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La voce di Arnold-La voix d'Arnold-Die Stimme von Arnold
Un viaggio, da Andermatt nel centro delle Alpi elvetiche, attraversando i Balcani, fino ad un'isola greca delle Piccole Cicladi, Iraklia, dove dimenticare e dimenticarsi. Sull'isola c'è un vagone ferroviario degli anni '60 con la scritta Ferrovie Federali Svizzere, gli abitanti conoscono il nome Andermatt. Da Andermatt, al centro delle Alpi Svizzere, nel 1974, un uomo partì in sella a un trattore Hürlimann D70 con a rimorchio un vagone ferroviario. Il suo nome: Arnold Hunsperger. Nato poco dopo la Seconda Guerra e vissuto in due luoghi. Sulla montagna ed accanto al mare. -
Una finestra nella tua casa. Cure palliative e conforto nella malattia
Il termine ""palliativo"""" deriva da pallium, che nella Roma antica designava il telo di lana che si poggiava su una spalla e si drappeggiava intorno al corpo, per proteggerlo. Nella medicina moderna questo termine ha purtroppo assunto un significato vagamente negativo, di rimedio sostitutivo, inadatto a risolvere del tutto un problema di salute. Il marito di una paziente ci ha detto: """"Non vogliamo cure palliative. Vogliamo medicina, non carità!"""". Si dimentica invece che con esso si designa tutto un complesso di cure, che sarebbe più appropriato definire """"di supporto"""". Le cure palliative non sono rimedi inefficaci, al contrario. Studi clinici testimoniano la loro validità anche in termini di sopravvivenza e di miglioramento della qualità di vita. Nonostante molti medici siano convinti che le cure palliative aiutino molto, essi le prescrivono generalmente troppo tardi. Le cure palliative si prefiggono di mantenere la qualità della vita e il diritto alla vita del paziente sino alla morte, di alleviarne le sofferenze, nel rispetto dei suoi desideri e delle necessità fisiche, psicologiche, morali, sociali, esistenziali e culturali."" -
Calendario verosimile
Traendo spunto dai suoi viaggi e incontri nei panni di alpinista, giornalista e autore di documentari, Mario Casella racconta un calendario verosimile. ""Ma non è possibile..."""" Quante volte facciamo questo pensiero quando sentiamo storie inverosimili spacciate per autentiche? Quelle narrate sono storie che potrebbero essere vere. Dodici storie verosimili per un calendario che sembra incredibile. Un viaggio nel reale con il veicolo della fantasia. Il tasso di corrispondenza con il reale varia da storia a storia. Alcuni episodi sono quasi veri e le carte degli eventi rimescolate. Altre pagine sono frutto della fantasia, ma anche in questi casi è stata la realtà a ispirare il racconto. Non si tratta mai di storie false. Pur se non sono vere, non sono inverosimili. Anche se possono sembrare incredibili, non sono impossibili. I racconti sono legati a fatti di cronaca riportati nella parte finale di ogni racconto, il vero Calendario, che ogni lettore può mettere in relazione con le pagine nate dalla fantasia dell'autore."" -
Cosa resta del bianco
Un trasloco, un incontro, una notte osservata con occhi guardinghi, un giardino tropicale, la fermata di un bus, un villaggio che assiste al ritorno di stranieri misteriosi, un amore irrisolto in bilico tra sensualità, rancore e nostalgia, la pazzia di un polacco dalla vita inspiegabile, un viaggio senza destinazione. Queste prose brevi raccolgono i frammenti di un quotidiano filtrato attraverso una lingua sempre in bilico tra la prosa e la poesia, tra la descrizione minuziosa dei dettagli e la potenza allusiva di ciò che non si vede ma fa capolino dietro la realtà concreta. I testi cercano di far venire a galla le cose nascoste dietro la realtà visibile, ma senza negarsi all'esperienza quotidiana con i suoi enigmi e dubbi. Cosa resta del bianco ci lascia, alla fine della lettura, la sensazione di aver accumulato delle domande in più, dei dubbi in più, ma forse anche uno sguardo più attento alle piccole illuminazioni che rendono poetica e vivibile anche la più ostile realtà. -
