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La bellezza è quella cosa.... Ediz. integrale
Il dialogo tra Maria Bettetini e Stefano Poggi si regge sull’assunzione da una parte della bellezza come valore ideale, dall’altra, invece, vengono riassunti i caratteri più sensibili e concreti che la fanno immediatamente legare anzitutto alla vista o all’udito. Bettetini osserva l’ingiustizia di una simile bellezza puramente sensibile, dietro cui cioè non ci sono meriti particolari, mentre Poggi tende a sottolineare come anche le indagini scientifiche rimarchino il ruolo importante della nostra sensibilità. La bellezza esteriore, a ogni modo, rappresentanza pur sempre l’inizio di una platonica ascesi verso la bellezza interiore. L’analisi della bellezza musicale e poi delle icone e delle miniature fa infine riflettere sulle differenze tra cultura orientale, in particolare musulmana, e cultura occidentale, e permette di mettere a nudo i nostri pregiudizi. -
Specchi e maschere. La ricerca dell'identità
"Specchi e maschere. La ricerca dell'identità"""" è un incubatore di idee, riflessioni e categorie sociologiche, che consente ad Anselm Strauss di sviluppare nuovi concetti come quelli di mondi sociali, immagini urbane, consapevolezza e negoziazione e, in particolar modo, quello di identità. I problemi che Strauss affronta riguardano l'importanza del linguaggio nell'agire umano, il valore simbolico dell'appartenenza a un gruppo, il rapporto tra generazioni, l'interazione sociale, determinanti per lo sviluppo dell'identità e della personalità. Ciò è premessa del modificarsi delle acquisizioni e del cambiamento nelle posizioni sociali e di vita delle persone, della percezione di spazio e tempo, storia e memoria, centrali nella simbolizzazione del sé. Strauss pone l'attenzione, da un lato, su come psichiatri e psicologi abbiano sempre sottostimato l'influenza che l'organizzazione sociale esercita sulla formazione e il comportamento dell'individuo e, dall'altro, su come la sociologia che studia l'organizzazione sociale dovrebbe considerare, nelle sue ricerche, la psicologia sociale." -
Il corpo degli altri. Migrazioni, memorie, identità
Il corpo, nella sua insopprimibile materialità e, al contempo, profonda valenza simbolica, costituisce il luogo dove appaiono maggiormente evidenti le ferite della violenza della Storia inferte dal tempo presente. Il corpo senza vita trasportato dalle onde durante l’ennesimo naufragio mediterraneo. Il corpo assediato, tenuto a distanza e respinto attraverso le frontiere europee. Il corpo esotico venduto e acquistato nei circuiti del sesso commerciale nelle strade delle nostre città. Il corpo temuto e, dunque, denigrato e vilipeso, perché assurto a simbolo di un’alterità inconciliabile con l’Occidente. E, ancora, il corpo sottomesso, subalterno, oltraggiato. Il corpo silente, tacitato, di chi si è trovato a misurarsi con la dimensione dell’orrore e dell’indicibile e che appare oramai denudato, oltre che dei diritti, di ogni valenza umana. Corpi apparentemente relegati negli interstizi più oscuri della nostra modernità che interpellano e inducono a guardare alle matrici storiche, politiche e sociali della sofferenza di cui sono emblema. Ma, allo stesso tempo, corpi che recano incise nella carne memorie scomode che scardinano orizzonti morali e culturali che pensavamo acquisiti. -
Derrida chi? Un ritratto, tredici interviste
Cosa resta, oggi, di Derrida? Che tipo di riflessione è oggi possibile sulla sua opera? Questo libro raccoglie tredici interviste inedite a filosofi e intellettuali italiani che ripercorrono il proprio rapporto con la figura e il pensiero di Jacques Derrida, sia da un punto di vista teorico che biografico. Muovendo da acquisizioni, allontanamenti e qualche retroscena, il libro ricostruisce la figura di Derrida mediante una molteplicità di voci, differenti sia per formazione che per età anagrafica: un “ritratto cubista” che restituisce un’immagine tutt’altro che unitaria. Indagando il modo nel quale i protagonisti delle interviste si confrontano e (si) riflettono sull’oggetto rappresentato (Derrida), indirettamente il libro rappresenta anche un'indagine sulla filosofia italiana del secondo Novecento e sulle ragioni della ben nota difficoltà di assimilazione della riflessione derridiana. E sui possibili problemi da ciò sollevati: che cosa accadrebbe se Derrida fosse davvero compreso? Contributi di: V. Adami, S. Agosti, G. Dalmasso, S. Facioni, M. Ferraris, M. Iofrida, R. Panattoni, S. Petrosino, C. Resta, P.A. Rovatti, C. Sini, G. Vattimo, F. Vitale. -
