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Canto per Giuliana. Ritratto di un'anima
"La morte di Giuliana mi ha precipitato in una specie di allucinante situazione di contrasto. Mentre venivo risucchiato dal vortice di una consapevolezza sempre crescente dei fatti, un vortice distruttivo, mi aggrappavo ad altri sostegni - la fede in un Dio che sentivo """"ingiusto"""" ma che non riuscivo a colpevolizzare, la continuazione di un impegno lavorativo che comunque mi proiettava per qualche tempo in altre dimensioni della ragione per raggiungere un obiettivo prima indistinto, poi sempre più chiaramente visibile. Sentivo, ormai, come compito principale della mia restante esistenza, quello di mostrare a quanti più potevo, a cominciare dai nipotini adorati, lo splendore nascosto di Giuliana, quell'insieme incredibilmente ricco di talenti che aveva speso senza risparmio, per tutta la sua vita, assolutamente conscia della necessità di """"ricompensare"""" il Padre per quanto aveva voluto regalarle. Il ricordo, la scoperta, il racconto di quanto aveva fatto Giuliana, di quanto aveva seminato, di come fosse riuscita, incredibilmente, a recitare insieme la parte di Marta e di Maria, sono diventati, ormai, la ragione fondamentale della mia vita. Mi sembra che il tema conduttore del mio film, da quel 24 settembre 2009, non possa essere che un Canto per Giuliana, anzi II Canto per Giuliana""""." -
Federalismo, regioni e Unione Europea
Nel 2010 ricorrono i 60 anni dalla ""dichiarazione Schuman"""", con la quale Robert Schuman, considerato uno dei padri fondatori dell'unità europea, presentava la proposta di creare un'Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano, e sempre nello stesso anno viene celebrato il 40° anniversario delle istituzioni regionali. Il testo affronta il problema delle istituzioni regionali all'interno dell'Unione Europea all'indomani della riforma del Titolo V della Costituzione. Proprio per poter comprendere gli sviluppi di tale riforma viene proposto un panorama di tipo socioeconomico per ben evidenziare alcuni punti fermi quali l'importanza delle istituzioni negli assetti economici, la debolezza di un piano programmatico centralizzato, la necessità di un dialogo costruttivo tra globale e locale nell'ottica di una rivalutazione delle politiche attive legate al territorio, non in chiave etnocentrica ma collaborativa, il concetto regione-sistema con il quale si sottolineano i rischi di un'eccessiva connotazione federalista e la necessità di rivedere gli ambiti territoriali attraverso modelli che valorizzano le tipicità di ogni contesto."" -
Qualcosa di simile
"Questa breve nota vuole essere un'avvertenza ai lettori: se siete in cerca della pura evasione, di un blando intrattenimento - o, più semplicemente -, se siete deboli di stomaco, riponete questo libro e cercate altrove. Non che qui trovereste esplosioni di violenza, o schizzi di sangue; anzi, per certi versi le pagine di questa raccolta risplendono di un perfetto nitore, una prosa pulita e sorvegliata che evoca alla mente il supremo controllo stilistico delle grandi regine del genere, come Yòko Ogawa, Shirley Jackson e Alice Munro. Ma i dieci racconti qui riuniti - racconti che sono attraversati, come da tanti piani di sezione, da una serie di temi tra loro speculari: la musica e il suo complemento, il genio; l'arte culinaria e la sua ombra, il digiuno; il Giappone come luogo ideale, terra di epifanie - posseggono senza dubbio un tratto comune, ovvero una disarmante intensità, una straordinaria forza emotiva. Siete dunque avvisati. Privi di un titolo, contrassegnati soltanto da un numero come i capitoli di un'unica, composita visione, questi racconti vi cattureranno e vi faranno emozionare, incalzandovi, per poi arretrare davanti ai vostri occhi, e riaffiorare in seguito nel ricordo. Sì, """"Qualcosa di simile"""" è uno di quegli oggetti - come lo Zahir di cui scriveva Borges, o la """"scatola dei sogni"""" che compare in Mulholland Drive - che di rado si incontrano nella vita di tutti i giorni, e che vi costringeranno a calarvi in un abisso ancora inesplorato, dal quale emergerete diversi.""""" -
