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Guru guru sushi
Un invito a cena con Azuki per scoprire qualcosa che ancoa non sapete sul sushi. -
Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere). Imperdibili curiosità dal Sol Levante
Dopo il successo di ""Non ci sono più i giapponesi di una volta"""", Keiko Ichiguchi continua a documentare la sua vita nomade in questo nuovo saggio dal clima familiare, che racconta il Giappone attraverso uno sguardo insolito e inaspettato. Attraverso piccoli e grandi avvenimenti storici, l'autrice ci svela la cultura di un popolo che ha saputo superare ogni difficoltà, dall'epoca del samurai al progresso contemporaneo. In questo nuovo vademecum, i cultori del Sol Levante scopriranno a chi sono ispirati alcuni celebri personaggi di manga & anime, com'è nata la parola otaku. I segreti del teatro Takarazuka, la quotidianità di una geisha, l'origine delle divinità più popolari e quelle di tanti mononoke che popolano i film di Hayao Mlyazaki."" -
Fuoco e cicuta
Compiuti diciannove anni Polly Whittaker si rende conto che gran parte dei suoi ricordi sono confusi, come se due memorie differenti fossero sovrapposte una all'altra. I suoi ricordi più vividi riguardano infatti la scuola, gli amici, la famiglia e le ordinarie vicende quotidiane. La parte di memoria che sta riaffiorando poco alla volta nella sua mente, invece, le racconta di aver assistito a eventi estremamente insoliti e bizzarri a partire dal giorno in cui, ben nove anni prima, si introdusse nella grande villa vicino a casa della nonna per assistere senza invito a una riunione da cui tutto ebbe inizio, fra cui l'amicizia con Tom Lynn. Fu proprio grazie a costui, ricorda Polly, che scopri l'amore per la lettura e la scrittura, e furono queste due attività a portarla al centro di un vortice di misteri, fra cui quello più grande: perché oggi nessuno si ricorda più di Tom Lynn? È così che Polly si rende conto di dover risolvere l'enigma al più presto, per avere la possibilità di ritrovare il suo amico e, probabilmente, per salvare anche se stessa... -
La ragazza che saltava nel tempo
La scuola è ormai deserta dopo la fine delle lezioni, ma dal laboratorio di scienze proviene un rumore di vetri rotti. Da una provetta in frantumi fuoriesce uno strano profumo che però la giovane Kazuko Yoshiyama ritiene di conoscere, e che le fa perdere i sensi. Dal giorno successivo niente è più lo stesso, e quando diversi fatti misteriosi iniziano ad accaderle intorno, Kazuko scopre accidentalmente di essere in grado di tornare indietro nel tempo di diverse ore, permettendole così di indagare su cosa abbia generato in lei quell'incredibile potere. Ciò che sta per scoprire, però, va al di là di ogni possibile immaginazione... All'interno del libro sono inoltre presenti i due racconti brevi ""La vera essenza degli incubi"""" e """"Infinite dimensioni parallele"""", per un tuffo nel brivido e nel mistero 'ai confini della realtà'! Età di lettura. da 10 anni."" -
La leggerezza. Modes d'emplois
Parlare di leggerezza non è facile, e ricercarla e usarla è difficile. Quali sono i modes d'emploi della leggerezza? Quali sono le ""istruzioni per l'uso"""" che potremmo seguire per imparare a frequentarla, a viverla, come facciamo col nostro corpo, con la nostra testa, con i nostri salti, voli, sogni, desideri, pensieri? Saggi e saggisti, poeti e poesie, artisti e immagini, semiotici alle prese con gli angeli in fotografia, studiosi di cinema impegnati col comico negli anni del regime e filosofi che affrontano la 'pesantezza' della metafisica, prosatori della brevità e critici-scrittori di lumi antichi e moderni, tutti ci danno, a loro modo, dei modes d'emploi, che producono spesso delle forme della leggerezza a contrasto, levitas versus gravitas."" -