Un cielo blu genziana
Il racconto prende spunto dalla figura di un grande intellettuale del nostro paese, l'architetto Tita Carloni. Prima della sua scomparsa andava ripetendo una frase che ha segnato profondamente l'autore: ""sotto la nebbia sarà tutto cemento, sopra vivranno gli animali e coloro che vi si adegueranno"""". Interrogandosi sulla frase di Carloni l'autore ha scritto il racconto ambientandolo in uno dei luoghi preferiti dall'architetto, il Monte Generoso. Un viaggio introspettivo ma non solo, un percorso in cui le riflessioni di Tita Carloni a difesa del territorio e della fauna contro la speculazione edilizia e la caccia vengono portate alla loro estrema conseguenza."" -
Parleranno le tempeste. Poesie scelte
Candidata due volte al premio Nobel, l'ultima nel 2003, la scrittrice neozelandese Janet Frame è soprattutto nota per il film di Jane Campion ""Un angelo alla mia tavola"""", tratto dalla biografia omonima. Nata in una famiglia indigente, riesce a diplomarsi come insegnante ma è successivamente bollata come non """"normale"""" e non idonea all'insegnamento. Diagnosticata schizofrenica, viene internata per otto anni in manicomio dove è sottoposta a 200 elettro-shock e minacciata di lobotomia. A darle forza e libertà saranno la scrittura e i riconoscimenti che il mondo letterario inizia a tributarle, arrivando ad essere tradotta in tutto il mondo. Non così per le sue poesie, amatissime ma raramente tradotte. """"Parleranno le tempeste"""" è la prima antologia a vedere la luce in lingua italiana e unisce i due libri che l'autrice ha pubblicato di cui uno - su imposizione dell'autrice - apparso dopo la sua morte. Poesia come testamento di vita, di ironia e dolore, di immaginazione, empatia e saggezza. Una voce unica."" -
Marcel Dupond e i gemelli criminali
Anni Settanta. Una coppia di contadini è in attesa del primo figlio. Il marito vorrebbe tenerlo nascosto a causa del suo ""disprezzo"""" nei confronti dello Stato. Nasceranno due gemelli. Uno solo verrà """"ufficializzato"""", l'altro sarà """"libero"""". Dall'infanzia alla scuola, dalla vita privata al servizio militare, i confusionari e intelligenti gemelli ne combineranno di tutti i colori."" -
Il peso delle ombre. Racconti veri o false storie?
"L'impatto di una bugia, o il solo sospetto di una menzogna, hanno condizionato molti destini. Sono ombre che i protagonisti di questo libro hanno portato nel proprio zaino per tutta la vita. A incuriosirmi erano due aspetti: la dinamica della nascita di una vera o presunta menzogna e le conseguenze sulla vita del protagonista volontario o involontario di queste polemiche. Che cosa accade nella nostra testa quando decidiamo di mentire? A stimolarmi nella scrittura di questo libro è stata anche la scoperta dell'influenza che questo sterile gioco di """"vero"""" o """"falso"""" ha avuto sui destini personali di ogni suo attore. Nell'alpinismo non c'è la necessità di una prova di onestà/colpevolezza come quella del dna, che può salvare un condannato dall'esecuzione capitale. Cancellare l'ombra di un dubbio rimane spesso un'impresa impossibile. Mentre lavoravo a questo libro mi è ricapitata tra le mani la mia foto di vetta sul Cho Oyu: sullo sfondo si vedono solo nuvole e qualche sprazzo di cielo. Nessun punto di riferimento per localizzare il luogo in cui è stata scattata. Se qualcuno volesse mettere in dubbio la mia scalata? In quel momento ho avvertito quanto possa pesare un'ombra."""" (L'autore)" -
Rigor mortis per Lupe