Si sta facendo notte
Pino, er Moretto e Mustafà sono amici inseparabili. Le loro storie, nella Roma dei giorni nostri, fanno da sfondo alle vicende quotidiane di un quartiere di periferia in rapida trasformazione; e se una volta, pur tra mille difficoltà, comunque si andava avanti, con uno spirito comunitario autosufficiente e solidale, oggi i vecchi abitanti del borgo sono sempre più spaesati e quasi non riconoscono il posto in cui vivono, non tanto per la presenza di nuovi arrivati, sia romani che stranieri, quanto per il modo di reagire di alcuni, che non accettano intrusioni e si sentono minacciati. In questo clima è facile che un adolescente perda i riferimenti: è il caso del Moretto, che partecipando a una ronda neofascista si scontra con Pino e Mustafà, trasformando la vecchia amicizia in tragedia. Emilia Zazza ci descrive, utilizzando anche dialetto romanesco e reminiscenze pasoliniane, un mondo che sta perdendo le sue radici e si avvia inesorabilmente al tramonto. -
Cos'è questa nuvola
I ventitré racconti che percorrono queste pagine, quasi inseguendosi l'un l'altro, portano il lettore in un mondo surreale, dove personaggi privi di sovrastrutture mentali e inibizioni vagano come nuvole tramite luoghi ed esperienze in cui il tempo sembra più fluido e dilatato. L'atmosfera che si percepisce è tipicamente onirica e, come nei sogni, elementi ricorrenti sono l'erotismo e la sensualità, le situazioni assurde, ridicole o pericolose e un senso di vago misticismo, che scaturisce dalla bellezza fisica, artistica e naturale: tutto è pervaso da ritmi contrastanti, che alternano lentezze ovattate e velocità febbrili, in una prosa che a tratti sembra sfumare nella poesia. -
Ricci
"Inizia con un fuoco di epigrafi """"Ricci"""" di Linnio Accorroni, a segnalare appartenenza e rotte culturali. Poi, appena dopo, ecco il primo dei molti sauri, delle cose naturali. Subito a seguire viene il padre ammalato e anziano, ha un brutto tumore. """"Ti prego solo di questo """" gli sta dicendo il figlio """"qualsiasi cosa accada, anche se a te pare stupida ed insignificante, devi farmelo sapere. Subito. (...) Io sono tuo tiglio e tu sei mio padre"""". Poi tutto prenderà a """"squilibrarsi, in un senso di disapparteneuza, di s-possesso, di alienazione, in una cappa opprimente che sa di chiuso, di aria consumata"""", con le resurrezioni momentanee dei giorni in cui """"i disturbi sembrano più sopportabili"""". E. intanto che tutto questo accade e tutto viene fedelmente e dettagliatamente registrato, intreccio e insieme sommario, la comunicazione fra i due prende, a farsi autentica e sincera: due universi che erano quasi incompatibili cominciano a trasfondersi l'uno nell'altro, fino all'insospettato e profondo epilogo, come inattese e profonde sono le pagine di questo quaderno del dolore intitolato """"Ricci""""."""" (Adelelmo Ruggieri)" -
Il vizio di sistema
Un passato che vive nel presente, di braci, brina, trucioli, colori spenti e stanchi, soffi e sillabe; un vizio di sistema che deforma la conoscenza e l'esultanza dell'io (e del ""noi"""") nei viaggianti e spaesanti intrecci di spazio e di tempo; e un'attesa, breve ma intensa, non beckettiana, del tempo che ci attende e torna al verde... come la vita. Amos Mattio attinge a una pronuncia tesa, ritmicamente articolata, trascorrente, dall'elementare impressionismo della prima sezione, """"Fuori stagione"""", che riprende l'umanità dispersa del precedente """"Bestie e dintorni"""" e introduce il tema dell'inadeguatezza alla vita; al rivelarsi, nella sezione centrale, """"Il vizio di sistema"""", di questo disorientamento come difetto di fabbricazione di un """"io"""" ancora scomposto nelle sue percezioni, sempre alla ricerca, nel caos contemporaneo, di memorie, storie, carie, di scorie allitterate e in rima, in una lingua di terra che ha radici profonde e si scompone anch'essa mentre si pronuncia, ma dove però kappa, alfa e iota fanno ancora il nesso forte che congiunge... niente che mi possa aiutare, nessun indizio tra le tracce che tentano di affiorare dentro il senso, in un bosco fitto di rimandi e interruzioni... Fino al ritorno, con l'attendant, al verde confuso di boscaglia, alle strade e traiettorie predeterminate di un trattore contadino, nel cerchio eterno della vita, sugli stessi sassi..."" -