Za la mort
Nel 1925 Za la Mort, eroe del cinema muto italiano, diventa protagonista di un romanzo cinematografico dal titolo eponimo. Chi lo scrive è il suo creatore, Emilio Ghione, regista e attore che ha conosciuto, negli anni della Grande Guerra, fama internazionale. Ghione è anche l'interprete di Za la Mort: un connubio totale che segna, nel bene e nel male, la sua carriera. Con il dopoguerra, il cinema italiano vive una grande crisi. Molti beniamini del pubblico sono costretti ad abbandonare le case di vetro per sempre o a emigrare in Germania. Tra questi ultimi troviamo anche Ghione, che a Berlino gira un film, ""L'incubo di Za la Vie"""" (1924), alla base di questo romanzo. Ma già l'anno successivo rientra in Italia. """"Za la Mort"""" è pubblicato in appendice a """"Il Mondo"""" di Amendola e poi riedito nel 1928 da Nerbini, illustrato dal grande Giove Toppi, nella versione definitiva che qui riproponiamo. Ghione morirà due anni dopo, alle soglie del cinema sonoro. Giacché i film di Za risultano in larga parte dispersi o incompleti, il romanzo (assieme al successivo """"L'ombra di Za la Mort"""") è l'unica sua avventura giunta integra ai giorni nostri."" -
La linfa nelle vene. Alberografie a Nord-Ovest lungo gli itinerari dei grandi alberi
La linfa nelle vene abbraccia i percorsi editoriali dei precedenti volumi ""Le bocche di legno"""" e """"Terre di grandi lberi"""", le cui edizioni e successive ristampe sono andate presto esaurite. Si tratta di un viaggio fisico e linguistico nei meandri del paesaggio delle regioni del Nord Ovest d'Italia, in quel golfo di boschi, rocce, acque e terre che si dispiega fra le vette delle Alpi e il Mediterraneo, un ventaglio naturale fatto di biodiversità climatica, calando dai boschi di faggio e castagno alle pianure di pioppo e agricoltura intensiva, dai laghi alle città, dalle coste alle riserve, dagli uliveti ai vigneti, dalle risaie alle abetine. Una ricerca che ha impegnato quotidianamente e per anni Tiziano Fratus, classificando, mappando, misurando, fotogra-fando, descrivendo, ma soprattutto testimoniando la sua profonda passione per la salvaguardia e la conoscenza dei grandi alberi, creature secolari o millenarie arenate sulle cime delle Alpi, nelle geometrie dei giardini storici, negli spazi delle riserve naturali. Sessanta mondi e sessanta itinerari per il cercatore di alberi che alberga in ogni lettore."" -
Joseph Durandy. Presidente del consiglio generale delle alpi marittime e pioniere della regione transfrontaliera tra Nizza e Cuneo
Joseph Durandy (1834-1912) è stato un personaggio di primo piano nel mondo politico ed economico nizzardo tra la fine dell'Ottocento ed i primi anni del Novecento. Presidente del Consiglio Generale delle Alpi Marittime ed ingegnere della città di Nizza, formidabile imprenditore e finanziere, membro di parecchie società nizzarde che davano lavoro a centinaia di operai ed impiegati, fu anche filantropo e pioniere dello sviluppo socio-economico della zona transfrontaliera tra Nizza e Cuneo, dove si estendevano le sue proprietà ed attività imprenditoriali. Fu tra i primissimi propugnatori del collegamento ferroviario tra Cuneo e Nizza. Nel centenario della morte il prof. Denis Andreis, membro dell'Acadèmia Nissarda, ne ricostruisce in questo testo la biografia con inedite fonti d'archivio e lo storico Walter Cesana illustra nella prefazione la parte legata alla villa Durandy di Borgo San Dalmazzo. -
Rendiconti. Cuneo 2012
