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Un uomo tranquillo
Uno stimato imprenditore vittima di un agguato, a prima vista inspiegabile, il ritrovamento dei cadaveri di due ""delinquentelli"""": due casi estranei fra loro per la diversa caratura dei soggetti coinvolti, però Beppe Fontana, cronista di razza, percepisce nell'aria il vago sentore di una verità diversa dalle apparenze. Così inizia ad indagare per conto suo, suscitando le ire dell'amico di sempre, l'ispettore di polizia Rosario Caruso. L'intreccio narrativo ben condotto alterna surreali battibecchi fra i due amici e minuziose descrizioni di caratteristici personaggi, sullo sfondo degli incantevoli paesaggi che circondano l'immaginaria cittadina di Palma, sulla costiera occidentale della Sicilia, mentre il ritmo si fa sempre più incalzante, fino alle imprevedibili battute finali."" -
I tarocchi siciliani
Il gioco dei tarocchi siciliani è uno dei più belli e complessi giochi di carte che si conoscano, capace di mettere a dura prova il più rinomato e mondano bridge. Padre (o figlio, secondo dotte disquisizioni storiche) del tressette, della briscola e dello scopone, in qualche modo ne combina tutte le regole. Il mazzo dei tarocchi siciliani viene stampato, in esclusiva per quattro paesi dell'Isola: due in provincia di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Tortorici, uno in provincia di Catania, Mineo e l'ultimo in quella di Trapani, Calatafimi, dalla Modiano di Trieste, l'unica produttrice dagli anni sessanta. Le regole di questo gioco, le cui strategie e varianti sono numerose quasi quanto le infinite mosse degli scacchi, necessitano di lunghe e approfondite lezioni che andavano, quanto prima, raccolte e custodite gelosamente, non avendo avuto i maestri né discepoli né proseliti. Simone Cardullo, tra i pochi giocatori rimasti, virtuosi di un'arte ludica e maestra di vita, riempiendo decine di fogli di appunti, le ha raccolte in queste appassionate pagine, analizzando i significati simbolici delle varie carte, ricostruendo l'origine di ogni immagine, di ogni particolare, in coerenza con le tradizioni culturali, etniche e religiose del popolo siciliano. -
Milena Milani e il Museo Epicentro di Gala. Storia di un rapporto telefonico-epistolare 2007-2013
"Il nome di Milena Milani, eclettica artista savonese scomparsa nel 2013, lega come un filo rosso le pagine di questo racconto, su di esso se ne costruisce la trama e con esso nasce e finisce, con un colpo al cuore. Una presenza quasi nascosta, simbolica e reale, che assume in sé i valori dell'arte e la realtà dell'essere, le lotte per la liberazione delle donne e il concetto di un'arte aperta a tutti. L'autore non incontrerà mai la persona che si identifica con quel nome, ma da essa riceverà la spinta a proseguire nella sua ricerca artistica, da lei sarà adottato come figlio d'arte e parlerà di lui nei suoi scritti, veicolandone il messaggio artistico lanciato con l'idea del Museo delle mattonelle, inviterà altri a partecipare alle mostre che annualmente si tengono in quel di Gala Barcellona P.G. (ME), lo terrà nel numero dei suoi amici artisti che hanno fatto la storia della letteratura e dell'arte nostra (da Ioppolo, a Guttuso, da Migneco a Cattafi), che una giovanissima Milani ha conosciuto e frequentato a Milano. Le telefonate e gli scambi epistolari tra la Milani e Abbate evidenziano l'umanità, la passione e la chiarezza di pensiero insita in ogni (grande) artista che, in quanto tale, si fa umile maestro di chi vuole seguirne la via.""""" -
Novara d'arte. Arte sacra, arti suntuarie e figurative dal XII al XIX sec.
