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Marco Introini. Padova e altri paesaggi. Ediz. illustrata
Gli scatti in bianco e nero che Marco Introini, fotografo documentarista di paesaggio e architettura, dedica alla città di Padova sono un tassello che si aggiunge a un lavoro itinerante intrapreso in molti luoghi del mondo, nel quale la fotografia è mezzo privilegiato per ospitare una riflessione sulla città e sulle corrispondenze ricorrenti in situazioni urbane diverse. Introini usa l'obiettivo come strumento conoscitivo della città e della sua storia, a partire dai tracciati urbani. In questi percorsi sono protagoniste tutte le architetture, del passato e del presente, che fanno da quinta all'esperienza quotidiana di abitanti e turisti: i luoghi del commercio, dell'Università, delle Istituzioni, ma anche i porticati, le chiese, le porte, i corsi d'acqua. Per Padova il fotografo ha privilegiato l'asse est-ovest, dal Portello passando per via Altinate, fino a corso Milano e porta Savonarola, descrivendo una città dalle mille facce, in cui storia e modernità coesistono fianco a fianco. -
Intersezioni. Gioielli tra design, arte e tecnologia. Ediz. italiana e inglese
Intersezioni di linee e di piani, geometrie perfette e minuziose, strutture architettoniche forti e armoniose: sono gioielli, soprattutto anelli e collane, che prendono spazio nella Gallery di Palazzo Contarini Polignac giocando con luci, proiezioni, ombre, contrasti e riflessi colorati. Stefania Lucchetta, artista e designer - per la prima volta a Venezia con una personale nell'ambito della Venice Design Week 2018 - da quasi vent'anni sviluppa una propria poetica del gioiello attraverso la tecnologia. L'artista è una pioniera nell'utilizzo dei software di progettazione e delle macchine di prototipazione (3Dprinting) per creare effetti nuovi e non riproducibili manualmente con le tecniche tradizionali. «Quello che ho fatto in questi ultimi anni è cercare di materializzare alcune idee di gioielli che avevo in testa che, senza le nuove tecnologie e i nuovi materiali, non sarebbero stati realizzabili». la mostra evidenzia il percorso di ricerca e innovazione nell'incontro del gioiello con mondi diversi: il design, l'architettura, l'arte. la creatività va sempre di pari passo con l'evoluzione tecnologica della macchina cercando il punto di intersezione con la manualità per aprire nuove strade al gioiello contemporaneo. -
Tra giornalismo e rivoluzione. Francesco Dall'Ongaro interprete e protagonista del Risorgimento
Poeta e giornalista, interprete di un'epoca attraversata dalle guerre di liberazione nazionale del 1848-1849, Francesco Dall'Ongaro (Mansuè, 1808 - Napoli, 1873) presenta un articolato profilo di letterato, in cui vocazione poetica e prosa giornalistica convivono. Animato da un temperamento intellettuale ispirato al pensiero democratico di ascendenza mazziniana, Dall'Ongaro riuscì a dare voce a un'imprescindibile necessità di testimonianza civile mediante un'intensa attività letteraria e giornalistica, attraverso cui fu protagonista dei momenti più significativi del Risorgimento italiano. Questo studio, attraverso il ritrovamento di un consistente corpus di autografi, traccia il profilo e ripercorre la carriera di Dall'Ongaro a partire dagli anni della formazione trascorsi tra Padova e Venezia, quando, grazie all'amicizia con alcuni scrittori legati al Caffè Pedrocchi, primo fra tutti Luigi Carrer, inaugurò una nuova stagione letteraria imprimendo da subito alla propria forma espressiva un connotato militante. -
Chioggia. Rivista di studi e ricerche (2018). Vol. 53: Novembre.
