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Scherzi di luce
Luce e buio si danno spesso confusi fra loro, è quindi difficile stabilirne il confine, e separare con sicurezza le due componenti principali della nostra vita. Si spiega così il colore opaco di certe giornate stinte che sembrano non passare mai, la monotonia della quotidianità. Eppure è proprio il grigio che rimpiangiamo durante i dolorosi black-out della nostra esistenza, quando vaghiamo senza fili nell'oscurità dell'abbandono. A volte, invece, la luce si fa strada all'improvviso, e ci attraversa con luminose impennate di gioia, o d'amore, o di divertimento. Noi stessi siamo mutevoli combinazioni di luce e di buio in divenire, sfuggenti come siamo a qualsiasi aspettativa del prossimo, la cui messa a fuoco della realtà, inevitabilmente, mai coincide con la nostra. Siamo, dunque, scherzi di luce. Questa raccolta propone dodici racconti, la maggior parte dei quali inediti, folgoranti sia per i contenuti sia per il linguaggio. -
Giacomo dal Monte Casoni e la città di Imola
"Imola prima di tutto"""" è stato uno dei motti preferiti di Giacomo Dal Monte Casoni, appartenente a un antico casato nobiliare imolese. Queste parole, unite a un forte sentimento antifascista e a un'intima e convinta fede religiosa, rappresentano il filo conduttore di una vita vissuta con coerenza e rigore al servizio della propria città. Avvocato emarginato durante il fascismo, membro attivo del Cln imolese, Giacomo Dal Monte Casoni è stato l'unico deputato eletto nelle fila della Democrazia Cristiana, dove ha svolto un ruolo molto importante fino al 1953 quando, per motivi di salute ha abbandonato la vita politica attiva. Non lasciò, però, la presidenza della Cassa di Risparmio di Imola, affidatagli dal Cln all'indomani della liberazione, che mantenne fino alla sua morte, nel 1968. Sia come deputato che come presidente della Cassa di Risparmio si prodigò per Imola e i suoi cittadini, sia durante la ricostruzione post-bellica che negli anni dello sviluppo economico. Fu grazie al suo intervento, per esempio, che fu costruito il nuovo ufficio postale; allo stesso tempo si fece più volte garante personalmente nei confronti di chi chiedeva prestiti alla banca per avviare un'attività." -
Lupo Luca aveva i denti
Età di lettura: da 3 anni. -
Dire fare giocare
Nulla di più, nulla di meno di un libro che fa. Fa leggere, fa dire, fa giocare: Fa fare! E facendo, sempre, si impara. Non si è mai troppo piccoli per fare, per imparare.Ventitré gesti semplici ma mai scontati. Uno scambio tra la carta delle pagine e gli occhi di chi guarda, di chilegge, di chi fa di questo libro uno, cento giochi. Parole infilate come in una collana di perline, nonsense di bambini e immagini di vita vera. Età di lettura: da 4 anni. -
Questo è il buio
Età di lettura: da 3 anni. -
La storia più bella
Età di lettura: da 6 anni. -
Lucano da Imola. Pittore, detto «Gaggio» Bergomi Habitator (sec. XV-XVI)
L'autore, dopo lunghe e accurate ricerche, ha messo ordine e fatto chiarezza sulla vita e sulle opere del pittore Lucano da Imola (che si autodefiniva Bergomi Habitator). I suoi studi hanno confermato che Lucano era originario di Imola, anzi di Gaggio nella valle del Santerno, e all'inizio della carriera ha lavorato in quel territorio. La sua fortuna artistica, però, è data dai lavori eseguiti nel bergamasco, su commissione delle congregazioni ecclesiastiche e delle famiglie nobili del luogo. Come si vede, Lucano lavorò a Bergamo e dintorni per oltre un trentennio e a noi sono giunti soprattutto degli affreschi, in vario stato di conservazione. Nel libro la vita di Lucano è trattata in modo approfondito, così come sono esaminate accuratamente tutte le opere note dell'artista, dal coro ligneo agli affreschi, dal crocifisso in San Cassiano a Imola alle grandi pale d'altare; ogni descrizione è corredata da numerose immagini, sia d'insieme che dettagli, che permettono di analizzare lo stile dell'artista. -
Datemi un vestito. Racconti vintage
