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«La storia sulla grotta di Olevano è da riscrivere». Gli errori storici circa il vescovado, il bizantinismo e i basiliani nella grotta di Olevano sul Tusciano
«Il saggista Vittorio Campagna , notissimo ad Olevano sul Tusciano, per la polemica sorta tra studiosi sul Sacro Speco, in questa sua minuziosa opera riporta tutti i particolari, tratti da Diplomi imperiali e Bolle papali a suffragio delle proprie tesi. Le testimonianze portate sono inequivocabili e il suo persistere nel confutare le tesi opposte è fermo e deciso, nel rispetto per le persone degli studiosi, ma in contrasto solo con le loro interpretazioni, a suo giudizio deficitarie. La sua necessità di trasparenza e di stretta aderenza alla verità, lo ha indotto ad un gran lavoro di ricerca nel rispetto del vero e del lettore, e soprattutto della grande devozione a questi amati luoghi di appartenenza, che vantano un patrimonio tale da poter entrare tra quelli protetti dall'Unesco. In buona fede sono state scritte delle cose da parte dei suoi due antagonisti, in disaccordo con le sue certezze ed egli in questo saggio riporta anche la traduzione dal latino dei documenti attinenti, per agevolare la comprensione dei lettori e stabilire la chiarezza del contendere. Da studioso accanito e rigoroso si produce in un'interminabile arringa in difesa delle proprie tesi, degna del miglior giurista, apportando precisazioni degne del migliore esegeta, affinché il lettore abbia un quadro completo e circostanziato al massimo, per accedere facilmente alla realtà dei fatti. Non si è lasciato scoraggiare da attacchi offensivi, che hanno cercato di sminuire la validità delle sue asserzioni, considerandolo fautore inadeguato a tanto ufficio, non avendo raggiunto le loro qualificazioni accademiche. Se si nasce con uno spirito inadempiente a poco serve tutta la scienza, ma se si nasce con uno spirito combattivo e pronto a tutto, come un San Michele, in difesa dell'unica Verità degna di essere chiamata tale, allora ci si adopera con tutta l'anima a difenderla e ad esaltarla, infatti in questa missione ha già prodotto sei libri. Questa sua ricerca è anche favorita da una tenacia inossidabile che solo un carattere temprato come il suo può vantare ed una conoscenza non presa a prestito, ma autenticata da prove inconfutabili. [...]» (Angela Furcas). -
Amore telepatico
Berendril è una ragazza da un passato tormentato, che cresce nella costellazione di Andromeda. Ha spiccate doti telepatiche ed artistiche. Trova l' amore in un giovane salernitano ed insieme sperimentano livelli telepatici... -
Il Garlinàuen
Io non so chi sia questo Garlinàuen il cui nome mi è salito spontaneo alla mente. Non so da dove viene, se è caduto dal Paradiso terrestre o se è quella essenza primigenia che rimane in ogni uomo, qualunque sia stato il condizionamento che il mondo abbia avuto su di lui. So però che sono io, sei tu e tutte le creature con un'anima. Il poema di Gralinàuen è composto di otto voci. Ogni voce, dalla prima all'ultima, in questo percorso umano che si snoda dall'alba al tramonto, esprime se stessa ricorrendo alla forma che le è propria. Si comincia infatti con un linguaggio elementare che via via, a mano a mano ci si avvicina al centro dell'opera, diventa più strutturato, fino a culminare, proprio nella quarta voce, l' ""intermezzo della Terra"""", nell'endecasillabo senza varianti. Allontanandoci poi dalla Terra e procedendo con le altre voci, lo stile diventa meno rigido, ma non come nella prima parte perché l'esistenza di chi parla è stata comunque segnata dalla Terra. Il percorso del poema termina con un canto inespresso all'Infinito."" -
Il Clan di Cocktail