C'è stata nella storia di Chioggia, anche in quella più recente, una tradizione giuridica i cui protagonisti, principalmente avvocati ma non solo, hanno agito da tecnici del diritto e nel contempo hanno svolto un ruolo dirigenziale nella costruzione e affermazione, in tempi diversi, dello stato di diritto e della democrazia. La dimostra quanto proposto attraverso due importanti articoli della rivista. Altri articoli riguardano: l'intervento degli scout nel territorio di Chioggia durante l'alluvione del novembre 1966; il naufragio del bragozzo Benintendi, l'origine del nome di Brondolo, la storia della famiglia ""Boscolo Anzoletti"""". Nell'iconografia a colori splendide immagini della laguna fornite dal Circolo Nautico Chioggia."" -
Francesco Iunco. La danza delle ninfe. Dipinti, disegni e brevi scritti saffici e metafisici
L'opera pittorica e grafica di Francesco Iunco si affaccia nel panorama artistico contemporaneo come un'originale commistione di stili che il giovane artista di Manduria combina per sperimentare un innovativo linguaggio espressivo. Sullo sfondo di un'ispirazione che prende le mosse dal decorativismo bidimensionale e prezioso di Gustav Klimt si innestano dettagli di chiara ascendenza metafisica. Ecco che allora tanto nei soggetti naturalistici che in quelli figurativi troviamo linee sinuose, ondulate e sensuali che si intrecciano, come in una danza, a spazialità architettoniche atemporali dalle atmosfere misteriose. Queste linee definiscono gli elementi naturalistici e accarezzano i corpi di ninfe e nereidi dalla prorompente femminilità. Il tema klimtiano della femme fatale si contamina con citazioni dalla mitologia classica, soprattutto Saffo e Ovidio, e si arricchisce di nuove brillanti note cromatiche e di graffiante potenza segnica. Le opere qui presentate attestano il percorso in evoluzione di un artista che vive nel proprio tempo ma mantiene fisso lo sguardo sulla grande arte del passato. -
Il Tempio Votivo del Lido. Chiesa di Santa Maria Immacolata e Sacrario Militare. Memoriale e Centro Documentale della Grande Guerra Fronte Marittimo Adriatico - Venezia
Per tutti è noto come il Tempio votivo del Lido di Venezia, ma quello che sorge in Riviera Santa Maria Elisabetta, innalzato su una sorta di prua protesa verso Venezia, presso l'asse viario trasversale dell'isola che ne connette gli opposti fronti acquei, è il solo sacrario militare della città. Un luogo della memoria, che ospita le spoglie dei caduti dei due conflitti mondiali, in particolare della Grande Guerra. La sua storia risale al 1916, quando il patriarca di Venezia fece voto di costruire il Tempio per la salvezza della città, affidando il progetto all'architetto Giuseppe Torres. Il volume ripercorre la storia di questo importante palinsesto della storia veneziana e italiana, un luogo che è stato al contempo chiesa e sacrario civico, soffermandosi sugli interventi di recupero architettonico che ne hanno permesso di recente la restituzione alla cittadinanza. Storia urbana e sociale, memoria civile e spirito religioso s'intrecciano in questo nobile edificio, che attendeva da tempo un restauro e che ora, sottratto all'abbandono e ricollocato nel presente, attende una nuova vita che lo renda parte attiva nel flusso della nostra storia. -
Zanino di Pietro. Un protagonista della pittura veneziana tra Tre e Quattrocento
Zanino di Pietro Charlier fu uno dei protagonisti della stagione tardogotica veneziana. Dopo un soggiorno di vent'anni a Bologna, all'inizio del Quattrocento il pittore di origini francesi fece della città lagunare la sua nuova residenza e luogo prediletto dove svolgere la propria attività. Qui, grazie a un acuto senso degli affari, riuscì a ritagliarsi un ruolo di spicco nel panorama artistico locale, avviando un'efficiente bottega. Ne sono prova tanto l'elevato numero di opere riconducibili al suo atelier, quanto l'importanza dei suoi committenti, tra i quali figura Marino Contarini. Perfettamente inserito nelle dinamiche lavorative e commerciali di una Venezia regina del mare, il pittore non limitò la sua attività al solo centro lagunare, ma giunse a esportare i suoi prodotti fino alle coste marchigiane, pugliesi e croate. Il volume, studio monografico dedicato a questa prolifica e affascinante personalità, ne ripercorre per intero la parabola artistica. Il ricco catalogo ragionato apre a un'approfondita riflessione sulle modalità operative della bottega medievale, sui rapporti con la committenza e sulle tipologie e funzioni dei dipinti. -
