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Mafia e coop rosse. Misteri, intrighi e depistaggi
"Questo libro racconta della Prima Repubblica e di tangentopoli, dell'avvento di Berlusconi e del suo disegno per distruggere le cooperative. Parla, poi, della cooperazione siciliana e del suo duro lavoro per contrastare i tentativi di infiltrazione da parte di Cosa Nostra. Una visione di parte, certo. Ma documentata. In grado di riavvolgere il nastro della storia e rileggere fatti, circostanze e trame emerse dentro le aule di giustizia ma poco conosciute all'esterno. Fatti lontani nel tempo di cui spesso si è perso il filo. Troppo spesso l'espressione 'coop rosse' viene ripetuta a indicare in modo dispregiativo un'epoca ed un sistema di interessi e tangenti per finanziare la politica e il partito. Questo libro dimostra, carte alla mano - documenti storici, cronache giornalistiche e verbali di inchiesta - che tutto questo non c'è stato. E che quando c'è stato ha coinvolto individui non il sistema. Non la Lega delle cooperative. Racconta anche dei tentativi fatti da Legacoop e dalla Sinistra per liberare l'economia dalla mafia. E dei dibattiti interni alla società e alla politica negli anni Ottanta e Novanta""""." -
Palermo nel gorgo. L'autunno della politica e la scelta di don Puglisi
La tragica vicenda di don Pino Puglisi e il tumulto che attraversava Palermo agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Da un lato l'esperienza incompresa e solitaria del parroco di Brancaccio nell'inferno di quel quartiere, dall'altro il lento, progressivo estinguersi nella città della stagione esaltante della ""primavera"""" e delle speranze suscitate dall'orlandismo diventato forza egemone e di governo. Fenomeni tra loro legati da un sottile fil rouge implacabilmente rescisso sia dall'omicidio del """"sacerdote degli ultimi"""", sia dall'imprevedibile irrompere sulla scena politica siciliana di Forza Italia e del berlusconismo. Il volume ripercorre le tappe del cambiamento mancato di Palermo e della Sicilia mediante la creazione di nessi e relazioni tra passato e presente. Dunque non soltanto un """"nostalgico amarcord"""", ma anche e soprattutto una riflessione critica sull'oggi: la crisi del movimento antimafia resa evidente dagli scandali Helg e Montante, l'afasia della sinistra politica e sociale, il declino irreversibile della Regione siciliana, la necessità di pervenire nella Chiesa ad una rilettura del """"caso Puglisi"""" alla luce delle novità del pontificato di papa Francesco."" -
La strage negata
"Il 19 ottobre del 1944 si consumò a Palermo uno degli eventi più drammatici dell'immediato dopoguerra: truppe dell'esercito italiano aprirono il fuoco su centinaia di cittadini che, al grido di 'pane, pasta e lavoro!', sfilavano per il centro della città in una pacifica protesta contro il carovita. 24 tra i manifestanti, e tra di loro bambini e ragazzi, rimasero uccisi; 156 furono feriti. [...] Ripercorrendo tutte le tappe dell'iter giudiziario dell'eccidio del 19 ottobre, e concentrandosi in particolare sull'analisi del processo svoltosi presso il tribunale militare di Taranto nel febbraio del 1947, Rino Messina ci dimostra come dietro il paravento della """"tutela dell'ordine pubblico"""" si nascose in realtà la precisa volontà politica di proteggere le forze armate in un momento particolarmente critico quale fu quello attraversato dall'Italia nella transizione dal fascismo alla Repubblica, e in particolare dalla Sicilia, percorsa anche da istanze indipendentiste."""" (Dalla prefazione di Manoela Patti)" -
Quando Scelba imperava. Inchiesta sull'uccisione di Damiano Lo Greco
"Questo è un libro importante, perché attraverso la vicenda del bracciante di Piana degli Albanesi restituisce un tassello di verità alla storia del suo territorio e dell'Italia di quegli anni. La verità """"vera"""": documentata, ricostruita con tenacia, risalendo alle fonti, confrontando i dati, inchiodando le parole al loro significato, e chi le ha pronunciate alle sue responsabilità. Quella verità era mancata quando, più di 60 anni fa, la morte di Damiano Lo Greco si volle archiviare senza colpevoli. Ma riemerge oggi grazie a questa inchiesta puntuale, che ci racconta le tappe dell'omicidio e le successive inadeguatezze della macchina giudiziaria"""". (dalla prefazione di Luigi Ciotti)" -
