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Ci vediamo domani. La leggenda di Marco Siffredi
Il suo curriculum già era impressionante quando Marco Siffredi nel 2001 affrontò l'Everest. Ma la sua fama non superava la cerchia degli addetti ai lavori e a Chamonix, dove viveva con la famiglia, il suo carattere sopra le righe lo aveva messo in contrasto con le austere guide alpine della capitale dell'alpinismo. Dall'incredibile prima discesa con la tavola dal Nant Blanc dell'Aiguille Verte, sulle tracce del suo ispiratore Jean-Marc Boivin, alla prima discesa integrale dal tetto del mondo, le sue imprese sono in anticipo sui tempi. Lo sarebbe ancora di più il progetto di scendere l'Hornbein Couloir, di nuovo sull'Everest, nel 2002. Gli sherpa lo vedono imboccare il canale sulla parete nord, poi ne perdono la scia. Jeremy Evans ha messo in piedi un'imponente inchiesta all'americana per provare a capire le ragioni della scomparsa di un protagonista assoluto della neve estrema. -
Sherlock Holmes e il segreto del Monte Bianco
Settembre 1911. Sherlock Holmes è invitato a Chamonix da un Whymper ormai invecchiato. Il conquistatore del Cervino, che l'investigatore considera quasi uno zio, lo vuole al suo fianco nella ricerca del documento che avrebbe dovuto segnare la nascita dell'alpinismo, il manoscritto in cui Jacques Paccard ha raccontato la sua versione della prima salita al Monte Bianco, nel 1786. Lo troverà Holmes? Sarà capace di rinvenire quel che gli studiosi dell'alpinismo mai sono stati capaci di recuperare? E che ruolo hanno in questa vicenda una strana donna dagli occhi verdi e quegli inquietanti agenti prussiani? -
La bibbia dell'arrampicata. Come allenare la tecnica, il corpo e la mente nell'arrampicata sportiva
L'arrampicata sportiva è una delle attività in maggiore sviluppo, sia in ambiente che nelle palestre. Tantissimi nuovi praticanti, ogni giorno e in ogni parte del mondo, stanno scoprendo il fascino di arrampicare. E per questo che Martin Mobraten e Stian Christophersen, due climber di livello internazionale che da diverso tempo sí occupano anche di allenamento e formazione, hanno deciso di scrivere questo manuale. La Bibbia dell'Arrampicata, giunta alla sua seconda edizione e riconosciuta come uno dei testi di riferimento a livello mondiale nel settore, è il frutto di anni di esperienza in prima persona dei due autori e del loro lavoro quotidiano con i giovani atleti che si sono affidati alle loro cure. E un manuale aggiornatissimo, che fa riferimento alle più moderne strategie di allenamento applicate in Europa e sono sviscerati tutti gli aspetti legati alla tecnica, alla preparazione, all'approccio mentale, alla prevenzione e recupero da infortuni, alla motivazione e alla paura di cadere. Oltre 400 fotografie a colori illustrano dettagliatamente i movimenti e i gesti tecnici descritti nel testo, che è arricchito anche da testimonianze di climber di alto livello e di grandi appassionati come l'autore della prefazione Jo Nesbo. La Bibbia dell'Arrampicata vi aiuterà a progredire nell'arrampicata sportiva, ma anche a valutare con occhi diversi alcuni aspetti di questa attività che fino ad oggi non avevate nemmeno preso in considerazione. Prefazione di Jo Nesbo. -
Julian Alaphilippe. Il mio anno iridato
Julian Alaphilippe si è consacrato campione del mondo di ciclismo su strada a Imola nel 2020 e, un anno dopo, nell'ottobre del 2021 a Lovanio, nelle Fiandre. Soltanto sei corridori, nella storia del ciclismo, hanno saputo realizzare la stessa impresa. Il palmarès del campione francese può vantare molte altre significative vittorie, ma l'impresa di correre per due anni di fila indossando la maglia iridata lo ha fatto entrare a buon diritto nel novero dei più forti ciclisti contemporanei. E soprattutto di quelli che entusiasmano i tifosi per la coraggiosa spregiudicatezza con cui sanno conquistarsi i traguardi. In questo libro, Julian racconta il suo anno iridato scrivendo dei successi e delle battute d'arresto, di sua moglie e della nascita di suo figlio, della famiglia e dei compagni di squadra, delle sue passioni ed della sua quotidianità di uomo e di campione. -