«Il Clan di Cocktail è un'opera unica nel suo genere perché supera tempi e mode restando sempre attuale. È un'opera sulla rassegnazione e la sconfitta della civiltà a causa di uomini ormai fagocitati e inghiottiti da una società cannibale e ingiusta. Una società figlia del commercio e della voglia di apparire che ottenebra le coscienze. C'è tanto post '68, finto positivismo e sete di apparire; tutto è pubblicità, tutto è slogan nella società degli uomini perché nell'ombra di ogni essere vivente si nasconde sempre ""un prodotto da commercializzare"""". L'uomo è merce perché ha da tempo venduto il suo spirito, la sete di comunione, la voglia di stare insieme se non per appagare egoismi. Siamo, però, anche dalle parti di Orwell e del Grande Fratello che tutto sa e tutto guarda, la vita, infatti, è """"una farsa che serve a soddisfare la solitudine"""" spiega Cocktail. C'è chi sogna di avere successo come Ingrid, chi pare indolente ad ogni manifestazione ultraterrena perché consapevole che il sacro può esistere solo se spettacolarizzato. """"La scienza dovrebbe essere asservita alla fede"""", ricorda sempre Cocktail, ma """"il Profeta"""" (c'è molto Gibran in quest'opera) agisce in un tempo in cui La Verità e La Giustezza incontrovertibili sembrano avere delle ipotesi. Potrebbe sembrare un paradosso ma questo è il mondo che si """"manifesta"""" in quest'opera: uno specchio grigio e malinconico della realtà in cui tutto appariva ribaltato (all'epoca) mentre tutto sembra così contemporaneo (oggi). Le offese vengono dimenticate rapidamente e solo la violenza (verbale e fisica) pare scatenarsi con semplicità. Il Clan di Cocktail, scritto nel 1968, ha anticipato il nuovo millennio e persino quella gemma che è stata la serie televisiva Lost. Non è un caso se uno dei personaggi, pieno di domande e legato al danaro ricorda nel cognome il filosofo liberale Herbert Spencer fautore del darwinismo sociale; si perché nel Clan di Cocktail c'è una lotta per la sopravvivenza sociale e per la selezione naturale, una """"terra di nessuno"""" in cui la sacralità è costretta a sparire per lasciar posto ad una vita ciclica e senza slancio. In scena ci sono uomini resi inermi che hanno smesso di Credere e Sperare nei """"sentimenti"""". Ci troviamo a New York anche se il tempo e lo spazio sembrano sospesi. Il marmo, il giardino, i monumenti del """"primo tempo"""" sembrano schegge di memoria così come i bassorilievi di Orfeo ed Euridice, monito per chi guarda (o legge) della loro storia d'amore e di quanto il veleno di una società ingiusta possa minare anche le unioni più felici.» (Luca Guardabascio)."" -
Gli ordini religiosi e i regolari in Eboli
Il libro tratta dei seguenti ordini religiosi che sono presenti e che sono stati presenti in Eboli con monaci, monache, frati e suore che hanno dimorato in Eboli: Basiliani, Benedettini, Benedettine, Cappuccini, Cavalieri di Malta, Celestini, Clarisse, Conventuali, Divino Amore, Domenicani, Figlie di Sant'Anna, Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, Figlie di Cristo Re, Gesuiti, Minimi, Minori, Osservanti, Riformati, Suore della Provvidenza di San Gaetano da Thiene, Suore Francescane dei Sacri Cuori, Verginiani. -
Gli «Status Animarum» della Parrocchia di San Bartolomeo di Eboli
In questo libro tratteremo di una chiesa che soli in pochissimi la possono ricordare, stiamo parlando dell'antichissima chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo che si trovava tra il Corso Garibaldi e via Giacinto Romano, l'attuale Salita San Bartolomeo, che si trova continuando a salire gli Scaloni vecchi che si trovano di fronte all'ufficio delle Poste Italiane di Corso Matteo Ripa. La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti dell'estate del 1943. Grazie a qualche fotografia di Luigi Gallotta possiamo conoscere l'interno e l'esterno della chiesa e grazie a una foto inedita vediamo gli enormi danni che subì la chiesa. Il disegno in pristino dello studio Fasolo ci riporta tutte le sue misure. La descrizione del suo parroco ci aiuta a capire che la parte sinistra faceva da contrafforte alla strada che porta alla chiesa di San Francesco, sottoposta per metri da 1,45 a 3 circa. Di seguito nella pubblicazione daremo notizie storiche sia di