Il «Palagio traforato». La Ca' d'Oro nella Venezia tra Otto e Novecento. Ediz. illustrata
Affacciata sul Canal Grande, la Ca' d'Oro di Venezia - che Gabriele D'Annunzio chiamò suggestivamente il ""palagio traforato"""" - è nota per la sua particolare facciata asimmetrica, rivestita di marmi e ornati scultorei un tempo arricchiti dai vivaci colori dell'oro, del blu oltremare e del rosso. A partire dalla metà dell'Ottocento l'edifico è stato oggetto di una rinnovata attenzione, alla quale contribuirono le opere di conservazione e restauro che ne hanno determinato la facies attuale. In queste pagine sono ripercorse la fortuna critica e la storia delle poco note vicende architettoniche che negli anni hanno trasformato la Ca' d'Oro da abitazione a museo. Attraverso un'ampia documentazione in parte inedita vengono illustrati i progetti e gli interventi dell'architetto Giambattista Meduna (1845-1849) e del barone Giorgio Franchetti (1894-1916), nonché i lavori di restauro e musealizzazione diretti dall'ingegnere Ferdinando Forlati dopo la donazione dell'edificio allo Stato (1916-1927). Viene così offerta un'interpretazione articolata della storia del palazzo, uno dei più affascinanti edifici veneziani nella cui sregolatezza risiede tutta la sua stupefacente bellezza."" -
Maxims I e Maxims II. Poesia gnomica in inglese antico
Fra i molti componimenti appartenenti al genere sapienziale prodotti nell'Inghilterra anglosassone, ""Maxims I e Maxims II"""" costituiscono una fonte privilegiata da cui il lettore moderno può in parte desumere la mentalità, nonché alcuni usi e costumi di questa società. Le massime exoniensi e cottoniane sono un chiaro esempio della feconda commistione culturale fra la civiltà germanica e la tradizione latino-cristiana prodottasi negli ambienti monastici dell'Inghilterra alto-medievale. La saggezza e la sapienza insite negli apoftegmi dei due poemetti riflettono l'acume e il sapere di una civiltà che, a seguito della conversione alla fede cristiana, si è distinta quale faro di indiscussa erudizione all'interno della temperie storico-culturale dell'Europa tra i secoli VII e XI. L'edizione critica restituisce i poemetti in forma semi-diplomatica, con traduzione a fronte. Il glossario finale permette al lettore di orientarsi nell'interpretazione dei testi in antico inglese, da cui la traduzione delle volte deve allontanarsi per garantirne la comprensibilità, pur conservando il ritmo e l'immediatezza della poesia gnomica."" -
L' agenda della bioetica. Problemi e prospettive
La riflessione sulle maggiori tematiche della bioetica oggi ruota sempre più di frequente attorno al termine ""globale"""". """"Bioetica globale"""" (global bioethics) e """"salute globale"""" (global health) sono entrate nel vocabolario delle questioni bioetiche sia sul piano teorico e concettuale che più direttamente applicativo. Il volume analizza criticamente, da un lato, l'ampliamento dei compiti assegnati alla bioetica e, dall'altro, la graduale estensione del concetto di salute. Un'ampia riflessione è dedicata alla tematica del fine vita. Ci si interroga sulla natura e sui limiti della responsabilità morale e deontologica del medico, al fine anche di evitare un approccio eccessivamente interventistico nell'attività clinica e di cura riguardante le ultime fasi della vita. Tale analisi è volta a proporre una serie di distinzioni concettuali, da tenere presenti per non cadere in soluzioni semplicistiche. Nel tentativo poi di individuare un lessico del fine vita più preciso e raffinato, si dà conto anche della recente normativa in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento e delle implicazioni bioetiche che essa comporta."" -