L' ultima grande montagna. La prima salita del Kangchenjunga
Nel primo pomeriggio del 25 maggio 1955, gli alpinisti britannici George Band e Joe Brown lasciano le loro orme un paio di metri sotto la vetta del Kangchenjunga, in segno di rispetto verso gli dei locali, che abitano lassù. È la terza montagna più alta del mondo, il settimo Ottomila raggiunto dall'uomo, ma secondo John Hunt, il capo della vittoriosa spedizione all'Everest del 1953, è stata ""the most difficult feat in mountaineering"""", l'impresa più difficile dell'alpinismo. Mick Conefrey racconta le vicende di questa montagna bella e terribile fin dalle prime esplorazioni di Douglas Fresh-field nel 1899, accompagnato dal fotografo biellese Vittorio Sella. E poi il folle tentativo del """"mago"""" Aleister Crowley nel 1905, terminato in tragedia. E ancora la sfida che ha anticipato i tempi del tedesco Paul Bauer, dimenticata a causa delle sue simpatie naziste. O quella di un altro tedesco, Gùnter Dyhrenfurth, che dalla Germania è scappato a Hollywood in fuga dalla follia hitleriana. """"L'ultima grande montagna"""" è l'affresco di un'epoca, tra alpinismo e grande storia, imprescindibile per chiunque sia appassionato alla saga della corsa agli Ottomila. Introduzione di Roberto Mantovani."" -
Eravamo giovani e incoscienti
A 23 anni è già vincitore di due Tour de France. A 24 anni un grave infortunio per poco non mette fine alla sua carriera. A 25 anni fonda una propria squadra professionistica, e ne disegna anche la maglia. A 28 anni subisce una delle sconfitte più dolorose nella storia dello sport: un Tour perso all'ultima tappa, e per soli 8 secondi. Laurent Fignon ha bruciato le tappe della sua carriera. Ma è anche stato bruciato dalla vita: è morto a soli 50 anni, nel 2010. L'anno prima aveva saputo di essere gravemente malato di cancro proprio nei giorni in cui stava per mandare in stampa la sua autobiografia. In quelle pagine aveva scritto di sé, del suo mestiere di ciclista e di cosa significava essere una celebrità sportiva, con la veemenza, l'audacia e la sfrontatezza di chi non ha mai avuto paura di chiamare le cose con il proprio nome: l'estasi del successo e l'acre sapore della sconfitta, la sfida impertinente lanciata ai mostri sacri e l'incoscienza e i compromessi della lunga stagione del doping. Fin da subito riconosciuto come una pietra miliare della letteratura sportiva, Eravamo giovani e incoscienti è l'ultima lezione del ""professor"""" Fignon, dalla quale il ciclismo contemporaneo ha forse ancora molte cose imparare."" -
Solo. Vita in fuga di Thomas De Gendt
Si tratta della storia di Thomas De Gendt, corridore belga molto amato per il suo spirito combattivo e per la sua voglia di affrontare le corse davanti al gruppo, in fuga, da solo. Che poi è anche una metafora della vita, e della sua vita. Una storia di ciclismo autentica.«Solo. Meglio quindi arrivare al traguardo da solo. Perché se arrivo alla fine con qualcun altro, rimane sempre il dubbio. E se l’altro attacca al triangolo rosso? E se è più veloce? È una fase tattica della corsa che non fa per me. No, meglio piuttosto correre in solitaria. Attaccare dal gruppo dei fuggitivi. Tirare un po’ più forte degli altri nel gruppo di testa. Fargli capire chi è il migliore. Pian piano si stancano. E quando vedo che sono distrutti dalla fatica: aumentare ancora il ritmo. Accelerare. E sperare di essere l’unico superstite. Solo. Da quel momento in poi è soltanto una lotta contro me stesso.»Dodici lunghi anni di carriera tra i professionisti e non molte vittorie nel palmarès. Ma quelle poche