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Cina.net. Post dalla Cina del nuovo millenio
Da anni Ivan Franceschini si occupa di Cina nei suoi blog. E lo fa attingendo storie dai media locali, dalle conversazioni con la gente, ma soprattutto dal ""popolo della rete"""", una comunità di 500 milioni di utenti che anima il web cinese a dispetto della censura e dei tentativi di """"armonizzazione"""" delle autorità. """"Cina.net"""" raccoglie i post più significativi degli ultimi due anni: dispacci che catturano la stratificata complessità e i molteplici volti della Cina attraverso i suoi protagonisti invisibili, le """"formiche"""" cioè i laureati esclusi dai meccanismi della crescita economica, i minatori, gli autisti """"facilitatori"""" di loschi traffici, i bambini-schiavi delle fornaci clandestine, i netizen e i coraggiosi rappresentanti di una fiorente società civile in lotta per i diritti basilari."" -
Mettere radici
Cina, 1969. In piena rivoluzione culturale, il noto scrittore e quadro del partito, Tao, è costretto ad abbandonare Nanchino con la sua famiglia per trasferirsi nello sperduto villaggio di Sanyu. Ha così inizio il loro glorioso esilio: un periodo di rieducazione in campagna a stretto contatto con i contadini, i depositari dell'autentica natura rivoluzionaria. La necessità di ""mettere radici"""" nel nuovo ambiente richiede ai membri della famiglia Tao di assumere una nuova identità, di cancellare il passato e di immergersi nella vita rurale. Solo così potranno sposare la causa della rivoluzione e garantire al figlio un futuro dignitoso. Han Dong, attraverso una poetica del quotidiano, offre una prospettiva inconsueta di un periodo rilevante della storia cinese, da lui vissuto in prima persona."" -
Un pellegrino ad Angkor
Ancora ragazzo, Loti scopre il maestoso tempio di Angkor su una vecchia rivista coloniale e ne resta affascinato. Anni dopo, nel 1901, una spedizione lo condurrà in pellegrinaggio nei luoghi dei suoi sogni d'infanzia. Durante l'avventuroso viaggio verso la mitica città khmer, lungo il corso del Mekong, i villaggi e le foreste cambogiane, Loti annota impressioni ed emozioni, ritraendo con vivide descrizioni la realtà che via via gli si svela. Le pagine di Loti, pervase dal sentimento di stupore e soggezione che la magnificenza delle antiche rovine suscita in lui, trasmettono la sua certezza di trovarsi in un paese dove sopravvive ancora una cultura preziosa e raffinata. Connotato da un forte potere evocativo, questo diario è ancora oggi in grado di far rivivere al lettore la meraviglia della scoperta. -
I delitti del chiodo cinese. I casi del giudice Dee
Da alcuni mesi il giudice Dee è stato nominato magistrato di Pei-Chow, una provincia a pochi chilometri dagli insediamenti delle orde tartare che minacciano i confini dell'impero cinese. La sua prima indagine sembra essere una vicenda di poco conto. In realtà è solo l'inizio di una spirale di crimini che coinvolge tutti gli strati sociali della città: la moglie di un antiquario viene trovata decapitata nella sua dimora, un celebre pugile muore avvelenato in una sauna e un terribile sospetto porta alla riapertura del caso di un mercante di cotone deceduto qualche tempo prima. Un intrico di bramosie e passioni feroci che rischia di mettere a repentaglio la carriera e la vita stessa del giudice Dee, che mai come in questa occasione si spoglia dei panni dell'inflessibile magistrato rivelando il suo lato umano e le sue debolezze. -
Fatti di cronaca. La comunicazione mancata
In un mondo ipersaturo di informazione, immersi nel flusso ininterrotto di news, siamo letteralmente fatti di cronaca, consumatori compulsivi e acritici di notizie. Sorprende che già dalla prima metà del XIX secolo alcuni lungimiranti scrittori registrassero i sintomi di questa imminente overdose mediatica e della pericolosa deriva qualunquista verso cui l'informazione andava incontro. Nei testi qui raccolti, testimonianza di questo passaggio, Zola scrive ""La gente vuole notizie? Ingozziamola di notizie. I giornali sono agenti di perversione letteraria"""", Nerval ironizza sulle bufale giornalistiche e de Larra mette alla berlina l'entusiasmo dell'apprendista redattore. Non ultimo, Verne preconizza un futuro remoto, non molto diverso dal nostro presente, totalmente asservito al volere dei media."" -