L'essenza della manifestazione. Ediz. integrale
«Restituire un senso al concetto di vita interiore»: è questo l’intento di ""L’essenza della manifestazione"""". E questo implica non semplicemente che “si ragioni su” ma che si ritorni al senso dell’interiorità una volta mostrata l’insostenibilità del potere assoluto della ragione in ordine al vero, la sua incapacità nell’elaborare, a partire da sé, una conoscenza della vita e del reale. Occorre abbandonare ogni pensiero che si costruisca come rappresentazione per accogliere, nel pensiero, il disvelarsi stesso della vita, assolutamente interiore e non rappresentabile, lasciando che il pensiero sia rimodulato nel dirsi della vita. Un pensiero affettivo le cui sfumature sono le stesse della vita e del suo pathos, i cui passaggi sono i passaggi interiori di un’affettività che si articola, si differenzia, si ricompone, sprofonda nell’unità essenziale del sentirsi, nell’abbraccio della vita, in quella stretta che è adesione a sé, pura gioia, nell’impotenza e nella povertà radicale. È a se stessi, alla profondità di se stessi in quanto soggettività vivente, che conducono questo pensiero filosofico e la densità del linguaggio che lo esprime."" -
Introduzione a Elias Canetti. La scrittura come professione
Quando morì, a Zurigo, il 14 agosto 1994, Elias Canetti lasciò a lungo increduli amici e conoscenti. Il premio Nobel per la letteratura aveva infatti dedicato tutta la vita al tentativo di sconfiggere la morte attraverso il potere salvifico della scrittura. Suoi compagni, in questa missione impossibile, furono la lingua tedesca, il vizio di ascoltare le voci dei contemporanei, l’abilità nel decifrare alcuni dei fenomeni più enigmatici del Novecento con immagini capaci di ""afferrare il secolo alla gola"""". Tracce affascinanti di questa guerra solitaria attraversano il suo unico romanzo, i drammi teatrali, i quaderni di appunti, i saggi e quella che Canetti stesso definì l’opera della sua vita: """"Massa e potere"""". Questa """"Introduzione"""" restituisce al lettore tutta la ricchezza della produzione letteraria, autobiografica, saggistica, aforistica e drammaturgica di un grande intellettuale indisciplinato."" -
Lavoro Natura Valore. André Gorz tra marxismo e decrescita
La posta in gioco: comprendere la crisi ecologica per combatterla. La scommessa interpretativa: focalizzare l'analisi sul rapporto tra forme storiche del lavoro, dell'ambiente naturale e della valorizzazione capitalistica. È fuor di dubbio, infatti, che la quotidianità ecocida cui non riusciamo a sottrarci – sesta estinzione di massa, riscaldamento globale, inquinamento-killer – affondi le radici nell'espansionismo violento del capitale. Lo sviluppo storico del nesso lavoro-natura-valore, tuttavia, complica il quadro e ci costringe ad affrontare una domanda tutt'altro che banale rispetto alla critica ecologica esplosa tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta del Novecento. Come è stato possibile che il limite ecologico si sia trasformato da vincolo allo sviluppo in profittevole opportunità di business, da puro costo per le imprese a fondamento della green economy, cioè di una nuova strategia di accumulazione capitalistica? -
Trascendenze immanenti. Da Kant a Marcuse
Il volume centra l'attenzione sul sapere filosofico inteso come capacità di superare le pre-stabilite categorie della realtà e del pensiero evitando la dipendenza da un piano che non sia quello concreto-immanente da cui si schiudono le molteplici prospettive di lettura fornite. È infatti solo interpretando la trascendenza come azione del trascendere, del superare, che diventa possibile, per la filosofia, riscattare la verità che le è propria. Dal giudizio estetico kantiano alla «sensibilità radicale» di Marcuse, passando per l'orizzonte energetico del pensiero di Stirner e l'eterno-differire di Nietzsche, l'autore scorge uno spazio problematico comune, in grado di creare connessioni e ponti comunicativi spesso trascurati dalla storiografia tradizionale. In tal senso, sfuggendo ad ogni forma di riduzionismo o di tecnicismo accademico, l'andare-oltre della filosofia rivela il suo incomparabile fascino e la sua sempre più urgente necessità. -