conquistate in grande stile e a coronamento di fughe perlopiù solitarie. Perché a Thomas De Gendt piace stare fuori dal gruppo: in senso proprio (detesta pedalare stretto in mezzo agli altri corridori) e in senso figurato (non sopporta di essere confuso nelle logiche omologanti del ciclismo contemporaneo), consapevole di non essere un campione ma anche, in questo ultimo decennio, di aver interpretato il mestiere del corridore in maniera del tutto originale. Senza peli sulla lingua, in questo libro-intervista Thomas De Gendt si racconta come uomo e come ciclista, tra memoria familiare e narrazione del gran circo del ciclismo professionistico dalla sua privilegiata posizione di insider. -
Colombia es pasión! La generazione di ciclisti che ha cambiato la storia di un Paese
Nel 2019 Egan Bernal è diventato il più giovane ciclista a vincere un Tour de France e il suo trionfo ha coronato i risultati della generazione d'oro di ciclisti colombiani. Prima di lui Nairo Quintana aveva vinto un Giro (2014) e una Vuelta (2016), arrivando anche a sfiorare per due volte la vittoria del Tour (secondo nel 2013 e nel 2015). Ma con i loro successi anche Rigoberto Urán, Esteban Chaves, Miguel Ángel López, Fernando Gaviria e altri talenti, in questi ultimi anni, hanno trasformato la Colombia in una grande potenza ciclistica. Dietro a questa popolarità e a queste affermazioni ci sono però storie sorprendenti, qualche volta scioccanti, che sanno incantare l'appassionato, ma anche il lettore curioso che non segue con assiduità il ciclismo. In ""Colombia es pasión!"""" Matt Rendell racconta delle loro vite e dei loro sogni di riscatto, di come le difficoltà per combattere e provare a vincere la povertà e la violenza, la malattia e la corruzione siano state la premessa per affrontare con coraggio e abnegazione altre fatiche e altri ostacoli in giro per il mondo. Con i loro successi i ciclisti colombiani hanno in qualche modo restituito alla propria gente la speranza che esista un futuro migliore."" -
La corsa
Cosa vuol dire correre in bicicletta? Cosa si prova a immergersi dentro l'adrenalinica sensazione di giocare il proprio destino a colpi di pedale, sgomitando in mezzo al gruppo, soffrendo in salita come un fachiro, gettandosi in discesa come un aspirante suicida? Tutto questo Tim Krabbé lo ha raccontato in prima persona, e senza aver bisogno della mediazione cronistico-narrativa delle grandi gesta dei campioni del ciclismo. In quasi duecento pagine e in centocinquanta chilometri di fughe, rincorse, scatti, indugi, tranelli e alleanze, Krabbé mette in scena l'essenza della sfida che un uomo a pedali sa lanciare alla strada e ai suoi avversari di strada. Dal 1978 La corsa, un romanzo mozzafiato come un passo dolomitico e teso come uno volata, tradotto inoltre 50 lingue del mondo e ora ripubblicato in italiano in una nuova versione, è diventato un'opera letteraria di culto per gli appassionati che hanno provato lo sconforto e l'estasi del pedalare. -
L' intrigo norvegese
Non è raro che un pescatore in vacanza perda la cognizione del tempo. Tuttavia, è quantomeno curioso che il capo di Trevor Bowling non si preoccupi minimamente per il mancato ritorno dalla Norvegia del suo impiegato in viaggio di lavoro. Sir Abercrombie Lewker, rinomato attore shakespeariano, alpinista e detective dilettante, non è affatto dispiaciuto che la fidanzata del disperso gli chieda di approfittare di un viaggio a Bergen per fare qualche indagine; né si fa scoraggiare dalla strana serie di incidenti in cui rimane coinvolto ancor prima di imbarcarsi sul traghetto e tanto più nel corso di una traversata dello Josteldalsbreen, il ghiacciaio più grande dell'Europa continentale. Ma per far fronte alle avversità che lo aspettano, Lewker dovrà dare fondo non solo al suo fiuto di investigatore, ma anche alle sue abilità di alpinista e alla sua resistenza fisica; soprattutto se, oltre a rintracciare Trevor Bowling, vuole sbrogliare la matassa dei misteriosi ""Pianeti"""", decisi a spazzare via mezza Europa. Un mystery norvegese degli anni Sessanta."" -