questa antica chiesa parrocchiale danneggiata dalla furia delle bombe sia del nuovo complesso parrocchiale dedicato a San Bartolomeo Apostolo e San Matteo (altra antica parrocchia ebolitana) inaugurato l'8 dicembre 1957 sul viale Amendola, proprio dove una volta c'era il campo sportivo Littorio, denominato in seguito ""Me ne frego"""" dopo il discorso che vi fece Benito Mussolini nel 1935 alle truppe militari in partenza per l'Africa. Pubblicheremo oltre al disegno in pristino dell'antica chiesa tutti i disegni della costruzione del complesso parrocchiale di viale Amendola con le varie modifiche apportate prima del progetto definitivo. Infine presenteremo i registri Status Animarum (Stati delle anime) della vecchia parrocchia del Centro Storico."" -
Oltre l'immaginario. Una crociera tinta di giallo
Libro bifacciale -
«Redivivere». Creta 2012: riflessioni e considerazioni sulla singolare vicenda di Piero, sopravvissuto a prescindere
«A qualche ozioso pensatore, immagino, sarà capitato di domandarsi qualche volta perché siamo nati. Perché proprio noi tra miliardi di spermatozoi aspiranti alla vita, nella spietata lotta per arrivare primi all'appuntamento con l'ovulo da fecondare. Domanda banale ed ovvia qualcuno potrebbe pensare. Eppure, questo evento che racchiude in sé l'essenza stessa dell'umanità, pur essendo così universalmente diffuso ed apparentemente ordinario, scontato si potrebbe dire, resta un atto unico ed esclusivo nella vita della persona, un avvenimento straordinario e meraviglioso nel quale confluiscono ragione ed istinto, sentimento e passione, la fisicità della carne e le pulsioni sessuali di soggetti appartenenti a generi diversi che con questo atto definiscono le ragioni della loro diversità. Rispetto a tutto ciò, viene da domandarsi, allora, se la nascita sia solo un fatto casuale, un evento fortuito, un accidente di percorso o tutto questo risponde ad una logica, ad un progetto intenzionale che richiama imperscrutabili disegni della natura. Così come viene da chiedersi perché moriamo. Se la morte sia solo e semplicemente cessazione delle attività vitali per raggiunti limiti di età o per motivi di salute, ovvero per qualche altro accidente, come verrebbe normale pensare e rispondere, oppure anch'essa, certifica la fine di una funzione, dello svolgimento di un ruolo ancestralmente prefissato all'interno di un disegno della natura. E quali sarebbero questi disegni? C'è un ordine nell'agire della natura o è solo caos? Se fosse solo caos diventa difficile pensare che tale disordine sia potuto durare così a lungo, miliardi di anni addirittura! E, comunque, se la tesi del caos può giustificare i primordi del mondo così come oggi lo conosciamo, appare impensabile l'idea che sia potuto continuare così a lungo e che l'epoca in cui viviamo sia governata dal caos. Logica vorrebbe, dunque, che la vita così come la conosciamo altro non sia che l'effetto di un ordine naturale, il che rimanda la questione alla domanda iniziale: perché nasciamo dunque? Quale ruolo o funzione siamo chiamati a svolgere all'interno di questo ordine naturale? Vi sono eventi nella vita delle persone che a leggerli con attenzione lasciano trasparire segnali che possono suggerire qualche spiegazione non dico per comprendere ma almeno ipotizzare, immaginandoli, quali possono essere questi disegni. I fatti che racconto in questo lavoro, per la loro singolarità rappresentano un'occasione per avviare o una riflessione di questo tipo, aprendosi a scenari in qualche modo originali, oppure rimandare il tutto all'interno di interpretazioni più specificamente religiose. Le particolari e, per certi versi, straordinarie vicissitudini di Piero, protagonista di questo racconto, ritengo, possono darci lo spunto per riflettere su queste domande e, forse, a qualcuno aprirà la mente per sviluppare una propria idea, che l'aiuti a dare una sua risposta al quesito. Se lo vorrà.» Vito Chiagano. -
Le migliori opere del Concorso «Ai miei cari...»