Il testo, senza presunzione di completezza, considerata la varietà e la consistenza sostanziale del patrimonio culturale presente, codifica una selezione rappresentativa dei tesori di Novara di Sicilia (Me). Lo studio nelle intenzioni dei due autori si è limitato pertanto ad alcuni beni mobili ascrivibili alla collezione diocesana: arti figurative e suntuarie. Tra i reperti descritti sono citate alcune delle reliquie portate da sant'Ugo, abate cistercense, nel suo lungo viaggio alla volta di Novara. -
Le ansie della storia
Le ansie dei personaggi come Benedetto, papa Francesco, Martin Luther King, Margherita Hack, o dei più comuni mortali, siano essi familiari o amici con nomi o senza nome, che sono poi le ansie dell'autore e quindi le nostre, ci avvicinano alla sua ultima pubblicazione, ""Le ansie della storia"""" ed evocano l'affannoso, difficile cammino della storia che di rado si adagia placida e tranquilla come un fiume nelle sue anse, essendo essa fatta per lo più di rapide, di salti, di cadute. La storia è un organismo immenso che vive, respira, ansima, a volte tumultuosamente, altre silenziosamente, e solo chi è in grado di navigare nella dimensione poetica può coglierne il ritmo, il battito, il respiro, può sistematizzarne gli eventi in una visione d'insieme, che ingloba le proprie e altrui vicende e in cui i protagonisti, sottoposti alla metafisica palingenesi, che ne sublima ed eterna la figura, ritornano a noi testimoni e messaggeri di verità e di vita. Questa la finalità che si legge nel libro insieme ad una sottesa, e non poi tanto, voglia di diventare voce narrante della storia."" -
Piccolo mondo tra le fiumare
Il raccontare con tanta passione e tanta cura la vita vissuta in due borghi limitrofi, il Dante Prestipino assurge a malinconia e a memoria i fatti e le vicende che il tempo non può cancellare. In ""Piccolo mondo tra le fiumare"""" sono descritti, con ricercata dovizia di sentimenti, brani di vita paesana, di veritieri episodi e di eventi locali tanto vicini a chi s'accosta ai ricordi di quel tempo. L'autore, detestando le stranezze, si è inserito, senza notevole sforzo, nei sentimenti umani per descrivere un borghigiano calzolaio e per denunciare la precarietà d'un ambiente in cui versava e ne pagava le sofferenze con gli affanni, le condizioni di disagio e di temporaneità. Il versatile autore, innamorato di ricerche e di vicissitudini, rievoca in modo seducente e ne desta i sogni e le illusioni d'un ambiente che ha bisogno dì un tempo e di una spinta di coraggio per lenire ogni angheria e per far rivivere un lungo giorno che sappia di primavere, di giovialità e di assalti alle reminiscenze."" -
Cera, ceroplasti e cirari
L'arte di lavorare la cera d'api per creare immagini tridimensionali si perde nella notte dei tempi. Già conosciuta dagli Egizi e dai Romani, dal 1600 la ceroplastica venne applicata alla riproduzione di modelli scientifici, soprattutto anatomici, garantendo così l'uso di un materiale didattico di impressionante verosimiglianza. Ma la lavorazione della cera d'api si è sviluppata anche in campo artistico. Tra gli artisti italiani, Medardo Rosso preferiva la cera per le sue incontestabili caratteristiche di malleabilità e trasparenza. Emanuele Insinna, scultore ceroplasta, ripercorre la storia e i protagonisti della ceroplastica, con particolare riferimento alla sua diffusione in Sicilia in età barocca e al suo utilizzo nel microcosmo presepiale. L'artigianato siciliano, con la propria storia antica e il suo vivo presente, ha conservato le sue tradizioni e ha salvato dal decadimento la produzione dei manufatti in cera, che nei primi decenni del secolo scorso sembrava destinati a definitiva estinzione. Oggi a Palermo nuovi maestri cirari recuperano quest'antica tradizione, riprendendo l'arte della ceroplastica siciliana, ammodernandola con le nuove tecniche di ricostruzione e reintegrazione, con ostinazione e tenacia, per proporla alle genti. -