«David, domattina mi aiuti a riportare in vita il parco di miss Vélez. Joel ha chiesto giornata libera. Non ci sei che tu». Con questa richiesta del padre - giardiniere nelle ville di Hollywood negli anni Quaranta - inizia l'adolescenza di David, o meglio il suo primo amore, per Lupe Vélez, la sfortunata Mexican Spitfire di tanti film di successo e moglie di Johnny Weissmuller. È legata, per un certo periodo, a Gary Cooper, Arturo de Córdova e altri. Dai giorni dello sbarco in Normandia al 13 dicembre 1944, data del suicidio dell'attrice forse dai troppi amanti (sensuale come può esserlo una creatura di San Luis Potosí, Messico, ritrovatasi in cima allo star system, un'autentica Nanà che avrebbe inorgoglito Zola), David non farà che pensare a lei, all'unico mattino in cui l'ha incontrata e a una carezza indimenticabile. Metterà in atto ogni tattica per rivederla. Intorno a David, il taciturno padre, ebreo laico, vedovo, gran lavoratore; zia Dorothy, dal dente avvelenato verso quel «lupanare di Beverly Hills»; la vicina Marion; i compagni di classe con cui «prendere in prestito» un sidecar o litigare a proposito di quegli scrittori tedeschi emigrati sotto le palme della California. -
La conta degli ostinati
Diciotto racconti per costituire un quadro di variegata umanità, con l'ostinazione come comune denominatore. I personaggi sono come asini: animali testardi, empatici, divertenti, folli, intelligenti, indipendenti, irregolari. L'opera si volge a un passato indefinito, senza nessuna nostalgia. Anzi, sembra che quel passato sia vivo e lotti insieme a noi con il suo corredo di umane debolezze e forze. Si parla d'amore e di morte, con tutte le declinazioni che la vita rappresenta, dal calcio alla diversità, passando per campagne strampalate, piazze innevate, viaggi impossibili, progetti picareschi. L'amore è quasi sempre contrastato e incompreso, la morte tragica o ridicola, i lavori saltuari, la fiducia del mondo incrinata ma mai vinta. I nomi sono desueti, come certi comportamenti dei protagonisti. Alcuni esprimono emozioni e progetti con entusiasmo, altri sono meno estroversi. Comunque, tutti si pongono in quella zona d'ombra che la moda non riesce a raggiungere. Amicizie perdute, ritrovate, dichiarazioni avventate, azioni scombinate, follia latente. Gli ostinati della conta sono soprattutto libertari, questo li accomuna e fa dei racconti stessi un romanzo corale. -
Il simbolo
Contemporaneo di un uomo passato alla storia con il nome di Gesù di Nazareth, il figlio di una prostituta muove i primi passi nella Palestina dominata dalle legioni di Roma: due vite diverse ma destinate a incrociarsi nei loro giorni più drammatici. Avviato alla prostituzione, il giovane Ben Hamir trova conforto nell'affetto di uno schiavo comprato per fargli da tutore. Costretto a fuggire, dopo un'istruttiva permanenza ad Atene conquista Roma - o meglio i cuori delle romane - divenendo gradito ospite dei più esclusivi palazzi nobiliari. Coinvolto nella politica imperiale fino a divenire intimo di Tiberio, proprio da lui apprenderà quanto beffardo possa mostrarsi il fato. Tornato in Palestina per ordine dell'imperatore, ad attenderlo troverà sia un nuovo che un antico amore: ma anche l'odio feroce di Ponzio Pilato, il suo più mortale nemico. Dopo aver compiuto un gesto in apparenza marginale ma destinato a sconvolgere la storia, abbandonati i lussi e le amanti sceglierà di restare lontano dai clamori del mondo. Ma Roma non si è dimenticata di lui: dovrà accettare lo sgradito incarico di informatore imperiale, assistendo così a eventi che andranno oltre ogni sua immaginazione. -
La müdada
"Müdada: mutamento, cambio, cambiamento, trasformazione, modifica, ma anche svolta e trasloco."""" Il romanzo descrive sotto una luce piuttosto favorevole diversi aspetti positivi e fecondi del cambiamento e del rinnovo delle tradizioni, ossia il processo della progressiva mutazione di una società contadina e artigiana della Bassa Engadina nel periodo che corre fra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso. Avendo vissuto egli stesso in quegli anni, Cla Biert è allo stesso tempo spettatore, attore e cronista di questa mutazione. Una mutazione nella quale possono certamente riconoscersi molte regioni alpine." -
La contadina
