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Disegnare, la formula di Freud
Una discreta folla di disegni popola l’opera di Freud lungo i decenni in cui la sua riflessione prende forma. Presenze enigmatiche e sorprendenti, questi disegni partecipano all’invenzione di una nuova lingua. Disegnano i margini di un’opera teorica e clinica al tempo stesso, per arrivare a ridefinire la funzione stessa del vedere e dell’analizzare. Sostengono così l’invenzione della psicoanalisi, perché il loro tratto grafico non è mai l’illustrazione di una parola già presente e risolta, ma ambisce a estendere e insieme a intensificare la riflessione. La formazione di neurologo avrebbe permesso a Freud di dare solidità scientifica alla nascente psicoanalisi. Eppure, per descrivere la vita della psiche occorreva rischiare di perdere l’evidenza realistica dell’anatomia e della neurologia. Occorreva osare un pensiero della costruzione e della congettura, del sogno e del fantasma. È qui che si inscrive la necessità di abbandonare il piano dei minuziosi disegni di nervi e di tessuti della sua formazione giovanile, per approdare a un pensiero congetturale a cui il disegno partecipa a pieno titolo. -
La lettera che cade. Jacques Lacan e l'uomo come scarto
Per Freud l’astronomia copernicana, l’evoluzionismo darwiniano e la scoperta dell’inconscio avevano relegato l’uomo alla periferia dell’universo: non ne occupava più il centro come aveva creduto per millenni. Jacques Lacan ha completato l’opera della distruzione dell’illusione umanocentrica: l’uomo è scarto, residuo. Di più: escremento, spazzatura e detritus. Il libro ricostruisce questa tesi estrema sull’essenza dell’uomo mettendo a confronto l’insegnamento lacaniano con i più vari aspetti della produzione culturale soprattutto novecentesca: in primo luogo, la letteratura (Gide, Poe, Blanchot), poi la filosofia (il decostruzionismo, la ricerca genealogica di Michel Foucault, il pensiero di Bataille e l’ermeneutica di Ricœur), quindi il campo delle scienze umane (Saussure, Lévi-Strauss) e la logica moderna e la teoria degli insiemi (Boole, Cantor). Per arrivare alla fine a ipotizzare un nuovo discorso sulla natura dell’umano, e dunque una nuova antropologia: l’antropologia dei rifiuti. -
Sistema dell'idealismo trascendentale
Scritto pressoché di getto a venticinque anni, il ""Sistema dell’idealismo trascendentale"""" rimane una delle opere capitali di Schelling. Dalla visione di natura e spirito quali due aspetti di un unico processo, segue che filosofia della natura e filosofia dello spirito non possano essere se non indisgiungibilmente connesse nella loro essenziale distinzione e reciprocità. La prima, muovendo dall’elemento oggettivo, ne esibisce la soggettività; la seconda, detta anche “filosofia dell’io” o “filosofia dell’intelligenza”, muove viceversa dall’elemento soggettivo per mostrarne l’oggettività. L’una mostra l’idealità della natura, l’altra la realtà dello spirito. L’idealismo trascendentale schellinghiano vuole proporsi quale “ideal-realismo”, articolandosi in una filosofia teoretica e in una filosofia pratica, ma compiendosi sinteticamente soltanto nella filosofia dell’arte. Alla quale riesce di ricomporre quanto la storia non unifica: il sapere, l’agire e il fare. L’arte, “chiave di volta del sistema”, comunica alla coscienza ordinaria, non solo a quella filosofica, l’unione e l’identità originarie di soggettivo e oggettivo."" -
Durata e simultaneità. A proposito della teoria di Einstein e altri testi sulla relatività
A cent’anni di distanza dalla prima edizione, del 1922, Durata e simultaneità di Bergson presenta ancora importanti spunti di carattere filosofico, per comprendere appieno il pensiero del filosofo francese, in particolare il tema della durata, e mantiene un fondamentale valore storico per cogliere l’ampio dibattito filosofico e scientifico suscitato dalla teoria di Einstein. Quest’edizione italiana del testo è arricchita con tutti gli altri scritti di Bergson dedicati alla relatività, la discussione con Einstein, le note e le lettere del filosofo su queste tematiche o sul libro, oltre a quelle rivolte al grande fisico tedesco. Le polemiche e le incomprensioni tra filosofi e fisici sulla teoria della relatività, le vicissitudini editoriali del testo, nonché le analisi critiche di filosofi come Maurice Merleau-Ponty e Gilles Deleuze, e scienziati come Arthur S. Eddington, Louis De Broglie, Olivier Costa de Bauregard e Ilya Prigogine, in un libro che continua a offrire spunti di riflessione e a suscitare inesaurite opposizioni su di un tema capitale come quello del dibattito tra il tempo dei filosofi e il tempo della scienza. -