I silenzi di Federer
Roger Federer tennista dal palmarès unico, riunisce tutte le caratteristiche della celebrità sportiva globale alla pari di Mohammed Ali, Maradona o Michael Jordan. Il suo modo di giocare, il suo atteggiamento in campo e fuori conducono il tennis in un'altra direzione rispetto a quella tracciata dagli imperativi tecnici, economici e mediatici. Federer indica una via di fuga, rende evidente un fatto generale: tanto più lo sport è mostrato, sovraesposto sui media, tanto meno è celebrato. La figura di Federer, atleta moderno eppure fuori dal tempo nella sua classicità, non può essere rappresentata attraverso abusati codici linguistici. Il suo gesto fluido, leggero ed elegante ambisce a una dimensione di luce e silenzio, a uno spazio assoluto dove solo il gioco ha diritto di parola. Questo libro è dedicato all'ammirabile presenza poetica di un grande campione e più in generale all'essenza stessa del tennis che, come afferma David Foster Wallace, è lo sport che più di ogni altro rivela ""la vera bellezza metafisica""""."" -
Teatr'Absentia. Biografia di un teatro. Il teatro dell'oggetto mancato di Paolo Ferrari
Il Teatro dell'Oggetto Mancato è il luogo del Mancamento: là dove la parola pronunciata e la scena osservata scompaiono alla vista e si sostanziano nelle più profonde e ancora da scoprire stratificazioni del cervello pensante. Luogo ricco di energia che nasce e muore all'istante facendosi altro con l'emergere dell'altrove della cosa, dell'oggetto: questi perdono la loro consueta e ripetitiva tendenza all'accumulo svuotandosi in un'assenza capace di vuoto e di silenzio, tramite i canoni di una parola e di un gesto ricchi di senso. È ogni volta Prova-di-pensiero. È teatro che si basa su assunti della scienza dei giorni nostri, sulle neuroscienze e in particolare sulla psicologia sperimentale dove l'apprendimento e la memoria in alcune ricerche fondamentali condotte da Paolo Ferrari lasciano posto all'estinzione; l'accumulo si piega di fronte alla sua perdita dando luogo a una differente e intensa poetica volta a un'espressività di nuovo segno. Capace di quella libertà anche giocosa cui il cervello umano è da tempo preparato nelle sue fibre più profonde e inconsapevoli, ma ancora non lo sa. -
Indian kiss. Viaggio sentimentale a Bollywood e oltre
L'incontro con una bellissima attrice indiana durante un festival, uno scambio di parole e un interrogativo tra il serio e il faceto: ""Perché nei film di Bollywood non ci si bacia mai veramente?"""". Ecco lo spunto per pensare a un documentario sul tema del bacio mancato, Indian Kiss. E soprattutto per tornare in India con occhi nuovi. Un viaggio attraverso luoghi sorprendenti ma anche terribili, costellato di incontri curiosi e fecondi con registi, produttori, attori, e con gli indiani per strada, tra la polvere e il sudore. Franco La Cecla in questo diario antropologico restituisce l'immediatezza delle esperienze vissute giorno per giorno sulla propria pelle, e racconta con emozione l'India reale, in precario equilibrio tra il grande boom economico e la miseria degli slum, e l'India di celluloide di Bollywood, espressione di un'autentica cultura di massa che tutto assorbe e reinterpreta."" -
I delitti della campana cinese. I casi del giudice Dee
Al suo primo giorno da magistrato nel distretto di Poo-yang, il giudice Dee si imbatte nel delitto di via della Mezza Luna, lasciato irrisolto dal predecessore nei suoi lati più oscuri: la bella e giovane Pura Giada viene trovata uccisa nella sua camera e lo studente Wang, suo amante, è il maggiore indiziato. Il ricco tempio buddista dell'Infinita Misericordia, dove la statua della dea Kwan Yin dona fecondità alle donne più devote, insospettisce il fedele aiutante del giudice e lo spinge a far luce sui misteri che lo avvolgono. Nel frattempo, un'antica faida tra due famiglie del distretto conduce il magistrato Dee sulle piste del losco passato di un commerciante cantonese. -
Conferenze di Tokyo. Martin Heidegger e il pensiero buddista
