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Una proposta indecente
Il destino di sopravvivenza e adattamento della specie umana al cambiamento climatico indotto è riposto nel suo adattamento epigenetico, controllato e programmato perché diventi un istinto di rispetto e d'amore. Dovremmo trasformare in istinto la partecipazione e la condivisione con la natura che hanno permesso la nostra evoluzione, anche se questo significa perdere o modificare qualcuna delle funzioni che l'evoluzione del neo-cortex ci ha fornito. Questo può essere ottenuto soltanto fornendo al nostro neo-cortex qualcosa in cambio, sotto forma di piacere, inteso in senso ampio. Coloro che vivranno dopo di noi nelle condizioni naturali estreme che stiamo causando hanno il diritto ad un mondo che permetta loro di sopravvivere. Dovranno farlo in un pianeta che sta cambiando rapidamente per colpa della nostra intrinseca struttura genetica e della presunzione di una nostra capacità di adattamento senza limiti. Il racconto di coloro che hanno vissuto prima di noi ci potrebbe essere utile. Esploriamo la possibilità di intervenire su noi stessi per correggere il nostro peccato originale, quello di essere come siamo. Formulo una modesta proposta per evitare la fine della nostra specie. -
Tracce di Humboldt. Osservare, descrivere, misurare
Quali tracce Humboldt ci ha lasciato? Fra i temi che ha contribuito a sviluppare c'è quello della storia delle scoperte del Quattro-Cinquecento che hanno aperto la conoscenza del Nuovo Continente al quale aveva dedicato il grande viaggio scientifico del 1799-1804: tema che rimanda necessariamente a quello della misura delle coordinate e della cartografia. C'è poi il tema del paesaggio e della sua rappresentazione pittorica che dalla fine del Settecento mette la scienza europea nelle condizioni di osservare la natura nei diversi contesti ambientali. Queste sono piccole tracce rispetto all'insieme della produzione humboldtiana, ma introducono al contributo senza dubbio più importante, che è stato quello di concepire la descrizione dei fenomeni naturali come risultato dell'osservazione diretta dei luoghi e della misurazione delle variabili che gli strumenti moderni rendono possibile. I cartogrammi che ne derivano sono ancora oggi esempio di una nuova concezione dello spazio nella quale la combinazione fra i diversi aspetti fisici e biologici offre una valida base conoscitiva alla nascente rivoluzione evoluzionista. E questa, secondo Darwin, è la vera ""traccia"""" lasciata da Humboldt."" -
Un mondo di mondi. L'avventura umana dalla scoperta dell'agricoltura alle crisi globali contemporanee
Il volume si propone come un saggio destinato a un largo pubblico, interessato ai problemi mondiali e alla storia, ma senza possedere preparazione specifica. Un pubblico di potenziali lettori e lettrici interessati a trovare nel passato le ragioni dei grandi temi del presente e, al contempo, gli elementi per riflettere collettivamente sulla storia futura dell'intero pianeta. È un'opera di sintesi della ""storia globale"""" dalla rivoluzione neolitica fino a oggi, ispirato alla lezione dello studioso Samir Amin e alla scuola del sistema-mondo di Immanuel Wallerstein. È pertanto molto influenzato dalla lezione e dagli scritti dello storico francese Fernand Braudel. Il testo abbraccia l'intera avventura del genere umano nei cinque continenti lungo gli ultimi 70.000 anni e privilegia in particolare tre grandi temi o principi ordinatori: il rapporto dei gruppi umani con i cambiamenti climatici, la nascita e lo sviluppo delle disuguaglianze economiche, sociali e di genere, la storia dei processi migratori e delle progressive interconnessioni tra i popoli, tra le diverse culture del pianeta."" -
Il cammino di Kallipolis. Alla ricerca della politica