"Racconti vintage perché parlano ancora di lire, nessuno usa cellulare, computer o iPad, nessuna tecnologia touchscreen e sono stati scritti solo poco più di dieci anni fa. Racconti ormai d'annata, che hanno il valore e la qualità delle cose che si impreziosiscono con il tempo. Non tutti, è vero. Non tutti questi racconti sono piccoli gioielli. Alcuni sono sbarazzini o buttati lì, come un sasso nel fiume che scorre, con gesto inconsapevole ma antico; sono troppo corti, incauti e ambiziosi, finiscono con un guizzo e lasciano perplessi; altri sono un po' sboccati oppure molto personali, percorsi intimi che procedono per libere associazioni."""" (Roberta Giacometti)" -
Pre'ma ch'a m scórda. Versi in dialetto quasi romagnolo
Il dialetto è una lingua viva? In certi casi sì, in altri no. Il dialetto è vivo se permette di esprimere concetti e situazioni nuove e, quindi, sta al passo con l'evoluzione della società nella quale è parlato. Parlando del dialetto ""quasi romagnolo"""" di Roberto Ramoscelli, possiamo identificare un nucleo linguistico legato alla cultura agricola della quale era espressione, con la ricchezza lessicale, di metafore e di modi di dire che ne derivava; questo """"fondo"""" linguistico può servire a ripetere modelli e luoghi letterari della tradizione, ma non è detto che sia solo così. Nei versi di questa raccolta, seguendo e ampliando una tendenza presente anche nei precedenti """"La qualite' de le'gn"""" e """"Paaaden e capaltéz"""", assistiamo all'evoluzione del dialetto, alla sua, per così dire, """"mutazione vitale"""": troviamo termini come telefuné (telefono cellulare), ciave'ta (chiavetta per la connessione Internet); c'è l'intento, ben riuscito, di trattare argomenti d'attualità mantenendo vivo lo spirito della parlata dialettale; non mancano infine riflessioni filosofiche e storiche, dove abbondano i neologismi dialettali mutuati dal linguaggio specialistico di ciascuna disciplina."" -
Morbido mare. Morbido giocare
Prendi un calzino, un bottone, qualche filo e dodici animali arrivano in rima da un morbido mare. Per genitori e bambini: da un lato escono i pupazzi colorati che raccontano le loro storie ai bambini con divertenti filastrocche; dall'altro tutte le ""cose"""" che all'inizio sono la spuma del mare, poi si trasformano in zampe, occhi, sorrisi. Un libro colorato per ricreare morbidi personaggi cercando cose sonnecchiose nei cassetti o negli armadi e dare loro nuove vite, nuove storie nuovi sguardi su ciò che ogni giorno è intorno a noi."" -
Un paese di retrovia. Dall'occupazione alla liberazione nel racconto degli abitanti di Longastrino
Nell'accingervi alla lettura del libro che tenete in mano preparatevi ad alcune sorprese: nasce come una delle molte raccolte di testimonianze e di storia e memoria locale ma presenta caratteristiche che ne fanno qualcosa di più e di diverso. In questo libro troverete una coralità di storia e di testimonianze orali, una notevole freschezza di racconto e, cosa assolutamente preziosa, una pluralità di vedute. Ogni voce è un diverso punto di vista, un momento di vita vissuta, un ricordo soggettivo. Dalla coralità si compone un puzzle affascinate. I molti testimoni di età, ceto, istruzione ed estrazione politica e sociale diversa, raccontano momenti e situazioni che vengono poi montati per argomento. Altra nota interessante è l'uso del linguaggio: l'autore riporta a pieno le sfumature del linguaggio parlato, senza eccedere nel dialetto, cosa che avrebbe potuto limitare la comprensione dei lettori non del luogo, e senza correggere, impoverire, italianizzare il linguaggio. -
Rimando l'ironia
Una raccolta in versi per guardare il mondo con ottimismo, ma allo stesso tempo con occhio disincantato e, a volte, un pizzico di malinconia. Il bello di queste filastrocche, se così le vogliamo chiamare, è che le situazioni che ci vengono presentate sono le più normali, quelle che ognuno può sperimentare in più occasioni; ma quando sono viste con gli occhi speciali dell'autrice, si trasformano e, ammantate di meraviglia e di gioioso stupore, si propongono al lettore e lo coinvolgono, offrendogli attimi di piacere e serenità. -
La Banca Cooperativa d'Imola. In mezzo secolo di storia d'Italia. Con appendice di Vittorio Lenzi
