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Dalla chioma di Athena. Donne oltre i confini
Eleonora de Fonseca Pimentel, George Sand, Louise Farrenc, Nellie Bly, Marie Curie, Alexandra David-Néel, Grazia Deledda, Rosa Luxemburg, Colette, Mata Hari, Isadora Duncan, Virginia Woolf, Mae West, Tina Modotti, Amelia Mary Earhart, Leni Riefenstahl, Marguerite Yourcenar, Greta Garbo, Frida Kahlo, Indira Gandhi, Dian Fossey. A queste 21 donne, ai loro profili esaltanti è dedicato il libro, una raccolta di ritratti in prosa e pennello che demolisce i miti del Romanticismo e riscopre l'azione come autentico talento femminile. -
Qui si vende storia. Una farsa proletaria, o un aborto di teatro epico. Con un saggio di Francesco Muzzioli
Un doppio esercizio critico, condotto sul piano della scrittura drammaturgica e di quello della teoria letteraria, che ha come bersaglio il New Italian Epic e alcune delle mode letterarie più invasive del momento. Il libro si costituisce quindi come critica radicale del senso comune e come sperimentazione linguistica che si affida alla forza dirompente della parodia. -
I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata
Che ci facevano questi Jugoslavi in Italia? Non erano invasori, ma i prigionieri rinchiusi nei circa duecento campi di detenzione fascisti in Italia fino all'8 settembre del 1943 e che liberatisi, dettero un contributo efficace e decisivo alla Resistenza italiana, irradiandosi dalla Toscana, all'Umbria, alle Marche, all'Abruzzo fino in Puglia; costituirono proprie formazioni e - già esperti di guerriglia e fortemente motivati alla lotta antifascista per quanto avevano subito nelle loro terre - presero parte alle azioni più importanti lasciando sul campo più di mille fra morti e dispersi. -
Il fabbro anarchico. Autobiografia fra Trieste a Barcellona
Autobiografia di un operaio e militante anarchico, che attraverso una lunga conversazione riesce a trasmettere la memoria di un'autentica esistenza antiautoritaria: spontanea e cosciente, coerente e contraddittoria, tra conflitti armati, condanne, carcere, evasioni, attentati a Mussolini, incontri e scontri con figure di rilievo della storia del movimento operaio italiano: Rosselli, Berneri, Valiani ma anche Di Vittorio, Vidali, Bordiga. Dalla Trieste austriaca alla Prima Guerra Mondiale, dal biennio rosso al confino, dall'esilio a Parigi all'epopea spagnola, dal ritorno alla ""città senza pace"""" al Sessantotto."" -
Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni
Ora, donne, neri, disabili, trans e intersessuali, musulmani ci stanno. Ma le Olimpiadi moderne non erano per loro, nonostante la Carta olimpica proclamasse ""La pratica dello sport è un diritto dell'uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport secondo le proprie esigenze"""", """"senza discriminazioni di alcun genere"""". Yelena Isinbayeva, Usain Bolt, Oscar Pistorius, Caster Semenya, Hassiba Boulmerka non avrebbero potuto gareggiare ad Atene 1896. Tuttavia, il diritto di ogni diversità ha avuto un lento e faticoso riconoscimento e si è imposto progressivamente in un ambiente, quello dei Comitati Olimpici, fin dall'inizio razzista, sessista e intollerante per ogni scostamento dal modello del """"maschio, bianco, normodotato, eterosessuale e cristiano"""" assai caro all'élite occidentale e al mondo militare, veri padrini dell'Olimpismo moderno. In questo libro vengono esaminati cinque tipi di discriminazioni presenti nella storia olimpica: la discriminazione di genere, quella razziale, quella verso le persone con disabilità, quella nei confronti delle persone transessuali e intersessuali e quella religiosa. Inoltre, selezionate biografie permettono di ricostruire una storia parallela dei Giochi, che affianca quella ufficiale, troppo spesso rappresentata in maniera edulcorata e lineare, laddove invece sono molte e fondamentali le discontinuità."" -
Come stanno le cose. (The way things are)
