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Hai perso una goccia
Per chi ama la poesia emergente e nuova e non quella trita e ritrita dei formulari scontati. Per chi si butta nella mischia della ricerca scritturale ponendosi tematiche quali ""La reputazione dell'amore"""" (ogni vita è un cielo), """"Incroci nell'aria"""" (mi sei nato addosso), """"A ridosso"""" (essere giovani significa pensare la vita infinita), """"Tra argento e cotone"""" (invecchiano tutti, perché dovrei farlo anche io?), """"L'impero delle briciole"""" (devo uccidere una cosa)."" -
Taci come il mare
Lerri Baldo in ""Taci come il mare"""" si sdoppia per partecipare ad un ciclo naturale fatto di coinvolgimenti e denunce. I suoi limpidi strali non sono sfoghi, ma sottolineature di una società che predica una vita indifferente, tramite illusioni dei media, nostro pane quotidiano."" -
L' eremita di Roma. Vita e opere di Giorgio Vigolo
Consapevole della complessità del personaggio, Magda Vigilante decide di concentrarsi sulla scrittura creativa di Giorgio Vigolo, pur conoscendo assai bene la sua attività di critico e di traduttore che la aiuta a disegnare il tracciato del poeta e del prosatore e a fornire lo sfondo per dir così delle sue varie tappe. Forte della conoscenza capillare delle carte vigoliane, che le consente una prima documentata ricostruzione della biografia dell'autore che è, soprattutto, biografia intellettuale, accompagna la vita di Vigolo collocandolo sullo sfondo dell'ambiente culturale romano del primo e del secondo dopoguerra, seguendone il tracciato dall'infanzia alla piena maturità. -
Parole in circuito. Fatti non parole
Gli autori che in questa sede sono stati selezionati presentano poetiche tra loro molto eterogenee. Nessuno di essi è un lirico o un elegiaco puro e questo dovrebbe essere un dato incoraggiante, vista la svolta che ha preso il poiein, il fare poesia, nel nostro Paese in questi anni, un segno del fatto che si avvertono le esigenze dei nostri tempi in cui sarebbe anacronistico sviluppare poetiche del cuore, che male sarebbero in sintonia con l'essenza della nostra società, nell'epoca di Internet e del villaggio globale, essendo anche l'arte figlia della realtà sociale in cui si vive, per dirla con Focault. Ci troviamo di fronte ad un campione di significativi versificatori che, sviluppando vari discorsi, avendo stili completamente diversi, l'uno dall'altro, raggiungono tutti esiti alti. In questa polifonia di voci poetiche, ciascuno dà un valido contributo al contesto generale e, se c'è un comune denominatore, che caratterizza tutti i poeti inclusi, è quello della qualità delle poesie selezionate per questa antologia. -
Dalla parola al silenzio. La lingua dei diavoli nell'«inferno» di Dante
"Il libro di Lazzerini parla della lingua diabolica, come Dante la descrive,la spiega, la interpreta, così illuminando il fondamentale problema dell'origine e degli sviluppi della lingua umana come eco della Parola divina, e quella dei diavoli è anch'essa, ma per negazione e opposizione e per parodia, derivazione della pronuncia divina."""" (Giorgio Bárberi Squarotti) """"La lingua dei diavoli offre, nelle pagine del giovane e valente studioso, una variegata casistica, teorica e pratica, che, al di là del linguaggio retoricamente solenne di Caronte, Minosse, i Centauri, figure simbolo della tradizione classica, aliena da quella dei demòni, fisicamente e moralmente ripugnanti di ascendenza cristiana, cataloga le parole della demonologia cristiana, da quelle stizzose e minacciose dei demòni della città di Dite, a quelle basse e triviali dei diavoli di Malebolge, dal """"linguaggio che a nullo è noto di Nembrot"""" (""""Inf."""", XXXI, 81) all'assenza del verbo nella ghiaccia di Cocito."""" (Barbara Zandrino)" -
Il diavolo a molla
Un'altra antologia. A che serve? Per esempio a definire il punto d'arrivo del processo di autocostituzione della lingua italiana, oppure a individuare quale livello stilistico è in grado di produrre una particolare età storica. Un'antologia verifica la serietà oggettiva degli scrittori presentati, la loro determinazione ad agire letterariamente in presenza di lettori concreti. Da un lato chi viene antologizzato acquista maggiore coscienza del proprio lavoro nel fondamentale confronto di stili e tematiche, dall'altro il pubblico (sentendosi rappresentato) può assegnare il diritto di scrivere versi, permettendo ai poeti di ricomparire come riconosciuti biografi della società. Autori: G. Bàrberi Squarotti, D. Cara, V. Carratoni, N. Contiliano, G. Di Stefano, S. Folliero, M. Leonardi, T. Putignano, A. Spagnuolo, V. Verzieri. -