In queste pagine la storia si intreccia a livello generale, locale e settoriale: Nazario Galassi affronta l'ultimo tema della ricerca sugli istituti di credito e la cooperazione a Imola. Dopo aver trattato le vicende delle Società operaie di mutuo soccorso, nate con intento solidale e mutualistico alla fine del XIX Secolo, e dopo aver descritto la storia della Banca Popolare di Credito in Imola e in generale delle banche popolari di credito (anch'esse ispirate a principi di solidarietà e di mutualità), Galassi affronta l'evoluzione della Banca Cooperativa di Imola, nata dalle ceneri della Popolare imolese all'alba del XX Secolo. L'argomento non viene trattato soltanto dal punto di vista locale, ma viene inserito nel più ampio contesto nazionale, collegandovi o inserendovi, secondo i casi, le vicende di questo importante istituto di credito imolese; leggendo, quindi, la storia della Banca Cooperativa si intravede chiaramente la trama degli eventi principali della storia d'Italia, spaziando, oltre l'aspetto economico, nelle problematiche sociali e nell'evoluzione della politica. La prematura scomparsa di Galassi ha impedito il completamento dell'indagine, che si è fermata al 1984. -
Il viaggio della grande Dea Madre
In questo libro si narra di un viaggio. È un cammino tra parole e immagini al quale sono invitati adulti, bambine e bambini. Il viaggio del primo grande mito nella storia della cultura del genere Homo: la Grande Dea Madre. Il percorso suggerisce il senso di continuità e persistenza nell'arco di migliaia di anni, dalla famosa Venere di Willendorf dell'Antica Età della Pietra, alle Madonne con il Bambino del Medioevo e del Rinascimento, e dal punto vista etnologico-antropologico del patrimonio simbolico di questo mito. La Grande Dea Madre pare identificarsi non solo con l'Energia che muove la Natura e con la Vita, intesa quindi come forza Creatrice, ma anche con la Morte, rispettando le ciclicità del mondo naturale e divenendo infine simbolo della ciclicità della Vita stessa.Vita, Morte, Rinascita. Età di lettura. da 7 anni. -
La gabbia
In una gabbia vive un uccello dal canto così bello che tutti i passanti si fermano incantati. Ognuno porta via una sbarra. Tutte le sbarre portate via si fanno musica una strana musica ""senza sbarre"""". E l'uccello che fine ha fatto?."" -
I segni della storia. Fatti e luoghi della Resistenza nel circondario imolese visti attraverso la toponomastica, i monumenti e le lapidi
Lo scopo di questo libro è l'esame di tutti i segni che sono stati lasciati sul territorio del circondario imolese per ricordare i fatti e le persone della lotta di liberazione dal nazifascismo. Sono quindi descritti i cippi, le lapidi, i monumenti e le dediche nella toponomastica che fanno riferimento a quel periodo. Di ogni persona che diede la vita per questa causa è tracciato un profilo biografico sintetico e, dove è stato possibile, è riprodotta anche una fotografia, così come sono riprodotte le immagini di lapidi, targhe stradali o altro a esse riferite. Questo ampio elenco è completato dalla biografia di coloro che caddero, ma per i quali non è stato, al momento, previsto un segno materiale in memoria. Oltre alle persone sono riportati i monumenti, i cippi e le lapidi che ricordano gli avvenimenti, dalle battaglie agli eccidi, dalle formazioni combattenti alle celebrazioni. Tenendo conto del fatto che le azioni degli imolesi durante la Resistenza si svilupparono anche nelle zone collinari e montane delle province di Ravenna e Firenze, è stato inserito anche un capitolo dedicato ai segni presenti in alcuni comuni limitrofi. -
Cento astuzie per cucinare il pesce di mare