Questa antologia racchiude le opere migliori che hanno partecipato al concorso ""Ai miei cari"""". Le poesie e i brani brevi, nella maggior parte dei casi accompagnati da una fotografia, sono degli omaggi ai cari defunti degli autori, i quali hanno scelto la scrittura come modo per ricordare e far rivivere chi non c'è più."" -
I nostri più cari amici: gli animali
«Carissimi Autori, in veste di curatrice di questa bellissima e intensa pubblicazione, per prima cosa, voglio ringraziare ognuno di voi per le forti emozioni che mi avete trasmesso, attraverso i vostri scritti. Le parole con le quali avete parlato dell'amore, del rispetto e dell'attaccamento ai vostri cari amici animali, mi hanno molto aiutata ad elaborare la perdita della mia adorata Gaia, la gattina che mi ha fatto compagnia ed ha riempito infiniti momenti di amore puro, per ben sedici anni e mezzo. La condivisione del dolore dell'assenza di questi meravigliosi e teneri amici, mi hanno fatta sentire meno sola. I meravigliosi occhi verde smeraldo, che sono sulla copertina di questo libro sono, proprio, quelli della mia Gaia e sembrano guardare già oltre, al di là di ogni confine materiale ed ogni volta che li guardo, il mio cuore batte più forte e una forte commozione mi prende. Moltissimi scrittori hanno parlato del rapporto tra gli esseri umani e gli animali, uno di loro è Carlo Levi, che scrive della straordinaria e complessa vita emotiva degli animali: «Se non sempre possiamo vedere queste emozioni, forse è perché non ne siamo capaci!"" Ciò che affascina Carlo Levi è l'originalità dei loro comportamenti. """"Gli animali sono esseri capaci di provare una vasta gamma di emozioni, possono reagire in modo giusto e immediato ad una situazione radicalmente nuova, con il dolore, la sofferenza, lo stress, l'affetto, l'eccitazione, la compassione, la nostalgia, persino con l'amore e possono cercare di farcelo intuire. Sono una via di accesso a un mondo che non è stato ancora sterilizzato, capaci di parlare all'uomo da un mondo al quale egli non ha accesso"""". Essi, infatti, ci insegnano cose che una volta sapevamo e che abbiamo dimenticato. Questo allontanarci dalla natura è una dolorosa e inconsapevole mutilazione, la perdita di facoltà ed esperienze assolutamente preziose. I nostri amati compagni di viaggio, sono il mezzo attraverso il quale riusciamo, senza rendercene conto, a riconciliarci con la natura e con noi stessi, alleggeriti dalla pesante armatura delle convenzioni di una modernità robotica e stressata. Apparteniamo alla natura e ai suoi ancestrali tempi e ritmi, ai quali gli animali ci richiamano e, l'allontanamento da essa, ci renderà sempre più fragili e confusi. Voglio salutarvi con questa semplice, ma significativa e profonda citazione: """"Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali"""". (Immanuel Kant)» Amedea Lampugnani."" -
L' eternità di un'anima
"L'eternità di un'Anima"""" è un romanzo che vuole essere un invito ad un esame interiore finalizzato ad una """"nuova rinascita"""" che possa far guardare il mondo con occhi diversi. Protagonista è """"Anima"""" che, leggera come un soffio di vento fresco e trasparente, non conosce tentazioni e piaceri terreni che appartengono ad un corpo umano. Accade però che decide di intraprendere la più incredibile avventura di tutta la sua esistenza: assumere sembianze umane, per mettere alla prova la sua purezza, confrontandosi con i bisogni umani, le sofferenze e le tentazioni della carne. """"Anima"""" è responsabile di ciò che accade quale conseguenza delle sue azioni. È