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Aci Castello. Antiqua civitas Castri Aci
Aci Castello ospita una comunità che si è arroccata attorno alla rupe a creare il proprio habitat respirando a pieni polmoni quell'aria salmastra, poco comune a tanti altri gruppi che hanno popolato il verde delle pendici dell'Etna. Per almeno mezzo millennio, nella struttura creata in cima, vissero i capi (talvolta con titolo reale) di un vasto territorio che dalle pendici dell'Etna giungeva fino al mare, avendo come limiti sulla costa quelli attuali di Catania e Riposto. Ai suoi piedi, nella esigua Terra circondata dalle mura e dall'alto costone sul mare, stava la piccola comunità direttamente da loro dipendente. Essa, proprio 500 anni fa, cambiò radicalmente il suo ruolo di comando divenendo subalterna a tutte le altre che erano cresciute nel vasto territorio acese seguendo sostanzialmente le sorti del Maniero ormai trasformatosi in punto di osservazione e... carcere, soprattutto. Il mare però diede la spinta ai suoi fedeli castellesi per riprendere forza ed autonomia, così le sue onde, sempre guardate con la necessaria ""distanza"""", riescono in certi momenti a portare allegria e spensieratezza alle nostre giornate."" -
Catania barocca. La Marina (oggi via Dusmet)
Durante la ricostruzione della città di Catania, avviata dopo il terremoto del 1693, si pensò a curare l'aspetto estetico degli edifici sul fronte mare, costruiti sopra le fortificazioni del '500, allo scopo di realizzare un «teatro che guarda tutto alla marina di essa città [...] somigliante a quello del porto di Messina», per «riguardare il beneficio comune e del pubblico [...] incominciando dall'Illustre principe di Biscari, a cui siegue l'incominciato edificio di don Vincenzo Paternò e Trigona barone di Raddusa e, scendendo abbasso, siegue il Vescovado, seguito pure dalla venerabile Casa del Seminario e doppo va circondato il teatro col palaggio di don Lorenzo Villaroel barone di San Calogero e, doppo di esso, detto famoso edificio incominciato con la spesa di più migliaia di scudi di detto barone don Pietro Recupero appresso di cui col tempo adornerà la strada incominciata che va a terminare all'arena sopra la xiara nuova di Mongibello vomitata l'anno 1669. Il qual teatro è incominciato per guardare senza impedimento il mare...». (dalla Supplicazione di don Pietro Recupero barone della Torre, anni 1724/25). -
La Chiesa Matrice di San Nicolò a Militello in Val di Catania
[...] La celebrazione del trecentesimo anniversario della posa della prima pietra della Chiesa di San Nicolò, la memoria della lunga avventura della sua ricostruzione dopo l'immane catastrofe del sisma, si pone in un momento drammatico per la comunità, già annichilita dal perdurare della pandemia di COVID-19 e oggi bisognosa di alimentare la speranza, di trovare nuove energie, slancio, creatività per ricostruire il complesso edificio della società. Nei prossimi anni saremo chiamati a un'operosità umile e creativa. Dovremo perciò provare a recuperare quella ""dottrina del fare"""", che la storia della Matrice di San Nicolò ci testimonia e che oggi più che mai andrebbe custodita e trasmessa. [...] Il dono che oggi giunge alla comunità con la pubblicazione di quest'opera consente una piena valorizzazione della Chiesa di San Nicolò come bene culturale. Ci viene reso accessibile il contenuto di narrazioni, saperi, eventi, visioni, fatiche che nelle sue pietre, altrimenti mute, si è nel tempo incorporato. In tal modo, può essere rivitalizzata la cultura della comunità, stimolando in essa il desiderio di generare nuova bellezza. [...] Salvatore Di Fazio dalla Prefazione"" -
Di Venera il Tesoro. Storia di un popolo e la sua Patrona