Il coronavirus ha travolto abitudini e certezze. La politica, chiamata al controllo del disastro sanitario senza precipitare in quello economico, sbanda, affidandosi a competenze in conflitto e sempre più fragili. Richiamata alla propria autonomia, prova a mostrare i muscoli ma produce solo scelte di rattoppo. Che fare? Per molti secoli nei gravi momenti di crisi sociali e personali per ritrovare il senso perduto delle cose e dell'esistenza ci si fermava e ci si metteva in cammino in pellegrinaggio verso una meta lontana. Platone avviato dal socratico ""Conosci te stesso"""" alla riflessione sulla propria vocazione politica, quando Atene, in crisi, si suicida condannando a morte il suo medico fastidioso si mette in cammino alla ricerca della buona politica. Muove verso Kallipolis, la città ideale, bella. Cammina a lungo, supera enormi difficoltà, riceve amarissime lezioni dalla durezza del reale ma non si perde e matura l'idea di una politica filosofica. Atene non gli da retta e finirà sotto la cura della spada di Alessandro il barbaro che parlava greco e che ha ridotto i cittadini greci a sudditi. Tornare a Platone, oggi, può aiutarci a rianimare una democrazia in grave crisi."" -
Le ombre del lavoro sfruttato. Studi e ricerche sulle forme di sfruttamento lavorativo in Italia e in particolare nella regione Toscana
Mettendo a confronto e in dialogo teoria e ricerca empirica, lo studio mostra la complessità, la diffusione e le ambivalenze del lavoro sfruttato. Sul piano teorico, il lavoro sfruttato viene indagato approfondendo i concetti di grave sfruttamento lavorativo e di caporalato. Attraverso l'analisi di diversi tipi di dati e di fonti si mettono in luce le tendenze recenti, le dimensioni e le caratteristiche del lavoro sfruttato in Italia, anche in relazione alle conseguenze della pandemia di Covid-19. Al tempo stesso lo studio approfondisce le caratteristiche dei lavoratori e delle lavoratrici oggetto di grave sfruttamento, indicando strumenti, interventi e percorsi di tutela. La ricerca, effettuata in tre province toscane (Lucca, Siena e Grosseto), mostra come il caporalato e le altre forme di sfruttamento lavorativo non siano affatto fenomeni residuali, specifici di contesti territoriali e produttivi arretrati. Utilizzando la voce diretta dei lavoratori e dei testimoni intervistati, la ricerca fornisce una fotografia in movimento del lavoro sfruttato in molti settori, dall'agricoltura alla logistica, dalla ristorazione all'assistenza alla persona. -
L' umano e l'eterno. Liriche e voci di una esistenza al crepuscolo
Tra le arti (téchne, ars), la poesia occupa un posto particolare nella storia del pensiero occidentale. L'arte poetica, infatti, non è - come mise già in evidenza Platone - una semplice téchne mirante alla produzione di oggetti come si può trovare in ogni artigiano esperto e serio. Né l'arte è scienza e, quindi, riducibile a metodo o a regole e princìpi che permettono la verifica o confutazione empirica di enunciati. Ha ragione Aristotele quando colloca la poesia su un piano ""teoretico"""", oltre la storia che è """"narrazione dei fatti"""", comprendendola come attività interessata alla verità o, meglio, all'atto rivelativo di essa. E, non a caso, nella nostra tradizione, la poesia diventa ispirazione da divinità mossa: Cantami o diva. È un canto che solo le muse possono generare e che è sempre canto di un singolo cuore, sì una singola anima nella sua struggente unicità. Il poetare parte dal cuore e volge quasi sempre lo sguardo al senso ineffabile della vita, come se volesse riappropriarsi di un senso perduto, sconosciuto, obliato, taciuto, soffocato o calpestato. Riappropriarsi, cioè, del perché dell'esistenza. Perché l'essere e non, appunto, il nulla?"" -
San Manuel Bueno, martire