Rileggendo Miriam Mafai
Libertà e uguaglianza: sono due parole che Miriam Mafai ha sempre sentito con urgenza e passione, con un forte senso del valore dell'individuo ma insieme del valore di una società di eguali, di una comunità senza dominatori e dominati: fondata, per usare la terza parola della triade originaria, sulla fraternità. Riflettere su come le ha fatte giocare insieme nella sua vita e nei suoi scritti è importante per capirne la personalità, ma anche per riproporne il senso alto nel nostro presente che spesso sembra averlo smarrito. Testi di Giovanna Fiume, Simona Mafai, Franco Nicastro, Salvatore Nicosia, Egle Palazzolo, Maria Concetta Sala; intervista di Beatrice Agnello alla figlia di Miriam, Sara Scalia; nove lettere di Miriam Mafai ai familiari. -
Placido Rizzotto. I funerali di Stato
"Il 10 marzo 1948 Placido Rizzotto veniva ucciso dalla mafia e solo il 24 maggio 2012 potevano essere celebrati i suoi funerali. Solo pochi anni prima infatti venivano ritrovati i suoi resti nelle foibe di Rocca Busambra, località nei pressi di Corleone, dove Placido era stato gettato dai suoi assassini. I funerali celebrati a Corleone, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno avuto gli onori di """"Funerali di Stato"""", come un atto di riconoscenza all'uomo e al sindacalista che aveva pagato con la vita il suo impegno contro la mafia per affermare i diritti del lavoro. [...] La documentazione fotografica che la Cgil propone rappresenta innanzitutto un omaggio a questa vicenda umana e politica che ci consegna, fra l'altro, tratti forti ed inquietanti di attualità. Una vicenda che ruota intorno al tema fondamentale del lavoro, della lotta per la sua emancipazione e per il riscatto di coloro che nel lavoro sono tante volte costretti a subire vessazioni, soprusi, ingiustizie."""" (Dalla prefazione di Susanna Camusso)" -
Ci avete condannati innocenti
"La testimonianza di un lascito di memoria, da un nonno [Giuseppe Pietramale] contadino a suo modo 'combattente' in Sicilia a un nipote [omonimo del nonno]. Un 'documento' di storia orale (potrebbe dirsi, meglio, di etnostoria), una specie di 'diario' in cui il frantumato (ed è da presumere disorganico) racconto dei fatti da parte del suo originario estensore si intreccia e si fonde con un'aggiuntiva cura narrativa adoperata dal curatore finale. [...] Una speciale 'stagione partigiana'. In essa, avvertita e interpretata 'eroicamente' dai militanti di base nel vivo dell'azione, si staglia la figura di Pio La Torre, di un dirigente comunista che, come ben sappiamo, eroe certamente lo sarebbe diventato qualche anno dopo e che, intanto, andò in galera insieme al contadino Pietramale""""." -
«Ecco perché...». Bibliografia degli scritti di pio La Torre
"Ecco perché..."""" è una raccolta di titoli: degli autografi, degli articoli di stampa, degli atti parlamentari che, in forma diretta o indiretta, riportano le idee e le posizioni assunte da Pio La Torre. Si tratta di una elencazione (con sintesi dei contenuti), il più possibile completa ed esatta, dei luoghi dove rintracciare gli atti scritti e pubblici dell'elaborazione politica che appartiene a La Torre: i numerosi rivoli da seguire pazientemente per ricomporla e confrontarsi con essa. Attraverso l'analisi di tutte le sue battaglie si può superare ogni visione parziale e scrutare l'intero cammino di una straordinaria figura di leader popolare e istituzionale. Un grande palermitano. """"Con la scrittura, La Torre ha avuto un rapporto intenso e continuo. Le riflessioni affidate alla carta stampata erano la via per un chiarimento a se stesso e agli altri del senso di un progetto, il risvolto meditativo di risoluzioni operative, lo strumento di persuasione e di creazione di un consenso intellettuale. Siamo certi che se fosse vissuto in epoca di tweet mattutini, meridiani e serotini la sua politica ne avrebbe sofferto molto."""" (Dalla prefazione di Salvatore Nicosia)" -