Aforismi per le donne toste. Scovati capovolti creati
Aforismi per le donne, per le mamme e per le nonne, per le zie, per le cugine e per tutte le bambine... Aforimi per gli uomini che vogliono conoscere per quanto possibile, le donne. -
Carteggio inedito
Il volume raccoglie le lettere custodite nell’Archivio di Stato di Napoli (Fondo Poerio-Pironti) e nella Biblioteca Nazionale di Napoli (Carte Ranieri) suddividendole in tre parti: la prima raggruppa le lettere di G.P. Vieusseux e di N. Tommaseo indirizzate a Poerio; la seconda riporta le lettere di Poerio a Ranieri; la terza propone, in ordine cronologico, la corrispondenza di Poerio con familiari e amici. -
Dispacci da Napoli (1797-1799)
I documenti raccolti nel volume sono in massima parte i dispacci diplomatici inviati da Sir William Hamilton, ministro plenipotenziario di Sua Maestà Britannica alla corte dei Borbone a Napoli, a Lord Grenville, ministro degli esteri britannico dal gennaio 1797 al dicembre 1799, quando Hamilton dovette cedere il posto ad Arthur Paget dopo aver prestato servizio per 36 anni. -
Giambattista della Porta in edizione nazionale
Atti del Convegno di studi svoltosi a Napoli, 26-28 ottobre 2004, promosso dal Comitato per le celebrazioni del IV centenario dell'Accademia dei Lincei e dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. -
Dalla «Scienza nuova» all'ermeneutica. Il ruolo di Giambattista Vico nella teoria dell'interpretazione di Emilio Betti
«Che il lavoro che brevemente presento entri a far parte di una collana dedicata a momenti e problemi della storia del pensiero spinge a vedervi applicato il criterio del right man at the right piace con una non abusiva sostituzione dell'opera alla persona e ciò con riguardo sia ai «momenti» sia ai «problemi». L'autore infatti approfondisce bene il pensiero di Vico nella riflessione, peraltro correttamente rifiutata, che se ne è avuta da parte in specie di Croce e non meno bene il costituirsi del pensiero ermeneutico bettiano con il rifarsi a Vico. Dopo di che il rapporto così instaurato diventa la base valida di una verifica importante, vale a dire della qualità della Scienza nuova come hermeneutica historiae, una scoperta, come sappiamo, di Emilio Betti. Qui Daniele Piccini indica la progressiva articolazione di questa scoperta, dai momenti iniziali, che sono quelli della storia del diritto e del metodo, a quelli che via via si manifesteranno nella concreta ricerca bettiana da cui è nata la teoria generale dell'interpretazione fino alla definitiva e determinante lezione su I principi di Scienza nuova di G. B. Vico e la teoria della interpretazione storica. Un itinerario che io stesso ho tentato a suo tempo di tracciare attraverso scritti vari di Betti per mostrare il nesso strutturale tra diritto, metodo ed ermeneutica che si è venuto formando in quel pensiero...» (Dalla Presentazione di Giuliano Crifò) -
I diversi volti dell'Europa
Il volume contiene il testo della conferenza tenuta a Salerno per l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e per la Società Filosofica Italiana - sezione di Salerno il 17 ottobre 2005. L'autore, attraverso un'analisi storica della formazione dell'idea o di un volto di Europa, cerca di analizzare, alla luce delle trasformazioni socio-politiche del nuovo millennio, quali potranno essere i futuri volti dell'Europa. -
Lo stato in Hegel
La pubblicazione del saggio di Hösle sullo Stato in Hegel in traduzione italiana muove ovviamente dalla convinzione che le osservazioni sviluppate a suo tempo da Jermann sulla necessità di riprendere criticamente l'impostazione fondativa dell'Idealismo tedesco non abbiano perso nulla della loro attua - lità. E nulla della sua attualità sostanziale ha perso il contributo specifico di Hösle, nonostante alcuni riferimenti storico-politici alla situazione internazionale degli anni ottanta prima della ""caduta del muro"""", situazione oggi profondamente modificata, ed alcuni cenni a questioni costituzionali e relative ai sistemi elettorali, che andrebbero forse aggiornati e confrontati per il lettore italiano col vivace di - battito su tali questioni sviluppatosi in questi ultimi anni e ancora in corso nel nostro paese."" -
Architettura e variazione. Attraverso Gilles Deleuze
