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Racconti del giorno e della notte
"Giuseppe Bonura è stato un grande autore di racconti. Per vocazione e per necessità, com'è giusto che sia, perché il Novecento - il secolo al quale Bonura ha voluto conservarsi fedele con furiosa ostinazione - ha metodicamente costretto gli scrittori a misurarsi con i rigori della ferialità e addirittura con le spietatezze del mercato. Altra definizione discutibile, quest'ultima, che tuttavia trova una giustificazione almeno parziale nell'insistenza con cui, negli ultimi anni della sua vita, Bonura ha denunciato lo strapotere del """"capitalismo energumeno"""", in un crescendo di invettive che costituiva in effetti una continua variazione del tema che, fin dall'esordio, gli era parso decisivo: il feroce dissidio che, nell'era industriale e post-industriale, oppone l'individuo alla massa. Era la sua cifra nel tappeto, la sua successione di Fibonacci."""" (dalla prefazione di Alessandro Zaccuri)" -
Gli ultimi eretici dell'impero
"Nel 'Times' ho letto con stupore che un giornalista proponeva, quale strumento di lotta alla nostra eterna 'transizione' e alle sofferenze di tale eterno 'stordimento', di bere sei bottiglie di Coca Cola. Lo ammetto, ho visto rimedi e varianti anche poco umani, o forse troppo umani, per contrastare questa condizione """"politica"""". Ma a soluzioni del genere ho reagito in maniera radicale: mi spiace, ma sono persuaso che l'organismo torturato del cittadino che abbia vissuto l'""""alcolismo"""" del comunismo e viva oggi lo """"stordimento"""" capitalista della transizione non possa sopportare un livello tanto elevato di ideologia in corpo. Un'overdose di ideologia può ucciderti. Tutto sommato nella vita ci sono cose che non si possono mischiare."""" (Vasilij Andreevic)" -
Uno in diviso
Taiwo e Kehinde sono gemelli siamesi. Il loro corpo dotato di due busti e di un solo paio di gambe ha la forma di una ipsilon, come la lingua di un serpente. È solo la prima di una serie di immagini fulminanti, di una successione di pagine fosche e splendenti. ""Uno in diviso"""": io, l'Italia, due gemelli con il corpo a forma di ipsilon, la Chiesa, l'aborto, i Pacs, l'omicidio, il terrore di uno sfruttamento fisico e intellettuale, il terrore di una spaccatura. Un romanzo che è un presagio, una fulminante premonizione. Una storia, firmata da un autore di vent'anni, che descrive il crollo delle dicotomie contemporanee e ricorda il Pasolini degli ultimi film."" -
Essere Bob Lang
C''è molto di più del Diego Zandel che conosciamo, in questo romanzo dalla struttura che ingolosisce, come una torta a strati diversi e bene armonizzati. All'inizio ci troviamo dentro un perfetto meccanismo thriller, con protagonista Bob Lang, giornalista d'assalto, e lo scenario di Cipro dove i servizi segreti, mafia russa e avventurieri assortiti sono a caccia di una preziosa icona greca, combattono una guerra senza quartiere, e dove non manca, come vuole questo genere narrativo, una donna splendida e sensuale. Una donna di sicuro molto diversa da Susy, moglie di Marco, il vero protagonista del romanzo, padre di un bambino (Ernesto, come Hemingway), impiegato di banca, scontento del trantran familiare, nello scenario della Roma di oggi, gran sognatore, capace di trasformare ogni persona e ogni episodio della sua normalità in un particolare del romanzo che sta scrivendo, con la giusta stilizzazione ed ""esagerazione"""", quello con Bob Lang e il suo amico Vasco Carena, anziano scrittore di successo. In questa maniera, Diego Zandel ci racconta due romanzi appassionanti: la vita dell'insoddisfatto bancario Marco e l'avventura dell'eroico Bob."" -
Viaggio nella notte
"Viaggio nella notte"""" narra in maniera visionaria ma assolutamente reale lo scandire dei minuti e delle ore che danno vita all'ultima terrificante giornata d'un giovane protagonista del dolore assoluto. Un viaggio esistenziale nei luoghi dell'estrema periferia italiana, deturpata e divorata da capannoni industriali, grattacieli fatiscenti e semi abbandonati, campi colmi di schiuma oleosa e alberi che sembrano lanciare un urlo muto verso un cielo metallico, strade divelte dove nemmeno l'asfalto pare avere più consistenza. Il giovane protagonista del romanzo, camminando tra i luoghi della propria vita, affronta senza mai indietreggiare la memoria che ritorna, il ricordo di ciò che erano i suoi luoghi, le visioni dei tanti amici perduti, la fatica del lavoro in fabbrica, e in ultimo gli istanti d'una scelta definitiva. Un viaggio assoluto e senza ritorno dentro le periferie dell'anima, luogo simbolo del disfacimento territoriale e morale dell'Italia dei giorni nostri." -