Questa raccolta di racconti lunghi, pubblicata nel 1933, ci regala una serie di scorci soprattutto sul pensiero dell'autore. Così, il protagonista di ""Il romanzo di don Sandalio, giocatore di scacchi"""", non è altro che un personaggio visto dall'esterno, la cui vita interiore ci sfugge: è una non-narrazione sull'altro che sottolinea come le altre persone restino comunque un enigma. Nell'ironico """"Un pover'uomo ricco o il sentimento comico della vita"""", ci viene invece presentato l'esatto speculare di quella che è la vita autentica, cioè la vita agonica, che continua a lottare e a sforzarsi nel sentimento tragico che la caratterizza. Un discorso differente lo si deve fare per """"Una storia d'amore"""": aggiunto in extremis, il racconto prende spunto da un episodio autobiografico e sembra essere un tentativo di esplorare una realtà alternativa, determinata dal cambiamento di un particolare rispetto alla vita dell'autore. Ma è """"San Manuel Bueno, martire"""", il romanzo principale della raccolta e l'unico a essere citato nel titolo. La sua importanza è sottolineata già nel Prologo, dove Unamuno confessò d'avere «la coscienza di aver messo in esso tutto il mio sentimento tragico della vita quotidiana»."" -
Ambiente. Conoscenze di base
I capitoli che compongono il testo esaminano gli elementi fondamentali dell'ambiente: parlano dell'aria e delle sue forme d'inquinamento, dell'acqua, del suolo e del suo degrado, del problema dei rifiuti, dell'energia, dei rischi naturali, della popolazione mondiale. Il libro contiene numerose illustrazioni a colori che rendono agevole la lettura perché consentono di avere una visione d'insieme, immediata, dei fenomeni trattati e per questo si consiglia di guardarle con interesse. Alcune figure hanno delle didascalie che ripetono e sottolineano i concetti trattati. -
Adam Smith a Mosca. Sovranità e percorso di sviluppo nella Russia di Vladimir Putin
In quest'opera si propone una spiegazione, fondata su basi teoriche, del comportamento dello Stato russo nel periodo 2000-2020, alla luce della necessità di inscrivere la politica della Russia del periodo in esame in un quadro teorico organico ed onnicomprensivo. La spiegazione passa per i concetti fondamentali e interdipendenti di ""sovranità"""" e di """"percorso di sviluppo""""; si definisce quest'ultimo come il particolare modo in cui lo Stato organizza il sistema sociale per mezzo della gestione della propria sovranità. Partendo da queste premesse, si analizza l'aderenza della politica estera e della politica economica della Russia di Putin alle teorie tradizionali e a quella teoria, elaborata principalmente sulla base delle considerazioni espresse da Adam Smith ne """"La ricchezza delle nazioni"""". Ognuna di esse verrà formulata in modo tale che l'enunciazione di principi generali venga tarata sui caratteri specifici del contesto russo. S'intende dimostrare come il contesto politico russo attuale, limitatamente alle variabili considerate, risulti intrinsecamente incomprensibile se letto sotto la lente delle teorie tradizionali (liberalismo e nazionalismo)."" -
5G. Rete della società cibernetica
Questo breve saggio cerca di mettere in luce le profonde trasformazioni sociali, ontologiche e antropologiche che deriveranno dalla rete 5G e dalla società che grazie ad essa si sta strutturando. La rete 5G non è un semplice sviluppo delle precedenti 2G, 3G, 4G ed è qualcosa di più di una maggiore velocità di trasmissione di dati: oltre ad essere più veloce potrà permettere più connessioni in contemporanea e il passaggio di dati in simultanea con praticamente zero ritardo. Queste sono caratteristiche essenziali per lo sviluppo e la voracità dell'intelligenza artificiale che progredirà grazie ai dati estrapolati dal mondo digitale. Dati che prima di essere accaparrati e captati da algoritmi e sensori erano la nostra vita, il nostro sentire, il nostro corpo carneo diventato lui stesso merce e produttore su vasta scala della propria sorveglianza. Le compagnie dei Big data gestiranno tutti i dati e grazie alla rete 5G ci spingeranno verso la definitiva e completa esplosione dell'Internet delle cose, il così detto ""pianeta intelligente"""" di IBM: un'immensa rete informatica nella quale tutto sarà interconnesso e comunicante in un sistema integrato."" -
Dalla grande guerra alle guerre continue