Siciliani al fronte. Lettere dalla Grande Guerra
La Prima guerra mondiale è l'evento epocale che segna l'inizio del Novecento. Questo volume si pone l'obiettivo di indagare l'impatto del conflitto sulla Sicilia nell'ambito di una rinnovata linea di ricerca. Cento anni fa, nel 1917, dopo Caporetto, prese corpo una raccolta di lettere e altri testi di e su 23 militari siciliani, mai pubblicata e qui presentata in edizione critica e accompagnata da un saggio di storia. Il libro dà conto di come la cosiddetta borghesia patriottica dell'isola visse e percepì l'inedita e sconvolgente esperienza bellica. -
Terze pagine
Nel 1949 un giovane latinista, Domenico Romano, comincia la sua collaborazione con il quotidiano palermitano ""L'ora"""" (in quegli anni, """"L'Ora del Popolo""""). Gli articoli qui raccolti, una scelta fra i numerosi interventi pubblicati in quel periodo, testimoniano un impegno ugualmente rivolto allo studio del mondo antico e ai problemi della realtà contemporanea: significativo documento dell'inizio di un percorso intellettuale che sarebbe stato sempre segnato dal costante esercizio di uno sguardo comparativo fra il passato e il presente. Introduzione di Elisa, Delia e Livia Romano. Postfazione di Salvatore Nicosia."" -
Il risveglio del gigante
Questa è la storia di un gigante che dormiva da tempo immemorabile in una foresta. Questa è la storia degli animali che un giorno lo destarono dal sonno e che, operosi, convocarono altri animali per liberare il suo corpo dalle catene che la natura aveva creato su di esso. Questa è la storia di altre creature malvagie e furbe che, obbedendo al volere di capi corrotti e prepotenti, invece decisero che il gigante non doveva svegliarsi. Con ""Il risveglio del gigante"""" Giuseppina Tesauro racconta, nella perfetta forma di una favola, i vizi e le virtù dell'umanità intera. La storia narrata diviene metafora del mondo: ci sono gli uomini di volontà, gli scettici, i saggi e i creduloni. Ci sono i potenti, astuti e malvagi che, per i loro fini biechi, assoldano avidi aguzzini che, per raggiungere i loro torbidi obiettivi, non esitano a ricorrere al ricatto e alla calunnia. In un mondo governato da un potere corrotto e sinistro, perché il risveglio di un gigante dormiente dovrebbe rappresentare una minaccia? Chi è dunque questo gigante? Prefazione di Franco Lo Piparo."" -
Morte per acqua
È il 17 febbraio 1954 a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta. Una pacifica protesta per l'alto prezzo dell'acqua si conclude con i carabinieri che disperdono la manifestazione lanciando candelotti lacrimogeni. La folla fugge in preda al panico. Per terra restano i corpi di tre donne e un ragazzo. Il libro ricostruisce e analizza l'episodio e il processo che segue, ennesimi tasselli di un mosaico sul diritto negato che fa cogliere, al di là di altre possibili letture, il nesso cause-conseguenze di molte vicende storiche siciliane e non solo. -
L' ultimo Risorgimento. Settembre 1866: la rivolta del sette e mezzo
Nel settembre 1866 un'insurrezione popolare sconvolse la città di Palermo e i Comuni del suo hinterland, colpendo i centri del potere amministrativo, politico e militare. Le modalità di svolgimento furono assai simili a quelle dei moti antiborbonici dei decenni precedenti e molti capisquadra erano gli stessi che nel 1860 avevano portato alla vittoria la spedizione dei Mille. In questo caso, però, la controparte era costituita dal neonato Regno d'Italia a guida sabauda. In una società ad alto livello di «democratizzazione della violenza», il moto popolare fu preparato da un gruppo di repubblicani radicali in rotta con i moderati e con Mazzini, guidato prima dal generale garibaldino Giovanni Corrao e poi da Giuseppe Badia, cui diedero manforte esponenti clericali e filoborbonici in cerca di rivincita. Il carattere ibrido della direzione politica, il mancato collegamento col resto dell'Isola e l'approdo in città di 40.000 soldati con cannoni e mitragliatrici, facilitarono l'azione repressiva guidata dal generale Raffaele Cadorna, con la dichiarazione dello stato d'assedio, arresti di massa e tribunali speciali. Prefazione di Marcello Saija. -
