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Cocaina & cioccolato
"Una giovane prostituta albanese bella, sfrontata, dalle idee chiare. Un carcere minorile dove entrano droga e armi. Una gang di ragazzini. Un obiettore di coscienza tormentato dal sesso e una città morbida e tesa, in cui tutto è consentito e nulla è sicuro. Sono questi gli ingredienti di un romanzo nero e d'amore, ambientato in una Napoli assolata, torbida e """"verace"""" nella quale i protagonisti si perdono e si ritrovano, e dove lo smarrimento è l'unico orientamento."""" (dalla prefazione di Pietro Treccagnoli)." -
Parole alate
«Dopo che la poesia tanto ha dato e ancora tanto darà alla musica, per una volta ho voluto sperimentare il passaggio inverso. Chiedendo alla musica qualcosa in cambio, sicuro di poterlo restituire con gli interessi per un reciproco arricchimento. Che aggiungere d'altro? Questa canzone di Meg pareva rispondere così perfettamente alla mia richiesta, vuoi per il titolo - ""Parole Alate"""", disponibili quindi a migrare da un campo all'altro senza soffrirne vuoi per gli argomenti trattati - così eterogenei da permettermi di toccare quante più corde emozionali sullo strumento del mio comporre - che non ho potuto non accettare la sua offerta». (Fabio Barcellandi)"" -
Cose sfiziose
Tolentino, cittadina dell'entroterra marchigiano. In un fondo commerciale del condominio di periferia Famiglia Serena viene aperto un sexy shop dall'improbabile nome Cose Sfiziose. In quegli stessi giorni, Emma Latini Bonavoglia, maestra in pensione, poetessa a tempo pieno, vincitrice di centinaia di premi, molto tirchia e con l'alito che puzza di fogna viene trovata uccisa; vicino a lei c'è un bambolo con il pene vibrante in funzione. Di personaggio in personaggio, dai principali ai secondari a quelli abbozzati anche solo di sghimbescio, ognuno caratterizzato dai propri squallidi machiavellismi quotidiani, per una godibile sarabanda di situazioni tanto reali quanto tragicomiche, destinate a mettere alla berlina la vita di condominio, la mentalità di provincia, l'Italia dei concorsi letterari in cui tutti si credono scrittori e poeti, si arriverà, attraverso un piano di trappole, pretesti ed equivoci, all'inevitabile resa dei conti e ad un epilogo tanto inatteso quanto sconvolgente. -
Da un'altra parte
Dalla Napoli dei Quartieri Spagnoli alla Milano dei quartieri alti la strada è lunga e piena d'insidie. Tre voci narranti si combinano tra loro, dando vita a una prosa spaesante, mozzafiato, che ci afferra sin dal primo rigo e ci lascia andare, stremati, solo all'ultimo. Interazioni, slittamenti, movimenti senza tregua da una realtà all'altra, da un luogo mentale all'altro in continua sovrapposizione. Ciò che è vicino si allontana, ciò che è lontano si sta avvicinando. La trama crossover del secondo romanzo di Vieri Tommasi Candidi si compone come un affascinante e misterioso puzzle. Una strada vera e una metaforica s'intrecciano, trasportandoci in una dimensione profonda in cui il fuori e il dentro della realtà non sono poi così distanti. Storia d'amore, di disperazione, di sangue. Sangue del corpo. Sangue dell'anima. Storia di un passato che riemerge in tutta la sua crudezza e di un presente troppo doloroso per essere sopportato. Fino al colpo di scena finale che dona un nuovo senso a tutte le cose. -
Volevo essere Vallanzasca
"Quando ero piccolo ripetevo a chiunque me lo chiedesse che da grande volevo diventare come Vallanzasca, mi andava bene anche Lutring - il solista del mitra - al limite, ma il bel René era il meglio. I miei compagni di scuola ascoltavano i Righeira, io Nanni Svampa che cantava le canzoni della mala. Loro sognavano di diventare pubblicitari, io un bandito, pieno di belle donne e di pistole, che scappava su un'Alfa Romeo GTV 2000 seminando le volanti lungo le vie della Comasina. La carriera del bandito aveva ai miei occhi soltanto un inconveniente, che finiva troppo presto, o con una condanna all'ergastolo o in una pozza di sangue. Quasi sempre i banditi erano presi per colpa di una donna, non c'è nulla di più stupido per un bandito che l'innamorarsi. Molti dei miei compagni di scuola crescendo sono diventati pubblicitari, io invece non sono diventato un bandito, invece sono diventato un poliziotto, strano a dirsi, ma è andata così""""." -
Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore)
«Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore), è una storia vera, è il racconto di una corrispondenza virtuale, sfociata in amore, tra me e uno scrittore affermato. Esistono prove tangibili della veridicità della mia affermazione. Lo scrittore in questione, opportunamente mascherato nel romanzo, è al corrente di questo mio progetto editoriale e, oltre ad aver letto il romanzo che ne ho tratto, ha dato il nulla osta ad una eventuale pubblicazione. Ho deciso di raccontare questa storia servendomi dell'ironia, e ho lasciato che la parte importante la facessero le lettere (mail) che ci siamo scambiati. Per spezzare il ritmo della fitta tessitura della corrispondenza, ho creato la figura del lettore, con il quale intrattengo una conversazione costante, strapazzandolo, sfogandomi o chiedendo consiglio». (Antonella Perilli) -
L' elenco universale delle cose tristi
Siamo negli anni del Risorgimento, periodo storico di grandi fermenti e rivoluzioni, ma anche di notevoli e fondamentali scoperte scientifiche. Una piccola locanda, la Pensione Marceau, narra le vicende dei bizzarri individui che vi hanno soggiornato tra il 1843 e il 1848. Uno di questi è il signor Ruppert, che riceve posta da tutta Europa: amici che gli segnalano le scoperte e le mode apparentemente più tristi del momento, allo scopo di contribuire a formare un elenco universale delle cose tristi. Ma chi è veramente il signor Ruppert? Lo scoprirà il professor Poustkin, anziano docente, che a sua volta sta lavorando alla compilazione di un elenco universale delle parole vuote. Fra gli altri personaggi, spicca Nadine, la tredicenne dal fare intrigante che gestisce il Café Marceau, apparsa un giorno da chissà dove, sulla cui vera identità si affannano il maggiore Blandino, richiamato alle armi, il reverendo Carraba, parroco del paese, e il notaio Anvrel. -
Onirico naif
"Le immagini del mondo e i suoni prodotti dalla natura accompagnano il cammino del sapere umano. Nei processi vitali della nostra esistenza siamo protagonisti inconsci e imperscrutabili. Le costanti dell'universo, quando saranno alla portata di ognuno, rappresenteranno la chiave di volta per unire le forze che dominano i nostri desideri. La realtà sarà poi il compimento e il riscatto dalle sofferenze subite attraverso barbarie e crudeltà prodotte dall'ignoranza. Contro tutte le intolleranze, attraverso i sogni, appaghiamo l'esistenza. L'illuminazione ci attraversa la mente con i suoi simboli chimerici. La fantasia onirica, interpretata e portata in superficie dalla coscienza, è pregna dei significati più straordinari. Uno su tutti: la libertà di essere noi stessi"""". (Amedeo Molinari)" -
Un amore lungo un'estate
«Un romanzo in prima persona rivolto a un ""tu"""" che ha un sapore di poesia catulliana. Un """"tu"""" che non è affatto vicino come potrebbe sembrare, o meglio lo è ma solo in presentia e la sua presenza si fa desiderare. """"Un amore lungo un'estate"""" potrebbe essere sospettosamente avvicinato come l'ennesimo racconto di una storia estiva, mentre in realtà non rappresenta la classica love-story a lieto fine: l'approccio dell'autrice è tutt'altro che scontato. L'amore viene presentato in tutte le sue sfaccettature, specialmente le più inspiegabili, ovvero quelle legate al tradimento e alla perdita della persona amata. Forse però la relazione più importante del romanzo è quella di """"mutuo sostegno"""" e completa intesa tra la protagonista e il fratello, una costante del racconto, che ritorna così come quel rumore di sottofondo del mare che sembra quasi di percepire tra le righe durante la lettura. Temi emozionali non semplici, come quello del lutto o di un viaggio in un paese lontano che può cambiarti la vita, vengono affrontati in maniera disincantata, ma non per questo cinica e le frequenti metafore, genuine come la cucina che le inspira, danno un tocco fresco al romanzo d'esordio di questa autrice». (Sara Bonazzi)"" -
Verità nascoste