«Pólemos è padre di tutte le cose, di tutte re». Recita uno dei più controversi frammenti del filosofo greco Eraclito che ammonisce come la guerra «gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi» (Fr. 32). Dalla guerra di Troia alla primo conflitto mondiale, un'ombra oscura ha accompagnato l'ambigua relazione tra pólis e pólemos che ha segnato la storia europea. Proprio lo studio di questa, infatti, sembra risolversi in una lunga teoria di tragici eventi bellici, ed i pochi capitoli riservati alla pace appaiono per lo più periodi di transizione, mere tregue come sottolineava Thomas Hobbes, brevi preludi all'inevitabile scatenarsi degli eventi. L'identità sociale e politica occidentale a partire da quell'Iliade, che di quella può essere letta come il primo racconto di formazione, sembra allora fondarsi su una contiguità tanto contraddittoria quanto ineludibile con la guerra. Nel centenario della conclusione di quella che i contemporanei chiamarono la Grande Guerra, la forza di questo legame non dovrebbe essere dimenticato. L'Europa - con l'esclusione dei paesi balcanici - da oltre settant'anni sta sperimentando un'epoca di pace interna. -
Segni dei tempi. Pandemia e crisi della politica
La pandemia ha messo radicalmente in discussione la concezione del progresso come processo di crescita infinita. Il libro ne segue il percorso, che ha impattato su una società già sfibrata dalla crisi economica, dalla mancanza di coesione sociale e dalla debolezza e autoreferenzialità della politica. E' sembrata, dapprima, emergere la convinzione che per vincere il virus non fossero sufficienti gli strumenti della scienza, ma fosse necessario un profondo cambiamento istituzionale e sociale. Ma, rapidamente, lo slogan ""non saremo più come prima"""" si è trasformato nel suo contrario: la volontà cioè di riportare le lancette esattamente al punto di partenza. Per contenere i contagi ed evitare il collasso del sistema sanitario si è puntato tutto sul vaccino e si è rinunciato ad investire sulle misure di prevenzione che sarebbero state necessarie, con particolare riguardo agli ambienti di lavoro, alla scuola e ai trasporti. Il green pass si è trasformato in uno strumento di pressione sempre più invasivo, che ha finito per impattare col diritto al lavoro e per fare da moltiplicatore al tasso di intolleranza presente nella società, cogliendovi i presupposti per una """"dittatura sanitaria""""."" -
«Hardi petit!». Attraverso i bambini, Céline
"Sono diventato, oltre che violentatore, traditore, genocida, uomo delle nevi... quello di cui non bisogna neanche parlare!... non esiste, quest'infame! E non è mai esistito!"""" È molto doloroso imbattersi in queste parole di Céline mentre lo si sta studiando. Ma lui è andato avanti a lavorare, per quella lingua che amava più di ogni altra cosa, e ha partorito, in mezzo a miseria, malattia, frustrazione, """"Féerie pour une autre fois"""", """"La Trilogia germanica"""" oltre a quel gioiellino che sono gli """"Entretiens avec le Professeur Y"""". Ha scritto fino all'ultimo istante della sua vita. Ha costruito, attraverso una commistione di linguaggio antico e popolare, argot parigino, neologismi e onomatopee, secondo uno style inarrivabile che è esclusivamente il suo, un monumento, una cattedrale all'interno della letteratura francese. La lingua come identità di un paese, di un popolo, questo era il suo sentimento, lingua che lui faceva """"cantare"""": è la musica che sorregge la sua prosa, che la pervade e la rende così particolare, magica e misteriosa." -
Nel caos del mondo. In rigoroso ordine alfabetico
Max Fiore nasce vicino al Mare. Ma, dietro, ci sono i Sibillini, luoghi con nomi maledicenti e abitati dai lupi. L'infanzia è toccata da tipiche beghe familiari e dall'amicizia fine ed affine con Solitudine. Un giorno capirà che non erano in due, scoprirà che le Solitundini son sette. La giovinezza passa tra studi classici e filosofici, l'uso di molte spezie e storie d'amore e di sesso (che considera due cose diverse e distinte). Per indole e per forma mentis, non ama lavorare; così, per contrappasso, di lavori ne fa tanti: raccoglie uva, cava zucchero dalle rape, fa la comparsa in Teatro e pure il mimo (ma solo per contratto), insegna, conduce wagon lits sulle tratte Venezia-Parigi, Nizza, Ginevra, Zurigo... Negli ultimi 17 anni, si assicura pane e companatico... assicurando. Se gli chiedi del suo lavoro, ti racconta la storiella della botte di ferro di Michelstaedter. La maturità è segnata dalla ricerca della quiete: la felicità non gli interessa, epperò è sereno. Certo, Il Mondo, cattivo e veloce, rema contro... ma sa come lasciarsi trasportare dove vuole dal fiume della Vita. Dove vuole? Al Mare. -