L' infiltrato
L'infiltrato è un giallo classico di ambientazione fantascientifica soft, e si divide in due scenari, con due casi da risolvere per il protagonista assoluto, l'investigatore Oriel Gupka. La storia si svolge in un futuro imprecisato ma ben delineato, e vari accenni raccontano cosa è successo sulla Terra prima della vicenda in corso. Il primo scenario è la città marziana di Olympia, in cui Oriel si trova in vacanza; il secondo, invece, è una stazione spaziale orbitante, in cui viene portato dopo essere stato rapito dagli alieni. Il romanzo è piuttosto breve, ma denso di situazioni e avvenimenti, e la commistione dei generi risulta originale. -
Pricheri 'i 'na vota. Vol. 2
"È triste dover dire """"'i 'na vota"""", ma la preghiera in lingua siciliana è irrevocabilmente scomparsa. Ho iniziato quasi per gioco. Trovandomi ad ascoltare una vicina di casa che recitava a memoria alcune preghiere in dialetto siciliano, imparate da bambina, è scattato in me il desiderio di raccoglierle dalla viva voce degli anziani. Sentivo che esse rappresentavano la memoria collettiva del popolo siciliano che con voce corale, invocando Dio, rivelava timori, attese ed esigenza di giustizia, nella ricompensa e nella punizione. Così, recatami in vari paesi della provincia di Messina e Catania, ho preso contatto con persone praticanti la religione cristiana e molto avanti negli anni, tanto che spesso mi sono trovata nell'impossibilità di programmare un secondo incontro con loro, perché il tempo aveva inesorabilmente esercitato la sua funzione. Ho registrato ad una ad una le loro narrazioni di Santi ed episodi biblici, e ne ho trascritto fedelmente ogni espressione, desiderosa di recuperare un patrimonio culturale del nostro territorio, e sicura che contenuti e lessico, testimoniando le antiche culture, avrebbero offerto oggetto di studio più ampio e approfondito.""""" -
Io, anormale. Nel luogo del mio cerchio d'arte. Nel cerchio del mio luogo d'arte
Quella di Nino Abbate è una storia stupefacente, non c'è dubbio. È una storia stupefacente in quanto assume da subito i contorni del mito (e di miti, oggi, miti veri, ce ne sono sempre di meno). Nino nasce a Gala, che è contrada greca ma pure romana e bizantina, terra di pastori contadini e monaci; diventa maratoneta, corre tanto e veloce. Poi scopre che può fare l'artista. Prima delicato come un pittore poi brutale come uno scultore. Scopre ancora che con l'arte si costruisce il bello del mondo (in un mondo in cui il bello, il bello vero, è sempre di meno) e allora si mette e costruisce un Museo, Epicentro. Lo costruisce con le sue mani, rischia la galera, conosce migliaia di artisti, spende milioni di parole, di polemiche. Nino dipinge bene, alla perfezione, come se il pennello si muovesse da solo. Abbandona la pittura artefatta, seppur seguita senza voglia di artefare nulla, e sceglie la pittura-disegno, la geometria del disegno, la forza del disegno. Il passaggio da ciò alla scultura è breve e Nino lo compie senza battere ciglio. La sua scultura è una scultura tutta forza, tutto cuore, una scultura che viene da lontano, da quando il mondo era uno scenario di pure forme, di geometria, di pure essenze. Ma non finisce qui. Nino si stanca anche della scultura e si mette in viaggio. Pur non muovendosi da casa egli si mette in viaggio per le vie di tutta l'arte europea del Secondo Novecento: fonda Epicentro. Da qui osserva tutto, capisce tutto, pensa tutto. -
Castroreale: storia e lingua