Chi lo dice che Cuneo è una ""città morta""""? Che non succede mai nulla? """"Rendiconti 2011"""" racconta un anno di avvenimenti, scritture, immagini, proposte. Un almanacco cuneese che sorprende, stupisce, talvolta incanta. Un altro modo, inedito, di guardare la città. Per riscoprirla."" -
«L'Abruzzo sono io»
Possesso perenne acquisito durante gli anni dell'infanzia e i continui ritorni nella regione natìa, l'Abruzzo concreto e talvolta rude, indubbiamente caratteristico, si trasfigura nella penna di d'Annunzio in spazio metastorico. Diventa cioè la dimensione mitica, in dialogo continuo con la classicità greca e ancestrale, in cui sia le ambientazioni sia i personaggi delle prose o dei versi trovano spontaneamente il loro posto e spessore. Tra le pagine del Notturno, del Libro ascetico o del Segreto si disegna, per esempio, il ritratto della madre, che incarna l'origine per antonomasia e determina il continuo nostos ad essa, reinterpretato liricamente nel focolare domestico di Itaca e nel viaggio in Grecia di Maia.La conoscenza approfondita di d'Annunzio come dell'Abruzzo ha calato a tal punto Pino Papponetti nell'opera del suo conterraneo che, in piena obbedienza alla norma dannunziana, egli può condividere col Vate la formula qui protagonista: ""l'Abruzzo sono io""""."" -
Antichità/Unità. Storia, cultura e cinema in Italia
L'idea è questa: recuperare, in modo più o meno brillante e originale, quanto del dato antico partecipi alla nostra Unità, al processo che la sancisce storicamente e culturalmente, anche in prospettiva, ovvero con uno sguardo ai nostri giorni. Si passa dal Canto degli italiani e dai classici come enciclopedia culturale dell'Italia a un antico racconto per pensare le italiane, dalle novelle di Pirandello a d'Annunzio e a Svevo, dal cinema al graphic essay. Quasi sempre Antichità e Unità sembrano accompagnarsi e sposarsi, nel bene e nel male, con divorzi, tradizioni la cui presa dobbiamo spezzare come una catena, fra poetiche dell'italianità e frammentazioni del mito risorgimentale. Interventi di: Maurizio Bettini, Licia Ferro, Bart Van den Bossche, Giuseppe Papponetti, Mara Santi, Fulvio Orsitto, Luciano Curreri e Giuseppe Palumbo (e con lettere/letture/recensioni di Anna Dolfi, Riccardo Donati, Vittorio Frigerio). -
Le briciole
Quattro storie diverse si incrociano sfiorandosi nella quotidiana esistenza del vivere urbano. Un suadente richiamo africano le avvolge, il mistero attende il lettore dietro l'angolo. -
La collezione Giulio e Vanna Ferrero. Un patrimonio per la città. Ediz. illustrata
L'esposizione dei dipinti e di una scelta di mobili e arredi della collezione Giulio e Vanna Ferrero risponde alla volontà dell'Amministrazione di rendere omaggio alla memoria del dottore odontoiatra cuneese che, con lascito testamentario regolarmente registrato, ha assicurato alla sua Città, e quindi a tutti i cuneesi, un patrimonio personale di pregio. Le sale al primo piano di Palazzo Samone costituiscono la location più accogliente per proporre, alla comunità cittadina e all'ampio pubblico di visitatori appassionati di arte e di antiquariato, una mostra che svela l'ambiente di casa e le preferenze artistiche di una famiglia benestante e generosa, colta e riservata. -
Il fuoco nella pineta