L'autore, fisico statunitense premio Nobel 1946, ha continuamente accompagnato le sua ricerca sperimentale con un contrappunto sul metodo, con la riflessione sulle effettive operazioni dello scienziato e sulle sue responsabilità politiche: l'operazionismo, da lui teorizzato, costituisce un potente antidoto contro gli abusi del linguaggio scientifico ed è stato un termine di confronto essenziale per studiosi provenienti dai più diversi ambiti disciplinari. Questo è l'ultimo testo da lui licenziato e rappresenta una summa della sua cinquantennale attività, una critica radicale alle categorie e alle parole con cui pratica quotidiana e procedura scientifica vestono e rivestono le cose stesse. In Italia le sue analisi hanno variamente interagito con quelle della Scuola Operativa Italiana, con Silvio Ceccato, Giuseppe Vaccarino e soprattutto con Vittorio Somenzi. -
Il gruppo '63. Istruzioni per la lettura
A cinquant'anni ormai dalla sua data di fondazione, il ""Gruppo'63"""" continua a suscitare grandi discussioni sia per le sue teorie che per le sue proposte operative. Così che le istanze di quel Gruppo continuano a essere pressanti e urgenti ancora nella situazione attuale per chi non si accontenti della riduzione della letteratura a fiction e vada alla ricerca di scritture che """"facciano pensare"""", alimentando l'intelligenza e allenandola per essere pronta alle sfide del futuro. Questo libro fornisce le informazioni e le nozioni necessarie per comprendere quella neoavanguardia italiana nelle sue coordinate storiche e letterarie, fornendo i ritratti dei principali protagonisti, Sanguineti, Pagliarani, Arbasino, Spatola, Lombardi, Vasio, Malerba e di molti altri autori interni o esterni al """"Gruppo"""", Balestrini, Giuliani, Porta, Rosselli, Niccolai, Pignotti, Manganelli, Di Marco, Perriera e di quei critici e teorici, Barilli, Guglielmi, Curi, Eco, accolti a far parte del movimento."" -
Geni di mamma. Storie di madri ingombranti per figli stravaganti
A scorrere le biografie degli uomini che, fra arti e filosofia, hanno cambiato la nostra vita, si inciampa nella madre. Invadente, spesso. Trasgressiva, a volte. Insopportabile e al tempo stesso geniale. In ogni caso ingombrante. Liberarsene? impossibile, perfino per noi. Perché a quelle madri i nostri immortali bamboccioni devono non solo la sopravvivenza, ma anche forza morale, sostegno intellettuale, ironia. In questo saggio l'argomento non si esaurisce. Si affronta quasi per campioni: con curiosità, irriverenza, solidarietà. Per i figli, ma soprattutto per le madri. Diciassette cammei: Calvino, Hardy, Hugo, Lenin, Leopardi, Manzoni, Mendelssohn, Modigliani, Proust, Rossini, Schopenhauer, Schumann, Freud, Alfieri, Mazzini, Borges... Ognuno nel rapporto con la sua mamma. -
La bolla del dollaro. Ovvero i giorni che sconvolgeranno il mondo
Gianfranco Bellini se n'è andato all'improvviso, al termine di una vita a tutta velocità, com'è stato tipico di una generazione troppo avida di vita e sapere per fermarsi a contemplare le proprie opere. Ma ha lasciato un testo che induce a riconsiderare il capitale finanziario - o, come si dovrebbe dire, il capitale fittizio - alla luce di una domanda tanto semplice quanto decisiva: per quanto tempo ancora il dollaro - come mezzo di pagamento globale e moneta di riserva - può tenere il centro della scena? Ora che il sistema non sembra più reagire agli ""stimoli"""" che le banche centrali inventano a pie' sospinto, proprio ora continuare a """"stampare moneta"""" serve solo a mantenere una parvenza di circolazione """"normale"""". Gli Stati Uniti fanno così dal 1971, scaricando per questa via gran parte dei propri problemi sul resto del mondo, pagando merci reali con """"carta"""" e agitando le armi per restare """"credibili"""". La domanda a cui Bellini cerca risposta è quindi: fino a quando questo stampare moneta sarà in qualche misura """"efficace""""? Questa bolla """"deve"""" esplodere, è nella sua natura. Si tratta di capire se la conseguente, e già visibile, """"crisi di egemonia"""" degli Stati Uniti si produrrà nelle forme di un """"passaggio di testimone"""" tra l'impero dominante e un possibile successore; oppure in una fuoriuscita dal modo di produzione attuale (o perlomeno dalla sua fase """"imperialista""""). Oppure ancora in una conflagrazione generale."" -
