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Voce di donna, voce di Goliarda Sapienza
Questo libretto raccoglie il testo del racconto ""Voce di donna, voce di Goliarda Sapienza"""" che dall'inizio del 2014 stiamo portando per librerie, biblioteche, piazze, teatri, associazioni. Il nostro racconto è frutto di anni di letture, ricerche approfondite, studio delle fonti, talvolta dei manoscritti dell'opera di Goliarda, nonché dell'analisi di autori e correnti a lei vicine, dalla letteratura al cinema, dal giornalismo al teatro. Il nostro lavoro vuole evidenziare il ruolo fondamentale e fondante della poesia nella vita e nell'opera di Goliarda, con un punto di vista inedito e inusuale, pertanto prezioso. Qui, dunque, troverete """"i racconti"""", cioè un testo che non sarà mai quello di un solo spettacolo, ma quello di vari spettacoli insieme: la versione più completa pertanto, dalla quale di volta in volta imbastiamo, ricaviamo, estrapoliamo, stendiamo la nostra proposta. Per noi non è un punto di arrivo, bensì un continuo impulso a studiare e approfondire l'opera di una donna straordinaria, con la passione che la letteratura e la sua condivisione ci infonde."" -
La poesia e il mistero. Dodici dialoghi
"Tralasciando l'annosa questione del canone e le inutili discussioni sullo stato di salute della poesia, che viene talvolta descritta dagli stessi """"addetti ai lavori"""" come un malato terminale in attesa di un insperato miracolo, credo che occorra innanzitutto tornare a interrogarsi sul senso e sul valore del fare poesia oggi. E questo un compito che riguarda non solo i critici, ma tutti coloro che in qualche modo si affidano alla parola, i poeti in primis e anche i semplici lettori. Se è vero quel che ha scritto Hölderlin, il quale aveva osservato in relazione alla crisi del moderno """"Ciò che resta lo fondano i poeti"""", cosa significa oggi, nell'era del postmoderno questa dichiarazione? Qual è il compito che possiamo attribuire alla parola poetica? Quello di custodire, dare rilievo e credito al reale? Quello di rappresentare il sacro o solo di delimitarne lo spazio? Che relazione intercorre fra la parola poetica e il mistero? Quale viaggio si intende intraprendere attraverso di essa? Sono solo alcune delle domande a cui è necessario dare una risposta, consapevoli che il problema non è solo di ordine retorico, politico e sociale, ma anche ontologico e metafisico."""" (dall'introduzione di Elisabetta Motta)" -
Goliarda Sapienza: una voce intertestuale (1996-2016)
Questa nuova monografia su Goliarda Sapienza muove da un'esigenza nata in cinque anni di studio e approfondimento: tentare una differente e rinnovata ricognizione critica sull'autrice con ampliamenti, riproposizioni e riappropriazioni di alcune tesi edite, talora veri e propri sconfinamenti, considerando in maggior misura le opere postume commisurate alle opere pubblicate in vita. La cronologia odierna svela, infatti, un'intertestualità inedita, che deve essere letta - soprattutto, ma non solo - alla luce della raccolta poetica ""Ancestrale"""", dei racconti di """"Destino coatto"""", e dei testi di """"Tre pièces e soggetti cinematografici"""". Ripercorrendo la biografia di Sapienza - prima - tracciata grazie a documenti inediti, ed entrando nei testi - in seguito - si ritesse la trama di un'esistenza plurima, vitale e libera, presentata seguendo un itinerario artistico che trova fondamento nella """"voce"""" come """"strumento primo"""" di scrittura, e perciò imprescindibile nell'approccio all'opera tutta."" -
Cartagine in fiamme
Cartagine, nei momenti precedenti alla fine della città, durante l'ultima guerra punica. Il protagonista è Hiram, un guerriero cartaginese, condannato all'esilio da Hermon, padre adottivo di Ophir, amata dallo stesso Hiram. Questi rientra clandestinamente a Cartagine per riabbracciare l'amata. Nel frattempo riuscirà a salvare Fulvia, una giovane romana che in passato gli aveva salvato la vita, strappandola all'altare su cui sta per essere offerta in sacrificio al dio Baal-Molok. Ma anche Phegor, un traditore segretamente in combutta con i Romani, era innamorato di lei. Nonostante Fulvia sia infatuata di Hiram, si concederà a Phegor, per aiutare la fuga dell'amato e di Ophir. Hiram, tuttavia, vorrebbe continuare a battersi a Cartagine ormai avvolta dalle fiamme, ma è trattenuto da Sidone, che lo conduce in salvo insieme a Ophir, al padre di lei Hermon e agli altri compagni, in quattro navi sfuggite miracolosamente ai Romani. -