La politica del desiderio e altri scritti
Lia Cigarini, iniziatrice, con poche altre, della pratica dell'autocoscienza in Italia, fondatrice della Libreria delle donne di Milano, in questo libro ci fa ripercorrere gli anni di un'avventura e di una scommessa personale e collettiva, avventura che si usa chiamare «femminismo», nome forse inadeguato davanti alla radicalità della scommessa e alla sua portata storica. Vero nucleo incandescente del libro è la passione lucida e determinata per una pratica politica incollata alla realtà, che non si trasforma mai in teoria astratta o in ideologia e che fa di queste pagine una introduzione all'intelligenza del nostro tempo. ""La politica del desiderio e altri scritti"""" raccoglie una ventina di scritti composti tra il 1999 e il 2020 e un’intervista inedita. Il libro si conclude con l’importante saggio di Ida Dominijanni, Il desiderio di politica. La forma-libro in cui è riunita l’eterogeneità degli scritti di Lia Cigarini non deve trarre in inganno chi legge: non siamo di fronte a una teoria sistematica che si dispiega nell’arco di mezzo secolo. Ci troviamo, al contrario, in presenza di un pensiero capace di trasformarsi in fedeltà a quello che accade e ai desideri di chi scrive."" -
La condizione giovanile nell'età del nichilismo
In questo intervento Umberto Galimberti affronta il tema della condizione giovanile nell’epoca attuale, che definisce età del nichilismo. Ricorrendo a un ampio repertorio di riferimenti culturali, il filosofo compie un’analisi – a tratti inesorabile – della società attuale, concentrando la propria riflessione in particolar modo sulla formazione scolastica e l’educazione famigliare. Nello scenario disegnato risuonano allarmanti le contraddizioni che attraversano lo sviluppo degli individui, dall’età prescolare all’adolescenza, e che li rendono, loro malgrado, impermeabili all’urgenza di un cambio di passo richiesto dal vivere comunitario. Se non si agisce subito – se non si incide in maniera decisiva sulla sostenibilità ambientale, lavorativa, sociale, e in ogni aspetto che riguarda il vivente – il futuro non sarà il luogo della felicità e del miglioramento. Ma come fare, quando è l’idea stessa di futuro a essere enigmatica, confusa, o addirittura a non appartenerci più? -
Il teatro del desiderio. Jacques Lacan, da Platone a Spinoza
Ogni tentativo di costruire un’etica tende a evocare la dimensione dell’inconscio. Questa scoperta freudiana ci invita a una rilettura delle etiche passate, da Platone a Heidegger e oltre, per trovarvi l’illuminazione e, dopotutto, la storia sotterranea dell’etica dell’analista che “non costituirà un progresso se riguarderà solo alcuni”. A farci da guida con queste parole è Jacques Lacan, il cui costante confronto con la filosofia ci offre uno stile di lettura che si traduce immediatamente in un esercizio di scrittura. Se ne ricava un modo del tutto singolare di ereditare la tradizione: senza riesumarla nostalgicamente né contestandola, ma assumendola a rovescio. Un lascito inedito che ci permette di articolare la stessa etica psicoanalitica al di là della sua versione più classica, incentrata sul primato del desiderio e della dialettica, verso una diversa topologia. L’Oggetto che causa il desiderio, e la sua soddisfazione, viene così a offrire una nuova bussola per orientarci nella complessità della vita contemporanea. -
Etica e politica
Se la finalità della politica è il “ben governare”, trovando un ordine e una continuità fra interessi differenti, al contrario lo spazio politico appare sempre più il terreno di scontro fra interessi individualistici e universali, fra l’appello alle libertà individuali e la richiesta di una maggiore giustizia sociale. La sfera politica si presenta spesso come oscura e confusa, per la presenza di una pluralità di valori che senza un’istituzione rappresentativa abbastanza potente da legittimare, promuovere e rafforzare qualunque insieme di valori o qualunque gamma di opzioni coerenti e giustificate, finisce per diventare il luogo della dispersione, del vuoto dell’impegno e della ricaduta dentro istanze solipsistiche ed egoistiche. Chiedersi come sia possibile arginare gli esasperati egoismi che attraversano il nostro tempo e se sia possibile intercettare una continuità fra l’agire individuale e quello plurale, significa affrontare questioni complesse che hanno variamente attraversato la modernità. Interrogare il nesso fra etica e politica consente, come mostra questo volume, una ricchezza di riflessioni che possono ravvivare il dibattito pubblico alla luce delle urgenze del presente. -