Le chimiche di Primo Levi
La chimica ha scandito i principali momenti biografici di Primo Levi, dall'esordio con ""Se questo è un uomo"""" (1947) al manoscritto incompiuto di """"Chimica per signore"""", passando per i racconti fantascientifici e il capolavoro de """"Il sistema periodico"""" (1975). Dalla scelta universitaria come motivo di resistenza interiore nell'Italia delle leggi antiebraiche, alla professionalità come fattore di salvezza nell'inferno del Lager, al lavoro amato, remunerativo e terapeutico nel doloroso reinserimento del reduce e, più in generale, quale inesauribile fonte d'ispirazione per il suo """"secondo mestiere"""" di scrittore. Tra gli autori italiani del Novecento, Primo Levi è colui che meglio supera gli steccati tra le due culture storicamente separate della scienza e dell'arte, proprio quando la Shoah segnava irrimediabilmente la fine del Positivismo e dell'Umanesimo. L'opera a cui stava lavorando dopo la fatica de """"I sommersi e i salvati"""" (1986) e interrotta dalla morte nel 1987, testimonia tragicamente questa continuità. Attraverso la chimica come paradigma interpretativo del mondo, scienza naturale e insieme umana, Primo Levi ha suo malgrado trionfato laddove la filosofia, la storia e altre discipline hanno fallito: spiegare l'enigma di Auschwitz e del suo indotto. Così, questo libro procede, come addentrandosi in un laboratorio chimico, per ripercorrere le tappe cruciali di quell'itinerario tortuoso, drammatico e necessario."" -
L'arte e la critica. Una raffigurazione che sopravvive. Sul linguaggio della pittura alla luce delle neuroscienze. Ediz. illustrata
Risultato di più di vent'anni di riflessioni sul linguaggio della raffigurazione, l'interesse è qui centrato sulla singolarità di un gruppo di artisti per mostrarne la vitalità e insieme la diversità nelle forme della loro mimesis che segna la distanza loro da indirizzi realistici e neorealistici. Si tratta di Vespignani, Sughi, Calabria, Gianquinto, Bibbò, Cattaneo, Guida, Moretti, Mulas, Rossi, Jaber, Ekhard. -
Il territorio libero di Norcia e Cascia a 70 anni dalla proclamazione 1944-2014
Il 16 marzo del 1944 la Brigata garibaldina A. Gramsci dell'Umbria, guidata da Alfredo Filipponi e Svetozar Lakovic, proclamava la prima ""Zona libera"""" nell'Italia occupata dai nazisti: Cascia, Norcia, Monteleone, Leonessa, Poggio Bustone Albaneto, per circa 1000 Kmq. Nel 1975, nel trentennale della Liberazione, a Norcia si tenne una Tavola Rotonda in cui, sulla vicenda della prima repubblica partigiana, si confrontarono gli ex partigiani jugoslavi e altri diversi protagonisti. Dopo 70 anni pubblichiamo per la prima volta quegli Atti, interrogandoci sullo stato di una storiografia resistenziale che così a lungo ha ignorato questo evento."" -
Il linguaggio come capro espiatorio dell'insipienza metodologica
Si tratta di una strenua difesa del linguaggio nei confronti di coloro che s'ingegnano a mostrarne una pretesa, intrinseca difettosità, quasi sempre - è la tesi dell'autore - per nascondere la propria inadeguatezza. Il linguaggio viene così trattato attraverso la critica delle principali teorie dal punto di vista metodologico-operativo, nella continuità che da Vailati, Calderoni, Enriques approda alla Scuola operativa italiana (Somenzi, Ceccato, Vaccarino), al costruttivismo radicale di Ernst von Glasersfeld e a riviste come Sigma, Methodos e Methodologia, e attualmente alla Società di Cultura Metodologico-Operativa. -
Arte astratta, tra politica e storiografia. Dei suoi quattro modi di essere. Ediz. illustrata
L'arte astratta o, come la definiva il regime nazista ""arte degenerata"""", venne ripresa in considerazione durante la Guerra fredda in quanto in opposizione alle forme del """"realismo socialista"""". Ma il termine """"arte astratta"""" è generico e confonde in un unico insieme l'astratto concettuale (es. Reinhardt), l'astratto mentale (es. Duchamp), l'astratto puro (es. Kandinskij o Mondrian) e l'astratto simbolico (es. Bacon). Quattro diversi modi di essere che nel libro vengono esaminati."" -