«Nel capitolo conclusivo di Le pli, dopo aver attraversato, sulle tracce del pensiero leibniziano, alcuni crocevia fondamentali e decisivi della civiltà europea del seicento — l'estetica, la metafisica, la matematica, la pittura, la poesia, l'architettura — Deleuze definisce l'idea di barocco come piega che va all'infinito, come movimento ricco di sovrapposizioni, di differenze, di contraddizioni. In questa prospettiva, egli riprende, risignificandola su nuovi registri, la lettura suggerita da Walter Benjamin, il quale aveva posto al centro del barocco il concetto di allegoria, da intendere non come un simbolo mancato o una pietrificazione astratta, ma come «una potenza di figurazione del tutto differente da quella del simbolo». E se il simbolo ""compone l'eterno con l'istante, quasi al centro del mondo [...] l'allegoria scopre la natura e la storia seguendo l'ordine del tempo, fa della natura una storia e trasforma la storia in natura, in modo che non ha piú centro"""". In questi rilievi sono le linee di una filosofia aperta, radicalmente problematica, il cui fondamento è nell'idea di differenza, che si dà come organismo vivente, come mondo di simulacri liberi, di eventi, sottratti alla tirannia dell'identità e della somiglianza. Essa costituisce l'orizzonte teorico del libro di Leopoldo Repola, il quale non ha voluto offrirci un mero contributo storico-filologico, indagando particolari forme dell'architettura del nostro tempo; si è proposto, invece, di elaborare strumenti poetologici atti a gettare una sonda sensibilissima nella ontologia del fare, del costruire, dell'in-ventio, dell'immaginazione materiale. Il volume si configura come una sorta di sguardo attraverso, rivolto a piegare, a dispiegare, a ripiegare i grandi processi di trasformazione che, soprattutto dalla seconda metà del Novecento, hanno ridisegnato la storia dell'abitare, del vivere e dell'operare del nostro tempo...» (Dalla Prefazione di Aldo Trione)"" -
Crisi e critica dell'antropologia. Epistemologia, etica e scrittura
«Fin dalle sue origini l'antropologia culturale ha posto al centro dei propri interessi i simboli e il linguaggio riconoscendo il ruolo determinante delle pratiche comunicative e linguistiche nella formazione e trasformazione delle culture, nonché nell'attribuzione e nella distribuzione sociale del potere. Forse proprio la lunga consuetudine a trattare simili questioni come ""oggetti del campo"""" - osservati da una lente esterna - ha reso particolarmente destabilizzante per lo statuto della disciplina il dibattito sul linguaggio e sul potere, quando lo sguardo dell'antropologia è stato rivolto in modo riflessivo alle pratiche della ricerca e alla costruzione dei testi etnografici. Già alla metà degli anni Sessanta la discussione sulla natura delle """"fonti"""" del sapere antropologico aveva inaugurato una riflessione via via più corrosiva nei confronti del concetto di cultura, mettendone in luce il carattere dinamico in opposizione alla tradizionale visione Dmeostatica. Benché tendesse ad accentuare l'instabilità dei dati, tale dibattito lasciava intatta la fiducia nei testi - contenitori in cui le fonti sarebbero semplicemente ordinate e riprodotte -, nonché l'autorità :on cui la disciplina ha da sempre perseguito la promessa relativistica di far parlare """"altre voci"""". Negli stessi anni, il confronto tra filosofi e antropologi sul tema della razionalità (Rationality Debate) portò ad una decisiva relativizzazione del modello classico di conoscenza basato sulle leggi della logica aristotelica. Ciò contribuì a consumare lentamente la fiducia in una forma di oggettivismo che presupponeva la rigorosa concordanza di idee e concetti con i dati del reale, e che escludeva qualsiasi condizionamento interpretativo del soggetto...» (Dall'Introduzione)"" -
Strade e storiografia. L’Italia di Napoleone
Il volume raccoglie alcuni saggi inediti e altri apparsi nelle seguenti pubblicazioni: Gli ingegneri nella storiografia dell'Italia moderna. Il periodo francese nell'ultimo ventennio, in “Storia Economica”, VIII, 2005, 3, riproposto in “L'ingegneria e la sua storia. Ruoli, istituzioni, contesti culturali del XIX e XX secolo”, a cura di A. Di Leo, Cava de' Tirreni 2007; La storiografia delle strade italiane in età moderna. Gli anni francesi, in “Storia Economica”, VIII, 2004, 2-3, riproposto con lievi modifiche in “Le vie di comunicazione in Italia: storia e storiografia”, a cura di L. Blanco, in “Archivio Trentino”, 2, 2005; La storia postale italiana. Rassegna bibliografica e note metodologiche, in “RNR”, 1, 2001; Vie di comunicazione e territorio in Italia tra Perronet e Mac-Adam, in “Territorio e storia. Potere, scienza, cultura”, a cura di L. Blanco, Milano 2008; In giro per l'Europa. Il viaggio di istruzione di Luigi Giura e dei suoi allievi della Scuola di Applicazione di Ponti e Strade del Regno di Napoli (1826-1827) nel processo formativo degli ingegneri napoletani, in “Viaggi di istruzione”, a cura di C. Lacaita, Milano 2008. -