I quattro tremori del giardino. Testo francese a fronte
"I testi che compongono """"I quattro tremori del giardino"""" nascono dal cataclisma che il 6 aprile 2009 colpì l'Abruzzo e il suo splendido capoluogo, L'Aquila. Poeta e traduttore, romanziere e critico letterario, l'autore ha suddiviso il suo libro in quattro sezioni. Ma già con la prima, forse la più fortemente strutturata dell'intero volume, il lettore viene invitato a entrare in una specie di """"elica testuale"""" fatta di anafore e slittamenti figurativi, quasi seguendo i dettami di un sogno surrealista. Nella seconda sezione, ritroviamo una variazione para-anaforica, questa volta modulata sul tema del vedere e dello sguardo. Portante, dopo aver ribadito la sua predilezione per l'iterazione, ritorna sull'idea della mescolanza fra spazi diversi, della fusione onirica fra dentro e fuori. Con la terza sezione, assistiamo però all'introduzione di un netto scarto stilistico [...] succedono infatti dei tanka (ispirati alle composizioni giapponesi di cinque versi). Certo, l'assunto resta il medesimo, come si vede dalla scelta di focalizzarsi su oggetti domestici in grado di dischiudersi su sconcertanti scenari. Si tratta cioè di un inventario (destinato a proseguire nei prossimi libri), per catalogare le """"cose"""" che lo scrittore trovò in casa della madre dopo la sua morte. Nella quarta sezione, l'autore offre uno sguardo solare sul paesaggio, su un Sud, prima ancora che geografico o psichico, ontologico e approda a una sorta di attutita saggezza, affidando il congedo a un verso di segreta, di inquieta perfezione: «[...] solo una/ metà dell'ombra ti appartiene»."""" (dalla prefazione di Valerio Magrelli)" -
Bartleby lo scrivano. Testo inglese a fronte
"Bartleby lo scrivano"""", uno dei sei testi che compongono la raccolta """"Racconti della veranda"""" è un capolavoro assoluto. Pubblicato su rivista nel 1853, si segnala subito per la contrapposizione rispetto alle consuete ambientazioni dei romanzi di Melville: alle distese oceaniche e ai paesaggi esotici subentrano qui palazzi, muri tutti uguali e muraglioni che impediscono lo sguardo in una strada di New York, Wall Street, che nel suo stesso nome adombra una chiusura d'orizzonte. In uno studio legale di Wall Street ha il suo ufficio l'io narrante del racconto, un avvocato specializzato in transazioni commerciali e finanziarie, che assume un copista di nome Bartleby senza minimamente sospettare a cosa andrà incontro. Bartleby è, infatti, inappuntabile, diligente, riservato e gentile. Ma la prima volta che l'avvocato gli chiede di effettuare il controllo di una copia, egli risponde, tanto educato quanto irremovibile, «Preferirei di no»." -
Come invecchiare con saggezza
"Su questo particolare mi sono intrattenuto più a lungo e con maggior scrupolo affinché tu non abbia a credere o vada dicendo che gli altri nostri predecessori siano stati più longevi di noi - con l'eccezione dei Patriarchi che però, per come la penso io, poco ebbero i che fare con le lettere - essi ebbero del resto, rispetto a noi, una maggior attività, non una vita più lunga una vita senza darsi da fare non è vita ma un semplice soggiorno privo di utilità.""""" -
Il dragone fifone. Ediz. a colori
Dove si racconta di un piccolo drago un po' speciale e un po' fifone che, tra le cime delle Dolomiti, non voleva sputare fiamme com'era tradizione in tutta la sua famiglia. E di come un saggio, con gastronomici e giusti consigli, riuscì a guarirlo. Età di lettura: da 3 anni. -
Lettere dal mio gatto
I gatti possono riuscire a scrivere qualcosa tenendo la penna nella loro zampina? A quanto pare sì: è quello che ci viene raccontato da Helen Hunt Jackson in ""Letters from a Cat"""" (Lettere dal mio gatto). Lo scritto, dal tono autobiografico, stampato per la prima volta nel 1879 a Boston, ripercorre l'esistenza e le avventure di Micina, la gattina dal pelo grigio scuro striato di bianco della scrittrice, che racconta nelle lettere inviate alla padroncina quanto avviene mentre si trova a casa della zia. La traduzione italiana fa immergere il lettore nel particolare mondo di questa scrittrice felina d'eccezione."" -