Cinque racconti e una resa dei conti
I cinque racconti che compongono questa raccolta sono legati tra loro, ""come le braccia possono esserlo al torso"""". Questa è la definizione che ne dà l'autore. A tenerli insieme, è la voce che è sempre la stessa, l'anima che è sempre la stessa. """"Un'anima furiosa e smarrita, che ringhia e si rigira perplessa una ciocca di capelli tra le dita, incapace, o capace solo a metà, di spiegarsi la massa di dolore che la sposta come un'onda di spuma bianca e acqua celeste"""". Arriva poi il momento della Resa dei conti, dove la voce si libera della finzione. """"Questo sono io"""", sembra volerci dire l'autore. Non può, allora, non venirci in mente Saul Bellow, di cui questo scritto è debitore almeno nel titolo, """"Per tutta la vita l'uomo non fa che domandarsi: chi sono, qual è lo scopo della mia esistenza, a che cosa anelo interminabilmente e con tanta intensità, qual è l'essenza della mia umanità?"""" Non c'è più spazio, a questo punto, per invenzioni minuscole, millimetriche e si respira soltanto l'idea di una deriva."" -
Le rondini volano alte nel cielo libere
È l'alba del 23 febbraio 1832, quando il conte Edoardo Altieri ascolta incredulo sua moglie Agnese Brigante Colonna predire con esattezza l'imminente sbarco francese nella città di Ancona, un'azione decisa da complicati giochi di potere e perciò impossibile da prevedere. Una breve occupazione militare che basta a innescare la spirale della violenza fra i membri della Giovane Italia e i Sanfedisti, fedelissimi del Papa. Da questo momento, i disordini e i fatti di sangue si susseguono di pari passo con la proliferazione delle idee giacobine, che culmina con l'uccisione di un aristocratico reazionario e con la finale caccia all'uomo per l'identificazione dei colpevoli. Sullo sfondo dell'Italia sconvolta dai moti risorgimentali, si svolge l'intrigante vicenda di Edoardo Altieri, esponente di spicco del partito papalino, e di sua moglie, la bellissima e misteriosa contessa Agnese. L'irresistibile magnetismo della donna non è privo di accenti mistici e si fa allegoria dell'eterno ritorno della Storia nella figura di Agnese, lettrice curiosa e attenta che ricompone, ai nostri giorni, i tasselli della vicenda passata. Graziella Magrini dà voce ai protagonisti del Risorgimento, chiamati a ricordarci, senza alcuna retorica, quanti sacrifici costò in termini di vite umane e di speranze tradite il sogno di un'Italia unita. -
Fratture
Thomas, trent'anni, una famiglia solida alle spalle e una ragazza con cui mettere su casa. Elisa, studentessa universitaria fuori sede, animo artistico e una forte passione per la fotografia. Per entrambi arriva il momento della ""frattura"""": Thomas resta coinvolto in un terribile incidente stradale che lo priva in maniera permanente della memoria, ma allo stesso tempo gli """"apre gli occhi"""", lo mette davanti alla realtà di una vita che gli va stretta. Per Elisa si tratta invece di una lenta discesa nel proprio inferno privato, quando, dopo un'adolescenza come tante altre, fatta di qualche spinello, concerti rock, piccole trasgressioni, inizia sempre più ad avvertire il """"peso del mondo"""". Fino al giorno in cui Thomas si ferma a leggere una scritta nel bagno di un locale: """"Cerco disperatamente una persona che abbia ancora l'anima e che possa prestarmela"""". Sotto c'è il numero di un cellulare. Da quando Thomas decide di comporlo, hanno inizio le intense confessioni telefoniche con Elisa, come due """"adolescenti innamorati"""" sospesi nel tempo e nel sogno. """"Fratture"""" parla della difficoltà di vivere senza scadere mai nel sentimentalismo, ma soprattutto riesce a farlo con ironia. Perché in fondo non sarebbe poi così male poter cancellare tutto e ripartire da zero."" -