L'infinito. Aristotele, Spinoza, Hegel
Il corso del 1984/1985 consacrato al tema dell’infinito in Aristotele, Spinoza e Hegel, appartiene alla serie seminariale che edifica e prepara i concetti fondanti del primo grande trattato ontologico di Alain Badiou (L’essere e l’evento, 1988). L’asperità dell’analisi badiouana della costruzione filosofico-matematica del concetto d’infinito, solo in apparenza astratta, libera in realtà una folgorante prospettiva teoretica sulla questione tutta politica del soggetto. È l’indagine delle risonanze etiche di una soggettività infinita, infatti, il suggello di queste pagine così energiche. Non a caso il gradiente tematico del presente seminario trova ricetto in questi due enunciati, certo bruschi ma non meno imperiosi: «l’unico oggetto della filosofia è una teoria del soggetto»; «il finito è l’essenza di ogni forma d’oppressione». -
Libertà e Persona. Saggi su Paul Ricoeur
Nel pensiero di Ricoeur il tema della libertà costituisce un elemento sorgivo che si trasforma progressivamente in un fiume carsico: qualcosa di sommerso che tuttavia riemerge di tanto in tanto nella sua scrittura. Il presente saggio sonda le tematiche più care a Ricoeur, che si irradiano proprio a partire dalla riflessione sulla libertà: dal tema del linguaggio e della metafora, a quello del tempo e della narrazione, fino a giungere alla dimensione etica, legata al problema della volontà e del male, e che da ultimo sfocia nella questione del riconoscimento, tra giustizia e amore. -
Origine dell’arte. Studi sull’estetica di Croce
Esperire l’arte è un compito infinito che si dà alla conoscenza, in quanto è intrinseco ad essa. Una conoscenza – quella intuitiva, nel caso di Croce – che sembra essere stata attinta ad una dimensione originaria immemoriale: quella per cui l’arte è capacità di cogliere la realtà prodotta nel qui ed ora, per renderla legge dell’esperienza e immagine del suo articolarsi polifonico. Il secolo passato si apre con un’opera fondamentale, l'Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale del 1902, che, nel riallacciarsi alla grande tradizione razionalistica e idealistica dell’estetica, le imprime una svolta: quella che segna il passaggio dall’arte come conoscenza (e, quindi, come espressione isolata e subordinata al comprendere) all’arte come esperienza (un’arte che, in piena autonomia, crea le proprie condizioni di possibilità). L’intuizione e l’espressione, quali fili conduttori per il risalimento alle origini dell’esperienza dell’arte, sono dunque, per Croce, i due poli di produzione ed autoriflessione della realtà e delle sue possibilità rappresentative. Possibilità che il giudizio, esteticamente, scandaglia e fonda nel dare loro il nome: quello di arte. -
Filosofia dell'automatismo. Verso un'etica della corporeità
Le nostre vite, singolari e collettive, sono attraversate da forme di automatismo che agiscono al di sotto della soglia cosciente e determinano parte dei nostri comportamenti: automatismi naturali, automatismi acquisiti (l’abitudine come seconda natura) ma anche automatismi sociali. Il presente studio interroga tale problema approfondendo la questione etica e politica della de-automatizzazione, attraverso un originale percorso di riflessione teorica sulle nozioni di automaton, abitudine, habitus e postulando la necessità di un “apprendimento critico” dei nostri automatismi. Lungo un asse che da Aristotele giunge a Merleau-Ponty, Bourdieu, Sennett e Bateson, il libro disegna i tratti preliminari di un’etica della corporeità: solo nelle resistenze del corpo, inteso come mediazione vivente tra ripetizione e variazione, tra passività e attività nell’azione, potrà aver luogo la de-automatizzazione, cioè quell’interruzione dall’interno dei nostri automatismi che è in grado di spiazzare il soggetto etico ma, al contempo, di ri-formarlo. -
