici eterogenei, accomunati da specifiche tematiche, scritti all'interno di un percorso di ""terapia narrativa"""", durante il quale le persone sono state sollecitate a raccontare e scrivere le proprie esperienze personali, ritenendo che la capacita di narrarsi e di narrarsi agli altri, sia un utile strumento per dare forma alla propria identita. I racconti sono stati scritti autonomamente, con l'intento di parlare di sé e di farsi comprendere dagli altri partecipanti al percorso, persone che """"ce l'hanno fatta a sopravvivere"""" ai pregiudizi, alle discriminazionie alle violenze che la vita ha loro posto davanti. Ogni racconto è stato sottoposto al vaglio degli altri """"sopravvissuti"""" e ha subito delle modifiche; ciascuno ha dovuto """"ridefinire"""", rielaborandoli e approfondendoli, alcuni aspetti della propria storia di vita per chiarire agli altri dei passaggi. Alcuni autori provenivano da percorsi terapeutici, altri hanno utilizzato le competenze dei curatori e degli altri narratori. Una sorta di """"auto-aiuto"""" nella scrittura e quindi nel processo di consapevolezza della propria storia."" -
I sogni di Palmi. Raccolta di sogni dei reclusi del carcere speciale di Palmi
Questo libro ripropone l'esperienza di comunicazione onirica attuata da un gruppo di reclusi del carcere di massima sicurezza di Palmi, in Calabria, nel lontano 1984. L'attenzione che il racconto di quell'esperienza ha suscitato nei partecipanti al primo corso di formazione alla metodologia di ricerca della socioanalisi narrativa, promosso da ""Sensibili alle foglie"""", e soprattutto l'esposizione, voluta da Dora Garcia, all'interno del Padiglione spagnolo della Biennale di Venezia 2011, del manoscritto originale che circolò fra i reclusi sognatori, ci hanno indotto a riproporla, ritenendo che essa possa costituire una suggestione positiva per tutti i lettori. Come scrivevano i sognatori: """"Il beneficio più grande che si traeva dall'esperienza di Palmi non risiedeva tanto nel contenuto di questo o quel sogno, quanto piuttosto nel fatto che attraverso il sognare ci aprivamo ad un altro sguardo sul mondo, diverso da quello della coscienza ordinaria, ancorato al pensiero verbale, logico razionale""""."" -
Come le foglie d'inverno. Racconti e favole
Una trentina di racconti brevi, scritti con un linguaggio semplice ma di particolare profondità. -
La frontiera abitabile. Per una psicoterapia con gli immigrati
Questo libro presenta una riflessione sulla ""nostalgia retroflessa"""", nel quadro di un lavoro sulla psicoterapia con gli immigrati. L'ambiente del migrante si costituisce come lo spazio di frontiera tra due assenze: quella del luogo di partenza e quella del paese di approdo. Soltanto immaginando la possibilità di contaminazioni creative di molteplici modalità relazionali è possibile co-abitare la frontiera, nella prospettiva di sostituire al concetto di integrazione quello di """"ibridazione"""". La sfida davanti a cui si trova l'etnopsicoterapia è proprio quella di rendere pensabile, immaginabile, possibile, praticabile, abitabile uno spazio altro da quelli codificati dalle regole dell'esclusione e dell'inclusione."" -
Il servizio sociale. In principio era l'azione. Critica del metodo e origine della storia
Questo libro viene da un lento e tortuoso cammino che ha comportato unacerta dose di avventura e persino un perdersi nell'esperienza. Esso è stato pensatonon come il metodo della logica formale caratterizzato dalla continuità. Perché il pensiero non segue sempre, in qualsiasi momento, il metodo puramente razionale. ""La coscienza"""" scrive Maria Zambrano """"si stanca, declina e lavita dell'uomo, per molto cosciente e molto amante del conoscere che sia, nonè impiegata continuamente in ciò"""". Questo significa che il metodo deve intendersicome ciò che """"apre il cammino all'esperienza umana e non semplicemente come ciò che struttura un ordine, una forma mentis"""". Il servizio sociale è una forma concreta di esperienza che, per la sua frammentarietà e incompletezza,non si lascia innalzare al cielo dell'oggettività. Il servizio sociale reclama la pratica, il sapere dell'esperienza, l'attività dell'agire e del trasformare."" -
Libro terzo: fuoco
La pioggia lo sferzava e il vento infuriava attorno a lui, sballottandolo qua e là. -
Implicazione
Questo libro propone i materiali di un incontro tenuto a Rimini nell'aprile 2011 per analizzare in profondità il concetto di implicazione. L'incontro fa parte integrante della didattica e della ricerca della scuola di Prevenzione J. Bleger, che si confronta con diverse e vicine concezioni. È perciò da ritenersi un momento di un laboratorio internazionale di ricerca in fase di costruzione. Qui proponiamo gli interventi sull'implicazione - dal punto di vista della concezione operativa di gruppo, dell'analisi istituzionale e della socioanalisi narrativa - di: Leonardo Montecchi, Federico Suárez, Renato Curcio, Patrice Ville, Christiane Gilon, Patrick Boumard, Thomas Von Salis, Nicola Valentino. Ad essi fa seguito il resoconto di uno dei tre gruppi operativi e il dibattito in assemblea, alla quale hanno partecipato: Loredana Boscolo, Ugo Amati, Stefano Bonifazi, Stefania Scalas, Massimo Mari, Massimo De Berardinis, Agnese Marchetti, Laura Grossi, Cecilia Monge, Alejandro Fasanini, Alberto Carraro, Laura Casella, Laura Buongiorno, Annalisa Valeri, Violeta Suárez, Vannino De Crescente. -