Lo studio che qui si presenta, ideale prosieguo de' Il Tesoro di Santa Venera ad Acireale, edito nel 2017, si caratterizza per lo straordinario corredo di documenti, tutti fedelmente trascritti, di cui la maggior parte integralmente, che localizzano, nello spazio e nel tempo, fatti e personaggi che si sono contraddistinti per aver edificato, a partire dal 1640, la storia della città di Aci Aquilia, poi Aci Reale, più diffusamente del territorio ad essa circostante, che così riemergono dai manufatti collezionati nel Tesoro di Santa Venera, da quelli più modesti ai più pregevoli, indagati anche attraverso i raffronti con analoghi annoverati negli svariati, recenti cataloghi di collezioni di opere d'arte, sacra e non, editi a cura dei più autorevoli studiosi nel campo, tra cui, primus inter pares, Maria Concetta Di Natale. -
Platea Magna. Studi sulla storia di Scordia. Omaggio a Mario De Mauro nel bicentenario della nascita (1820-2020)
"La ricchezza dei temi affrontati, l'acribia documentaria e la competenza degli autori conferiscono al volume un significato di assoluto valore, non solo per l'originale apporto alla riscoperta della storia locale, ma anche per l'aggiornato impianto interpretativo che supera il logoro piagnonismo sudista e ricolloca la storia urbana della Sicilia nei circuiti dinamici della modernizzazione europea."""" (Giuseppe Barone dalla Prefazione)" -
Il testamento di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
"Con lo scrupolo e l'attenzione del ricercatore storico e la passione profusa nell'esaminare a largo raggio la vita e, soprattutto, l'opera principale, Il Gattopardo, del coltissimo scrittore siciliano, Salvatore La Monica ne coglie in profondità la genesi, rilevando l'avvio di una riflessione che avrebbe costituito per Giuseppe Tomasi la base del suo impareggiabile romanzo, pubblicato postumo nel 1958."""" (Luciano Catalioto dalla Prefazione(" -
Taormina, Naxos e l'Alcantara di Sicilia. Un fiume dal nome «ponte» e le sue storie. Ediz. illustrata
Questo volume di indagine storica, su base archivistica e documentale, prende in analisi, secondo un criterio cronologico, alcuni degli eventi principali che si articolarono soprattutto tra il V secolo a. C. e la seconda metà del 1800 in un territorio ristretto della Sicilia Orientale che ha come limiti la rocca di Taormina, la costa ionica di Naxos e l’intera vallata solcata dal corso del fiume Alcantara che ha una caratteristica particolare: un fiume dal nome arabo ‘ponte’, cioè al-qantarah, scavalcato da un ponte che dà nome al fiume e che nella descrizione del geografo arabo al-Idrisi (1150) aveva «maravigliosa struttura da mostrar il valore dell’architetto [che lo innalzò] e la possanza del sultano [che gliel’ordinò]». Con questo studio ci si propone di ancorare ai territori coinvolti i singoli eventi selezionati portandoli ad un livello più esteso di ricostruzione e divulgazione scientifica aggiungendo anche molte testimonianze documentali visive sia d’epoca che contemporanee, intendendo anche suggerire piste nuove e concrete di esplorazione dei luoghi toccati da essi eventi che sono in grado, ancora oggi, di restituirci importanti, dirette e vive testimonianze. -
100 minuti. Un ascensore scomodo
Sono le 17.17 quando Marta, Lara, Giulia e Paola, dopo aver vagato all'interno di un grande centro commerciale, s'incontrano per la prima volta davanti a un ascensore e vi entrano per accedere ai piani superiori. Ognuna con i suoi pensieri, i suoi pacchi, il suo bagaglio di vita. L'ascensore inizia a salire, ma dopo qualche istante si arresta in modo brusco. Le porte si bloccano: le donne si rendono subito conto di essere prigioniere nell'angusto abitacolo. Inizia da questo momento una storia che dura esattamente 100 minuti: in questo lasso di tempo le protagoniste, espressione di quattro generazioni diverse, si scontrano interagendo ciascuna con le altre, ma anche con se stesse, con le proprie paure e il proprio modo di essere. È così che tra le claustrofobiche pareti di un ascensore, dopo un alternarsi di avvenimenti coinvolgenti, il lettore assapora un epilogo del tutto inatteso. -
Quasi un madrigale