Facchiotami
La filosofia è una fiaba? L'incontro con una lingua nuova, la musica e il ritmo delle preghiere dell'asilo fondono insieme parole diverse: fa' che io ti ami. Nasce un fantasma dal fascino irresistibile. Questo libro è un viaggio alla ricerca del Facchiotami. Dai sogni infantili ai sogni della ragione. Dal mulino paterno alla Babele della rivoluzione informatica. Alla riscoperta del mondo contadino, dei suoi proverbi, dopo la sconfitta del '68, per capire che le gambe dei cani non si cambiano ma i cani sì, che l'utopia è possibile se impara dall'agricoltura a misurarsi con le radici del reale. Una visita ai centauri di Hobbes. Una fuga con Socrate e il figliol prodigo dopo la festa per il ritorno. Un incontro con il giovane ricco in cerca della perfezione. Un viaggio sulle navi di Platone, di Marx e di Pitagora. Un salto di Eloisa e Abelardo fuori della storia. Un tentativo di riordinare le parole messe in agitazione dal cedimento dell'ordine alfabetico. Il gusto di riaprire pagine definitive. La sorpresa di scoprire ciò che da sempre è sotto gli occhi. -
Il silenzio è la mia lingua. Lettere a me stesso bambino
Argyris Sfountouris non ha ancora compiuto quattro anni quando, il 10 giugno 1944, soldati delle truppe d’occupazione tedesca in Grecia, irrompono nel suo villaggio, incendiano le case e danno inizio a un eccidio che farà contare 218 vittime civili. Tra queste anche i suoi genitori. A settant’anni di distanza Sfountouris scrive ""Il Silenzio è la mia lingua"""", libro diviso in due parti indirettamente legate fra loro. La prima parte si compone di lettere che l’autore scrive a se stesso bambino e in cui ripercorre i drammatici anni successivi al massacro di Distomo, che lo videro ospite di orfanotrofi prima ad Atene e poi a Ekáli, fino al trasferimento a Trogen in Svizzera, presso un villaggio costruito appositamente per accogliere orfani di guerra da tutta Europa. La forma epistolare ben si presta a comporre un racconto autobiografico che oscilla tra lo sguardo dell’uomo adulto, ormai in grado di vedere l’orrore in tutta la sua portata, e gli occhi del bambino che vive una serie di bruschi distacchi e congedi definitivi con lo sgomento di chi è ancora troppo giovane per comprendere ciò che è accaduto."" -
Epimente. Epigenetica della mente
Sullo sfondo di questo argomento troviamo: codice genetico e codice mentale; in cosa i due codici sono effettivamente differenti, in cosa non vanno confusi, quali sono i punti di sovrapposizione; quale è, se esiste, la coordinazione del loro modo di apprendere e del loro funzionamento. La parola ‘epigenetica’ indica: il DNA che impara. La mente, sappiamo, impara per vocazione.rnAd un certo momento della storia dell’umanità alla memoria genetica si è aggiunta una memoria culturale, e quello che oggi chiamiamo arte sembra essere emerso per dare supporto materiale a questo processo. L’arte figurativa, in quanto proiezione oggettivata del pensiero, può essere un importante punto di entrata nell’analisi dei rapporti tra DNA e mente.rnUn possibile schema per affrontare l’argomento potrebbe essere: cosa è l’epigenetica; quali sono gli aspetti più propriamente fisici sui quali sappiamo che l’epigenetica è importante; quali sono gli aspetti del comportamento nei quali l’epigenetica esercita una funzione. Questa è l’introduzione all’argomento (Capitolo 1). Poi: come vengono trasmessi i caratteri di una cultura, intendendo per ‘cultura’ il funzionamento sociale della nostra mente? Poichè il termine ‘cultura’ è molto ampio, è opportuno scegliere qualche aspetto definito e sufficientemente caratterizzante sul quale focalizzare la attenzione. Mi sembra che i temi del ‘libero arbitrio-criterio di scelta’ (Capitoli 2-4) nella loro frequentata accezione laica (Capitoli 5-6) e quello del ‘concetto di armonia’ (Capitoli 7-9), possono essere sufficientemente rappresentativi. Resta il difficile compito di sovrapporre gli argomenti mente ed epigenetica (Capitoli 10 e 11). Seguiamo dunque questo schema espositivo, tenendo presente che le risposte a queste domande la storia le mette, sempre e comunque, davanti ai nostri occhi; e che ognuno se le racconta a modo proprio (Capitolo 12). -
