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Millenovecento. Storie di siciliani
Il libro ""Millenovecento"""" è un libro coraggioso che raccoglie le testimonianze di uomini e donne che hanno vissuto la loro giovinezza nella seconda metà del Novecento, e che raccontato in prima persona della vita quotidiana, del lavoro e della vita familiare in una Sicilia che non esiste più. Il progetto editoriale accompagna il progetto di costituzione di un Archivio audiovisivo di storia orale intitolato """"Il pane di San Giuseppe"""", realizzato da Pulsemedia srl e Lotus srl, a cura di Stefano Savona. Ogni storia prende l'avvio da un nome e cognome, una data e un paese di nascita; ognuno di essi racconta, prima di tutto, una vita, con la propria voce e il proprio portato di cultura, esperienze, desideri, paure, successi e sconfitte; attraverso la concretezza e densità dei ricordi, così come le rarefazioni delle dimenticanze, o di ciò che volontariamente viene taciuto. Un modo prezioso per scoprire una Sicilia ma forse un'Italia che sta scomparendo, a partire da un linguaggio che è quello di chi ha lavorato la terra e vissuto di stenti per tanto tempo, attraverso trenta racconti che hanno il sapore di una prosa memorialistica dal ritmo sempre incalzante."" -
I baci mai dati e altre storie. Il cinema irriverente di Roberta Torre
Cosa hanno in comune la figura di Tano Guarrasi, protagonista del film Tano da morire, e personaggi come Angela, Romea, Manuela e tanti altri che animano le produzioni di Roberta Torre? Il muoversi in contesti visionari e straripanti di colore, ma anche l'essere disegnati su uno sfondo ben definito: un certo sud. Nella produzione irriverente della regista milanese, le storie si snodano in territori dalla forte valenza sociale ed emotiva: Palermo, Catania, la Sicilia, sono luoghi in cui prende forma una visione ad un tempo dissacrante e acuta della realtà. Un sud che non si propone necessariamente come tale, ma che permette di esplorare tensioni e problematiche che attraversano ogni periferia e ogni deriva. Questo libro, che riunisce contributi di diversi ambiti disciplinari, indaga il rapporto tra il cinema di Torre e i luoghi della finzione narrativa, guardando al cinema non solo come opera d'arte e dunque come oggetto estetico, ma anche come complessa operazione economica che vive in uno stretto rapporto con il territorio che racconta. -
Predizione pantagruelina per l'anno perpetuo
Libro di prognosticazioni e di previsioni per l'anno perpetuo. Quello formulato in tono ironico da Rabelais è un assalto contro le superstizioni diffuse. ""Che cosa poteva fare, allora, un intelligentissimo letterato della cultura come Rabelais nel regno di Francia all'inizio del Cinquecento; [...] Poteva solo esagerare, deformando la sua indignazione fino a renderla commestibile persino ai preti e ai cortigiani, fino a far credere che - infine - la sua scrittura non era che un innocuo scherzo, buono per far ridere i fanciulli. [...] Un'operina in cui Rabelais riuscì a condensare i pregi stilistici e di pensiero dell'opera maggiore, con in aggiunta il dono della leggerezza, il tocco della grazia lieve. [...] Morelli ha lavorato come traduttore sull'edizione canonica firmandola con l'anagramma Eolo Lapo Marmigli sull'esempio del maestro Rabelais-Alcofribas. [...] Il tutto in armonia con il lavoro di Bordone [...]"""". (dalla prefazione di Franco Buffoni)."" -
Case proibite. Fuga nel terzo paesaggio
Una riflessione sul Progetto di Architettura nei Luoghi dell'Interdizione, una ricerca ""interiore"""" sul paesaggio della costa siciliana sul mar Tirreno, quindi l'approccio fenomenologico applicato alla comprensione e alla descrizione dell'architettura contemporanea in Sicilia, costituiscono gli antefatti essenziali di questo lavoro. Esso ruota intorno alla necessità di dare voce ai desideri maturati esercitando - nella quotidianità -l'ascolto incessante di un territorio controverso, investito dalla bellezza come dall'incuria. Cinque case proibite prendono forma catturando alcuni sedimenti del tempo disseminati qua e là tra le linee del viaggio. """"Una collana di case proibite, per le incastonate sulla faccia nera della terra. Case tanto più amate, quanto invisibili [...]"""". (Marcello Panzarella)"" -