Per chi ama una cronistoria d'amore nei suoi risvolti di regole, contraddizioni, ricordi. Per chi ammette che l'amore, nella sua universalità va al suo scopo di conquista, possesso, appagamento. E chi può dire se si tratti di illusioni o di trasfigurazione. Non certo l'autore. Forse il lettore alla scoperta di vocaboli da decifrare. -
La morte mi ha salvato la vita. «Teatriba» tra vita e la morte
Benedetto Cacchioni gioca la sua carta vincente utilizzando un canovaccio ricco di variegate possibilità che rendono fresca e friabile l'opera sin dalla prima scena che si avvale di un prestigioso gioco di equivoci ben dosati. I personaggi sono anch'essi ben delineati, figure di un oggi che evidenzia virtù e vizi del nostro tempo. L'autore ci fa soffermare su un tema serio quale è la morte che tuttavia viene trattato in modo accattivante al punto da farci sorridere e ridere. Le battute sono cesellate con naturalezza e versatilità, il gioco di parole è ben dosato e sa colpire al momento giusto. -
L' attesa e l'ascolto. Storia di triangoli e altri poligoni
Una storia appassionante tutta da leggere sulla relazione d'amore di due giovani, A'Isha e Jules, che si trovano e si perdono continuamente, fino alla sorpresa finale. Un gioco d'amore impossibile tra l'attendere e l'ascoltare, un raffinato ""divertissement"""" letterario dove l'Eros si dipana tra cultura, ironia e una sessualità vissuta attraverso i nodi e gli snodi del classico triangolo. Un """"pastiche"""" avvincente pieno di colpi di scena, condotto sulla linea d'una continua ambiguità narrativa, una nuova elegante maleducazione sentimentale di stampo francese, ambientata nella Parigi più affascinante."" -
Navigatori a vista
In un paesaggio che è solo topografia di macchine, ragionato e continuo catasto di veicoli, dove i sentimenti fuggono e svolano neghittosi, l'odore forte della poesia dilaga ancora: non è vero che ci resta solo strisciare nel filiforme nulla, lasciando che ci artigli e maciulli il senso di vuoto imperante. Un altro modo di essere è possibile, un altro mondo si può intravedere nel ""fiume di cadaveri e veline"""", in quelle folle spaventevoli inghiottite sottoterra da fornaci elettriche, in quegli ammassi di automi semiumani che mareggiano nelle strade grigie davanti ai negozi. Tommaso Putignano si risveglia impaurito dall'incubo catatonico della postmodernità e avverte in maniera ineludibile il bisogno di costruirsi un nome e un'identità credibili, e a poco a poco gli pare di cominciare a intendere una diversa verità: la città dell'anima emerge dalle quinte di un'altra storia, recitata a forza di stupore e di disincanto, di semplicità e di radicale complessità."" -
Un' estranea partecipazione
"Come contrastare la frammentazione delle coscienze e la continua reticenza della realtà? Come opporsi alla logorrea dilagante il cui unico scopo è di riempire i vuoti relazionali? La salvezza può venire dalle parole meditate di una scrittura consapevole? A giudicare dalla qualità delle pagine proposte in questa antologia la risposta è sì. La soluzione che si accorda meglio alla solitudine rapace risulta ancora una volta la pagina d'arte, capace di definire ed emozionare: dieci autori fra realismo e postrealismo declinano il non detto, i misteri inchiodati ai loro personaggi, e intanto limano le punte acuminate del generale fallimento sociale e antropologico. Trovare fessure nella prigione del tempo, restituire credibilità a un quotidiano bolso e slabbrato: questi i motivi dominanti di variegate proposte narrative, racchiudibili ossimoricamente nella locuzione """"un'estranea partecipazione"""", intesa da un lato come apertura al divenire del mondo, dall'altro come riflessione su un diffuso senso di spaesamento e inattualità."""" (dall'introduzione di Donato Di Stasi)" -
Musica, style e... vampiri