Breviario di storia romana
Una (geo) storia romana ab Urbe condita fino all'imperatore Gioviano (364) ridotta ai minimi termini, una rapida rassegna dell'orbe romano illustrato nelle aree geografiche che lo compongono delle quali viene per lo più indicato solo il come e il quando (e qualche volta da chi) esse sono state provincializzate. Un libro dallo stile semplice, a volte quasi elementare, schematico e incalzante: semplice quale si richiedeva a un breviario (il più breve della storiografia latina), schematico quale doveva essere un documento ufficiale della cancelleria imperiale del IV secolo, incalzante quale era stata (o almeno così sembra alla lettura) la sottomissione di una gran parte del mondo antico di fronte alla conquista romana; una conquista che da qualche secolo sembra essersi arenata nei teatri orientali, quelli su cui il Breviario di Festo si sofferma più a lungo, rallentando il suo racconto là dove hanno rallentato (e continuamente rallentano) le stesse legioni e soffermandosi a dare qualche dettaglio in più in vista di un'ennesima e imminente guerra in queste zone; guerra che non si sarebbe mai verificata e a cui non è chiaro se l'autore, nella sua neutra concisione, guardi con speranza o preoccupazione. -
Avventure tra cielo, terra e mare
Due racconti di Jules Verne, scritti prima di diventare il grande autore di romanzi che conosciamo: ""Un'avventura in Messico"""" e """"Un'avventura nei cieli"""". Nel primo, il punto di partenza è un ammutinamento con ambientazione esotica (il Pacifico). Verne costruisce una storia che somma al racconto di viaggio per mare i temi storici (la nascita della Marina messicana), scientifici (la natura del Messico) nonché quelli economici e sociali (la descrizione dell'agricoltura e del sistema di caste che caratterizzavano la società messicana appena uscita dall'esperienza coloniale). A fare da motore e collante fra questi elementi, il movente della vendetta personale o politica che muove i personaggi lungo meridiani e paralleli, nel perseguimento di un obiettivo di personale felicità che sembra sempre allontanarsi e spostarsi su un orizzonte altro da quello in cui si trovano ad agire. In """"Un'avventura nei cieli"""", un aeronauta si trova a bordo della sua mongolfiera insieme a uno squilibrato. L'intruso approfitta del lungo viaggio per sciorinare al narratore una lunga serie di incidenti aerei, fino al drammatico scioglimento finale. Due racconti in cui Verne ha modo di esibire tutta la sua perizia nel raccontare."" -
Quando lavorare è bello. Lettere dal carcere
L'esperienza di lavoro in carcere come Tutor è stata, per l'autrice, una delle più significative della sua vita, soprattutto per gli incontri che ha avuto l'occasione di fare, per la particolarità del luogo in cui si è trovata a operare e per la condizione delle persone con cui è entrata in contatto. In questo scritto viene mostrato un mondo che spesso non si vuole conoscere: quello di chi è recluso, raccontando comportamenti e necessità quotidiane simili a quelle di tutti. Un intreccio di storie e di testimonianze umane, ricche di vissuti differenti, con privazioni e sofferenze aggravate spesso dalla consapevolezza di aver trasgredito le regole sociali. Una proposta formativa che ha coinvolto il gruppo di allievi che vi hanno preso parte motivandoli a migliorarsi e a scoprire i propri talenti: un'esperienza sorprendente ed emotivamente densa. -
La musica. Testo latino a fronte