dunque, una """"creatura vivente"""" le cui azioni si misurano ed entrano in relazione con i comportamenti delle altre """"creature viventi"""", in una rete fittissima di azioni e reazioni, che insieme tessono la stretta trama di una strana società costruita sull'evoluzione e sull'intelligenza umana. Durante la sua condizione di creatura umana, """"Anima"""", facendo i conti con le tentazioni ed i bisogni della carne, può anche compiere gesti egoistici, che non portano nessuna luce dopo la morte del corpo, ma solo un'eterna oscurità. In alcuni casi particolari, però, può riscattare nel tempo la sua condizione di buio chiedendo di ripetere la sua esperienza terrena al fine di purificarsi e riconquistare la luce perduta compiendo azioni e gesti di profondo altruismo ed amore verso il prossimo." -
Mezz'ora di relax. Ristoro a sostegno di esausti-oppressi-avviliti
«Cosa posso dire a un autore quale Matteo Galdi il quale con i suoi scritti mette il lettore a pensare. Questo lavoro non è un libro che dopo averlo letto hai acquisito la storia di qualcosa. Questo è un libro composto da pensieri, aforismi, metafore e altro. Ognuna di queste chicche dopo averla letta devi soffermarti e assimilarla. Non puoi sorvolare. Questo piccolo libretto è composto da 127 elementi diversi e il lettore ha ben 127 possibilità di soffermarsi. Il titolo: ""Mezz'ora di relax"""" è giusto ... ma solo se si legge d'un fiato... ma poi bisogna tornare indietro e rileggere per capirne l'essenza. Alcune metafore, o aforismi, sembrano banali ma non lo sono affatto, anche le più semplici espressioni: """"Le gemelle più fedeli tra loro sono le mani. Una aiuta sempre l'altra"""". Su questa espressione quante cose si potrebbero dire? Si potrebbe addirittura scrivere un trattato sull'amicizia, sulla fiducia verso l'altro... e volendo sui gemelli stessi o addirittura proprio sulle mani. Quello che riporto di seguito potrebbe essere un proverbio che ha coniato l'Autore Matteo Galdi: """"Colui che per dispetto altrui denigrisce è un porcospino fino a che finisce"""". Tutti sappiamo che dietro un proverbio c'è un'esperienza di vita e molte volte, nel coniare un proverbio, ci sono esperienze di una moltitudine di persone. Matteo Galdi non è nuovo di queste cose ma nello stesso tempo, la sua esperienza da nuove sensazioni e nuove lezioni di vita in base a ciò che ha scritto anche perché non è una persona egocentrica ma una persona che ha dato molto alle giovani leve specie nel mondo dello sport, nel mondo del teatro e nel mondo della cultura in generale Ogni qualvolta Matteo si sofferma a dialogare con qualcuno dona a ognuno un po' della sua ricchezza del suo sapere.» Giuseppe Barra"" -
L' ultimo dei liberali
La storia di un uomo: Giuseppe La Francesca (Eboli 1870-1946), figlio di Francesco La Francesca. Colonnello di artiglieria operante sul Carso nella guerra del 1915-18 decorato con medaglia d'argento al valor militare. Sindaco di Eboli dal 1920 al 1923. -
Echi di vita
«Questo testo di Giulio Rocco Castello è una pregevole raccolta di poesie che conduce il lettore ad emozionarsi attraverso dei versi ben costruiti e dai contenuti profondi. Le parole, che appaiono selezionate dall'autore con molta cura, accompagnano, infatti, colui che legge attraverso un viaggio esistenziale intriso da sfumature a volte malinconiche (come in ""Attraverso il tempo""""), altre volte profondamente intime (come in """"Al vero specchio""""), altre volte ancora si tratta di una selezionata scelta di parole che appaiono scandite da cronache crude e romantiche