Ennio Italo Rao convinto che le lingue siano i mattoni delle civiltà, studia la lingua parlata nel territorio, analizzandone tutte le sfumature e le coloriture. Da una tale analisi ne viene fuori un interessante studio sui vocaboli, sui costrutti sintattici, sulle regole grammaticali e sui detti del luogo che di esso sono manifestazione. Nella disamina di questi elementi, il lettore entra in contatto con un mondo bucolico e ""genuino"""", distante dalla forte globalizzazione linguistica nell'ultimo secolo accentuata dall'operato dei mezzi di comunicazione di massa. In particolare, il lettore del luogo scopre di essere il """"madrelingua"""" di una lingua antica, fondamentalmente latina, ma al contempo greca, francese, castigliana, catalana, araba, provenzale, normanna. Egli apprende che la lingua non è il solo mezzo con cui scambiarsi idee, informazioni e opinioni, ma rappresenta il modo di essere dell'uomo, il riassunto """"parlato"""" della vita di decine di generazioni."" -
Le favole di Becco Giallo
Età di lettura: da 7 anni. -
Le varette di Barcellona Pozzo di Gotto
In molti paesi della Sicilia la Passione rivive attraverso una vera e propria teatralizzazione, nella quale vengono rappresentati il tradimento, l'assassinio e il dolore dell'Addolorata, la cui figura commuove, materna e terrena, simbolo di tutte le madri che vedono morire ingiustamente il proprio figliuolo. A Barcellona Pozzo di Gotto il momento della morte del Cristo è sentito dal popolo più profondamente della gioia della Domenica di resurrezione, in quanto più viva è la compartecipazione alla concreta e umana solitudine di Gesù, deriso e condannato alla più infamante delle pene. Nella rappresentazione della Passione il barcellonese - e più in generale il siciliano - diventa coprotagonista, in quanto proietta e sceneggia la propria solitudine e il proprio dolore. La Passione suscita un momento di autentico afflato religioso: è una particolare contemplazione della morte, con cui hanno familiarità i siciliani sia di livello culturale elevato, sia appartenenti alla cultura popolare. -
La banda di Fondachelli Fantina attraverso la storia
"...l'incontrarsi con i coetanei o con gli amici più grandi, lo stare insieme di generazioni differenti, il recarsi in un luogo comune, la passione per la musica, il rendersi conto dell'importanza che il gruppo svolge a livello paesano, l'essere utili agli altri, alle istituzioni, al Comune come alla parrocchia, tutto questo crea nei partecipanti al Gruppo bandistico un orgoglio di appartenenza, sano, positivo, propulsivo, profondamente ricco di senso, quanto mai importante in una civiltà dei consumi che tutto mercifica e che riduce la comunicazione a un superficiale contatto...""""." -
Giuseppe Cavallaro e la nuova città di Barcellona Pozzo di Gotto
A seguito dell'Unità d'Italia la città, nata nel 1836 dall'unione dei due centri di Barcellona e di Pozzo di Gotto, intrisa di quei fermenti rivolti a favorire la ricostruzione morale della Nazione, avverte con Giuseppe Cavallaro, diventato Architetto Capo del Comune, la necessità di costruire una nuova e rappresentativa dimensione urbana. L'architetto Cavallaro appronta il Piano di Sviluppo per la nuova città su una pianta ragionata, il cui elemento generatore diventa il progetto di un rettifilo su cui modellare una maglia ortogonale per sviluppare la crescita e l'abbellimento della città. Le opere dell'architetto Cavallaro segnano il volto nuovo della città con belle vie, piazze spaziose, edifici con tipologie prestabilite e con significative opere pubbliche. L'autore ci conduce, attraverso un percorso puntuale, alla conoscenza dell'evoluzione della storia urbana di Barcellona Pozzo di Gotto e delle opere progettate dal Cavallaro, per farci riscoprire l'identità della città, di un'ulteriore nuova città. -
L' arte con i miei occhi. Pensieri sull'arte, dall'arte alla vita