Ho dormito con te tutta la notte
Il passato è un mosaico di affetti irrisolti, guerre, armistizi, traslochi e fughe e la ricerca del tempo perduto può essere, a volte, l'unico modo di ritrovarsi. ""Una storia che vede una famiglia sfaldarsi e in qualche modo misterioso ricomporsi nel ricordo. Una storia in cui i fantasmi dei vecchi amori ritornano e sono nuove persone, nuove avventure, nuova vita. Una storia di abbandoni, e di ritrovamenti. In questo romanzo Cristiana Alicata ha messo su carta con una sincerità e una grazia speciali il cuore dei suoi personaggi. E dietro di loro ci conduce, un po' incantati, un po' dolenti, un po' persi, dalla prima all'ultima pagina, e ancora oltre. Questa storia, più di ogni altra cosa, è un romanzo che prima non c'era, nelle vostre vite e sui vostri scaffali, e adesso c'è, per rimanere"""". (Ivan Cotroneo)"" -
Esc. Quando tutto finisce
"Una rassegna di avvenimenti raccontati da punti di vista diversissimi tra loro, ma stranamente coerenti, perché unificati da una sorta di malinconico senso di caducità. Una raccolta intelligente, intelligente nella selezione degli autori, tutti pronti ad esiti straordinari. Intanto perché ci dice che la cosa migliore della Fine del mondo è che se puoi raccontarla evidentemente non è ancora avvenuta."""" (Marcello Fois) """"Se facendo un passo indietro dovessimo spiegare il perché del tema, risponderemmo che la fine del mondo è un argomento vastissimo, dalle potenzialità drammaturgiche enormi. Che la chiusura definitiva del sipario costringe, in maniera ineluttabile, a confrontarsi non solo con il senso della fine, ma anche con ciò che la nostra vita ha significato davvero fino a quel punto. Che l'esito narrativo di una resa dei conti con se stessi rappresenta per noi motivo di profondo interesse. E risponderemmo anche che, sul versante metaforico, la fine del mondo è una raffigurazione ideale della condizione umana - rischiando però di incappare in parole e concetti oggi abusati come """"precarietà"""", """"perdita dei valori"""" e """"sradicamento"""". Il paesaggio della nostra antologia è multiforme e imprevedibile. La visione generale non reca tracce di allarmismo, non sfiora i Maya e, addirittura, non è davvero disperata. Quasi tutti i personaggi affrontano la fine con una certa freddezza, chi con dignità chi con il gusto per la provocazione."""" (Rossano Astremo, Mauro Maraschi)" -
Non avere paura dei libri
"Sono qui per raccontarvi la storia della meravigliosa metamorfosi del libro che avete tra le mani. Questo è un libro speciale, per numerose ragioni. Inizio a dirvene tre. Perché al suo interno contiene innumerevoli libri. Perché è il memoir di un lettore incantato che, sogno dopo sogno, ferita dopo ferita, da bambino si trasforma in uomo adulto. Perché ha il potere di ricordarci - ridendo di gioia, piangendo di commozione, gridando con forza che noi non siamo solo ciò che mangiamo: siamo anche quello che leggiamo (e quindi bisognerebbe fare attenzione a ciò che si legge come si fa per il cibo che si mette in bocca). Siamo tutte le vite dei personaggi che abbiamo amato. Nel nostro sangue scorrono brani di libri."""" (Chicca Gagliardo)" -
Antonia
Antonia è nata a Coquimbo, la baia del Corsaro Drake, e qui è cresciuta nella miseria, in una famiglia dominata ""da mescolanze di religione e di sesso"""" e dalla carismatica negligenza del patriarca José Antonio. Ha sposato Ricardo, ha vissuto sulla propria pelle le scosse telluriche del golpe di Pinochet, ed è infine fuggita in Canada, per crearsi una nuova vita. Al suo fianco ora c'è George, """"il marito canadese"""", angelo custode e interlocutore acuto, punto di riferimento di cui Antonia non potrebbe fare a meno. Ma nel suo percorso introspettivo sul lettino del Dr Ray i ricordi verranno a galla come pesci in un lago avvelenato, minando le certezze del presente. Antonia è un romanzo oceanico e frammentario quanto la psiche umana, le sue pagine una tela di passioni e tradimenti, malinconie e gioie quotidiane, confessioni e infinita umanità. Ma in fondo dei fatti esistono solo versioni, e questa è la versione di Antonia."" -
I terroni in città
