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Manhès. Un generale contro i briganti
Eroe o carnefice? Benefattore o flagello? Il giudizio dei posteri non è mai stato concorde sulla figura di Charles-Antoine Manhès, aiutante di campo di Gioacchino Murat, incaricato negli anni 10 del XIX secolo della repressione del brigantaggio negli Abruzzi e nelle Calabrie. Il presente volume raccoglie le più significative testimonianze sulla vita dell'ufficiale napoleonico: a partire dalle cronache francesi del tempo, passando per storici del calibro di Colletta e Botta, fino ai tempi del brigantaggiopost-unitario, si delinea un percorso storiografico nel corso del quale la figura di Manhès è stata via via interpretata come quella di un fedele servitore dello Stato, un benemerito pacificatore, un crudele invasore straniero e persino un genocida. Un personaggio storico oggi dimenticato, ma popolarissimo nell'800, capace di racchiudere in sé tutte le contraddizioni di un'epoca. -
Memorie di un editore
Prima metà dell'800. Un giovane piemontese di 19 anni acquista una volume con le più celebri poesie italiane e scopre, con stupore, che è stato stampato in Francia. Com'è possibile, si chiede, che in Italia non si pubblichino i nostri grandi classici? Da lì nasce il sogno di produrre libri, un'ambizione che porterà Gaspero Barbera a trasferirsi a Firenze e aprire una tipografia e casa editrice. Le ""Memorie di un editore"""", composte negli ultimi anni di vita mentre l'imprenditore era costretto all'immobilità da un male incurabile, ci offrono un vivace spaccato della storia culturale italiana raccontando, dalla voce di uno dei protagonisti, l'epopea della fondazione dell'editoria moderna nel nostro paese."" -
Sul campo di Adua
A due mesi dalla sconfitta nella battaglia di Adua, nel maggio 1896 l'inviato Eduardo Ximenes si unisce alla missione che dovrà dare sepoltura ai corpi dei caduti. Percorre così a ritroso il cammino della ritirata italiana, annotando via via le impressioni, gli aneddoti, le storie raccolte dai testimoni di una delle più gravi tragedie della nostra storia militare. Tra reduci feriti, ascari mutilati, indigeni ostili e ovunque i resti dei soldati uccisi, ""Sul campo di Adua"""" diviene una sorta di discesa agli inferi che mostra, dalla penna di un suo sostenitore, tutte le contraddizioni e le violenze del colonialismo europeo in Africa. Con 200 illustrazioni d'epoca."" -
Scritti politici
Storico, romanziere e tragediografo conosciuto ai più per la monumentale ""Storia delle Due Sicilie"""", Giacinto De Sivo è stato anche, negli anni '50 e '60 del XIX secolo, autore di svariati saggi di stampo politico, nei quali meglio ha potuto precisare il proprio pensiero. Raccolti in questo volume, essi costituiscono un'appassionata, estrema difesa del morente regno borbonico e un atto d'accusa contro le fragili basi politiche e morali su cui l'autore vede fondarsi l'Italia unita. Il volume contiene: """"Elogio di Ferdinando Nunziante"""" (1852), """"Discorso pe' morti nelle giornate del Volturno"""" (1861), """"L'Italia e il suo dramma politico nel 1861"""" (1861), """"I Napoletani al cospetto delle nazioni civili"""" (1861), """"Canzone all'Italia"""" (1865)."" -
Un italiano in America
Nel 1879 Adolfo Rossi ha soltanto ventuno anni. Vive nel suo paese in provincia di Rovigo e ha da poco trovato un impiego nelle Poste. Tuttavia, preso da una voglia di avventura giovanile, tormentato da una ""nostalgia dell'ignoto"""", lascia tutto e si imbarca per New York. Sono gli anni della grande emigrazione dall'Italia agli Stati Uniti e il nostro, che ha potuto studiare e non è spinto dalla fame, condividerà la sorte dei braccianti e degli artigiani osservando tutto con l'occhio lucido del cronista. Scritto al suo ritorno in patria, """"Un italiano in America"""" è un vivace spaccato dell'emigrazione italiana, un documento importante per non dimenticare il periodo non lontano in cui, come recita una frase in voga, """"gli albanesi eravamo noi""""."" -