allo stesso tempo di frammenti di vita (come in """"Sogni di speranze""""). Versi, dunque, la cui intensità rende questa raccolta poetica meritevole di essere letta con uno stato d'animo predisposto ad essere travolto ed avvolto da quelle stesse passioni che esso stesso vuole trasmettere e che l'autore descrive egregiamente, quasi come se dipingesse una tela dalla quale scaturisce un'immagine ben precisa, asciutta e capace di trasmettere sensazioni, mai banali, che invitano a riflessioni successive alla stessa lettura della raccolta poetica. Si tratta di un testo molto ben curato nei particolari, da leggere con attenzione per carpirne la sua profondità ed il suo reale contenuto fortemente emotivo.» dr. Rosaria Pannico."" -
Futuro anteriore. Il tempo è dentro di noi
"Futuro anteriore"""" narra la storia di Anna, giovane donna ricercatrice all'Università di psicologia di Napoli. Una donna forte, ma come tante presa dai suoi mille dubbi, dettati dalla paura di non essere mai all'altezza delle sue stesse aspettative. Vive la sua vita Anna, tra amicizie di infanzia, e amori mancati e immersa in un lavoro che ha imparato ad amare e che l'ha aiutata a crescere anche umanamente. Il Rettore le offre un incarico decisamente insolito e sorprendente, lo studio attraverso l'osservazione partecipante di una nuova comunità costituitasi in provincia di Avellino, i cui membri avevano deciso di vivere ricreando in tutto e per tutto gli usi e i costumi dell'Ottocento, abbandonando ogni contatto con il mondo reale e generando così una realtà parallela. Al suo fianco in questo bizzarro studio, il Professore Matteo Lamberti, collega di indiscutibili doti e meriti ma con il quale aveva ormai un rapporto burrascoso e ostile a causa di un forte legame che li aveva uniti vent'anni prima. Giunti sul posto Anna, diffidente all'inizio di questo incarico,lentamente resterà affascinata dalla bellezza del luogo e dalla curadei particolari nel ricreare un'intera epoca ai nostri giorni.Scoprirà che ogni simbolo porta con sé un significato profondo e che niente è semplicemente ciò che appare. Verrà a contatto con i balli tipici di quegli anni, con i vestiti ampi e i modi garbati, ma anche con il rigore, lo studio e il fascino di una cultura che trasuda in ogni angolo una realtà fantastica. Intento che apprezzerà ancora di più quando scoprirà, che il loro scopo non è demonizzare il progresso, ma ottimizzare per ogni secolo ciò che di buono lo ha reso unico, per costruire un futuro in cui nessun passato è obsoleto, ma ogni caratteristica vissuta viene valorizzata e perseguita per rendere immortale solo il bene di ogni epoca, compresa quella attuale. Ma nonostante questo percorso di sensibilità e di bellezza visiva e interiore, anche la stessa comunità non si rivela immune dall'inganno e da quel veleno tanto in uso in quell'epoca di risorgimento." -
Profumo di viole
Basta chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Riportare alla mente scene, fatti, personaggi di vita vissuta o di vita immaginata, di voglie, di desideri e di profumi. Eh già. I profumi sono quelli che ti rimangono addosso e sulla pelle ogni volta, tutte le volte: quando ami, intensamente e non ti sottrai; quando parli, fermando il tuo sguardo negli occhi dell'altro; quando aspetti, speri, sogni, vivi. I profumi tracciano nella storia di ognuno percorsi importanti di vita, dall'infanzia all'adolescenza arrivando all'età adulta. I profumi ti consegnano pagine fantastiche di un passato che non torna più e di un futuro che non si conosce, ma ti lasciano negli