Finalista al Premio Mario Rigoni Stern per la Letteratura Multilingue delle Alpi 2019Una ragazza passa un anno in un paesino sperduto tra le montagne, dove il nonno, grande scalatore, aveva costruito una casa di vacanza per accogliere la moglie che veniva ""dall'altra parte del mondo"""". La ragazza, l'io narrante, lavora presso una contadina che da sola gestisce una fattoria di montagna (con qualche mucca, dei polli, un vecchio cavallo, un gatto) e vive nella casa, ormai trasandata, dei nonni in compagnia del fantasma della nonna. Il libro è scandito dalle stagioni e al ciclo della natura si aggiunge quello della vita: nasce un vitello, muore un corvo. Nell'apparente immobilità del paesaggio e del contesto rurale, il tempo scorre e quasi nessuno viene chiamato per nome, tranne gli animali e un ragazzo del paese. Sull'arco di un anno si intrecciano due mondi, uno concreto (la vita insieme alla contadina e gli abitanti del paese, il lavoro in stalla e sui campi) e uno onirico (i ricordi, i desideri, i sogni, la convivenza con la """"nonna morta""""). L'autrice definisce la contadina una specie di cardine tra il mondo animale e quello umano, tra natura e civilizzazione, tra vita e morte... mentre l'io narrante si muove tra due vite che sembra non riuscire a conciliare."" -
Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo
1613, Roveredo, Grigioni. Tre giorni dopo aver impiccato un ladro in Valle Calanca il boia viene misteriosamente ritrovato morto. Privo del suo ministro di giustizia il Comungrande di Mesolcina cade preda di briganti, streghe e stregoni. Le autorità giudiziarie assoldano così un nuovo carnefice, proveniente dalle terre confinanti, per riportare l'ordine. Il nuovo ministro di giustizia, personaggio misterioso e macabro ma denso di fascino, vivrà ai margini di una società che faticherà ad accoglierlo. Soltanto l'incontro con una meretrice - dal passato turbolento ma guaritrice esperta - farà sperimentare al boia sentimenti nuovi. Il suo spirito subirà una progressiva crisi di coscienza, che lo spingerà a rivedere l'utilità della propria funzione sociale e l'equità delle sentenze del tribunale. L'autore propone un romanzo storico a cavallo tra realtà e finzione. La vicenda ruota attorno a quattro processi che si svolsero realmente tra il 1613 e il 1615. Il loro esame ha riportato alla luce nomi reali, personaggi storici, tradizioni popolari, presunti malefici, delitti efferati, torture atroci, assurde superstizioni e palesi ingiustizie del nostro passato. -
Il ladro di ragazze
Un'antica leggenda del Mendrisiotto narra di un non meglio precisato mago padrone di un castello in una zona solitaria alle pendici del Monte San Giorgio (Cantone) - che con l'aiuto delle sue guardie rapisce giovani e povere ragazze nella pianura tra Mendrisio e Rancate. I vecchi raccontano di una grotta situata nel bosco dove le fanciulle venivano rinchiuse e rese vittime di un misterioso gioco magico. Il romanzo fa rivivere l'ambiente sociale, religioso e popolare dei baliaggi svizzeri a Sud delle Alpi e del Ducato di Milano nella prima metà del Seicento. L'autore costruisce una vicenda incentrata su un gruppo di personaggi in parte inventati e in parte tratti dai documenti dell'epoca. In questo scenario si inserisce una grandiosa quanto ardita caccia all'uomo - disseminata di clamorosi errori giudiziari - che si intreccia con storie d'amore, omicidi, briganti, nobili e villani. -
La chiave nel latte
"La chiave nel latte"""" racconta la storia di un ragazzo di origini marocchine che cresce in Ticino, nell'Alto Malcantone, dopo che la madre lo ha affidato a un'anziana vedova di nome Elvezia. Il romanzo procede per frammenti, ricordi che la voce narrante riporta alla luce: i giocattoli dell'infanzia, le feste religiose, le partite di hockey sull'asfalto, le infatuazioni; ma ci sono anche le vacanze in Marocco, un paese che il protagonista vede per la prima volta a dieci anni e che immediatamente suscita in lui sentimenti di spaesamento e di rifiuto. Pur sentendo sua la Svizzera, non potrà eludere una messa in discussione della propria identità che lo porterà a interrogarsi e a interrogare i lettori fino alle ultime pagine del libro. Una scrittura essenziale e precisa, che mescola con naturalezza lingue e culture diverse, dal dialetto dell'Alto Malcantone a quello del Marocco, dal gergo sportivo ai classici della letteratura italiana." -