Appunti (e ombre). Opere di Michele Canzoneri e Giovanni Pepi
Il catalogo accompagna l'esposizione - in mostra dal 23 giugno al 15 luglio 2012 presso la sede della Fondazione Orestiadi di Gibellina - che riunisce circa quaranta opere tra fotografie, disegni e sculture, dei due autori, sul tema complesso dell'ombra e delle trasparenze. L'uno, Canzoneri, artista della luce ed autore delle vetrate per il Duomo di Cefalù, da sempre impegnato in una ricerca che tra pittura e scultura cerca di catturare le declinazioni della luce; l'altro, Pepi, interessato ad una ricerca fotografica che indaga luoghi e paesaggi, con particolare attenzione agli oggetti e alle situazioni marginali, condizioni in cui dettagli apparentemente insignificanti diventano densi di valore. Un esperimento originale che mette a confronto mezzi espressivi e creativi differenti, in un terreno comune in cui luce e oscurità dialogano necessariamente. Contributi di Franco Rella, di Francesca Corrao e di Davide Lacagnina. Inoltre, un'intensa conversazione tra Michele Canzoneri e Giovanni Pepi, curata da Joselita Ciaravino e Davide Lacagnina, ci conduce negli interstizi e nelle ombre dei loro progetti d'arte e di vita. -
Ma tu che lavoro fai? Storie di editori
In un momento storico di importante ridefinizione dei mestieri della cultura ""Ma tu che lavoro fai?"""" offre il ritratto di un'Italia di cui si dibatte molto ma di cui, di contro, non si conosce abbastanza: l'Italia del libro. Attraverso la testimonianza di piccole e medie case editrici gli autori dipanano una serie di domande sul mestiere dell'editore, cercando di fugare i dubbi che accompagnano una professione affascinante quanto eterea. Cosa è un editore, come nasce un libro, cosa si fa in una casa editrice? Ne emerge un libro corale, intessuto delle voci di scrittori, redattori, grafici, traduttori e quanti collaborano alla progettazione e alla produzione di ciò che appare l'oggetto a un tempo più tangibile e immateriale che la nostra cultura abbia prodotto. Tra racconti, aneddoti e riflessioni sull'attuale mercato editoriale italiano, le testimonianze raccolte ci parlano dei libri da un punto di vista privilegiato, colto dietro le quinte. Non per produrre risposte definitive o soluzioni, bensì per provare a disegnare una mappa di uno dei mestieri più esaltanti ma in crisi del nostro tempo."" -
Ma tu sei felice? Un'indagine sulla felicità
Ma tu sei felice? Perché oggi questa domanda è diventata tabù? Di cosa è fatta la costellazione della gioia, del piacere, della felicità? Da una domanda, un libro. Daniela Gambino inizia così la sua indagine per cercare di capire a che punto siamo, e dove stiamo andando, in materia di felicità. Con tono ironico ma con il preciso intento di indagare, il libro nasce dal desiderio di raccogliere umori e pensieri in tempi di importanti cambiamenti. In un momento di revisione dei punti di riferimento intellettuali ed emotivi, oltre che politici ed economici, uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per comprendere meglio cosa accade è proprio quello di formulare la domanda, semplice quanto spiazzante: Ma tu sei felice? -
4° grado e più. Friuli occidentale
Duranno e Cima dei PretiMonfalconi e Spalti di ToroCridolaPramaggioreBrentoniClap, Siera e Creta ForataPeralba, Chiadenis e AvanzaCoglians e ChianevatePasso Monte Croce Carnico -
Moiazza. Roccia tra luce e mistero
La Moiazza è stata da sempre la montagna simbolo degli alpinisti di Agordo (riuniti perlopiù nel gruppo rocciatori GIR), i quali generazione dopo generazione hanno saputo sempre con modestia e lontano da clamori mediatici, misurare il loro intuito e la loro bravura tracciandovi innumerevoli difficili salite. Anche il sottoscritto è uno di loro.Avviato già nei primi anni di vita sulle cime più facili in groppa ai miei genitori, oggi, dopo più di trent’anni, dopo aver percorso queste rocce in lungo e in largo, dopo averle salite e discese centinaia di volte, rivedo spesso frammenti della mia infanzia specchiarsi ed infrangersi su queste rocce. E sorprendentemente i ricordi più forti non sono legati a corde, chiodi, moschettoni o a passaggi estremi e vie impossibili, ma ai raggi del sole che al mattino presto filtrano attraverso le strette fessure di