Black boy fly. L'irresistibile ascesa di Major Taylor
La Costituzione americana ha abolito da trent'anni (1865) la schiavitù, ma la segregazione razziale resta una dura realtà: i neri, discriminati e sfruttati, da una parte, i bianchi dall'altra. A lndianapolis, c'è un ragazzo nero che in bicicletta va più forte di tutti, anche dei campioni ciclisti più acclamati, ovviamente bianchi. È Marshall Walter Taylor, ma tutti lo chiamano Major perché va in giro con una vecchia giubba dell'esercito nordista. A dispetto dei pregiudizi e dei soprusi, Major in pista è il più veloce di tutti e nessuno riesce a batterlo. E nel 1899 diventa, dopo il boxeur George Dixon, il secondo atleta afroamericano a conquistare un titolo di campione del mondo. -
Il grande Guerra
Passista, inseguitore, cronoman, Learco Guerra negli anni Trenta è stato il corridore italiano più amato dai tifosi: su di lui riversarono l'affetto e la passione popolare che non seppero destinare al suo grande rivale, Alfredo Binda, lucido, freddo e scientifico. Un Mondiale (1931, a cronometro), un Giro d'Italia (1934), una Milano-Sanremo (1933), un Giro di Lombardia (1934) e, ancora, due volte secondo al Tour de France (1930, 1933), e due volte secondo al Mondiale (1930 e 1934), più un'ottantina di corse vinte sempre come se andasse all'assalto del traguardo: d'impeto, di potenza, di prepotenza. Nasce così il mito de La Locomotiva umana: «Quello lì va come un treno». Gran complimento andare come un treno quando invece si hanno due ruote sottili a trazione umana. Rapportone, ventre a terra, e giù a mulinare, a spadellare, a pistonare. Poi, ritiratosi dalle corse, a partire dal 1945, come direttore sportivo Guerra apre la strada alle numerose vittorie di campioni stranieri come Hugo Koblet, Charly Gaul, Federico Bahamontes e Rik Van Looy. A centovent'anni dalla nascita (15 ottobre 1902), Claudio Gregori e Marco Pastonesi, due firme eccellenti del giornalismo sportivo italiano, raccontano l'appassionante vicenda biografica de Il grande Guerra. -
Rise. La mia storia
Lindsey Vonn con questo libro ha deciso di raccontare per la prima volta tutti i retroscena della sua luminosa carriera, fatta di incredibili successi, di gossip, di tanti infortuni e pasata attraverso a una forte depressione e a momenti davvero difficili. Vonn è una delle icone del cambiamento di status delle star dello sport femminile negli USA e questo percorso non è stato indolore, tra incomprensioni, scandali e polemiche. In questo libro Lindsey condivide con i lettori il suo incredibile viaggio, una vita in prima linea, costruita con determinazione coraggio e resilienza. Una delle sciatrici più determinate di sempre, ci racconta l'ossessione per la ricerca dei limiti, spinta tanto all'estremo da lasciare pesanti strascichi sia dal punto di vista fisico che mentale. Nonostante abbia fatto sempre appello alla sua incredibile grinta per superare una lista infinita di infortuni, il conto da pagare per lei è stato salato. Lindsey parla apertamente della sua depressione con cui ha combattuto per molti anni e dei problemi di fiducia in se stessa. -
Verso il Trentino. 1902, la prima salita dell'Adamello con gli sci
"Verso il Trentino"""" è la magnifica avventura di uno dei pionieri dello sci italiano, Ubaldo Valbusa, che nel 1906 sfida la neve, l'ignoto (e l'orso) per scendere la prima volta dalla cima dell'Adamello con due assi di legno e attacchi di giunco. Non ci riuscirà, a duecento metri dalla meta si lussa una spalla ed è costretto a tornare sui suoi passi trascinando gli sci dietro di sé. Il suo sogno sarebbe stato salire dal versante bresciano per concludere la traversata in un Trentino ancora sotto il giogo dell'impero austroungarico, un'impresa sportiva d'eccezione per beffare il potere. Un racconto tuttora attualissimo e affascinante, arricchito da una lunga presentazione dello storico Stefano Morosini, che svela gli stretti intrecci tra l'irredentismo e l'andare per montagne." -