In queste conferenze tenute a Tokyo nel 2010, Midal si interroga circa la necessità dell'incontro tra pensiero occidentale e orientale, in particolare tra la filosofia e il pensiero buddista. Un pensiero che è una delle espressioni più sorprendenti di un'alterità che non è solo geografica, ma si dispiega nel cuore stesso del nostro mondo divenuto globale. Heidegger, come nessun altro pensatore occidentale, predispone a questo dialogo. Il suo richiamo a un nuovo inizio, rispetto a quello che diede origine alla metafisica e configurò la nostra storia, permette di cogliere il senso del nostro presente e accogliere un pensiero esposto all'alterità. L'incontro tra la filosofia di Heidegger e il buddismo permette di affrontare, con minor sentimento di paura e minor senso di incertezza, questo tempo che registra la scomparsa di ogni tradizione e che ha dato origine ad Auschwitz e alla morte di Dio, aprendo invece alla possibilità di pensare una condizione umana capace di quell'alterità che è anche riscatto. Un percorso che si rivela come la migliore opportunità, sia per l'Occidente che per l'Oriente, di avvicinarsi alla realizzazione di ""un'""""etica originaria""""."" -
Filosofia interculturale e valori asiatici
Nel contesto globalizzato e multietnico della contemporaneità nasce l'esigenza di ripensare la storia e gli esiti del pensiero filosofico in una modalità che non sia autoreferenziale ed etnocentrica. La filosofia occidentale, in particolare, per poter instaurare un autentico dialogo con realtà di diversa origine, necessita di rimettere in discussione i suoi presupposti culturali, linguistici, etici, metodologici. A partire da queste premesse Alessandra Chiricosta costruisce un percorso a sostegno della necessità di rinunciare a ogni concezione di ""universalità"""" nel confronto dialogico con realtà di pensiero provenienti da altre culture e parlanti lingue diverse. Dopo aver approfondito le varie modalità con cui la filosofia si apre all'intercultura filosofia multiculturalista, filosofia comparativista e filosofia interculturale -, l'autrice rileva come quest'ultima sia la più idonea a instaurare un dialogo paritetico e, nel contesto del saggio, la mette in opera al fine di gettare una nuova luce sul dibattito che contrappone diritti umani e valori asiatici. Quale ambito di studio viene prescelto il Vietnam, in virtù della sua capacità di uscire dalle griglie di un """"pensiero unico"""" asiatico con riconfigurazioni e sincretismi originali e per la sua particolare concezione dell'identità individuale che può aprire nuove prospettive etico-politiche alla riflessione filosofica globale."" -
Interno coreano con sequestro
Paek Namhui, protagonista di questo raffinato giallo, è una cantante pop di successo che, nonostante la sua notorietà, conduce una vita piuttosto appartata e solitaria in una Seul in piena espansione. Una sera, tornando nel suo appartamento, trova uno sconosciuto ad attenderla. Ha così inizio una vicenda paradossale, seguita da una meticolosa indagine giudiziaria che le cambierà radicalmente la vita. Giocato sulla ricostruzione a posteriori che la protagonista tenta di fornire al procuratore O, incaricato di investigare sul caso, ""Interno coreano con sequestro"""" è un thriller psicologico dove il piano reale e quello soggettivo, il presente e il passato, la ragione e l'ambiguità dei sentimenti si intersecano in ogni pagina, fino ad aprirsi a una sconvolgente rivelazione finale. Per lo stile e i temi trattati, quali la solitudine, la sottomissione e i meccanismi insondabili della memoria, questo romanzo rievoca le atmosfere filmiche dei più famosi cineasti coreani come Kim Ki-duk e Park Chan-wook."" -
La crisi senza fine. Saggio sull'esperienza moderna del tempo
Il presente sembra pervaso da una crisi generalizzata, svuotata del suo senso originario. Il greco krisis indicava il momento decisivo che consentiva di formulare una diagnosi e trovare la via d'uscita: un processo che si inscriveva e si sviluppava in un arco temporale definito. Oggi la crisi è marcata dal sigillo dell'indecidibile e della permanenza. Un ribaltamento che testimonia, secondo l'autrice, un cambiamento significativo del rapporto con il tempo. Il saggio ripercorre il pensiero moderno della temporalità e della storicità attraverso un excursus che da Weber, Rousseau, Marx giunge a Kundera, Levinas e Arendt ed evidenzia il processo di dissoluzione dei punti di riferimento che ha condotto alla triplice crisi: dei fondamenti, della normatività e dell'identità. Con il venir meno della certezza è decaduta anche l'idea del futuro come campo d'azione per le iniziative degli individui. La posta in gioco non è solo teorica, ma di ordine esistenziale, riguarda la posizione che l'uomo accorda a se stesso nella realtà, il modo in cui percepisce la sua esistenza nel mondo. -