Parole prigioniere. I graffiti delle carceri del Santo Uffizio di Palermo. Ediz. illustrata
Riscoperti e studiati nei primi anni del Novecento da Giuseppe Pitrè, graffiti, disegni e iscrizioni delle carceri segrete del Santo Uffizio spagnolo in Sicilia, collocati all'interno del complesso monumentale dello Steri, rappresentano un unicum nel loro genere e una fonte storica straordinaria e imprevista. Le immagini sacre, le preghiere e le citazioni di salmi e testi biblici costituiscono un vero e proprio inventario delle devozioni di età moderna nel XVII secolo. La flotta schierata nella battaglia di Lepanto ci parla di uomini in movimento tra luoghi geografici di cui attraversano frontiere politiche, linguistiche, religiose. Abbondano le scritte in siciliano, latino, italiano, inglese, ebraico, preghiere, citazioni di testi biblici e di salmi, notazioni sulla vita in carcere, composizioni poetiche in siciliano o italiano. Soprattutto sulle pareti del carcere si leggono nomi e cognomi, accompagnati spesso da una data: essi ci consentono di risalire alle storie giudiziarie degli autori, conservate negli archivi madrileni, aiutandoci a contestualizzare e decodificare le ""urla senza suono"""" dei reclusi per cause di fede. Con un dossier di 65 fotografie a colori delle carceri."" -
Gramsci, dalla scuola di partito all'Anti-Bucharin
Questo volume, muovendo dall'ipotesi che nel dispositivo teorico gramsciano vi sia una sorta di traducibilità reciproca tra problema politico e problema pedagogico, indaga un'esperienza educativa promossa dall'intellettuale e militante comunista sardo nel 1925: la scuola di partito per corrispondenza, della quale rimangono due sole dispense, ampiamente analizzate nel testo di Maltese. In particolare, l'autore si sofferma sulla curiosa presenza, in esse, della traduzione della parte iniziale della ""Teoria del materialismo storico di Bucharin"""", che, pochi anni dopo, nei """"Quaderni del carcere"""", sarà al centro di una dura polemica. Pietro Maltese si è occupato del pensiero di Antonio Gramsci, del rapporto tra formazione e lavoro nel contesto della trasformazione post-fordista, della torsione neoliberale dei sistemi di istruzione contemporanea."" -
Romanzo politico. De Mauro, cronaca italiana
"Una cronaca politica? Non proprio. Un romanzo poliziesco? Neanche. Un giallo? No di certo. Un pamphlet? Per niente. Un diario civile? Non è il caso. Un libro di denuncia giornalistica? Per favore no! """"Allora che cos'è quest'opera della Saladino si chiederà il lettore. Difficile rispondere perché è all'incrocio di tutto questo, racchiude tutti questi generi ma non li contiene. Quello della Saladino è uno dei pochi esempi italiani di un canone molto difficile che possiamo definire, come per il titolo, romanzo politico. Un diario di un anno, dove sono segnati alcuni giorni con ciò che attorno alla vita dell'autrice accade: avvenimenti familiari, politici e di cronaca si intrecciano e insieme formano un coro di voci, odori e colori. Certo c'è De Mauro, c'è Palermo e c'è L'Ora, ma questi sono un fondale; sul palcoscenico vanno e vengono centinaia di protagonisti, individuali e collettivi, ognuno ha qualcosa da dire e la Saladino li fa parlare, senza mai un aggettivo o giudizio di troppo"""". (Dal saggio introduttivo di Antonino Blando)" -
Manuale di tecniche della scultura