Leggere ""L'arte con i miei occhi"""" è un viaggio artistico e casuale, un dialogo senza tempo tra passato e presente che si snoda e prende vita tra i punti nevralgici ed opposti della storia dell'arte mondiale tra inconsueti ed acuti accostamenti, tra la quiete e la tempesta, tra il maschio e la femmina, tra il sacro ed il profano, tra la preghiera ed il paganesimo più classico: dagli inizi di Giotto al dissacrante Cattelan, dai Crocifissi di Giunta Pisano al Cretto di Burri, dagli artisti ignoti a chi un nome ce l'ha ed è troppo invadente, dal bronzo al marzo, da Piero Manzoni ad Annibale Carracci. Per comprendere appieno questo viaggio artistico è indispensabile metterci in cammino con l'autore e comprendere cos'è per lui """"l'arte"""". Ad una prima domanda estemporanea risponde che """"l'arte è quello che io credo sia arte"""". L'arte è in primis una fede, una religione esatta, vera ed infallibile. Una fede rivelata che parla attraverso la figura ed il concetto stesso di figura. """"L'arte è stare al mondo. L'arte non è qualcosa di superfluo, di inutile: è qualcosa di troppo necessario, come troppo necessario è parlare. L'arte è la vista sulla vita"""", scrive Andrea Italiano per far comprendere che l'arte, intesa sempre come bellezza, è una via da seguire, l'unica, una strada che porta sempre da una parte: dalla parte giusta, una tortuosa salita verso la Salvezza fatta di incontaminata bellezza, fatta """"di colori e di spirito, di grazia e di cortesia""""."" -
Abakainon. Nella dimora di Ade. La necropoli in contrada Cardusa a Tripi
Questo agile volumetto rappresenta e riassume in se tante cose, su vari piani che si intersecano continuamente, arricchendosi e motivandosi reciprocamente. Per gli studiosi è una preziosa fonte di informazioni per il visitatore un'agile guida, per l'autore rappresenta la conclusione di un lungo percorso, che ha visto un ragazzo appassionato, divenire uno studioso serio, aggiornato, sempre motivato, ma ben cosciente di tutti gli aspetti - la fatica, la sorpresa, la gioia, l'orgoglio, ma anche la scelta, la rinuncia e, a volte, lo scoramento - che la ricerca archeologica implica. Certamente la ricerca ha trovato un campo particolarmente fertile: la necropoli di Abakainon e il suo territorio offrono un panorama che, se non unico, oggi è tra i meglio noti nella Sicilia ""interna"""". Questa terra vastissima, multiforme e che ci offre mille aspetti, che cambiano come mutano i suoi panorami ed i suoi cieli e che un giorno forse dovremo valutare in se e non sempre vedendola in funzione di influssi esterni, più o meno traumatici."" -
Spadino. Il monello dello stretto
"Spadino, il monello dello Stretto"""" è il primo racconto di una serie di avventure che vedono protagonista Spadino De Spadis, un piccolo pescespada, a spasso nello Stretto di Messina insieme ai suoi simpatici compagni Spatola e Lampuga. I lettori più piccoli tratterranno il fiato per conoscere la fine della storia, gli adulti apprezzeranno il linguaggio semplice con cui viene descritto l'affascinante mondo marino che, al passaggio del piccolo """"monello dello Stretto"""", si anima di suoni, colori e vita. Età di lettura: da 4 anni." -
Le vie dei Forti. Strade e architettura militare del periodo regio (sec. XIX-XX) sui Monti Peloritani
Un lungo ed appassionato lavoro di ricerca, ha ricondotto le varie Opere di Architettura Militare, disseminate lungo le strade dei Monti Peloritani, all'unitario progetto di difesa e tutela del Territorio, messo in atto dal Genio Militare Italiano tra il XX e il XIX secolo a supporto del Sistema Fortificato dello Stretto di Messina. Le varie Opere (strade, ponti, fontane, rotabili, cippi e pietre miliari, caseggiati e sistemi di canalizzazione delle acque pluviali), vengono in questo volume per la prima volta identificate, censite e ricondotte al periodo di costruzione dei Forti ottocenteschi messinesi, comunemente detti ""Umbertini"""". Un appassionato lavoro documentale e fotografico, accompagnerà il lettore nella riscoperta dell'antica viabilità militare e di manufatti, per anni sotto gli occhi di tutti, a cui viene restituita un'identità e una storia."" -
Nessuno tocchi un angelo. Cronache di infanzia violata
...Tante storie, tutte diverse. Esperienze umane legate tra loro da un unico filo: la sofferenza dei bambini. Di questo viaggio, per quanto imbarazzante sia venirne a conoscenza, restano i fatti, nudi e crudi, scomodi ma incancellabili, impossibili da mettere a tacere...