Qelippoth. Una fiaba sul male
Le qelippoth sono i detriti dell'impurità e del male che la Cabbalà crede si generino durante il processo di manifestazione cosmica di Dio che emerge dal profondo della sua identità segreta. Il Male e il Bene, sempre in lotta fra loro, emergono l'uno dall'altro. A volte, nel mondo dell'uomo, il loro rapporto diventa inestricabile e solo la sofferenza, provata o causata, rappresenta un filo di Arianna attraverso cui alcune creature possono orientarsi per uscire da questo labirinto. Le creature ""pure"""", distanti dal Male, sono più spesso donne e bambini, mentre il protagonista rimane coinvolto nella grande confusione tra Bene e Male del mondo degli uomini e del potere, e riesce a superare (forse) solo nell'istante finale della sua vita il dilemma della propria identità di fronte alla scelta morale. La storia ha uno sviluppo ben determinato nel tempo, la prima metà del ventesimo secolo con le sue guerre e le sue catastrofi economiche e sociali, e nello spazio, tra il Sud della Francia, l'America e la Germania nazista. Personaggi fantastici si alternano a personaggi storicamente reali o realistici."" -
La nemesi della rossa
"Voglio mettere ordine in questa confusione. Scrivere per eliminare l'imprecisione. Ripensare a tutto per cancellare lo scompiglio. Rimuovere l'incoerenza della vita con le parole. Nuove parole in sostituzione di quelle mai dette, mai pronunciate, diventate silenzio doloroso. Silenzio così intenso da diventare un dolore incontenibile"""". Così l'autrice riprende per mano Fiorella - Kkeywa, la rossa - e l'accompagna, invitandoci a seguirla in questo viaggio, alla ricerca delle sue radici, a """"mettere ordine"""" nella sua vita, depredata da tanti piccoli e grandi poteri che hanno per denominatore comune la mancanza di rispetto per chi è socialmente più fragile. """"A quelli del movimento Gregorio e Lucrezia raccontarono che ero finita in manicomio per problemi di soldi e di visioni infernali. Lucrezia aggiunse che c'entrava sicuramente quel romanzo che le avevo prestato e che trattava di ignominie e strani sortilegi sulla bellezza e il peccato"""". Scritto con ironia e peculiare delicatezza, questo libro conclude la vicenda di Kkeywa, per aprire a Fiorella le porte di una nuova vita e di nuove esperienze." -
Paglì. Una storia hippy
Alla fine degli anni sessanta, migliaia di giovani hippie hanno intrapreso il loro viaggio via terra verso l'India. La strada era la stessa percorsa dalla ragazza di cui qui si racconta la storia. Dall'Italia fino ad Atene o a Istanbul, attraversando la Turchia centrale, per raggiungere l'Iran in autobus. A Herat, attraversato il confine, ci si inoltrava in Afghanistan per giungere in Pakistan e proseguire fino al confine indiano. In India, le spiagge di Goa erano una tappa obbligata, e non di rado, oltrepassato il confine con il Nepal, si sostava a Katmandu. Come questi giovani, attratti dal mito dell'India e delle droghe, affascinati da un'esperienza priva di vincoli, o in fuga dai loro fantasmi, anche Paglì percorre le tappe della sua vita. Dall'incontro con un amore derivano un ulteriore viaggio alla volta del Giappone e quattro figli. Il ritorno alla realtà in Italia avrà il prezzo altissimo della perdita dei suoi bambini, resi adottabili dal Tribunale per i Minorenni. -
Le ali dipinte
"Il mio sentirmi emarginata significava anche non identificarmi per forza o per necessità, non lasciare che altri disegnassero per me una qualche identità. Quella che mi apparteneva era un'identità in movimento, suscettibile di cambiamento, e non mi riusciva di fissarla definitivamente dietro un'etichetta"""". La storia di vita di una donna che attraversa molti mondi diversi e non accetta di appartenere ad altri che a sé. Nel suo cammino, irto di ingiustizie e violenze, in cerca di dignità, concepisce un modo di pensare e di sentire che non trovano corrispondenza. Condannata all'esclusione sociale in quanto donna, migrante e povera, vive esperienze di marginalità. Quando si appropria di quella cultura libertaria che, negli anni settanta, affrontava le questioni sul tappeto, non ultima la sessualità, con apertura mentale e una buona dose di volontà dissacratoria, scopre che quella stessa cultura non esiste più, anzi, genera effetti grotteschi e risulta incompatibile con la società del terzo millennio. Dal racconto delle sue esperienze emergono l'ottusità e la violenza del mondo della scuola e del lavoro, ma anche della famiglia e dei gruppi sociali."