Agostino si è interessato alla musica, ""scentia bene modulandi"""", durante la permanenza a Milano. Il """"De musica"""", iniziato dopo il battesimo e terminato nella quiete di Tagaste nel 389, faceva parte di un progetto sulle arti liberali rimasto semplicemente abbozzato: fu concepito da Agostino come sezione di un più vasto corpus enciclopedico comprendente la sistematica esposizione, distribuita in singoli trattati, delle sette discipline liberali costituenti un sistema organicamente strutturato e già bipartito nei due sottosistemi denominati trivio e quadrivio. In quest'opera Agostino, nel contesto culturale e filosofico del mondo cristiano, investiga ed esamina la fenomenologia della musica in una fondamentale visione o prospettiva dicotomica, che separa la scienza teoretica dalla prassi o dalla materialità del suono e che si pone in logica continuità con la concezione estetica della classicità greca. L'opera si compone di sei libri scritti sotto forma di dialogo fra maestro e discepolo."" -
Versi che vanno
"Il successo degli Slogan profondi e la voglia di continuarli mi hanno spinto a inventare un testo poetico ad hoc, rapidamente scritto entro quest'anno con disegni di varie annate. Si tratta di poesie e disegni, che stavano in cassetti, attendendo una """"fuoriuscita"""" messa in prova nel precedente libro. Si tratta, come accennato, di una convivenza che continua e cambia il precedente Slogan profondi, di un continuo e cambia, un continuo e cambia che confido sia piacere e """"conoscenza""""."""" (Giancarlo Majorino)" -
Il maestro e gli altri
Roman comique nel duplice senso di saga teatrale e di racconto divertente, ""Il Maestro e gli altri"""" traccia uno straordinario ritratto ironico di un mostro sacro della cultura italiana della seconda metà del secolo scorso. Se in un primo momento esso procurò qualche piccola seccatura al suo autore, che aveva osato «parlar male di Garibaldi», con il passare del tempo si impose per le sue molte e accattivanti qualità, tra le quali un ritmo narrativo che - una volta iniziata la lettura - rende irresistibile l'arrivare fino in fondo (così almeno una recensione di «Repubblica»). La vicenda è presto narrata: un gruppo di umili dipendenti del teatro di cui il Maestro è signore e padrone decide di formare una filodrammatica. Pur nella sua innocua modestia, la cosa getta nel panico il Maestro, che sente minacciato il proprio """"territorio"""" e che la subisce come un tradimento e un affronto: finché alla fine... Tradotto e pubblicato in francese, tedesco e russo, ridotto per le scene sia come commedia che come monologo, in questa edizione si arricchisce di un serio saggio critico, scritto dopo la morte di Strehler, in cui Lunari testimonia tutta la sua ammirazione e il suo debito di riconoscenza per quegli che fu davvero il suo """"maestro"""". Ma nessuna contraddizione - sia chiaro - tra romanzo e saggio critico: anche Dante del resto mise Brunetto Latini (suo amatissimo """"maestro"""") tra le anime dannate dell'Inferno. Meno catastrofico e severo, Lunari si limita a scoprire sotto la scorza del ritratto ufficiale le fragilità e le debolezze che - a suo dire - rendono il Maestro più umano e simpatico di quanto non fosse in realtà."" -
La saggezza degli ubriachi
"È un'esperienza feconda per il cercatore - di poesia e di vita - incontrare la parola di Stefano Vitale che ha sempre avuto il pregio della chiarezza: non quella banalizzante o didascalica di facile arredo, ma una chiarezza caparbiamente raffinata e secreta. Ha lavorato con tensione e attenzione sull'occasione poetica, sulla materia sorvegliata del verso, del suono, della parola. Sulla via percorsa dal poeta, impegnativa e sincera fino alla nudità, ognuno può ritrovare anche una propria orma, e rileggerla con occhi rinnovati, ed essere richiamato in un qualche tempo che, dilatandosi dal personale all'universale, anch'egli avrà già vissuto. Le soste, le ripercorrenze, le intimità con la poesia pensante di Vitale avvengono con convergenza ustoria sul senso alto e profondo della sua parola. Una verticalità ad altezza d'uomo, dove, fatalmente, la dimensione essenziale è il tempo. Il tempo della saggezza e dell'ebbrezza, quello musicale della parola e quello variante e sospeso della musica, segnano ogni pagina di questa opera matura e solida."""" Dalla prefazione di Alfredo Rienzi)" -
Lo scarabeo d'oro. Testo inglese a fronte