Nelle nostre terre, per quanto il pesce di mare è apprezzato sulla tavola, altrettanto suscita diffidenza e timore in cucina. Sono molti quelli che non lo vogliono cucinare per il timore di non riuscire a ottenere i risultati desiderati, mentre altri, magari delusi da esperienze insoddisfacenti, vi rinunciano in partenza. Invece il pesce, anzi, i pesci, sono buoni. Lo garantiscono gli autori di questo libro che, tra le innumerevoli ricette possibili, ne hanno scelto un centinaio tra le più semplici e le hanno proposte proprio per chi vuole avvicinarsi, magari per la prima volta, alla cucina a base di pesce. Queste ricette non richiedono procedimenti lunghi o laboriosi e gli ingredienti si possono trovare facilmente, proprio per favorire un approccio graduale e non troppo impegnativo. La materia prima è quanto mai variata, non manca certamente il pesce azzurro, ancora frequente nei nostri mari, ma si propongono anche piatti con pesci più pregiati, con i crostacei e i molluschi e qualche sortita nell'esotico, usando il prodotto surgelato dei negozi specializzati. -
Le mani nella terra
Il testo di Fausto Renzi, che si conferma storico attento e preparato, analizza la vicenda storica della Cab Massari nel quadro più generale della cooperazione conselicese, dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Una storia, quella della cooperazione nel territorio conselicese (la ""terra dei ranocchi"""", per lungo tempo l'area più povera e depressa della già povera e depressa Bassa Romagna), che - rileva l'autore - può definirsi come """"il capitolo principale di una storia più ampia e per certi aspetti drammatica: la storia della ricerca del lavoro"""". Ricerca che proprio a Conselice si tingeva di sangue, il 21 maggio 1890, in quello che è passato agli annali come il primo eccidio proletario dell'Italia post-unitaria. Una storia, dunque, che racconta le speranze e la tenacia di tanti uomini e di tante donne che, qui come in tutta la provincia di Ravenna, hanno visto nell'associazione cooperativa un modo per sottrarsi a una situazione di miseria e di alienazione materiale e morale, sino a farne, nella lenta evoluzione dei rapporti e delle tecniche di lavoro, uno strumento economico di eccellenza in grado di competere sui più importanti mercati interni e internazionali."" -
Remigio e Gisella
La cosiddetta ""tratta delle meridionali"""" ha origine verso la fine del XIX secolo, quando molte ragazze del meridione venivano inviate all'estero per essere avviate, nella maggior parte dei casi, alla prostituzione. L'origine di questo fenomeno era la grande povertà in cui erano cadute molte famiglie delle campagne meridionali. Il fil rouge di questo libro rimanda a un costume analogo, ma di portata meno devastante, che ebbe ampia diffusione negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo. Molti uomini delle nostre terre, che non riuscivano a trovare una moglie, ricorrevano ad alcuni procacciatori che intascavano provvigioni per ogni """"contatto"""" che portasse a esiti positivi. Ad alimentare il mercato c'erano ragazze meridionali che vivevano in povertà assieme alle loro famiglie e non avevano alcuna prospettiva per il futuro, se non quella di una vita stentata, priva di diritti e di dignità. Remigio, debole e malato, si trova a vivere, nel suo paese tra campagne e collina, una situazione di questo genere, ma l'esito della vicenda non è scontato e i protagonisti della storia, pur con i limiti intrinseci a ciascun personaggio, mostrano una profonda dignità."" -
Dietro allo specchio
Una bambina vive con la zia e un cugino terrificante, senza sapere nulla o quasi delle sue origini. La zia maltratta e umilia la nipote in ogni maniera e Maya, così si chiama la bambina, riesce a sopportare questa infelice condizione rifugiandosi nel piacere della danza al suono di un carillon, unico ricordo della madre. Maya cresce così, quasi segregata e con pochissime amicizie, sempre contrastate dalla zia e dal pregiudizio degli abitanti del paese in cui vive, che la ritengono figlia di una strega. Un grande cambiamento, però, si annuncia con una lettera del direttore dell'Accademia di Teatro e Danza, un prestigioso istituto che accoglie allievi da tutto il Paese. La lettera è rivolta a Maya, ormai ragazza, e in essa il direttore dell'Accademia l'invita a iscriversi gratuitamente ai corsi. La ragazza accetta senza esitazione perché pensa che potrà far valere le sue qualità di danzatrice, ma non sa che scoprirà anche molte altre cose, alcune delle quali sconvolgenti...