Biopolitica e libertà. Dieci capitoli su Foucault
Come è possibile esercitare la libertà nel tempo della ""biopolitica""""? Ha ancora un senso parlare di libertà quando il potere è diventato """"biopotere"""" (alla lettera: un """"potere sulla vita"""") impadronendosi delle attitudini, delle capacità, degli affetti e perfino dei nostri pensieri più intimi e privati? Quando cioè le stesse categorie del “pubblico” e del “privato” hanno perduto ogni ragione di essere, proprio perché il """"biopotere"""" produce - come dichiara insistentemente Foucault - il """"soggetto"""" stesso? Sono alcuni degli interrogativi che fanno da guida a questo studio e a cui l'autore tenta di rispondere esaminando l'intera opera di Foucault. La questione della libertà viene interpretata come il problema che ne orienta le tappe e ne dirige gli sviluppi, dagli scritti dedicati alle """"relazioni di potere"""" a quelli finali sull'etica degli antichi. La biopolitica costituisce la situazione attuale, il contesto e lo sfondo significante che spinge Foucault a ridefinire il concetto tradizionale (filosofico-giuridico) di libertà in direzione di un'inedita concettualizzazione etico-politica di """"pratiche di libertà"""" disperse, contingenti, irriducibilmente plurali."" -
Ribellarsi è giusto! L'attualità del Maggio 68
Il compito del filosofo, cinquant’anni dopo lo scoppio del Maggio 68, è duplice. Egli può misurare l’effettiva potenza detonante della vicenda, ma può anche individuare, al di là della plurivocità delle istanze di lotta che l’hanno caratterizzata (studentesca, operaia e libertaria), una precisa diagonale del pensiero. Vale a dire l’inedita teoria dell’incontro politico che il Maggio 68 ha tentato di enunciare e consegnare alla storia. Questo nuovo principio organizzativo, quest’idea, certo silenziosa, non immediatamente discernibile, persiste fino ai nostri giorni e prescrive il nostro avvenire; solo se la riattiamo potremo dirci ""contemporanei del Maggio 68"""". La concezione dell’evento di Badiou non è mai stata chiara come in questo testo: ad essere evenemenziale è l’urgenza di un modo singolare del politico, le sue conseguenze, non l’occupazione di un’università o di una fabbrica. La politica, quella vera, amministra insomma la realtà dell’idea. Essa è un problema di logica modale: """"uno spinozismo accanito…"""". Su questa scorta, il bilancio del presente testo, pur nella sua flessuosità, non rinuncia filosoficamente all’iperbole: solo l’idea del Maggio 68 è reale."" -
Etica e responsabilità
Cosa vuol dire essere responsabili nel nostro tempo? Su quali fondamenti riposa il concetto di responsabilità? In che termini possiamo conciliare la dimensione storica con una teoria dell'agire responsabile? Il confronto con l'avanzamento della ricerca scientifica, la pervasività del mondo dei social e le inchieste sui big data, l'aprirsi di uno scenario transumano o postumano, i conflitti religiosi e un orizzonte politico sempre più fragile non solo rilanciano la possibilità, per la filosofia morale, di farsi ancora una volta interprete elettivo del proprio tempo, ma la invitano a prendere attivamente parte alle decisioni fondamentali per la costruzione di un futuro condiviso. I saggi raccolti in questo volume contribuiscono a enucleare con attenzione queste nuove questioni che richiedono un agire responsabile, e più in generale offrono degli spunti importanti per orientarci in un mondo in cambiamento che ci ""chiama"""" con urgenza a rispondere a interrogativi sempre più pressanti e talvolta inquietanti."" -
Avventure e disavventure della verità
Nell’indagare la verità e la sua storia, Galimberti risale anzitutto alla prima fonte della nostra cultura, ai greci, che ci hanno tramandato una verità legata alla visibilità, anche se non immediatamente sensibile, com’è indicato da Platone col termine ‘idea’. Ma qui inizia anche la sciagura del corpo nel mondo occidentale e la scissione, sempre più pronunciata, tra ciò che è inteso come anima e il corpo. Nell’età della tecnica la verità cambia ancora: vero è ciò che ha successo, che produce risultati, perché a contare sono gli effetti di realtà, non la redenzione o il sapere, ma unicamente quel che funziona. Al giorno d’oggi non abbiamo però nemmeno più la capacità di prevedere gli effetti delle nostre azioni e la tecnica (che non è la tecnologia) è diventata la visione e il mondo stesso in cui l’uomo vive. Un mondo in cui il concetto di verità non è ciò che fonda l’agire ma una sua imprevedibile conseguenza. -