un fienile svegliando i bambini, all’odore caratteristico dell’erba di montagna appena falciata, al battito ritmico di chi, dopo ore di duro lavoro, batteva affilando la lama della falce. D’estate si saliva faticosamente ai piedi della Moiazza, a Binatega, dove si rimaneva per una quindicina di giorni per fare il fieno che poi in autunno veniva portato a valle, che poi in inverno veniva dato alle mucche, e così ogni anno. E la Moiazza era lì, ogni giorno, che ci guardava, che ci ammirava, perchè con le nostre fatiche rendevamo le sue vesti ancora più belle; e noi bambini guardavamo Lei cercando di capire di che umore era, se splendeva il sole o se brontolava rumoreggiando con tuoni e fulmini.Oggi purtroppo quel mondo non esiste più. Gran parte di quel bucolico paesaggio costato tanto lavoro e fatica è ormai abbandonato a se stesso, per colpa principalmente della politica che, incapace di scelte forti a favore delle comunità locali, ha lasciato a se stessa l’agricoltura di montagna.Ma anche avvicinandosi alle rocce la situazione è più o meno desolante. Nei pressi dell’attacco della Ferrata Costantini è evidente un grande bollo rosso della misura circa di un frigorifero, però purtroppo niente birre fresche! Stessa sorte al sentiero che sale, già evidente, attraverso gli Scalet delle Masenade dove un tempo si portavano a pascolare le pecore: una miriade di bolli rossi e frecce colorate indica agli alpinisti il giusto tracciato. Alla base di alcune pareti poi, ben visibili file di spit, catene, moschettoni e cordini che penzolano; una specie di “alpiconsumismo” che lentamente ma inesorabilmente sta sfruttando ed addomesticando le pareti.Per carità, in montagna è giusto che ognuno possa esprimersi come vuole, ma non dimentichiamoci che se noi oggi abbiamo l’opportunità di sviluppare i nostri sogni, magari piantando i nostri chiodi o i nostri spit, è solo grazie alle generazioni precedenti che ci hanno lasciato spazi integri sulla roccia… Noi certo non stiamo ricambiando il favore!Mi domando che senso abbia continuare ad ammassare itinerari a pochi metri l’uno dall’altro o fare a gara per riuscire a tenere l’appiglio più piccolo essendoci già numerosi siti dove si può arrampicare in tutta sicurezza o su alte difficoltà. Forse il... -
4° grado e più. Friuli orientale
Cavallo di Pontebba e Creta d’AipSernio, Grauzaria e ZermulaZuc dal BorJôf di MontasioJôf Fuart, Riofreddo e RiobiancoMangart e JalovecPrealpi Carniche e Giulie -
4° grad. Westliche Dolomiten 1
Nur zwei Jahre nach erscheinen der ersten Auflage ist nun schon die Zeit für eine zweite Edition gekommen. Dieser neue erste Band trägt jetzt den Namen “Westliche Dolomiten 1”. Es ist der erste von zwei Bänden, in dem den westlichen Dolomiten, die jetzt noch umfassender auch neue Gebiete beinhalten und in denen dank des gleichzeitig erschienenen zweiten Band “Westliche Dolomiten 2” viele neue Routen aufgeführt sind, die ich in den vergangenen zwei Jahren realisieren konnte.Dieser erste Band, den man natürlich auch einzeln erstehen kann, ist jedoch nicht nur eine einfache Neuauflage des “alten” 1. Bandes. Zum einen haben wir natürlich versucht alle Fehler oder Druckfehler zu verbessern die unweigerlich in der Ausgabe von 2009 vorhanden waren, zu dem haben wir viele Fotos überarbeitet und neues Material wie z.B: ergänzende Bilder und neue Biographien der Erstbegeher, hinzugefügt. Wir können also sagen, dass wir eine von Kopf bis Fuß überarbeitete Neuauflage haben.Von den 59 Touren die 2009 aufgeführt waren sind einige Routen, aus verschiedenen Gründen, in den “Westliche Dolomiten 2” verschoben worden. Den Lesern die schon im Besitz des alten, ersten Bandes sind, rate ich, wenn sie dieser Reihe treu bleiben wollen, zum Kauf des zweiten Bandes. In ihm sind neben einer Vielzahl an neuen Touren auch die korrigierten Routen des vorherigen Bandes zu finden. Die Routenverteilung in den zwei Führern erfolgte nach geografischen Aspekten.Ich möchte noch darauf hinweisen, dass die restlichen Merkmale des Kletterführers, die anscheinen sehr geschätzt wurden, gleich geblieben sind.Des Weiteren ist viel zusätzliches Material auf der Seite www.quartogrado.com zu finden. Hier wird auch immer über die, hoffentlich wenigen, Korrekturen berichtet. Am Ende möchte ich noch versichern, dass wir mit großer Mühe und Sorgfalt gearbeitet haben um sicherzustellen, dass diese zweite Auflage, genauso wie die Erste, geschätzt wird. Wie immer wurden die Touren vom Autor selbst oder von seinen Mitarbeitern geklettert.Viel Spaß beim Lesen und KletternEmiliano Zorzi -