"C'è davvero qualcosa di curioso in questo 'I terroni in città' di Francesco Compagna, dal titolo al tempo stesso secco e accattivante. Ed è che poi, in tutto quanto il volume, quel termine 'terroni' non compare proprio mai. Non so se il titolo sia stato scelto dallo stesso autore o dettato da ragioni editoriali. Di certo è che si tratta comunque di un titolo che, ove non letto nella sua pienezza, può suonare tanto efficace e catturante, quanto restrittivo e depistante, quando invece davvero può ben darsi come pienamente esaustivo delle problematiche di fondo affrontate."""" (Ermanno Paccagnini) """"Leggere oggi 'I terroni in città' riesce perfino a renderci nostalgici di una serietà che era di tanti, anche se operanti su fronti opposti, riguardo a fenomeni economici e sociali decisivi per il destino della nazione. Con la sua limpida scrittura, la sua arte della citazione, la coerenza delle sue posizioni, la sua capacità di documentare argomentare convincere, il saggio di Francesco Compagna ci restituisce l'immagine di un tempo migliore, che era per il nostro sciocco paese, un tempo migliore perché di lotta e di speranza."""" (Goffredo Fofi)" -
Dieci giorni
Sono i corpi i protagonisti di questo romanzo che si apre e si chiude nel tempo di dieci giorni. Sono i corpi a raccontare i carnefici e le vittime, e a mostrarci - per quanto annullati e camuffati - che le colpe, certe colpe, non si possono cancellare. Eppure esiste ancora uno spazio dove conservare - al riparo dal contagio - i ricordi più belli e la speranza. Accedervi richiede un sacrificio, il più atroce di tutti. -
Il male
"Il male"""" racconta il delirio, le ossessioni, le perversioni, le distorsioni della nostra società postmoderna, attraverso una potente metafora narrativa, tra immaginario e reale. In un viaggio nelle viscere delle nostre città, Lucifero il principe delle tenebre, il figlio di luce nera, descrive la moltitudine di periferie abbandonate, gli innumerevoli luoghi di perdizione, le profonde paure dei dannati in vita, e tutto questo attraverso gli occhi e la pelle di dieci anime fragili, sconfitte, crollate. Il principe di luce nera, senza mai intervenire o apparire, vivrà e subirà il male in terra compiendo un vero viaggio ad infera, alla scoperta di cosa l'uomo moderno è in grado di fare. Al termine rimarrà la visione di un inferno terrestre ben più atroce, violento e osceno degli inferi stessi, e il peso insopportabile di una profezia svelata. Dalle pagine del romanzo escono come un fiume in piena le voci, i volti, le situazioni che dipingono il ritratto sconvolgente di una società in frantumi, tutto con uno stile narrativo visionario e allo stesso tempo realista. """"Il male"""", un romanzo che capovolge le nostre sicurezze, che rimette in discussione i luoghi del bene e del peccato, l'inferno e il paradiso, il reale e l'irreale." -
Era l'anno del sole quieto
"Si ha un bel dire che a contare sono le storie. Il punto è che le storie, in letteratura, sono il modo in cui vengono raccontate. Chi si introduca in questo romanzo - pubblicato nel 1964, ma elaborato nel corso di alcuni anni sappia che nulla di ciò che vi troverà è immune da aloni enigmatici, nulla vi è innocente."""" (Daniele Piccini) """"Sfogliamo 'Era l'anno del sole quieto', un racconto della sfida generosa al cambiamento, dell'illusione e della perdita delle speranze. Una testimonianza preziosa della fatica che tanti uomini e donne del Sud hanno fatto per modificare radicalmente le tradizionali condizioni dell'emarginazione, dei vincoli servili quasi feudali, dell'orizzonte basso e cupo del destino. E, contemporaneamente, una lucida denuncia degli ostacoli all'affermazione di una nuova stagione di libertà, di diritti, di sviluppo. Si voleva infrangere la condizione dei """"vinti"""" di verghiana memoria. Si è preso atto che la modernizzazione economica, sociale e civile si stava andando a impantanare nelle paludi delle clientele. Dimensioni aggiornate di un antico degrado."""" (Antonio Calabrò)" -
Le avventure del barone di Münchausen. Ediz. a caratteri grandi
Età di lettura: da 9 anni. -
Mr. Münchausen. Un resoconto delle sue più recenti avventure. Ediz. a caratteri grandi
Età di lettura: da 9 anni. -
Zátopek. La locomotiva umana
Marco Franzelli racconta a tutti gli appassionati di corsa la storia di Emil Zátopek, la locomotiva umana che per vent'anni non fece altro che correre, macinare chilometri, vincere titoli e infrangere record. Età di lettura: da 12 anni. -
Virus
Età di lettura: da 8 anni. -
Buttati, Bernardo!
Età di lettura: da 8 anni. -
Falla finita!
Età di lettura: da 8 anni. -
Babbo Natale: operazione clima
Babbo Natale è disperato: al Polo Nord splende il sole, le renne si ammalano e non c'è un filo di neve. E senza neve, niente Natale. Scatta l'operazione clima!