Nomos. La genesi della moltitudine
Chi ha vissuto la Seconda guerra mondiale, ha conosciuto l'""anno zero"""", un punto di non ritorno nella storia dell'umanità. Questa è la tesi sostenuta in """"Nomos"""", attraverso le sue trenta storie vere, testimonianze di donne e uomini dai vari fronti del conflitto, che si alternano a immagini di accadimenti reali, descritti come in un quadro. Sono storie esemplari, che meritano di essere rilette e ragionate, scelte fra le centinaia raccolte dall'autore nei suoi viaggi. Non esiste distinzione fra vincitori e vinti: tutti i protagonisti parlano una sola lingua, quella della mostruosità della guerra, al di là di ogni alterazione propagandistica o ideologica. Nell'appendice conclusiva l'autore traccia una mappa di riferimenti utili al lettore, sulla base delle molteplici questioni poste dal libro: un diario, ragionato che spiega il testo e lo trascende, ripercorre a ritroso nei secoli le cause archetipiche della violenza e dell'aggressività umana e fornisce così un apporto originale agli studi sulla civiltà contemporanea. In """"Nomos"""" letteratura e riflessione teorica si sposano in una soluzione del tutto nuova, lontana dal saggio e dal romanzo storico."" -
Il test della vita
"Il test della vita"""" è ambientato in un universo parallelo, del tutto simile al nostro, se non per una fondamentale differenza: si tratta infatti di un pre-mondo abitato da pre-nati, ovvero da individui che devono ancora nascere alla vita vera, come noi la intendiamo. Per farlo devono superare una complicata serie di test attitudinali e psicologici, attraverso cui vengono selezionati soltanto gli idonei a lasciare il pre-mondo. Il protagonista di questo mondo fantascientifico popolato di quasi-vivi, di cifre e numeri, è LLA120303. Egli partecipa alla """"lotta per la vita"""" assieme ai suoi compagni, sotto l'occhio vigile dell'Amministrazione, la nebulosa organizzazione a capo del sistema del pre-mondo, che controlla che tutto si svolga secondo le rigide procedure stabilite, senza sbavature, con ordine matematico. Chi passa il test entra nella vita, chi non lo supera si dissolve senza lasciare traccia. Il passaggio dal pre-mondo al mondo conserva qualcosa di sacrale e misterioso, impossibile da concettualizzare per i pre-nati: e il nostro mondo - mai descritto, mai risolto - per i protagonisti del libro è """"il mistero"""" su cui non possono far altro che fantasticare." -
La verità. La vita di Gesù e il suo vero insegnamento
La verità su Gesù mai scritta, gli stratagemmi che egli stesso ideò per far giungere fino a noi il suo vero pensiero, la scoperta di messaggi rimasti finora nascosti nei vangeli, ma anche la verità sulla rivelazione originaria della tradizione spirituale ebraica, induista e buddista. Per Gesù il seme della parola di Dio soffocò nella legge mosaica, come un seme caduto in un roveto; così come previde che sarebbe seccata la sua parola cadendo su quella ""pietra"""" su cui si fondò il cristianesimo. Il suo tentativo di riportare alla purezza originaria il messaggio delle Scritture e di riunificarle, la revisione della tradizione esoterica del Giudaismo (la Kabbalah), la sintesi che fa in due sole parole di tutto lo yoga induista e buddista; il vero significato dell'avvento messianico: il riscatto del Regno della materia e la sua riconciliazione con lo Spirito, così che esso torni ad essere Respiro per la carne ed essa la sua Sposa. Il matrimonio di Gesù con Myriam di Magdala, che i discepoli chiamavano anche """"la madre"""", la ricostruzione della vita, dei viaggi, del pensiero e dei metodi del Maestro, un'indagine che rivoluziona completamente molte verità storiche ufficiali, tra cui quelle che riguardano il Sinedrio, il popolo ebraico e quello che fu il vero rinnegamento di Pietro, ma anche il rapporto dell'uomo con il divino, portando dentro di lui quello stesso infinito che si estende all'esterno."" -