Mid grade trad rock. Western Dolomites 1
This new edition has changed in look and organization while maintaining its original, well received characteristics. Just two years after publication of the first edition it was already time for a second.The availability of substantial new material and the desire to integrate the inevitable corrections, some purely editorial, others (thankfully few) involving clarifications and modifications to the route descriptions, led to the decision not to run a simple reprint. Bearing in mind that many “old” readers only recently purchased the first edition, it was decided to sub-divide the new edition into two volumes, “Western Dolomites (Volume 1)” and “Western Dolomites (Volume 2)”, the first being a corrected reprint of the previous edition, and this second volume including all the new descriptions which, thanks also to the help of our generous collaborators, had been collected in the period from publication of the first edition (2009) to the present. This means that our established “mid-grade” readers can acquire all the new material without having to buy both books. Obviously, new readers (and virtually all readers of the English editions) are unaffected in this way. The only resulting “oddity” is that both volumes cover exactly the same geographic area.Furthermore, a small number of descriptions from the original edition were, for various reasons, significantly changed and consequently these have been “moved” to the present Volume 2 of the new edition where they completely replace the original descriptions. Again this is irrelevant for the English editions.Without going into unnecessary details, it is noted that the characteristics of the guide, which most readers appear to like, remain the same. Many thanks to all the friends who collaborated in the realization of this second volume, resulting in the addition of a few slightly more difficult routes, and in a few new areas, suitable for “mid-graders” who occasionally enjoy something a bit more demanding. As usual, there is a lot of additional material at the website www.quartogrado.com, where any corrections (hopefully few) will also be published.All possible care was taken so that this second edition is useful both to those already in possession of the first edition and new readers. All the routes described were climbed in person by the author or our various collaborators.Wishing you all a good read and good climbing.Emiliano Zorzi -
4° grado e più. Dolomiti occidentali 2
Questa seconda edizione, dopo soli due anni dall’uscita della prima, ha cambiato pelle ed organizzazione, pur mantenendone le, a quanto, pare apprezzate caratteristiche.Il nuovo materiale raccolto ed il desiderio di migliorare con le inevitabili correzioni – alcune semplicemente editoriali, altre, fortunatamente poche, con chiarimenti e modifiche ai percorsi descritti – ha fatto sì che non sia stata riproposta una semplice ristampa. Pensando ai molti “vecchi” lettori che già possiedono il Volume 1, si è pensato di suddividere la nuova edizione in due diversi tomi, denominati “Dolomiti Occidentali (parte 1)” e “Dolomiti Occidentali (parte 2)” , dei quali il primo è una ristampa risistemata del precedente Volume 1, mentre questo secondo tomo raccoglie tutte le nuove relazioni che, anche grazie al grande aiuto dato dagli amici collaboratori, sono state raccolte dal 2009, anno d’uscita del Volume 1, ad oggi. Questo per permettere ai già “quartogradisti” di disporre di tutto questo nuovo materiale senza dover riacquistare una parte già inserita in un volume già presente nella libreria di casa. Naturalmente i nuovi lettori, essendo tali, non troveranno nessun problema di sovrapposizione di relazioni nei due diversi tomi. L’unico “neo” è che entrambi coprono geograficamente le stesse zone.Per gli aficionados, in questo “Dolomiti Occidentali (parte 2)” sono state anche inserite quelle, poche, relazioni che erano presenti nel Volume 1 e che, per