Sette mesi di guerriglia urbana. La Resistenza dei Gap a Roma
Storia e memoria non sempre riescono a coabitare e spesso con il passare del tempo divergono. Non è il caso di Mario Fiorentini. La sua memoria sta tutta dentro il dispositivo dei Gap romani, operanti per sette mesi dall'ottobre '43 all'aprile '44, e dei quali è stato l'organizzatore e uno dei comandanti. In questo senso, il tanto tempo trascorso arricchisce e rafforza, con notazioni inedite e documentate, quella struttura organizzativa, quell'organigramma, restituendo, da un punto di osservazione centrale, la successione di un formidabile susseguirsi di azioni nelle quali l'organizzazione sopperiva alla incredibile mancanza di mezzi che rendeva la guerra ancor più asimmetrica. La memoria sovviene a sottolineare il primato dei Gap romani evocando la copertura puntualmente planimetrica della città che permise il contropotere politico-militare come contestazione armata dell'ordine nazista, il grande numero di donne combattenti, Carla Capponi, Marisa Musu, Lucia Ottobrini, Maria Teresa Regard, tutte decorate di medaglia d'oro (Capponi) e d'argento, la centralità del comando politico-militare e il suo coordinamento con il quadro strategico Alleato mediante le azioni di logoramento dopo lo sbarco di Anzio. -
Terre di guerre e viaggi di pace. Con lo zaino in spalla nei paesi insanguinati della Slavia del sud
Con questo libro ritorniamo alla sanguinosa guerra (1991-1995) che portò alla disgregazione della Federazione socialista jugoslava che, nata dalla guerra di liberazione dal nazismo e dal fascismo, teneva insieme le più varie etnie, lingue e religioni. Lo facciamo con Giacomo Scotti che per tutti gli anni della guerra, ma anche per oltre un decennio nel dopoguerra, si mosse da Napoli e da altre città italiane almeno due volte al mese per raggiungere la Croazia, la Bosnia-Erzegovina, poi anche la Serbia fino al Kosovo, per svolgere le ""missioni"""" umanitarie e di pace e, per non sperperare il tempo, svolse pure un intenso lavoro di corrispondente di guerra per vari giornali. Dalle pagine del suo diario riaffiora la storia di quel conflitto: i leader, Slobodan Milosevic, Alija Izetbegovic, Franjo Tudjman e il suo partito Hdz;ma anche gli eredi degli ustascia che fondando movimenti di estrema destra e assumendo posti di comando condizionarono con la loro ideologia la neonata Repubblica croata; la politica della """"pulizia etnica"""" con le criminali operazioni """"Tempesta"""" e """"Lampo"""" in Krajina, ma anche le efferatezze compiute dai cetnici serbi a Vukovar e altrove in Croazia e quelle contro le popolazioni croate di etnia serba, l'orrendo eccidio dei mussulmani a Srebrenica; le denunce del Comitato Croato di Helsinki per i diritti umani; l'attività del Tribunale internazionale dell'Aja contro coloro che furono e sono tuttora accusati di crimini di guerra."" -
Il costruttivismo radicale. Una via per conoscere e apprendere
"Il soggetto pensante non ha alternativa: può solo costruire ciò che sa sulla base della sua stessa esperienza"""". Nel Costruttivismo radicale, Ernst von Glaserfeld formula la più articolata e la più coerente versione del suo costruttivismo: - un approccio non convenzionale al problema della conoscenza e del conoscere. Parte dall'assunto che la conoscenza, indipendentemente da come venga definita, sta nella testa delle persone"""" - un approccio che è """"radicale"""", in quanto comporta una ricostruzione dei concetti di """"conoscenza, verità, comunicazione e comprensione"""". Così, se da un lato - laboriosamente e lucidamente, sapendo far tesoro di ogni tentativo di rottura nei confronti della teoria della conoscenza di matrice filosofica - può ripercorrere i tratti salienti di un percorso che va da Giambattista Vico a Immanuel Kant, dall'altro può riconnettersi all'epistemologia genetica di Jean Piaget e all'analisi operativa di linguaggio e pensiero proposta da Silvio Ceccato. In una narrazione di rara chiarezza, biografia, puntualizzazioni metodologiche, idee filosofiche e scoperte scientifiche si intrecciano in profondità coinvolgendo il lettore nella riscoperta di sé e della propria evoluzione nonché nella parallela avventura umana di una grande coscienza critica del Novecento." -