Antropologia del parlamento italiano
Quali abilità sono richieste per essere un buon parlamentare? In che modo si possono classificare i deputati? E il sistema rappresentativo è una delle maggiori glorie della civiltà moderna o soltanto un trucco per illudere il popolo di essere sovrano? Sono soltanto alcune delle domande che si pone Paolo Mantegazza, illustre antropologo ottocentesco finito quasi per caso in Parlamento. Nel dare l'addio alla carriera da legislatore, egli prova ad applicare alla politica la metodologia etnografica. Il risultato è un ritratto ironico e impietoso, in grado di sollevare domande ancora attuali dopo più di cento anni. -
Una donna alla prima guerra mondiale
Agosto 1914. L'esercito tedesco invade il Belgio: è lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Le operazioni militari nel piccolo stato fiammingo coinvolgono centomila soldati belgi e settecentomila soldati tedeschi. Più una donna. Partita per redigere delle corrispondenze dalle retrovie per conto del ""Daily Mail"""", Louise Mack si trovò presto ad assistere in prima linea ai drammatici eventi dell'assedio di Anversa e dell'occupazione tedesca, diventando la prima inviata di guerra della storia. Pubblicato nel 1915, """"A Woman's Experience in the Great War"""" appassionò e commosse il pubblico inglese fornendo il punto di vista femminile su una delle grandi tragedie del XX secolo."" -
Napoleone all'isola d'Elba
Il conquistatore dell'Europa messo a capo di un'isola di duecento metri quadratri e quindicimila abitanti. Quando nel maggio 1814 Napoleone sbarcò a Portoferraio, l'ingombrante personaggio creò lo scompiglio nella sonnolenta realtà di provincia. Non tutti erano disposti a credere che quello fosse davvero il capitolo conclusivo della sua stella e guardavano a lui ora come una minaccia, ora come una speranza. Tra agenti segreti del Granduca, patrioti con il sogno di mettere il Bonaparte a capo del nuovo Impero Romano e segrete visite femminili, Giovanni Livi, in questo classico della storiografia, attinge a una gran mole di documenti per ricostruire i mesi più strani e forse meno indagati dell'epopea napoleonica. -
Saggi sul futurismo
Quando nel febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul Figaro il ""Manifesto del Futurismo"""", è come se scoppiasse una bomba nel mondo culturale italiano. È un mezzo matto, si dice di lui; un astuto ambizioso, secondo altri; """"cretino fosforescente"""", lo definisce Gabriele D'Annunzio. Eppure nel giro di pochi anni il futurismo si imporrà come una delle correnti artistiche maggiormente in grado, nel bene e nel male, di interpretare e influenzare un'epoca, riuscendo anche ad anticipare molte caratteristiche dei mezzi di comunicazione odierni. In questo volume sono raccolti alcuni tra i maggiori scritti di Marinetti sui princìpi del futurismo: dal classico """"Manifesto"""" al celebre """"Contro Venezia passatista"""", dalla teoria letteraria del """"Manifesto tecnico della letteratura futurista"""" alle enunciazioni politiche di """"Democrazia Futurista"""". Un'occasione in più per riflettere sul clima culturale che ha prodotto alcune delle pagine più significative e drammatiche della storia d'Italia."" -
Storia della filosofia dalle origini a Platone