diversi motivi, hanno subito correzioni sostanziali. Queste, a tutti gli effetti, vanno a sostituire quelle presenti nella precedente edizione del 2009.Senza dilungarmi inutilmente, ricordo solo che le caratteristiche della guida, a quanto pare apprezzate, sono rimaste identiche. Grazie agli amici che hanno collaborato alla realizzazione di questo secondo tomo, si è aggiunto qualche itinerario di livello un po’ più alto e qualche proposta in zone nuove destinata ai quartogradisti che ogni tanto non disdegnano qualche scalata più impegnativa. Naturalmente molto materiale integrativo è e rimane sul sito www.quartogrado.com, dove, come sempre, saranno presenti anche le, speriamo minime, eventuali correzioni.In definitiva si è cercato di mettere tutto l’impegno e la cura per far sì che questa seconda edizione sia apprezzata sia da chi possiede già la prima, sia dai nuovi lettori. Come sempre tutte le vie sono state percorse in prima persona dall’autore o dai collaboratori.Un augurio di buona lettura e buone scalate -
4° grad. Westliche Dolomiten 2
Odle, Puez, Putia, Langkofel, Sella, Rosengarten, Pala, Agner, Pale di San Lucano. -
Arrampicare nella Valle del Sarca. L'esperienza del ritmo nell'arrampicata
60 vie di roccia nella Valle del Sarca, a nord del Lago di Garda, con difficoltà tra il quinto e il settimo grado. Heinz Grill è arrivato in Valle del Sarca a metà degli anni 2000. Forte della sua esperienza nella ripetizione e nell'apertura di vie di alta difficoltà nelle montagne di casa, il Karwendel e il Kaisergebirge, ha portato un'onda di rinnovamento in una valle arrivata ad una saturazione delle idee. Con l'apertura di questi nuovi itinerari ha dato vita a pareti fino ad allora mai osservate dagli arrampicatori, ne ha segnato gli accessi, ha pulito la roccia da vegetazione e terra e ha individuato linee diventate in breve tempo delle vere e proprie perle molto ripetute. In questa guida, non solo i percorsi sono illustrati in modo preciso in ogni particolare, ma viene data ad ognuno di essi una precisa identità. Ogni via ha un nome, ogni nome un significato preciso. La luce, l'aria, la ritmica dei movimenti sono gli elementi ispiratori che hanno portato l'autore ad amarle e crearle. -
Climbing routes in the Sarca valley. A rhythmical experience in climbing
60 climbing routes in the Sarca Valley, north of the Lake Garda, with difficulties ranging between the 5th and 7th gradesHeinz Grill came in mid 2000 to the Sarca Valley. With his considerable experience in repeating and opening challenging routes in his native mountains, the Karwendel and Wilder Kaiser, he brought a wave of innovations to a valley that was already filled with ideas and routes, reaching the point of saturation. With the opening of these routes he has given life to walls, previously unnoticed by the climbers. In cooperation with some friends, he identified paths and entrances, freed the walls from earth and vegetation and explored lines, which soon became frequently repeated true pearls of climbing.In this guide, the routes are not only illustrated with careful detail, but each route has its own precise identity. On one hand they are an expression of a human work and a human idea, on the other they take into account the conditions of nature and its formations. The capacity of imagination meets the natural conditions.Each route has a name and each name has a precise meaning. The light, the air and the rhythm of the movements are the inspiring elements that motivated the author’s sensitive capacity to create routes. -
Luci nel buio. Speleologia in Veneto
Il meraviglioso, e utile, immaginario di Sandro SedranSandro Sedran ha la cultura estetica e tecnica del fotoreporter. Non si limita a mostrare, documenta. Gli itinerari sotterranei proposti non sono banali, non sono semplici o semplicemente belli. Sono estremamente vari, mostrano il vuoto per eccellenza del 131 della Preta, ma anche la Grotta del Ciabattino in un’inedita versione invernale.Vi sono cavità splendide per concrezioni, altre deturpate dall’uso come discarica. Il Buso della Rana ci è quasi famigliare, ma Sedran ci fa davvero percepire la grotta come parte di un tutto articolato e complesso. Sandro, idealmente ci accompagna, proponendo una chiave di