Le notti di Vladivostok
Per uno strano scherzo del caso, ma soprattutto della vodka, Thomas Rawicz, eccentrico agente letterario in missione in Russia, sale a notte fonda sul treno transiberiano sbagliato e, dopo aver percorso migliaia di chilometri attraverso la Siberia, si ritrova nella grigia e opaca Vladivostok. Lì, per uno spiacevole equivoco, fa la conoscenza di due cinesi, Zuo Luo, detto Zorro, detective privato specializzato nel salvataggio di donne maltrattate, e Wanglin, giovane scrittore. Entrambi sono sulle tracce di un criminale in combutta sia con la mafia russa che con una triade cinese e implicato in sordidi affari di prostituzione e traffici di minori. Ha inizio così una caccia all'uomo dagli sviluppi imprevedibili, le cui ramificazioni si biforcano in luoghi lontani ma uniti tra loro da un'imperscrutabile logica sotterranea: dall'isola Zhenbao teatro della crisi sino-sovietica del 1969 al dantesco sottosuolo newyorkese popolato dagli uomini-talpa, dalle acque color malva del lago Bajkal agli sgangherati set filippini dei film di kung fu. Christian Garcin riunisce mafiosi, prostitute, vagabondi, sciamani in una vertiginosa ricerca di senso e dà vita a un romanzo-puzzle che è insieme una radiografia dell'Estremo Oriente russo e cinese e un labirinto borgesiano costruito sulle teorie della meccanica quantistica. -
Kiku-san. La moglie giapponese
1885. L'ufficiale della marina francese Pierre Loti sbarca per la prima volta sul suolo giapponese, a Nagasaki, dove si tratterrà per il tempo necessario a riparare i guasti della nave da guerra Trionfante. Nel Paese è d'uso che, per il periodo di permanenza, uno straniero possa contrarre un matrimonio con una giovane del posto. Ed è ciò che Loti farà sposando Kiku-san, la signorina Crisantemo. La vicenda autobiografica è solo il pretesto per dar vita a quello che l'autore chiamerà un ""romanzo giapponese"""", un'opera costruita in forma di diario, i cui personaggi principali sono Loti stesso, il Giappone e le impressioni prodotte su di lui da questo stupefacente Paese. Qual è allora il ruolo di Kiku-san? Quello di una sposa, di un oggetto di piacere o di un tramite per immergersi in una realtà pressoché inafferrabile e raccontarla in tutte le sue sfumature? Il libro attraversa l'intera gamma dei rapporti fra sé e l'altro: dallo sguardo """"coloniale"""" al riconoscimento di una specificità culturale, passando dal divertimento al sarcasmo, dalla condiscendenza al rispetto, dal rifiuto allo stupore e all'incanto, dall'angoscia del non-noto alla constatazione dell'insormontabile alterità. Un testo per cogliere gli usi, i costumi, le atmosfere, i suoni, i caratteri di un Giappone che in Nagasaki aveva uno dei maggiori punti di contatto con l'Occidente. Uscito in Francia nel 1887, fu di ispirazione a Illica e Giacosa per il primo atto della Madame Butterfly di Giacomo Puccini."" -
Fuga sulla luna e altre antiche storie rinarrate
Lu Xun riprende miti e leggende dell'antichità cinese e li trasfigura alla luce della sua epoca, proponendo una corrosiva critica sociale e culturale che ancora oggi si dimostra di un'attualità disarmante. Da Yu il Domatore delle Acque a Yi l'Arciere, da Confucio a Laozi, da Zhuangzi a Mozi, le principali figure del canone letterario e filosofico cinese diventano, in queste pagine, espressione dei ""difetti nazionali"""" del Paese alla vigilia della Rivoluzione Comunista. Temi tuttora attuali, quali la corruzione della classe politica, il contrasto tra interesse pubblico e privato, la ristrettezza di vedute del mondo accademico, i tentativi da parte del potere di manipolare la tradizione per rafforzare la propria legittimità, figurano in maniera prominente in queste otto """"antiche storie"""", confermando la fama di Lu Xun quale polemista d'eccezione. Proprio ora che in Cina i suoi scritti sono rimossi dai testi scolastici perché troppo pungenti, questa nuova edizione annotata delle """"Antiche storie rinarrate"""" restituisce al lettore italiano un'opera semidimenticata, troppo spesso relegata in secondo piano nella produzione letteraria di colui che Mao Zedong definì il """"saggio della Cina moderna""""."" -