Negli ultimi anni di vita Giovanni Gentile aveva in progetto una Storia della Filosofia che abbracciasse tutta la materia dalle origini ai giorni nostri. La morte tragica nel 1944 non gli permise di portare a compimento l'opera, che si ferma a Platone: ritrovata tra le sue carte, è stata ricostruita e pubblicata postuma. Pur incompleta, rappresenta un'accurata panoramica del pensiero greco antico, a partire dai filosofi naturalisti fino ai presocratici e ai capisaldi Socrate e Platone, tramite una scrittura appassionata, al tempo stesso accessibile e ricca di dettagli. -
Storia della filosofia italiana dalle origini al XV secolo
Pubblicata originariamente a fascicoli tra il 1904 e il 1915 con il generico titolo ""La Filosofia"""", la presente opera costituiva l'avvio di un progetto più ampio sulla storia della filosofia italiana, purtroppo lasciato interrotto. Nonostante ciò, ha un suo carattere di compiutezza nel narrare l'evoluzione del pensiero filosofico nell'Italia del medioevo e il suo complesso rapporto con la filosofia greca, dall'iniziale predominio dell'auctoritas di Aristotele fino alla riscoperta di Platone da parte dei filologi quattrocenteschi. Partendo dall'Averroismo e passando attraverso Tommaso d'Aquino, San Francesco, Dante Alighieri fino a Lorenzo Valla, Giovanni Gentile assolve il compito coniugando con estremo equilibrio scorrevolezza ed erudizione."" -
Teoria generale dello Spirito come atto puro
Pubblicata per la prima volta nel 1916 come raccolta delle lezioni universitarie dell'anno accademico 1915-16, la ""Teoria generale dello spirito come atto puro"""" andò incontro a diverse ristampe e traduzioni in lingue straniere, diventando uno dei saggi più importanti nella produzione filosofica di Giovanni Gentile. Partendo dal pensiero di Berkeley, Kant e Hegel, il filosofo elabora quello che chiama """"idealismo attuale"""", spesso abbreviato in """"attualismo"""", corrente che ha conosciuto grande fortuna nel periodo tra le due guerre."" -
Introduzione alla filosofia
Nata dalla raccolta di diverse note scritte a partire dagli anni '20, l'""Introduzione alla filosofia"""" non è né una sintesi della storia della disciplina, né un'esposizione delle posizioni dell'autore; semmai una inedita sintesi di entrambe. Partendo infatti dai princìpi cardine del pensiero filosofico e dai suoi maggiori esponenti nel corso della storia, Giovanni Gentile dialoga idealmente con loro giungendo a esporre alla fine i punti salienti della sua visione rispetto ai grandi temi della natura, la storia, l'arte, la religione, e a definire una volta di più le fondamenta della filosofia attualista."" -
Diario di un imboscato
Chi è l'imboscato? È chi indossa la divisa, ma trova per sé una posizione da cui stare al sicuro dai pericoli della guerra. ""Imboscato"""" è l'insulto che i soldati in trincea lanciano ai soldati nelle retrovie. """"Imboscato"""" vale soltanto un poco di più che """"disertore"""". Attilio Frescura, arruolato nelle Milizie Territoriali, combatté la Prima Guerra Mondiale da imboscato e ne era talmente consapevole da farne il titolo delle sue memorie. Eppure, anche dalla seconda fila ebbe modo di toccare con mano l'orrore del conflitto: le sofferenze dei civili, i soldati feriti, le condanne a morte dei disertori. Ne scaturì uno dei pochi diari di guerra immuni alla retorica nazionalista e, in virtù di ciò, un grande successo editoriale, riproposto oggi in occasione del centenario dell'intervento italiano nella Grande Guerra."" -
Lettere sul Regno di Napoli