«Il tempo passa, le cose cambiano. Il tempo non passa più, le cose restano. Le cose restano e il tempo è già passato. La relatività s'impone. Il palinsesto Bonicelli riporta immagini di gommapiuma. Nessuno spettacolo nuovo. Se non fosse che la visione e il punto di vista possiedono il dono di cambiare l'identità dei luoghi e l'espressione degli esseri. Ed è così che in questi semplici racconti tutto affiora, tutto è in superficie. Niente di straordinario, niente di superspeciale. Eppure, sotto le righe, sotto la gommapiuma, qualcosa si tiene dentro qualcos'altro, che a ben vedere non è affatto nascosto, e non è affatto invisibile. Semplicemente, la verità che appare presuppone sempre lo scorrere del tempo: insomma, non è mai la stessa eppure lo è. O forse, non è altro che uno dei tanti possibili, individuali frammenti di continuità presente, vale a dire né passata né futura, imbevuta di tempo e leggera come gommapiuma». (Paolo West) -
Euridice
«Euridice» è un romanzo d'amore. Racconta infatti l'amore tra due adolescenti, e come l'amore sia per il ragazzo protagonista un mezzo per evadere dalla realtà circostante, che come spesso accade a quell'età appare insopportabile: evadere dall'atmosfera della città di provincia, evadere dalla propria famiglia piccolo borghese, evadere un po' anche da se stesso, per diventare più grande, per avvicinarsi al proprio ideale romantico, che da solo fatica a raggiungere. «Euridice» è un romanzo storico, nel senso stendhaliano del termine. Nonostante nella narrazione non ci siano mai riferimenti cronologici o geografici precisi (i nomi stessi sono astrattamente riferiti all'antichità classica: Telemaco, Trimegisto, etc.) l'azione si svolge nell'Italia degli anni Settanta, nel disordine sociale e morale della contestazione, poi del terrorismo. «Euridice» è un romanzo iniziatico. Dai quindici ai diciannove anni, i protagonisti vivono il passaggio fragile e cruciale dall'adolescenza alla vita adulta, epoca in cui le immense energie di cui si sente di disporre danno l'illusione che tutto è possibile, anche lo spreco. -
Una giornata a Samarcanda
"Quella di Cimò è poesia di protesta; non è neppure insofferenza o semplice reazione. Per nulla scevra alla filosofia, spinta e alimentata dalla necessità di comunicazione, si ispira a una concreta e stimolante volontà - e dunque voglia - di adeguamento tra arte, pensiero e società moderna. Le parole di Cimò seguono linee gestuali dall'andamento costruttivo e preciso. Parlano il linguaggio delle arti classiche e di quelle recenti, conferendo al segno tutta l'efficacia trainante del monito che in lungo e in largo percorre la ricerca"""". (Paolo West)" -
Artista, attrice, terrorista
Lui ha 25 anni, una relazione altalenante con Laura e, come molti ragazzi della sua età, è alle prese con il lavoro precario, l'università che sembra non finire mai, la musica e, per lui, una sanguigna passione politica. Ma nel suo passato c'è un'ombra, un vuoto nella memoria che lo perseguita anche nei sogni. Tutto ha origine dall'adolescenza, durante le vacanze estive a Loano. Con Sara e Tony, i suoi amici d'infanzia, è successo qualcosa... Per liberarsi da questo tarlo che lo tormenta, lui, Daniel, deve tornare in quei luoghi. Ma arrivato al dunque... -
La luce scomparsa
La dimensione umana è illuminata dall'innovazione scientifica. L'uomo è incantato dal proprio potere tecnologico e dalla propria grandezza. Un giorno però accade che il buio notturno non lascia più spazio alla luce. Per anni la terra non sentirà più il calore del sole e rimarrà coperta dal gelo. Via via, non ci saranno più nazioni, né popoli, né metropoli. Solo alcuni piccoli villaggi e città riusciranno a trovare rifugio nelle caverne. Ma la vita nei sotterranei si rivelerà molto fragile, sino a rischiare di sparire. Questa è la storia di Roy, uno tra i pochi abitanti sopravissuti nel gelido pianeta. -
Da Ian Curtis a Fabrizio De André
"Musica, la particolare e incessante volontà di trasgredire. Quella che nasce dal vuoto che risale dal lampo, delicata precisa e caustica, violenta e sovrana. Dotata di febbre e di buona salute. Solo quel tipo di musica poteva aiutarlo ad affrontare le voragini dei giorni e il senso delle cose. Premi l'interruttore. Spegni la luce. La riaccendi. La spegni ancora. Devi toccare con mano tutto ciò che ti tocca. Una storia lucida e reale. Serena e scanzonata quanto vera e profonda. Il trip della droga raccontato con lo stomaco di chi ha prima toccato il fondo e poi gli ha preso di risalire."""" (Paolo West)" -
All'ombra della grande fabbrica