La fragilità dell'anziano. Studi e prospettive in geriatria
La complessità biologica, clinica ma soprattutto psico-sociale dell'anziano è argomento di grande attualità nel mondo geriatrico, che ha orientato le proprie ricerche a definire gli aspetti che comportano la comparsa e l'evoluzione della fragilità. L'invecchiamento, accompagnato dall'aumento dell'aspettativa di vita, implica la riduzione delle riserve funzionali di organi e apparati ed espone l'individuo a un maggiore rischio di malattia. Il termine ""fragilità"""" identifica proprio questa condizione di vulnerabilità, a volte difficile da riconoscere visto che le determinanti di tale processo sono molto diverse. I saggi di questo volume presentano i risultati di diversi studi della letteratura e in particolare dell'Alvise Cornaro Center Study, e si soffermano su alcuni indicatori riconosciuti come segnali della fragilità, a partire dai disturbi visivi e uditivi. Identificare e comprendere il ruolo della fragilità come condizione che interferisce con la durata della vita dell'anziano costituisce il punto di partenza per pianificare interventi mirati a prevenirla e a combatterne le conseguenze, quali il decadimento funzionale e cognitivo."" -
Aldo Peressa. Cereal Docks Demethra
L'opera di Aldo Peressa che viene documentata in questa monografia è un'opera della maturità, un'opera che - anche per la sua complessità funzionale e articolazione compositiva - in qualche modo costituisce una sintesi di alcuni dei principali temi fino ad oggi trattati dalla sua architettura, innanzi tutto, quello della luce. Questo progetto Cereal Docks Demethra si sviluppa secondo l'elaborazione di alcuni volumi elementari che, grazie alle peculiari soluzioni costruttive, si pongono di fronte all'azione della luce in modo autonomo, proponendosi nei suoi confronti con attitudini ed esiti differenziati. Poi quello del rapporto natura/artificio. In fondo, per l'architettura la natura in sé non esiste, è sempre frutto di un'astrazione, è natura simbolizzata, ipostatizzata. Natura artificiale, per così dire. Infine quello del luogo. «Uno degli scopi profondi dell'architettura» - scrive Peressa - «non è tanto quello di prendere luogo, di dislocarsi nelle aree o negli spazi prescelti o concessi, ma è quello di creare luoghi. La creazione del luogo è il suo fine ultimo». -
Borghi rinati. Paesaggi abbandonati e interventi di rigenerazione
Lo spopolamento dei centri minori è una dinamica propria della società odierna che vede nelle grandi città la risposta ai temi della globalizzazione. Eppure le aree interne rivestono un ruolo fondamentale non solo per la tutela del patrimonio storico e culturale e del paesaggio esistente, ma anche per la possibilità di promuovere stili di vita alternativi a quelli metropolitani e di favorire lo sviluppo di modelli economici e sociali innovativi capaci di coniugare tradizione e contemporaneità. I vuoti lasciati dai movimenti demografici sono qui visti come altrettante possibilità di rinascita dei borghi italiani ed esteri attraverso l'analisi dei più significativi casi studio organizzati all'interno di sei diverse strategie: l'ospitalità, la produzione, la cultura, la riconnotazione, la conservazione e la cooperazione. Ne emerge lo stimolo a un dibattito sulla corretta strategia di recupero di tali paesaggi e sul rapporto che questi potrebbero intrattenere con la loro controparte urbana. L'analisi è corredata da un intervento della giornalista di architettura Paola Pierotti, PPAN, e da un'intervista all'architetto Mario Cucinella. -
Giorgio Macchi. Progetti