Crisis. Non c'è che crisi. La permacrisis come modalità di governo delle nostre società
Nelle nostre società, la crisi, da evento congiunturale, si è trasformata in un'orizzonte permanente, la cornice entro la quale si iscrive l'intero nostro agire politico e sociale. Il volume rintraccia le genealogie della crisi attuale nei nodi non sciolti che hanno contraddistinto le nostre società ed i nostri sistemi economici a partire dagli anni Settanta del Novecento, secondo la lettura di economisti e sociologi come Wolfgang Streeck, David Harvey o Giovanni Arrighi. Con particolare vigore a partire dagli anni Novanta, la crisi ha fatto sentire il proprio impatto anche sui sistemi politici democratici sorti a partire dal secondo dopoguerra. Sono tornate a farsi sentire alcune aporie da sempre caratterizzanti i sistemi liberali, che il volume analizza a partire da classici come Machiavelli, Tocqueville o Gramsci. E proprio in autori come Gramsci e Machiavelli, ma anche nelle storie dell'Esodo o nella riflessione contemporanea sul populismo l'Autore individua alcune piste per tornare a pensare l'emancipazione e la democrazia. -
La scuola «moderna». Guida pratica per l'organizzazione materiale, tecnica e pedagogica della scuola «popolare»
Questo libro parte dalla considerazione che pochi scritti di Célestin Freinet sono oggi disponibili in lingua italiana, quelli pubblicati in passato sono quasi tutti esauriti, inoltre non hanno solo interesse storico. La pedagogia non è solo pensiero, teoria sull'educazione o programmazione didattica: pubblicare questo testo di Freinet in una nuova traduzione significa fornire a tutti i docenti un'occasione per riflettere sulla propria azione professionale nella direzione di una ""pedagogia dell'emancipazione"""". E farlo sullo sfondo delle problematiche, dei radicali cambiamenti sociali, culturali e tecnologici a quasi sessant'anni dalla prima edizione francese di questo testo comporta inevitabilmente porsi degli interrogativi altrettanto radicali sull'educazione, sull'insegnamento, sull'efficacia dell'azione didattica, in particolare nella scuola di base. Che cosa ha valore per la scuola e i docenti di oggi di quanto Freinet pensava e ha sperimentato nel suo tempo? Come le sue tecniche si traducono, con i mezzi - informatici e non - di cui noi disponiamo?"" -
Epoca. La pandemia e il suo oltre
Il tema che si potrebbe chiamare «come sarà il mondo dopo il coronavirus» è stato centrale nella discussione mediatica, per certi versi addirittura più della cronaca dell'attualità (un'attualità angosciante, tempi sventurati che richiedono un oltre). Su questo fenomeno, il senso dell'epoca riacceso dalla pandemia, il senso di epocalità, la temporalità vissuta, che resta alla nostra contemporaneità si vuole interrogare il volumetto che propongo, e al tempo stesso intende costituire una critica di questo uso del concento di epoca, che costituisce una questione su cui riflettere proprio a causa dell'ansia, della fretta delle previsioni, più ancora delle diverse forme che esse prendono, più ancora della loro giustezza o della loro inevitabile parzialità e unilateralità; una riflessione di difficile accesso per uomini che s'intendono sempre posteriori al proprio tempo, uomini che si sono negativamente pensati come post-moderni, post-industriali, post-ideologici. Sorge il dubbio che si possa ritrovare nel nostro passato un'alternativa storica mai realizzata, mai riuscita, che continua a rendere vuoto e scuro, spettrale quell'oltre che la modernità aveva promesso.