Stefano è un ragazzo affetto da tetra-paresi spastica e i suoi genitori lo stanno accompagnando in ospedale dove gli inietteranno dell'acido nelle vene per cercare di curare un linfoma. Nello stesso giorno si diffonde in città la notizia che la grande industria siderurgica, sulla quale affaccia la finestra della stanza di Stefano, presto chiuderà i battenti. Marco, amico d'infanzia di Stefano, è un convinto ambientalista, ma è anche figlio di un operaio della fabbrica siderurgica. La chiusura dell'industria, un evento per cui si è battuto tanto insieme agli altri membri dell'associazione che frequenta, gli stravolgerà la vita, portandolo a scontrarsi ferocemente con il padre e costringendolo a emigrare al Nord. Esistenze tormentate dal susseguirsi di eventi più grandi di loro, incapaci di contrastarli e di non soccombere. Sullo sfondo, un quartiere operaio di una Napoli appena riconoscibile, lontana anni luce da quella che quotidianamente è alla ribalta sui giornali e in televisione. Una città che però esiste e ha il diritto di essere raccontata con lo stesso vigore con cui si racconta la Napoli violenta e sanguinaria. -
«Scatti di... parole»
In questo volumetto la modalità creativa fiorisce nell'accostamento di poesia e fotografia e trae forza da due elementi: la trasposizione del pensiero in forma poetica e l'osservazione attenta e curiosa della realtà. La fotografia, tuttavia, non è semplice strumento esplicativo dei versi, ma offre uno spunto diverso, come fosse una ""macchina"""" per tracciare liriche analogie. Il filo poetico-narrativo si snoda attraverso i più noti temi esistenziali, eppure, sono le poesie dedicate all'amore quelle di più ampio respiro in cui l'autore anela ad un ritorno alla soggettività ed alla possibilità di dare un senso alla condizione umana difendendo, in armonica tensione, utopia e libertà. Entrambe, fotografia e poesia, risultano rappresentazioni di alto valore suggestivo, visioni che emergono dall'onirico e astraggono dal reale significati che percorrono le strade più profonde della comune interiorità."" -
Tempinversi
«Non so se alla fin fine questo testo sia prosa o poesia, ma credo che se ti poni questo dubbio, allora, novantanove su cento, è poesia. Invece, quello che so, è che si tratta di un testo denso e dalla forma discontinua, apparentemente incoerente, laddove la punteggiatura, che esista o no, la formazione e la distruzione delle frasi, sono parte integrante del senso. È in sostanza un testo da leggere scevri da ogni tentazione perversa e con noncuranza del pudore; un testo da assorbire con la dovuta disattenzione della volontà e però come se fosse a voce alta. Parole deliberatamente articolate, connesse, concatenate, frasi ricche, leggere, pesanti da rimescolare, ingurgitare, per poi, più tardi, a seconda delle propensioni personali, metabolizzare l'impasto, oppure vomitarlo sulle scale di casa». (Paolo West) -
Sulla fronte non toccata dal tempo
Il desiderio di scoprire i segreti dell'eterna giovinezza, il sogno di ripristinare l'era d'oro in cui l'uomo non conosceva malattia e morte, risalgono alla civiltà Sumera. Da allora, l'uomo non si è mai dato per vinto e la caccia continua. Oggi, la ricerca moderata di quei seducenti segreti e la scienza continuano a scommettere sul grande business. Che cosa siamo in grado di apprendere dall'ignoto infinito per allungare o conquistare la giovinezza? Che cosa ancora ci divide dalla conoscenza determinante? Quali e quanti segreti non siamo in grado di comprendere nonostante la ricerca scientifica e il progresso tecnologico? -
L' Italicus (4 agosto 1974). Note di lettura per una strage dimenticata
Una bomba nella carrozza n.5 del treno Roma-Monaco 'Italicus' esplode, causando la morte di 12 persone. Una strage rivendicata dall'estrema destra di Ordine Nero, che è legata a doppio filo ad altre morti: quelle di Piazza della Loggia e di Piazza Fontana. E come altre, ancora senza colpevoli. Attraverso i fatti, i movimenti, gli avvenimenti e i pensieri, Tesei prova a spiegare cosa e perché sia successo in quel tremendo anno, da tutti considerato quello della svolta: il 1974. Ed ecco allora che una strage dimenticata diventa spunto per riflettere sulla nostra storia, sui Servizi Segreti, i militari, la P2 ma anche la gente comune, la crisi petrolifera del 1973 e la nascita di movimenti politici o parapolitici che hanno caratterizzato quegli anni pensando ai nostri anni, ai colpevoli ancora non puniti e ai familiari delle vittime che non avranno pace e futuro fino a che non ci saranno verità e chiarezza.