lettura di ogni singolo ambiente. Nella prefazione offre una lettura d’insieme dei fenomeni, quasi ci prende per mano prima di attraversare la soglia. Ovviamente, le note sulla geomorfologia ed il carsismo hanno finalità divulgative, perché questa non è una pubblicazione dedicata ad approfondimenti specialistici. Questo volume è un atto d’amore verso un territorio conosciuto, percorso, documentato. È un invito, non solo ad andare, ma a sapere che c’è.Vengono presentate 26 grotte, localizzate nel Veneto, alcune molto famose e frequentate ed altre poco conosciute , ma non per questo meno affascinanti. La scelta non è stata sicuramente facile, anche perché le cavità censite nel Catasto delle Grotte del Veneto sono circa 8000.Sandro le conosce molto bene perché le ha frequentate, spesso in compagnia di Simona Tuzzato e del suo S-Team. Avere un’équipe affiatata permette di raggiungere risultati di altissima qualità, poiché l’affiatamento consente di tradurre, anche in situazioni estreme, le intuizioni creative.In questo libro, le immagini hanno una componente primaria, aiutano a scegliere gli itinerari, offrendo un’ideale anteprima. Naturalmente, troverete una descrizione della cavità, l’itinerario per raggiungerla, il grado di difficoltà la scheda tecnica, ma le immagini sono assolute protagoniste.Luci nel buio – Speleologia in Veneto è un libro che tutti possono leggere. Può servire al neofita per avvicinarsi al mondo sotterraneo, ma è utile anche a chi questo ambiente lo frequenta ed è in possesso di tutte le indispensabili nozioni tecniche di progressione. Lo speleologo esperto potrà aumentare ulteriormente il proprio bagaglio di conoscenze. È un libro necessario anche per chi non visiterà mai questi luoghi, vicini e allo stesso tempo oscuri, quasi rimossi. Queste pagine ci insegnano che c’è un mondo non immediatamente visibile, ma assolutamente da tutelare. Con quest’opera di Sedran si è fatto un altro passo avanti nel difficile percorso di uscire dal buio e raccontare le grotte. E immagini spettacolari possono diventare strumento di consapevolezza.Giampietro Marchesi – Presidente della Società Speleologica ItalianaMassimo Max Goldoni – Consigliere della Società Speleologica Italiana -
Dal Brenta al Piave. Falesie in Valsugana e Monte Grappa
Nei primi anni ’80 iniziò la scoperta sistematica dei siti di arrampicata nell’area pedemontana ai piedi dell’Altopiano di Asiago e del Massiccio del Grappa. La squadra, divenuta poi famosa con il soprannome “I Casarotti”, ha donato alla zona 800 tiri di corda.Le falesie, in seguito scoperte anche a quote più elevate, danno l’opportunità di scalare durante tutto l’arco dell’anno.Le aree descritte sono la Valsugana, suddivisa in Destra Brenta, con sei zone di falesie, Sinistra Brenta, con quattro zone di falesie e il Massiccio del Grappa, con sei zone, per un totale di sedici gruppi. Le vie descritte sfiorano il migliaio e di ognuna vengono riportate grado di difficoltà, lunghezza, tipo di protezioni, bellezza della salita, caratteristiche e mappa dello sviluppo.Traduzione in inglese e tedesco -
Arrampicare in Cadore. Falesie nel cuore delle Dolomiti-Sport Climbing in the Dolomites-Klettergarten in Dolomiten. Ediz. multilingue
È l’impegno di alcuni arrampicatori cadorini, gli oramai noti “Ragni di Pieve”, che ha fatto in modo di avere finalmente un compendio completo di tutte le falesie della vasta regione del Cadore.In totale ben 24 siti di arrampicata, dai più classici come quelli della Cavallera e della Val d’Oten, alle zone attrezzate recentemente come il Pian dei Buoi.In appendice i boulders sui Sassi del Piave ad Auronzo e il dry tooling alla Grotta del Lupo. -
Dalle ciaspole al telemark. Alpi Carniche orientali. 66 escursioni invernali
La guida prende in considerazione l’attività di escursionismo invernale con ciaspole, sci da telemark o da fondo o, più semplicemente, a piedi in zone fino ad ora poco frequentate.Queste le aree nelle Alpi Carniche Orientali toccate dai 66 magnifici itinerari:Fleons, Coglians-Chianevate, Mooskofel, Cròstis, Arvènis, Creta di Timau, Creta d’Aip e Monte Cavallo, Monte Zermula, Dorsale Gartnerkofel-Poludnig-Osternig.Molte le escursioni anche in territorio austriaco, zone poco conosciute ma dal grande fascino alpino.