Uomini di riviera
Vittorio, un uomo apparentemente senza ambizioni, amante della vita tranquilla, con un titolo nobiliare di cui non sa che fare. I suoi amici quarantenni. Una città di provincia, storie di vita ordinaria. Sullo sfondo il mare e un porto, luogo di approdi e di partenze. Vicende diverse, esperienze diverse, caratteri diversi. Sono tutti di sinistra, ma in fondo piccolo borghesi. Vite legate da interessi comuni: la musica, il cinema, la fotografia, la letteratura. Ma non solo questo li unisce. Sono i gesti, le parole, i bar degli aperitivi e i ristoranti. Dove parlano e si raccontano. Dove le abitudini diventano riti, i riti quasi manie. E le loro donne. Mogli, compagne o amanti che siano che, senza saperlo, diventano le protagoniste delle loro vite a cui daranno un senso, una direzione. Donne ambiziose o semplici, intraprendenti o devote, le cui storie si sfiorano, si toccano e s'intrecciano. Fino a fondersi. Come il mare e il cielo nella linea dell'orizzonte. -
Un respiro dietro l'altro
I protagonisti dei nove racconti di Veronica Fallini qui raccolti richiamano ai sentimenti più comuni e autentici, alle inquietudini e alle attese umane. Ad accomunarli spesso è la costante ricerca di affetti che colmino il vuoto lasciato dalle altre mancanze e instabilità della vita, come Elisa che vive di lavori precari e abita altrettanto precariamente dalla sorella ed è alla costante ricerca dell'amore in tutte le sfaccettature, o come Anna, la giovane promoter che si appaga dei piccoli gesti di affetto di un collega. Dagli stessi presupposti nasce anche la necessità intima di un'evasione da una quotidianità mai troppo appetibile che si realizza lasciando libera la mente di estraniarsi dalla realtà come in ""Una bella sensazione"""", o con l'ascolto del racconto della vita di una sconosciuta che prende e cancella il grigiore di un lavoro che non offre soddisfazioni, o ancora, tramite una musica suonata solo con la mente, che sazia ogni altra necessità e permette di sopravvivere alla malattia. Infine, come tutti, anche i protagonisti di questi racconti devono fare i conti con un'altra precarietà, quella dell'esistenza, di fronte alla quale si può rimanere sconvolti, come le adolescenti protagoniste di """"Azzurro"""", può farci rendere conto dell'ingiustizia del vivere, come in """"Finis terrae"""", o farci capire di dover arrenderci al nostro destino, anche se sentiamo di dover ancora sistemare alcune cose, come per il tassista di """"Il figlio"""". Introduzione di Giampiero Neri."" -
L' antibagno
Un ragazzo e una ragazza passano le loro serate seduti sul pavimento dell'antibagno di un Circolo di periferia, di fianco a un lavandino che gocciola di continuo, illuminati dalla luce fluorescente di un neon che ronza sopra le loro teste. È l'inizio del nuovo millennio e i due ascoltano musica da lettori cd portatili e nei loro appartamenti periferici guardano la tele da vecchi apparecchi con il tubo catodico e lo schermo bombato. La città intorno corre nelle strade nelle tangenziali nelle metropolitane mentre loro non fanno altro che starsene seduti di fianco a quel lavandino con le cuffie alle orecchie, come se fossero in attesa di qualcuno o qualcosa. Dentro quel posto sporco e maleodorante è come se vivessero in una dimensione parallela, una sorta di interzona ronzante e caustica. Mentre fuori, nel mondo reale, vivono una vita alienante e ripetitiva fatta di lavori inutili e solitudine. ""L'antibagno"""" è un romanzo travolgente e fuori dagli schemi che si anima delle contorte figure espressioniste di Egon Schiele e della musica disperata e struggente di Kurt Cobain e dei suoi Nirvana. È un mondo a parte, un nonluogo immerso in un anfratto tra gli alti palazzi della periferia milanese dove le voci non hanno suono e le persone sono ombre che svaniscono nel buio."" -