Tempesta perfetta. Dieci economisti non allineati alle prese con un pensiero impotente a spiegare una crisi che sembra non avere soluzioni
Una crisi più lunga di quella del '29, e una generazione, cresciuta nella crisi, costretta a farsi e fare domande sul sistema, il suo funzionamento, la sua direzione di marcia e a cercare urgentemente delle risposte, intanto a livello teorico, per aprire campi di ricerca da tempo inesplorati. -
Il barone di Münchhausen. Ediz. a colori
Sembra che sia esistito davvero un barone di Münchhausen, per la precisione Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen, nato ad Hannover, che combattè contro i Turchi agli ordini di Anton Ulrich, generale dei corazzieri dell’esercito russo. Al Barone, quello vero, piaceva raccontare le sue avventure agli amici nel suo padiglione di caccia o presso il bar dell’Hotel “Il Re di Prussia”, magari esagerando un po’ e inventando avventure impossibili davanti a una bottiglia di vino. Sembra, sempre, che i fantastici racconti del Barone, quello vero, vennero alle orecchie dello scrittore Rudolf Erich Raspe che, capitando a Londra, pubblicò nel 1781, in forma anonima, un volume con la raccolta delle imprese di Münchhausen. Successivamente il poeta romantico Godfried Burger tradusse il libro in tedesco e lo pubblicò in Germania con il titolo “Viaggi Meravigliosi su Acqua e Terra: le campagne e le avventure comiche del Barone di Münchhausen, come comunemente detto, davanti a una bottiglia di vino e un tavolo di amici“, aggiungendo del suo ed esagerando le già impossibili avventure. In un salotto di nobili dame Il Barone, quello del romanzo, bugiardo dichiarato, racconta le sue incredibili imprese, una più inverosimile dell’altra. Le sue gesta sono più straordinarie di quelle di Ercole, ma, a differenza del figlio di Giove che sudò le sette camicie per portare a compimento le sue fatiche, Münchhausen compie le sue con leggerezza, senza sforzo eccessivo. Egli vive nel Settecento, secolo di grandi cambiamenti, di scienziati, viaggiatori, avventurieri. È il secolo delle maschere, delle rivoluzioni, dell’Enciclopedia. Per di più il Barone è dotato di una forza sovrumana, di una intelligenza e fantasia senza pari, di un coraggio senza limiti e di un irresistibile fascino. Il Grande Bugiardo può raccontare le panzane più inverosimili ed essere creduto. Come resistere alla tentazione di disegnarlo? -
Guerriglia partigiana a Roma. Gap comunisti, Gap socialisti e Sac azioniste nella Capitale 1943-’44
Duecentosettantuno giorni di occupazione nazista, migliaia di caduti civili e militari, quasi quattromila partigiani inquadrati nelle organizzazioni armate di Pci, Psiup e PdA, centinaia di azioni di guerra e sabotaggio compiute quotidianamente. Questa è stata la Resistenza a Roma: una guerriglia urbana di nove mesi organizzata dai reparti d’avanguardia delle forze antifasciste, i Gap e le Sac, e resa possibile dall’appoggio della popolazione civile. La ricostruzione documentale degli eventi che l’autore offre, svincolata dalla retorica celebrativa, restituisce non solo il contesto storico in cui nacque la guerriglia nella città ma soprattutto le sue contraddizioni, i suoi slanci, i suoi limiti e la sua necessità militare, politica e morale. Le drammatiche vicende della «Città Aperta», iniziate con i seicento caduti a Porta San Paolo e chiuse dalla strage di La Storta, furono caratterizzate da una guerra partigiana che rifiutò l’ordine nazista su Roma e fece della Resistenza armata la leva storica «costituente» in grado di conferire ai cittadini un nuovo protagonismo all’interno della sfera pubblica, facendo della guerriglia urbana una delle radici fondamentali della Repubblica.