occhi la consapevolezza che ad ogni presente, che si viva degnamente, va abbinato un profumo diverso, come segno distintivo del tempo che passa, che resta, che arriva. I profumi sono la storia, la vita, la passione: sono i ricordi di una nonna fantastica che ti ha permesso di diventare quello che sei, attraverso gli insegnamenti e la sua dedizione e di una mamma, amorevole e saggia, che mettendoti al mondo ti ha donato la sua vita. I profumi sono i gesti quotidiani che tracciano la nostra storia e che tra mille riuscirai a riconoscere al primo venticello autunnale che fa capolino dalla finestra socchiusa. E le viole. Le viole tra mille le riconosci: eleganti e delicate, superbe e intense, dritte, con le striature sottili e quell'intenso, delicato e a tratti profondo profumo, che come tutte le cose belle che la vita ci regala ti entra nell'anima. Vi resta a ricordare chi sei, da dove arrivi, perché ti fermi: e poi riparti, annaspi, sospiri, respiri e sorridi; vivendo, tutta d'un fiato una vita bella da morire che nasconde insidie ed incantesimi ma che riserva sempre, alla fine di ogni temporale, un nuovo, meraviglioso arcobaleno. Raimondo Ardolino ha una penna immensa. Proprio così: se ""penna"""" ed """"immensa"""" potessero essere un nuovo connubio di parole sarebbe esattamente questo quello che sceglierei per descrivere la sua scrittura, altre mille volte. E non importa se la storia è quella di tutte le storie, se è di fantasia o verosimilmente pari alla realtà, se può essere accostata a fatti accaduti o solo sognati, pensati, immaginati. Questo romanzo ti prende, ti trasporta, ti trascina; si fa leggere ed è scorrevole. Fa sera ed è mattina e viaggi con la mente, con i sogni, con i ricordi, con l'anima. Le pagine di questo romanzo affascinano il lettore. Lo tengono piacevolmente legato alla scrittura e lo calamitano in spaccati di vita quotidiana che raccontano di vita, di famiglia, di amore, di sentimenti belli e di delicatezza. Sì, la delicatezza del profumo delle viole, quello che al sabato mattina dopo il consueto giro al mercatino rionale, tra le gerbere, le rose e fresie, ti si ferma addosso e continua a farti compagnia per tutto il tempo, cullandosi tra i capelli e nelle pieghe dei vestiti. """"Profumo di viole"""" di Raimondo Ardolino è un romanzo, un lavoro, una scrittura che lascia il segno. E... -
I pontefici da Pietro a Francesco e gli antipapi
«Una novità nel panorama della Storia della Chiesa e, più in generale, in quello della Storiografia: questo libro indiscutibilmente merita attenzione particolare e menzione d'onore. Gli autori, cui va riconosciuto il lavoro certosino svolto, hanno voluto delineare una storia del Papato, che si snoda lungo un arco temporale di ben duemila anni, con l'intento di esporne i tratti essenziali. Il Papato affonda le sue plurimillenarie radici arrivando fino al primo tra i discepoli del Cristo, Pietro, per coniugarsi con i nostri giorni segnati da Papa Francesco: tra i due si sono succeduti al Soglio Pontificio 266 Uomini di straordinaria levatura ma diversi tra loro per classe sociale, nazionalità, etnia. Come è noto, sull'argomento è stato scritto molto, da ogni angolo del mondo. Tuttavia, il Cav. Giuseppe Barra e il Dott. Alessio Scarpa hanno tentato, con eccezionali risultati, l'impresa di raccontare la Storia non solo nel modo più chiaro possibile, ma inserendo anche alcuni approfondimenti molto importanti per contestualizzare e comprendere meglio il ruolo del Papato. I capitoli dedicati agli Antipapi, pretendenti al Soglio Pontifico le cui