A 150 anni dalla nascita e 75 dalla morte di Gabriele d'Annunzio, la sua produzione artistica continua a riservare ""sorprese"""" e scoperte che spaziano da carteggi, scritti e opere più o meno compiute. Fra queste, Il fuoco nella pineta, ripresentato qui nella sua veste originaria, rappresenta un affascinante esempio nel quale convergono, oltre agli elementi bibliografici, aspetti biografici e storici che concorsero prima a frenarne la pubblicazione per circa 10 anni e successivamente a dettarne la """"riscrittura"""" nelle pagine del Notturno. Rileggere e addentrarsi nel manoscritto rappresenta una sorta di incursione nel laboratorio dannunziano, nel suo modus scribendi e al contempo nei complessi avvenimenti che segnarono gli anni fra il 1911 e il 1921. Filo rosso, la metamorfosi di una mancata, ma potenziale, favilla che, dopo un decennio, vide la luce fra le ombre del Notturno."" -
Una blogger in cucina
Veloci, facili, dietetiche e golose. Trova quella che fa per te tra le oltre cento ricette proposte. -
Racconti svizzeri
La letteratura contemporanea svizzera è molto varia e, nel panorama frastagliato che la compone, la narrativa costituisce probabilmente il genere più interessante. Tra gli scrittori delle tre regioni linguistiche principali della Svizzera ci sono dei denominatori comuni, dovuti a una cultura e prospettiva elvetica che li unisce più di quanto la lingua li divida: essere, per esempio, abitanti di un piccolo paese circondato da grandi Stati, animati da una mentalità influenzata dalla democrazia diretta. Quest'antologia offre un percorso costituito da nove lunghi racconti che spaziano dalla letteratura di montagna all'apertura internazionale (e finanche asiatica, nell'ultimo testo). Si tratta, per la maggior parte, di scrittori assai noti in Svizzera e purtroppo non tutti altrettanto noti in Italia: Étienne Barilier, Jacques-Étienne Bovard, Claude Darbellay, Pietro De Marchi, Anna Felder, Charles Lewinsky, Bruna Martinelli, Adolf Muschg e Giovanni Orelli. -
2 storie
La fine degli anni '90 e i primi anni del 2000 raccontati attraverso due storie lontane e non coincidenti, che costruiscono insieme il frammento di un tempo molto vicino, eppure così distante dal nostro presente. -
Urlo grafico. Commenti grafici alle notizie dal mondo. Ediz. illustrata
Urlo Grafico è un'antologia di elementi che, messi insieme, restituiscono una rappresentazione. È cultura grafica: parla di quotidianità e avvenimenti attraverso un'immagine. Disegna il mondo e le sue sfumature tramite un'informazione. È espressione grafica: sensibile e puntuale narrazione di quanto ci circonda a firma di un occhio privilegiato. Urlo Grafico è la capacità di vedere con la mente una notizia e riuscire a fermarla in tutta la sua crudezza, violenza o spettacolarizzazione attraverso un segno, un colore, un gesto, una parola. È la storia contemporanea che usa il linguaggio contemporaneo. Questo è il primo volume del blog urlografico.it, libro che raccoglie tutte le tavole grafiche realizzate nell'anno 2012. -
Per voce sola 13. Antologia del Concorso nazionale per autori di monologhi
L'antologia dei vincitori del Concorso nazionale per autori di monologhi ""Per voce sola"""". Stili e linguaggi diversi per un'esigenza comune: dar voce a storie piccole, talvolta minime, ma capaci sempre di farsi leggere. E - dono prezioso - di farsi ascoltare."" -
La caduta dei gravi. Roma, gli anni Novanta, la fuga
Quanto sembra lontana la Roma degli anni Novanta? Chi la ricorda davvero? I residui della lotta di classe, i negozi che affittavano cd, l'alienazione urbana. E un profondo senso di inadeguatezza. Questo libro ripercorre le strade, le storie e le persone di un quartiere piccolo-borghese della capitale, l'Appio Tuscolano in zona San Giovanni, accompagnandoci dalla fine degli anni Ottanta (il crollo del comunismo, la fine delle ideologie) al nostro presente (la fuga dei cervelli, la crisi economica), e riscoprendo un tempo e uno spazio che sembrano dimenticati ma in realtà sono sempre lì, vividi e lividi, a mostrarci come sia l'oblio il peccato più grande.