Conoscere e interpretare il terreno da valanga
«La chiave per divertirsi facendo sci alpinismo è la consapevolezza di possedere le giuste conoscenze per tornare a casa sano e salvo. Più si conoscono nel dettaglio la neve e le sue caratteristiche, più precisi si potrà essere nel prendere le decisioni e con maggior certezza ci si potrà tenere alla larga dal pericolo di valanghe, godendosi in sertenità il tempo che si trascorre in montagna». L'autore va dritto al punto. In questo manuale si trovano i migliori consigli su come valutare i pendii innevati, come testare la stabilità del manto nevoso, come rendersi conto della propria esposizione al pericolo e minimizzare i rischi. E poi le tecniche per un'escursione a basso pericolo, come comportarsi in caso di valanga e di come gestire il fattore umano che spesso determina gli incidenti. -
Lance deve morire
18 gennaio 2013. Lance Armstrong ammette davanti alle telecamere del programma di Oprah Winfrey di essersi dopato e che i suoi sette Tour de France consecutivi sono stati vinti con l'inganno. Come altri milioni di persone, Fausto è davanti alla TV. Però, per lui, quella notizia non è solo una notizia e da quel momento la sua vita va in frantumi. Nell'estate del 2000, quando sulle strade di Francia Armstrong in salita lottava testa a testa con Marco Pantani e si accingeva a vincere il secondo dei suoi sette Tour, a Fausto avevano diagnosticato un tumore ai testicoli, lo stesso che, quattro anni prima, aveva colpito, e da cui era poi guarito, il campione americano. L'unica via di salvezza da una morte quasi sicura è farsi curare in America. Fausto affronta la malattia guardando Armstrong prima alla tv, e poi sulle strade del Tour. Quasi in una corsa parallela, Armstrong vince e Fausto guarisce, Lance conquista la Francia e Fausto conquista Venus, la donna con cui è tornato a conoscere la felicità. Poi, d'improvviso, di nuovo il buio: Venus scompare, Lance confessa. La vita è una menzogna. E per estirpare la menzogna dalla vita, Fausto decide di impugnare una pistola… -
Destinations. Italy unknown
Numero speciale della rivista Alvento - Italian cyclinng magazine, concepito però come un ibrido tra libro e rivista. Maxi-formato (27x42 cm), interamente prodotto dalla redazione della rivista, presenta 13 destinazioni in Italia in cui pedalare per più giorni in modalità bikepacking: borse attaccate al telaio della bici, il minimo indispensabile al seguito, una traccia da seguire per esplorare il territorio. Le zone scelte sono meno battute dal grande turismo su due ruote, oppure se si tratta di destinazioni frequentate, viene presentato un lato più nascosto, al di fuori delle tracce più note. I servizi sono scritti dalle firme della rivista Alvento, che hanno pedalato le varie tracce per raccontarle: Gino Cervi, Stefano Francescutti, Stefano Zago, Francesco Ricci, Giacomo Pellizzari, Claudio Ruatti. Ogni servizio è fotografato dai migliori firme del momento in ambito ciclistico: Paolo Penni Martelli, Chiara Redaschi, Daniele Molineris, Alo Belluscio. 16 pagine per ognuna delle Destinations, grafica ed estetica di altissimo livello, carta 130 grammi. Ecco le Destinations: Alessandria, Cuneo, Biella, Valchiavenna, Parco Nazionale dello Stelvio, Val di Fassa, Alta Badia, Trentino, Colli Parmensi, Montecatini, Marche, Umbria e Salento. La pubblicazione è collegata alla app komoot che fornisce le tracce scaricabili per i dispositivi GPS per la navigazione (verificata e dettagliata) dei vari territori. -
Un primo, sessanta secondi