Lauto grill. Giallo industriale
Come potrebbe una lauta industrializzazione attrarre i pochi abitanti di Sant'Eligio alle principali tentazioni paventate dalla dottrina cattolica? La risposta più ovvia sembrerebbe essere: con un autogrill. Un secondo punto di vista, invece, porta a credere che ciò sia la conseguenza di un più ampio concetto, l'amore. Due storie parallele, unite solo da elementi chiave, rimettono al centro dell'attenzione la quotidianità e ridanno alla brioche il suo giusto valore. Sette peccati capitali in dodici capitoli, un interessante paradigma matematico. Dalla vitalità dei numeri alla fumosità della morte. Un piccolo viaggio tra il più basso opportunismo e uno stato onirico a livelli paradisiaci. -
Un' improbabile cacciatrice d'indizi. Lettere misteriose
Ilde, un'ultra trentenne simpatica e un po' sconclusionata, si scopre erede di una piccola agenzia investigativa. La novità le risulterà inizialmente un po' scomoda, sia perché non ha la più pallida idea di come si gestisca (al cinema sembra tutto facile), sia perché questa porta con sé oneri e pochi onori. L'agenzia e le indagini semiserie fanno da cornice e da motore alla crescita professionale ed emotiva della protagonista. Costretta a confrontarsi con realtà molto diverse dal suo stile di vita sarà obbligata a modificare le sue abitudini e convinzioni, per poter riuscire in un mondo che non è fatto solo di sogni e fantasie, dove la protagonista tende a rifugiarsi. L'obbligo di frequentare nuovi luoghi e persone la aiuterà gradualmente ad avere un approccio diverso con il prossimo e ad aumentare la fiducia in sé stessa. Umorismo e ironia accompagnano la lettura dall'inizio alla fine. -
La bella Fanny
Jackpot è uno scrittore esordiente che è alla ricerca disperata del filo conduttore del suo romanzo. Luis e Grunz sono due pittori che amano la vita e le sue bellezze. Tutti e tre si dedicano all'arte e il destino sembra non essergli sfavorevole... fino al giorno in cui entra nella loro vita la bella Fanny. Al comparire della femme fatale vacillano gli equilibri che tenevano insieme l'amicizia dei tre uomini. Per i tre artisti bohemiens il passato ritorna spesso attraverso vecchie melodie e si unisce allo scotto di aver vissuto il '68 in maniera spudorata. Grande inno all'amicizia, che non sembra conoscere limiti di tempo e spazio. -
Traversare l'inverno. testo inglese a fronte. Ediz. bilingue
Seamus Heaney è considerato tra i più importanti poeti di lingua inglese del ventesimo secolo. ""Traversare l'inverno"""" tende la mano anche a temi politici importanti per l'Irlanda degli anni '70 (un'epoca cruenta, sanguinosa, intrisa di repressioni e spaccature). Heaney non ne è indifferente e cambia il titolo della raccolta. Se originariamente è previsto """"Winter Seeds"""" (Semi Invernali) è """"Wintering Out"""" (Traversare l'inverno) a imporglisi poco prima della consegna del manoscritto: titolo denso, evocativo, terrorizzante persino. La critica affermerà come Heaney sia riuscito a superare i temi delle sue precedenti raccolte attestando la propria maturità stilistica; e sarà Heaney stesso a dire come quelle di """"Traversare l'inverno"""" sono poesie che nascono aldilà della parola e del pensiero. Da singole espressioni ecco nascere interi """"wordscapes"""", paesaggi di parola: drammi in movimento dove religione, politica, folklore persino e letteratura, collidono e fondono. Heaney ci consegna un'opera perfettamente riassunta dalla motivazione del Premio Nobel assegnatogli nel 1995: """"un lavoro di lirica bellezza ed etica profondità che esalta i miracoli quotidiani quanto il vivente passato"""".""