Motivi lacaniani. Scritti sul peggio
Il pessimismo è una forma di pensiero bizzarra. Da una parte, i suoi assunti condannano il mondo e l’esistenza di ciascuno vedendoli come qualcosa che non dovrebbe affatto essere, entità votate alla disfatta o insignificanti granelli di un universo indifferente. Dall’altra, però, il pessimismo sembra ricavare da simili assunti una consolazione indiretta: rassegnarsi a vivere nel peggiore dei mondi possibili si tramuta in una paradossale forma di conforto, una prassi per alleviare i nostri mali. Il pensiero pessimo si trasforma in una verità ultima sul tutto che ripropone anziché demolire la prospettiva di un senso universale. Lacan sembrava essersi accorto di un simile problema. Anziché sbarazzarsi del pessimismo tuttavia, egli decide di invitarlo sul lettino dell’analista. Quel che ne risulta è un’analisi inconscia del pensiero del peggio, un pessimismo della libera associazione che si esprime per motivi, variazioni e piccole differenze. Un pessimismo al di là del pessimismo che, indagando se stesso e i propri sintomi, getta una nuova luce anche sulla psicoanalisi. Questi scritti sono un resoconto di tale analisi. -
Rovine dell'amicizia. Il progetto incompiuto di Michel Foucault
Chiunque ritiene di sapere cos'è un'amicizia, da cosa riconoscerla e come nominare i suoi gesti, quali rapporti debba intrattenere con l'amore, la famiglia o le asimmetrie; oltre quali soglie non può spingersi, pretendere e ambire – quantomeno non in maniera ragionevole. Ma ci si potrebbe chiedere: attraverso quali avvenimenti imprevisti, per quali giochi del vero e del falso, a opera di quali torsioni del pensiero e del sentimento, soprattutto contro chi abbiamo potuto acquisire quest'evidenza? Com'è accaduto che all'amicizia spettasse una forma specifica d'esperienza con le sue norme e i suoi vissuti? Rispondere a questi interrogativi vuol dire confrontarsi con il compito di una storia del presente, pratica i cui contorni sono stati delineati da Michel Foucault. L'amicizia appare nell'immediato come qualcosa di privato e indipendente dalle relazioni di potere, si definisce anzi tramite una sospensione di tutta una serie di relazioni (gerarchiche, sessuali, di dipendenza) che non possono incrociarla, pena il suo snaturamento. Ma che l'amicizia esista, che abbia una natura – e che possa dunque venire snaturata – è qualcosa di cui bisogna rendere conto. -
Il campo della coscienza. Aron Gurwitsch e la fenomenologia trascendentale
Il volume offre la prima presentazione generale – non solo in lingua italiana – della figura e del pensiero di Aron Gurwitsch, fenomenologo di origini lituane la cui influenza sulla filosofia europea e americana del XX secolo è stata, e continua a essere, ingiustamente sottovalutata. La ricostruzione assume i tratti di un attraversamento insieme storico e teorico e ambisce a restituire i contorni essenziali del contesto scientifico-culturale entro cui si colloca la proposta filosofica di Gurwitsch, di cui viene fornita inoltre un’analisi complessiva e dettagliata. Lo studio intende mostrare, in particolar modo, la rilevanza dell’opera di Gurwitsch all’interno della tradizione fenomenologica e, più in generale, della filosofia di matrice trascendentale. Vengono inoltre resi disponibili per la prima volta, al pubblico italiano, alcuni passaggi decisivi tratti dalle opere di Gurwitsch, di cui non esiste ancora alcuna traduzione in lingua italiana. -
Con Weber oltre Weber. L'opera di Max Weber a cento anni dalla sua morte (1920-2020)
Un secolo dopo la morte del giurista, economista e sociologo tedesco Max Weber (1864-1920), i curatori e gli autori del presente volume ritengono opportuno continuare a esplorare la sua opera e continuare a confrontarsi con la sua eredità teorica. L’intento del presente volume è duplice: da una parte, confrontarsi con le nuove interpretazioni e con le più recenti acquisizioni della filologia weberiana; dall’altra parte, valutare il contributo che la riflessione weberiana può ancora offrire per la comprensione delle questioni cruciali della nostra vita politica e sociale. Lo scopo del volume è quindi una nuova interrogazione dell’opera di Weber e, al tempo stesso, una interrogazione del nostro presente a partire da Weber, nella consapevolezza che ciò comporta anche un inevitabile andare con Weber oltre Weber. Coerentemente con la irriducibilità della multiforme opera di Weber a un ambito disciplinare specifico, la prospettiva del volume ha un carattere volutamente e marcatamente interdisciplinare. -