Profili di cera
"Nel libro ci sono risposte, magari non a domande che ti poni ogni giorno. Delle esperienze che talvolta rimangono addosso senza capire il perché. Sono colori, talvolta sfumati, che si mescolano con emozioni, portati da attimi che piangono, tremano, fuggono, si confondono con un sorriso e ritornano più luminosi di prima. Sono dipinti di storie comuni, tenendo presente che in questo mondo di comune non c'è proprio niente."""" (dalla nota introduttiva)" -
Come Bovary
Sullo sfondo del Primo conflitto Mondiale, dei bombardamenti, delle partenze degli uomini al fronte e della successiva epidemia di spagnola si stagliano le personalità opposte di Emma e sua zia. Emma è una ragazza fragile e sensibile che dopo la morte della madre affronta il mondo come qualcosa a lei estraneo, chiusa nella solitudine e nella contemplazione del mare. L'austera zia, vedova ormai da anni, pratica, intaccabile e avara di sentimenti, l'ha accolta quasi come una delle tante opere caritatevoli che una donna della sua condizione sociale si sente in dovere di fare; convinta di poterle essere d'aiuto plasmandola a propria immagine e indirizzandola verso il futuro che ritiene migliore, e che Emma accetta, non farà che trascinarla verso il declino. ""Come Bovary"""" è una storia fatta da silenzi, azioni e accettazioni passive che scaturiscono da una comune necessità di fuggire al dolore, un racconto che riesce a far intravedere al lettore alcuni tratti delle figure e degli scenari dei grandi romanzi dell'Ottocento."" -
Non si possono vendere i cani morti
Diego Diavolani è una persona pessima con qualche momento buono, o forse è una buona persona con momenti pessimi. Il decennio dei '90, dai suoi venti ai trent'anni, con la messa a fuoco su tre significativi periodi: il servizio civile come contromossa all'anno obbligatorio da militare (chi obiettava era considerato un vigliacco, ""se non sei buono per il re non lo sei neanche per la regina"""" ti dicevano); il declino della prima storia d'amore importante, e Diego Diavolani che a picconate ne indebolisce le fondamenta e al contempo tenta di cementarne la struttura con incanti adolescenti e nostalgia; la nascita della figlia, un legame inaspettato e definitivo, al di sopra di ogni scelta. Il costante senso di non appartenenza ad alcun posto, le ambizioni da scrittore e il terrore di non essere abbastanza bravo, il bisogno istintivo di mettersi a repentaglio, le fughe con qualsiasi mezzo. Le paure, le debolezze, i limiti: Diego Diavolani ci galleggia, li cavalca e li scavalca. Uno scollamento sistematico dalla realtà perseguito con arroganza, cinismo e rabbiosa disperazione."" -
Countdown del presidente
In una Roma tappezzata di manifesti elettorali (siamo nel 2006) si intrecciano le vicende di Marzia, Irene, Lorella e Melissa. Quarantenni, amiche da sempre, la loro complicità sembra messa in pericolo dalla scelta di Marzia, energica avvocato in carriera, ""berlusconiana"""" convinta, di candidarsi alle elezioni politiche. A complicare le cose sopraggiunge la nascente relazione con Angelo, affermato medico candidato con il centrosinistra, e poi i piccoli grandi drammi quotidiani dei figli adolescenti, per non parlare dei guai affettivi ed esistenziali di ogni singola amica, e forse anche un ridimensionamento dell'iniziale entusiasmo per la politica... Con questo suo nuovo romanzo, appassionato e coinvolgente, decisamente al femminile, Romana Galanti ci presenta uno spaccato dell'Italia attuale, soffermandosi in particolare sui sogni e i progetti delle donne e sulla loro vita in famiglia e nella società; sul mondo giovanile, con le sue fragilità, ma anche con il suo immenso potenziale; sui sentimenti indispensabili dell'amore e dell'amicizia; sull'impegno politico e sul giusto modo di viverlo, senza lasciarsi travolgere da giochi di potere, ipocrisie e sopraffazioni, e aprendosi al dialogo con l'avversario.""