In una fredda giornata d'autunno, William Legrand - ultimo discendente di un'antica famiglia ugonotta ormai decaduta - confessa a un amico di aver trovato per caso uno scarabeo, di un bel colore oro, appartenente a un genere finora sconosciuto. Non potendoglielo mostrare di persona, tuttavia, ma desideroso di soddisfare la sua incredulità, Legrand prova a disegnare lo strano coleottero su un foglio sgualcito. Alla luce del fuoco del camino, però, lo schizzo dello scarabeo muta improvvisamente, assumendo la forma di un inquietante teschio. Inizia così un'avventurosa caccia al tesoro, con assurde scoperte legate a misteriose crittografie. -
L' arte di godere. Testo francese a fronte
"Piacere, Sovrano Signore degli uomini e degli Dei, dinanzi a cui tutto scompare, anche la ragione."""" La rivendicazione del piacere e del diritto alla felicità nel testo di uno tra i più eterodossi scrittori dell'Illuminismo, La Mettrie, che afferma il carattere sovversivo dell'arte di godere e lancia una sfida al moralismo benpensante e alle dottrine delle Chiese. Il testo ricostruisce le linee essenziali del pensiero edonistico e materialistico sviluppato dall'ala più radicale dell'Illuminismo. Nel passaggio dal Seicento dei «libertini eruditi» all'affermazione dell'Illuminismo si realizza lo snodo essenziale. Le arti dell'affrancamento, proprie dei libertini, si aprono a più vaste cerchie sociali, in linea teorica si estendono al """"genere umano"""" intero. Il salto è grande e il percorso non è privo di ostacoli. La Mettrie è uno fra gli esponenti più significativi del libertinismo filosofico del Settecento, maestro di quell'""""Arte di godere"""" che è la prima tappa di questo percorso." -
Basho zodan. Basho in frammenti
Il più grande maestro e innovatore dello haiku è stato Matsuo Bashò, un poeta geniale che è vissuto e ha viaggiato nel Giappone del Diciassettesimo secolo. Nessuno mai, nel corso degli anni, si era permesso di contestare questa affermazione perlomeno fino al 1894, quando un altro scrittore, di appena ventisette anni, sente di avere qualcosa di importante da dire. Masaoka Shiki è un giovane giornalista, un uomo di lettere dall'entusiasmo febbrile, e soprattutto un poeta. Dal novembre del 1893 al gennaio dell'anno successivo Shiki pubblica sul quotidiano «Nippon» venticinque frammenti letterari sotto il titolo Basho Zodan. In giapponese zodan significa un discorso in disordine, fatto senza troppa cura per la sua forma e le sue conseguenze. Ma il vero scompiglio è quello creato dal contenuto degli articoli di Shiki: nessuno fino a quel momento si era permesso di criticare gli haiku di Basho, perlopiù in termini cosi lapidari. Basho Zodan è il primo studio moderno sullo haiku e il testo che ha cambiato la storia di questo genere poetico, per la prima volta in traduzione europea. -
Sonetti a Orfeo. Testo tedesco a fronte. Ediz. bilingue
La traduzione di Piero Marelli raccoglie l'impervia sfida a confrontarsi con un'opera ""epocale"""", dichiarandosi subito come una frequentazione del testo di Rilke, escludendo ogni leittralità. Egli, che già si è cimentato con la traduzione delle Elegie Duinesi, ha trovato nei Sonetti il motivo di una irresistibile attrazione: il richiamo alle cose stesse, l'amore per la vicenda che unisce indissolubilmente vita e morte, la passione per le cose e l'appello a salvarne la bellezza nella scrittura non poteva non essere corrisposta da un poeta come lui, che da sempre si è chinato sulle cose, anche sulla loro lingua, anche quella più diminuita, ma insieme piena di cosalita e portentosa come il dialetto, dove riIkianamente riposa la densità dell'esperienza di generazioni. Piero è poeta epico e civile, il suo approccio e la sua rilettura delle grandi figure classiche, Antigone, Eloisa, Simone, ha sempre rivestito il tono della denuncia, della chiamata al riscatto e mai del semplice compianto o commiserazione. Esse sono state da lui rivisitate nella forma di un lamento, una condanna, un appello aderente alla realtà delle cose. Ma l'attenzione per la poesia di Rilke non è certo qui un ripiegamento in tematiche intellettualistiche né un rivolgersi all'interiorità esistenziale, come non lo sono state per Rilke stesso: Piero vuole portare con sé, nella sua poesia, quella bellezza dell'esistenza, delle cose così come sono, della loro finitezza, che egli tanto ama e a cui si tiene.""