rivendicazioni furono rifiutate o invalidate dai contemporanei o dai posteri, d'insieme con quello sull'Araldica Ecclesiastica accendono una luce nuova su strade ancora oggi troppo poco percorse dagli studiosi. Il volume si presenta come un compendio, come un'opera ricca di dati storici ed eventi che sono stati analizzati su lungo periodo e sono stati descritti con formule critiche incisive, proprie di un prodotto culturale che intende travalicare l'interesse immediato per inserirsi in un filone di ricerca destinato a non tramontare. Gli autori hanno voluto offrire un contributo all'avanzamento degli studi in questo ambito della storia della Chiesa, cercando di apportare nuovi elementi interpretativi dal punto di vista storiografico e addensando frammenti e memorie in un quadro complessivo. Siamo, pertanto, grati al Cav. Barra ed al Dott. Scarpa di averci donato un'opera pregevole, di piacevole lettura e di stimolo al proseguimento delle ricerche.» Andres Card. Arborelius OCD, Vescovo di Stoccolma. -
Favolando
Età di lettura: da 4 anni. -
Un diario del 1915. (e altre storie della Grande Guerra)
Prefazione di Fabio Astone. -
Lo scugnizzo scrittore
Antonio è un ragazzo che nasce con un destino che non ha avuto la possibilità di scegliere, in una famiglia senza mezzi di sussistenza e senza prospettive. Conosce sin dall'infanzia cosa sia realmente il significato di un'unica parola, quella della povertà, quella vera, cruda, che ti fa desiderare anche quel che normalmente si dà per scontato: un piatto caldo a tavola ogni giorno! In questa continua ""fame"""" di bisogni che si fa fatica a soddisfare, cosa si può pretendere da un ragazzo che si sta affacciando alla vita, alle sue prime esperienze che avrebbe il diritto di vivere nella piena spensieratezza dei suoi giovani anni? Frequenta la scuola ma con addosso le responsabilità di un """"adulto"""" che cerca di aiutare a tutti i costi la sua famiglia; e con quali mezzi se non quelli che la strada gli offre, compiendo le sue prime """"ruberie""""... Antonio non lo sa ancora, è troppo giovane per capirlo, ma possiede una grande ricchezza interiore, quella che noi chiamiamo """"valori"""" , che nessuno gli toglie nonostante tutto nel suo percorso di crescita così sbandato: la dedizione alla famiglia, l'amicizia, l'amore, il senso di rispetto e di fiducia in colui in cui crede e che ti ascolta. Sono questi i valori che, al di là di ogni esteriorità ed apparenza, diventano il baluardo della sua esistenza, anche nei momenti più bui e tristi, come quello della carcerazione, dell'amico scomparso troppo giovane, e che lo sostengono quando arrivano le prove più difficili da superare come il rischio di perdere la sua prima figlia che la moglie porta in grembo. Questo è l'Antonio che noi operatori penitenziari abbiamo conosciuto, la personalità non di un """"delinquente"""" ma di un uomo semplice dai sentimenti sinceri e schietti, che con umiltà ha saputo riflettere sui propri errori, riscoprire le proprie potenzialità, dare valore alle proprie risorse personali, rimettersi in gioco per cercare di riconquistare la tanto agognata libertà! Antonio è la storia dei tanti ragazzi che varcano le soglie del carcere, che meritano ascolto e non indifferenza, vicinanza e non lontananza, comprensione e non intransigenza. Una storia che merita di essere raccontata perché capire significa conoscere e non giudicare e con questo auspicio noi operatori penitenziari auguriamo ad Antonio ed a tutti i ragazzi svantaggiati come lui di vincere tutte le battaglie che la vita riserva.""