Questo libro è la storia di un ingegnere italiano, una pagina prestigiosa dell'ingegneria del nostro paese. Una narrazione diretta e personale come un diario di lavoro, stesa da un suo protagonista: Giorgio Macchi. Il racconto di una vicenda singolare per ricchezza e acutezza, che rende vicina la pratica dell'ingegneria, comprensibili i suoi strumenti e i suoi fini, descrivibile il campo delle sue azioni, grandi i suoi obiettivi. Giorgio Macchi, nato nel 1930 a Milano, si laurea in Ingegneria civile al Politecnico di Torino, dove diviene assistente di Franco Levi, con cui poi approda a Venezia. È collaboratore di Silvano Zorzi in alcuni capolavori dell'ingegneria italiana, come i ponti sull'Autostrada del Sole, sul Po a Mortizza (1958) e sull'Arno a Incisa e a Levane (1964). Protagonista dell'insegnamento, dapprima a Venezia presso lo IUAV e poi all'Università di Pavia, dove dirige l'Istituto di Scienza e tecnica delle costruzioni e poi diviene preside della Facoltà di Ingegneria. È membro dei principali organismi internazionali di ricerca sul cemento armato ed è insignito di prestigiosi riconoscimenti internazionali. -
Ibn Haldun tra Alessandro e Cesare. La Grecia e Roma nel Libro degli esempi
Ibn HHaldun (1332-1406), uno dei più grandi storici arabi della fine del Medioevo, è tra i pochi autori arabi medievali noti anche al di fuori del ristretto ambito degli arabisti e degli islamisti. Nel suo pensiero, i metodi tradizionali della pedagogia islamica si uniscono a un'acutissima capacità di analisi, frutto delle sue burrascose vicende biografiche, e a una forte sensibilità per l'indagine sociologica e psicologica dei gruppi sociali. In particolare, la cosiddetta Muqaddima è spesso definita come opera fondativa della sociologia storica: in essa l'autore discute le cause e i fattori dell'incivilimento. Il volume offre al lettore la possibilità di conoscere i capitoli riguardanti la storia greca e romana del Kitab al-'Ibar, di cui si presenta per la prima volta la traduzione integrale in una lingua occidentale, corredata da un commento e da un'ampia introduzione che mette a fuoco i punti fondamentali su cui si impernia il ""discorso greco-romano"""" del grande storico arabo. Prefazione di Cecilia Martini."" -
La dottrina dell'analogia dell'essere nella «Metafisica» di Aristotele e i suoi sviluppi nel pensiero tardo-antico e medievale
La dottrina dell'analogia dell'essere attribuita ad Aristotele è tra le più importanti nell'ambito del panorama degli studi sulla metafisica, al centro di un millenario dibattito che ha di recente conosciuto un rinnovato interesse da parte degli studiosi. Il volume presenta una serie di puntuali contributi su Aristotele e sulla tradizione aristotelica antica, tardo-antica e medievale. Nonostante la ricerca costituisca un tema classico nella storia del pensiero, vengono qui presentate nuove problematiche che individuano nei testi aristotelici e nella successiva tradizione aristotelica ulteriori spunti di riflessione. Accanto alla ripresa delle interpretazioni classiche della dottrina dell'analogia dell'essere, ne vengono evidenziate nuove possibili letture attraverso la ricostruzione di una parte fondamentale della tradizione esegetica. -
Dire l'arte. Percorsi critici dall'antichità al primo Novecento
La creazione artistica europea ha lasciato dietro di sé la traccia leggibile di filosofie, teorie, valutazioni e storie che hanno accompagnato e talora sorretto la produzione nel tempo. Sono le ""parole dell'arte"""", un sedimento secolare di quei pensieri che, senza poter sostituire il linguaggio visivo, lo hanno tuttavia affiancato nello sviluppo storico. Testimonianze dalle quali non si può prescindere quando si affrontano lo studio e la didattica della storia dell'arte. Il volume mira a offrire un panorama d'insieme delle fonti e della metodologia della storia dell'arte, dall'Antichità al primo Novecento, e si pone come innovativo strumento per avvicinare criticamente i testi e abituare a un confronto diretto con i diversi modi di """"dire l'arte"""": dalle opere filosofiche a quelle enciclopediche, dai trattati alle biografie, dalla produzione poetica alla corrispondenza privata."" -
Incontro e abbraccio nella scultura del Novecento. Da Rodin a Mitoraj