Candido e il Leviatano. Vita e opere di Leonardo Sciascia
«Scrivendo questa monografia (apparsa in romeno presso la Casa Editrice dell'Istituto Culturale Romeno nel 2004) non mi ero chiesta con troppa insistenza quali e come sarebbero stati i miei lettori: perché latente, dentro la mia mente ed anima, c'era la certezza di rivolgermi a romeni che conoscono forse poco o affatto l'uomo Sciascia e la sua opera, che hanno un'idea piuttosto vaga della storia politica e culturale dell'Italia nella seconda metà del Novecento, ma che sicuramente hanno vissuto, almeno in parte, la nostra dittatura (non l'«eterno fascismo italiano» di Sciascia, ma l'eterno comunismo romeno — per altro non molto dissimili), col suo controllo ideologico e la sua polizia politica (che ha tante cose in comune con l'OVRA, ma anche con l'Inquisizione spagnolesca della Sicilia, che ritornano ossessivamente in Sciascia); che, dopo, hanno vissuto la grande speranza della libertà e del cambiamento per vedere poi come i più fedeli della dittatura di ieri diventano i più zelanti fautori della democrazia di oggi, sparpagliandosi per i vari partiti politici dei più vari colori (come gli ex-fascisti in Candido) e servendosi di qualsiasi ideologia purché, al governo o in opposizione, rimangano dentro l'apparato (come i vari politici del Contesto), dentro quella struttura compatta che è il potere effettivo e non trasparente (il Leviatano di Sciascia); che hanno visto come le vecchie relazioni personali si riannodano per costituire gruppi di potere economico sotterraneo, cosche di vario grado ed estensione, che la stampa, finalmente libera ed impotente, chiama, con parola prettamente siciliana, «mafie», e parla di «baroni locali» (termine assolutamente estraneo alla tradizione storica romena, ma familiare a quella siciliana, e diventata perfettamente comprensibile a ogni mio concittadino di oggi); che hanno visto che le nuove leggi, migliori in teoria, in pratica migliori non possono diventare finché si applicano selettivamente secondo i casi e le persone; che lo Stato (cioè quello Stato di diritto, di matrice illuminista, agognato da Sciascia ma ormai da tanti e dappertutto) non si fa vedere; che hanno vissuto la violenza di strada (le famose «mineriadi» — le marce su Bucarest» dei minatori) sotto cui covava una strategia della tensione non molto diversa da quella degli anni di piombo in Italia (ricordiamoci Il cavaliere e la morte di Sciascia); che hanno verificato sul vivo le parole di Sciascia: «non si saprà mai alcuna verità sui fatti delittivi che abbiano un rapporto, se pur minimo, con la gestione del potere...» (Dalla Prefazione) -
Le confutazioni di Han Fei
Le quattro ""Confutazioni"""" corrispondono a circa un decimo dell'opera complessiva di Han Fei e in particolare i capitoli 36-39 che pur essendo relativamente brevi sono rappresentativi sia dello stile ellittico e pungente dell'autore sia del suo pensiero politico. Han Fei sosteneva che l'ordine e la prosperità potevano essere garantiti solo da uno Stato forte, quasi totalitario, che doveva essere governato tramite una struttura inflessibile di leggi e non sulla morale e la comprensione. Una delle caratteristiche di questo sistema legislativo era il sistema di punizioni e di ricompense da attribuire a ogni individuo."" -
Politica e giurisdizione nel pensiero di Francesco Mario Pagano
Il volume comprende gli scritti di Francesco Mario Pagano: Saggi politici; Lettera di Francesco Mario Pagano avverso le imputazioni fatte a Saggi politici; Considerazioni sul processo criminale; Progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana. -
La Repubblica Napoletana del 1799 nell’Agro Acerrano
Il volume si articola in tre capitoli, con l’aggiunta di un’ampia appendice documentaria. Il primo ricostruisce lo status dell’Agro acerrano alla fine del Settecento, il secondo approfondiscce gli eventi relativi al “Dipartimento del Volturno” e al “cantone di Acerra” dall’11 al 23 gennaio 1799, il terzo racconta gli avvenimenti verificatisi alle porte di Napoli dopo la caduta della Repubblica, ricostruendo una mappa dei “realisti” e dei “patrioti” perseguitati in seguito al ritorno dei Borbone sul trono, illustrata grazie all’ausilio di documenti inediti pubblicati in appendice, rinvenuti durante la ricerca nei diversi Fondi dell’Archivio di Stato di Napoli.