Viêt Nam. Miti e racconti
Questo libro descrive il ""paesaggio culturale"""" del Vietnam attraverso il patrimonio tradizionale di miti, leggende, racconti che rivelano il modo di concepire il mondo e di autorappresentarsi del popolo Viet. La trasmissione orale è stata il veicolo attraverso il quale le generazioni hanno appreso l'origine, la storia, la cultura del proprio Paese, assimilato i principi etici, sociali, politici, costruendo quell'identità collettiva che ha guidato le sorti della nazione. Ai favolosi racconti sulla fondazione del Regno dei Viet si affiancano quelli sulla formazione dei paesaggi naturali e sugli accadimenti storici, sulle eroine e sugli eroi, ma anche sulla preparazione e sul simbolismo dei cibi tradizionali. La selezione, tratta da diverse tipologie di fonti, mostra come narrazione storica e narrazione leggendaria si siano stratificate senza contrapposizioni, e svela le basi di una civiltà ricca, multiforme, multietnica il cui tratto fondamentale è la capacità di includere gli stimoli provenienti da altre culture nel tessuto organico della propria e conciliare gli elementi di dissonanza."" -
Il mondo dei fiori e dei salici. Autobiografia di una geisha
"Il mondo dei fiori e dei salici"""" (karyukai) è il mondo delle geisha, un mondo che negli stereotipi dell'Occidente rievoca atmosfere eleganti, preziosi kimono di seta, musiche e cerimonie del tè. Masuda Sayo, invece, testimonia una realtà differente, quella delle onsen geisha, le donne che praticano la professione nelle stazioni termali lontane dai raffinati ambienti cittadini. Con uno stile semplice e diretto, ma estremamente coinvolgente, racconta la sua infanzia di bambina abbandonata e poi venduta, la dura quotidianità sua e delle compagne durante gli anni di apprendistato; descrive l'ambiente delle sale da tè con le ambigue figure dei frequentatori, la lotta intrapresa per cambiare vita, la povertà vissuta in un Giappone uscito dalla Seconda guerra mondiale. L'autobiografia di Masuda Sayo costituisce un unicum, una rara e preziosa testimonianza che ci permette di conoscere una pagina poco nota della cultura giapponese." -
I colpi del nulla. Poesie dell'inconoscibile. Con il segno - (meno)
Un forct vincolo trattiene e slancia la lingua di questa poesia, pari a un fraseggio musicale, l'autore è anche musicista e compositore. Ci sembra di ritrovarci talvolta in una morbida consonanza dalla forma puramente tonale. Ma che subito si spezza trasmutando in un pensiero dalla sibillina dissonanza. Il volume raccoglie nella sua interezza l'opera poetica di Paolo Ferrari, scritta tra il 1989 e il 2014. -
Un barbaro in Asia
Nel 1931 Henri Michaux parte per l'Asia e vi trascorre circa otto mesi, durante i quali visita l'India, il Nepal, Ceylon, la Cina, il Giappone e la Malesia. Un'esperienza totale affrontata senza filtri, con gioia, alla stregua di un ""viaggio immaginario"""", sotto la spinta di un irrefrenabile desiderio di disorientamento. Michaux si immerge nelle folle di questi paesi, a stretto contatto con """"l'uomo della strada"""", che osserva con l'occhio di un antropologo o, meglio, di un naturalista. """"Un barbaro in Asia"""" è il risultato di questo """"grand tour"""" orientale. Un resoconto diretto, spiazzante, spesso beffardo e """"politicamente scorretto"""" che abbraccia e tenta di decifrare ogni aspetto delle culture dei paesi visitati. Rifuggendo le categorie del pensiero occidentale - in ciò barbaro, ossia non intaccato da pregiudizi -, Michaux attraversa e si lascia attraversare da religioni, lingue, calligrafie, letterature, filosofie, generi teatrali, musiche e danze. Un testo cardine per gli sviluppi successivi della poetica di Michaux, un modello a cui, quarant'anni dopo, si rifarà anche Roland Barthes per """"L'impero dei segni"""". Prefazione di Marco Dotti.""