Tra le espressioni artistiche, la scultura è quella che riesce meglio a rappresentare le diverse sfaccettature della figura umana, per la tridimensionalità delle forme, la complessità dei volumi, l'attenzione al dettaglio e alla relazione dei corpi con lo spazio. Quello spazio intimo della materia che racconta il corpo trasformandolo in forma e luogo di accadimenti nelle più diverse modulazioni, ora armonizzandole in una compostezza classica, ora enfatizzando il movimento con cui la materia presenta se stessa, sollecitando le superfici con tonalità impressioniste, o ripiegando su narrazioni liriche, simboliste, metafisiche. In questa rassegna di sculture di artisti del Novecento le molteplici singolarità della condizione umana vengono rappresentate attraverso un insieme di opere che toccano temi tra loro in dialogo: il cammino della vita, l'incontro, la relazione, la lontananza, l'attesa, l'empatia, la compassione. Un percorso che richiama le idee sempre attuali dell'Umanesimo, rielaborandole con un linguaggio artistico che invita alla memoria e alla riflessione. -
Ad Triangulum. Il duomo di Milano e il suo tiburio. Da Stornaloco a Bramante, Leonardo e Giovanni Antonio Amadeo
In questo volume Giulia Ceriani Sebregondi, Jessica Gritti, Francesco Repishti e Richard Schofield ripercorrono le tappe della costruzione del tiburio del Duomo di Milano, uno degli episodi più affascinanti e complessi della storia dell'architettura italiana del Quattrocento. Si tratta di un caso esemplare, per la specificità e l'eccezionalità della Fabbrica del Duomo e per il coinvolgimento di alcuni dei più autorevoli protagonisti dell'epoca - Bramante, Francesco di Giorgio Martini, Luca Fancelli e Leonardo da Vinci - invitati da Giangaleazzo e Ludovico Maria Sforza a proporre un'innovativa soluzione strutturale, costruttiva e formale. Il desiderio della famiglia ducale di affermare la propria immagine attraverso questa impresa fa da sfondo all'avvicendarsi di costruttori, maestranze e ambiziosi progetti impegnati a dare all'edificio il giusto coronamento. La complessa vicenda è qui ripercorsa a partire dal riconoscimento dell'importanza dell'intervento del matematico piacentino Gabriele Stornaloco, ideatore nel 1391 di uno schema geometrico per stabilire le dimensioni dell'alzato, da ritenersi il ""filo di Arianna"""" per la costruzione di tutto il Duomo. Approfondendo l'accesa discussione sull'adozione o meno di differenti tecniche costruttive - lombarde, toscane e d'oltralpe - vengono poi analizzati i numerosi progetti proposti per risolvere il problema del tiburio, che spinge gli Sforza e la Fabbrica ad avvalersi di prestigiose consulenze, coinvolgendo anche Leonardo da Vinci, autore di un perduto modello ligneo. Si giunge infine al progetto vincitore di due lombardi, Giovanni Antonio Amedeo e Giangiacomo Dolcebuono che, tra il 1490 e il 1500, costruiscono il tiburio fino alla base della lanterna, utilizzando pratiche radicate nella cultura architettonica lombarda, tralasciando soltanto la guglia maggiore che sarà costruita nel 1769 a testimonianza della complessità di un cantiere durato oltre 400 anni, che fa del Duomo di Milano una delle architetture più originali d'Europa."" -
Chioggia. Rivista di studi e ricerche (2019). Vol. 55: Ottobre.
I calchi in gesso di pesci preparati dal maestro Sergio Varagnolo sono rappresentativi del suo ruolo di ricercatore, di biologo marino. Essi sono stati inseriti in un contesto più ampio cercando di mostrare che oltre al valore artistico ne avevano anche un altro immediatamente scientifico, legato alle ricerche di biologia marina da lui condotte. Nell'Iconografia vengono presentate inoltre le decorazioni in ceramica di Lino Salvato e Maria Grazia Lazzaroni che si trovano presso l'ex albergo ""Stella d'Italia"""" di Sottomarina e in altri edifici di Chioggia e Isola Verde. Il numero si apre con un articolo dedicato a monsignor don Dino De Antoni, recentemente scomparso. Segue un saggio riguardante i legami storico-materiali tra Chioggia e Venezia. Due contributi sono dedicati alla presenza religiosa nel territorio. Si parla anche di un altro biologo marino, Aristocle Vatova. Per la sezione Tesi di Laurea viene proposta un'ipotesi di """"Piano turistico per il Comune di Chioggia""""; mentre in quella degli Itinerari didattici viene presentato l'esame del materiale della Pretura (1943-1946) conservato in Archivio storico di Chioggia.""