In oltre vent'anni di carriera ciclistica, Giovanni Visconti per ogni rara e faticata vittoria ha assaggiato l'amaro della sconfitta che in molti casi si è presentata con il volto beffardo di un piazzamento. Per lui non parlano tanto i risultati, quanto le storie di una vita che ha messo sempre al centro la bicicletta. L'infanzia nelle vie di Palermo e le prime corse tra mille sacrifici e trasferte avventurose. Il rapporto intenso e conflittuale col padre. La voglia di riscatto e di distacco dalla Sicilia, ma anche la fierezza delle proprie mai rinnegate origini. Il trasferimento e la nuova vita in Toscana. La nascita di accese rivalità sportive, in particolare quella con l'altro siciliano trapiantato sulle pendici del Montalbano: Vincenzo Nibali. Infine il passaggio tra i professionisti e, in centinaia e centinaia di corse, qualche successo, tante sconfitte e molte severe lezioni. Visconti non ha vinto quanto sognava di vincere, o quanto molti si aspettavano che lui vincesse. Però si è sudato ogni centesimo che ha guadagnato in carriera. Questo libro, scritto in tandem con Enzo Vicennati, è un lascito sincero e un affettuoso ringraziamento a quanti, lungo le strade del ciclismo, lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. -
Dall'oro al cristallo
Alexis Pinturault è uno sciatore francese, di Courchevel. È il terzo, nella storia dello sci transalpino, ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo assoluta dopo due mostri sacri come Jean-Claude Killy (1967, 1968) e Luc Alphand (1997). È una delle icone dello sci moderno: polivalente (si cimenta in tutte le discipline, dallo slalom alla discesa libera), tecnico, potente. In Francia è un vero e proprio beniamino. La sua storia è fatta di impegno, sacrificio, al servizio di un talento cristallino. Questa autobiografia, scritta a quattro mani con il giornalista de L'Equipe, Olivier Villepreux, è uno spaccato sulla vita sportiva e personale di un grande campione che non ha mai amato raccontarsi troppo ai media. Ne esce così un ritratto profondo, intenso e per grandi tratti inedito. -
I giganti dei ghiacciai. Dal Tor des Géants al Tor des Glaciers in gara sugli alti sentieri della Valle d'Aosta
Si chiama Tor des Glaciers ed è una gara di ultra trail che si disputa in Valle d'Aosta accanto al ben più famoso Tor des Géants. Cosa lo differenzia da tante altre corse nate sui sentieri di tutto il mondo? E' lungo 450 chilometri, ha un dislivello di 32.000 metri e si deve concludere entro 190 ore (poco meno di otto giorni). Più che una gara un'avventura in alta quota tra colli, vette, ghiacciai, vie ferrate e rifugi, una sfida alla fatica, agli imprevisti, a se stessi. Pochi coraggiosi si schierano al via. Ancora meno quelli che riescono ad arrivare fino in fondo. Giorgio ha voluto provarci, dopo le sue ripetute esperienze nel Tor des Géants. Ma parte con più perplessità che certezze. Sa che dovrà camminare e correre giorno e notte su itinerari poco battuti e tra paesaggi straordinari, affidandosi alle sue forze, al suo zaino, al suo Gps. E anche al supporto di un gruppo di amici, più o meno strani. Fin da subito e per tutto il tempo si trova ad avere a che fare con comici sbagli di percorso, bizzarri incontri con persone e animali, surreali dialoghi ad alta voce con se stesso. Affronta tratti del tracciato come se fosse un vero atleta ed altri come se fosse uno sprovveduto neofita. Deve destreggiarsi tra complicate crisi di sonno, allucinazioni, scherzi del proprio subconscio. E ha pure un obiettivo segreto: in questa gara dalle mille incognite proverà a fare meglio di lui, misterioso avversario con cui misurarsi per chiudere un conto rimasto troppo a lungo in sospeso. Una sfida per Giganti dei Ghiacciai. Prestigiosa confezione cartonata, con angoli stondati, fascetta segnalibro, elastico per chiusura tipo 'moleskine' e 10 tavole acquerello realizzate da Francesco Pavignano.