L'autrice scrive un romanzo che si affaccia al fantastico, ma trae spunto dal mondo concreto, proposto nella sua versione più disincantata e fanciullesca; i protagonisti - e soprattutto, le protagoniste - vivono le loro giornate tra scuola e amici, tra un cinema e una festa, sorvegliando con acuta malizia i propri sentimenti e cullando, senza mai cedere alla versione più sofferta, sogni d'amore tanto comuni alla loro età. E il vampiro? Come si manifesta, come attraversa questa quotidianità spensierata che costruisce da sola il proprio incanto? Il vampiro si fa ragazzo e si muove in questo mondo di fanciulle in fiore, osservato e talora ammirato nella sua veste più candida e invincibile; d'altronde, cosa cerca il vampiro se non l'immortalità? -
Gli eretici
"Bisogna capire una volta e per sempre che il linguaggio delle Scritture è, soprattutto, spirituale. Coloro che presero il potere vollero dare un significato letterale alla Scrittura per servirsi degli uomini per i loro scopi di dominio e di conquiste"""". Due amici di lunga data, Emilio e Rodolfo, discutono delle loro visioni del mondo, l'uno libero pensatore e amante dell'interpretazione dei testi sacri, l'altro cattolico praticante. La narrazione di questo romanzo, in forma di dialogo, sottolinea come le divergenze di opinioni stimolino il dialogo, il confronto, la ricerca, come dove esista il dogma e la sua incondizionata accettazione, lì ristagna la mente, l'intelligenza, il progresso della conoscenza." -
Le sette favole del gatto Pedro
Favole di grande evocazione affabulatoria, incorniciate in uno scorcio di vita di una tenera coppia di innamorati, sullo sfondo di un assolato Mediterraneo, le ""Storie del Gatto Pedro"""" non si propongono al lettore bensì si fanno leggere per il loro fascino linguistico, la multiforme scelta narrativa, le baldanzose e oniriche illustrazioni. Con prefazione di Antonella Calzolari e conversazione sulle favole con Paolo Poli."" -
La scrittura
"Cosa ci rimane oggi, dopo tanti crolli, annunciati, millantati ed esaltati? Forse, per dare una risposta che sarebbe potuta piacere alla Weil, restano le tensioni che cancellano i legami e gli ordini tradizionali, e le parole che non nominano, oppure che nominano e indicano indirettamente. Se la menzogna si contrappone al bene, dovrebbe essere la verità a risarcirlo. Ma di fronte a una verità conculcata dal potere, il riflesso condizionato va a ricercare la strada della differenza. Al teatro epico e sociale, oggi non più praticabile perlomeno nei termini noti, si è venuto sostituendo un teatro di analogie e di levità (all'apparenza un po' boulevardier), che, consapevole dell'avvenuto abbassamento della parola, punta su una tecnica diversa d'attenzione. L'attenzione verso che cosa?"""" (Dalla prefazione di Gualtiero De Santi)" -
Ruvido lago
Più il suo corpo, che aveva suscitato tante passioni, sino ad indurre al delitto e al suicidio, perdeva vigore e levigatezza, più la sua memoria si affievoliva, ripiegando in se stessa, ancorata a quell'unico episodio della sua vita, quasi volesse esorcizzare la paura della morte, in una illusoria giovinezza dello spirito. Forse lei non era Caterina. -
Filastrocche dell'orsetto Gugu
L'Orsetto Gugu è un simpatico personaggio che ama il miele e le crostate di frutta e adora leggere soprattutto le filastrocche. In questo libretto ne ha raccolte alcune delle sue preferite e le propone ai bambini, in tono giocoso. Mamme, papà, nonni e insegnanti possono coinvolgere il bambino nella memorizzazione di queste simpatiche strofe, accompagnandone la lettura con gesti e movimenti volti ad evidenziarne le situazioni descritte. Un modo semplice e divertente per sviluppare la creatività e la capacità mnemonica dei più piccoli. Questo libro è stato realizzato con i bambini e per i bambini, che sono il futuro perché il futuro sia colmo di speranza! Età di lettura: da 3 anni. -
Le occasioni v'hanno create
Il poeta vuole comprendere; usa il mezzo espressivo con coraggio disincantato e ci scherza anche, gioca con le filastrocche, con le assonanze e le allitterazioni. Rifà il verso ai futuristi, usando, e bene, la dimensione grafica delle parole.