Il sistema di accoglienza in Italia. Esperienze, resistenze, segregazione
Migrazioni e accoglienza sono state trasformate in un affare economico e politico. Trafficanti, mondo delle imprese, politici, e addirittura una parte dei gestori dei centri di accoglienza, alimentano i propri affari sulla pelle delle persone migranti, le quali, trattate come fossero merce di scambio (tanto economico quanto ideologico), scompaiono in questo gioco al massacro di cui sono solo oggetto. E, insieme, scompaiono dall’attenzione i rapporti di potere nei quali esse si muovono. Questo libro rompe questa costruzione coloniale, che riduce le persone migranti al silenzio, e lo fa attraverso una presa di parola collettiva, eretica e meticcia. A scrivere, spiegare e far comprendere cosa accade sono, insieme, persone che hanno vissuto nel sistema di accoglienza, mediatori e mediatrici linguistico-culturali, attiviste ed attivisti, lavoratori e lavoratrici del settore, avvocati, ricercatori. Sapendo che bisogna superare il sistema attuale, nel nome della giustizia sociale e della partecipazione, contro le politiche razziste e xenofobe che si stanno imponendo in Italia e nel resto d’Europa. -
Sostakovic compositore d’avanguardia
"Šostakovič compositore d’avanguardia"""" è un saggio musicologico – ricchissimo di esempi e riferimenti inediti – ma anche una profonda riflessione sull’arte. Allontanandosi dal solito e connotato immaginario che vede nel compositore russo un vecchio amareggiato, piegato dagli orrori della storia, circondato da falci e martelli o dai soldati in marcia, Fernando Vincenzi restituisce alla figura di Šostakovič i suoi naturali tratti vitali: il profondo legame con la gioventù e con l’infanzia, la capacità di indagare ciò che si annida tra le pieghe della realtà, la temeraria sperimentazione. Quel che emerge dalla poetica e dall’etica di Šostakovič è un mondo enigmatico ma infinitamente affascinante, estraneo alla norma dell’omologazione, che abbraccia l’insondato." -
Dante
Uno dei maestri della filosofia italiana legge Dante. Il libro raccoglie tre saggi su tre luoghi esemplari delle tre Cantiche della Commedia, e si chiude con una riflessione di rara profondità sulla tecnica poetica del ""Paradiso"""". Carlo Sini mostra in queste pagine come in Dante si vada costruendo un inedito, circolare rimando tra il mondo degli affetti privati, il destino politico di Firenze e dell'impero, l’affresco generale della storia umana e della salvezza che la attende. Assistiamo così alla fondazione di una nuova identità – psicologica, etica, politica – dell’Occidente. Un’identità che vediamo oggi attraversare profondissime trasformazioni, non prive di una enigmatica fedeltà a quanto Dante vide e cantò nel suo capolavoro."" -
Lezioni italiane. L'eredità della Scuola di Chicago
Le vie di Chicago, le sue popolazioni, i quartieri, i ghetti, le gang hanno appassionato tante generazioni di sociologi e scienziati sociali. L’eredità della Scuola di Chicago che conosciamo più da vicino è quindi fatta di etnografie celebri e di un immaginario legato soprattutto allo sviluppo metropolitano. Questo testo di Andrew Abbot rinnova questo fascino, introducendoci ai classici della Scuola e spaziando in un percorso ideale che unisce la sociologia della metropoli, l’ecologia sociale, i rapporti fra pianificazione urbana e sociologia, la sociologia delle organizzazioni, la modernità e la trasformazione delle professioni, e infine la lirica, la narrativa e il significato sociologico del tempo e dello spazio. In queste pagine l’eredità della Scuola di Chicago viene estesa oltre i confini della ricerca empirica. Andrew Abbott propone infatti un approccio teorico ed empirico processuale ed ecologico, che è insieme la continuazione della tradizione di Robert Park, Ernest Burgess, William I. Thomas e il tentativo di trascenderlo.