"L'autore, dalla sua ricca e varia angolatura di scultore, di docente dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, di profondo conoscitore della storia dell'arte, ha dato uno strumento di conoscenza indispensabile e un supporto fondamentale sia ai professionisti, scultori del futuro, sia agli amanti della disciplina. Infatti in modo chiaro ed efficace viene ribadito come teoria e pratica siano indissolubili, e alla conoscenza dei procedimenti tecnici e delle materie che si lavorano sia coniugato l'estro creativo [...].'Un prontuario delle diverse tecniche artistiche che inquadra interessi teorici, sempre secondo la coscienza della nobiltà dell'arte e della grandezza che ogni scultore vi esprime. I materiali esaminati sono l'argilla, la terracotta, il gesso, la gomma siliconica, la scultura in vetroresina, in legno, in pietra, in bronzo e in resina poliestere, il tutto arricchito da un ricco corredo fotografico'"""". (Dalla presentazione di Valeria Di Piazza)" -
Pio La Torre. Dirigente del PCI
Questo volume si pone l'ambizione di ricostruire gli aspetti principali della biografia di Pio La Torre, aspirando a confrontarsi con tutti gli ambiti della sua azione politica, non riducibile soltanto alla pur fondamentale attività di contrasto e denuncia della criminalità organizzata: la formazione nel PCI postbellico; l'attività di quadro politico e sindacale nella Palermo degli anni Cinquanta; l'esperienza alla guida del PCI in Sicilia e l'impegno meridionalista; la partecipazione alla Direzione nazionale; infine, il rapporto col movimento femminista e con quello pacifista. Attraverso un ampio ricorso a documenti d'archivio fino ad ora non utilizzati, i saggi contenuti nel volume offrono perciò una interpretazione della figura di La Torre che ne focalizza il ruolo nella storia siciliana e in quella della Repubblica. Prefazione di Francesco Giasi. -
Contra haereticos. L'Inquisizione spagnola in Sicilia
L'Inquisizione spagnola di Sicilia sottopose a giudizio ebrei, rinnegati, negromanti, streghe, protestanti ed eretici provenienti da tutta Europa; tramite uno strutturato sistema di ufficiali, familiari e collaboratori, mantenne il controllo del dissenso politico e religioso dalla fine del Quattrocento fino al 1782, condizionando la vita sociale e istituzionale del viceregno. Attraverso una ricca congerie di fonti provenienti dagli archivi di Palermo, Madrid e Simancas, il libro ricostruisce le vicende legate alla fondazione del tribunale in Spagna e in Sicilia, descrivendone la struttura, le sedi e il funzionamento. L'analisi della documentazione suggerisce l'ipotesi per cui il modello medievale siciliano costituì il precedente storico a cui si ispirarono Ferdinando e Isabella per la fondazione dell'Inquisizione in Spagna. Le carte contabili dell'amministrazione inquisitoriale, solitamente sottovalutate dagli studiosi, rivelano aspetti poco noti della vita all'interno della sede inquisitoriale: frodi, furti e conflitti giurisdizionali che caratterizzarono lungo tutto il Cinquecento la storia dell'Inquisizione in Sicilia. -
La città che non c'era. Lo sviluppo urbano di Palermo nel secondo dopoguerra
Tra il 1943 e il 1971 l'area urbanizzata di Palermo si amplia da 600 a 5.000 ettari. È il cosiddetto ""sacco di Palermo"""", un'espansione edilizia incontrollata, che porta il capoluogo siciliano a essere la città italiana con più vani inabitati in relazione a quelli edificati, mentre nei catoi del suo centro storico migliaia di persone rimangono relegate a una vita di stenti. Una storia diventata un topos nel racconto della città, con i suoi momenti di climax, rappresentati dalla distruzione delle ville della Palermo del Liberty. Il lavoro di ricerca dell'autore porta a un racconto a più voci che, pur senza sminuire le gravi responsabilità della politica e il pesante intervento di Cosa Nostra nella sistematica cementificazione dei giardini della Conca d'Oro, inserisce questa vicenda nel suo contesto storico, quello di una generale e corale corsa verso la modernità, che passa, qui come altrove in Italia, dalla separazione fisica dei ceti, che da verticale si fa orizzontale, creando zone che siano prova e certificazione dello status sociale acquisito o conquistato. Una storia che, depurata dal rimpianto per ciò che è stato perso, determina ancora l'identità contemporanea della città. Prefazione di Lidia Piccioni.""