Due regimi di folli e altri scritti (1975-1995)
Questo libro raccoglie gli scritti brevi di Gilles Deleuze dal 1975 al 1995, completando l’operazione avviata con L’isola deserta (scritti dal 1953 al 1974). È uno strumento prezioso perché permette di vedere la molteplicità dei piani su cui Deleuze lavora e interviene. Alcuni testi sono commenti a margine, una prefigurazione dei libri pubblicati in quel periodo, altri gli consentono di ripensare la propria opera attraverso le prefazioni alle varie edizioni straniere. Ma forse l’aspetto più interessante nasce dall’intersezione con l’attualità, dove il ritmo viene scandito dagli eventi politici: il terrorismo, la corsa agli armamenti, la guerra del Golfo, il conflitto israeliano-palestinese. Infine, si possono leggere i suoi interventi nel contesto del vivacissimo dibattito intellettuale di quegli anni: il tagliente giudizio sui nouveaux philosophes, il costante colloquio con Foucault, la feroce critica della psicoanalisi… -
L'isola deserta e altri scritti (1953-1974)
Questo volume raccoglie la quasi totalità dei testi di Gilles Deleuze (articoli, recensioni, prefazioni, interviste, conferenze, testi già pubblicati, che però non figurano in alcuna opera esistente di Deleuze) pubblicati in Francia e all’estero tra il 1953 e il 1974, da Empirismo e soggettività, il suo primo libro, fino ai dibattiti che hanno seguito l’uscita de L’anti-Edipo, scritto insieme a Félix Guattari. Ancora oggi Deleuze continua a essere un oggetto misterioso, un pensatore faticosamente definibile, singolare, spesso ostico, a volte oscuro. L’efficacia de L’isola deserta sta proprio nel rendere meno difficile l’incontro con questo autore, conducendo il lettore attraverso la multiversità del suo spettro teorico (un romanzo, un film, un fatto teatrale, un’occasione artistica) e insieme verso la costruzione rigorosa di un ragionamento. -
La morale della storia
Due avvenimenti segnano, a distanza di pochi giorni, un sanguinoso arresto nella storia delle illusioni europee: la spedizione di Suez e la repressione di Budapest. Quelle giornate del 1956 parvero obiezioni contro la storia e posero più drammaticamente la domanda: quali sono, oggi, le concrete possibilità rivoluzionarie? Nell’U.R.S.S., la via del socialismo non dimentico dell’uomo può passare per la destalinizzazione. Le contraddizioni, gli errori e le durezze sin qui manifestate dalla politica sovietica si possono spiegare con la necessità dell’industrializzazione forzata. Dal canto loro, gli Stati Uniti affermano di considerare superato il socialismo. Ma in realtà – ribadisce André Gorz – proprio negli Stati Uniti l’uomo è alienato alle strutture economiche. Reso incapace di scelte personali, egli subisce i bisogni che la pubblicità crea in lui artificialmente per soddisfare la produzione di massa. La rivoluzione, conclude Gorz, deve essere fatta, è una esigenza umana come ai tempi di Marx. Ma quella che per Marx era una certezza, non è per noi, uomini e donne della società dei robot, che una speranza. -
Critica del visuale
Lo sviluppo di un pensiero critico è la condizione per contrastare il pericolo del consenso generalizzato e totalizzante. Il rischio maggiore nelle democrazie attuali. La critica è la pratica che articola il campo della discussione pubblica in posizioni distinte, evitando uniformità e conformismi. L’eclissi oggi del pensiero critico è stata anticipata dalla crisi della critica in ambito artistico e cinematografico. Il presente volume, attraversando i momenti più alti della riflessione novecentesca sulla critica, sia in prospettiva filosofica (Walter Benjamin) che letteraria (Northrop Frye), giunge a pensare, attraverso due grandi critici cinematografici come André Bazin e Serge Daney, da un lato il rilievo e dall’altro l’attuale crisi della critica cinematografica, ritrovandone una delle ragioni maggiori nell’uso imperante e totalizzante di una nozione-mondo come quella di “visuale”. Il presente volume indica i segni e gli atti per una possibile inversione di tendenza, e per ricollocare il pensiero e la pratica della critica al centro della riflessione teorica, della discussione pubblica e dell’operato culturale. -
Un destino sì funesto