La ""negazione di Dio eretta a sistema di governo"""": si deve a lord Gladstone questa celebre definizione del regno dei Borboni delle Due Sicilie. Dopo un soggiorno di alcuni mesi a Napoli nel 1851, William Gladstone pubblicò due lettere aperte al conte di Aberdeen in cui denunciava i metodi repressivi della polizia dopo i moti rivoluzionari del '48. Ne scaturì un caso di politica internazionale, la cui eco non si è spenta ancora oggi. Nel presente volume, dopo un saggio introduttivo che ricostruisce le principali tappe della vicenda, sono riproposte le due lettere in lingua originale con una traduzione inedita a fronte, e a seguire una selezione dei più significativi interventi, pro o contro le tesi di Gladstone, comparsi sulla stampa dell'epoca."" -
Difesa della filosofia
Insegnare la filosofia nelle scuole: è ancora utile? E quanto spazio va concesso alla materia? Il mondo accademico italiano si pose il problema agli inizi del XX secolo, e da più parti fu proposta la cancellazione della materia dai programmi ministeriali. Giovanni Gentile, filosofo e pedagogista, non poteva restare inerme e in questo scritto giovanile si cimenta in una vibrante difesa della filosofia e della sua importanza per la formazione degli studenti. -
Giordano Bruno nella storia della cultura
Originariamente letto a una conferenza nel marzo 1907, questo breve saggio non è né una biografia di Giordano Bruno né un'esposizione del suo pensiero, ma un'analisi del ruolo da lui ricoperto nella cultura del tempo e delle ragioni del suo scontro con le autorità ecclesiastiche. Rifiutando le semplificazioni di un Giordano Bruno ateo o anticlericale, Giovanni Gentile espone una sua personale interpretazione della vita del pensatore nolano, considerandolo non già un ""martire del libero pensiero"""", quanto piuttosto, al pari di Socrate, un """"martire della filosofia"""". Ne scaturisce il ritratto di un Bruno avverso non alla religione in sé ma alla superstizione, e fautore, in anticipo sui tempi, della separazione tra fede e scienza."" -
Il pensiero di Giacomo Leopardi
Può Giacomo Leopardi considerarsi un filosofo? O essere un poeta contrasta per sua natura con l'adozione di un pensiero sistematico? In questa raccolta di scritti, curata dallo stesso autore e che abbraccia quasi un trentennio, Giovanni Gentile affronta la figura del poeta di Recanati dal punto di vista del filosofo, chiedendosi a più riprese dove finisce lo scrittore e dove inizia il pensatore. Un'occasione in più per accostarsi a un autore che, come diceva il De Sanctis in un passo più volte qui citato, ""produce l'effetto contrario a quello che si propone. Non crede al progresso, e te lo fa desiderare: non crede alla libertà, e te la fa amare""""."" -
La fine di un regno. Vol. 1: Napoli e Sicilia
Il declino del regno borbonico delle Due Sicilie come nessuno lo ha mai raccontato. Pubblicato in origine come inchiesta giornalistica a puntate per il ""Corriere di Napoli"""", """"La fine di un regno"""" dipinge gli ultimi anni di dinastia borbonica, fornendo uno sguardo non limitato alle grandi vicende politiche, ma anzi allargato a numerosi aspetti della vita sociale, culturale, letteraria. Benché a volte criticato per il suo indugiare nell'aneddotica e nel particolare, Raffaele De Cesare in questo saggio caleidoscopico ci offre uno dei pochi spaccati della vita quotidiana nel Meridione antecedente l'Unità."" -
La fine di un regno. Vol. 2
Il declino del regno borbonico delle Due Sicilie come nessuno lo ha mai raccontato. Pubblicato in origine come inchiesta giornalistica a puntate per il ""Corriere di Napoli"""", """"La fine di un regno"""" dipinge gli ultimi anni di dinastia borbonica, fornendo uno sguardo non limitato alle grandi vicende politiche, ma anzi allargato a numerosi aspetti della vita sociale, culturale, letteraria. Benché a volte criticato per il suo indugiare nell'aneddotica e nel particolare, Raffaele De Cesare in questo saggio caleidoscopico ci offre uno dei pochi spaccati della vita quotidiana nel Meridione antecedente l'Unità.""