Si diventa e si rimane allievi per evitare il rischio di pensare e parlare in prima persona, per evitare il pericolo della follia. Ma le relazioni tra Freud e Abraham, Jung, Tausk e, non ultimo, Groddeck mostrano che la posizione di allievo è pericolosa anche quando sembra protettiva. I rapporti di forza che vincolano il maestro e i suoi discepoli sono portatori di violenza, morte e disorientamento. Di qui il paradosso. La dissoluzione del transfert è uno dei compiti principali della cura psicoanalitica. Ma il legame maestro-allievo si sostiene proprio sul mantenimento del transfert. Il che comporta una fatale e costante identificazione tra il maestro e la sua teoria, e quindi tra la sua teoria e l’istituzione da lui stesso fondata. Ne derivano la paura e la ricerca incessanti del plagio, del furto dei pensieri, dell'influenza occulta su entrambi i protagonisti della relazione, che in questo modo finiscono per trovarsi ai confini ora della psicosi, ora della religione. In questa prospettiva, la teoria psicoanalitica appare nella maniera più chiara come un'esitazione tra il delirio e la scienza, tra la proiezione e il discorso universalmente valido. -
La morale del metodo
In letteratura filosofico-morale da qualche tempo è emerso e si sta studiando il tema delle epistemic virtues, vale a dire di quelle virtù che permettono la produzione di buona conoscenza, dove quel buona è da intendersi sia in senso epistemico, vale a dire affidabile, che in senso morale e cioè con riferimento a fini buoni. Il passaggio ulteriore che in questo libro l’autore propone di compiere è quello di osservare l’attività scientifica nel suo aspetto più qualificante e delicato, vale a dire quello del metodo, per cogliere come proprio in questa dimensione la realtà morale sia profondamente presente. In completa antitesi rispetto a un positivismo di massima che vorrebbe escludere ogni riferimento alla sfera personale dal regno della metodologia della scienza, l’analisi intende esplicitare come il metodo – vale a dire il percorso di accesso ai fini propri delle discipline scientifiche – sia esso stesso in origine un’educazione morale dello sguardo. Una capacità di vedere-come, dove il taglio formale che la mente porta sulla realtà è appunto un’ipotesi operativa con un carico di progettualità la quale veicola un tratto etico, e cioè una forma di dover-essere. -
Con Hegel, oltre Hegel. Jean Hyppolite e il rischio del pensiero
Con Hegel, oltre Hegel: ecco, in sintesi, il senso del percorso filosofico di Jean Hyppolite (1907-1968), uno dei grandi protagonisti della vita intellettuale del Novecento europeo. Primo traduttore francese della Fenomenologia dello spirito di Hegel e autore di un fondamentale commentario all’opera, Hyppolite ha consentito a generazioni di lettori di avvicinarsi a uno dei classici più complessi della filosofia occidentale e ha attivamente contribuito a radicare il pensiero hegeliano in Francia dopo decenni di avversione da parte della cultura ufficiale transalpina. In questo volume – il primo dedicato alla sua figura poliedrica – Hyppolite viene dapprima inquadrato nell’ambito della Hegel-Renaissance, il movimento che ha trasformato l’immagine di Hegel ponendola in connessione con le correnti più avanzate del pensiero contemporaneo (marxismo ed esistenzialismo), poi seguito passo passo lungo le tappe del suo trentennale confronto con i testi hegeliani, che trova nel connubio di ontologia e dialettica, proposto in Logique et existence (1953), il suo punto più avanzato. -
La somiglianza
E se fossimo noi i mezzi di comunicazione? Se fossero gli umani i primi media? Questa è l’ipotesi che fa da sfondo ai saggi de La somiglianza: un trattato sulla comunicazione che ha nell’incomunicabilità il suo centro propulsore. Pierre Klossowski vi medita sui suoi romanzi e i suoi quadri, analizzando le diverse forme di comunicazione con cui si è cimentato: dalla pittura alla scrittura, dal dialogo alla conversazione muta, dall’idioma corporale alla divinazione, dal cinema alla magia. Ma la lezione de La somiglianza è, anzitutto, la lezione dell’immagine. Per natura private, in quanto indiscernibili dal fantasma che fa di noi dei casi singolari, le immagini assicurano la comunicazione autentica: lo scambio dei corpi attraverso il linguaggio segreto dei segni corporali. Ognuna può impadronirsi di tutti pur non essendo di nessuno. L’immagine fa qualcuno, ma qualcuno che – anche quando è solo, silenzioso – è parlato e pensato da un fuori non dominabile. Per Klossowski non abbiamo immagini, siamo immagini: simulacri degli impulsi che abitano l’anima disputandosene voce e fisionomia.